venerdì 21 ottobre 2022

"Serenissima duchessa Eleonora di Toledo. Ovvero dell’amore et del comando" Spettacolo di living history in prima assoluta a Firenze

Spettacolo di living history in prima assoluta il 29 ottobre ore 19 nel Salone dei Cinquecento, repliche: 30 novembre, 16 dicembre

Nell’ambito delle celebrazioni centrate su Eleonora di Toledo in occasione del cinquecentenario della sua nascita (1522-2022), promosse dall’Ufficio Patrimonio Mondiale del Comune di Firenze e da MUS.E e con il sostegno di Business Strategies, i29 ottobre alle 19 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio prende vita Serenissima duchessa Eleonora di Toledo. Ovvero dell’amore et del comandospettacolo teatrale a cura di MUS.E con il coordinamento scientifico di Valentina Zucchi, la regia di Alberto Galligani e sulla scena Ilaria Guccerelli, Giaele Monaci (nei panni di Eleonora), Florinda Nesticò e Giacomo Tasselli oltre allo stesso Alberto Galligani (spettacolo in replica il 30 novembre e il 16 dicembre).

Protagonista è la Duchessa, nata in Spagna, cresciuta a Napoli, trasferitasi giovanissima a Firenze in quanto sposa dell’altrettanto giovane Cosimo I de’ Medici e spentasi per malattia a quarant’anni: una figura di alto rilievo sotto il profilo culturale, economico, politico e religioso a fianco del consorte nei suoi oltre vent’anni nel capoluogo toscano.  

Lo spettacolo offre l’occasione di cogliere i tratti peculiari della sua figura, in ambito tanto pubblico quanto privato, restituendo la dimensione del suo ruolo e dei suoi rapporti all’interno della famiglia ducale, della corte medicea e dei sudditi: in scena, oltre a Eleonora, saranno anche lo stesso Cosimo I, la suocera Maria Salviati, la figlia Lucrezia, l’artista Vasari. Fra di loro si innescheranno suggestivi dialoghi, costruiti a partire da un accurato studio documentario e presentati grazie alla sapiente regia di Alberto Galligani, che evocheranno la natura e i caratteri della sua vita a Firenze. 

In virtù della consolidata esperienza di MUS.E nel settore di living history i personaggi assumeranno quindi una caratterizzazione molto precisa e, pur in un contesto di verosimiglianza, porteranno in scena un capitolo importante e suggestivo della storia fiorentina di metà Cinquecento. Assoluta peculiarità dello spettacolo sarà poi il continuo gioco fra passato e presente, che permetterà al pubblico di vivere la dimensione storica in un costante confronto con l’attualità e di essere coinvolti in prima persona in questa dialettica. In un avvincente intreccio fra storia e attualità – complici due magistrali storici, conduttori della serata – la figura di Eleonora di Toledo sarà quindi presentata e presente in forma originale, rendendo possibile ciò a cui i musei cercano ogni giorno di assolvere: essere macchine del tempo grazie a cui conoscere un po’ meglio la storia, l’arte, la scienza.

Nel weekend del 29 e 30 ottobre, sono inoltre in programma altri tre appuntamenti legati a doppio filo con la figura della Duchessa Eleonora. Il 29 alle 15 e alle 16:30 nel Museo di Palazzo Vecchio, spazio a Sotto le ali di una pavoncella, speciale visita guidata che spinge il pubblico a conoscere meglio vicende e caratteri della Duchessa e ad apprezzare gli esiti artistici a lei più strettamente connessi, con un’attenzione speciale agli appartamenti a lei destinati e alla sua meravigliosa cappella, dipinta da uno degli artisti da lei prediletti, Agnolo Bronzino. Il 29 ottobre alle 15:30 ci si sposta al complesso di Santa Maria Novella per andare alla scoperta dei luoghi del complesso, incluso il Chiostro grande e il Cappellone degli Spagnoli, consentendo di comprendere quanto siano stati rilevanti gli interventi cinquecenteschi sull’intero complesso, anche in linea con i dettami controriformistici. Infine, sempre il 30, si torna a Palazzo Vecchio alle 15 e alle 16:30 per Invito alla Reggia: al cospetto della Duchessa Eleonora durante il quale

il pubblico “avrà l’onore di essere ricevuto in udienza” dal Duchessa Eleonora. Il dialogo con il personaggio storico permetterà un confronto diretto tra la società cinquecentesca e quella odierna, inducendo a riflettere su codici e abitudini del presente e restituendo alla decorazione della Reggia medicea un preciso contesto storico e politico.

