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venerdì 8 aprile 2011
Lgbt Firenze: Domani in Palazzo Vecchio convegno nazionale su ’Omofobia e transfobia a scuola’
L’iniziativa organizzata dall’assessorato all’educazione con l’associazione Ireos
‘Omofobia e transfobia a scuola.
Esperienze di intervento a confronto’ è il titolo del convegno nazionale che si terrà domani nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio.
L’iniziativa è stata organizzata dall’assessorato all’educazione in collaborazione con Ireos, un’associazione di volontariato che si occupa di discriminazioni nell'ambito dell'identità sessuale e della difesa dei diritti di persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, transgender, intersessuali.
Da tre anni Ireos, in collaborazione il Comune ed Arcilesbica Firenze, ha proposto all'interno de ‘Le Chiavi della Città’, (il pacchetto di iniziative che l’assessorato all’educazione offre ai ragazzi delle scuole dell’infanzia, delle primarie e delle secondarie di primo grado) un progetto contro le discriminazioni legate agli stereotipi di genere denominato ‘Da Giove a Giunone a Barbie e Ken’ rivolto alle classi della scuola secondaria di primo grado.
La proposta, ideata dottoressa Barbara Santoni con la supervisione del professor Davide Dèttore, ha consentito agli insegnanti e alunni che hanno aderito di riflettere sugli stereotipi di genere fortemente diffusi nella nostra società e che condizionano lo sviluppo tra i ragazzi di dinamiche di bullismo, specialmente di tipo omofobico.
Tra i relatori del convegno di domani:
Giovanna Ceccatelli Guerrieri (professore di sociologia all’università di Firenze),
Davide Déttore (professore di psicologia clinica all’università di Firenze),
Porpora Marcasciano (sociologa e presidente del Mit, ‘Movimento identità trans’)
Paolo Valerio (professore di psicologia clinica all’università di Napoli),
Luca Pierantoni (professore facoltà di psicologia dell’università di Bologna),
Anna Lisa Amodeo (ricercatrice di psicologia clinica all’università di Napoli), Federico Battini (ricercatore di pedagogia sperimentale all’università di Perugia), Elisa Brigiolini (psicologa Coop 21, associazione Ireos),
Luca Cipriani (responsabile delle attività con le scuole del servizio LGBT del Comune di Torino),
Margherita Graglia (psicologa e psicoterapeuta, didatta del ‘Centro Italiano di Sessuologia’),
Barbara Santoni (psicologa e psicoterapeuta, associazione Ireos),
Giulia Selmi (sociologa, associazione ‘Il progetto Alice’ di Bologna, dottore in ricerca in sociologia e ricerca sociale dell’università di Trento).
Il convegno avrà inizio alle ore 9. (f.n.)
fonte: ufficio stampa comune di firenze
PER INFO NEL DETTAGLIO DELLA GIORNATA CLICCA QUI:
http://lisadelgreco.blogspot.com/2011/03/lgbt-firenze-convegno-nazionale.html
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LGBT: DOCUMENTO DI COOPERAZIONE FRA L’OSCAD DELLA POLIZIA E L’UNAR DEL MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA'
Firmato oggi alla Scuola Superiore della Polizia, a Roma, il protocollo di cooperazione nella lotta alla discriminazione ed ai reati discriminatori fra l’Oscad, l’Osservatorio per la Sicurezza contro gli atti discriminatori della Polizia di Stato e l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del Ministero per le Pari Opportunità.
Alla riunione hanno partecipato i massimi esponenti delle Forze dell’Ordine nelle persone dei prefetti Antonio Manganelli, dirigente generale delle Forze di Polizia, del prefetto Francesco Cirillo, vicecapo,
del questore Enzo Calabria, direttore del servizio di Analisi criminale,
del generale Fischione dei Carabinieri,
dei rappresentanti di alcune fra le principali associazioni del movimento gay:
GayLib, Arcigay, Gay Center, Polis Aperta, Rete Lendford, Agedo e Gay Net, quest’ultima rappresentata dall’on. Franco Grillini), di Massimiliano Monanni, direttore dell’Unar e di altre associazioni di lotta alla discriminazione (ACLI, Amnesty International, CIR - Consiglio Italiano Rifugiati -, Comunità Sant' Egidio e l' UFTDU - Unione Forense per la Tutela dei Diritti Umani).
Gli onori di casa sono stati tenuti dal Dirigente generale della Scuola Superiore di Polizia, Gerardo Cautilli, il quale ha esordito ricordando che dietro ad ogni discriminazione o reato discriminatorio vi è sempre un individuo.
Il prefetto Francesco Cirillo ha voluto ribadire l’importanza della formazione nella lotta al reato omofobico, motivo per cui si è scelta come sede dell’incontro la Scuola Speriore di Polizia, dove si formano i nuovi commissari, ma anche il ritardo con cui l’Italia si pone, rispetto all’Europa, sulla questione.
