venerdì 14 gennaio 2011

Lgbt Usa: Rivoluzione nei passaporti, non più padre e madre, ma genitori 1 e 2


Addio padre e madre. Il nuovo modulo di richiesta per i passaporti americani parla di genitore numero uno e genitore numero due “in riconoscimento dei diversi tipi di famiglia”.

Il provvedimento, che entrera’ in vigore il 1 febbraio, e’ stato promulgato il 22 dicembre ma era inizialmente passato inosservato fino a quando non se ne e’ accorta la rete televsiva Fox.

La novita’ e’ stata accolta con favore dalle associazioni per i diritti degli omosessuali. E’ “un passo positivo per tutte le famiglie americane.

Era tempo che il governo federale riconoscesse la realta’ di centinaia di migliaia di bambini allevati da genitori dello stesso sesso”, ha commentato Fred Sainz, vice presidente di Human Rights Campaign, un gruppo attivi per i diritti dei gay.

Di tutt’altro tono il commento di Tony Perkins, presidente del Family Research Council, che bolla l’iniziativa come frutto “del mondo alla rovescia del politically correct di sinistra”.

A suo parere l’obiettivo e’ quello di sostenere la causa del matrimonio omosessuale e dei genitori dello stesso sesso.

La novita’ per i passaporti americani gunge dopo il via libera all’ingresso degli omosessuali dichiarati nelle forze armate americane. E non e’ probabilmente un caso che l’iniziativa giunga dal dipartimento di Stato.

Hillary Clinton fu la prima first lady a partecipare ad un gay pride e come segretario di Stato ha esteso ai partner gay dei diplomatici i benefici per i coniugi.
fonte gaynews24 Adv

Lgbt politica: Zacchiroli si racconta "Sono gay, lo sapevate?"


Il candidato alle primarie ospite in una serata al Cassero racconta la sua omosessualità: "Vorrei un Pd e una città che vivono al differenza come una ricchezza"

"Vi dico una cosa, come teologo e come gay...". Il coming out di Benedetto Zacchiroli, candidato alle primarie del centrosinistra, arriva al Cassero, durante un dibattito sui diritti civili con gli sfidanti Virginio Merola e Amelia Frascaroli. Nessuna sorpresa.

"Dichiararsi non è pettegolezzo" ha detto una volta il governatore della Puglia Nichi Vendola, pure lui gay e cattolico. Come Zacchiroli, teologo, omosessuale, e oggi candidato a Palazzo D'Accursio.

Zac infila la sua confessione pubblica in un discorso, senza soffermarsi più di tanto. Si parla di coppie di fatto e matrimoni gay. Lui risponde così, alla domanda del pubblico: "Come teologo e come gay, come quello che sono, dico che non mi stupisce che il Vaticano abbia posizioni contrarie.

Mi stupisce molto invece che la sinistra e il Pd non abbiano il coraggio di dire quel che si deve dire, e di avere la schiena dritta. Vorrei un Pd e una città che vivono la differenza come una ricchezza".

Naturalezza per quella che ritiene essere solo una scelta privata, resa pubblica ieri nell'alveo della comunità gay più estesa di Bologna, quella dell'Arcigay al Cassero, che ospita l'ennesimo tribattito tra i candidati alle primarie.

Tema: "Promuovere partecipazione e diritti di cittadinanza". Zac esce allo scoperto. Non ne fa una bandiera, ma nemmeno lo nasconde.

Nessuna novità, in realtà, perché non è il primo caso. L'ex capogruppo Pd a Palazzo D'Accursio, Sergio Lo Giudice, è stato presidente di Arcigay. Il consigliere regionale Franco Grillini ha fatto della sua omosessualità quasi una ragione politica.

Senza considerare, a Roma, i tanti "coming out", dall'ex segretario dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, all'ex conduttore Alessandro Cecchi Paone, che dichiara la sua bisessualità nel 2004, candidandosi alle Europee con Forza Italia.

Ma se il passo avanti dei candidati che dichiarano la propria omosessualità non è una notizia per il Paese, lo è certamente nella corsa a Palazzo D'Accursio. Sindaci gay, Bologna non ne ha mai conosciuti.

Anzi, spesso sotto le Torri, spesso ci si è scontrati sui temi della laicità, tra quozienti familiari, centristi e Pd sempre incerto sui temi etici. Per non parlare del sì alle nozze gay.

