venerdì 18 ottobre 2019

Cinema: "Io, Leonardo" Un film introspettivo alla scoperta di Leonardo. Perché da scoprire in Leonardo c'è sempre qualcosa.

Pensatore, studioso, matematico, letterato, scienziato, fisico, paesaggista, geografo, urbanista, artista... Jesus Garces Lambert sceglie di raccontare Leonardo Da Vinci come un uomo fuori dal suo tempo - nonostante il costume cinquecentesco un po' trasandato e i lunghi capelli, come l'estetica del tempo richiedeva - in relazione a un contesto difficile da affrontare per l'eterno conflitto tra la sua mente in costante ricerca e le richieste dei committenti. 

Io, Leonardo si focalizza in particolare sul Da Vinci pittore, passando in rassegna alcune tra le più importanti committenze, soprattutto quelle milanesi, che il genio toscano ha avuto durante il suo percorso.

Leonardo ha in studio un occhio di bove. Lo osserva, ci gioca, lo cuoce e lo analizza anatomicamente, in compagnia del suo giovane aiutante. Questa è una delle sequenze svolte all'interno del suo atelier. Quanta materia può esserci dentro a quell'occhio? E in quello umano?

Sono tante le sfaccettature da scoprire in ogni cosa ed essere vivente. Quelle di Leonardo sono state analizzate e raccontate quasi tutte, grazie a migliaia di scritti autografi e bozzetti in cui il maestro ha lasciato i suoi appunti, oggi custoditi per la maggior parte nel prezioso Codice Atlantico, racchiuso alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e digitalizzato per una fruizione pubblica. La figura di Da Vinci è stata scandagliata in tanti, diversi aspetti dunque. Oggi, a cinquecento anni dalla sua morte avvenuta il 2 maggio 1519, questo personaggio straordinario è fin troppo raccontato, e Io, Leonardo ne sottolinea ancora storie, ossessioni, scoperte e personalità. PER IL TRAILER CLICCA QUI

Il regista, dopo aver narrato un altro mito dell'arte con Caravaggio - L'anima e il sangue, avvia un film introspettivo, basato principalmente su un'estetica idealizzata di Da Vinci, partendo dai suoi scritti e dai suoi disegni, qui minuziosamente ben raccontati nel loro sviluppo. È una sorta di "lettera a Leonardo", uno scambio tra le azioni del maestro e una voce esterna, quella narrante di Francesco Pannofino che smorza lievemente il disagio di Luca Argentero nei panni di un Leonardo rappresentato in maniera stucchevolmente barocca e costruita. Che bisogno c'è di dilatare tempo e spazio quando si racconta di Leonardo, che il tempo e lo spazio li ha dominati? Non servono episodi teatrali che lo rappresentano come un uomo diverso dagli altri, qui ritratto addirittura come un infante che affronta il mondo a modo suo. 

Certo Leonardo era peculiare, ragionava ad altri livelli, lo si sa. Tra scene davvero auliche, i momenti buoni emergono quando le immagini si concentrano sui disegni e le opere di quel talentoso disegnatore dei volti interessanti pescati per i quartieri popolari delle città; l'ossessivo ricercatore delle emozioni umane da riportare esternamente; l'artista sperimentatore che sapeva usare tutti i mezzi, per primo e come nessuno più dopo, dalla penna, alla matita, al carboncino e sanguigna; il genio che si mette in gioco inventando maniere per realizzare un cavallo in bronzo capace di stare in piedi con le sole due zampe posteriori, o pigmenti pittorici usati a fresco. Quel Leonardo che da Firenze, deluso dalle frivolezze alla corte di Lorenzo de Medici, si trasferisce a Milano presso Ludovico il Moro dove, parallelamente agli studi sull'uomo e sul mondo, inizia un percorso artistico personale e dagli esiti a volte persino incerti.

Il "Monumento equestre a Francesco Sforza", la magnifica natura rappresentata sulle arcate della Sala delle Asse del Castello Sforzesco, l' "Ultima Cena" all'interno del refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie, qui narrata alla Jesus Christ superstar, come un tableau vivant in cui Leonardo riveste i panni di Gesù, poi tradito durante il momento conviviale. E ancora la "Vergine delle Rocce", e poi la "Gioconda", commissionata in Italia e portata fino in Francia, quando Leonardo vi giunge nel 1517, con il giovane Francesco Melzi come assistente di bottega, alla ricca corte di Francesco I. Tutte produzioni ed esperimenti geniali, a volte falliti, altre volte rimasti come traccia eterna.

