sabato 3 novembre 2012

Omofobia, ricerca della Provincia di Roma, Progetto Niso, tre persone lgbt su 4 subiscono discriminazioni

Quasi 3 persone lgbt su 4, il 73%, dichiara di avere subito forme di discriminazione o di pregiudizio durante la vita.

Il contesto piu' citato e' la scuola, seguito dalla famiglia, dai bar e locali,
dai media e internet.
E' quanto risulta dall'indagine svolta, nell'ambito del progetto Niso, in Italia, Belgio, Olanda ed Estonia, sulle discriminazioni subite da lesbiche, gay, bisessuali e transgender e sugli stereotipi di genere e relativi all'orientamento transessuale diffusi nella societa', in special modo tra i giovani.

I gay citano piu' spesso la scuola come luogo di discriminazione (il 43%), mentre le lesbiche citano la famiglia (il 37%).
In generale le persone transgender e gli uomini gay e bisessuali sembrano essere piu' spesso vittime di discriminazione di lesbiche e bisessuali
.

Il 55% degli studenti intervistati pensa che le persone gay e lesbiche siano discriminate in Italia.
I contesti meno gay-friendly sono i loro quarieri, il 65%, la loro scuola, il 59%, nonche' le associazioni che frequentano, il 59%, le attivita' dopo-scuola e il loro gruppo di amici, il 58%. Al contrario, i contesti considerati come piu' gay-friendly sono internet per il 44% degli studenti, la casa per il 37% e i bar o locali che frequentano, il 26%.

Il 40% degli studenti pensa che gli uomini gay abbiamo caratteristiche particolari che li distinguono dal resto della popolazione.
Per quanto riguarda gli uomini gay, gli studenti hanno citato soprattutto 'l'essere effeminati', il 32.4% e di caratteristiche legate alla loro apparenza, modo di vestirsi, attenzione portata all'apparenza e voce.

Le persone Lgbt invece hanno nominato, oltre alla questione relativa all'essere effeminati piu' stereotipi negativi legati al carattere, promiscuita', malattia e passivita'.

Gli studenti sono stati invitati anche a scegliere tra diverse definizioni sull'omosessualita': 'una scelta' e' la risposta preferita dal 46% degli intervistati, 'un orientamento sessuale' dal 43%. Il 9% degli studenti considera l'omosessualita' come una malattia mentale.

Circa il 63% degli studenti intervistati hanno dichiarato che si sentirebbero a loro agio con un compagno gay/lesbica mentre il 19% non si sentirebbe a loro agio in quelle circostanze.
fonte Adnkronos via http://www.liberoquotidiano.it

Lgbt Libri: “Che genere di islam”: gay, lesbiche e trans nel mondo arabo, di Jolanda Guardi e Anna Vanzan

Secondo la maggior parte degli occidentali, l’Islam è una società permeata da una religione in cui non è assolutamente permesso amare lo stesso sesso, in cui gli omosessuali sarebbe meglio se non esistessero.
Ma l'Islam è veramente questo?

'Che genere di Islam', di Jolanda Guardi e Anna Vanzan, è un libro che racconta il viaggio nella cultura e nella società arabo-islamico-persiana destinato a sfatare, attraverso approfondimenti e spiegazioni, una serie di stereotipi.

Secondo le due studiose, ci sono versi proprio nella letteratura araba che descrivono esplicitamente rapporti omosessuali, come quelli de “Le delizie del cuore” di Al Tifashi, scritto nel 1200, oppure altri che celebrano l’amore tra persone dello stesso sesso senza nessuna inibizione.

“L’omosessualità – spiega Vanzan – è un concetto che ha permeato per secoli la cultura arabo-islamica, contrariamente a quanto si crede comunemente in Occidente”. Infatti, prosegue la scrittrice, “non esiste un approccio islamico tipico o generalizzato nei confronti dei gay. Ci sono Paesi – spiega – dove, pur in presenza di leggi repressive nei confronti degli omosessuali, segmenti di società si sono organizzati per combatterle. Altri, invece, dove pur non essendoci una ‘caccia all’omosessuale’, l’atteggiamento generale della società è profondamente omofobo”.

Il libro mette a confronto diverse tematiche come quella dell’identità queer o la transessualità nei diversi Paesi islamici.
Nel testo, ad esempio, si spiega come il passaggio da un sesso all’altro, in alcuni Paesi come l’Iran, è garantito da leggi e supportato da assistenza psicologica e sanitaria.


“Poi si può discutere se queste misure siano prese in favore della libertà del passaggio di sesso o semplicemente per evitare un ‘disordine’ all’interno della società – sottolinea Guardi – Resta il fatto che i transessuali sono legalmente riconosciuti”
fonte http://www.agenziaradicale.com di Serena Guerrera

Lgbt Firenze: “Oggi scelgo io” di Valeria Savazzi vince il concorso VideoQueer, la decima edizione del Florence Queer Festival chiude con 5000 presenze

Si chiude con 5000 presenze, tra proiezioni ed eventi collaterali, la 10^ edizione del Florence Queer Festival.

Durante la serata conclusiva del festival, mercoledì 31 ottobre, al cinema Odeon di Firenze, è stata premiata, alla presenza dell’Assessore alle politiche giovanili del Comune di Firenze, Cristina Giachi, la vincitrice del concorso VideoQueer 2012: Valeria Savazzi con il cortometraggio Oggi scelgo io (Italia, 2012).

Per la giovane film-maker un premio di 1000 euro.
A decretare il miglior Videoqueer è stato il pubblico in sala.

“Nell’edizione del decennale – dichiarano i direttori artistici Bruno Casini e Roberta Vannucci – è stata dedicata grande attenzione alle cinematografie emergenti internazionali, come dimostra la presenza di Libano, India, Indonesia, Turchia, Sudafrica. E’ un segnale importante che sottolinea la necessità di aprirsi non soltanto a nuove riflessioni, ma anche a quei nuovi contesti nel mondo e società in cui iniziano ad affacciarsi i temi che abbiamo affrontato nei dieci anni del nostro festival. Il pubblico ci ha sostenuto ancora una volta con grande partecipazione e coinvolgimento."

Prosegue fino al 18 novembre, al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, la mostra fotografica dell’artista e attivista sudafricana Zanele Muholi.

Il Florence Queer Festival è organizzato dall’associazione Ireos - Centro Servizi Autogestiti per la Comunità Queer di Firenze, in collaborazione con Arcilesbica Firenze e Music Pool, con il contributo di Fondazione Sistema Toscana – Mediateca Regionale nell’ambito del progetto 50 giorni di cinema internazionale a Firenze, la kermesse che riunisce i principali festival cinematografici fiorentini.