Eleonora di Toledo. Nata in Spagna nel 1522 da Pedro Alvarez di Toledo e Maria Osorio Pimentel, dieci anni dopo si trasferì a Napoli, dove suo padre era stato nominato viceré. Qui Eleonora trascorse la giovinezza, affidata alle cure della gentildonna ebrea Bienvenida Abrabanel, la cui amicizia influì sulla protezione successivamente concessa dalla Toledo alla comunità ebraica fiorentina. 

Nel giugno 1539 si trasferì a Firenze dopo aver sposato per procura, all’età di 17 anni, il duca di Toscana, Cosimo I de’ Medici. Descritta “bella, fresca e colorita come una rosa” dai suoi contemporanei, così appare nei celebri ritratti di Agnolo Bronzino, che ne immortalano l’avvenenza. Cosimo nutrì per lei un amore profondo da lei corrisposto. Ebbero undici figli, tanto che a lei fu associata l’impresa della pavoncella che nutre i suoi piccoli, volendone celebrare le virtù di madre feconda e affettuosa. Amante del lusso e della moda, impose il suo stile alla corte fiorentina scegliendo abiti per familiari e cortigiani. Commissionò opere d’arte a Bronzino, a Benvenuto Cellini e a Baccio Bandinelli, appoggiando inoltre la nascita dell’Accademia degli Elevati. 

Favorì l’introduzione dei gesuiti a Firenze, scegliendo come confessore Jacopo Lainez, compagno di Sant’ Ignazio. Condivise con il marito gli impegni ufficiali, occupandosi anche del governo durante le sue assenze e malattie. Attiva nella gestione finanziaria della casata, partecipò in prima persona al settore strategico del commercio dei grani. A lei si deve l’acquisto di Palazzo Pitti, destinato a diventare la nuova residenza di famiglia, di ampie tenute in Maremma e dei feudi di Castiglion della Pescaia e Isola del Giglio. Si spense a Pisa il 17 dicembre 1562, pochi giorni dopo la perdita dei due figli Giovanni e Garcia.

Serenissima duchessa Eleonora di Toledo. Ovvero dell’amore et del comando

  • Per chi: per giovani e adulti
  • Dove: Salone dei Cinquecento, Museo di Palazzo Vecchio, piazza Signoria 1 Firenze
  • Quando: 29 ottobre, 30 novembre, 16 dicembre h19
  • Durata: 1h30’
  • Costi: la partecipazione allo spettacolo prevede il regolare pagamento del biglietto di ingresso (€12,50 intero – €10 ridotto – gratuito minori 18 anni, disabili e accompagnatori, membri ICOM, ICOMOS, ICCROM, guide turistiche e interpreti, possessori Card del Fiorentino) e di attività culturale (€2,50 residenti Città Metropolitana di Firenze – €5,00 non residenti Città Metropolitana di Firenze). Riduzione 2x 1 soci Unicoop Firenze. Con lo stesso biglietto è possibile visitare il Museo di Palazzo Vecchio il giorno stesso entro le h19 (con ultimo accesso entro le h 18.00).

Visite tematiche in Santa Maria Novella

  • Per chi: per giovani e adulti
  • Dove: Complesso di Santa Maria Novella – ingresso da piazza Stazione, 4 Firenze
  • Quando: 29 ottobre ore 15.30
  • Durata: 1h15′
  • Costi: €2,50 (residenti Città Metropolitana di Firenze) o €5 (non residenti Città Metropolitana di Firenze) oltre al biglietto d’ingresso del museo. Gratuito per i residenti del Comune di Firenze, i possessori della Card del Fiorentino (nel limite delle tre attività annue), disabili e accompagnatori, membri di ordini o congregazioni religiose e clero diocesano, guide turistiche e giornalisti, membri ICOM, ICOMOS e ICCROM

Per informazioni e prenotazioni: 055-2768224; info@musefirenze.it

Sotto le ali di una pavoncella. Visite tematiche su Eleonora de Toledo
29 ottobre ore 15 e 16.30

  • Per chi: per giovani e adulti
  • Dove: Museo di Palazzo Vecchio, Piazza Signoria 1
  • Durata: 1h15′

Invito alla Reggia: al cospetto della Duchessa Eleonora
30 ottobre ore 15 e 16:30

  • Per chi: per tutti, a partire dai 10 anni
  • Dove: Museo di Palazzo Vecchio, Piazza Signoria 1
  • Durata: 1h15′

Il costo delle proposte è di €2,50 (residenti Città Metropolitana di Firenze) o di €5,00 (non residenti Città Metropolitana di Firenze) oltre al biglietto di ingresso al museo. Riduzione 2×1 soci Unicoop Firenze. La partecipazione è gratuita per i possessori della Card del Fiorentino, entro le tre proposte annue incluse nella Card.