Il sindaco Flavio Delbono rifiutò di celebrare il matrimonio simbolico di una coppia omosessuale, tra molte polemiche della comunità gay.

Oggi il vento è cambiato. Forse a cominciare da "Diverso di chi?", il bel film la cui sceneggiatura, scritta proprio dal bolognese Fabio Bonifacci, narra di un trentacinquenne gay che diventa candidato sindaco della sinistra.
Alla fine perde le elezioni. Ma questa, come si dice, è un'altra storia.
fonte bologna.repubblica.it di SILVIA BIGNAMI

giovedì 13 gennaio 2011

Teatro lgbt: "Festa senza luci" di Luca Nasuto, in scena il mondo transessuale, la fede, l'amore, l'amicizia e....


Andrà in scena domani 14 gennaio sera, al Super Cinema di Castellammare di Stabia l'ultima opera di Luca Nasuto, il giovane drammaturgo stabile che scrive testi taglienti, toccanti e provocatori della vita. Al mattino la conferenza stampa.

Per info e prenotazioni 081. 8717058

"Il mio teatro è il monologo di un uomo qualunque che si guarda attorno e non vede altro che una follia mascherata da finto perbenismo!" ha dichiarato il regista Luca Nasuto .

Due anni fa l'opera "Labbra angeliche su labbra umane" presentata la prima al C.A.T di Castellammare di Stabia (Na) ha riscosso notevole successo perché il testo esprime con rabbia alcuni temi delicati come i disturbi psichiatrici.

L'anno scorso, invece, l'opera "Il Dio dell'Incapacità" che parla di un altro Dio ossia quello che abbiamo costruito nella nostra società e che rappresenta l'incapacità odierna di amarsi, di essere genitori, figli, di governare, di promulgare le leggi etc.

Il 14 gennaio 2011, al Super Cinema di Castellammare di Stabia, andrà in scena l'opera ultima "Festa senza luci" che tratta un tema scottante e attuale il mondo del transessuale ma non solo si riflette sulla fede, sull'amore, sull'amicizia.

L'invito è rivolto a tutti coloro che hanno voglia di vedere un teatro diverso, profondo e pungente.

Il giorno stesso nel corso della mattinata ci sarà la conferenza stampa con il regista e gli attori, il fine è di dare una certa risonanza a questo tipo di teatro che intende denunciare fatti, idee e temi poco trattati perché scomodi e difficili da tollerare!

Dal punto di vista psicologico il regista riesce a caratterizzare molto bene i personaggi che sono sempre molto forti, persone che hanno vissuto drammi che alcuni riescono a superare non senza difficoltà mentre altri ne restano schiacciati e sconfitti.

Le emozioni che si provano guardando le opere di Luca sono molteplici: gioia, rabbia, disperazione, paura, tenerezza....un tuffo nel cuore dello spettatore.

Temi che ci riguardano che ci toccano nel profondo perché li viviamo quotidianamente.

Per info e prenotazioni 081. 8717058
fonte casertanews.it

Lgbt Spettacoli: una danza che regala emozioni, Erica sul palco con la sua stampella


La sclerosi multipla non le ha impedito di ballare il suo spettacolo,
"Smania di vivere" racconta come si scende a patti con la malattia, senza rinunciare alle passioni.

Ha 31 anni e fa l’avvocato a reggio emilia
Sul palcoscenico solo lei e la stampella che, come un fedele compagno di danza, accompagna i passi, sorregge i volteggi leggeri, misura lo spazio tra la libertà e il limite.

Erica Brindisi ha la sclerosi multipla da cinque anni, balla da quando ne aveva sei e non ha mai pensato di rinunciare alla sua passione di sempre, nonostante la malattia.

Un corpo sottile e asciutto, capelli lisci che incorniciano un viso regolare e uno sguardo fermo, il parlare deciso e coinvolgente: tutto nella presenza di Erica si traduce in energia, ma non solo.

Anche in consapevolezza, in volontà, in voglia di vivere, anzi in "Smania di vivere", come recita il titolo dello spettacolo di teatro danza che la vede protagonista.

Foggiana di nascita ma fidentina di adozione, Erica ha 31 anni e di mestiere fa l’avvocato presso il Centro servizi per il volontariato di Reggio Emilia.

Ha iniziato da piccola a studiare danza classica e moderna, diplomandosi poi all’Imperial Society of Teachers of Dancing di Londra. Da pochi anni si è avvicinata al teatro danza, un genere, come lei stessa spiega, «in cui non c’è solo la tecnica, ma anche l’interpretazione.