Patrocinio del Comune di Firenze. Direzione Artistica: Bruno Casini e Roberta Vannucci, organizzazione generale Silvia Minelli, selezione e programmazione Nicola Dorin e Massimiliano Giunta, consulenti al festival Paolo Baldi e Massimo Poccianti.

Informazioni:
Infoline: 347 8553836 Ireos: 055 216907 Music Pool: 055 240397
info@florencequeerfestival.it
Ireos – Via de’ Serragli, 3 – Firenze t. 055 216907
fonte http://www.florencequeerfestival.it

Lgbt Radio: A Oltre le Differenze si parla di transessualità, oggi sabato 3 novembre alle 15 condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini

Sabato 3 novembre alle 15 va in onda il format radiofonico dedicato al mondo LGBTQ condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini

Se di transessualità e di transgenderismo si parla poco e male, di transgenitorialità e di diritto alla genitorialità per le persone trans non si parla affatto.

Eppure sono tantissime le persone trans che scegliendo il percorso di transizione da un genere all’altro, affrontano mille difficoltà nel rapporto con la famiglia e i figli.

Di questo e di molto altro si parlerà a “Oltre le Differenze” - il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e transessuale - nella puntata che andrà in onda soltanto sabato 3 novembre alle 15, anzichè venerdì sera, sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 99.10) o in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it.

In apertura si parlerà dalle decisione del Comitato etico del Policlinico di Bari di permettere ad una persona transessuale di depositare e conservare i propri gameti prima dell’intervento chirurgico per la ri-assegnazione del sesso, il cui utilizzo dovrà essere «debitamente autorizzato dalle autorità competenti», approfondendo il tema con Giuliano Foca che inaugura la sua rubrica “TransCorsi” interamente dedicata al mondo T.

Seguirà la bella ed emozionante testimonianza di Geraldine, genitore transessuale di due figli avuti dal precedente matrimonio, che a 50 anni si trova a gestire una relazione difficile con i propri figli e che, per completare il percorso di transizione lontano dai riflettori, ha dovuto fare la scelta dolorosa di andare via dalla città in cui viveva per proteggere i suoi figli dai pregiudizi e dalle discriminazioni.

Un momento di confronto a cuore aperto, nel quale emerge non solo la difficoltà di essere figli di una persona transessuale, ma anche la fatica di essere un genitore che per via della propria transessualità, sembra perdere agli occhi del mondo il diritto alla genitorialità e diventare per tutti, da quel momento in poi, un cattivo genitore.

Ma si può essere persone trans e buoni genitori al tempo stesso, perché in fondo al di là della trasformazione identitaria, di genere ed estetica, si è sempre gli stessi e finalmente in pace con se stessi.

E’ questo il senso della testimonianza di Geraldine ai microfoni di Oltre le Differenze che torna poi, nell’ultima parte, con il consueto scaffale con suggerimenti su libri e film a tema lgbtq e segnalazioni di appuntamenti culturali e festaioli, tra cui la tavola rotonda sul tema della transgenitorialità organizzata dall'associazione GenovaGaya in collaborazione con Rete Genitori Rainbow per sabato 3 novembre dalle 17 a Genova.

Per chi ascolta “Oltre le differenze” c'è la possibilità di interagire con la redazione del programma chiamando il 366 2809050
o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com
oppure visitando la pagina fan su facebook e il blog: oltreledifferenze.wordpress.com
in cui trovate i video di tutte le puntate già andate in onda.
fonte Redazione OLTRE LE DIFFERENZE

mercoledì 31 ottobre 2012

Lgbt Politica: Sicilia: Arcigay, premiata da voto e visibilita' gay

Palermo, "Ancora una volta le urne premiano la visibilita' omosessuale.
L'elezione di Crocetta, uomo che non ha mai fatto mistero del proprio orientamento sessuale, al di la' dell'analisi del dato meramente politico, rappresenta con chiarezza che il Paese e' pari alle grandi democrazie europee con un approccio ormai sereno alla visibilita' degli amministratori pubblici".

A dirlo e' Paolo Patane', presidente nazionale Arcigay, commentando il risultato delle elezioni siciliane.

"Rappresenta anche il senso e il segno di una relazione tra due battaglie strettamente correlate - aggiunge -: quella per la visibilita' e la dignita' dell'identita' di ogni persona e quella per la legalita' e contro la mafia. Ci auguriamo che questa elezione sia da sprone per i tanti omosessuali e lesbiche che, in ruoli di amministratori pubblici o di potere, ancora nascondono inutilmente o tacciono, relegando alla vergogna, la loro affettivita'".


Per Patane' "il segnale che viene dalle urne siciliane quest'oggi deve essere anche un monito per il Parlamento e per tutta la classe politica italiana, che ancora balbetta sulla piena parita' per omosessuali e lesbiche.
Crocetta, come Vendola, e come tutti i politici gay dichiarati sono la rappresentazione che ormai l'omosessualita' e' entrata serenamente nelle dinamiche pubbliche, sociali, culturali e politiche del Paese.
E' ora di riconoscerlo - conclude - anche per legge con il matrimonio per tutti e una buona legge di contrasto a omofobia e transfobia".

fonte - (Adnkronos) via http://www.liberoquotidiano.it

Lgbt: PDL, Giancarlo Galan, si ad adozioni da parte dei gay, meglio che bambini soli

"Quando ho visto i bambini negli orfanotrofi di Ucraina e Venezuela che non avevano nessuna speranza di ricevere una carezza nella vita, ho capito che sarebbero stati meglio con due papà o con due mamme che da soli".

Così Giancarlo Galan, candidato alle primarie del Pdl questa mattina a Omnibus su La7 ribadisce il suo sì alle adozioni da parte delle coppie omosessuali.

"Tutti hanno diritto a una speranza di felicità" - ha spiegato Galan.
"Per fare le primarie bisogna essere portatori di un'idea: io cercherò di contaminare il Pdl con il virus liberale, il che significa promuovere più libertà civili anche per le coppie omosessuali, un tema che forse abbiamo trascurato un po' troppo" ha concluso.
fonte http://www.agenparl.it

USA: L'elezione di Obama? La decidono i voti lgbt

E' il risultato di un sondaggio di Gallup secondo cui se il 71% delle lesbiche e dei gay che si dicono pro Obama effettivamente lo voteranno, la rielezione è garantita.

Stando ad un sondaggio realizzato da Gallup, se solo il 71 per cento dei votanti lgbt che hanno dichiarato il loro appoggio ad Obama lo votassero davvero, potrebbero fare la differenza ed assicurare l'elezione al presidente uscente.
Secondo la società di ricerca di sondaggi, infatti, da giugno a settembre, tra gli elettori etero risultava in testa Romney con il 47 per cento contro il 46 di preferenze ad Obama.