Posti limitati. Prenotazione obbligatoria.
Per informazioni e prenotazioni: 055-2768224 info@musefirenze.it

fonte: https://musefirenze.it

“The Bear” è una delle migliori serie tv dell’anno

Prendete un po’ di Martin Scorsese degli anni Settanta/Ottanta e fatelo rosolare a fuoco lento. Aggiungete un pizzico di Chef’s Table e una spolverata di Ratatouille

Aggiungete una scrittura straordinaria, un manipolo di attori in grado di dare spessore ai personaggi come succede di rado, una fotografia urbana e un montaggio frenetico. Fate andare a fiamma vivace. Molto vivace. Otterrete una serie capace di stupire, di alternare sospensione e isteria visiva, una serie ricca, frenetica, coinvolgente. Otterrete The Bear, serie giunta in Italia su Disney+ che sta facendo parlare molto bene di sé e che vale proprio la pena vedere. 

The Bear racconta la storia di Carmen “Carmy” Berzatto (Jeremy Allen White), che, dopo il suicidio del fratello, riceve in eredità il ristorante di famiglia praticamente allo sbando. Carmy è uno chef di alto livello, che a soli 21 anni ha vinto uno dei principali premi culinari e ha lavorato per alcuni dei ristoranti più quotati al mondo. Ritrovarsi a Chicago a gestire il The Original Beef of Chicagoland del fratello potrebbe sembrare una sfida alla portata. E invece è un incubo. L’attività è piena di debiti, la cucina offerta è lontana anni luce da quella a cui Carmy era abituato. La gente che ci lavora ha problemi, sogni, inquietudini. Soprattutto il cugino Richie (Ebon Boss-Bachrach), che era un grande amico del fratello di Carmy. Ma l’arrivo di Sydney (Ayo Edebiri) potrebbe cambiare le cose.

Quella culinaria è una dimensione che ha trovato, negli ultimi anni, terreno fertile per numerosi titoli e/o format televisivi, aprendo una finestra su un mondo poco conosciuto, talvolta idealizzato, di rado raccontato per come è veramente. Si va dai classici MasterChef o Hell’s Kitchen a documentari più ricercati come Chef’s table. The Bear, però, è qualcosa di completamente diverso. È legato dal punto di vista visivo e narrativo all’immaginario urbano dei film di Scorsese (da Mean Streets a Taxi Driver, passando per Fuori orario), di Paul Schrader (Hardcore) o del William Friedkin più poliziesco, quello di Vivere e morire a Los Angeles e Il braccio violento della legge

The Bear opta per un ritmo solo apparentemente frenetico, ma che in realtà ha la struttura del jazz: improvvisato, passa agevolmente dalla sospensione al caos assoluto, il tutto sostenuto da una regia e da una scelta musicale sempre funzionali, che sorreggono l’intera operazione senza mai emergere in una forma prepotente. La forma è molto, in The Bear, in questo suo modo di raccontare la follia di certi ambienti di lavoro ma anche, come in questo caso, l’amore per essi. La cucina è un ideale, un concetto puro che tutti i personaggi aspirano a fare proprio. Ma la cucina sembra essere anche il luogo migliore per raccontare le stratificazioni esistenziali dei personaggi che la popolano.

Ecco perché The Bear è quasi prevalentemente ambientata dentro la cucina del ristorante, con i rari esterni di Chicago a dare un contesto. La cucina, intesa come set e come idea, è assoluta. È quel posto in cui tutto si distrugge, è portato al parossismo, per poi annullarsi di fronte all’affetto, all’amore, alla voglia di sopravvivere in una società spietata, che vive di estremi, che vibra di dolore ed empatia. Per ottenere questo grado di complessità senza rinunciare al coinvolgimento emotivo e all’intrattenimento, The Bear eccelle non solo da un punto di vista visivo, ma soprattutto in altri due elementi. 

Uno, come si diceva, è la scrittura, che ci restituisce una profondità di situazioni – fra tragedia, drammaticità e humor – e il retroterra narrativo dei personaggi senza mai esplicitarlo ma solo facendolo emergere con le interpretazioni, con i dettagli, con gli accenni. Siamo catapultati in un mondo frenetico e folle, non conosciamo nulla e nessuno, eppure in poco tempo comprendiamo quali siano i motivi che muovono i personaggi.

L’altro elemento, in qualche modo collegato al primo, è la bravura del corpo attoriale. Tutti gli attori coinvolti sono eccezionali. Spicca, fra tutti, un Jeremy Allen White (già visto in Shameless) consumato, sconvolto, imprevedibile eppure intenzionato ad affrontare il dolore senza farsi sopraffare dalla vita. Lui è il cuore di The Bear, ma non è il solo: anche Richie, interpretato Ebon Boss-Bachrach, dietro la facciata di uno stereotipato italoamericano che fa della violenza fisica e verbale l’unico strumento di comunicazione, nasconde un universo di tragedia e sofferenza che trova nel ristorante una cura al suo dolore.

Funziona, inoltre, la scelta di comporre la serie di soli otto episodi, quasi tutti brevi (mezz’ora) o brevissimi (venti minuti): un minutaggio lontano dalle mode più recenti (si veda Stranger Things), ma che premia il ritmo e la coerenza narrativa. The Bear sceglie di allontanarsi dalla serialità televisiva facile e con poco coraggio. Lo fa trasformandosi in uno schiaffo violento allo spettatore, che, come in un incontro di pugilato, si ritrova frastornato eppure magnetizzato da una storia che mette in scena la vita e tutto il suo incomprensibile fascino.

fonte: Di Andrea Fontana   https://fumettologica.it

Firenze: riparte in presenza il Rock Contest live

Dal 24 ottobre partono le selezioni dal vivo della 34^ edizione del concorso: i 30 progetti in gara scelti tra oltre 600 iscrizioni

Riparte in presenza il Rock Contest con molte nuove proposte musicali, oltre 15.000 euro di premi per la crescita professionale dei gruppi e una rete di festival, osservatori speciali dei 30 progetti in gara. Rock Contest è organizzato da Controradio e Controradio Club in collaborazione con Regione Toscana - Giovanisì/Fondo Sociale Europeo, Fondazione Sistema Toscana, il contributo di Comune di Firenze e Publiacqua, il sostegno di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori, il patrocinio di Regione Toscana, sponsor B&C Speaker.

Il concorso da 34 anni ricerca in tutta Italia talenti artistici da far conoscere ed apprezzare al grande pubblico. Nelle prime edizioni ha scoperto musicisti che sarebbero diventati nomi famosi della musica italiana, da Bandabardò a Roy Paci, da Irene Grandi, a Samuel e Boosta dei Subsonica a Stefano Bollani, per giungere agli anni 2000 con gli Street Clerks, Offlaga Disco Pax, Manitoba e molti altri.

Si ritorna dal vivo, con i gruppi sul palco dei club di Firenze, di fronte al pubblico, per alcuni prima occasione di esperienza live.
I 30 solisti/band che sono stati selezionati si sfideranno nel corso di cinque eliminatorie e due semifinali online, dal 24 ottobre al 24 novembre. La finalissima si svolgerà sabato 3 dicembre al Viper Theatre di Firenze. In dettaglio:

Lunedì 24 Ottobre: 1^ selezione - Combo Social Club
Mercoledì 26 Ottobre: 2^ selezione - Glue Alternative Concept Space
Mercoledì 2 Novembre: 3^ selezione - Combo Social Club
Venerdì 4 Novembre: 4^ selezione - Glue Alternative Concept Space
Martedì 8 Novembre: 5^ selezione - Glue Alternative Concept Space
Giovedì 17 Novembre: 1^ semifinale - Glue Alternative Concept Space
Giovedì 24 Novembre: 2^ semifinale - Combo Social Club
Sabato 3 Dicembre: Finale - Viper Theatre

Ospite speciale sul palco della serata finale EMMA NOLDE che presenterà “Dormi” il suo secondo album recentemente uscito per Woodworm/Capitol Records Italy e co-prodotto da Francesco Motta.