Gli spettacoli di teatro danza sono racconti veri in cui la musica accompagna movimenti e parole, racchiudendoli in una cornice di grande suggestione emotiva».
E, di certo, le emozioni non mancano nello spettacolo che Erica ha allestito insieme con il marito musicista Giuse Rossetti.

«"Smania di vivere" è il racconto della scoperta della mia malattia, dice Erica, dal rifiuto all’accettazione, fino alla presa di coscienza che per continuare a vivere bisogna che la si guardi in faccia ogni giorno, che si impari a convivere con i nuovi limiti che la sclerosi multipla pone.

La vera vittoria non è guarire, ma continuare a fare quello mi piace, adattandomi volta per volta alle mie diverse condizioni».

Sulla scena Erica danza con la sua stampella su musiche e testi composti da Giuse Rossetti, alternando parti recitate a ballo; racconta di sé e di come la sua vita sia cambiata all’improvviso con una grazia e una leggerezza che sembrano contraddire il dramma della scoperta.

Una contraddizione solo apparente, poiché la grazia dei movimenti e il ritmo pulito e sobrio delle musiche svelano invece una consapevolezza lucida e forte.

IL SOSTEGNO DELL’AISM: Grazie alla rete capillare delle sedi Aism del centro Italia, lo spettacolo sta facendo il giro dei piccoli teatri di provincia, riscuotendo un successo insperato.

Sul sito www.smaniadivivere.com si possono conoscere le prossime tappe e lasciare commenti e contributi, così come si può partecipare al gruppo sempre più numeroso su Facebook.
«Abbiamo ricevuto inviti anche dalla Sicilia e siamo impegnati fino a giugno 2011.

Ci tengo a sottolineare che il ricavato degli spettacoli viene devoluto all’AISM e, dunque, alla ricerca. "Smania di vivere" è uno spettacolo che si serve dell’arte per comunicare in modo diverso la malattia e chi viene a vederlo lo fa anche perché vuole sapere e capire fino a che punto la sclerosi multipla condiziona e limita la vita di chi ne è colpito».

Anche se, come recita uno dei testi di Rossetti che accompagnano Erica nella sua performance, «il limite dei limiti è pensare che a qualcosa possa non esserci rimedio.

Alla morte forse, ma dimenticarsi che siamo vivi cos'è se non una pazzia?».
fonte corriere.it di Mariateresa Marino

mercoledì 12 gennaio 2011

Lgbt "VARIANTI DI GENERE" Laboratorio di analisi e approfondimenti, il 15 e 16 Gennaio a Roma


VARIANTI DI GENERE
Laboratorio di analisi e approfondimenti
verso il RomaEuroPride 2011

Sabato 15 e domenica 16 gennaio 2011
presso il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Via Efeso 3\a Roma.

Sabato 15
ore 11.30: “Da Stonewall al RomaEuroPride 2011, i percorsi del movimento lgbtiq”
a seguire presentazione dei workshop
ore 15: Workshop: “Depatologizzazione e transessualismi”
ore 17: Workshop: “Crisi economica: quali servizi e quali diritti”
ore 19: Workshop creativo...quali strumenti e quali azioni verso l'europride?

Domenica 16
ore 10: Workshop: “Lesbismo, familismo ed eterosessismo”
ore 12: Workshop: “Rapporti fra razzismo, colonialismo fondamentalismi e politiche securitarie”
ore 14.30: Sessione finale, report dei vari workshop, proposte di dibattito per la piazza dell'EuroPride, iniziative varie.

Diffondete e rispondete!!!
http://orgogliosamentelgbtiq.blogspot.com/
Vi aspettiamo
Il gruppo romano "orgogliosamente tlgbiq"
fonte orgogliosamentelgbtiq.blogspot.com

Lgb socialnetwork: Annuncia suicidio su Facebook, il Daily Mail accusa gli "amici" nessuno si è mosso per salvarla


La madre della suicida:"Nessuno si è mosso per salvarla"
Non è la prima volta che qualcuno, attraverso facebook, annuncia di volersi togliere la vita.

In alcuni casi qualcuno degli amici non esclusivamente virtuali è intervenuto di persona o chiamando la polizia; salvando, in questo modo, l'aspirante suicida. In altri, invece, non v'è stato modo o volontà di agire in tempo.