Ma considerando anche i voti delle persone lgbt, si constata un sorpasso di Obama che tocca il 47 per cento di preferenze, mentre Romney scende al 45. Questo dimostra che l'elevato numero di elettori democratici tra le persone lgbt è sufficiente a garantire al primo presidente afro-americano degli Usa la rielezione alla Casa Bianca.

Il sondaggio è il risultato di 12 mila interviste realizzate tra cittadini statunitensi adulti che rappresentano un vasto campione di uomini e donne lgbt.
Gallup ha anche rilevato che il 20 per cento delle persone che si autodefiniscono lgbt si dicono conservatrici o ultra-conservatrici.

In più, il 68 per cento delle persone gay, lesbiche, transessuali e bisessuali approvano il lavoro svolto da Obama durante il suo mandato, mentre sono più numerosi, in termini percentuali, gli eterosessuali che si sono registrati per potere andare a votare.

"Circa il 74 per cento delle persone lgbt (i tre quarti) dichiarano di essersi registrati per il voto, mentre sono l'80 per cento gli eterosessuali che esprimeranno una preferenza", dichiara la società di ricerca.
fonte http://www.gay.it

Lgbt: A Genova "Essere transessuali e genitori" tavola rotonda con esperti e testimoni,sabato 3 novembre alle 16.30

Nel contesto della manifestazione “Transnovember”, si terrà sabato 3 novembre alle 16.30 presso la sala Celivo dello Star Hotel President di Genova Brignole un convegno sul tema della genitorialità delle persone transessuali.

Il convegno è organizzato da GenovaGaya (www.genovagaya.it) e Rete
Genitori Rainbow (www.genitorirainbow.it), in collaborazione con Rete
Lenford (avvocatura per i diritti LGBT) e con l’IREOS di Firenze (Centro Servizi Comunità Queer).

Durante l’incontro si parlerà di transgenitorialità ma anche di omogenitorialità: “Siamo convinti – dicono gli organizzatori – che le persone omosessuali e transessuali che provengono da una genitorialità in ambito eterosessuale rappresentino una fetta non trascurabile della popolazione LGBT, ma che i problemi che si trovano ad affrontare, dalle difficoltà della separazione al coming-out nei confronti dei figli, non siano stati finora mai affrontati e supportati in modo specifico”.

Interverranno all’incontro in qualità di esperti: Federica Bonazzi, psicologa psicoterapeuta, Elisa Brigiolini, psicologa, e Saveria Ricci, avvocata di Rete Lenford. I loro interventi accompagneranno le testimonianze dirette di genitori e genitrici e a seguire si svolgerà una tavola rotonda a cui parteciperanno esponenti di diverse associazioni omo-transessuali, tra le quali GenovaGaya, Rete Genitori Rainbow, AGEDO e ARCI Gay.
fonte http://www.genova24.it

martedì 30 ottobre 2012

Lgbt: Rosario Crocetta, gay dichiarato, è presidente della regione Sicilia

Non era mai accaduto nella storia di questo Paese, il primo sindaco gay d’Italia, Rosario Crocetta, è ora il primo presidente gay dichiarato della regione Sicilia.

Come lui solo Nichi Vendola, “Fidanzato con la Puglia”.

Nel profondo Sud, in un’isola ad alto tasso di maschilismo, da sempre arroccata nel mito del machismo, già superbamente smascherato da autori come Vitaliano Brancati, dove il codice mafioso detta le sue regole, Crocetta arriva a varcare la soglia di palazzo dei Normanni.

Astensionismo e polemiche a non finire, sfiducia ormai totale nella politica, alleanze discutibili, ma Crocetta da Gela, città dove e nato e che ha amministrato, arriva a Palermo.
Malgrado manchi nel puzzle, una tessera importante di elettorato, un 53% che non manca di far riflettere.

Nato per caso… un errore biologico… un bambino tremendamente serio… un ragazzo per bene… come si definirà lui stesso ai microfoni di Bresciattiva.it, quel ragazzo di cultura raffinata, figlio di operai, che non ha bisogno di conseguire la laurea per imparare a parlare arabo, francese e inglese, che scrive poesie e debutta in un collana di autori scelti da un poeta omosessuale autorevole e noto come Dario Bellezza.
Un ragazzo che si dichiara omosessuale e cattolico e ogni domenica potete trovare a messa. “Nella mia vita la fede conta tantissimo”, dirà a Lorenzo Baldo di Antimafia Duemila.

La carica istituzionale, la prima da Sindaco, deve sudarsela fin da subito, durante una notte rocambolesca, quella dello spoglio dopo le votazioni, fra schede elettorali, contate e ricontate, grazie a un ricorso al TAR.

Prima di entrare in politica Rosario Crocetta ha lavorato all’Eni, il sogno di Mattei finito tra le macerie di Bascapè, e non ne fa mistero. Poi è finito dall’altra parte a lottare per l’ambiente (Gela come specchio dell’Italia, quella dei lavoratori che devono scegliere tra malattie mortali e stipendio) a cercare di aprire un canale di dialogo fra quelle raffinerie, con i compagni di lavoro, la fabbrica e l’ambiente, per salvaguardare salute e sostentamento di famiglie (di ottantamila gelesi, tremila lavorano all’Eni).

Ha raccontato a Enrico Fierro, dalle pagine de l’Unità hai tempi della sua elezione come sindaco:
La mia omosessualità è un valore per me e per la stragrande maggioranza dei cittadini di Gela, come si vede dal voto.
Quante sciocchezze da pessima commedia all’italiana si scrivono sulla Sicilia! L’ho detto, sono un uomo del dialogo.
E il paese arretra perché invece si sceglie lo scontro anche sui temi che attengono alla sfera individuale.
L’omosessualità, come l’eterosessualità, non è una scelta politica o ideologica, sono contro le biforcazioni nette.
Esiste l’orgoglio gay perché esiste l’omofobia, tra queste due posizioni io sono la sintesi.
Pasolini non ha mai sentito l’esigenza di dichiarare il suo orgoglio gay.
I miei cittadini sapevano e sanno tutto di me, delle mie scelte, e mi hanno votato. Gli anziani, le mamme.
Per strada mi chiamano Rosario, tutti tranne uno [l’ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, a cui chiese di essere chiamato Signor Sindaco, N.d.A.].


Da siciliana, da autrice, che ha seguito le vicende del Sindaco antimafia e gay, non mi resta che augurare buon lavoro al neopresidente.
La Sicilia è in momento difficile, come non accadeva da anni.
L’insediamento di Crocetta ha segnato certamente un cambio di costumi, di mentalità, profondo, per certi versi epocale, auspichiamo apporti differenze sostanziali anche nel governo regionale.
fonte http://www.queerblog.it da Daniela Gambino

Lgbt Cinema: La regista di Matrix, Lana Wachowski parla del suo percorso di transizione

Lana Wachowski è stata premiata da Human Rights Campaign per la sua visibilità come donna transessuale.

Nel ricevere il premio Lana racconta alcuni aneddoti della sua difficile infanzia, di come vedeva che le cose non andassero bene e rivela anche di aver tentato il suicidio.

Spiega, inoltre, che dopo il successo di Matrix, lei e suo fratello si resero conto del valore dell’anonimato e decisero di non fare più apparizioni pubbliche, proposito che non è stato permesso loro di rispettare.

Afferma Lana:
Ci rendemmo veramente conto di quanto prezioso sia l’anonimato, inteso come una forma di verginità, qualcosa che perdi una sola volta.

Lana ha deciso di parlare pubblicamente anche del suo percordo di transizione. Durante una conferenza stampa, un giornalista ha posto una domanda in merito alla transizione e Andy, il fratello di Lana, ha subito risposto:
Se qualcuno fa qualche domanda o dice qualcosa che non mi piace su mia sorella, è avvisato: gli romperò una bottiglia in testa.

Va sempre bene avere un fratello pronto a entrare in azione quando ce n’è bisogno!
Altra cosa interessante è che Lana Wachowski è sposata da tre anni con una donna e si dice molto felice.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo, Via | Ambiente G Foto | Getty

A Firenze la commedia "C’è del buono in Stenterello" con Alessandro Riccio al Teatro di Cestello a novembre dal 14 al 18 e dal 21 al 25

Ora che il festival teatrale di successo Il Mese Mediceo si è concluso definitivamente, si iniziava già a sentire la mancanza delle storie fiorentine alle quali Alessandro Riccio ci aveva abituati.

E così, per non soffrire troppo il distacco, il regista e attore di Tedavi’98 porta in scena al Teatro di Cestello (dal 14 al 18 e dal 21 al 25 novembre) proprio una storia della tradizione fiorentina: Stenterello.

Ma se fosse la semplice storia della maschera nostrana non sarebbe un testo di Riccio, e quindi lo spettacolo racconterà come Luigi del Buono inventò la figura di Stenterello che, per più di un secolo, divenne celebre in tutti i teatri d’Italia.


Una divertentissima commedia ambientata nella Firenze di fine ‘700 quando la scalcinata compagnia di Luigi Del Buono, reduce da una serie di fiaschi, inizia a sfaldarsi.

Sarà proprio la disperazione unita al genio che spingerà Del Buono a inventarsi un personaggio buffo e popolare.

Ma Stenterello diventerà più popolare e richiesto del suo stesso ideatore costringendo Del Buono ad una lotta all’ultimo sangue proprio con la sua stessa creatura.

Chiacchierone, pauroso ed impulsivo, ma anche saggio, ingegnoso e pronto a schierarsi dalla parte del più debole, Stenterello è il personaggio che incarna il tipico popolano fiorentino di bassa estrazione, oppresso da avversità ed ingiustizie, ma che ha in sé sempre la forza di ridere e scherzare.

In scena con Riccio un cast di attori di alto livello sempre più presenti sulla scena fiorentina: Silvia Paoli, Silvia Frasson, Alessio Nieddu, Daniele Bonaiuti, Nicanor Cancellerieri.

Trattenersi dal ridere sarà impossibile.
FOTO (scaricabili): https://www.dropbox.com/sh/nxicvxjpqu6bk9t/3U0w201enH

PREZZI Intero 14, ridotto 12 euro
TEATRO DI CESTELLO Piazza di Cestello n°4, 50124 Firenze Tel: 055-294609
fonte http://www.teatrionline.com

Lgbt Cinema: "Noor" La rivoluzione dei sessi, di Cagla Zencirci e Guillaume Giovanetti

Dopo anni trascorsi nella realizzazione di cortometraggi e documentari girati nell'Asia centrale, Cagla Zencirci e Guillaume Giovanetti portano a termine il loro primo film accendendo i riflettori del MedFilmFestival sulla comunità dei Khusra con la quale vengono identificati gli appartenenti al terzo sesso, ossia tutti coloro che in termini più occidentali sono definiti come ermafroditi o transgender.

Secondo il vecchio Baba la ricerca del vero amore richiede coraggio e fede, ma per Noor tutto sembra essere infinitamente più complicato a causa di un volto dalle fattezze femminili che imprigiona un'identità maschile tanto ambigua nell'aspetto quanto chiara nell'animo.

Tuttofare all'interno di un campo adibito al rifornimento dei camion e al riposo dei guidatori, ogni giorno il ragazzo scruta con ansia le guance e il petto completamente implumi nella speranza che Dio, con l'aiuto di qualche crema miracolosa, esaudisca le sue aspettative rendendolo finalmente degno dell'amore di una donna.

Ma Noor non è benedetto da Allah e, dopo l'abbandono della sua Yasmine e l'aggressione da parte di un camionista ubriaco, decide di credere alla leggenda di un lago miracoloso, nascosto nel cuore del Pakistan, capace di ascoltare le richieste degli uomini e di dare riposo ai loro affanni.

Così, gettatosi alle spalle un passato da danzatrice khusra e il rifiuto sociale cui sembra essere destinato, si avventura in un viaggio che, allo stesso tempo, diventa scoperta di sé e dell'immenso paese circostante.
Perché abbracciato da montagne imponenti e paesaggi brulli, Noor si renderà conto che il primo passo verso l'amore si compie solo attraverso l'accettazione e la condivisione della propria natura.

Noor: una scena del film Dopo anni trascorsi nella realizzazione di cortometraggi e documentari girati nell'Asia centrale, Cagla Zencirci e Guillaume Giovanetti portano a termine il loro primo film accendendo i riflettori del MedFilmFestival su una realtà sconosciuta a molti, ma che caratterizza profondamente la vita sociale e culturale del Pakistan.

Si tratta della comunità Khusra con la quale vengono identificati gli appartenenti al terzo sesso, ossia tutti coloro che in termini più occidentali sono definiti come ermafroditi o transgender. Rifiutati da un paese strutturato in prevalenza sulla superiorità maschile, i khusra vivono in abitazioni comunali sotto la guida di un guru, che si prende cura delle necessità del numeroso popolo reietto da Allah.

Spesso derisi, malmenati e insultati, a loro viene, però, concesso di assumere il ruolo di danzatrici durante i matrimoni e le cerimonie pubbliche, riconoscendogli in questo caso la capacità di rappresentare l'unione ideale dell'uomo e della donna in una sola persona.

A questa "casta" composta di figli di un dio minore appartiene anche il Noor scoperto da Zencirci e Giovanetti che, portato per la prima volta sul grande schermo, prova a mettere in scena parte della sua realtà per trasformare un prevedibile film di denuncia sociale in un racconto di evoluzione e ricerca personale, dove l'aspetto sessuale è solamente uno dei molti elementi messi in gioco.

Utilizzando lo schema classico del road movie, i due registi lasciano al volto del protagonista e all'asprezza del territorio la possibilità di narrare una vicenda millenaria, in cui i segreti del cuore e del corpo sono celati dalla fitta oscurità della notte come dall'accecante biancore di una landa sassosa.

Per questo motivo la macchina da presa si trasforma da mezzo artistico in osservatore silenzioso della variabilità dell'anima e del paesaggio.
Così, nonostante la cura per la fotografia faccia intuire un certo amore per il cinema indipendente occidentale, Zencirci e Giovanetti scelgono di rendere il loro stile quanto più possibile etereo e leggero, comprendendo che la forza di questo racconto non si cela certo nell'applicazione di moduli narrativi già ampiamente sperimentati, ma nell'umanità insolita che popola un mondo in gran parte sconosciuto.

Una scelta che attribuisce alla fuga di Noor e all'intero film la forza di una dolce ondata rivoluzionaria, indubbiamente incapace di scardinare usanze o rinnegare appartenenze etniche, ma in grado di chiedere spazio e tempo perché si possa finalmente credere nel miracolo della consapevolezza.
fonte http://www.movieplayer.it/a cura di Tiziana Morganti

lunedì 29 ottobre 2012

Lgbt: Si sostiene con un sms la campagna della Lila “Donna, prevenzione al femminile” si può donare dal 28 ottobre al 3 novembre

Se era la peste, come la definirono con un’aurea moralistico-vendicatica e retriva, pare faccia parte del secolo scorso.

Invece l’Hiv, la sindrome da immunodeficenza acquisita, continua a mietere vittime, in un silenzio che rischia di diventare complice e di fare abbassare la guardia. E a pagarne le conseguenze sono soprattutto le donne.

Consumare rapporti non protetti, di fatto, rimane la prima causa di infezione. E non parlarne diventa un rischio serio.

C’è molto da fare in questo senso, continuare la sensibilizzazione sull’utilizzo del preservativo, soprattutto fra i giovani. A levare la sua voce è la Lila, Onlus - Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids, che parte oggi con una nuova compagna stampa disponibile per diversi media: spot tv, spot radio, pagine stampa e web che riportano invito e slogan della testimonial Elena Di Cioccio.

Si legge dal comunicato diffuso:
Si stima che in dieci anni, dal 1998 al 2009, i casi attribuibili a trasmissione sessuale nel nostro Paese siano aumentati dal 13,3 al 79% del totale delle diagnosi di positività all’HIV.

Secondo i dati raccolti e pubblicati dal Bollettino COA/ISS nr 24 del 2011, l’Italia si attesta all’ultimo posto nell’uso del profilattico, una cattiva abitudine e informazione che ricade soprattutto sulle donne, su cui convergono problematiche sociali, biologiche e culturali.

Per contrastare la malattia, la Lila, in occasione dei suoi venticinque anni di lotta, mette a disposizione di tutti un piccolo mezzo: un sms.

Un gesto solidale da effettuare componendo il numero 45508, dal 28 ottobre al 3 novembre, per attivare una raccolta fondi a sostegno del progetto
“DONNA - prevenzione al femminile”.

fonte http://www.queerblog.it da Daniela Gambino

Lgbt USA: Romney contro la registrazione dei figli dei gay, Obama invece esprime supporto ai matrimoni gay

Da governatore, Romney fece di tutto per complicare la registrazione die figli delle coppie gay.

Obama, invece, esprime supporto ai matrimoni gay nei paesi in cui si votano i referendum.


E' ancora il tema dei diritti gay a tenere banco nella campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti. Se da una parte, infatti, continuano ad emergere elementi a conferma dell'omofobia innata del candidato repubblicano Mitt Romney, Il candidato democratico e presidente uscente Barack Obama ha annunciato il proprio sostegno al matrimonio gay in tre dei quattro stati in cui tra due settimane si voteranno i referendum proprio su questo tema.

Romney è stato accusato dal Boston Globe di aver fatto di tutto per rendere difficile alle coppie gay la registrazione dei figli ai tempi in cui era governatore del Massachusetts.
A quanto pare, l'intera vicenda si è snodata introno al modulo per la registrazione dei nuovi nati che, in conformità alla legge sulle unioni gay approvata dallo stato nel 2003.

Quella definizione "padre o secondo genitore" sul certificato di nascita rivisto dal Registry of Vital Records and Statistics, a Romney proprio non andava giù.

Il governatore avrebbe chiesto che fosse il suo staff legale ad esaminare singolarmente i casi di bambini di coppie dello stesso sesso. Solo dopo l'approvazione da parte dei legali, all'ospedale sarebbe stato permesso di segnare a mano la casella "padre" e aggiungere a penna "secondo genitore".

Nonostante gli avvertimenti sul fatto che questa pratica fosse illegale e mettesse i genitori gay su un piano svantaggiato, la procedura ufficiale è rimasta questa finché Romney ha continuato a governare lo stato nel 2007.

Sul fronte diametralmente opposto, Barack Obama si è espresso ancora una volta a favore del matrimonio gay, annunciando il suo supporto alle nozze gay a Washington, Maine e Maryland, tre dei quattro stati nei quali proprio su questo gli elettori sono chiamati ad esprimersi con un voto referendario.
"Nonostante il presidente non interviene in ogni singolo referendum di ogni stato - ha dichiarato un portavoce - egli crede nella necessità di trattare tutti equamente, con dignità e rispetto".
fonte http://www.gay.it/

Lgbt Cinema: Buon compleanno Roberto Benigni, il “piccolo diavolo” compie 60 anni

Roberto Benigni è nato il 27 ottobre 1952 a Castiglion Fiorentino e in occasione del suo compleanno vogliamo partecipare all'entusiasmo del web e omaggiare questi 60 anni vissuti all'insegna del successo.

Roberto Benigni è nato il 27 ottobre 1952 a Castiglion Fiorentino e in occasione del suo compleanno il web si sta mobilitando per rendergli omaggio e festeggiarlo come merita: le tre cantiche Inferno, Purgatorio e Paradiso della Divina Commedia, per un totale di 100 canti e 14000 versi organizzati in terzine, sintetizzate in un solo tweet contraddistinto dall’hashtag #diviniauguriRoberto.

E’ questa la sfida che la rete lancia in occasione del suo sessantesimo compleanno. Un modo originale per unirsi in una sola voce e far giungere con calore e forza i propri auguri all’artista toscano che negli ultimi anni ha riportato in auge l’Opera del Sommo Poeta con il suo spettacolo “Tutto Dante”, ha specificato il gruppo di fan di Pertosa. Un’iniziativa sicuramente in linea con il personaggio “social” che involontariamente è diventato Benigni, in auge da sempre su bacheche e profili twitter con le sue massime e i suoi video tormentoni.

I VIDEO PIU’ BELLI DI ROBERTO BENIGNI:
http://youmedia.fanpage.it/video/UIq6H-Sw58p78ggz
E LE FOTO:
http://cinema.fanpage.it/foto/roberto-benigni/

Necessario quanto indispensabile ricordare che Roberto Benigni è un vanto tutto italiano nel mondo: attore, sceneggiatore, regista, comico e cantante a tutti gli effetti. Ha vinto due Premi Oscar come miglior attore e per il miglior fim in lingua straniera grazie al capolavoro La vita è bella, che a livello internazionale è stato apprezzato per il suo modo straordinariamente unico di sdrammatizzare una tragedia come l’Olocausto. E’ stato inoltre candidato al Premio Nobel per la letteratura 2007, principalmente per l’impegno profuso in favore della diffusione della Divina Commedia di Dante Alighieri.
60 anni vissuti nel pieno successo, un successo che solo un artista completo come lui poteva meritare.
fonte http://cinema.fanpage.it

Lgbt: Svezia Paese delle pari opportunità? Non sempre. E parte il “lesbian power”

Anche nel Paese scandinavo, da sempre all'avanguardia, discriminare le persone lgbt è illegale sul posto di lavoro.

"Ma fare coming out non è una libertà priva di conseguenze" spiega Robin Spiegel, che ha dato il via al movimento per mettere anche un "punto di vista lesbico" al centro del dibattito in vista delle elezioni del 2014

Sull’onda del celebre motto “girl power” – reso famoso negli anni Novanta grazie alle performance “speziate” delle Spice Girls – dalla Svezia arriva “lesbian power” (lesbisk makt, in svedese), un progetto che intende dar voce ai pensieri e alle storie delle girls che amano altre girls.

Robin Spiegel – giovane svedese – è il cuore pulsante del progetto, nato in un momento di profonda crisi.

Dopo un viaggio con la sua compagna – tra California, Australia e Nuova Zelanda – Robin ha affrontato domande con cui ognuno di noi, prima o poi, si trova a fare i conti: cosa fare nella propria vita? Come gestire la propria relazione di coppia? Sposarsi? Avere figli? In cerca delle risposte, Robin ha percepito la mancanza di un punto di riferimento, una sorta di “guru lesbico” con cui confrontarsi e scambiare punti di vista, problematiche, aspettative e speranze per il futuro.

Anche in Svezia – nonostante sia un Paese all’avanguardia sul fronte delle pari opportunità – è sempre il “modo di pensare maschile” a predominare, racconta Robin.
Le donne sono presenti in Parlamento (45,3%) e nel mercato del lavoro in percentuali maggiori rispetto al resto d’Europa, ma il divario salariale (gender pay gap pari al 17,1%, dati Eurostat) tra lavoratrici e lavoratori svedesi è ancora una realtà.
Il principio di eguaglianza quindi non sempre trova spazio nella vita quotidiana, neanche in questo eldorado nordico, dove ad imporsi non è solo una mentalità maschile, ma anche eterosessuale.

In Svezia persone dello stesso sesso possono sposarsi e adottare figli – un passo in avanti rispetto a molti altri paesi – ma quello che è consentito dalla legge non sempre viene accettato nella vita di tutti i giorni.
“Discriminare le persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) è illegale sul posto di lavoro – ricorda Robin – ma fare coming out non è ancora una libertà priva di conseguenze, soprattutto in famiglia e nelle scuole”.

Nelle settimane scorse non sono mancati i commenti discriminatori di un rappresentante del partito di destra (Sverigedemokraterna) – al governo dal 2010 – nei confronti degli omosessuali all’interno del partito.
Un gesto che ha mobilitato la Federazione svedese per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisex e transgender, fondata nel 1950.

Neanche la Svezia, insomma, esente da quel sistema socio-politico che Judith Butler ha definito più volte come “eteronormativo”, ossia un sistema in cui è l’eterosessualità la norma che regola le relazioni e i rapporti inter-personali.
I limiti di un sistema di questo tipo sappiamo bene quali sono.
Basta aprire un giornale o un social network per capire come la libertà di esprimere la propria sessualità sia un lusso, soprattutto laddove diritti fondamentali come il riconoscimento delle unioni di fatto, l’adozione, l’accesso alle tecniche di riproduzione assistita, la libertà d’espressione mancano.

L’Unione europea sta cercando di tutelare al meglio i diritti delle persone lgbt, come testimonia la direttiva adottata il 12 settembre scorso dal Parlamento europeo per garantire uguali diritti alle vittime di reati, comprese le discriminazioni sessuali.

Ma la mano europea – a differenza della mano invisibile di Adams – ha bisogno di quella volontà collettiva che può nascere solo dalla società civile.
Il progetto di Robin ne è un esempio lampante.
In vista delle prossime elezioni svedesi – che si terranno nel 2014 – Robin sta organizzando conferenze e workshop in tutto il paese all’insegna del “lesbian power”, come racconta nel video realizzato insieme a Lina Lea Zimmerman.
L’obiettivo è offrire un “punto di vista lesbico” creando un network tra le varie comunità lgbt svedesi.

“I diritti delle persone lgbt non possono rimanere sulla carta, serve un nuovo modo di pensare che sia veramente aperto ed uguale per tutti, anche per chi non è eterosessuale”.

Robin sta cercando di farlo partendo dalla Svezia, puntando sul dialogo e sul confronto, affinché l’eterosseualità non sia più la norma.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it di Viola De Sando

Lgbt USA: Essere gay è una scelta o una questione biologica? Ma davvero l’omosessualità può essere spiegata solo con motivazioni scientifiche?

Essere omosessuali è una scelta o si nasce così?
Da anni la scienza prova a spiegare le differenze tra etero e gay, dalla genetica alla morfologia.
Ma davvero l’omosessualità può essere spiegata solo con motivazioni scientifiche? Ha provato a rispondere una giornalista scientifica americana.


