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lunedì 24 maggio 2021

Lgbt: Stephen King smaschera J.K. Rowling: “Mi ha bloccato perché supporto le persone trans”

La "madre" di Harry Potter ha fatto una nuova figuraccia.

Sappiamo tutti quello che J.K Rowling pensa delle donne trans e quanto le sue affermazioni abbiano ferito migliaia di persone. L’anno scorso la scrittrice in merito a questa polemica ha anche fatto una figuraccia con Stephen King, che prima ha elogiato e poi ha defollowato.

 

Adesso il maestro del brivido ci ha fatto sapere di essere stato bloccato dalla mamma di Harry Potter.

Mi ha cancellato. In qualche modo mi ha bloccato. Ecco il punto: è la benvenuta per la sua opinione. È così che funziona il mondo. Se pensa che le donne trans siano pericolose, o che le donne trans in qualche modo non siano donne, o qualunque problema lei abbia con esso – l’idea che qualcuno ‘mascherato’ da donna stia per aggredire una ‘vera’ donna nel bagno – se crede a tutte queste cose, ha diritto alla sua opinione. Il fatto è che lei si è arrabbiata per la mia opinione. È come il vecchio detto: ‘Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò il tuo diritto di dirlo fino alla morte’. Abbiamo opinioni diverse, ma questa è la vita.

Qualcuno mi ha twittato: ‘Pensi che le donne trans siano donne?’ E io ho risposto: ‘Sì, lo credo’. Così lei mi ha bloccato. Detto questo non la detesto e non penso che la sua opinione faccia schifo o che sia da odiare. Semplicemente la mia opinione è che JK Rowling abbia torto sulle donne trans“. >  TWITTER

fonte: Fabiano Minacci  www.biccy.it

sabato 28 novembre 2020

Cori Amenta umiliata durante i controlli in aeroporto a Catania perché trans: la denuncia social

La fashion stylist Cori Amenta ha denunciato sul suo profilo Instagram un caso di transfobia accadutole pochi giorni fa all’aeroporto di Catania. 

La donna era di ritorno dalla Sicilia verso Milano, città in cui risiede attualmente. 

Non volendo avere a che fare con nessuno, anche per via di un lutto subito, la designer aveva deciso di facilitare le operazioni di controllo levando ogni indumento e accessorio che avrebbe potuto far suonare il metal detector. IL VIDEO >> QUI

A causa di un anello dimenticato, però, l’apparecchiatura ha dato l’allarme e la donna, accortasi immediatamente del problema, ha detto a chi si occupava del controllo che lo avrebbe levato subito. La guardia, accortasi della voce profonda di Amenta, avrebbe subito voluto avvisare con aria divertita i colleghi di trovarsi di fronte a una donna trans. «Vieni qua subito! Ci sono calamari, ci sta il signor calamaro!», avrebbe urlato l’addeto a controlli.

«Per chi non lo sapesse o non è siciliano – rivela Cori – Calamaru, puppu, serve il prezzemolo, porta il limone, sono tutte espressioni che si sottintendono un’unica vera offesa: “fr**io”». Un’umiliazione pubblica, soprattutto tenendo conto dei numerosi catanesi in fila per i controlli dietro la donna.

Dopo aver risposto a tono e allontanatasi per procedere per l’imbarco, la stilista ha notato, però, che le risatine da parte delle guardie continuavano. Volendo denunciare il grave atto di discriminazione ha prontamente preso il cellulare con l’intenzione di chiedere i dati dei suoi schernitori. Al rifiuto di dare le proprie generalità da parte di questi, la donna si è rivolta alla Polizia per chiedere aiuto.

«Quello che è accaduto dopo, non me lo sarei mai aspettato – racconta – In cinque mi hanno accerchiato, intimandomi a lasciar perdere e minacciandomi di farmi perdere l’aereo se non l’avessi fatto. Hanno anche detto che avrei fatto molto, molto bene ad andarmene».

«Per lo Stato Italiano io sono una donna a tutti gli effetti, anche sui documenti – continua – Vivo da dieci anni con il mio compagno, non ho mai dato fastidio a nessuno. Trovo assurdo dover fare questi video. In un momento in cui si contesta che ci possa essere o meno una legge contro l’omotransfobia e le discriminazioni, io mi chiedo: se chi mi dovrebbe proteggere è il primo che mi insulta urlando in un aeroporto, di chi dovrei fidarmi?».

«Mi sento di dire che da tutta la vita mi ritrovo attaccata solo perché trans, e prima gay. La mia vera bellezza sta nel sentirmi libera di vivere come ritengo giusto e NESSUNO può permettersi di tapparmi le ali – confida Cori a NEG Zone – È assurdo che adesso si stia ancora a subire angherie immotivate, dettate solo da ignorante indifferenza». Fiduciosa del fatto che la giustizia farà il suo corso, Cori Amenta chiede che la sua storia abbia una risonanza, affinché si scardini «questo atteggiamento maschilista, così cattivo, così piccolo».

fonte:     www.neg.zone

mercoledì 2 settembre 2020

J.K. Rowling restituisce un premio per i diritti umani dopo le accuse di transfobia

J.K. Rowling proprio non ci sta ad essere criticata per le sue posizioni da femminista radicale trans-escludente. Così, dopo aver ritirato un proprio messaggio di stima a Stephen King dopo che questo ha affermato che «le donne trans sono donne», ora l’autrice di Harry Potter ha deciso di restituire il premio umanitario Ripple of Hope in seguito ad alcune critiche della presidente Kerry Kennedy.