L'ultimo caso, quello della 42enne inglese Simone Back, viene raccontato dal Daily Mail e riportato da "Il Messaggero" con un'accusa precisa agli amici, partita anche dalla madre della donna e da un'amica di famiglia.

Quando Simone ha esternato attraverso aggiornamento di stato la volontà di suiciarsi con un chiarissimo "Ho preso tutte le pillole, sarò morta presto, addio a tutti", le reazioni dei suoi oltre 1000 contatti sono state di incredulità, indifferenza, sufficienza e superficialità.

Ecco un estratto dal dialogo on-line pubblicato per intero dal Daily Mail:"Amico A: Fa sempre overdose e racconta bugie. Amico B: Spero che menta anche stavolta sennò domani avremo tutti sensi di colpa. Amico C: Avete visto di Simone e le pillole? Qualcuno è andato a vedere? Amico A: Lo fa sempre.

Non è mica più una ragazzina. Amico D: ammazzarsi per una storia d'amore non è una buona ragione".
A quanto pare, dunque, la Back stava soffrendo per una storia d'amore andata male e non era nuova a simili annunci disperati.

Dei suoi 1048 "amici", però, nessuno si è preoccupato di verificare se le intenzioni in questo caso fossero serie o no anche solo telefonando alla polizia.

Viene il dubbio, anzi, che la donna abbia magari deciso di uccidersi solo dopo aver letto le reazioni, per lo più poco comprensive, alla proprio aggiornamento di stato.

Samantha Pia Owwn, un'amica di famiglia, è sbigottita: "Tutti hanno continuato a chattare come se niente fosse. E dire alcuni di loro abitavano a un passo dalla casa di Simone".

Evidentemente, ulrare il proprio dolore su di una piattaforma che per quanto attiva e frequentata è pur sempre virtuale, in questo caso non è stato il modo migliore per attirare l'attenzione.

E' più facile pensare, infatti, che probabilmente la 42enne inglese avesse già deciso di togliersi la vita e che non volesse essere salvata da nessuno.

Peccato, però, che nessuno abbia deciso che potesse essere salvata con un intervento repentino dei sanitari.
fonte julienews.it di Germano Milite

Lgbt fashion style: Tom Ford al comando di Vogue Paris


Se lo chiedevano in tanti e adesso la notizia è quasi ufficiale: dopo la scelta di lasciare la guida di Vogue Paris da parte di Carine Roitfeld, viene svelato il nome del suo successore.

Si tratta dell’originale (e affascinante) ex-direttore creativo della maison Gucci Tom Ford, che proprio in questi ultimi mesi si è parecchio avvicinato alla Roitfeld, lavorando a stretto contatto per la realizzazione del numero natalizio dell’edizione francese di Vogue.

Nessun cenno diretto alla nuova avventura tre quelle pagine, ma nel frattempo la Roitfeld ha spiegato su WWD le motivazioni delle sue dimissioni: “Sono sempre stata una freelance, quando mi hanno assunta dieci anni fa, ho trovato difficile abituarmi ad avere un ufficio e un calendario [...] fisso.

E’ stata un’avventura incredibile [...] sono sorpresa di aver resistito così a lungo”.

Dal canto suo Tom Ford ha ammesso che a seguito del notevole avvicinamento con Carine Roitfeld, sia stata lei stessa, contenta del suo impegno e della sua competenza, ad offrirgli il suo posto nella direzione della celebre rivista.

Una cosa è certa: in qualunque modo sia andata, conoscendo i precedenti del grande stilista texano, la sua ironia e la sua ecletticità, ne vedremo sicuramente delle belle.
fonte stilefemminile.it
Tom Ford Spring/Summer 2011 Womenswear

martedì 11 gennaio 2011

Lgbt Televisione, Don Gallo: «Rispettate i gay, le lesbiche, i trans»


Quando di parla di Chiesa e di omosessualità viene spesso in mente una contrapposizione. Eppure c'è chi porta avanti un messaggio ben diverso.

E' il caso di Don Andrea Gallo, prete di strada, sopite sabato scorso alla trasmissione "Che tempo che fa".

Nel suo discorso ha affrontato il tema dell'omosessualità dichiarando che «Dove c'è amore... Cosa sono tutti questi tabù moralistici?
La sessualità è un dono di Dio o del demonio?
La sessualità è un dono di Dio, è un enigma, come si fa a scoprire fino in fondo?

E allora rispettate i gay, l'eterosessuale, l'omosessuale, il transessuale, l'azione, le varie culture».