Il prefetto ha informato l’assemblea che nel breve periodo di operatività dell’Oscad sono arrivate 42 segnalazioni, dato che può essere interpretato sotto diversi aspetti, e che in almeno un caso si è intervenuti in tempo per procedere all’arresto del criminale.
Anche secondo Cirillo c’è ancora molta gente che non ha il coraggio di denunciare i soprusi e quindi di rapportarsi con le Forze dell’Ordine, nonostante sia ormai indiscutibile che la vita di ogni giorno sia fatta di bianchi e neri, di eterosessuali e gay.
“Lo stesso termine ‘integrazione’, ha spiegato il dirigente di Polizia – appare inappropriato, poiché siamo in una società in cui si vive insieme”.
Sempre Cirillo ha poi ribadito che per quanto la Polizia si occupi di perseguire il reato e l’Unar di combattere la discriminazione, i canali di comunicazione restano identici e per questo motivo è importante che i due osservatori utilizzino i medesimi canali comunicativi.
Il rappresentante dell’Unar, Massimiliano Monanni, ha voluto affermare di come l’interazione con l’Oscad permetta di lavorare in modo decisamente migliore nella lotta alla discriminazione ed ha spiegato di come l’Unione Europea abbia chiesto all’Italia un maggior impegno nella formazione finalizzata alla lotta alla discriminazione.
Anche il prefetto Antonio Manganelli ha indicato nella scelta della Scuola dei Superiore di Polizia una scelta non casuale, in quanto, ha spiegato “la Scuola è la casa della cultura, delle ricerche e delle strategie che servono per progredire, dove nascono le cose che facciamo, ovvero il ‘prodotto’ del nostro lavoro, che è la sicurezza.
Tant’è che all’incontro sono presenti i massimi vertici delle Forze di Sicurezza, dal capo dell’Antiterrorismo, al capo dell’Anticrimine ed il generale dei Carabinieri Maruccio per significare la capillarità della presenza sul territorio delle Forze dell’Ordine. La stessa legislazione tiene conto dei dati che arrivano presso questa sede”.
Manganelli ha poi detto che vi sono i sensori di una catena di pregiudizi in atto che poi arrivano a formare il reato, ma vi è anche il fattore non secondario della paura del diverso per cui è necessario colmare un vuoto immediato, dove lo Stato è in colpevole ritardo.
“Va anche detto, ha continuato il Capo della Polizia , che solo fino a qualche anno fa una riunione come quella di oggi sarebbe stata del tutto impensabile anche per via della figura virile e sceriffesca del poliziotto. Il reato discriminatorio ed omofobico va colpito, ma il nostro motto resta più sicurezza insieme”.
Il prefetto ha poi spiegato lo scopo della firma del protocollo di cooperazione fra Unar e Oscad, poiché “bisogna porsi obiettivi ambiziosi, non solo sedersi intorno ad un tavolo, ovvero dar vita ad un vero osservatorio che unisca le energie di tutti”.
Sempre Manganelli sì è poi soffermato sull’importanza di agevolare le denunce reperendo interlocutori giusti e con la dovuta professionalità. Ha poi concluso l’incontro con la promessa di prossimi incontri a cadenza periodica anche di natura tecnica per valutare il raggiungimento degli obiettivi dell’Oscad.
fonte gaynews.it di Enrico Oliari
Lgbt Arte: XIII Settimana della Cultura dal 9 al 17 aprile 2011
L’Italia è un Paese dallo straordinario patrimonio artistico e culturale. Si tratta di un tesoro dall’inestimabile valore che abbiamo avuto il privilegio di ricevere in eredità dai nostri antenati nel corso dei secoli.
Questa fortuna risulta ancora maggiore potendone godere gratuitamente per nove giorni, dal 9 al 17 aprile prossimi.
E’ quello che succede durante la Settimana della Cultura, giunta alla XIII edizione, che ogni anno apre gratuitamente le porte di musei, aree archeologiche, archivi e biblioteche statali, per una grande festa diffusa su tutto il territorio nazionale.
In tutta Italia, oltre 2.500 appuntamenti tra mostre, convegni, aperture straordinarie, laboratori didattici, visite guidate e concerti renderanno ancora più speciale l’esperienza di tutti i visitatori italiani e stranieri.
Inoltre grazie al progetto “Benvenuti al Museo” che vede la collaborazione con il Centro per i servizi educativi del museo e del territorio del MiBAC circa 750 studenti di istituti tecnici e professionali per il turismo, licei linguistici e istituti alberghieri saranno coinvolti presso alcuni dei principali musei statali italiani per attività di accoglienza al Museo per i visitatori italiani e stranieri, distribuzione di materiali informativi, assistenza alle attività educative.
