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++ In concorso a Venezia cinque film italiani ++ - RIPRODUZIONE RISERVATA
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Come sta il cinema italiano? A vederlo dal
Lido di Venezia non c'è male.
©Ansa di Alessandra Magliaro Una
bella dozzina, anzi 'Quella sporca dozzina' se vogliamo cercare una
definizione cinematografica evocativa, è alla prossima Mostra del cinema
dal 28 agosto al 7 settembre con cinque titoli in concorso per il Leone d'oro nella giuria presieduta da Isabelle Huppert.
Dodici film e anche di più considerando la selezione nel complesso,
rappresentativi di una varietà di generi, misure (dal lunghissimo di M
la serie al corto di animazione di Rak), stili, che sembra rispecchiare,
secondo la convinzione del direttore artistico Alberto Barbera, i tentativi di nuove strade del nostro cinema.
Intanto i magnifici cinque che si giocheranno il Leone d'oro, "film che tra loro non potrebbero essere più diversi".
Ritorna Gianni Amelio con Campo di Battaglia, con Alessandro Borghi e Gabriel Montesi nel
ruolo di due inseparabili amici di infanzia, medici militari su fronti
ideologici opposti sulla guerra in una storia ambientata nell'ultimo
anno del primo conflitto mondiale, l'anno di Caporetto e della febbre
spagnola (una produzione Kavac Film, Ibc Movie, One Art con Rai Cinema,
al cinema dal 5 settembre con 01).
La sorpresa è Vermiglio, secondo film di Maura Delpero, con Tommaso Ragno
e molti attori non professionisti, girato nell'omonimo paesino della
Val di Sole in Trentino, lungo un anno di riprese, per restituire con
autenticità e freschezza la vita del borgo in una storia che racconta
dell'ultimo anno della seconda guerra mondiale in una grande famiglia e
di come, con l'arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del
destino essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova
la propria, un film che secondo Barbera prosegue nel segno del realismo
assoluto dell'Albero degli Zoccoli di Ermanno Olmi (una produzione
Cinedora con Rai Cinema e partner francesi e belgi, in sala con Lucky
Red).
Poi c'è Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza che in chiave farsesca raccontano una storia ispirata alla vita di Matteo Messina Denaro, il boss mafioso morto 8 mesi dopo la cattura: Elio Germano è il latitante ossessionato dalla figura paterna, mentre Toni Servillo è il fianccheggiatore che si presta a tradirlo. Nel cast anche Barbora Bobulova e Fausto Russo Alesi (una coproduzione Italia-Francia: Indigo Film con Rai Cinema, in sala dal 10 ottobre con 01).
Girato a Cinecittà, tratto dal romanzo di William S. Burroughs (il libro che da tempo sognava di far diventare un film), con Daniel Craig protagonista è Queer di Luca Guadagnino,
il più internazionale dei registi: per Barbera l'ex 007 è
"all'interpretazione della vita"), una storia ambientata negli anni '50 a
Città del Messico in cui il quarantenne americano William Lee incontra
Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città e si
illude per la prima volta della possibilità di stabilire finalmente una
connessione intima con qualcuno (una produzione Fremantle prodotto da
The Apartment e Frenesy film company del regista).
Infine la seconda regista tra i cinque italiani del concorso: Giulia Loiuse Steigerwalt che dopo Settembre porta al Lido Diva Futura, la storia dell'omonima agenzia di pornostar fondata da Riccardo Schicchi negli anni Ottanta, che lanciò fenomeni come Ilona Staller e Moana Pozzi: nel cast Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza
(una produzione Groenlandia e PiperFilm con Rai Cinema, distribuita da
PiperFilm) per un film da cui si attende la rivisitazione di una storia
italiana che tanti conoscono che tratta di sesso con una angolazione
inedita.
"Ci sono tante produzioni ferme in attesa dei nuovi decreti attuativi
- dice all'ANSA Barbera - le produzioni arrivate quest'anno sono 206
rispetto alle 220 dello scorso anno e bisognerà vedere cosa accadrà il
prossimo anno rispetto a questi numeri. La sovrapproduzione, non
coincidente con adeguata qualità, di cui gli anni scorsi si è parlato,
c'è ancora ma le cose stanno cambiando, il cinema italiano farà i conti
con nuovo regime di sostegno pubblico che cambierà almeno in parte le
regole del gioco. Diversità, originalità, strade diverse dal cinema
italiano di tradizione sono le caratteristiche dei film che abbiamo
considerato, e questo è il bello della situazione".
Nelle altre sezioni c'è attesa per l'anteprima mondiale di M - Il figlio del secolo, la serie di Joe Wright in otto episodi dal romanzo bestseller di Antonio Scurati con Luca Marinelli nei panni di Benito Mussolini
vincitore del Premio Strega (prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli
per The Apartment, si vedrà al cinema e poi su Sky nel 2025).
Nel Fuori Concorso c'è L'Orto Americano di Pupi Avati con Filippo Scotti (Film di chiusura del festival), Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini con Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, Bestiari, Erbari, Lapidari il nuovo documentario di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti e infine il cortometraggio di Marco Bellocchio Se posso permettermi capitolo II.
Due film italiani saranno in gara nella sezione Orizzonti che sarà aperta dal secondo lungometraggio di Valerio Mastandrea, Nonostante. Si tratta di Familia di Francesco Costabile con Francesco Di Leva protagonista e Diciannove di Giovanni Tortorici, un coming of age con protagonista l'esordiente Manfredi Marini.
Nella sezione Orizzonti Extra ci sono Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman con Nanni Moretti tra i produttori e La storia del Frank e della Nina di Paola Randi.
In concorso tra i corti c'è René va alla guerra di Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa.
fonte: ©Ansa di Alessandra Magliaro www.ansa.it RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati