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sabato 10 aprile 2010
Gabriele Belli: “Perdono l’ignoranza di un’Italia bigotta”.
Il concorrente FtM del Grande Fratello festeggia il suo “battesimo” al B LEVEL e a tutte le persone transessuali consiglia: “Non aspettatevi nulla dagli altri”.
Il 18 marzo, all’età di 38 anni, Gabriele Dario Belli, concorrente FtM del Grande Fratello ha detto definitivamente addio ad Elettra.
Venerdì 2 aprile Gabriele ha festeggiato il suo "battesimo" ufficiale al cospetto di amici e sostenitori al B LEVEL di via Alserio a Milano, un nuovo locale che già da subito si propone di essere “fuori dagli schemi”
In occasione della sua rinascita GAY.tv ha intervistato in esclusiva Gabriele Belli.
Hai salutato definitivamente Elettra e hai dato il benvenuto a Gabriele: con che spirito hai accolto il nuovo arrivo e come hanno reagito le persone che ti stanno accanto?
Elettra l’ho salutata da tempo; riuscire a liberarmi di una forma mentale che mi provocava dolore e male è stato quanto di più bello mi sia potuto accadere. Lo spirito è sicuramente leggero, anche se il percorso è iniziato molti anni fa ed è stato un susseguirsi di paure accumulate negli anni. Le persone accanto a me hanno reagito bene ma la questione fondamentale è che mentre tempo fa avevo bisogno dell’approvazione altrui, oggi mi sono libero da questa necessità; sono più sereno io e se mi accettano così bene, se non mi accettano è un problema loro. Anche se più che accettazione è una questione di civile convivenza.
Ha cambiato la tua vita e se sì come, il fatto di essere riconosciuto pubblicamente e legalmente come uomo?
Cambierà perché a giorni avrò i documenti nuovi, ma diventando un personaggio pubblico posso dire che la mia vita ha iniziato un percorso di cambiamento pubblicamente riconosciuto già attraverso il Grande Fratello. In generale avere i documenti del proprio sesso senza dover continuamente chiarire e dichiarare a voce la transizione e il proprio stato, aiuta al 100%. È un grosso problema oggi presentarsi in un posto di lavoro con la faccia da Gabriele e un altro nome scritto sui documenti..
Che consigli senti di dare alle persone che come te vogliono intraprendere fino in fondo un cammino di transizione?
Assolutamente trovare la forza e il coraggio di andare avanti non aspettandosi nulla dagli altri, perché gli altri, sia che si tratti di persone vicine che di persone lontane, ti illudono. Sempre. Danno inevitabilmente giudizi, e che siano positivi o negativi, influiscono di molto su una transizione. Mentre una persona che riesce a trovare in se stessa la forza e il coraggio di capire chi è e dove vuole andare e si pone degli obiettivi, sicuramente ci riesce.
Mettiamo che valga il detto”A Pasqua sono tutti più buoni”, ora che hai fatto un ulteriore passo al tuo percorso, cosa ti senti di poter perdonare a chi ti ha messo i bastoni fra le ruote in passato?
Perdono l’ignoranza, è proprio perché si ignorano troppe cose che comprendo come tante volte le persone non arrivano a capire il dolore degli altri. La mia decisione di partecipare al Grande Fratello non è nata perché volessi vincere a tutti i costi un montepremi, quanto perché mi interessava far capire alla gente che la transessualità è un fatto, una realtà.
Parlando del Grande Fratello: sei riuscito davvero a far passare il messaggio che ti eri proposto all’inizio del reality?
Utopisticamente uno spera sempre di poter arrivare al maggior numero di persone possibile, ma posso dire in tutta sincerità che le persone a cui il mio messaggio è arrivato sono davvero molte. La mia storia è arrivata alle mamme, alle famiglie, e paradossalmente ho ricevuto molta più diffidenza dal mondo lgbtq che da altre realtà, forse perché nel mondo lgbtq qualcuno ha pensato che strumentalizzassi la mia e la vostra storia. Ricevo costantemente mail, ogni giorno, di persone che davvero pensano, che non mi dicono “Bravo! Bis!” ma che semplicemente hanno il desiderio di capire.
L’evento di venerdì è considerato come un battesimo per Gabriele: propositi per la nuova vita?
Continuare a combattere. Mi annoierei se mi fermassi. Auspico la mia serenità ma non ho alcuna intenzione di annoiarmi.
Pensi che in Italia siano necessari i reality show per promuovere il tema della transessualità e sensibilizzare il pubblico?
Non dovrebbero servire. Non sono certo il canali giusti e non sono certo i contenitori giusti, però, visto che altri modi per scendere in campo non ci sono, per farsi sentire alla massa, ci si deve piegare al campo di battaglia che mi si è presentato. Nel reality sicuramente avrebbero voluto da me il “personaggio transessuale”; io sono rimasto “la persona transessuale” ed è un’enorme differenza, non ho dato lo spettacolo che desideravano..
Anche perché in Italia si tende sempre a spettacolarizzare l’omosessuale o il transessuale, dandolo in pasto al grande pubblico come macchietta colorata…
Beh puoi parlare benissimo anche di Maicol, che però è vittima di se stesso. Maicol infatti è una futura transessuale, solo che ovviamente passa per omosessuale che schecca. Per inciso: ognuno di noi è libero di esprimersi come meglio crede; purtroppo però se poi dobbiamo fare dei discorsi di evoluzione sociale, di comprensione da parte di un paese vecchio e bigotto come l’Italia, bisogna purtroppo farli in un modo moderato, tranquillo, non colorato. Anche se tutto quello che c’è stato fino ad oggi ci ha aiutato molto. Anche le prostitute transessuali che hanno lottato ci hanno aiutato a fare passi avanti, però ora dobbiamo andare avanti, non possiamo più parlare di prostituzione. I tempi sono cambiati, devono cambiare. Viva i gay pride, viva i festoni, però attenzione: andiamo avanti facendo anche altro.
fonte gaytv
L'attrice Anna Paquin: "Sono bisessuale"
L'attrice in uno spot per la parità
E' la dolce sensitiva Sookie Stackhouse nel telefilm cult "True Blood", ma i cinefili la ricordano vincitrice di un premio Oscar a 11 anni per "Lezioni di piano". Anna Paquin è una delle attrici più affermate e apprezzate di Hollywood. Dopo il coming out di Ricky Martin, ecco che Anna confessa per uno spot della parità dei diritti: "Sono bisessuale". E in molti sembrano essere caduti dalle nuvole...
Foto LaPresse
"Sono Anna Paquin. Sono bisessuale. Un crimine d'odio è commesso ogni ora, ogni giorno in questo Paese", afferma l'attrice, nel video, guardando direttamente la macchina da presa. Anna è fidanzata col collega Stephen Moyer. Entrambi stanno girando la serie televisiva di grande successo "True Blood" e Stephen interpreta il vampito gentiluomo Bill Compton che si innamora perdutamente di Sookie.
Ancora non si sa quale sia stata la reazione di Moyer dopo le dichiarazioni a sorpresa della sua fidanzata. Per ora si trincera dietro un 'no comment', ma sicuramente i due avranno parlato del loro passato sentimentale e l'attrice avrà raccontato - con sincerità - anche i flirt avuti con le ragazze. Anna non si è sottratta per esporsi quando si è trattato di far parte DI una campagna per i diritti dei gay e delle lesbiche. Nel 2010 anche in un Paese come l'America la diversità è ancora soggetta ad attacchi di razzismo.
Anna è impegnata su tre set diversi: "Flying Into Love" di Chris Raymond sull'attentato al presidente americano John Fitzgerald Kennedy, "Open House" del fratello Andrew Paquin con il compagno Stephen Moyer e il drammatico "Margaret" di Kenneth Lonergan con Matt Damon e Mark Ruffalo.
fonte tgcom
Concerti, Jeffree Star:Cantante Transgender con Brokencyde e Synthetic Season dal vivo a Milano
Jeffree Star sarà in Italia per l'unica data del suo tour europeo. Il poliedrico artista transgender si esibirà dal vivo il 23 aprile allo Zoe Club di Milano. Sul palco a seguire, dopo il live di Jeffree, le performace dei Brokencyde, originari del New Mexico, con il loro repertorio electro/scream, e dei Synthetic Season, astri nascenti dell'electro pop d'oltremanica. I biglietti per la serata saranno a breve disponibili su circuito Ticketone al prezzo di 25 euro più diritti di prevendita ed eventuali commissioni addizionali. Jeffree Star ha debuttato nel 2007 con l'ep "Plastic surgery slumber party" ed ha avuto come madrina Peaches.
fonte rockol.it
Omofobia alla Statale di Milano: nasce sportello contro discriminazione
Poche settimane fa vi avevo riportato il grave episodio di omofobia avvenuto all’Università Statale di Milano, dove un ragazzo omosessuale di diciannove anni è stato insultato e minacciato da un passante, perché stava attaccando dei volantini per pubblicizzare un cineforum Lgbt. Il passante aveva inveito contro il ragazzo gay: «Attaccane un altro e ti ammazzo di botte — aveva gridato l’omofobo passante — per voi malati qui non c’è posto».
Ebbene, dopo qualche settimane si è finalmente riusciti a risalire al colpevole dell’aggressione verbale. Non si tratta di uno studente dell’ateneo, ma di un addetto ai lavori, un giovane lavoratore dell´azienda che fa manutenzione.
Dopo questa constatazione, l’università si è impegnata a vincolare le aziende assunte a «rispettare gli studenti, il personale, e i valori di uguaglianza che reggono l´ateneo».