Ecco i 30 artisti / gruppi che parteciperanno al Rock Contest 2022:

Androgy̆nus (Grosseto/Roma), Asa's Mezzanine (Siena), Blue Lotus Wine (Firenze), Bohème (Milano), Bram Stalker (Rieti/Chieti), Calliope (Livorno), Cannibali Commestibili (Trento), Caterina (Bologna), Cinus (Lucca), D.O.A. - Death Of Autotune (Brescia/Bergamo), Dino Flange (Brescia), Forgotten Dream (Cremona), Giuliomaria (Firenze), Hitch Von Cassen & The Dreamers (Chieti/Pescara), Lamante (Vicenza), Le Pietre Dei Giganti (Firenze), Lonely Blue (Torino), Marte (Genova), Martini Police (Lecco), Mundial (Lecce), Nobody (Roma/Genova/Londra), O:odal (Firenze), Orthopédie (Firenze), Ossa di Cane (Siena), Pitoni (Roma), Riccardo Morandini (Bologna), The Black Armadillos (Genova), Una (Lucca), Wake up in the Cosmos (Arezzo), Wicked Expectation (Torino).

I premi del Rock Contest sono davvero molti per un importo complessivo di 15.000 euro che permetterà ai vincitori di valorizzazione il loro progetto artistico: registrazioni in studio e realizzazione di videoclip, promozione, shooting fotografici, organizzazione tour e altro.

Novità del 2022 il Premio Publiacqua, dedicato al brano che meglio esprime i temi della sostenibilità, climate change, biodiversità, accessibilità alle risorse, inclusione e uguaglianza. Il Premio, indetto da Publiacqua SpA, consiste nella produzione di un videoclip musicale che sarà realizzato da The Factory PRD, nota casa di produzione video-cinematografica con all'attivo importanti collaborazioni (Max Gazzé, Levante, Emis Killa, Cristina Donà, etc.).

Maggiori dettagli sul sito e i canali social del Contest

Netflix avvisa gli utenti: il trasferimento profilo è attivo per tutti

Qualche giorno fa, Netflix ha ufficializzato l'arrivo della funzionalità di trasferimento profilo: questa, come dice anche il nome, permette di trasferire un profilo e tutte le informazioni ad esso associate verso un altro account. 

Adesso, il colosso dello streaming ha effettivamente attivato la funzione per tutti, e sta avvisando gli utenti con una email.

Una volta attivata la funzionalità per il proprio account, sarà necessario cliccare sull'icona del proprio profilo posta in alto a destra sulla home page di Netflix e premere la voce relativa al trasferimento profilo: a questo punto, bisognerà inserire le credenziali del nuovo account verso cui trasferire il profilo ed il gioco è fatto.

Come detto in precedenza, con il trasferimento profilo vengono trasferite anche tutte le informazioni associate al profilo, come la cronologia dei contenuti già visti sulla piattaforma, la lista di film o serie TV da guardare e le proprie preferenze (ossia i "Mi Piace" che permettono all'algoritmo di Netflix di consigliare sempre nuove cose da guardare).

Leggi anche:

La pacchia sta per finire: da inizio 2023 Netflix farà pagare per la condivisione dell'account

Netflix ha dunque iniziato ad avvisare gli utenti circa questa funzionalità. Questo è il messaggio:

Ciao,

siamo lieti di annunciare l'introduzione della funzionalità "Trasferimento di profilo", che potrà rendere più semplice gestire gli eventuali cambiamenti della tua vita.

Questa funzionalità semplifica il trasferimento di un profilo esistente a un nuovo account, inclusi i suggerimenti, l'attività di visione, La mia lista, i giochi salvati, le impostazioni e altro.

In calce all'email sono poi presenti due pulsanti che permettono di rendere effettivamente attiva (o viceversa di rendere non attiva) la funzionalità di trasferimento profilo sul proprio account. L'email termina dicendo che se non si clicca nessun pulsante, i trasferimenti di profilo saranno automaticamente attivi 10 giorni dopo il 20 ottobre (quindi il 30 ottobre).

Nell'email sono infine elencate alcune domande frequenti: a questa pagina trovate comunque la lista completa e decisamente esaustiva delle FAQ del trasferimento profilo.

fonte: di  Vito Laminafra   www.smartworld.it

Libri: "Chi si ferma è perduto" di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone

Una nuova protagonista del giallo italiano, una investigatrice destinata a far breccia nel cuore dei lettori: Serena Martini, caparbia e curiosa e con tanto tempo a disposizione. Per dar vita a questo personaggio letterario Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, coppia nella vita, hanno deciso di scriverne insieme. Un’indagine al femminile che, tra suspense e ironia, scava nei segreti di un borgo toscano e dei suoi abitanti.