Nel suo intervento Don Gallo ha parlato anche di come la Chiesa sia formata da un'unità di uomini ma non necessariamente da un'uniformità di pensiero e attraverso la parole di Pio IX ha spiegato di come si possa essere in disaccordo: «Dopo secoli siamo dovuti arrivare al Concilio Vaticano II.

Al fine dell'800 Pio IX fu terribile dichiarando, ed è qui il punto, che ormai nella nostra Madre Chiesa il primato della coscienza personale è dottrina certa. Chi dice il contrario è eretico».

In chiusura del suo intervento ha anche parlato di sacerdozio femminile, dicendosi a favore e scherzando sul fatto che Gesù non ha detto:
«Voi siete i miei fratelli e le mie sorelle. Le donne un po' meno».
fonte gayburg.blogspot.com

Libri lgbt “Diva mon amour” gli scrittori italiani celebrano le icone gay


E’ stato presentato ieri a Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria di Roma, il libro “Diva Mon Amour” (Azimut editore) curato da Gaspare Baglio.

15 racconti dedicati ad altrettante icone gay, ovvero quei personaggi “che ci accompagnano nelle nostre quotidianità con quelle vite favolose”, raccontati da altrettanti scrittori tra cui Alessio Arena, Franco Buffoni, L. R. Carrino e Insy Loan.

Si va dalle icone per antonomasia (come Madonna) alle dive per eccellenza (Joan Crawford e Marlene Dietrich) passando per personaggi che hanno contributo alla cultura lgbt (Derek Jarman e W.H. Auden) e al costume (come le quattro protagoniste di Sex & The City).

Dalle icone italiane (Patty Pravo, Loretta Goggi, Viola Valentino) a quelle internazionali (la cubana La Lupe), dalla ex-first lady Nancy Reagan all’ex-eroina Wonder Woman.

Perchè, come dice il curatore della raccolta, “poco importa se sono all’apice del successo o se i riflettori non le illuminano più.
Sono come le fate: pronte a brillare finché un gay, e non solo, crederà in loro”.
fonte napoligaypress.it

Lgbt cinema "Burlesque" Christina Aguilera e Cher contro il bullismo


Non potevano sicuramente mancare all’appello Christina Aguilera e Cher, protagoniste del musical Burlesque, appena uscito nei cinema americani (qui in Italia lo si potrà vedere solo da febbraio…).

Le due cantanti/attrici hanno speso parole di sostegno verso i loro giovani fan, cercando di convincerli che le cose andranno meglio. Cher ammette che sono tempi difficili ma li spinge anche a tenere duro, perché il tempo inizierà ad aumentare il senso di accettazione e rispetto per tutti.

Anche Christina Aguilera lancia un appello e un messaggio a chi la ascolta dicendo di essere vicina a chi è al centro di bullismo, essendo stata anche lei, da ragazzina, vittima proprio di discriminazioni: non è facile, non è divertente, è qualcosa di terribile ma si deve trovare un modo per poterlo superare e non arrendersi perchè le cose andranno meglio. It gets better.
fonte queerblog

lunedì 10 gennaio 2011

Libri lgbt "Evviva la neve" Delia Vaccarello narra storie di trans e transgender


Si respira la vita nel leggere il nuovo libro di Delia Vaccarello dal titolo Evviva la neve. Vite di trans e transgender.

Sì, perché non si tratta di un saggio sulla situazione delle persone transessuali, ma di un narrare la loro vita e, soprattutto, la loro rinascita con quella delicatezza e meraviglia che tutti noi proviamo dinanzi alla culla di un neonato.
Il titolo è spiegato nell’epigrafe del libro:

"Faceva Freddo. I vetri erano appannati. Da lì si vedeva la strada sbiadire fino a diventare nulla. A un tratto una risata tagliò l’aria. Una di quelle risate allegre e squillanti che soltanto l’infanzia regala. Mi voltai, guardai intorno. Allungai una mano sul mio ventre. Oddio. Che brivido. Che gioia. Il gelo non c’era più. E fuori morbida cadeva la neve"(Fabianna)

Delia Vaccarello in dieci capitoli presenta varie persone, il loro vissuto, il cammino che hanno fatto per diventare quello che veramente sono: donne anche se nate come uomini; uomini anche se nati donne.