La Statale di Milano ha anche deciso di creare uno sportello pubblico “contro ogni forma di discriminazione“. Le persone vittime di discriminazione potranno infatti raccontare la propria vicenda, anche inviando un messaggio di posta elettronica all’apposito indirizzo e-mail.
Via | gaynews
Gay Wanted: su Max le foto dei gay nascosti
Sull’ultimo numero di Max Raffaele Panizza, balzato alle cronache per l’intervista fatta a Morgan (che dopo la pubblicazione del pezzo dovette rinunciare al Festival di Sanremo), si è concentrato sui gay che sono costretti a vivere nell’ombra. Lo ha fatto attraverso un servizio fotografico, già proposto da GAY.tv.
Ma davvero ancora oggi, in Italia, esistono gay e lesbiche che per vivere serenamente la propria sessualità devono aspettare la notte? No. Credo di No. Se così non fosse dovremmo ragionare su un paradosso che sui mass media italiani svolge un ruolo parassitario.
La presenza di un non-eterosessuale per qualsiasi programma televisivo italiano è scontata. Laddove di gay non ce ne fossero abbastanza pur di testimoniare l’apertura verso la sodomia si travestono le conigliette di playboy in lesbiche.
Tutto questo con il benestare del pubblico, anche omosessuale, che davanti alla messa in onda di questi programmi televisivi si accuccia davanti al televisore come un cane bisognoso di coccole. Più che di diritti.
I contenitori dove raramente si ragiona di coppie di fatto, coming out, omofobia non sono visti abbastanza. Probabilmente a quella parte di popolazione che reclama forte, e giustamente, il riconoscimento dello proprio status di cittadino è più interessante un’intervista a quella macchietta di Maicol che ad una coppia gay di padri.
Fino a quando tale paradosso continuerà ad esistere per colpa della stessa comunità GLBTQ non ha senso chiedersi perché nel 2010, e davanti al coming out di personaggi famosi (come ad esempio quello di Ricky Martin) in Italia si possa essere gay solo dal tramonto all’alba.
fonte queerblog.it
venerdì 9 aprile 2010
Sabato 15 maggio – Basta Omofobia – Convegno
Cambia l’Italia Grosseto, in collaborazione con www.laicitaediritti.org, vi invita a partecipare, Sabato 15 maggio, a Follonica (GR) al convegno contro l’omofobia.
L’appuntamento è per le ore 16 presso “Giardino del casello idraulico” di Follonica.
Programma:
OMOFOBIA E RELIGIONE
Don BARBERO e Pasquale QUARANTA, presenteranno il loro libro: “Omosessualità e Vangelo”
OMOFOBIA E DIRITTI
Giuliano GASPAROTTI, giurista, coordinatore segreteria PD Firenze, illustrerà lo stato dei diritti Lgbt nel nostro paese, raffrontandolo con le situazioni degli stati esteri a noi più vicini, cenni sull’iter legislativo della proposta di legge contro l’Omofobia, proposta dalla deputata PD Paola Concia.
OMOFOBIA ED ISTITUZIONI
L’Onorevole Paola CONCIA presenterà alle istituzioni ed alla cittadinanza la maratona contro l’omofobia proposta in modo congiunto dal Tavolo LGBT del PD e da Sinistra e Libertà
IVAN SCALFAROTTO, vice presidente del PD, concluderà la manifestazione, illustrando la decisione della Corte Costituzionale, che in aprile si trova a giudicare su quattro ordinanze, provenienti da altrettante coppie omosessuali, che si sono ivi rivolte dopo non aver ottenuto dal proprio Comune di Residenza la possibilità di procedere alla pubblicazioni di rito prematrimoniale.
Ivan Scalfarotto, assieme agli avvocati Vittorio Angiolini, Marilisa D’Amico, Vincenzo Zeno-Zencovich, Ileana Alesso e Massimo Clara, ha seguito l’intero iter dei lavori ed è stato presente in aula fin dal primo pronunciamento della Consulta.
fonte cambialitalia
Trans presa a calci e pugni a Firenze
Transessuale picchiata a Firenze
Lo scorso lunedì di Pasquetta a Firenze, in Piazza Puccini a Firenze, è stata picchiata una transessuale di trentanove anni. Secondo le ricostruzioni dei fatti, la transessuale non sarebbe stata aggredita a scopo di una rapina, visto che nessun bene materiale è stato sottratto alla vittima. Fabianna Tozzi Daneri, presidente di Trans Genere, ha raccontato la vicenda: “La ragazza ci ha raccontato di questi due giovani con le teste rasate che si sono avvicinati e l’hanno subito aggredita. Poi sono seguiti gli insulti, i soliti insulti di tutti i generi e l’inseguimento”.
La transessuale è stata presa a calci e pugni dai due aggressori italiani, e quando ha cercato di scappare l’hanno afferrata ed hanno continuato a picchiarla, finché – attirate dalle urla della transessuale – delle persone hanno chiamato la polizia.
“Noi abbiamo le foto che la ragazza ci ha voluto dare per farci capire com’era la situazione - continua a raccontare Tozzi Daneri - ha il viso completamente tumefatto, l’hanno massacrata”.
La transessuale picchiata brutalmente a Firenze è attualmente a casa, nonostante le gravi lesioni. “E’ il caso di applicare le leggi che tutelano trans e gay che pure in questa regione ci sono - conclude Fabianna Tozzi Daneri- . Le denunce che riceviamo sono solo la punta dell’iceberg di chi ha il coraggio di raccontare e sa a chi rivolgersi. Decine di ragazze vengono malmenate e aggredite e non riescono a chiedere aiuto”.
fonte notiziegayit
CLAUDIA CARDINALE IL 15 APRILE INAUGURA E FESTEGGIA I PRIMI 25 ANNI DEL GLBT FILM FESTIVAL
Il 15 aprile l’attrice presenterà
«Le fil» di Mahdi Ben Attia
«La capretta di Chagall» unico film italiano in concorso
Torino - Sarà Claudia Cardinale ad inaugurare la XXV edizione del Torino Glbt Film Festival, oggi presentato per la prima volta a Roma, nella sede della regione Piemonte. Il 15 aprile, giorno del suo compleanno, l’attrice presenterà il film girato in Tunisia, suo luogo di nascita, ’Le fil’ del tunisino Mahdi Ben Attia in cui interpreta Sara, madre di un ragazzo gay. Da Sodoma a Hollywood - Torino Glbt Film Festival, il più antico Festival d’Europa a Torino dal 15 al 22 aprile, festeggia così le sue nozze d’argento in un’edizione ricca di novità e cambiamenti. Il Festival, diretto da Giovanni Minerba, si propone in una veste in parte rinnovata, a cominciare dall’immagine, realizzata per l’edizione 2010, dal pittore e scultore Ugo Nespolo.
«Il buon cinema che siamo riusciti a far vedere e l’intreccio che si è creato tra il pubblico e il festival -ha spiegato Minerba- ci hanno dato la possibilità di andare avanti in un certo modo. Se non ci fosse stato questo credo che non ci sarebbe ancora il festival». Dal rapporto tra genitori e figli omosessuali alla bisessualità, dalla «fluidità di genere» ai problemi dei gay anziani: sono solo alcune delle tematiche che verranno trattate dal Festival. Tematiche che dal cinema italiano: «non vengono troppo affrontate e laddove lo sono -ha sottolineato Minerba- sono affrontate male».
«5 anni fa -ha ricordato Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del Cinema- gli enti locali hanno chiesto al museo di farsi carico della gestione del Festival e noi abbiamo accettato di buon grado». È stato, ha spiegato Barbera «un passaggio amministrativo per rafforzare e non per controllare la struttura del Festival», proprio perchè il Museo svolge una «funzione di garanzia nei confronti del Festival».
«Avremo dei piccoli film italiani sparsi tra le varie sezioni -ha detto il coordinatore artistico Fabio Bo- però non tali da meritare il concorso, salvo ’La capretta di Chagall’». Nelle selezioni, ha sottolineato Bo: «abbiamo visto pochissimi film italiani», il paragone, non solo con le grandi cinematografie, «è veramente tremendo» e, ha concluso: «In Italia la situazione è demoralizzante».
Una delle novità dell’edizione 2010: il premio alla carriera «Dorian Gray», che sarà consegnato a James Ivory, «per il suo contributo alla causa, un ringraziamento per il suo lavoro», presente al Festival anche con il suo ultimo film «The City of Your Final Destination», tratto dall’omonimo libro di Peter Cameron. Al vincitore verrà consegnata, sabato 17, una statuetta, creata da Ugo Nespolo, che raffigura Oscar Wilde.
Come ogni anno il Festival propone tre sezioni competitive (concorso lungometraggi, concorso documentari, concorso cortometraggi), sottoposte al giudizio di tre giurie internazionali composte, oltre che da Peter Cameron, Ivan Cotroneo ed Eytan Fox, da Patricia Rozema e Cesare Petrillo per i lunghi, da Giovanni Anversa, Maria Beatty e Massimo Fusillo per i Doc, da Massimo Fenati, Zvonimir Dobrovic e Roberto Cuzzillo per i corti.
Ma, come da tradizione, al Torino Glbt Film Festival ci saranno anche i premi attribuiti dal pubblico. Rispetto alle passate edizioni, le sezioni, sono state curate da un nuovo comitato di selezione composto da Fabio Bo (coodinatore artistico) e, tra gli altri, da Angelo Acerbi, Margherita Giacobino e Alessandro Golinelli, tutti capitanati dal direttore e ideatore del Festival, Minerba. L’intento del gruppo è stato quello di andare incontro alle esigenze del pubblico e di riservare una forte attenzione alle istanze socio-culturali della comunità gay.
Sono 175 i film, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari in concorso, omaggi (Open Eyes), Midnight Madness, Retrospettiva e Binari, la nuova sezione che racchiude opere fuori concorso. Circa 30 le nazioni presenti, una vera e propria olimpiade del cinema gay. A fare la parte del leone, escludendo dal conteggio «i film che ci hanno cambiato la vita» e gli omaggi, sono gli Stati Uniti con 32 titoli (ma nessuno nel concorso lunghi). Tra gli europei spiccano la Spagna e la Francia, rispettivamente con 13 e 11 film, mentre gli italiani sono 7 (ma solo uno gareggia per un premio nella competizione che riguarda i corti, «La capretta di Chagall»).
Tra i titoli del concorso lungometraggi: ’El nino pez’ (The Fish Child) di Lucia Puenzo, figlia d’arte del regista argentino, che con il precedente «Xxy», si aggiudicò una menzione della critica a Cannes. Nelle altre sezioni, tra gli altri, ci saranno titoli come Prayers for Bobby, di Russel Mulcahy con Sigourney Weaver, Little Ashes di Paul Morrison con Robert Pattinson (l’attore divo di «Twilight»), Mary Lou di Eytan Fox, House of Boys, di Jean-Claude Schlim, con Udo Kier e Stephen Fry, e il documentario New York memories che è la cronaca del ritorno nella Grande Mela del regista tedesco, Rosa Von Praunheim.
Fonte: www3.lastampa.it
Test amore: sei pronto per una storia seria?
Stare insieme per amore
Capire i propri errori non è mai semplice, soprattutto quando si parte dal presupposto di avere ragione. È un limite che hanno tutte le persone perché abbiamo sempre la sensazione che il nostro pensiero valga più di quello altrui. Come gestire quindi la situazione? Intanto capiamo se siamo davvero innamorati e se ciò che vogliamo è avere una storia che si sviluppi nel tempo, con cui passare il resto della vita. Non è un’analisi che si possa fare dai primi giorni, ma con il passare dei mesi magari conviene chiederselo. Questo test, che non ha basi scientifiche dovrebbe farti capire se sei in grado di far funzionare i rapporti.
Ascolti e cerchi di capire le sue motivazioni quando litigate?
a) Più delle volte ha torto.
b) Ripete sempre le stesse cose. Non sono tonto, ormai ho capito
c) Sempre
Come dimostri che ci tieni a lui/lei?
a) Non credo di dover far nulla, ci sono.
b) Ogni tanto le/gli dico: ti amo
c) Con i gesti. Non sono bravo a parole e cerco di accontentare i suoi desideri.
Hai mai pensato che sia la storia della vita?
a) No, non faccio progetti futuri.
b) Mi piacerebbe, ma è ancora presto
c) Ogni volta che lo/la guardo negli occhi.
Hai avuto tante storie finite male. Hai capito quali sono state le tue colpe?
a) Fidarmi della persona sbagliata
b) Ci sto pensando, ma non trovo spiegazione
c) Sì, certo e vorrei non ripetere l’errore
Vuoi una vita di coppia stabile?
A) Non è un priorità
B) Non mi dispiacerebbe
C) Sto lavorando per costruirla
Più risposte A
Non ci siamo proprio. Continui a non voler sentire le ragioni altrui. Finchè non aprirai orecchie e cuore devi astenerti dall’illudere le persone
Più risposte B
Ci stai lavorando. Sei ancora un po’ immaturo nei rapporti di coppia, ma forse di pende dal fatto che non hai ancora trovato la persona giusta.
Più risposte C
Bravo, presto l’amore trionferà in matrimonio o in una convivenza. Cerca di non essere zerbino per paura di perdere l’altro.
fonte coppia.pourfemme
In Russia si vuole legalizzare l'omofobia
In Russia si vuole legalizzare l'omofobiaLa Corte Costituzionale russa ha rifiutato un ricorso contro una legge del Ryazan, una regione russa, che proibisce “la propaganda dell’omosessualità”. Gli attivisti russi stanno pensando di ricorrere al Tribunale Europeo dei Diritti Umani contro questa decisione. Secondo Nikolai Baev (in foto) che la decisione della Corte Costituzionale, infatti, legalizza l’omofobia in Russia:
“Questa sentenza ufficializza l’omofobia e le autorità russe non avranno più timore di essere omofobe. Potrà, così, continuare la politica discriminatoria contro gay e lesbiche”.
Baev se la prende (giustamente) anche con le motivazioni che stanno alla base della decisione della Corte Costituzione: l’omosessualità sarebbe una minaccia per i bambini:
“E l’eterosessualità non è una minaccia? Perché si permette la propaganda eterosessuale e si nega quella omosessuale? Sappiamo benissimo tutti che tra etero e gay ci sono lo stesso numero di pervertiti e stupratori. La decisione della Corte è illegale e ingiusta”.
fonte queerblog
giovedì 8 aprile 2010
Venezia, Piccolo e discreto, hotel di Cannaregio nella top 10 mondiale dei «gay friendly»
Venezia,L'hotel Ca’ Dogaressa segnalato da molti turisti Lgbt
VENEZIA — Nove stanze appena, arredamento in stile veneziano, vista sul canale di Cannaregio, conduzione familiare. Un ambiente intimo e discreto che, evidentemente per questo motivo, ha trovato parecchi estimatori tra i turisti omosex. Tanto da finire nella Top ten mondiale degli hotel «gay e lesbo friendly», stilata nientemeno che da TripAdvisor, la più vasta community di viaggiatori del mondo al quarto posto imn Europa, il primo in Italia. Dietro l’originale Colson House di Brighton in Inghilterra, dove ogni stanza è ispirata a una star del cinema, dietro un hotel di Parigi e un altro di Barcellona, in questa speciale classifica si è piazzato l’hotel Ca’ Dogaressa, in fondamenta di Cannaregio. Sono i commenti dei viaggiatori a orientare le classifiche di TripAdvisor e tra questi, per l’hotel veneziano se ne legge uno particolarmente eloquente: «Siamo una coppia gay e qui ci siamo sentiti a nostro agio, abbiamo trascorso momenti indimenticabili». Al Ca’ Dogaressa una pubblicità del genere non se l’aspettavano proprio, ma non la disdegnano. «A noi non interessano certo le preferenze sessuali dei nostri clienti - dice il titolare Giampaolo Antenori, 64 anni - e qui abbiamo di tutto. Ci sono il marito e la moglie che vengono a festeggiare i 50 anni di matrimonio e c’è la coppia omosessuale. Qualcuno lo manifesta dichiaratamente, qualcun altro no. Ma, ripeto, a noi non interessa».
Non crede, il signor Antenori, che ci sia un motivo particolare per questo apprezzamento da parte dei turisti omosex. «Chiunque viene da noi ci apprezza. Siamo attentissimi ad ogni dettaglio e curiamo molto la pulizia. Non credo che in città ci siano tanti alberghi che offrono il nostro stesso rapporto qualità prezzo». E i turisti, etero e omo che siano, mostrano di apprezzare.
fonte corrieredelveneto
Da Metrosexual a Bromosexual: l’evoluzione confusa del gay newyorkese
Gli Stati Uniti D’America sono stati e rimangono ancora oggi la capitale indiscussa delle nuove tendenze gay che si spargeranno in tutto il mondo attraverso pubblicità martellanti, copertine di magazine ammiccanti e personaggi gay friendly eccitanti. In particolare New York, covo di menti brillanti, di stilisti e di produttori televisivi senza scrupoli, ha partorito un nuovo fenomeno: il Bromosexual.
Se fino a pochi mesi fa eravamo abituati a un maschio metropolitano e modaiolo sulla scia di David Beckham, oggi questa nostra società in corto circuito esige totalmente l’opposto. Il Bromosexual (termine nato da un dialogo del film “Pineapple Express”, nel quale i protagonisti si domandano a vicenda se sono omosessuali) è poco attento al mondo della moda, ha un look non curato, barba incolta e ama lo sport, soprattutto il baseball. A questo punto nascono tantissimi equivoci: questo “nuovo” tipo di gay viene spesso scambiato per un eterosessuale incallito perché non rispecchia lo stereotipo della checca isterica vestita con la maglietta corta stile Britney Spears o del culturista biondo, lampadato e depilatissimo.
Tra i portavoce di questo recentissimo fenomeno del costume gay newyorkese ricordiamo Logan Neitzel, designer della serie tv “Project Runway”, che si autodefinisce “etero nella vita, gay a letto” e lotta contro la cultura “vecchia e stereotipata delle Queens”. Secondo Perry Halkitis, docente di Psicologia alla New York University, questi giovani bromosexual vogliono sentirsi liberi dalle “molte convenzioni, anche se positive” legate alla cultura gay. Vediamo come si evolverà, se evolverà, il fenomeno nel nostro paese, che sembra trarre dal paese oltreoceano solo il peggio. In tutti i campi.
fonte Andrea Cammarata gaymagazine
Argentina. Congresso discute leggi per Transessuali e Transgender
Argentina. Invitati a un incontro le trans di tutto il paese . L'obiettivo della conferenza è di presentare i progetti di identità per le persone trans (travestiti, transessuali, transgender) nel Congresso Nazionale . Discuterà anche dei progetti presentati dall'Istituto nazionale contro la discriminazione presso il Ministero della giustizia, sicurezza e diritti umani.
Nel corso della riunione del Mercoledì 31 . Nella Sala della Camera dei Deputati, sia Federazione Come attivisti trans ATTTA (Associazione dei transessuali Transessuali e Transgender Argentina) ha spiegato le motivazioni per le proposte al legislatore.
Transformare la società e lo Stato
Le persone trans sonno ostacolate e private del diritto alla identità in Argentina. Da piccole sono discriminate nelle scuola, e per la propria famiglia, di solito per finire, ad un'età media di 12 anni sulla strada per l'uso esclusivo di lavoro sessuale per il loro sostentamento. Da quel momento si stanno limitando l'accesso alla salute, all'istruzione e al lavoro, tra gli altri diritti, da cui risulta che la vita media è di 35 anni (dati comunicati dall'Ufficio del Difensore civico della Città di Buenos Aires .)
Si tratta di un caso in cui la discriminazione chiara e estrema di esclusione e di emarginazione che limita l'accesso delle persone ai loro diritti umani e civili fondamentali. Per porre fine a questa situazione, lo Stato dovrebbe cominciare a rimuovere tutti gli ostacoli giuridici che rendono la vita di questa gente impossibile.Le trans devono liberamente esercitare il loro legittimo diritto ad una identità personale.
Ciò richiede
L'abrogazione del Codice di misfatti e di Misdemeanor
L'adozione di una legge che autorizza la modifica Trans Identità nel Registro di identità senza intervento chirurgico di riassegnazione del sesso o giudiziaria
L'adozione di una legge di assistenza sanitaria per le persone trans di autorizzare il trattamento e la riassegnazione chirurgica del sesso senza autorizzazione del giudice
Da parte sua, il presidente del Partito socialista della città di Buenos Aires, Roy Cortina, ha inviato la sua adesione l'atto di presentazione del progetto dell'identità di genere della Federazione e ATTTA LGBT Argentina.
In questo senso, nella sua qualità di deputato e parte del progetto in attesa di essere giudicato ha detto al Congresso, Cortina ha detto: "Ci auguriamo che la recente sentenza con cui è stato consegnato un documento con il tuo nome Marcela Romero, e riconoscere più in background amministrativo educative, sanitarie e di auto-governo percepito il nome del popolo, sbloccare la discussione legislativa di una norma che riconosce l'identità delle persone trans e promuove la lotta contro le discriminazioni che subiscono in relazione ai loro diritti civili, politici, sociali, occupazione, istruzione, sanità e accesso ad un alloggio decente ".
"Come socialisti, riaffermiamo il nostro impegno a costruire una società più equa e sollecitare il governo nazionale ad adottare azioni positive per garantire i diritti dei transessuali", ha detto Cortina.
fonte agmagazine
Le cellule staminali in una nuova terapia contro l'HIV
Durante la Society for General Microbiology, è stata illustrata una nuova terapia che farebbe in modo, grazie alle staminali, di ripristinare le capacità del sistema immunitario
Le cellule staminali permetterebbero al sistema immunitario di recuperare la capacità di combattere contro il virus dell'HIV. E' questa la rivelazione che arriva da una nuova strategia terapeutica studiata dalla sessione primaverile della Society for General Microbiology in corso a Edimburgo. Nel corso della conferenza, Ben Berkhout dell'Università di Amsterdam ha illustrato i risultati dei suoi studi sulla terpaia genica che proseguiono da molto tempo e che ha effetti a lungo termine anche dopo un singolo trattamento.
Perché la terapia abbia effetti, bisogna estrarre e purificare le staminali del midollo osseo del paziente. Il DNA antivirale viene trasferito alle cellule in vitro, che spoi vengono reiniettate nell'organismo. "Questo DNA codifica per piccole molecole di RNA che sono l'immagine speculare dei geni virali usati dall'HIV per infettare la cellula ospite - riporta "Le Scienze" -. Queste circolano nell'organismo insieme al sistema immunitario finché incontrano i geni virali a cui si possono legare inibendo l'espressione di componenti virali chiave, secondo il meccanismo noto come interferenza a RNA".
"Le cellule staminali sono i modelli che replicandosi continuamente producono tutte le altre cellule immunitarie. Ingegnerizzando le cellule staminali, il DNA antivirale viene ereditato da tutte le cellule immunitarie nate da esse - ha spiegato Berkhout -. Finora i risultati più promettenti sono stati ottenuti in laboratorio e ora stiamo verificando il profilo di sicurezza e di efficacia nella fase pre-clinica con modelli murini".
fonte gay.it
mercoledì 7 aprile 2010
Farmacia a Roma non vende preservativi: “Siamo cattolici”
A Roma, nella farmacia vicino all’ospedale “Fatebene Fratelli” dell’isola Tiberina, i gestori dell’esercizio hanno deciso di non vendere i profilattici per le loro convinzioni religiose. A coloro che hanno chiesto di comprare i condom, è stato infatti risposto: “Siamo cattolici: i preservativi non li vendiamo“, con immediata denuncia al Codacons, il cui presidente Carlo Rienzi ha così commentato l’assurda vicenda: «Sono atteggiamenti pericolosi e questa farmacia va boicottata. Questa è una follia».
Sono dello stesso avviso anche i consumatori, che stanno valutando se denunciare o meno la farmacia: «Altro che pillola del giorno dopo o pillola RU486 - hanno dichiarato i consumatori - il preservativo è un presidio sanitario nazionale, tra l’altro sottoposto al controllo del Ministero della Salute, e in quanto tale ai farmacisti non dovrebbe essere consentito di rifiutarsi di venderlo».
Inorridito anche Giovanni Russo, che collabora con l´Anlaids, l´associazione per la lotta all´Aids, ed è medico al reparto di “Malattie Infettive” al Policlinico Umberto I. Russo ha affermato che soprattutto a Roma vi sono moltissimi casi di persone che contraggono il virus dell’Hiv ogni anno, tutti casi che si possono prevenire “e l´unico modo è usare i preservativi nei rapporti sessuali“.
L’arretratezza culturale verso la quale sta correndo il nostro Paese è completamente desolante.
fonte corriere
Transfobia,Algeria, la battaglia della trans Randa: ogni giorno una minaccia di morte
Pioniera dei diritti di omosessuali e transessuali in terra islamica, la 38enne è stata costretta a fuggire in Libano
Infermiera, nessuno le dà un lavoro. «Mi hanno detto di prostituirmi»
MILANO – Randa Lamri riceveva quasi giornalmente telefonate e lettere di minaccia nella sua casa ad Algeri. «Ti uccideremo», diceva uno dei messaggi. Transessuale, pioniera del movimento per i diritti dei gay e dei transessuali in Algeria, la 38enne Randa è fuggita in Libano lo scorso aprile. Non sa con certezza chi l’abbia presa di mira: pensa che possa trattarsi degli islamisti ma teme anche un coinvolgimento a livello statale.
MINACCIA PER LA MORALE - «Le minacce si basavano su due diverse argomentazioni – dice al Corriere -. La prima: che c’è un grosso file di immagini e documenti contro di me, per cui potrei finire in prigione. La seconda: che sono una minaccia per la morale musulmana in Algeria e che mi avrebbero tagliato la gola». La casa editrice Dar Al-Saqi ha appena pubblicato la sua biografia, «Memorie del Trans Randa», scritta insieme al giornalista libanese Hazem Saghyieh. Ciò che le dispiace è che difficilmente raggiungerà le librerie della sua Algeria, dove essere gay o trans è illegale e si rischiano fino a tre anni di carcere. Il suo scopo è di far capire che i transessuali sono esseri umani come gli altri, non oggetti sessuali — un pregiudizio, spiega, che li perseguita anche nell’assai più liberale e cosmopolita Beirut.
ALLO SCOPERTO – «A 5 anni ho capito che ero una femmina», racconta Randa. Lo disse alla madre, che però insisteva nel ripeterle il contrario. I compagni di classe la prendevano in giro per il suo aspetto femminile. Cambiò scuola cinque o sei volte. I genitori le tagliavano i capelli corti per assicurarsi che sembrasse un maschio. La situazione per lei è peggiorata a partire dal 2006, quando Randa ha fondato uno dei primi gruppi di supporto per gay e trans in Algeria. L’iniziativa, dice, ha avuto risultati positivi: «La creazione di una comunità i cui membri si aiutano a vicenda e l’apparizione dell’ambasciatore d’Algeria davanti all’Alto commissariato dei diritti dell’uomo di Ginevra per la questione dei diritti LGBTQI” (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali). «Ora la società è consapevole che le persone LGBTQI esistono anche in Algeria e che non si tratta di un fenomeno importato dall’Europa», aggiunge. Ma consapevolezza non significa automaticamente tolleranza. Randa era stata invitata al Cairo da una tv egiziana, ma arrivata in aeroporto ad Algeri le dissero che il suo biglietto era stato cancellato. Quando chiamò la tv, le risposero che anche il programma era stato annullato.
IL LAVORO IMPOSSIBILE – Randa è un’infermiera diplomata. Ma in Libano non è riuscita a trovare lavoro: le è stato detto che la ragione è il suo orientamento sessuale. I transessuali lavorano nei night-club, spiega, non negli ospedali. Qualcuno le ha suggerito di prostituirsi. «Bisogna cambiare le leggi – dice da Beirut -, perché noi trans non abbiamo nessuna protezione in questi Paesi. I pregiudizi sono favoriti sia dai governi dei Paesi arabi che dalla società fortemente patriarcale. In Europa, ad esempio, la situazione è totalmente diversa, socialmente e legalmente. La “trans-fobia” c’è lo stesso e i trans subiscono lo stesso violenze da parte di certa gente, ma almeno la legge è dalla loro parte». Randa sta pensando di lasciare la regione, per rifugiarsi in Europa. «Qui non c’è nulla che ci protegga. Non possiamo nemmeno lamentarci quando subiamo un’aggressione perché veniamo maltrattati anche dalle forze dell’ordine» di Viviana Mazza
fonte solleviamoci.wordpress
Diritti LGBT, Alessandra Mussolini favorevole alla tutela delle coppie gay
AlessandraMussoliniAlessandra Mussolini, intervistata pochi giorni fa da Klaus Davi nel suo programma televisivo “KlausCondicio” in onda su You Tube, ha dichiarato che:“Le Regioni devono investire nel Welfare”, ma tenendo conto anche delle “coppie di fatto. Nel Lazio, ma anche in Piemonte come in Lombardia, le coppie di fatto sono tantissime. Credo che una legge che tuteli i diritti individuali fatta dalle Regioni sarebbe opportuna, dando priorità alle coppie non sposate con figli”.Secondo la politica e opinionista tv vanno tutelate: “le coppie non sposate che hanno figli, ma non vanno escluse le coppie gay”.