La scrittrice aveva definito quel premio ricevuto un anno fa «uno dei più alti onori che mi sia mai stato assegnato», ma dopo che Kennedy ha espresso il proprio sgomento per i «tweet e le dichiarazioni transfobiche profondamente preoccupanti», Rowling ha deciso che poteva fare a meno di quella onoreficenza che, prima di lei, è stata consegnata a personaggi illustri come Barack Obama e Joe Biden.

«A causa del serio conflitto tra me e l’associazione per i diritti umani Robert Kennedy, non ho altra possibilità che restituire il premio – ha dichiarato la scrittrice – Sono profondamente rattristata che l’associazione abbia adottato questa posizione nei miei confronti, ma nessuna onorificenza, per quanta ammirazione io abbia per la persona che ne porta il nome, può spingermi a calpestare il diritto di seguire la mia coscienza».

La replica di Kerry Kennedy, che si basa sul metodo scientifico e non su strampalati ragionamenti basati su retaggi culturali, è impeccabile: «La scienza è chiara e conclusiva, il sesso non è binario. Ho parlato con Rowling, esprimendole la mia profonda delusione che abbia deciso di usare il suo grande talento per creare una narrativa che svilisce l’identità dei transgender e delle persone non binarie».

fonte: By   www.neg.zone

martedì 9 giugno 2020

Daniel Radcliffe > Responds to J.K. Rowling’s Tweets on Gender Identity

I realize that certain press outlets will probably want to paint this as in-fighting between J.K. Rowling and myself, but that is really not what this is about, nor is it what’s important right now. While Jo is unquestionably responsible for the course my life has taken, as someone who has been honored to work with and continues to contribute to The Trevor Project for the last decade, and just as a human being, I feel compelled to say something at this moment.

Transgender women are women.
Any statement to the contrary erases the identity and dignity of transgender people and goes against all advice given by professional health care associations who have far more expertise on this subject matter than either Jo or I. According to The Trevor Project, 78% of transgender and nonbinary youth reported being the subject of discrimination due to their gender identity. It’s clear that we need to do more to support transgender and nonbinary people, not invalidate their identities, and not cause further harm.

I am still learning how to be a better ally, so if you want to join me in learning more about transgender and nonbinary identities check out The Trevor Project’s Guide to Being an Ally to Transgender and Nonbinary Youth. It’s an introductory educational resource that covers a wide range of topics, including the differences between sex and gender, and shares best practices on how to support transgender and nonbinary people.

To all the people who now feel that their experience of the books has been tarnished or diminished, I am deeply sorry for the pain these comments have caused you. I really hope that you don’t entirely lose what was valuable in these stories to you. If these books taught you that love is the strongest force in the universe, capable of overcoming anything; if they taught you that strength is found in diversity, and that dogmatic ideas of pureness lead to the oppression of vulnerable groups; if you believe that a particular character is trans, nonbinary, or gender fluid, or that they are gay or bisexual; if you found anything in these stories that resonated with you and helped you at any time in your life — then that is between you and the book that you read, and it is sacred. And in my opinion nobody can touch that. It means to you what it means to you and I hope that these comments will not taint that too much.
Love always,
Dan
source:  By Daniel Radcliffe  www.thetrevorproject.org

venerdì 29 maggio 2020

Lgbt: “Arcilesbica fuori dall’Arci”, la raccolta di firme per l’espulsione dalla federazione

Sempre più fuori dal movimento Lgbt+ italiano per le sue posizioni discutibili sulle persone transgender e sulle famiglie arcobaleno, Arcilesbica rischia adesso l’espulsione dall’ampio circuito dell’Arci.

Un gruppo di attivisti e attiviste all’interno del movimento arcobaleno – tra le prime firme vediamo Daniela Tomasino (Arcigay Palermo), Christian Leonardo Cristalli (Gruppo Trans), Alberto Nicolini (Arcigay Reggio Emilia) e Mattia Galdiolo (Arcigay Tralaltro Padova) –  e in prima linea nell’associazionismo democratico ha sentito infatti l’esigenza di lanciare una petizione ai garanti della Federazione.

FIRMA >  QUI  LA PETIZIONE 

 

In netto contrasto con lo Statuto dell’Arci

«Da alcuni anni Arcilesbica usa i propri canali di comunicazione per esprimere posizioni transfobiche e trans-escludenti» si legge nella presentazione della petizione on line (il testo originale si può trovare qui). Certe posizioni sono «sempre più in aperto contrasto con i valori e con lo Statuto della Federazione ARCI di cui fa parte e che, invece, promuove il riconoscimento della libera espressione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, senza alcuna discriminazione e distinzione». Una presa di posizione che arriva pesante come un macigno, su un’associazione che nel corso degli ultimi anni ha perso molti circoli affiliati e che ha consumato una lacerante scissione al suo interno.

 

Nessuna censura, l’espulsione è una questione di coerenza

«Crediamo che sia il momento di porre fine a quest’ambiguità, chiedendo alla Federazione di valutare l’espulsione di Arcilesbica» è la richiesta delle realtà firmatarie, a cui si aggiungono moltissime sigle e voci importanti del movimento Lgbt+ italiano. Ovviamente, non c’è nessun tentativo di censura da parte di chi ha sottoscritto la petizione. «Se i garanti della Federazione Arci accoglieranno questa richiesta» leggiamo ancora «Arcilesbica potrà continuare liberamente e legittimamente a promuovere quelli che ritiene dei valori propri, ma non potrà più farlo a nome della più grande federazione associativa italiana, o utilizando il nome “ARCI”». Una questione di coerenza con lo statuto includente e antidiscriminatorio della Federazione, insomma.