“L’Italia – dichiara il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giancarlo Galan - è il frutto della millenaria stratificazione delle numerose civiltà che si sono sviluppate sul suo territorio. Ognuna con i suoi caratteri originali, ognuna con le sue peculiarità ha contribuito a plasmarne il paesaggio, a edificarne i centri abitati, a organizzarne gli insediamenti rurali.
Tutte hanno avuto un ruolo determinante nel forgiare il nostro essere italiani, arricchendo al contempo il nostro patrimonio artistico con opere e strutture civili e religiose.
La settimana della cultura è un’ottima occasione per tutti i cittadini di riappropriarsi di questo patrimonio, visitando musei, siti archeologici e monumenti e riscoprendo, nel centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, il senso profondo della propria appartenenza alla comunità nazionale”.
“Per quello che é tra i più importanti appuntamenti del Ministero – dichiara il Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, Mario Resca - abbiamo predisposto un ricchissimo calendario di incontri e manifestazioni che impreziosiranno la visita nei luoghi della cultura.
Invito tutti a visitare il nostro sito per scegliere le proposte più allettanti e trascorrere i nove giorni più fortunati dell’anno”.
La campagna parte da un presupposto universalmente riconosciuto: i cittadini italiani hanno una fortuna immensa sotto al proprio naso. Un patrimonio artistico che non ha nessuno al mondo.
A questa immensa fortuna, se ne aggiunge un'altra, grandissima, che durerà per 9 giorni: tutto questa ricchezza sarà gratuita. Non c'è un prezzo da pagare per vederla. Sarà quindi come trovare una straordinaria fortuna per terra, per nove giorni di seguito.
Perché ogni biglietto di ogni museo o sito d'arte italiano sarà come regalato, trovato, piovuto da chissà dove.
fonte http://www.beniculturali.it
giovedì 7 aprile 2011
Lgbt: Parlamento Europeo vota per difesa persone lgbt che chiedono asilo nei Paesi dell’Unione europea. Il Consiglio accolga richiesta del PE
Il Parlamento Europeo ha approvato ieri con una maggioranza di centro-sinistra (e per soli 8 voti di differenza: 314 favorevoli, 306 contrari e 48 astenuti) la Relazione Guillaume che emenda la proposta di Direttiva della Commissione europea sulle "Norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca della protezione internazionale".
Oltre a rafforzare in generale le garanzie per i richiedenti asilo, la relazione del PE introduce numerose proposte per garantire le persone LGBT che fuggono dai loro paesi di origine perché perseguitati per orientamento sessuale o identità di genere.
In particolare, si prevede che tali persone siano incluse nella categoria
di "richiedenti asilo con bisogni speciali" più vulnerabili e quindi bisognosi di particolare sostegno, attenzione e protezione.
La formazione del personale, l'assistenza di esperti specializzati, la garanzia della riservatezza delle informazioni rispetto alla famiglia, per il rispetto della dignità umana e dell'integrità in occasione degli esami fisici e i tempi di preparazione per le interviste, devono tenere conto in modo appropriato della situazione delle persone LGBT.
Col questo voto il Parlamento Europeo ha chiuso la sua prima lettura della proposta di Direttiva, che é rimasta fino ad oggi bloccata in Consiglio per l'opposizione di alcuni Stati membri.
La Commissione europea ha annunciato oggi che depositerà emendamenti di compromesso per cercare di avvicinare le posizioni del PE e del Consiglio Europeo per arrivare all'approvazione di una proposta ambiziosa il più presto possibile.
L’Associazione Radicale Certi Diritti chiede al Consiglio di velocizzare l’approvazione di questo documento vista anche la grave situazione umanitaria di queste settimane.
fonte: http://www.radicali.it, Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti
Lgbt: In Italia si licenzia ancora per omosessualità e transessualità
Arcigay sta raccogliendo le storie di uomini, donne e trans alle prese con le discriminazioni sul lavoro.
C'è chi racconta "pensavo sarebbe stato il lavoro della mia vita. Forse in un'altra vita..."
A due sole settimane dal lancio sono più di mille i questionari raccolti da Arcigay per la prima indagine nazionale sulle discriminazioni sul lavoro che coinvolgono gay lesbiche e trans: Io sono, io Lavoro.
«È un numero importante, ci aspettavamo di raccogliere in un mese almeno 600 questionari ma l’averne raccolti oltre 1000 ci consentirà di offrire dati più significativi di un fenomeno vasto e sconosciuto.
L'invito a tutti, discriminati e no, è quello di rispondere al questionario on line sul sito www.iosonoiolavoro.it», spiega il responsabile della ricerca Michele Giarratano.
«Ci piacerebbe avere più questionari di donne e trans, e di cittadini delle città di Genova, Firenze e Catania perché queste sono le tre città pilota scelte come campione rappresentativo sul territorio nazionale».
La ricerca consentirà finalmente di avere informazioni chiare sull'estensione e l'articolazione del fenomeno che terrà conto di tutte le componenti della comunità lgbt, sia dei lavoratori che dei non-lavoratori, con qualunque tipologia di contratto. Dati alla mano si potranno implementare e attuare, anche in collaborazione con le Istituzioni, strategie utili alla riduzione della discriminazione.