"La pittura è scienza, tra natura e Dio", annota Da Vinci che parte proprio da qui, dal disegno e dal dipingere, per cercare un equilibrio tra le cose. La parte documentativa rimane interessante, perché da scoprire in Leonardo c'è sempre qualcosa. Ma per raccontarlo non c'è bisogno di tanta messa in scena.
fonte:  Recensione di Rossella Farinotti www.mymovies.it

Arte: Da Banksy a Keith Haring, a Parigi apre il primo museo di street art che galleggia sulla Senna

Fluctuart, ovvero un museo galleggiante sulla Senna. Apre a Parigi una struttura unica al mondo nel suo genere, che fluttua sulle acque del fiume della Ville Lumière e offre un viaggio all’interno dell’arte urbana.

Un percorso da fare almeno una volta nella vita!



Qui, ancorato al porto del quartiere di Gros Caillou e ai piedi del Pont des Invalides, Fluctuart è una struttura di circa mille metri quadri in vetro su tre piani che accoglie spazi espositivi, una libreria e una grande terrazza per eventi.

Fluctuart è il primo centro di arte urbana galleggiante al mondo, un luogo unico, aperto a tutto il pubblico, curioso e appassionato, a disposizione di tutti gli attori della scena urbana: artisti, professionisti e istituzioni. Fluctuart apprezza tutte le tendenze dell’arte urbana, dai pionieri dell’arte di strada agli artisti contemporanei, e mette in evidenza in particolare pratiche emergenti e innovative”, si legge sul sito.

E, infatti, il nuovo museo sulla Senna ospita una collezione permanente dedicata ai grandi maestri della street art, come Banksy, Shepard Fairey, Vhils e Keith Haring, oltre a mostre temporanee di artisti emergenti e a laboratori w workshop.

In più, proiettori e installazioni di videomapping proiettano le opere più significative sul muricciolo e sulla banchina all’esterno.

L’originale museo si può visitare gratuitamente tutti i giorni da mezzogiorno a mezzanotte. Le fermate della metro utili sono: Invalides (linee 8 e 13); Champs-Élysées Clémenceau (linee 1 e 13) e Franklin D. Roosevelt (linee 1 e 9).
fonte:  Germana Carillo www.greenme.it

Lgbt. Lana Wachowski Makes Trans History by Directing The Matrix 4

Lana Wachowski, who co-created the Matrix universe with her sister Lilly Wachowski, likely has a worldwide blockbuster on her hands. 

Thankfully, “there’s no turning back” now! Lana Wachowski, who cowrote and directed the original Matrix trilogy with her sister Lilly Wachowski, has confirmed she’s writing and directing the fourth installment in the series, positioning her to make history as the first out transgender director to helm a blockbuster. And stars of the original films, Keanu Reeves (Neo) and Carrie-Ann Moss (Trinity), are on board, according to Variety.
“Many of the ideas Lilly and I explored 20 years ago about our reality are even more relevant now. I’m very happy to have these characters back in my life and grateful for another chance to work with my brilliant friends,” Lana Wachowski said.
The Wachowski siblings, whose first feature was the lesbian neo-noir classic Bound, and who created the beloved Netflix series Sense8, kicked off the original Matrix trilogy in 1999. A touchstone of Science-Fiction film that created a visual style that’s been repeatedly copied since it was released, the Wachowskis followed up The Matrix with the Matrix Reloaded, and Matrix Revolutions (both in 2003). The trilogy earned more than $1.6 billion globally, according to Variety.

“We could not be more excited to be re-entering the Matrix with Lana,” Warner Bros. Picture Group Chairman Toby Emmerich said when the venture was announced on Tuesday. “Lana is a true visionary — a singular and original creative filmmaker — and we are thrilled that she is writing, directing and producing this new chapter in the Matrix universe.”

Since the original films were released both Wachowskis came out as trans: Lana in 2012 and Lilly in 2016. There are several trans directors making inroads in Hollywood (especially in TV) with some having established themselves with strong indie films, including Silas Howard with By Hook or By Crook, Yance Ford from Strong Island, and Rhys Ernt's upcoming Adam. But the fourth installment of The Matrix — with the potential to become a global blockbuster in the vein of the first three — is history in the making for Lana Wachowski.