Sconcertante nella sua delicatezza e nella sua bellezza il capitolo Fai dei bei respiri profondi, bei respironi… in cui la Vaccarello racconta di un’operazione di attribuzione di sesso eseguita presso il Cattinara di Trieste. È palpabile lo stupore per la vita che nasce, di nuovo. Forse meglio dire, per la prima volta.

Un libro da leggere e diffondere.
"Evviva la neve, Vite di trans e transgender" di Delia Vaccarello,
Mondadori 2010 euro 17,50
fonte queerblog.it

Lgbt Cuba: all’Habana inaugurata la prima discoteca gay


Sembra proprio che i tempi stiano cambiando, anche a Cuba.

L’archetipo che voleva il cubano tipo “guapo y fajao” , sempre pronto a far risaltare il proprio maschilismo, sta poco a poco perdendo il suo profilo dominante, lasciando spazio anche a quelle “diversità” sessuali, che madre natura ha previsto nella sua opera immensa.

Il maschilismo è una tipica forma d’atteggiamento che non solo è (era) radicata nella popolazione cubana, ma in quasi tutto il continente latinoamericano.

A tal riguardo il governo cubano da anni attraverso il Centro Nacional de Educación Sexual (CENESEX) fa fronte a questa connotazione culturale tipica dell’isola, sensibilizzando la popolazione ed interagendo con la stessa, mediante feste e dibattiti a tema, organizzati in tutto il paese.

La notizia dell’apertura della prima discoteca per omosessuali la riporta il blog “paquitoeldeCuba” e l’autore anch’egli omosessuale, ne descrive l’apertura con una certa soddisfazione e allegria.

La discoteca si trova presso il ristorante statale “El Sótano” a la Habana Vieja. L’entrata costa 25 pesos in moneta nazionale e prevede, come riporta lo stesso blog, un’ offerta gastronomica sempre in M.N., climatizzazione , effetti luce e altro di ultima generazione.

L’amministrazione del ristorante El Sótano, ha accolto con grande interesse e benevolenza il nuovo progetto, vista la locazione adeguata e la capienza dello stesso, pronta ad accogliere all’incirca 350-400 persone.

Saranno previste in futuro anche delle serate musicali, (non è sicuro ma a Gennaio dovrebbe esibirsi la popolare cantante pop Yenisey del Castillo) e delle serate di spettacolo in generale.

Personalmente ritengo e considero questa notizia una ventata d’aria fresca, e mi fa piacere notare che a piccoli passi, Cuba, sebbene impiegherà anni e anni ad allontanare lo spettro dell’omofobia, abbia intrapreso un percorso che può solamente incentivare nella popolazione la consapevolezza, l’equità, ed il libero arbitrio, basilari in un tessuto sociale sempre più evoluto.
fonte thisiscuba.net, by Francesco A.
Fonte foto: http://paquitoeldecuba.wordpress.com/

Lgbt USA: La miss calva che sfida l'America, Kayla Martell ha una forma di alopecia, e vuole presentarsi alle finali nazionali senza parrucca


Kayla Martell ha una malattia ai capelli (alopecia areata): e vuole presentarsi alle finali nazionali senza parrucca.

ha 22 anni, reginetta del Delaware, rischia di diventare strafamosa, che la accettino o no a miss America, che le diano un premio, anche di consolazione o la lascino in coda, perché ha qualcosa che non va.

E' calva. Una forma di alopecia, niente di pericoloso, un handicap però, stando ai severissimi diktat dei concorsi di bellezza. «Io sono così - dice allegra - vado in giro, vedo gli amici, mi faccio fotografare senza parrucca. Non capisco chi si sorprende».

In realtà lo capisce benissimo. I capelli sono indispensabili in una società che per valorizzarli al massimo ha inventato la graziosa tortura delle elle extension. Mentre è ormai chiaro che gli uomini con la testa rasata possono essere sexy, per le donne il «centimetro zero» è più una provocazione.

Pochi nomi: la cantante Sinéad O'Connor, la mitica Skin degli Skunk Anansie, la modella Alek Wek, ma anche la trasformista Irene Pivetti e la ribelle Rosalinda Celentano.

A questo punto, le domande possono essere molto frivole: Kayla Martell sfilerà con la parrucca? Se la toglierà con un gesto teatrale, o si presenterà a cranio nudo, sfidando la giuria?