Serena, casalinga ultraindaffarata di un borgo vicino a Pisa, si imbatte casualmente in un cadavere. È quello del professor Caroselli, ottimo musicista e rigoroso insegnante nella scuola locale gestita dalle suore. Serena ha una solida formazione da chimica e un buon lavoro, ma ha scelto di licenziarsi stanca della discriminazione maschilista. Ma la sua identità non si esaurisce nel ruolo di madre di famiglia. Inoltre, la multitasking mamma di due figli e moglie di un distratto scienziato possiede quello che lei chiama «superpotere», un olfatto formidabile e professionalmente coltivato che le consente di distinguere perfino i singoli componenti chimici delle sostanze. 

Il passaggio da testimone in un caso di omicidio a investigatrice è così inevitabile. L’inchiesta ufficiale è invece condotta da Corinna Stelea, sovrintendente di polizia alta quanto un giocatore di pallacanestro, apparsa per la prima volta in Argento vivo nel ruolo di agente scelto che qui vedremo crescere. La coppia indirizza i sospetti verso i traffici del convento che gestisce la scuola. Molti pettegolezzi accompagnano l’indagine e molti segreti saranno svelati. 

Ma la soluzione sarà la più triste.
Serena Martini e Corinna Stelea, i due nuovi personaggi creati dalla collaborazione di un affermato scrittore con una quasi esordiente, ma soprattutto dalla fusione di un punto di vista maschile e uno femminile, hanno giornate così complicate e vere che le loro più banali vicende quotidiane rischiano ogni momento di precipitare nell’acrobatico, nel paradosso, nell’avventura. Come già nella serie del BarLume, è l’affermazione del lato umoristico, o benevolmente assurdo, della vita che introduce nel poliziesco l’elemento comico, a cui in questo romanzo si aggiunge la capacità di rappresentare la sensibilità femminile.

Marco Malvaldi

Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con questa casa editrice la serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016, Sei casi al BarLume, 2016; A bocce ferme, 2018; Bolle di sapone,2021), salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011 e 2021, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti 2011), e Il borghese Pellegrino (2020), gialli a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, e Milioni di milioni (2012), Argento vivo (2013), Buchi nella sabbia (2015), Negli occhi di chi guarda (2017), con Glay Ghammouri Vento in scatola (2019) e con la moglie Samantha Bruzzone Chi si ferma è perduto (2022).

Samantha Bruzzone

Samantha Bruzzone (Genova 1974) chimica di formazione e appassionata di gialli, ha pubblicato con Marco Malvaldi, compagno nella vita, due libri per ragazzi, Leonardo e la marea (Laterza 2012) e Chiusi fuori (Mondadori 2022) e, con Sellerio, Chi si ferma è perduto (2022).

fonte:  https://sellerio.it

mercoledì 19 ottobre 2022

Libri: "Storia sentimentale del telefono" di Bruno Mastroianni. In libreria dal 4 novembre

"Storia sentimentale del telefono" è il racconto lungo 150 anni del nostro romantico e turbolento rapporto con questa invenzione rivoluzionaria. 

Un album di ricordi composto dalle telefonate che ci siamo scambiati da ogni parte del mondo. Tutto è iniziato quasi per caso. Da una donna malata e un marito che non voleva lasciarla sola mentre lavorava in un'altra stanza. 

L'esigenza che aveva spinto l'immigrato italiano Arrigo Meucci a progettare il «telettrofono» è rimasta la stessa attraverso tutta l'evoluzione di questo prodigioso oggetto: comunicare, annullare le distanze. 

Ma come siamo cambiati noi, mentre cambiava il modo di farlo? Che esseri umani erano quelli che entravano nelle cabine telefoniche armati di un sacchetto di monetine? E quanto siamo diversi da chi allungava il filo a spirale della cornetta da una stanza all'altra in cerca di un po' di privacy? Ci hanno fatto perdere di più la pazienza la linea che cade o le insistenti chiamate dei call center? 

Bruno Mastroianni ci guida in un viaggio che da Meucci e Bell conduce sino al dispositivo fisso con la rotella e ai primi cellulari, per approdare infine all'era degli smartphone, in cui telefonare è diventata l'ultima necessità per cui utilizziamo il telefono: una narrazione che si snoda tra storia e costume, musica e pubblicità, per raccontare come, in uno strumento così semplice e geniale, abbiamo trovato il mezzo per esprimere la nostra anima. 