Le posizioni trans-escludenti di Arcilesbica

Sul banco degli imputati, le posizioni trans-escludenti dell’associazione: «La pagina facebook di Arcilesbica Nazionale ha difatti più volte ribadito con post, commenti e grafiche l’idea che le persone trans*, in particolare le donne trans*, non sarebbero da considerarsi per la loro identità di genere, ma per il sesso biologico». Tra le affermazioni contestate: «“Lesbica è una donna che desidera una donna (e non un uomo che si sente donna)” (25 maggio 2020)». Per i firmatari e le firmatarie, ancora «tali affermazioni sono lesive della dignità delle persone trans*, la cui autodeterminazione viene in questo modo negata, provocando grave sofferenza in una comunità già vittima di numerose discriminazioni in Italia».
fonte: Di   www.gaypost.it

Petizione > Arcilesbica non rispetta lo statuto ARCI: chiediamo alla Federazione Arci di intervenire

Da alcuni anni Arcilesbica usa i propri canali di comunicazione per esprimere posizioni transfobiche e trans-escludenti, sempre più in aperto contrasto con i valori e con lo Statuto della Federazione ARCI di cui fa parte e che, invece, promuove il riconoscimento della libera espressione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, senza alcuna discriminazione e distinzione.

Crediamo che sia il momento di porre fine a quest'ambiguità, chiedendo alla Federazione di valutare l'espulsione di Arcilesbica.
 
Se i garanti della Federazione Arci accoglieranno questa richiesta, che vi chiediamo di sottoscrivere, Arcilesbica potrà continuare liberamente e legittimamente a promuovere quelli che ritiene dei valori propri, ma non potrà più farlo a nome della più grande federazione associativa italiana, o utilizando il nome "ARCI".
N.B.: le associazioni, i collettivi, i circoli ARCI, i gruppi che volessero aderire possono inviare un'email a: arcobalenoasso(at)G M A I L . C O M

______________
- ALLA SPETTABILE PRESIDENZA DI ARCI NAZIONALE FRANCESCA CHIAVACCI
- AL COLLEGIO DEI GARANTI DELLA FEDERAZIONE ARCI
- ALLE ASSOCIAZIONI FEDERATE ARCI PESCA ARCI CACCIA ARCIGAY ARCI NATURA ARCI RAGAZZI ARCI SERVIZIO CIVILE LEGAMBIENTE MOVIMENTO CONSUMATORI PROCIV – ARCI SLOW FOOD UISP ZSKD – UCCS
Oggetto: Richiesta di espulsione dalla Federazione ARCI dell’associazione ArciLesbica Associazione Nazionale ai sensi degli artt. 14 e 16 dello Statuto della Federazione ARCI
Da alcuni anni la dirigenza di ArciLesbica Associazione Nazionale ha iniziato a promuovere discorsi discriminatori contro le persone trans* sui social ufficiali. La pagina facebook di Arcilesbica Nazionale ha difatti più volte ribadito con post, commenti e grafiche l’idea che le persone trans*, in particolare le donne trans*, non sarebbero da considerarsi per la loro identità di genere, ma per il sesso biologico, con affermazioni come “lesbica è una donna che desidera una donna (e non un uomo che si sente donna)” (25 maggio 2020). Tali affermazioni sono lesive della dignità delle persone trans*, la cui autodeterminazione viene in questo modo negata, provocando grave sofferenza in una comunità già vittima di numerose discriminazioni in Italia.

 CLICCA QUI PER ARTICOLO COMPLETO E FIRMARE LA PETIZIONE  QUI
fonte:  www.petizioni.com

venerdì 3 aprile 2020

Lgbt: Acquisiti i pieni poteri, Orban vuole abolire alcuni diritti delle persone trans

Storicamente è già accaduto che la paura generata da un’epidemia conducesse ad una limitazione delle libertà individuali per ragioni di sicurezza pubblica – si pensi all’epidemia di Peste in Italia, nel 1358 – ed è possibile oggigiorno osservarne nuovamente l’attuazione in Italia e nel mondo, a causa dell’epidemia di Covid-19.

Tuttavia c’è chi, nel Coronavirus, ha visto soltanto l’occasione per realizzare un disegno già predisposto da tempo. È il caso del primo ministro ungherese Viktor Orban che, in seguito ad un’approvazione del parlamento ungherese, avrà la facoltà di sospendere tutti i trattati europei, controllare la circolazione delle informazioni e violare alcune delle leggi in vigore: insomma una dittatura in piena regola.

Ma cosa accadrà per i diritti civili? Già in tempi non sospetti l’Ungheria aveva dimostrato di non essere incline a tutelare i diritti delle persone LGBT+, con diversi campanelli d’allarme come il ritiro della pubblicità gay-friendly della Coca-Cola, e in queste ore è giunta una conferma in tal senso.
Il vice primo ministro democristiano Zsolt Semjén ha difatti presentato un pacchetto di proposte che vede al suo interno l’abolizione della riassegnazione di genere che costituirebbe una grave restrizione per le persone transgender.

Modificando la legge in vigore dal 2010, la proposta prevede che le registrazioni dei nuovi nati indichino il al loro interno il “sesso alla nascita” – che viene determinato dai medici, e da fattori biologici – e non più il genere, sostenendo che «Dato che è impossibile cambiare completamente il proprio genere biologico (sic!), è necessario stabilire per legge che non può essere modificato neanche nel registro civile».

Poiché tutti i documenti ufficiali, quali carte d’identità, patenti di guida e passaporti sono tratti dal registro civile, la modifica della legge influirebbe anche su questi. Con questa proposta di legge che niente ha a che vedere con l’emergenza sanitaria in atto, l’Ungheria è pronta a registrare un grande passo indietro nei diritti umani.
fonte: by      www.neg.zone

mercoledì 25 novembre 2015

Lgbt: Cinema "Zoolander 2" le accuse di transfobia per colpa di Benedict Cumberbatch

Zoolander 2, forse non è più il tempo per un sequel della pellicola del 2001 scritta e diretta da Ben Stiller. Un gruppo di attivisti LGBT ha chiesto di boicottare il sequel del fortunatissimo film a causa della presenza nel cast di un modello androgino e a prima vista asessuato di nome “All”, interpretato da Benedict Cumberbatch, personaggio che potrebbe incitare alla transfobia.

Zoolander 2. Vi ricordate Zoolander? I modelli che vogliono aiutare il prossimo perché la vita non è solo essere “belli-belli-belli” in modo assurdo” e che risolvono i loro dubbi esistenziali con la formula “Orange-Moka-Frappuccino”? Ecco, rischiate di dovervi dimenticare di questa scena. Se 14 anni fa andavano bene, oggi per qualcuno non più.

Si, perché come riportato dal Guardian on line esiste una petizione firmata da 9.000 persone che accusa la pellicola di prendersi gioco delle personalità androgine e dei transessuali nella moda. Questo perché in Zoolander 2 il personaggio di Benedict Cumberbatch si basa sulla figura di Andreja Pejić, modella transgender protagonista della pellicola: “In Zoolander 2 il modello androgino interpretato da Benedict Cumberbatch è oggetto di una domanda da parte di Derek Zoolander e Hansel -interpretato da Owen Wilson ndr- : entrambi chiedono se è uomo o donna e se ha l’hot dog o la farfallina. Inoltre il personaggio interpretato da Cumberbatch è eccessivamente stereotipato e si prende gioco dei transessuali”.

QUI LA PETIZIONE: http://www.thepetitionsite.com/it-it/549/222/494/boycott-zoolander-2-for-its-offensive-representation-of-non-binary-individuals/

“Se i produttori di Zoolander 2 -prosegue la petizione- avessero voluto proporre un modello sociale relativo all’esistenza di modelli transessuali o androgini nell’industria dello stile, avrebbero potuto ingaggiare come attore Andreja Pejić. Invece hanno scelto di presentare il modello transgender in un’accezione negativa incentivando una percezione negativa e pericolosa della comunità gay incentivando la transfobia”. Zoolander 2, diretto da Ben Stiller, dovrebbe uscire negli Usa il 12 febbraio 2016.
fonte: di Maghdi Abo Abia per http://www.giornalettismo.com

venerdì 29 maggio 2015

Lgbt: “Io aggredita perchè trans”, il racconto shock di Aurora. Gay Center: “Lesbiche, gay e trans sono ancora persone di serie B”

Drammatico episodio di omofobia ad Aprilia, in provincia di Latina. Una giovane trans, Aurora M., ha raccontato con un toccante video a questo link su YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=otmMougP4Z4 di essere stata aggredita da un branco.

“Mi hanno aggredita in cinque: mi hanno insultata, uno mi ha sputato addosso, hanno tirato fuori un coltello. Mi dicevano: fai schifo, mezzo uomo e mezza donna, trans di merda” ha denunciato visibilmente scossa.

“Ero uscita a fare una passeggiata, erano le 21,10 –ha spiegato – questi ragazzi mi sono venuti incontro e hanno cominciato a insultarmi. ‘Trans di merda’. ‘Fai schifo’. ‘Mezzo uomo e mezza donna’. ‘A quanto la fai una pompa’. Io ho cercato di proseguire, ma in due si sono avvicinati, parandosi davanti a me. Uno di loro mi ha sputato addosso”.

A questo punto, Aurora ha replicato ad alta voce e uno del branco ha estratto un coltello. Terrorizzata, allora, è fuggita. “Mi hanno inseguito in tre, io credo per fare in modo che potessero tenermi in due, mentre l’altro mi poteva accoltellare. Se non fossi fuggita temo che mi avrebbero ucciso, o ferito molto gravemente”. “Il mio palazzo ha molti cancelli di entrata, perché è situato in un grande condominio, quindi ho sperato che almeno uno fosse aperto, non avrei mai avuto il tempo di estrarre la chiave. Appena ne ho trovato uno aperto, sono riuscita a passare e a sbattergli il cancello in faccia. Loro hanno continuato a insultarmi, tentando di trovare un altro ingresso, ma a quel punto ho raggiunto casa attraversando il cortile e mi sono salvata” ha concluso.

“Quanto capitato ad Aurora – ha dichiarato in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay center – è un fatto molto grave, che purtroppo si ripete in forme simili tutti i giorni in tutta Italia. In questo Paese lesbiche, gay e trans sono ancora persone di serie B: basti pensare che in Parlamento sono al palo la legge contro l’omofobia e quella sulle unioni civili. Anche noi aderiamo alla campagna #iostoconaurora, mobilitarsi sui social network non è sufficiente. Ci vorrebbe subito un tavolo di confronto tra le associazioni Lgbt, il ministero dell’Interno e le prefetture. Le aggressioni sono un problema di ordine pubblico, non le unioni gay”.
La giovane transgender ha sporto denuncia ai Carabinieri, contro ignoti.
fonte: di Paola Ambrosino http://www.lazio24news.net/

sabato 15 marzo 2014

Lgbt: Omofobia, il tempo dei buoni propositi è scaduto

E' stata licenziata alla Camera lo scorso settembre con un sub-emendamento - proposto dall'on. Gitti e approvato dalla Maggioranza - che introduceva una formulazione di fatto incostituzionale, consentendo a organizzazioni di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione, di religione o di culto di continuare a discriminare senza conseguenza alcuna.

Il tutto stravolgendo il senso della Legge Mancino e trasformando il provvedimento in una sterile discussione sulla libertà di opinione anti-gay.

Sto parlando della legge contro l'omofobia: si era partiti dalla piena estensione della Legge Mancino ai reati d'odio contro le persone LGBT e alla fine si è arrivati a introdurre una postilla che rischia di aggravare violenze e discriminazioni ai danni di cittadini sempre più considerati di serie B. Per questo il Senato deve calendarizzarla al più presto e ridiscuterla, con il chiaro impegno del Partito Democratico a stralciare quell'emendamento-vergogna.

Il tempo dei buoni propositi ormai è scaduto e c'è bisogno di fatti concreti, non di compromessi con chi continua a maltrattare l'uguaglianza e la non discriminazione. Matteo Renzi e il suo Governo si sono forse dimenticati dei diritti delle persone LGBT? Voglio augurarmi che il premier non faccia passare questa legislatura mettendo al centro solo riforme costituzionali, dimenticandosi di una fetta importante di cittadini costretti ogni giorno a fare i conti con atteggiamenti degradanti solo per il fatto di essere diversi.

Si sta continuando a rinviare la discussione per trovare un accordo politico dentro le larghe intese: in un'altra Italia diritti fondamentali come quello alla non discriminazione sarebbero già patrimonio del nostro ordinamento, assieme al matrimonio egualitario, al riconoscimento dell'omogenitorialità, al cambiamento dei dati anagrafici per le persone transessuali senza il bisogno di interventi chirurgici. E, invece, siamo condannati all'oblio da una classe politica che, rispetto a questi temi, si gira dall'altra parte da anni.

Vorrei ricordare al Governo e al Parlamento che i diritti non sono un'opinione, ma un baluardo contro aberranti discriminazioni che da troppo tempo, ormai, macchiano la dignità del nostro Paese e ci rendono tra gli ultimi in Europa in tema di diritti civili.
Renzi rappresenta davvero il cambiamento? Allora lui e il suo partito lo dimostrino, cominciando dal mettere sullo stesso piano le discriminazioni verso le minoranze religiose, razziali o per orientamento sessuale e identità di genere.
Compiendo, insomma, un primo passo dovuto per una vera democrazia, senza compromessi.
Alessandro Zan Attivista per i diritti delle persone LGBT, deputato di Sel
fonte http://www.huffingtonpost.it

venerdì 15 novembre 2013

Lgbt: L'Italia non è un Paese per trans

Italia capofila dell'Europa per omicidi di transessuali. Negli ultimi 12 mesi se ne sono commessi 285

Sono circa 20 le transessuali uccise ogni mese nel mondo.

I dati arrivano dal rapporto 2013 del Transgender Europe's trans murder monitoring project, rilasciato in occasione della Giornata internazionale per la memoria delle vittime trans del 20 novembre.

Stando ai dati contenuti nel report, negli ultimi 12 mesi le transessuali assassinate sono state 238, un numero leggermente inferiore a quello registrato un anno prima (285). Undici di queste, erano minorenni. Tra loro, una 16enne assassinata da una gang locale in Giamaica e una 13enne e una 14enne strangolate in Brasile.

È proprio il paese sudamericano il più violento nei confronti dei trans, con 95 omicidi l'anno, seguito dal Messico (40 omicidi), dagli Usa (16) e dal Venezuela (15). Male anche l'Italia, che con i suoi 5 omicidi è il Paese europeo meno tollerante nei confronti dei trans, al pari con la Turchia.

Dal 2008, anno del primo report, a oggi sono stati 1.374 gli omicidi censiti in più di 60 nazioni. Capofila del massacro ancora il Brasile (539 assassinii), seguito dal Messico (144) e dalla Colombia (76). Per quanto riguarda l'Europa, al primo posto c'è la Turchia (34), seguita dall'Italia, con i suoi 26 omicidi.
fonte http://www.vanityfair.it/(Adelaide Di Nunzio)

venerdì 1 marzo 2013

Lgbt: Persone trans, Arcigay scrive a “La Repubblica” che titola: “Il gossip è donna, la stupidità transgender”


Gentilissima Elena Stancanelli,
è evidente che il titolo del suo articolo, “Il gossip è donna, la stupidità transgender”, è terribilmente fuorviante.

Probabilmente lei voleva affermare che la stupidità supera i confini dei generi, ed su questo non si può essere che d’accordo.
La stupidità, come è logico che sia, dipende dalla persona, indipendentemente dalla sua identità di genere o dal suo orientamento.

Tuttavia mi permetta di dirle che utilizzare una terminologia che individua in maniera così netta persone che vivono una condizione particolare e complessa quale è quella della modificazione della propria identità di genere, processo che viene regolato in italia da norme che, sia pur suscettibili di aggiornamenti e modifiche, riconoscono pienamente il diritto alla propria autodeterminazione, produce pericolose associazioni semantiche, nei lettori più frettolosi, tra transessualità e stupidità.

Non ho spazio per scrivere altro, ma spero di essere stata chiara. Saluti.
Ottavia Voza, resp. Arcigay per i diritti delle persone trans
fonte http://www.arcigay.it

giovedì 27 dicembre 2012

Giovane trans arrestata in Kuwait per la campagna di moralità contro il popolo Lgbt

Cresce il numero di persone transessuali uccise nell'ultimo anno.