Ma dalla frivolezza viene fuori un discorso serio sul corpo delle donne, sull'intreccio di regole e divieti che espongono o nascondono, altrimenti non ci sarebbero sfilate in costume da bagno e in abito da sera, ma neanche veli e fazzoletti imposti da parecchie religioni (arabi, ebrei, cristiani) per eliminare il rischio di una sensuale ciocca tentatrice. Una miss calva è, in qualche modo, una sfida.

Patrizia Mirigliani, organizzatrice di Miss Italia, dove ultimamente si è visto di tutto, la mamma, la ragazza di colore, l'handicap, e si è parlato anche di trans, assicura, senza pensarci un attimo, che prenderebbe subito una come Kayla, «perché mi sono sempre piaciute le ragazze con i capelli raccolti o con un taglio corto, fuori dallo stereotipo della donna materna, rassicurante, perché se il viso è armonioso, il fatto che non ci siano capelli è irrilevante, e poi trovo bella la grinta, il carattere. Un tipo così è interessante, è curioso, non si dimentica». E di sicuro fa notizia.

«Viviamo in un momento in cui tutto ciò che può sorprendere e colpire è comodo», ricorda Anna Kanakis, miss Italia nel '77, attrice, e oggi anche scrittrice, «La provocazione serve a dare visibilità.

Inoltre noi italiani siamo buonisti: premieremmo il coraggio. Una testa calva grida “sono qui!”, fa scoprire anche l'anima, può dare speranza a chi soffre. Pensiamo ai tumori, a come una donna può vivere la perdita dei capelli per una chemio, a come si cerca di nascondere il dolore.

A sé e agli altri. Il male spaventa. La miss calva forse non l'ha calcolato, ma il suo gesto rompe un tabù».

Viene subito in mente Jane Goody, la star del Grande Fratello inglese morta di cancro nel 2009, che ha vissuto davanti alle telecamere la malattia, non ha mai voluto portare la parrucca ed è stata, a lungo, tenera e bellissima.

Ma c'è anche la storia, opposta, di Sophie van der Stap, la ragazza olandese che a 21 anni ha scoperto di avere un raro e aggressivo cancro al polmone.

Per 54 settimane è andata avanti fra Tac, trasfusioni, radiazioni e flebo. Quando ha perso i capelli è entrata, un po' disgustata, nel negozio di parrucche dell'ospedale Amc di Amsterdam.

Ne ha comprate nove, e a ognuna ha dato un nome: Stella, Sue, Daisy, Blondie, Platina, Uma, Pam, Lydia e Bebé sono diventate le sue «altre» personalità (e poi ci ha scritto un libro, pubblicato Italia da Bompiani).

Sulla carriera di Kayla si accettano scommesse. Anna Kanakis la vede come anchorwoman in un network televisivo, magari resa ancora più particolare da un brillantino in mezzo alla fronte.

A parziale incoraggiamento della tendenza, possiamo segnalare l'attenzione di grandi fotografi di moda come Steven Klein e Peter Lindberg per modelle con qualche difettuccio (la strapagata Lindsay Wixon di Miu Miu, Versace e John Galliano ha una fessura tra i denti che molte sarebbero corse a correggere): forse siamo più disposti ad accettare l'idea che, tanto, nessuno è perfetto.
Era ora.
fonte lastampa.it di ROSELINA SALEMI

domenica 9 gennaio 2011

Lgbt TV ”Da femmina a maschio” oggi su Raitre alle 12.55, a “Racconti di vita”


”Da femmina a maschio” s’intitola la puntata che “Racconti di vita” di oggi alle 12.55 su Rai3, dedica alla transizione da donna a uomo.

In studio con Giovanni Anversa le testimonianze di Gabriele Oliva 35 anni di Roma, che dopo un periodo di grande instabilita’ ha messo a fuoco la sua vera identita’ e oggi e’ felice di essere l’uomo che avrebbe sempre voluto essere, e di Gabriele Dario Belli, che dopo aver realizzato la transizione da femmina a maschio ha scelto di partecipare al Grande Fratello non per narcisismo ma per mettere la condizione delle persone transessuali sotto i riflettori del grande pubblico.

Accanto alle loro storie, i filmati realizzati in esterno dedicati al Saifip, il servizio per l’adeguamento tra identita’ fisica ed identita’ di genere dell’Ospedale S. Camillo di Roma, dove a parlare saranno operatori e utenti. Tra questi una madre e un giovane adolescente che da maschio vuole diventare donna.
fonte gaynews24 Adv

Lgbt: Relazioni, è la fedeltà il vero collante della coppia, sesso solo al secondo posto


In una coppia ci sono molteplici sfaccettature che collimano perfettamente ed altre che fanno fatica ad incastrarsi. Ma cosa fa funzionare davvero un rapporto di coppia?

