sabato 30 novembre 2019

A Biella nasce l'associazione per i diritti Lgbt "Il Groviglio"

Il Groviglio è una nuova associazione nata nel territorio biellese che tratta di tematiche LGBT+ (acronimo di Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, il + rappresenta invece tutti gli altri generi e orientamenti). Sabato 23 novembre hanno organizzato una festa di inaugurazioni a Biella presso il salone della sede Arci in Strada alla Fornace 8 per farsi conoscere dal territorio.

Nonostante la fitta pioggia e addirittura il blackout, la festa è continuata fino a sera. La giovane pittrice contemporanea Samantha Betti ha esposto alcuni quadri, molti dei quali sono stati acquistati; i volontari de “Il Groviglio” hanno creato dei cartelloni correlati da spiegazioni e immagini per ripercorrere i momenti salienti del movimento per i diritti LGBT+ in Italia.

Un notevole afflusso di gente ha animato la giornata. I partecipanti sono stati molti, tra i quali giovani e giovanissimi ma anche coppie e persone di età avanzata.

La festa ha coinvolto anche molte associazioni del Biellese, vicine alle tematiche dei diritti umani e all’ambiente. Secondo i volontari l’associazione è nata perché il Biellese non possiede una presenza stabile di una realtà di questo tipo, perciò, tramite eventi socioculturali e di sensibilizzazione, hanno in programma di coinvolgere e far cambiare la percezione della società nei confronti di gay, lesbiche, transessuali, ecc.

“Il Groviglio – spiegano - offre uno sportello di ascolto, cioè uno spazio riservato e sicuro, che ha lo scopo di dare supporto emotivo e psicologico a chi ha bisogno di aiuto, ascolto o semplicemente informazioni relative a salute, famiglia, diversità di genere, bullismo, coming out.

Per il 2019 le prossime date di apertura del servizio sono sabato 7 dicembre dalle ore 16 alle 18 e mercoledì 18 dicembre dalle ore 10 alle 12. 

Potete contattare l’associazione tramite la pagina Facebook, l’indirizzo mail ilgrovigliobiella@gmail.com o il numero di telefono 350 039 888”. 
fonte:  www.newsbiella.it

GLAAD: aumentano a dismisura i personaggi LGBT in televisione

Boom di personaggi LGBT nelle serie tv, per una televisione più inclusiva e aperta.

The L World, Pose, Batwoman. Sono solo le ultime tre serie che presentano anche dei personaggi LGBT. A trattare il tema è l’annuale Where We Are On TV di GLAAD, il report (diffuso ieri) che indica la “previsione completa dei personaggi LGBT previsti nella programmazione in prima serata nella stagione televisiva 2019-2020“.

Il rapporto, arrivato all’edizione numero il 24 e che da 4 anni analizza anche la presenza di contenuti più particolari e originali, conferma un trend positivo che ha visto aumentare i personaggi legati al mondo LGBT, proprio grazie alla decisione di molte produzioni di realizzare delle storie più inclusive. 

I dati sui personaggi LGBT di GLAAD

Ma l’inclusione non è solo per la comunità LGBT, ma anche per quanto riguarda il colore della pelle e il genere. Difatti, per la televisione americana, su 879 personaggi, 90 appartengono alla comunità LGBT, con un aumento dall’8,8% dello scorso anno al 10,2%. Se a questo numero si aggiungono i personaggio secondari, si arrivato a un totale di 120 di LGBT.
Per quanto riguarda il genere sessuale, il 53% di questi 120 sono donne, mentre il 47% uomini e non binari. Dati simili anche per il colore della pelle: mentre il 48% sono bianchi, il 42% sono personaggi LGBT di colore. Questo è un dato che è in aumento da due anni.


Per i canali a pagamento, i personaggi registrano un debole aumento, da 208 a 215. Ma a guadagnarsi il primo posto, è Netflix. La piattaforma si è dimostrata come più inclusiva, proponendo ai propri clienti un totale di 153 personaggi (ricorrenti e principali).

Male invece bisessuali e asessuati. Il primo ha isto un calo dell’1% (passando dal 27 al 26) mentre si è segnato un solo personaggio asessuale, nella serie BoJack Horseman di Netflix.

GLAAD chiede più impegno

I dati sono buoni, ma si può fare di meglio. E’ in pratica questo ciò che chiede GLAAD, che entro il 2025 vorrebbe che la percentuale di personaggi LGBT principali sia il 20%. Questo, spiega, sarebbe un modo per rappresentare meglio la società in cui viviamo. Inoltre, Megan Townsend, la direttrice di Entertainment Research & Analysis di GLAAD, ha spiegato che tutte le reti dovrebbero aprire all’inclusività, mentre adesso solo 3 reti hanno quasi la metà delle serie con personaggi legati alla comunità LGBT.
Un buon segnale viene invece dalla dichiarazione di Sarah Kate Ellis, presidente della GLAAD. La Ellis ha infatti spiegato che le serie tv con più successo e con personaggi LGBT  mostrano la realtà e la diversità, ottenendo una risposta positiva da parte degli spettatori, a cui almeno in Tv disinteressandosi all’orientamento sessuale dei personaggi.
fonte:  www.gay.it

lunedì 25 novembre 2019

Femminicidi in crescita nel 2018, 142 donne uccise

Eures: 'In aumento anche denunce per stupri, stalking, maltrattamenti in famiglia'


Violenza di genere ancora in crescita nel 2018: sono state 142 le donne uccise (+0,7%), 119 in famiglia (+6,3%).  