La raccolta dei questionari, e di storie di discriminazione a gay lesbiche e trans, si concluderà il 15 maggio 2011 e Gay.it è in grado di anticipare alcune tra le storie di discriminazione raccontate da coloro che hanno già compilato il questionario.
È a lieto fine quella di Giovanni, che lavora in una piccola ditta di un piccolo paese: "All'inizio giravano battute che mi facevano star male.
Non ci pensavano, per loro era normale. Dopo qualche settimana mi sono detto che o me ne andavo o dovevo dire qualcosa. Gliel'ho detto che secondo me sbagliavano, che mi ferivano. Hanno capito e si sono scusati.
Non è stato facile ma ne è valsa la pena. Sono fortunato".
E le "battute" sui gay nei luoghi di lavoro sono molto, troppo comuni. Salvo dice: "Lavoro in un contesto molto stressante: confusione, litigi, ansia... Solo che quando si incazzano con gli altri, si riferiscono alle cose che non vanno del loro lavoro; quando si incazzano con me, mi deridono per la mia sessualità".
Carla aggiunge: "Sinceramente volevo fare un lavoro diverso da quello che faccio adesso. Mi hanno però detto che una come me là avrebbe fatto una brutta fine: è un ambiente tutto maschile, gli scherzi sessuali sono pesanti.
Mi spiace... credo che sarebbe stato veramente il lavoro della mia vita.
Forse in un'altra vita...".
Il problema della transessualità emerge con decisione dalle parole di Silvia: "Vesto abiti femminile ma non sono operata: la mia carta d'identità, e quindi anche il mio cartellino di riconoscimento, riporta ancora il mio nome maschile.
Mi prendono sempre in giro".
In Italia poi, si licenzia ancora per omosessualità. È il caso di Michele: "Il mio datore di lavoro ha scoperto che facevo la drag queen nel weekend.
Mi ha detto che non potevo andare avanti così, che gli portavo un cattivo nome al negozio. Mi ha licenziato".
Ma c’è spazio anche per luoghi di lavoro inclusivi, come nell'esperienza di Francesca: "Io in ufficio sto bene, il clima è buono. Sono dipendente di un ente pubblico e mi sento tutelata.
Molte colleghe sanno di me. Ci rispettiamo.
Però quando la mia compagna è malata, se voglio stare a casa per prendermi cura di lei sono obbligata a prendere ferie. Secondo me questa è una discriminazione".
I dati raccolti da Arcigay saranno diffusi a partire da fine giugno 2011 e promettono di dare un contributo reale a migliorare il futuro di gay, lesbiche e trans.
fonte http://www.gay.it/ di di Stefano Bolognini
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Lgbt NYC Pride 2011: a New York City l'attesa parata gay
NYC & Company, l’ente del turismo della città di New York City, e Heritage of Pride, Inc. hanno annunciato il tema del NYC Pride 2011, “Proud and Powerful”. New York City , una delle destinazioni più amate al mondo dai turisti LGBT, ospiterà quest’anno 8 giornate ricche di eventi, dal 18 al 26 giugno 2011, a partire da The Rally at Central Park’s Rumsey Playfield, fino al leggendario Dance on the Pier presso il Pier 54 di Hudson River Park.
“Siamo orgogliosi del fatto che New York City sia diventata la destinazione numero uno per i festeggiamenti del gay pride” afferma George Fertitta, CEO di NYC & Company. “Invitiamo i turisti da tutto il mondo a visitare la città in occasione di questo grande evento per unirsi alle celebrazioni.”
Heritage of Pride, l’organizzatore degli eventi del LGBT Pride a New York City in commemorazione degli Stonewall Riots del 1969, presenterà una serie di attività durante tutta la Pride Week. Per l’occasione, Morgans Hotel Group offrirà pacchetti speciali con prezzi a partire da 189 dollari, comprensivi di pernottamento e accesso a internet gratuito. Il pacchetto è valido dal 16 al 27 giugno 2011 per un minimo di due notti.
“Il tema “Proud and Powerful”, scelto per il 2011, sintetizza il punto in cui si trova il movimento LGBT oggi,” afferma Chris Frederick, Managing Director di Heritage of Pride, Inc. “Negli scorsi anni abbiamo assistito a diverse vittorie per la comunità, da Don’t Ask Don’t Tell al Defense of Marriage Act.
Il nostro messaggio è chiaro e semplice: siamo orgogliosi di quello che siamo e sempre più potenti grazie alle conquiste ottenute verso le pari opportunità.”
Ecco una lista delle attività proposte durante il NYC Pride 2011:
The Rally
Sabato 18 giugno, dalle 15 alle 18
Rumsey Playfield, Central Park (Fifth Avenue e 72nd Street)
NYC LGBT Pride Rally include personaggi famosi e relatori della comunità LGBT, che daranno il via agli eventi della Pride Week. L’evento è aperto al pubblico e gratuito.
The Pride Ride
Giovedì 23 giugno, dalle 10 alle 16.30
Sabato 25 giugno, dalle 10 alle 16.30
Lunedì 25 giugno dalle 10 alle 16.30
Un itinerario in bicicletta per esplorare la cultura e la storia della comunità LGBT a Manhattan. Il tour inizia a Central Park e include un pranzo al sacco allo Hudson River pier. Il prezzo del biglietto include il noleggio della bicicletta, la guida, il pranzo e uno snack. Per informazioni e prenotazioni visitare il sito.
Rapture on the River: A Women’s Dance
Sabato 25 giugno, dalle 18 alle 23
Pier 54, Hudson River Park (West Side Highway e West 13th Street)
Giunto all’ottava edizione, Rapture on the River è uno dei principali eventi del Pride Week, totalmente dedicato alle donne, con un line-up di grandi DJ. I biglietti possono essere acquistati a partire dall’1 maggio 2011. Tutti i ricavi di Rapture on the River saranno devoluti all’organizzazione della Pride Week e alle organizzazioni della comunità.
The March
Domenica 26 giugno, da mezzogiorno
A partire da 36th Street e Fifth Avenue fino a Christopher e Greenwich Streets
La parata, che si tiene ogni anno in commemorazione degli Stonewall Riots, a difesa dei diritti civili, è anche una celebrazione dei diritti degli omosessuali e il riconoscimento di cause importanti, quali la lotta all’AIDS. E’ possibile assistere alla parata lungo l’intero percorso anche se l’apoteosi si raggiunge nella parte finale del percorso nel West Village. L’evento è aperto al pubblico e gratuito.
PrideFest
Domenica 26 giugno dale 11 alle 19
Hudson Street tra Abingdon Square e West 14th Street
Il PrideFest, giunto alla diciottesima edizione, è la fiera annuale della Pride Week, con spettacoli, attività e bancarelle, che richiama ogni anno residenti, famiglie, leader della comunità LGBT, proprietari di aziende dell’area e visitatori da ogni parte del mondo. L’evento è gratuito e aperto al pubblico.
Dance on the Pier: Dance 25
Domenica 26 giugno dalle 16 alle 22.30
Pier 54, Hudson River Park (West Side Highway e West 13th Street)
Dance on the Pier sarà animato quest’anno dal DJ newyorkese Vito Fun e da una delle più amate dj del clubbing newyorkese, DJ Ana Paula. A seguire, il pubblico potrà assistere a spettacoli pirotecnici. I biglietti possono essere acquistati a partire dall’1 maggio 2011. Tutti i ricavi di Dance on the Pier saranno devoluti alla Pride Week e alle organizzazioni della comunità.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale della Pride Week 2011. Heritage of Pride è su Twitter e su Facebook.
Per informazioni sulla storia e la cultura della comunità LGBT a New York City, oltre a spunti per itinerari e offerte,www.nycgo.com/gay
fonte http://www.ilturista.info/blog/8918-NYC_Pride_2011_a_New_York_City_l_attesa_parata_gay/
Lgbt: Scade il 13 maggio il Bando "Maria Baiocchi" per le migliori tesi di laurea e post laurea in gender studies
Il Premio “Maria Baiocchi” per le migliori tesi di laurea e post-laurea in gender studies è arrivato alla sua VII edizione ed è l’unico esempio in Italia di cerniera tra movimento LGBT e ricerca accademica.
Il suo presupposto è che la ricerca sulle identità di genere e sugli orientamenti sessuali costituisca un potenziale innovativo in tutti i campi del sapere e, al tempo stesso, che la ricerca sia un elemento di crescita culturale e civile ad ogni livello.
L’iniziativa del Premio intende censire e raccogliere, ma soprattutto incoraggiare e valorizzare, i lavori LGBT che vengono realizzati negli atenei italiani:
Le classi di concorso e i rispettivi premi:
1 premio di € 1.000 per la migliore tesi di laurea di I° livello; _
1 premio di € 1.000 per la migliore tesi di laurea di II° livello; _
1 borsa di studio di € 2.500 per la migliore tesi di master o di dottorato di ricerca.
Possono partecipare giovani studiosi laureatisi sui temi dell’orientamento sessuale gay, lesbico, bi- e trans-sessuale, in campo umanistico (storico, giuridico e sociale), economico, medico e psicologico, e in particolare:
alla prima classe di concorso (I livello) chiunque abbia discusso una tesi di laurea triennale, dall’anno accademico 2008/2009, presso università italiane o presso sedi italiane di università straniere/internazionali con sedi in Italia; alla seconda classe di concorso (II livello) chi abbia discusso una tesi di laurea specialistica, magistrale o vecchio ordinamento, dall’anno accademico 2008/2009, presso università italiane o presso sedi italiane di università straniere/internazionali con sedi in Italia; alla terza classe di concorso (Ricerca) chi abbia discusso una tesi di master (I° o II° livello) o dottorato di ricerca, senza limitazioni temporali, presso università italiane o straniere oppure presso sedi italiane di università straniere/internazionali con sedi in Italia.
Non può essere ammesso con la stessa tesi, chi abbia già partecipato alle precedenti edizioni del Premio “Maria Baiocchi”
Le tesi dovranno pervenire alla sede dell’associazione – DGP, Via Costantino, 82 00145 Roma – sia in formato cartaceo (rilegato) in duplice copia, sia in formato digitale (word/pdf) entro e non oltre la data del 13 maggio 2011, con l’indicazione sul plico «concorso lgbt studies».
qui il bando:
http://www.digayproject.org/coddocumento/360/bando%20maria%20baiocchi%202011.pdf
fonte www.womenews.net
martedì 5 aprile 2011
Lgbt: "Alballoscuro" le domande di Alba Parietti a Vladimir Luxuria
Lgbt: la chiesa finlandese diffonde uno spot omofobo, migliaia di fedeli la abbandonano
Mentre l'Italia si prepara all'inaugurazione del casinò di Lampedusa e alla futura nomina a ministro degli esteri di Nicole Minetti, dall'Europa arriva una storia che ci racconta come davanti a certe affermazioni sia possibile agire al posto di stare a guardare inermi.
Il tutto ha avuto inizio quando in Filandia è andata in onda una campagna pubblicitaria intitola "Resisti", realizzata da sei organizzazioni indipendenti affiliate alla chiesa luterane finlandese. nelle immagini dello spot si vede il volto oscurato di Anni, una donna che racconta di essere stata bisessuale ma di aver abbandonato quella "vita di peccato" grazie al Vangelo e ai comandamenti.
Un video, però, che non è stato molto apprezzato dai fedeli: immediatamente dopo la sua prima trasmissione ben cinquecento persone hanno abbandonato la chiesa finlandese, seguiti nei giorni successivi da molte altre, con numeri da vero esodo nella misura di alcune migliaia al giorno (perlomeno secondo le stime del quotidiano francese "Le Monde").
Kari Makinen, la più alta autorità religiosa finlandese, ha affidato ad un comunicato il suo rammarico, affermando di «comprendere il dolore e la collera delle persone che sono state offese dalla campagna "Resisti"».
Nessun dietrofront, invece, è stato compiuto dalle sei organizzazioni che hanno commissionato il filmato: nonostante la loro autonomia, i cittadini finlanesi non hanno dimenticato che a sovvenzionarle è proprio la chiesa nazionale, ritenuta conseguentemente responsabile del fatto.
Il professore di teologia Markku Heikkila ha spiegato come questa vicenda venga valutata dal popolo nordico come la dimostrazione dei «limiti di tolleranza della chiesa di Finlandia nei confronti della sua ala più conservatrice».
Già l'anno scorso, ben 40mila finlandesi abbandonarono la chiesa per pareri troppo omofobi espressi da un membro del partito cristiano-democratico nel corso di un programma televisivo.
fonte http://gayburg.blogspot.com via Giornalettismo
Lgbt, Donne in tv: FoxLife presenta Lip Service la risposta a L Word
Gli spazi “femminili” sono da sempre considerati delle risorse per gli editori. Lo switch-off verso il digitale terrestre ci ha regalato ben due canali dedicati alle donne. Mediaset ha investito su La5, Telecom Italia Media su La7d.
La moltiplicazione di spazi come questi è servita per ridefinire il concetto di “femminile”. Gli storici spazi dedicati alle donne eterosessuali hanno deciso di aprirsi alla comunità GLBTQ.
La scorsa settimana siamo stati i primi a scrivere di Adriana Mazzarini, concorrente transessuale di Italia’s Next Top Model, il talent show di SkyUno dedicato al mondo della moda. Fin dalla prima puntata il percorso di Adriana si è rivelato essere uno dei più interessanti.
La prova della ragazza non ha convito i giurati. Secondo il tutor Michael Giannini deve lavorare sul portamento che fa trasparire il suo passato maschile.
Anche Fox Life, storico canale di Sky dedicato alle donne, ha deciso di investire in produzioni omosessuali. Dal prossimo 15 aprile programmerà Lip Service, la risposta britannica a L Word, storica serie che non è mai stata programmata dal canale.
Se anche la roccaforte di Sex and The City, da sempre in palinsesto, ha deciso di cambiare forse è arrivato il momento per tutti gli editori di ragionare sui loro preconcetti. Anche le lesbiche o le transessuali sono donne.
fonte queerblog.it da giovanni molaschi
Lgbt Malta: trans riconosciuto uomo anche sul certificato di nascita
Un uomo trans maltese ha ottenuto il diritto di cambiare il proprio sesso in maschile nel proprio certificato di nascita.