While the Wachowskis collaborated on the original trilogy, Lana is set to write (along with Aleksandar Hemon and David Mitchell) and direct the fourth installment without her sister. Lilly, who was coming out during Sense8's run, exited the Netflix series after the first season, ceding creative control to her sister for season 2 and the movie that followed. Lilly’s departure from the series marked the first time one of them helmed a project without the other.
Reeves and Moss are back for the new installment but there’s no word as to whether or not Laurence Fishburne will be back for the role of Morpheus.
fonte:  By Tracy E. Gilchrist  www.advocate.com

lunedì 14 ottobre 2019

Arte: Guggenheim. La collezione Thannhauser. Da Van Gogh a Picasso arriva a Milano dal 17 ottobre al 1° marzo

Da Van Gogh a Picasso: il Guggenheim Museum porta a Palazzo Reale 50 opere di artisti impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie dei primi del Novecento. È la Collezione Thannhauser, che dopo la sosta milanese dal 17 ottobre al 1° marzo tornerà a New York

Cinquanta capolavori e una straordinaria collezione: è quella che Justin K. Thannhauser costruì nell’arco di una vita e poi donò, nel 1963, alla Solomon R. Guggenheim Foundation, che da allora la espone in modo permanente in una sezione del grande museo di New York. Arriva ora a Palazzo Reale di Milano La collezione Thannhauser. Da Van Gogh a Picasso (dal 17 ottobre 2019 al 1° marzo): è la prima volta che i pezzi più importanti della collezione Thannhauser lasciano gli Stati Uniti per l’Europa.

Tra questi, alcuni hanno una “storia nella storia”. Davanti allo specchio (1876) di Edouard Manet è per esempio uno dei dipinti più importanti della raccolta: il pittore ritrae una nota cortigiana, l’amante dell’erede al trono olandese, di spalle con il corsetto semiaperto. Nel 1928 la galleria Thannhauser di Berlino aveva organizzato una grande retrospettiva di Paul Gauguin: a Milano arriva quindi un suo meraviglioso paesaggio, Haere Mai, del 1891, dipinto a Tahiti. Uomo con le braccia incrociate (c. 1899) è la prima opera di Cézanne acquisita dal Guggenheim nel 1954, che fece all’epoca molto scalpore per il prezzo pagato; 97.000 dollari. Di Pablo Picasso, grande amico di Justin Thannhauser, è presente L’aragosta e il gatto (1965), che riporta una dedica dell’artista al suo amico collezionista: l’opera era il regalo di nozze di Picasso ai coniugi Thannhauser. Justin Tannheuser aveva lasciato la Germania nel 1940, fuggendo attraverso la Francia e Lisbona, per l’America.
Dal primo matrimonio con Käthe aveva avuto due figli Heinz e Michel, il primo ucciso in guerra nel 1944 e il secondo suicida nel 1952. In seconde nozze Justin si unirà a Hilde Breitwisch, con la quale condivide la passione per l’arte. La casa newyorchese dei Thannhauser è stata per 20 anni il luogo dove si incontravano Leonard Bernstein, Louise Bourgeois, Henri Cartier-Bresson, Marcel Duchamp, Jean Renoir e Arturo Toscanini. Senza eredi, Justin e Hilde Thannhauser lasceranno al museo americano un totale di 85 opere.
fonte:  www.gqitalia.it

Danza. È morto Manuel Frattini: il divo dei musical aveva 54 anni. Il cordoglio sui social

E' morto ieri sera a Milano Manuel Frattini, 54 anni, ballerino e coreografo molto noto per i suoi musical.Frattini stava partecipando ad una serata di beneficenza quando ha avuto un malore.
La sua carriera iniziò come ballerino e coreografo in produzioni Rai e Mediaset poi Frattini ha partecipato a numerosi musical, da A Chorus Line a Cantando sotto la pioggia.

Dopo aver lavorato anche con Christian De Sica, Frattini debutta come protagonista assoluto in un musical inedito, Musical, Maestro!, e sempre con lo stesso ruolo partecipa poi a Pinocchio, con la regia di Saverio Marconi e le musiche dei Pooh.
E' poi Peter Pan, Robin Hood, Aladin e, più recentemente, è stato protagonista del musical di George Gershwin Crazy for you. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e ha insegnato in diverse accademie.





"Non posso dimenticare la spensieratezza delle giornate trascorse insieme, le nostre confidenze, le nostre risate... Ciao Manuel, ciao grande amico mio, ciao artista meraviglioso, non ti dimenticherò mai... con te oggi se ne va un pezzettino del mio cuore" Così Cristina D'Avena lo ricorda su Twitter. Così come i tantissimi fan.
fonte:  https://it.mashable.com
 https://twitter.com/CristinaDAvena/status/1183367346678829056