È quanto si legge nel rapporto Eures 2019 su "Femminicidio e violenza di genere in Italia". Nel rapporto si sottolinea che non si è mai registrata una percentuale così alta di vittime femminili (40,3%). 'Gelosia e possesso' sono ancora il movente principale (32,8%). In aumento anche le denunce per violenza sessuale (+5,4%), stalking (+4,4%) e maltrattamenti in famiglia (+11,7% nel 2018).

Secondo i risultati della banca dati dell'Eures sono 142 le vittime di omicidio di sesso femminile censite in Italia nel 2018, una in più dell'anno precedente. In percentuale, le vittime femminili raggiungono nel 2018 il valore più alto mai censito in Italia, attestandosi sul 40,3%, a fronte del 35,6% dell'anno precedente (29,8% la media del periodo 2000-2018). Sono invece 94 gli omicidi con vittime femminili censiti in Italia dall'Eures nei primi 10 mesi del 2019.
Ad aumentare nel 2018 sono soprattutto i femminicidi commessi in ambito familiare/affettivo (+6,3%, da 112 a 119), dove si consuma l'85,1% degli eventi con vittime femminili. Anche nel 2018 la percentuale più alta dei femminicidi familiari è commessa all'interno della coppia, con 78 vittime pari al 65,6% del totale (+16,4% rispetto alle 67 del 2017): in 59 casi (pari al 75,6%) si è trattato di coppie "unite" (46 tra coniugi o conviventi), mentre 19 vittime (il 24,4% di quelle familiari) sono state uccise da un ex partner.

Ancora in aumento, nel 2018, anche il numero delle donne anziane vittime di femminicidio (48 le ultrasessantaquattrenni uccise nel 2018, pari al 33,8% delle vittime totali), "confermando la fragilità di tale componente della popolazione". Si attesta infine al 24,4% la percentuale delle donne straniere tra le vittime di femminicidio (35 in valori assoluti, di cui 29 in ambito familiare). Nel 28% dei casi "noti" sono stati inoltre riscontrati precedenti maltrattamenti a danno delle vittime (violenze fisiche, stalking, minacce), spesso conosciuti a terze persone. Il Nord conferma anche nel 2018 la più alta presenza di donne uccise (66, pari al 45% del totale italiano, di cui 56 in famiglia), mentre il 35,2% dei femminicidi si registra al Sud (50 casi, di cui 42 in famiglia) e il 18,3% nelle regioni del Centro (26 casi, di cui 21 in famiglia).
Secondo l'Eures, "il principale movente dei femminicidi familiari risulta quello della gelosia e del possesso (impropriamente definito 'passionale'), riscontrato nel 32,8% dei casi; seguono, con ampi scarti, le liti e i dissapori (16%) e il disagio della vittima (15,1%)". Sono invece le armi da fuoco il principale strumento di morte, con 46 vittime a fronte delle 22 del 2017 e delle 33 nel 2016.
In costante aumento negli ultimi cinque anni, poi, le violenze sessuali denunciate, che raggiungono nel 2018 le 4.886 unità, con una crescita del 5,4% sul 2017 e del 14,8% sul 2014. Di queste ben 1.132, pari al 25,9% del totale, risultano minorenni.

Sono le regioni del Nord a registrare la crescita maggiore dei reati denunciati (+8,3% nell'ultimo anno) insieme a quelle del Centro (+8,5% sul 2017), mentre al Sud il fenomeno si presenta in leggera flessione nell'ultimo anno (-2,7%).

Anche il reato di stalking presenta una crescita costante negli ultimi anni, raggiungendo nel 2018 le 14.871 denunce, con una crescita del 4,4% tra il 2017 e il 2018 e del 19,5% rispetto al 2014. Secondo gli ultimi dati disponibili, le vittime femminili di stalking rappresentano il 76,2% del totale (83% in Trentino Alto Adige), in crescita rispetto al 73,9% del 2017, mentre le vittime straniere si attestano sull'11,6%. Nel 2018 nel Sud si conta quasi il 44,7% delle denunce registrate in Italia, così come l'indice di rischio più alto (32 denunce ogni 100.000 abitanti).
Tra i reati ascrivibili alla violenza di genere sono i maltrattamenti in famiglia a registrare il maggiore incremento nel 2018, attestandosi a 17.453 delitti denunciati, il valore più alto dell'ultimo quinquennio. Anche per questo reato la componente femminile delle vittime risulta elevata, rappresentando nel 2018 l'81,6% del totale (in crescita rispetto all'80% del 2017).
Alta risulta inoltre la percentuale delle vittime femminili straniere, attestandosi nel 2018 sul 23,2% (come nel 2017), presentando tale componente "indici di rischio" indicativamente tre volte superiori a quelli delle donne italiane.

"Molto significativa" la presenza di vittime minori (1.965 in valori assoluti, pari a circa 6 al giorno nel 2018), che rappresentano l'11,1% delle vittime totali, con una crescita del 14% sull'anno precedente.
fonte:  Redazione ANSA www.ansa.it
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