Essere omossessuali è una scelta o si nasce in questo modo? L’omosessualità si può davvero ridurre a una questione genetica o morfologica ed essere spiegata su basi scientifiche? Ha provato a rispondere a questa domanda, in un post pubblicato su Scientificamerican Marcia Malory, giornalista scientifica statunitense, secondo cui in pratica essere gay è una scelta e la scienza non deve essere usata come giustificazione per non subire attacchi dalla persone più conservatrici.

Da anni la scienza cerca di spiegare quali siano le differenze fra gay ed etero. Ma a che pro? Nel 1993, uno studio pubblicato sulla rivista Science ha dimostrato che le famiglie con due fratelli omosessuali presentavano delle differenze rispetto agli uomini etero, in una regione del cromosoma X conosciuto come Xq28. I media ovviamente parlarono subito di “gene gay” e discussioni sull’etica di abortire un feto “gay”.

Ma si può davvero spiegare ogni aspetto del nostro essere con i geni?
In fin dei conti ci sono anche i geni dell’alcolismo e quelli del comportamento aggressivo, ma non per questo una persona diventerà un’alcolizzata o violenta solo in base al suo Dna. È vero che i geni influenzano la nostra vita, perché una proteina può farci metabolizzare diversamente l’alcol e cambiare il nostro stato d’animo, ma non hanno il controllo completo su tutto. Anche l’ambiente, come la genetica, infatti, svolge un ruolo importante nel modo in cui si sviluppa il comportamento.

Altri studi sono stati condotti sulla struttura del cervello, perché anche questa pare possa influenzare le preferenze sessuali. A partire dall’ipotalamo, che controlla il rilascio degli ormoni sessuali dalla ghiandola pituitaria, e gli emisferi cerebrali, passando per l’amigdala, che ha molti recettori per gli ormoni sessuali ed è associata all’elaborazione delle emozioni, finendo con il corpo calloso. Ma sempre con risultati incerti e contradittori.

Si sa inoltre, da studi condotti su ratti, che durante la gravidanza l’esposizione agli ormoni sessuali, in un periodo particolare nello sviluppo del cervello del feto, condiziona il futuro orientamento sessuale. E manipolando i livelli ormonali in questo periodo, gli scienziati possono cambiare il comportamento sessuale dei ratti in età matura. Questo significa che già prima di nascere, il cervello modifica le preferenze sessuali, e spiegherebbe perché molte persone si sentono gay da sempre.

Lo sviluppo del cervello però, non si ferma alla nascita, ma prosegue durante l’infanzia, quando si imparano continuamente cose nuove, e si è influenzati dalla famiglia e dagli adulti che ci circondano e ci fanno capire come ci si deve comportare e cosa sia corretto o meno. E prosegue anche dopo aver raggiunto l’età adulta, con la formazione e l’esperienza, ma le aree del cervello coinvolte niente hanno a che fare con le preferenze sessuali. E se i cambiamenti nei livelli di ormoni nel grembo materno hanno un effetto sul futuro orientamento sessuale, altrettanto non si può dire dei livelli ormonali durante l’età adulta, che non hanno alcun effetto sulla preferenza sessuale. Uomini gay ed etero, infatti, così come le donne, hanno gli stessi livelli di ormoni sessuali.

Insomma secondo la giornalista americana, il concetto secondo cui i “gay nascono così e non possono essere altrimenti” è sbagliato, perché non fa che rinforzare la convinzione che sia una condizione sbagliata che deve essere giustificata con delle basi scientifiche. Molti critici, infatti, sostengono che appigliarsi alla biologia è l’unico modo per proteggersi dagli attacchi della destra religiosa. «Non c’è bisogno di difendere un’azione controversa, sostenendo che non si ha alcun controllo sul vostro comportamento. In realtà, facendo così, si rafforza la convinzione che il tuo comportamento non è desiderabile». È una scelta. E chi ha detto che una persona non possa scegliere se essere etero o gay e preferisca essere gay?

O forse come spesso accade, non c’è un bianco e nero ma tante sfumature, che non devono necessariamente essere spiegate.
fonte http://www.linkiesta.it Cristina Tognaccini

Lgbt Libri: "La bruttina che conquista" di Marina “Morgatta” Savarese

Già la bellezza. Chi non vorrebbe essere nata bella?
Alta, magra, con grandi occhi chiari, nasino alla francese, bocca carnosa, un volto amorevole incorniciato da morbidi e lucenti capelli, con delle belle gambe, sedere scolpito (senza bisogno di distruggersi ore e ore in palestra) e due belle tette a completare il tutto?
Se questo privilegio non vi è toccato, non disperate.

Bruttine si nasce, ammaliatrici, ironiche, sexy si diventa.
Se poi sei intelligentissima, super seducente e con uno stile perfetto appiccicato addosso come Lola, il gioco è fatto.

Come una lattina di vernice rossa lanciata qua e là ad occhi chiusi, La bruttina che conquista, primo manuale semiserio di seduzione ad uso delle non belle, è un pieno di sarcasmo, realismo, divertimento, soluzioni.

Ironica web-writer e blogger, forte della propria esperienza (e di una nutrita cerchia di amici femmine e maschi “disposti a parlare”), Marina “Morgatta” Savarese conduce le lettrici e i lettori con tono semiserio e penna lieve, mai volgare anche quando si parla in maniera esplicita di sesso, alla scoperta del proprio potenziale seduttivo nascosto.

Essere bruttine non è una tragedia, anzi, si può rivelare un gioco divertente in grado di regalare piccole rivincite e immense soddisfazioni!

Una «minuziosa presa di coscienza dei punti di forza e dei punti di debolezza, la meticolosa coltivazione dell’autostima come fosse un campo di carciofi, una serie di operazioni (non chirurgiche) mirate al raggiungimento di uno stato di pace e accettazione di sé sono un percorso necessario per uscire dal tunnel ed entrare tronfie e trionfanti a fianco di tutte le fighe della terra.

Ogni donna è in grado di sedurre ed essere figa è uno stato mentale! Ma il messaggio è più ampio: anche se spesso appare grigia, la vita è colore, a venti, trenta, quaranta… e così via. E come tale deve essere vissuta!
fonte http://www.inkedizioni.com

Lgbt: Scoprirsi omosessuali essendo sposati e con figli. C’è Rete Genitori Rainbow, intervista al fiorentino Fabrizio Paoletti

Intervista al fiorentino Fabrizio Paoletti, tra i fondatori di Rete Genitori Rainbow, associazione che fornisce supporto ai genitori omosessuali e transessuali con figli avuti da precedenti relazioni etero.