Bruno Mastroianni è un filosofo, giornalista e scrittore italiano, autore di Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello (Longanesi, 2018). Consulente per i social media per alcune trasmissioni Rai, è anche esperto in relazioni con i media, in comunicazione di crisi e in media training per istituzioni sociali e religiose. È docente presso Uninettuno e collaboratore del dipartimento di Filosofia dell'Università di Perugia. Tra i suoi altri titoli si ricordano Parlare di fede in tv. Breve corso di media training per farsi capire sul piccolo schermo (Edusc, 2015, con Raffaele Buscemi) e La disputa felice. Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico (Cesati, 2017).

fonte: www.ibs.it

Firenze: Intercity Festival Montreal "Dracula" al Teatro della Limonaia il 26 e 27 ottobre

BACK TO ITALY Teatro della Limonaia 26 e 27 ottobre ore 21.00

DRACULA
di Barbara Nativi
disegnato e diretto da Dimitri Milopulos
con (in ordine di entrata) Teresa Fallai, Daniele Bonaiuti, Elena Talenti, Chiara Renzi, Niccolò Curradi, Annibale Pavone

musiche originali composte ed eseguite da Marco Baraldi
drammaturgia Dimitri Milopulos
testi aggiuntivi di Bram Stocker dal romanzo originale, di Barbara Nativi e di Dimitri Milopulos
arrangiamenti musicali Guido Calabrò, Gabriele Bellu, Vanni Cassori
coreografie Giuseppe Iacoi
realizzazione costumi Silvana Castaldi
produzione Intercity
 
Dracula non è un estraneo. Non è un ospite malvagio a cui noi, poveri ingannati, permettiamo di avvicinarsi rendendoci cosi vittime consenzienti. Dracula è una parte di noi. Una parte spesso ben nascosta. Una parte oscura che non permettiamo a noi stessi di lasciar emergere. Dracula è quanto c’è di proibito; di sacrilego, di lussurioso. 
 
Dracula è il desiderio. Dracula è il vivere la vita. Dracula è la vita. Ma non è la vita così come ci viene fatta intendere dalla nostra società contaminata, indottrinata nel peggiore dei modi dalla religione. Non è una vita morta, repressa e soppressa da un innato proibizionismo dei sensi, pieno di catechismi di un’eterna passione e di un infinito e terribile senso di colpa.

Dracula é vivere davvero la vita nella sua arrogante bellezza, nella sua oscura natura, nella sua estrema violenza. Sì perché la vita è violenta. Lo è sin dalle grida che accompagnano la nascita fino al dolore che accompagna la morte. Ma, se andiamo oltre alla nostra vita preconfezionata cosa succederà? Saremmo capaci a sopportare e apprezzare quello che troveremo? Se i nostri desideri, passioni e voglie segrete saranno realizzate, saremmo in grado di gestire noi stessi? Se il desiderio viene soddisfatto cosa ci rimane? Dracula/Lucifero è sempre destinato a cadere?
D.M.
 
Barbara Nativi, attrice, autrice, traduttrice e regista, fonda e dirige il Teatro della Limonaia e il Festival Intercity. Alterna lavori di creazione ad un forte interesse verso la drammaturgia contemporanea. Dirige – oltre ai propri – in prima nazionale o assoluta testi di Massimo Bavastro, Silvia Calamai, Mario Luzi, Dacia Maraini, Fausto Paravidino, Martin Crimp, Sarah Kane, Terry Johnson, Mark Ravenhill, Philip Ridley, Sergi Belbel, Bernard-Marie Koltès, Jean-Luc Lagarce, Michel Marc Bouchard, Normand Chaurette, Michel Tremblay, Jon Fosse, Dimitris Dimitriadis.

Dimitri Milopulos, regista, scenografo, costumista, autore, attore, grafico. Nel 1988 crea insieme a Barbara Nativi e altri collaboratori il Teatro della Limonaia e il Festival Intercity di cui è direttore artistico dal 2005. Dirige – oltre ai propri – testi di Sarah Kane, Oscar Wilde, Virginie Thirion, Michel Tremblay, David Ireland, Barbara Nativi, Arkàs, Dimitri Dimitriadis, Wajdi Mouawad, e firma le scene di più di 60 produzioni su testi di autori come Sarah Kane, Jon Fosse, Jean-Luc Lagarce, Sergi Belbel, Barbara Nativi, Michel Tremblay, Martin Crimp, Michel Marc Bouchard. 