Caso di transfobia in Kuwait, nella città di Salmiya.
Una giovane ragazza trans (descritta dalle autorità come “ragazzi con abiti da donna”) è stata arrestata lo scorso venerdì, 21 dicembre 2012.


Una storia che è stata resa nota e pubblica da poco e che, ovviamente, ha indignato le associazioni Lgbt che, da tempo, si battono per i diritti degli omosessuali.

Ma cosa è successo di così “grave” da “meritare” (?!?) l’arresto? Vi spieghiamo l’assurda vicenda dopo il salto.

Due poliziotti dello Special Task Force stavano pattugliando le strade della città quando si sono accorti di qualcosa di sospetto, ordinando ad un’auto di fermarsi per un controllo.
E così, quella che sembrava essere una giovane donna, in realtà, si è scoperto essere un ragazzo che vestita abiti femminili (parole riportate dagli agenti).

La trans ha opposto resistenza all’arresto, insultando i due poliziotti e chiedendo l’aiuto della madre che è corsa in pochi minuti in soccorso della figlia.
A quel punto, tutte e due sono state condotte in centrale e poste in stato di fermo.

Con loro, salgono così a quota sedici, le trans arrestate dalla polizia negli ultimi tempi.
L’accusa ovviamente non esiste anche perchè la giovane stava semplicemente guidando la sua auto per le strade. Ma queste azioni sono state effettuate a causa di una “campagna di moralità” attivata proprio per ostacolare e impedire la libertà Lgbt nel paese. Carcere e multa sono, infatti, tra i deterrenti usati dalle forze dell’ordine.
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola

sabato 22 dicembre 2012

Lgbt: Al Papa non piacciono neanche i/le transgender, il discorso di Natale alla Curia romana

E’ stato Dio a creare il maschio e la femmina e non ha senso contestare di avere “una natura precostituita che caratterizza l’essere umano”.

Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso di Natale alla Curia Romana.

“Sotto il lemma ‘gender‘ – ha osservato – viene presentato come nuova filosofia della sessualita’” una visione nella quale l’uomo “nega la propria natura e decide che essa non gli e’ data come fatto precostituito, ma che e’ lui stesso a crearsela”.

“La profonda erroneita’ di questa teoria e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente – ha denunciato il Papa – e’ evidente”.

DONNA SI NASCE
Come emblema di questa ideologia il Papa ha citato oggi l’affermazione, diventata famosa, di Simone de Beauvoir: “Donna non si nasce, lo si diventa” (“On ne nait pas femme, on le devient”), sottolineando che “secondo tale filosofia, il sesso non e’ piu’ un dato originario della natura che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensi’ un ruolo sociale del quale si decide autonomamente, mentre finora era la societa’ a decidervi”.

“Secondo il racconto biblico della creazione – invece – appartiene all’essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina”.

Per il Papa, “questa dualita’ e’ essenziale per l’essere umano, cosi’ come Dio l’ha dato”. “Proprio questa dualita’ come dato di partenza – ha rilevato il Papa nel discorso di oggi – viene contestata.

Non e’ piu’ valido cio’ che si legge nel racconto della creazione: Maschio e femmina Egli li creo’. No, adesso vale che non e’ stato Lui a crearli maschio e femmina, ma finora e’ stata la societa’ a determinarlo e adesso siamo noi stessi a decidere su questo”.
“Maschio e femmina come realta’ della creazione, come natura della persona umana – dunque – non esistono piu’”.

L’UOMO E LA NATURA
“L’uomo – ha detto ancora il Papa con amarezza – contesta la propria natura. Egli e’ ormai solo spirito e volonta’.
La manipolazione della natura, che oggi deploriamo per quanto riguarda l’ambiente, diventa qui la scelta di fondo dell’uomo nei confronti di se stesso.

Esiste ormai solo l’uomo in astratto, che poi sceglie per se’ autonomamente qualcosa come sua natura”. “Maschio e femmina – ha poi concluso – vengono contestati nella loro esigenza creazionale di forme della persona umana che si integrano a vicenda: se, pero’, non esiste la dualita’ di maschio e femmina come dato della creazione, allora non esiste neppure piu’ la famiglia come realta’ prestabilita dalla creazione.
Ma in tal caso anche la prole ha perso il luogo che finora le spettava e la particolare dignita’ che le e’ propria”.
fonte http://www.giornalettismo.com(AGI)

martedì 4 dicembre 2012

Lgbt Lecce: Agedo alla stampa: "Non si ripeta il trattamento riservato a Carlotta" e invitano i giornalisti ad utilizzare il genere femminile quando si fa riferimento ad "una" trans

I portavoce dell'Associazione dei genitori e amici dei transessuali hanno invitato i giornalisti ad utilizzare il genere femminile quando si fa riferimento ad una trans.
La richiesta è nata da un recente fatto di cronaca


Dalla cronaca al lessico, il passo è stato breve. Declinare e coniugare al maschile, quando si parla di una trans, è sbagliato.

Questo il messaggio divulgato, attraverso una nota, da Agedo Lecce, a seguito degli articoli, apparsi due giorni addietro, sulle principali testate leccesi, relative al'arresto di Carlo Paiano, conosciuto come Carlotta.

"Per raccontare correttamente la storia della trans Carlotta (detenuta presso l'istituto penitenziario Borgo San Nicola, in una cella maschile, ndr) è necessario parlare di lei al femminile». È con queste parole che GianFranca Saracino, presidente dell'Associazione di genitori e amici di persone omosessuali è intervenuta in merito alla notizia apparsa mercoledì, in merito al patteggiamento di pena, per evasione dai domiciliari e resistenza a pubblico ufficiale.

«Raccontando l'episodio - spiega Saracino - si declina Carlotta quasi sempre al maschile: il noto trans, l'uomo conosciuto come "Carlotta", fermato, arrestato, giudicato, difeso, e via di questo passo.

È utile sapere che esiste una legge, la numero 164 del 14 aprile 1982, che riconosce alle persone transessuali la loro condizione.

Questo significa che "il" trans è una persona che si sente uomo in un corpo da donna e, quindi, intraprende un percorso medico e psicologico di transizione e di adeguamento del proprio corpo al genere maschile cui sente di appartenere.

"La" trans è, invece, come nel caso di Carlotta, una persona che si sente donna, ma in un corpo di uomo e che intraprende il percorso di transizione per riappropriarsi della fisicità femminile che sente appartenerle».


Secondo Agedo, dunque, quando ci si riferisce a Carlotta - che non ha ancora ottenuto il cambio del nome sui documenti (il percorso italiano, a differenza di quelli europei, è burocraticamente lungo) - è necessario scrivere e parlarne al femminile . "È una questione di rispetto e di professionalità giornalistica", ha ribadito Saracino.
fonte http://www.lecceprima.it di V.M.

martedì 27 novembre 2012

Lgbt: L'Italia malata di transfobia

"L'accettazione e la completa integrazione di queste persone nelle professioni e nella vita sociale ha ancora molta strada da fare"

Per i gay qualche passo avanti è stato fatto.
Per le transessuali, invece, la vita è ancora difficilissima.
Con le discriminazioni e le irrisioni che sono il pane quotidiano.
Anche sui giornali.

«E' necessario mantenere alto il livello di guardia perché non si acuiscano fenomeni di discriminazione sociale». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano solo pochi giorni fa, unendosi al cordoglio dei familiari per la morte di Andrea, suicida, bullizzato a scuola a causa del suo essere "diverso", forse gay, forse semplicemente originale.

Non sembrano averlo ascoltato gli editori di Libero che oggi mettono in prima pagina una vignetta derisoria nei confronti del presidente della regione Puglia Nichi Vendola, disegnato in abiti femminili, in atto di prostituirsi.

Basta guardarla, vedere lo stigma nei confronti dei trans che ne è alla base, per capire dove trovano la loro linfa i fenomeni discriminatori di cui parlava il capo dello Stato.

Solo sette giorni fa, il 20 novembre, in tutta Italia si è celebrata la giornata mondiale contro la transfobia, con incontri, convegni e manifestazioni che cercavano di raccontare il mondo variegato e normale (soprattutto) di transessuali e transgender.

Non che sia semplice parlare di questi argomenti. Non lo è nemmeno in università: a Verona, mentre in aula magna si discuteva di transessualità, all'esterno una decina di fondamentalisti cattolici gridavano slogan e sono arrivati allo scontro con i partecipanti al convegno. Per i militanti di Forza Nuova, Christus Rex e Famiglia e civiltà, riunitisi all'esterno, «L'uomo e la donna li fa Dio, non un bisturi». Altrove ancora striscioni, atti intimidatori, violenze verbali, come quelle che raccontano i ragazzi di Gaystatale di Milano.

«Io non sono malata» ricorda Vlamidir Luxuria, simbolo di molte transessuali, in una campagna firme che vorrebbe portare all'eliminazione del disturbo di genere come malattia nel codice dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Forse però è l'Italia, ad essere malata, non i trans che ogni giorno cercano la loro strada, davanti a uffici di collocamento che li respingono al primo sguardo, di fronte alle battute sui tram, nella difficoltà di discostare la loro scelta di genere dal mondo della prostituzione.

Ma finché quotidiani come Libero daranno voce a queste pulsioni, le stesse che portano alle aggressioni, ai commenti, ai "frocio", alle scritte sui muri nella scuola frequentata da Andrea, finché ci saranno sondaggi che scatenano nei lettori frasi come "Vendola andrebbe messo in fila dai negri", ci resterà ancora molto da fare.

Nel Regno Unito ci sono associazioni che lavorano per aiutare la stampa a trattare il tema della transessualità con le parole appropriate, per evitare sfumature discriminatorie che ledono i diritti della persona a scegliere il proprio stile di vita.

In Italia invece l'essere trans è ancora un problema sociale, di sicurezza, per le persone che sono in transizione. Un'attivista del movimento Lgbt romano, che ha manifestato il 23 notte contro l'omofobia, dice con rabbia che «Lo stato di cose sta peggiorando ogni giorno. Ogni strada della città ne è piena, omofobia, transfobia, non siamo sicuri».
fonte http://espresso.repubblica.it di Francesca Sironi

lunedì 26 novembre 2012

TRANSFOBIA: UNAR, AL VIA STRATEGIA ITALIANA CONTRO DISCRIMINAZIONI LGBT

Roma, "Abbiamo dato il via oggi, in una data cosi simbolica, al Gruppo Nazionale di Lavoro delle Associazioni che lavoreranno con l'UNAR e il Dipartimento per le pari opportunità alla stesura di una Strategia italiana contro le discriminazioni subite dalla comunità LGBT nell'ambito di un importante progetto del Consiglio di Europa". Lo dichiara Marco De Giorgi, Direttore dell’UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nella Giornata internazionale per la lotta alla trans fobia.