Il presidente della Commissione parlamentare bicamerale per l’Infanzia ha poi precisato: “Sono favorevolissima al riconoscimento e alla regolarizzazione delle coppie di fatto. Ho anche firmato il DiDoRe che mi appresto a sostenere ancora più attivamente. Mi auguro anche di riuscire a portare avanti in commissione di giustizia la mia proposta di legge per far sì che i figli nati al di fuori del matrimonio vengano automaticamente legittimati, perché adesso, quando si riconosce un figlio, questo ha solo il genitore da cui viene riconosciuto, ma non i nonni. Dato che sono già moltissime le firme di parlamentari d`accordo, mi impegnerò affinché se ne parli sempre di più”.
fonte gaymagazine ANDREA CAMMARATA
Ecco il video della dichiarazione della Mussolini (l’audio non è il massimo e si interrompe spesso).
Il gruppo Universitario di Milano “Gay Statale” ha creato un sito contro l’omofobia
Come tutti ben sappiamo, anche il mondo dell’università ultimamente è stato teatro di episodi e atti omofobici. L’ultimo inquietante caso risale al 13 marzo scorso, ed è avvenuto alla Statale del capoluogo lombardo: un 19enne stava attaccando volantini in università, precisamente alla sede distaccata di via Celoria, per promuovere un cineforum gay, quando un giovane lo ha pesantemente insultato: “Siete la feccia dell’umanità, qui per voi non c’è posto”.
http://www.gaystatalemilano.it/
Ma la nostra comunità LGBT sta cercando di reagire. Una delle prime iniziative in questa direzione è stata la creazione del portale internet del gruppo “Gay Statale”, consultabile all’indirizzo. Esso è nato per dare a tutti i componenti la possibilità di uscire allo scoperto e partecipare alle riunioni settimanali controllando le date degli incontri sul portale. Con questo strumento si potranno inoltre conoscere i partecipanti del gruppo, mantenere i contatti ed essere sempre aggiornati su eventi e manifestazioni. Il gruppo “Gay Statale” è aperto a tutti gli studenti e studentesse dell’Università degli Studi di Milano di qualsiasi identità di genere e orientamento sessuale che vogliano sostenere le iniziative di questa associazione.
fonte milano.xcitta ANDREA CAMMARATA
martedì 6 aprile 2010
TRANS A CONVEGNO NAZIONALE, TRA LE PROMOTRICI REGINA SATARIANO E FABIANNA TOZZI
Si terrà a Livorno, il 9, 10 e 11 aprile presso l’ hotel Villa Morazzana, la tre giorni del I° Congresso Nazionale Transgender e Transessuali. E tra le promotrici ci sono anche le instancabili paladine dei diritti dell’Associazione Trasngender di Torre del Lago Regina Satariano e Fabianna Tozzi. Da cosa nasce l’idea del Congresso? “Nasce all’indomani della manifestazione romana dello scorso 10 ottobre, “Uguali”, e da un piccolo gruppo di trans che si sono ritrovate a riflettere per avere l’opportunità di dare una svolta alla battaglia per la conquista dei propri diritti”. E chi meglio di Regina e Fabianna , potrebbero essere portavoce delle lotte portate avanti negli anni per il riconoscimento dell’essere, prima di ogni altra cosa, persone e cittadini con la C maiuscola aventi i diritti, e i doveri, come tutti? Al primo congresso italiano saranno presenti nomi eccellenti, tra i quali l’onorevole del PD Paola Concia, il presidente nazionale dell’Arcigay Paolo Patanè e il segretario nazionale dell’Unar Massimiliano Monnannni, ed è previsto l’intervento sia della Ministra alle Pari Opportunità Mara Carfagna che del sindaco di Viareggio Luca Lunardini, entrambi invitati. All’indomani del caso “Marazzo”, e della morte di Brenda, in un clima particolarmente “caldo” di transfobia e omofobia, non sono state solo le varie associazioni sparse sullo Stivale a voler organizzare il congresso ma le singole persone trans. “Vogliamo tutte che questa tre giorni di incontri – hanno precisato Regina e Fabianna – siano il punto di partenza per sviluppare un’unica strategia per il raggiungimento dei risultati, e in un mondo come quello delle trans, così frammentario fino ad oggi, è importante”. Unite si vince, sarà quindi la filosofia? “E’ certamente di fondamentale importanza darsi un aspetto unitario, anche per far passare un messaggio che sia forte, e unico, fuori da giochi ideologici”. Eredi di quanto fatto ad oggi, inclusi i fallimenti, al Congresso si aprirà una nuova stagione di lotta per la rivendicazione dei propri diritti di persone, uguali a tutte le altre.
fonte nuovo corriere della versilia
Mal d’amore: si può morire!
D’amor si muore….scriveva il poeta, in effetti forse sarebbe meglio dire di mal d’amor si muore, uno sconvolgimento strong>psicofisico questo, indotto al momento di una separazione affettiva vissuta con una pletora di rituali per lo più guidati da una cultura melodica-letteraria che ha sempre infarcito le pene d’amore caricandole di quella romantica sofferenza emotiva che finisce per riverberarsi anche sul fisico mimando dolori come quelli provati quando ci facciamo male per una qualsiasi ragione.
Ma da qui a sostenere che di mal d’amore si muoia ce ne passa; non riuscì a dimostrarlo nemmeno uno studio londinese abbastanza autorevole di qualche anno fa, immaginando il distacco sentimentale alla stregua della vedovanza e della perdita fisica di una persona assai cara, ma dovendo concludere che muore, di mal d’amore, chi è già piegato da patologie mentali importanti o impegnative e dove la perdita della persona cara agisca nello slatentizzare un disagio che è più profondo in noi e che trova nella sofferenza sentimentale l’apparente primo passo per palesare una più grave sofferenza a livello emotivo, che si solito risponde a malattie quali le depressioni maggiori,che fino a quel momento venivano compresse dalla relazione.
Ma se dunque di amor non si muore, possiamo ammettere che la perdita affettiva a causa di chi ci ha lasciato ci produce una ferita che si manifesta con un dolore paragonabile a quello fisico? Sicuramente si, come ci dimostra una ricerca scientifica pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences, condotta dalla psicologa californiana Naomi Eisenberger su 122 volontari.
Lo studio ci ha palesato una sorta di reazioni a catena determinati dal distacco della persona amata che simula lo stesso scompiglio che accade di fronte ad una sofferenza fisica dove implicate sono aree nobili del nostro cervello che si attivano sia che il dolore sia di tipo emotivo, che meramente fisico, come avrebbero dimostrato le evidenze che scaturivano dagli esami di laboratorio.
«Non mi meraviglia che la base biologica per il dolore fisico e psicologico sia la stessa. Non usiamo infiniti sistemi per le nostre funzioni; per situazioni simili adattiamo» e attiviamo un unico circuito. Del resto il valore profondo del dolore, reale o psicologico, è uno: ci segnala che dobbiamo evitare qualcosa che può nuocerci». Che sia acqua bollente o una relazione sbagliata, insomma, poco importa al cervello: i segnali che invia sono identici. Tanto che si attivano gli stessi recettori cerebrali, quelli per gli oppioidi, in pratica gli interruttori su cui agiscono morfina e simili, che non a caso tolgono il dolore fisico, ma anche lo stress emotivo che lo accompagna, ha sostenuto la psicologa californiana Naomi Eisenberger.
Aggiungendo “carne al fuoco” si sarebbe anche visto che la reazione al mal d’amore è soggettiva come la reazione che si ha di fronte al dolore fisico, così come si reagisce a questo differentemente da individuo ad individuo, con una soglia diversa per soggetto interessato, la stessa cosa avviene col mal d’amore ed in questo pare esserci persino una predisposizione genetica del singolo che poi finisce col condizionargli la vita di fronte al dolore in generale. Si tratta di capire se, alla stregua del dolore fisico, debbano prevedersi farmaci che leniscano nel più breve tempo possibile ed al meglio anche il dolore psicologico causata dalla fine di una relazione sentimentale, quando si è ancora totalmente coinvolti emotivamente. Sulla carta i farmaci esisterebbero, ma si tratta di capire se sia peggiore la cura del male che si vuole sconfiggere. Anche perché e di questo sono convinti gli scienziati, il dolore dopo una relazione sentimentale interrotta deve farci crescere, maturandoci al fine di evitare successivi errori e la scorciatoia farmacologica rischia di attenuare, senza per’altro risolverla, quella fatica necessaria per non ripetere sempre gli stessi errori.
Facile a dirsi, di fronte ad un male interiore che pare squarciarti al solo pensiero della persona amata che non è più con te, la sola possibilità che possa esistere una semplice pasticca capace di farti mandare via il magone, anche solo per un giorno, è tanta; ma non sarebbe giusto che l’approccio alla sofferenza avvenisse con rimedi pratici come quelli rappresentati da un analgesico qualsiasi. Meglio sarebbe semmai valutare col proprio medico la scelta di eventuali ansiolitici per lo più blandi che possano aiutare la persona a superare l’impasse magari al riparo da certe situazioni di eccessiva ansia, consci del fatto che solitamente un periodo compreso fra sei/sette/otto mesi è sufficiente a riportare il tutto nella normalità quasi assoluta.