INFO: Teatro della Limonaia Via Gramsci 426 Sesto Fiorentino 055 440852 346 0384884 www.teatrodellalimonaia.it info@teatrodellalimonaia.it   https://www.facebook.com/teatrodellalimonaia

fonte: evento Teatro della Limonaia

domenica 16 ottobre 2022

Libri: "Se solo il mio cuore fosse pietra" di Titti Marrone

Libro finalista al Premio Napoli. Narrativa 2022

Libro finalista al Premio Alassio Centolibri-Un autore per l'Europa 2022 

«C'erano solo pochi frammenti per ricostruire da dove venissero quei piccoli. Che cosa avevano visto, sentito, vissuto? Chi era la madre, chi il padre? La parte più delicata per i bambini di Lingfield stava per cominciare. E lei si sentiva pronta.»

«Un romanzo travolgente che non parla soltanto del passato atroce ma delle guerre presenti e future di cui le prime vittime sono i bambini.» – Brunella Schisa, il Venerdì – la Repubblica

«"Se solo il mio cuore fosse pietra" è una narrazione storica che ci fa pensare a quanto i fatti della Storia da sempre condizionano la vita delle persone, ma anche che tra tanta cattiveria esistono persone buone e generose che vogliono spendere la loro vita per gli altri.» – Sabrina Bordignon per Maremosso

Nel 1945 la grande villa di campagna di sir Benjamin Drage diventa una residenza per i piccoli reduci dai campi di sterminio, venticinque bambini tra i quattro e i quindici anni accolti e accuditi grazie all’iniziativa e alla determinazione di Anna Freud, figlia del grande Sigmund, e di Alice Goldberger, sua collaboratrice. Ciascun bambino ha una storia diversa, terribile e speciale, ciascuno viene da un proprio personale inferno. 

Alice e la sua équipe lottano per restituire loro un’infanzia, dando vita per oltre un decennio a un centro dove le più recenti acquisizioni della psicologia infantile, della pedagogia e dell’arte vengono messe al servizio delle necessità dei bambini provenienti da lager, orfanotrofi e conventi o dai nascondigli dove i genitori li hanno lasciati durante la guerra, nell’estremo tentativo di salvar loro la vita. 

Lo sguardo dolce e professionale di Alice ci mostra come, nello scorrere delle stagioni, si allenti in Gadi la necessità di nascondere il cibo, si riducano gli incubi di Berl e la presenza della morte nei disegni di Denny e si avvicini per tutti, a poco a poco, l’obiettivo più difficile: recuperare la fiducia negli adulti. Titti Marrone scava nella Storia, apre gli archivi, incrocia documenti, foto, diari e lettere per trasporre in un romanzo la coraggiosa e commovente esperienza di Lingfield. 

La sua penna segue con delicata partecipazione l’incontro con l’infanzia di ciascun bambino, l’affiorare di traumi e ricordi dolorosi, il progressivo sciogliersi dei nodi più stretti. Fino all’inizio delle loro seconde vite. C’erano solo pochi frammenti per ricostruire da dove venissero quei piccoli. Che cosa avevano visto, sentito, vissuto? Chi era la madre, chi il padre? La parte più delicata per i bambini di Lingfield stava per cominciare. E lei si sentiva pronta.

Titti Marrone Giornalista. Ha scritto sul "Mattino" di Napoli dal 1980 al 2012, poi sull'Huffington Post. Si è occupata di teatro, storia delle idee, letteratura e politica, ha insegnato dal 1996 all’Università storia e tecniche del giornalismo. Negli anni Ottanta la sua ricerca si è focalizzata sulla storia del Mezzogiorno (Riforma agraria e questione meridionale, De Donato 1981). Ha scritto inoltre: Il mestiere di regista teatrale (Marcon 1992); Controluce (Pironti 1995) insieme a Gustaw Herling; Il sindaco (Rizzoli 1996); Meglio non sapere (ultima edizione Laterza 2013). Con Mondadori ha pubblicato Il tessitore di vite e Questo bimbo a chi lo do (2013). Nel 2019 ha pubblicato La donna capovolta (Iacobellieditore) e nel 2022 Se solo il mio cuore fosse pietra (Feltrinelli). 

fonte: www.lafeltrinelli.it