Una ricerca americana ha rilevato come l’aspetto che unisce di più (per il 90% degli intervistati) è la fedeltà, seguita da una vita sessuale felice (per il 70% degli intervistati) ed in terza posizione la condivisione degli impegni domestici (per il 60% degli intervistati). Il primo dato è quello che fa più riflettere.

Se questo è ciò che la gente pensa, perché allora ci sono così tanti tradimenti? E soprattutto perché molte persone li accettano senza reagire?

È molto frequente sentir dire che qualche tradimento occasionale può capitare all’interno di un rapporto duraturo, che bisogna metterlo in conto e far finta di nulla. Anzi, se anche avvenisse, meglio non saperlo proprio. Al contrario, se il tradimento si traduce in una storia parallela duratura, allora è tutto un altro paio di maniche. Si tratta di qualcosa di grave che può incrinare seriamente una relazione.

È proprio vero che anche una scappatella occasionale non può essere altrettanto coinvolgente e sconvolgente di una storia parallela? Sicuramente grande importanza risiede nel momento storico della coppia.

Normalmente se c’è sintonia a livello caratteriale e sessuale i rischi di un tradimento diminuiscono sensibilmente.
Esistono tuttavia tanti casi in cui il partner ha bisogno di tradire nonostante la relazione sia soddisfacente.

Solitamente ciò avviene perché in questo modo si può mettere alla prova il proprio sex appeal, ricercando nell’approvazione altrui sicurezze e conferme su se stessi. Addirittura capita che le persone che non fanno sfoggio di relazioni extraconiugali nelle chiacchiere tra amici o amiche siano considerate un’eccezione.

Se ne può dedurre che ciò abbia anche una forte valenza non solo per l’autostima, ma anche sull’immagine che si proietta all’esterno. Indubbiamente la persona che “conquista”, che ha successo in campo sentimentale, è ammirata dagli altri. Questa “stima” rimane anche quando la persona ha una relazione stabile, tanto che gli altri continuano ad avere aspettative entusiastiche circa sue eventuali e future conquiste.

C’è anche da chiedersi quando comincia l’infedeltà. È solo una questione fisica oppure è sufficiente il desiderio platonico frenato solo ed esclusivamente da questioni morali? È giusto allora essere fedeli a prescindere da qualsiasi problema o difficoltà della coppia e soprattutto quando l’istinto spinge in un’altra direzione?

La reazione al tradimento è qualcosa di assolutamente soggettivo. C’è chi non transige in nessun caso, per cui pone fine ad un rapporto anche per una scappatella e chi invece riesce ad ammortizzare bene qualche incontro occasionale se ciò non ha strascichi sentimentali.

Nel primo caso si tratta di una persona esagerata e troppo rigida oppure nel secondo ci troviamo di fronte ad un individuo troppo distaccato o semplicemente realista?

Molte persone vivono il tradimento come qualcosa di doloroso tale da prevedere un percorso interiore lungo e difficile che non necessariamente si conclude positivamente per il futuro della coppia. In questo caso il rapporto, l’immagine di se stessi e quella del partner saranno ridefiniti in base a ciò che è accaduto. Altre persone rendono immediatamente pan per focaccia e si vendicano appena ne hanno l’occasione.

Altre ancora vivono il tradimento come un pretesto per mettersi in discussione in modo costruttivo, assumendosene totalmente o parzialmente la responsabilità con lo scopo di cambiare per dare nuova linfa al rapporto.

È vero quindi che la crisi fa bene alla coppia? Una cosa è certa, chi vive il tradimento con sofferenza deve innanzitutto pensare a sé e a cosa desidera dal rapporto.

In entrambi i casi ci vuole grande forza perché si può anche decidere di chiudere una relazione che dura da anni. Al contrario, se si sceglie di intraprendere la strada del perdono è necessario cercare di vivere la storia in un clima il più possibile sereno e non fatto di continui sospetti per la paura che il partner possa ricadere in tentazione. È evidente che in questo caso diventa davvero difficile pensare di tornare ad essere una coppia con un suo futuro.

Infine mi chiedo: esistono tradimenti di serie A e di serie B che come tali vanno gestiti e superati diversamente?
fonte donna.tiscali.it di Elisabetta Rotriquenz