Il ventiseienne, di cui non possiamo rivelare il nome per ragioni legali, è nato donna, ma si è sempre sentito uomo sin da piccolo.
L’uomo si è già sottoposto all’operazione per il cambio di genere.
Il giudice Azzopardi ha accettato la richiesta di cambiamento di genere nel certificato di nascita del trans e ha invitato gli impiegati ai registri pubblici a svolgere al più presto la modifica.
Il caso segue quello di una donna trans maltese che sta lottando per ricevere l’autorizzazione a sposarsi. Joanne Cassar, infatti, ha ricevuto rifiuti ed approvazioni di continuo, sin dal 2004, senza mai arrivare ad un verdetto finale.
The Director of Public Registry ha negato le sue richieste, affermando che le leggi sull’identità di genere sono state create per proteggere la privacy dei transgender e non per dar loro un riconoscimento civile.
fonte gayprider.com
lunedì 4 aprile 2011
Lgbt Roma Europride 2011: anche Nicola Zingaretti testimonial
Anche Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, ha prestato il suo volto per sponsorizzare il Roma Europride 2011, la manifestazione che si terrà l’11 giugno a Roma, e che raccoglierà tutta la comunità Lgbt europea.
Sono molti i personaggi famosi che hanno deciso di creare un videomessaggio per invitare tutti a partecipare a questo evento così importante per la comunità Lgbt. Silvio Muccino, l’attrice comica Luciana Littizzetto, Nicoletta Mantovani, moglie del defunto tenore italiano Luciano Pavarotti, e molti altri vip, hanno appoggiato questa importante causa.
Adesso ecco che anche Nicola Zingaretti ha deciso di prestarsi per questo importante gesto, e lo fa attraverso il videomessaggio che trovate di sotto.
“Vi aspettiamo tutti a giugno per l’Europride“, ha dichiarato il politico, che fa sapere che si tratta di una bella occasione per conoscersi, per scambiarsi idee e per discutere.
“Sarà una grande occasione di testimonianza, per tenere alta la bandiera dei diritti, ma sarà anche una grande occasione per dimostrare che le differenze non sono un problema, ma sono una grande opportunità”, ha spiegato Zingaretti, che invita alla partecipazione in massa a questo storico evento!
Ecco a voi il video di Nicola Zingaretti, testimonial del Roma Europride 2011
fonte gaywave
Lgbt: La trans che gioca a tennis
La storia è questa: c’è un uomo in Cile che non è più un uomo perchè 11 anni fa ha deciso di diventare donna.
La storia continua: c’è un uomo in Cile che si chiama Ernesto che non si chiama più Ernesto perchè quando ha cambiato sesso ha deciso di chiamarsi Andrea.
La storia si complica: c’è un uomo in Cile che si diverte a giocare a tennis ma avendo deciso di non essere più un uomo fatica a portare avanti la sua passione perchè i transessuali nello sport sono una patata bollente.
La storia si fa avvincente: c’è una donna in Cile che si chiama Andrea e che prima era uomo e si chiamava Ernesto che lavora come mediatore finanziario in una società che si chiama Moneda e che va a gonfie vele.
La storia va raccontata: c’è una tennista non professionista in Cile che si chiama Andrea che una volta giocava con gli uomini e si chiamava Ernesto.
Ora gioca contro le donne e rivendica il diritto di farlo.
La storia si evolve: c’è una tennista determinata che da quando è diventata donna ha deciso di competere nei tornei professionistici.
Lo vuole fare perchè le hanno raccontato l’epopea di Renée Richards, la prima e unica transessuale che negli anni ’70 portò la federazione americana di tennis davanti alla Corte Suprema e ottenne il diritto di disputare gli Us Open nel torneo femminile.
La storia diventa paradigma: c’è una donna in Cile che si chiama Andrea e che prima si chiamava Ernesto che riesce a farsi invitare a due tornei minori in Argentina. Stiamo parlando di tornei femminili.
Due partite, due volte sconfitta 60 60. Ma il risultato conta nulla.
La storia fa storia: c’è una transessuale di 39 anni che si chiama Andrea e che prima si chiamava Ernesto che ha appena disputato la sua terza partita nel torneo femminile più importante d’Argentina.
L’hanno invitata loro e lei ci è andata. È stato un invito a pagamento perchè in cambio Andrea ha dovuto far diventare Moneda, la sua società, uno degli sponsor del torneo.
Andrea ha pagato per giocare e perdere la sua terza partita in carriera 60 60.
Andrea ha pagato per rivendicare un diritto.