Com’è nata e di cosa si occupa Rete Genitori Rainbow?
L’associazione nasce dall’iniziativa di alcuni genitori che, come me, hanno avuto l’esperienza di avere figli all’interno di un matrimonio eterosessuale. Spesso all’epoca del matrimonio non erano consapevoli del proprio orientamento. Altre volte invece possono averne una certa consapevolezza, ma la rifiutano.
La nostra associazione fornisce supporto psicologico e legale a tutti i genitori
che si trovano ad affrontare questa particolare fase della propria vita.

Quali sono le problematiche principali che affrontate?
I genitori che si scoprono omosessuali o che, sapendolo già da tempo, decidono di iniziare a vivere apertamente la propria omosessualità si trovano a convivere con un’identità nuova, in una situazione di forte stress emotivo che spesso non sanno come gestire.
Nella maggior parte dei casi devono superare la paura di perdere la custodia dei figli, di essere condannati dalla famiglia di origine, di subire ricatti morali o materiali da parte dell’ex-partner o mobbing sul posto di lavoro.
La preoccupazione più grande è in assoluto quella di poter nuocere, direttamente o indirettamente, ai figli.
Le normali problematiche di una separazione vengono moltiplicate dall’omonegatività (insieme di sentimenti negativi nei confronti delle persone omosessuali, ndr), presente in forma più o meno (in)consapevole sia nel genitore che nella società.

Qual è la tua esperienza di padre che, ad un certo punto, si scopre omosessuale?
Quando mi sono separato mia figlia aveva 3 anni. All’inizio io e la mia ex-partner siamo stati molto prudenti nel comunicarle il mio orientamento.
Quando la bambina passava il weekend con me vedeva la presenza del mio compagno, insieme a noi. Ma non le avevo spiegato di chi si trattasse e quindi la viveva come un’intrusione.

Dopo qualche tempo ha capito da sola che si trattava del mio partner e mi ha chiesto conferma. Da quel momento, poiché lui aveva un ruolo preciso, tutto è diventato più semplice. Mia figlia sapeva che avevamo una relazione, che con lui ero felice e quindi viveva questo nuovo assetto familiare con tranquillità. Con il tempo, ad esempio, è stata lei stessa a raccontare di me ai suoi amici più stretti e alle persone per lei importanti.

Nella tua esperienza, come reagiscono i figli al coming out del genitore?
Secondo le stime più recenti in Italia ci sono almeno 100.000 bambini con genitori omosessuali. Nella nostra esperienza abbiamo visto che i bambini non giudicano il genitore in base al suo orientamento sessuale. Lo giudicano in base all’affetto, alla presenza, al supporto che ne ricevono.

Come numerosi studi scientifici affermano, la capacità genitoriale non varia in base all’orientamento sessuale. Durante la pubertà, la necessità di identificarsi in maniera forte con il proprio genere può causare più frequentemente conflitti con il genitore omosessuale o transessuale.
La maggior parte dei problemi proviene tuttavia dalla società, la cui omonegatività si traduce talvolta in emarginazione, atti di bullismo, esclusione nei confronti di bambini con genitori omosessuali.

Ricordo di una ragazzina che disse al proprio padre “Papà, ho capito che sei gay e mi va bene, ma per favore non farlo sapere in giro”. Nella maggioranza dei casi ho tuttavia constatato che i bambini reagiscono bene.

Quali sono invece le reazioni degli ex-partner?

La separazione non è mai un momento facile, in nessun caso. Sul nostro sito ci sono alcune testimonianze di ex- mogli e mariti che, superato il dolore iniziale, hanno deciso di accompagnare comunque l’ex partner nel suo nuovo percorso di vita, impostando un rapporto amichevole e costruttivo.

Anche per i figli, questa è senz’altro la situazione migliore. In altri casi invece le reazioni sono state fortemente negative: accanimento legale, reazioni violente e qualche tentato suicidio. In contesti culturalmente meno “aperti” o fortemente religiosi le esperienze si sono rivelate tipicamente più difficili.

Quali sono i principali servizi offerti dalla Rete Genitori Rainbow?
Ogni lunedì sera dalle 21:30 alle 23:30 è attiva una help line che risponde al numero 06-991.96.976. Chiunque può chiamare e chiedere supporto ai nostri volontari. Sul nostro sito è attivo anche un forum dove gli utenti possono condividere le proprie esperienze o chiedere consigli.

Sia l’help line che il forum sono aperti a tutti, gratuiti e garantiscono l’anonimato dell’utente. Forniamo inoltre consulenza legale appoggiandoci alla Rete Lenford, la rete di avvocatura LGBT italiana, e consulenza psicologica avvalendoci di professionisti presenti su tutto il territorio nazionale. Non appena le dimensioni dell’associazione cresceranno, avvieremo anche dei gruppi di auto-aiuto.

Sono più i padri o le madri che si rivolgono a voi?
Fra i nostri soci c’è una sostanziale parità tra uomini (45%) e donne (55%). Il forum è già frequentato da circa 150 iscritti. L’età media si aggira tra i 35 e i 45 anni.

Come giudichi il rapporto dell’amministrazione comunale e dei fiorentini con la popolazione LGBT?
Domanda difficile. Io mi sono “scoperto” omosessuale tardi, nel 2007, e ho iniziato a fare attivismo in un’associazione nazionale (Famiglie Arcobaleno). Ho quindi un’esperienza indiretta della realtà locale fiorentina, vissuta soprattutto tramite altre associazioni (Ireos, Azione Gay e Lesbica).

Credo tuttavia che la cultura delle diversità a Firenze sia una cultura presente, che si è evoluta negli anni ad opera di singoli virtuosi ed associazioni, ad esempio in passato ci sono state persone come Daniela Lastri, Assessore alla Pubblica Istruzione con delega alle Pari Opportunità, che si sono spese molto per i diritti LGBT.

In realtà ci sono ancora molti, troppi, che non vivono apertamente la propria omosessualità, che non si dichiarano in ufficio con i colleghi, per paura delle eventuali conseguenze sociali e lavorative di un coming-out. Ci sono i nostri figli che vanno a scuola e hanno disagio nel comunicare l’omosessualità dei propri genitori.

Credo che il principale campo di intervento dovrebbe essere quello della formazione, della lotta all’omofobia e al bullismo omofobico. Trasmettere il valore delle diversità, della non stereotipizzazione dei generi. A Firenze questo avviene al momento per lo più grazie ad associazioni come IREOS, che organizza progetti nelle scuole e gruppi di auto-aiuto.

Per maggiori informazioni potete visitare il sito ufficiale di Rete Genitori Rainbow:
http://www.genitorirainbow.it/

fonte http://www.teladoiofirenze.it/Scritto da Eleonora Zucconi