Ben altra situazione è quella vissuta del paziente depresso, dove il mal d’amore, come si diceva, finisce per slatentizzare la malattia che va curata adeguatamente e senza indugio alcuno dal medico specialista; ma per il resto, L’amore non deve essere manipolato». I modi per farlo, in teoria, ci sarebbero: oltre agli oppioidi, infatti, l’amore modifica i livelli di serotonina, di peptidi come ossitocina e vasopressina, delle neurotrofine che «nutrono» il nostro cervello. Tutti sistemi per cui abbiamo già, o sono allo studio, vari farmaci. Ma le medicine che influenzano l’amore non sono esenti da rischi. «Basta pensare — osserva Marazziti — a che cosa succede quando curiamo i depressi, con farmaci che agiscono anche sui sistemi coinvolti nella biologia dell’amore: alcuni, guariti, tornano a innamorarsi; altri non recuperano le capacità affettive». Come dire, meno ci si mettono le mani meglio è, perché è difficile prevedere dove si va a parare. «Quando amiamo, si attivano tutte le aree cerebrali “sociali”, cioè l’80% del cervello. Intervenire dall’esterno su un’emozione così complessa rischia di provocare effetti imprevedibili» conclude la psichiatra.
fonte tantasalute.it
Sicilia: coppia gay testimonial per la cucina dei sogni
Un mobilificio di Palermo ha deciso di affidarsi (anche) all’amore omosessuale per la propria pubblicità. Manifesti affissi per la città rappresentano una coppia gay, una lesbica, una etero ed anche una di anziani con la didascalia “Hai trovato l’amore giusto? Adesso ci vuole la cucina”. Come fa notare il Coordinamento “Stop Omofobia di Palermo”:
“Un messaggio ed una scelta di target che, benché dovrebbero essere considerati normali in un Paese normale, rappresentano qui ancora, purtroppo, una isolata eccezione […] Tali messaggi contribuiscono ad abbattere i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti dei cittadini e delle cittadine omosessuali, mostrando con semplicità quello che anche una recente Campagna Nazionale contro l’Omofobia ha oscurato: le persone omosessuali e la loro affettività”.
Si obietterà che è una scelta di marketing per accaparrarsi anche la clientela gay e siamo d’accordo. Ma non sono poi molte le ditte che si rivolgono in maniera così aperta anche alle coppie lesbo e gay. Un bel segnale che viene da una zona forse a volte catalogata troppo facilmente come “chiusa”.
fonte queerblog
Salute: gonorrea resistente agli antibiotici, praticare sesso protetto!!
Preveniree è l'unico modo per evitare il contagio. La gonorrea colpisce chiunque non utilizzi il preservativo, soprattutto negli incontri occasionali
Non tutti sono a conoscenza di questa malattia. Abbiamo provato a chiederlo a ragazze tra i 20 e i 30 anni e il risultato è stato deludente. Solo il 35 percento era a conoscenza della sua trasmissione attraverso rapporti sessuali. Il 5 percento ha provato a dare una risposta sbagliando. Il resto ha preferito fare scena muta. Insieme alla candida, è una delle malattie più trasmesse ed è per rispetto al nostro corpo che dobbiamo riconoscerne i sintomi, se proprio non riusciamo a prevenirla.
Purtroppo è sempre più in voga il “sesso libero”, senza precauzioni. Già in tenera età si passa da un letto ad un altro senza il minimo controllo e senza sapere a cosa si va incontro. Si manifesta con un flusso abbondante di pus ed è maggiormente visibile soprattutto nell’uomo. Lo scolo è un liquido giallastro e maleodorante che sporca gli indumenti e irrita la mucosa del glande. Nella donna è leggermente differente. Non è infatti così evidente e solo attraverso un esame di laboratorio e una visita interna dal ginecologo è possibile riscontrarla. Esiste anche la cosiddetta gonorrea orofaringea, trasmessa attraverso sesso orale, oppure quella rettale e perianale riscontrata soprattutto nelle donne e negli omosessuali.
La cura a seguito della diagnosi è a base di antibiotico. L’unico reale problema ultimamente è uscito fuori da una ricerca dell’Health protection agency. Sembra infatti che l’infezione stia diventando immune ai medicinali finora utilizzati. “Probabilmente sarebbe meglio iniziare a prescrivere più dosi, invece dell’unica che si usa adesso – ha affermato Catherine Ison, dell’Health protection agency – altrimenti nel prossimo futuro potrebbero emergere ceppi del batterio resistenti a tutti i trattamenti. I farmaci che si usano adesso sono efficaci, ma emergono già i primi segni di resistenza – ha continuato l’esperta – forse si deve andare verso l’uso di più dosi, o di diversi antibiotici insieme, anche perché non ci sono nuovi farmaci in studio“. La ricerca va avanti, ma noi donne dobbiamo prendere in mano la situazione ed evitare di consumare rapporti sessuali non protetti. Purtroppo tutte le persone attive sessualmente sono a rischio. Banale è anche consigliare la pulizia del corpo perché, purtroppo, per il contagio basta un attimo. Oltretutto ve ne potete rendere conto solo dopo una o due settimane, in quanto è questo il periodo d’incubazione della malattia.
fonte Roberta Santoro donna.fanpage
lunedì 5 aprile 2010
Pesce d'aprile: tutte le bufale del 2010, da Rocco Siffredi gay, a quelle dei Sindaci di Lecce e Firenze
Il pesce d'aprile è una tradizione di lunga data, anche se non ne sono chiare le origini. È una pratica diffusa in tutta Europa, ma anche gli Usa l'hanno adottata. Un tempo era limitata a piccoli scherzi tra amici, poi si è diffusa su giornali, radio e tv. Oggi attraverso la rete tutti possono inventarsi uno spunto che può diventare la bufala dell'anno: la bravura sta nell'individuare i falsi.
Anche noi di mentelocale abbiamo lanciato il nostro pesce annunciando che Bono sarebbe arrivato a Genova e che avrebbe suonato con gli U2 a Palazzo Ducale. Non avrete mica abboccato?
Comunque, qui in Liguria, non siamo stati gli unici. Tra ieri e oggi sono state molte le segnalazioni, alcune già smascherate pubblicamente altre circondate ancora dal sospetto.
Proprio ieri ad esempio è stata diffusa la notizia dell'avvistamento di un paio di delfini che stazionano nel porticciolo di Nervi. Già di qualche giorno fa, invece, l'annuncio della vendita del sommergibile Nazario Sauro, ormeggiato al Museo del Mare di Genova e di prossima apertura alle visite. Il messaggio è stato pubblicato su un sito di compravendita online completo di prezzo: 30.000 euro.
I pendolari spezzini hanno colto al balzo l'occasione e hanno minacciato di occupare l'Intercity delle 7.50 per Genova. L'idea, che ha fatto tremare Trenitalia, è partita dal Comitato pendolari della Liguria, guidato da Carlo Calmieri. L'annuncio diffuso ieri è stato smentito stamattina, con la scusa del pesce.
Fuori dai confini liguri, le bufale si sprecano. Dopo Ricky Martin anche Rocco Siffredi ha fatto outing annunciando di essere omosessuale. D'ora in poi farà solo film gay. Tgcom.it riporta anche alcune velate dichiarazioni dell'attore porno: «ora che ho conosciuto tutte le patatine era ora di passare al pesce». Sulle pagine dell'Unità la notizia di una partecipazione di Totti al remake di Giallo, Rosso e Verdone. Ma il regista romano, super tifoso giallo rosso, ha già smentito «Totti non lo vedo da sei mesi». Intanto dall'Argentina arriva un'indiscrezione su Diego Maradona nuovo direttore generale del Napoli: una bufala bella e buona secondo tutti i quotidiani campani, ma un sogno per molti tifosi. Beckham invece dovrebbe diventare vice CT della nazionale australiana: così ha annunciato il Sidney Morning Herald.
Radio Kiss Kiss ha passato una nuova canzone di Carla Bruni: peccato che non fossero autentiche né la canzone né la cantante. Paolo Perrone, sindaco di Lecce, ha annunciato le dimissioni dopo la sconfitta del centrodestra alle elezioni nella sua Regione: ma era solo uno scherzo. Così come l'annuncio del sindaco di Firenze Matteo Renzi, che ha beffato tutti proponendo la sostituzione del vicesindaco Nardella con l'ex assessore Cioni, detto ‘lo sceriffo' per le ordinanze anti-lavavetri e anti-mendicanti.
E mentre Berlusconi è protagonista di un annuncio pubblicato da Il Giornale, che ne rende noto l'intervento su Facebook per ringraziare i suoi elettori, in Inghilterra Gordon Brown è al centro di un pesce d'aprile colossale da parte del Guardian.
La Gran Bretagna è patria di molti altri scherzi divertenti: la compagnia aerea EasyJet vuole trasmettere in filodiffusione il brano Italia amore mio di Pupo, Emanuele Filiberto di Savoia e Luca Canonici su tutti i voli da e per l'Italia con lo scopo di velocizzare la discesa dall'aereo. Ryanair invece installerebbe su ogni apparecchio distributori automatici di bevande, sandwich, sigarette e preservativi utilizzando i proventi per ridurre del 50% il personale di bordo. La stessa Regina d'Inghilterra è apparsa su diversi quotidiani inglesi in una foto che la ritraeva in viaggio su un volo low cost da 22,99 sterline: rimane il sospetto che si tratti di un vero pesce.
Il quotidiano The Sun ha annunciato la pubblicazione della prima pagina di giornale aromatizzata, che invece di essere letta deve essere leccata. Il Daily Telegraph ha pubblicizzato l'iniziativa di un fornitore web che vuole usare dei furetti per scavare i tunnel sotterranei necessari per portare la rete nelle aree più remote. Alla BBC invece è stato diffuso l'annuncio che la madre di Shakespeare era francese. Sul Daily Mail promossa l'iniziativa di una azienda che fornisce soccorso stradale agli automobilisti in panne in mezzo al traffico inviando meccanici dotati di razzi a propulsione che gli consentono di volare direttamente sul posto.
Gli inglesi hanno reagito con il solito aplomb alla notizia che gli scienziati del Cern vogliono sfruttare l'estesa rete di cunicoli della loro metropolitana per l'accelerazione dei protoni: unico rischio sarebbe la creazione di un buco nero proprio sotto la capitale inglese. In Scozia tutti i telegiornali hanno ripreso la notizia dell'orso polare approdato a nuoto alle coste delle Highlands dopo che il suo iceberg si era sciolto. Il Titanic ha lanciato un SOS per avaria a largo delle coste della Cornovaglia: gli unici a non ridere sono stati i marinai, che si trovavano davvero in pericolo su un'imbarcazione chiamata come lo sfortunato transatlantico, ma non sono stati creduti dalla Guardia costiera.
La casa automobilistica Bmw propone la personalizzazione del logo della propria macchina, di colori diversi a seconda dello schieramento politico del proprietario. Un ristorante islandese ha ottenuto un'incredibile successo annunciando di cucinare direttamente sulla lava. La statua della sirenetta all'ingresso del porto di Copenhagen è stata sostituita per tutto il primo aprile con quello che dovrebbe apparire come il suo scheletro, nella stessa posizione e con tanto di coda da pesce.
Dagli Usa arrivano gli immancabili pesci di Google. L'azienda di Mountain View ha addirittura diffuso la notizia di un cambio di nome in Topeka, con tanto di immagini del logo già trasformato. Il tutto in onore alla cittadina del Kansas (Topeka appunto) che il primo marzo aveva davvero cambiato il suo nome in Google per un mese. Wikipedia nell'homepage inglese pubblica alcuni articoli di dubbia credibilità: l'antica tradizione della vendita della moglie ad esempio, che avrebbe permesso agli inglesi di liberarsi della consorte mettendola all'asta sulla piazza del mercato. YouTube non è da meno con il lancio del formato testuale o TEXTp, che consente di trasformare qualsiasi video in un testo stile Matrix. Sul sito ci sono anche i video esemplificativi. E con Google giocano anche i giapponesi, che si inventano ad esempio Street View in 3D e Google Voice per animali, un software in grado di tradurre le richieste degli amici a quattro zampe.
fonte mentelocale
Interviste Lgbt, Luigi Ciccaglione e Valentina Fanfera a Vladimir Luxuria per b_polar
Le favole combattute
Dal mondo delle discoteche alla carta stampata, dal teatro/reality della politica, al reality show, dall’attivismo GLBT alla letteratura.
B_Polar ha incontrato una vera regina dei nostri tempi, Vladimir Luxuria, ed ha constatao che, a volte, quella che i bigotti ancora etichettano come “finzione” non è altro che un’unica, appassionante realtà.
Luigi & Valentina/ Attrice, scrittrice, deejay, attivista del movimento GLBTQ, giornalista occasionale, conduttrice, parlamentare. Vladimir, ma chi è la vera Vladimir Luxuria?
Vladimir Luxuria/ Vladimir Luxuria è una persona che ama le sfide, che si mette in discussione, poliedrica e indefinibile, fragile e forte, seria e faceta, uomo e donna. Sono una che, a un bivio, preferisce percorrere la strada più impervia e in salita. Le strade dritte e scorrevoli, alla fine, sono anche quelle più noiose, quelle che per gli autotrasportatori sono maggiormente a rischio di colpi di sonno, lo voglio restare sveglia.
L. & V./ Memori della lezione di Agrado in “Tutto su mia madre”, di Pedro Almodovar (”Una è più autentica quanto più assomiglia all’idea che ha sognato di sé stessa”), pensi che il ricorso alla chirurgia plastica per un transgender debba essere considerato un artificio, nella stessa misura in cui lo sarebbe per un’altra persona?
V.L./ La natura è una cosa buona, ma non è la cosa migliore. L’uomo interviene sulla natura con la cultura. Gli interventi auto-determinati sul proprio corpo servono a una persona transgender per sentirsi in sintonia con la propria anima, per piacersi di più e, di conseguenza, per piacere di più agli altri. Purtroppo, però, a volte le modifiche sono dettate - per chi si prostituisce, ad esempio - più da un desiderio di soddisfare un certo immaginario erotico del cliente-maschio, che dalla vera idea che si ha di se stesse.
L. & V./ Quanto è dissonante l’atteggiamento di uno Stato come l’Italia, che produce e trasmette pubblicità progresso contro l’omofobia e poi nega il riconoscimento di alcuni diritti e libertà fondamentali, nei confronti della comunità GLBTQ?
V.L,/ Credo fermamente che una nazione evoluta sia quella in cui in uno spot contro l’omofobia non si domanda solo se cambia qualcosa sapere se due chirurghi sono etero o sono gay, ma si domanda soprattutto se cambia qualcosa sapere se i due chirurghi di cui sopra sono single o sposati tra di loro.
L. & V./ Reality show: hai vinto lo scorso anno l’Isola dei famosi, trasmissione televisiva in cui vip e non patiscono la fame e giocano alla sopravvivenza. Come mai hai deciso di prendervi parte? E, visto il successo che questo genere di trasmissioni ha in Italia, quanto, secondo te, la finzione di un reality influisce sulla realtà delle persone che vi partecipano o che lo guardano, riconoscendosi, sedute in poltrona?
V.L/ Ogni offerta va valutata in base al contenuto, e non al contenitore. Persino il reality può rimanere vuoto, o al contrario si può tentare di riempirlo di contenuti e messaggi, lo ci ho provato.
L. & V./ Com’è cambiata la tua vita dopo l’esperienza del reality show? E cosa pensi del fatto che sia ormai consuetudine dei mass-media trasformare la vita di politici in una fiction?
V,L./ E’ cambiato il girovita, più che la vita! E’ cambiato il mio metabolismo: mangio e brucio… Inoltre, c’è stato uno scombussolamento della melanina, è come se fossi permanentemente abbronzata. Il reality è stata un’esperienza della mia vita, non me ne pento: ma è una esperienza conclusa, che non ripeterò. Il mio lavoro è lo spettacolo, sarebbe come chiedere a un parlamentare che fa l’avvocato cosa ne pensa della commistione tra processi e politica… ecco, chiedetelo a Ghedini.
L. & V./ Una parte della sinistra italiana ha difeso e celebrato la tua partecipazione al reality, considerandola un passo in avanti per la nostra società, in termini di tolleranza. Non credi che l’aver usato il medium di massa sia stata una sorta di legittimazione di un sistema che favorisce solo l’illusione di un reale avanzamento di coscienza? Esempio di questa triste illuso-rietà, le quotidiane vicende di violenza nei confronti della comunità GLBTQ (non ultima, la morte di Bren-da nel caso Marrazzo).
V.L./ Non ho il delirio di onnipotenza di pensare che la mia partecipazione al reality abbia risolto i problemi delle persone GLBTQ… oggi, però, grazie anche alla mia presenza, non siamo più marziane. Secondo me, non sono pochi gli italiani che sono rimasti più sconvolti dalle estorsioni, dall’abuso di cocaina e dai delitti, che dal fatto che qualcuno sia stato beccato con una trans. Per il resto, ognuno faccia quello che può, per far cambiare le cose.
L. & V./ Hai ripreso la carriera da scrittrice pubblicando il tuo secondo libro, “Le favole non dette”: una rilettura di fiabe, anche note, in chiave transgender. Quanto credi sia necessario ricorrere alla finzione, romanzare ed edulcorare le cose, per far riflettere su alcune realtà?
V.L,/ Il limite tra finzione e realtà è molto labile: l’impossibile di ieri è il possibile di oggi. Ricorro al racconto fiabesco per narrare il mondo degli adolescenti transgender, le loro aspettative, i primi turbamenti, le prime domande esistenziali. Non sono ricorsa alla finzione per qualche motivo in particolare; l’ho fatto semplicemente per tutti coloro che, come me, hanno saputo trasformare la paura. E l’hanno trasformata in favolosità.
fonte vladimirluxuria.
Repubblica Ceca: per la prima volta nasce un catalogo turistico per i gay
gay-travel La Eso Travel, un’agenzia di viaggi della Repubblica Ceca, ha in lavorazione e pubblicherà a breve un catalogo turistico studiato appositamente per soddisfare i gusti e le esigenze della clientela omosessuale. Si tratta della prima iniziativa di questo genere in un paese dell’Europa centro orientale, a 21 anni dalla caduta del muro di Berlino e dei tabù ad esso collegati.
“La nostra è un’agenzia che si rivolge a una clientela di alto reddito e gli omosessuali sono generalmente persone di censo superiore alla media e di elevata condizione sociale” ha dichiarato il proprietario dell’agenzia Tomas Cikan, che con questa iniziativa intende colmare “la classica lacuna di mercato” che si è venuta a creare in questi paesi dell’Europa Orientale.
Una trovata commerciale sicuramente interessante, ma purtroppo se la potranno permettere in pochissimi. Questo catalogo punta ad attirare anche molta clientela proveniente dalla Repubblica Slovacca e dalla Polonia, paesi dove è presente la Eso Travel: con questa nuova iniziativa essa offre 35 destinazioni sparse in tutto il mondo, comprese località esotiche asiatiche e africane, visitabili con un itinerario ben studiato, magari di carattere culturale, o concentrandosi su una sola città o regione.
La Repubblica Ceca e la capitale Praga vengono visitate ogni anno da migliaia di turisti di turisti omosessuali, circa il 6% del totale dei visitatori in un anno (fonte: associazione ceca delle aziende turistiche), ma le aziende locali non si sono dimostrate attente ed interessate a raggiungere e a conquistare questo segmento di clientela che richiede un certo tipo di servizi e divertimenti. L’attivista ceco e presidente dell’associazione Gay Iniciativa Jiri Hromada ha commentato: “Si tratta di una trovata commerciale sicuramente interessante, in quanto offre un servizio che da noi ancora non esiste. Da parte nostra non può che essere salutata con favore, così come ogni iniziativa attenta alle esigenze della comunità gay e omosessuale”. Anche se, ovviamente, sarà il mercato che decreterà il successo o meno di questa iniziativa lodevole in un ex paese del blocco sovietico che negli ultimi anni ha risentito positivamente dei cambiamenti sociali e culturali provenienti dall’Europa Occidentale.
fonte gaymagazine Andrea Cammarata
Film Lgbt, Anche a Napoli il “Rocky Horror” live
il rocky horror show a Napoli“Don’t dream it… Be it!”
Finalmente giovedì 15 aprile alle 21.00 verrà proiettato al Multicinema Modernissimo di Napoli, così come già avviene in molte città del mondo, il film-culto “Rocky Horror Picture Show” con la rappresentazione live in sala.
Il film uscito 35 anni fa, tuttora in programmazione nelle sale cinematografiche, detiene il record di pellicola più proiettata di tutta la storia del cinema. Gli “adepti” del film in ogni angolo del mondo tornano a vedere il film centinaia di volte partecipando attivamente allo spettacolo travestendosi e facendone una vera e propria filosofia di vita: tutto è lecito, tutto è permesso, non ci sono tabù, nessuno ti giudica!
Tra qualche giorno anche i fans napoletani avranno la possibilità di passare una serata speciale in cui assisteranno ad un film-culto della storia del cinema e ad uno spettacolo live inedito che trasporterà tutti per una notte nel castello di Frank-n-Furter dove poter ballare il Time Warp ed assistere alla nascita di Rocky.
Il Rocky Horror Picture Show Napoli è una produzione Teatro dell’Anima in collaborazione con Stella Film.
Giovedì 15 aprile, unico spettacolo alle 21.30.
Il Multicinema Modernissimo si trova in via Cisterna dell’Olio 23 a Napoli.
Per info: rockyhorrornapoli.it | modernissimo.it
Biglietti: € 6,00 (ridotto transylvani e nonconvenzionali: € 4,00)
fonte napoligaypress
Da Sodoma a Hollywood, film e costume viaggio nella storia del cinema gay
Da Sodoma a Hollywood, film e costume
viaggio nella storia del cinema gay
La locandina del festival
DA SUBITO si è fatta notare per il nome, "Da Sodoma a Hollywood", ed era una piccola rassegna di cinema a tematiche omosessuali, la prima in Italia. A 25 anni di distanza è diventato Torino Glbt Film Festival (anche se sul web preferiscono chiamarlo più semplicemente Togay), celebrato come il più antico d'Europa e terzo nel mondo dopo i leggendari Frameline di San Francisco e Outfest di Los Angeles. Nome a parte, in un quarto di secolo ha testimoniato la sempre maggiore visibilità del movimento gay e la vitalità del cinema che meglio lo rappresentava, le conquiste sociali e le affermazioni artistiche di giovani autori diventati nel tempo dei maestri per le nuove generazioni. Per festeggiare le nozze d'argento il festival - che si svolgerà a Torino dal 15 al 22 aprile 2010 - dedica una retrospettiva dal titolo I venticinque film che ci hanno cambiato la vita.
Storico direttore del festival è Giovanni Minerba che lo creò insieme a Ottavio Mai, suo compagno di vita e di arte scomparso nel '92. I due cominciarono realizzando alcuni video il primo dei quali, Dalla vita di Piero, fu presentato all'allora neonato CinemaGiovani di Torino. "Cominciammo a frequentare molti festival all'estero per presentare i nostri primi due film - racconta Minerba - e scoprimmo che c'era molto cinema che parlava di tematiche omosessuali e che non arrivava in Italia. Da lì ci venne l'idea e dopo qualche anno abbiamo finalmente incontrato un assessore illuminato che ci ha aiutati a realizzare la rassegna, inaugurata nell'86 e coronata da una sorta di comitato d'onore, necessario per tamponare le prevedibili reazioni, ma abbiamo trovato una schiera di amici che hanno volentieri sostenuto la nostra iniziativa. Lo abbiamo chiamato
Da Sodoma a Hollywood e nel tempo si è aggiunto l'acronimo Glbt (Gay, lesbiche, bisessuali e transgender), che all'epoca non esisteva".
Da allora il festival è cresciuto. "Piano piano, come un bambino, con la nostra voglia, la regia mia e di Ottavio e delle persone che lavoravano con noi" prosegue Minerba citando le edizioni più riuscite. "Tra le tante, ricordo in particolare quella dell'88 quando presentammo il primo film di Gus Van Sant, Mala noche, che da noi ottenne il primo premio della sua carriera. Lo stesso con François Ozon che vinse con il suo primo cortometraggio ma sono molti gli autori che abbiamo fatto conoscere sin dalle prime opere cui sono molto legato come Todd Haynes, Gregg Araki o Derek Jarman".
Per festeggiare le nozze d'argento con il pubblico, il festival ha dedicato una sezione con 25 titoli scelti tra quelli che ne hanno marcato la storia nel corso di questi anni, oltre a una manciata di film da riscoprire. Tra questi Bent (1997) del britannico Sean Mathias, film che ha fatto epoca sull'amore ai tempi dell'Olocausto; la commedia spagnola A mia madre piacciono le donne (2002), della coppia Inés Paris e Daniela Fejerman; il canadese Lilies (1996) di John Greyson; Cuori nel deserto (1985) di Donna Deitch, tra i primi film a mostrare apertamente, in maniera romantica, una relazione lesbica; l'argentino Otra historia de amor che a Torino vinse il premio del pubblico nell'88, opera prima e unica di Américo Ortiz de Zárate, che morì nell'89 appena quarantenne; Poison (1991) di Todd Haynes, premiato al Sundance, a Locarno e a Berlino, ma anche Festa di compleanno per il mio amico Harold (1970) di William Friedkin, pietra miliare della cinematografia gay. E infine Happy Together (1997) di Wong Kar-wai, Palma d'oro a Cannes, 25esimo film scelto dal pubblico del web che ha partecipato al sondaggio sul sito del Festival.
"Sappiamo che saremo criticati per le nostre scelte - dichiara Minerba - ma la selezione è stata fatta partendo dal criterio di non scegliere titoli mainstream, sicuramente più noti e amati da un pubblico più vasto, ma di andare a scovare quei film più difficili da recuperare, pensando alle nuove generazioni che non li hanno mai visti. Ci sono corti, documentari e lungometraggi ma soprattutto film che hanno fatto la storia del cinema gay come la Festa di Friedkin, che compie 40 anni, oppure Cuori nel deserto che ne compie 20".
Fra i temi in evidenza in questa edizione il "tormentato, intenso e a volte morboso rapporto madri e figli omosessuali; la bisessualità, non vissuta più come indecisione ma come scelta, ora che si va imponendo la fluidità di genere e l'intersex; e, in una società sempre più invecchiata e consapevole, i problemi dei gay anziani e soli". Quest'anno al festival si parlerà anche di "Transgender elettronici" con un montaggio del videogioco cult Grand Theft Auto: The ballad of Gay Tony; di nuove serie televisive, di musica con una panoramica sulla storia dell'Eurofestival, dagli Abba a Céline Dion.
Gli omaggi saranno dedicati a tre icone del cinema "altro": Maria Beatty, filmaker newyorkese sperimentale che indaga i territori dell'erotismo lesbico, Patricia Rozema con Ho sentito le sirene cantare, When night is falling e Mansfield Park, tre titoli chiave della cinematografia femminista e lesbica. E infine una mini-rassegna che vede come protagonista Holly Woodlawn, attrice, cantante, transgender e performer portoricana cresciuta nella Factory di Andy Warhol: fu a lei che Lou Reed si riferiva nel celebre brano, Walk on the wild side. Tra le novità anche l'istituzione di un premio alla carriera, il "Dorian Gray", una statuetta con le fattezze di Oscar Wilde ideato da Ugo Nespolo, che ha firmato anche la locandina della rassegna, attribuito a una personalità - regista, interprete, produttore - che si è particolarmente distinta nel cinema gay.
Un cartellone ricco di proposte e suggestioni che dimostra la vitalità del cinema a tematica gay. "Oggi è più facile ed è quasi di moda vedere film di questo tipo in altri festival - spiega il direttore - ma prima era molto raro persino a Venezia. Sono molti di più e non c'è guerra con altre mostre per accaparrarsi i titoli. Ma quando mi tocca scartare qualcosa - conclude Minerba - è sempre a malincuore. Avendo partecipato sia da una parte che dall'altra, so cosa vuol dire essere rifiutati da un festival. Ma si deve andare avanti".
fonte RITA CELI da "Repubblica.it"
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