"Sosteniamo - prosegue De Giorgi - i numerosi appelli formulati oggi dalle associazioni, come Certi Diritti, Arcigay,il Coordinamento Trans Sylvia Rivera ed altre, da tempo attive per la tutela dei diritti delle persone trans e condividiamo il loro impegno perché possa essere garantito a tutti il diritto alla parità di trattamento indipendentemente dalla identità di genere".

Per dare un segnale concreto, quindi, l'UNAR annuncia che per mercoledì 12 dicembre alle ore 11 sarà convocata la prima riunione del Gruppo Nazionale di Lavoro, appena istituito presso la Presidenza del Consiglio, per discutere sulle misure che possono essere adottate concretamente, al di là di un quadro normativo per alcuni versi lacunoso, al fine di combattere ogni forma di discriminazione cui sono esposte le persone trans negli ambiti del lavoro, della istruzione, della sicurezza, delle carceri e dei media.
fonte http://www.agenparl.it scritto da com/cri

venerdì 23 novembre 2012

Lgbt: Cronaca "Carlotta è trans, ma al femminile" Agedo richiama la stampa sul linguaggio

«Per raccontare correttamente la storia della trans Carlotta è necessario parlare di lei al femminile».
GianFranca Saracino, presidente di Agedo Lecce, associazione di genitori e amici di persone omosessuali, è intervenuta, lanciando un appello alla stampa sul corretto uso del linguaggio, prendendo spunto dal fatto di cronaca che ha visto protagonista, nei giorni scorsi, una transessuale leccese.

«Raccontando l’episodio – ha spiegato Saracino – si declina Carlotta quasi sempre al maschile: il noto trans, l’uomo conosciuto come “Carlotta”, fermato, arrestato, giudicato, difeso, e via di questo passo.

È utile sapere che esiste una legge, la n. 164 del 14 aprile 1982, che riconosce alle persone transessuali la loro condizione.

Questo significa che 'il' trans è una persona che si sente uomo in un corpo da donna e, quindi, intraprende un percorso medico e psicologico di transizione e di adeguamento del proprio corpo al genere maschile cui sente di appartenere.

'La' trans è, invece, come nel caso di Carlotta, una persona che si sente donna
, ma in un corpo di uomo e che intraprende il percorso di transizione per riappropriarsi della fisicità femminile che sente appartenerle».

È proprio quest'ultimo il caso di Carlotta della quale, nonostante non abbia ancora ottenuto il cambio del nome sui documenti (il percorso è burocraticamente lungo), è necessario, per correttezza, parlare al femminile.
È auspicabile che, inoltre, per rispetto alla scelta, spesso dolorosa, fatta da queste persone si eviti di pubblicare le notizie andando a ripescare il nome all'anagrafe.

Il lavoro da fare in termini di conoscenza e corretta informazione riguardo alle persone trans – ha concluso Saracino – è ancora tanto.
Un processo necessario che deve interessare anche e soprattutto i mezzi di informazione che a volte, volontariamente o meno, contribuiscono a rinforzare pregiudizi e discriminazioni.
È una questione di rispetto e di professionalità giornalistica».
fonte http://www.leccesette.it

mercoledì 21 novembre 2012

Lgbt TDOR: Trans in corteo a Napoli, basta odio, Presidente associazione, in Italia non abbiamo diritti

20 NOV, Una fiaccolata per ricordare le vittime dell'odio e del pregiudizio transfobico si e' svolta a Napoli.
La manifestazione e' stata promossa dall'Associazione Transessuali Napoli.

Secondo i dati riferiti, nel 2012 nel mondo le vittime dell'odio e del pregiudizio verso i trans sono state 265.
"Nel nostro Paese i transessuali non hanno diritti.

Dobbiamo vergognarci come italiani" ha detto Loredana Rossi, presidente Atn: grave, ha ricordato, anche l'assenza di una legge contro l'omofobia.
fonte http://www.ansa.it

domenica 18 novembre 2012

Lgbt: Vladi Luxuria torna a Lecce per il TDoR 2012, il 20 novembre all'Open Space Palazzo Carafa Piazza S.Oronzo alle 17.00

Luxuria a Lecce con L’Agedo per il TDoR: Transgender Day of Remembrance, la Giornata internazionale contro la transfobia.

Il 20 novembre è celebrato in tutto il mondo come TDoR , Transgender Day of Remembrance, Giornata di commemorazione delle vittime dell’odio transfobico, divenuta Giornata internazionale contro la transfobia.


Agedo Lecce ( Associazione di genitori, parenti e amici di persone omosessuali) , dopo l’accoglienza e l’apprezzamento della I edizione del TDoR dello scorso anno, ne ripropone la celebrazione. Per non dimenticare le vittime dell’odio transfobico, per prevenire, decostruire e contrastare pregiudizi e stereotipi che rendono spesso “impossibile” e infelice la vita delle persone trans e delle loro famiglie, per lavorare per una società più giusta e più rispettosa di tutti.

Fra gli ospiti di questa II edizione ci sarà anche Vladimir Luxuria, già l’anno scorso a Lecce per il TDoR.

Ci saranno importanti testimonianze di vita e interventi da parte di professionisti e di esperti, al fine di fornire una informazione corretta e una conoscenza reale e non leggendaria della condizione delle persone transessuali e transgender.

La libertà di essere se stessi nel rispetto reciproco è fondamentale per la qualità della vita in famiglia e fuori! Se la vogliamo per noi, allora dobbiamo riconoscerla e garantirla anche agli altri!!!

L’appuntamento con la cittadinanza tutta è il 20 novembre all’Open Space – Palazzo Carafa- Piazza S.Oronzo, alle 17.00
fonte http://www.vladimirluxuria.it/