Ha potuto giocare perchè ha completato la terapia ormonale che le permette di essere, anche per lo sport, una donna a tutti gli effetti.
fonte www.ilpost.it/ di enricomariariva
LGBT TOSCANA COME L’EUROPA: SUL SITO DEL TURISMO LA SEZIONE “GAY FRIENDLY”
Una mappatura delle strutture ricettive dedicate al turismo gay. Un centinaio i gestori di alberghi, bed & breakfast, ristoranti, locali, stabilimenti balneari e discoteche che hanno aderito all’iniziativa
La Regione Toscana si mette al pari dell’Europa e prima in Italia inaugura nel sito ufficiale del turismo www.turismo.intoscana.it la sezione “Gay Friendly”.
Si tratta di una mappatura delle strutture ricettive dedicate al turismo gay. Ad oggi, infatti, sono quasi un centinaio i gestori di alberghi, bed & breakfast, ristoranti, locali, stabilimenti balneari e discoteche che hanno aderito all’iniziativa, registrando la propria struttura nel sito del turismo della Regione Toscana che è gestito da Fondazione Sistema Toscana.
“La Toscana, afferma l’assessore regionale al turismo Cristina Scaletti,
è la prima regione italiana a dotarsi sul proprio sito del turismo di uno strumento dedicato al pubblico ‘lgbt’ (lesbico, gay, bisessuale e transessuale), come già avviene per moltissimi enti turistici europei e del resto del mondo.
Peraltro il turismo gay è un settore vivace del mercato, coi suoi circa 70 milioni di turisti all’anno nel mondo secondo le stime dell’istituto di rice rche Tourism Intelligence International.
Ma l’attenzione per questa fascia di pubblico è anche un segnale di “sistema” che mette in atto la vocazione di apertura mentale della Toscana, contraria a discriminazioni e pregiudizi”.
Basta dunque cliccare su www.turismo.intoscana.it/gayfriendly per avere a disposizione l’offerta turistica toscana per “lgbt”. Dal menù, pernio del progetto regionale, si può scegliere la soluzione più vicina alle proprie esigenze.
Sono quattro le classi di ospitalità disponibili, consultabili anche per provincia: “gay only” (solo per clienti gay), “gay friendly” (per tutti, ma amiche dei gay), “gay owned” (strutture gestite da gay) e, infine, “etero friendly” (strutture frequentate da gay ma anche da molti eterosessuali).
Il canale tematico è arricchito da una parte informativa con articoli e segnalazioni su eventi, itinerari e novità per la stagione turistica che sta iniziando. A breve sarà online anche il blog, accessibile sempre dalla pagina www.turismo.intoscana.it/gayfriendly, sul quale sarà possibile postare foto, suggerimenti e scambiarsi opinioni sulla propria esperienza di vacanza in Toscana.
A completare la campagna di comunicazione a sostegno dell’iniziativa verrà realizzato uno spot video che sarà veicolato sui maggiori siti internet dedicati a informazione e turismo. Al progetto Toscana Gay Friendly collabora anche gay.it, il portale internet con sede a Pisa che è il più cliccato in Italia tra quelli dedicati al pubblico gay.
I gestori di strutture turistiche toscane che ancora non hanno aderito al progetto Toscana Gay Friendly possono farlo compilando il questionario online sul sito ufficiale del turismo, area operatori, all’indirizzo: www.turismo.intoscana.it/operatori/gayfriendly.
Regione Toscana
fonte http://met.provincia.fi.it
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domenica 3 aprile 2011
Lgbt Roma: "L'altra altra metà del cielo" di Maria Laura Annibali ospite del Teatro di documenti
Sabato 19 marzo 2011, nella splendida sede dell'Associazione Teatro di Documenti di Roma, in via Nicola Zabaglia, si è svolta la proiezione del documentario lesbico L'altra altra metà del cielo di Maria Laura Annibali, che ha visto l'autrice dialogare con un gruppo di donne e uomini impegnati, a vario titolo, nel sociale.
Erano infatti presenti Vladimir Luxuria, esponente di spicco del movimento LGBT italiano, Imma Battaglia, la presidente dell'associazione Di' Gay Project, Edda Billi, storica esponente del femminismo lesbico italiano e presidente dell'AFFI (Associazione Federativa Femminista Internazionale), Paola Donnini, giornalista, direttore responsabile del periodico on-line News Free, Salvatore Marra, sindacalista CGIL e responsabile dell'ufficio Nuovi diritti, Paola Mastrangeli, femminista, esponente di spicco del gruppo Pompeo Magno di Roma e Salima Balzerani, scrittrice e regista, insieme alla sottoscritta, la quale ha portato la sua personale testimonianza di attivista lesbica dei diritti civili, nonché di pubblicista, scrittrice e blogger.
L'evento, che ha avuto la presenza, in qualità di moderatore, di Fabio Colombu, è stato voluto ed organizzato dall'attore e regista Danilo Gattai il quale, da perfetto padrone di casa, subito dopo la proiezione del documento visivo ha condotto un interessante dibattito articolato in vari punti.
Il dibattito ha preso il via a partire da un quesito che, mai come in questo periodo storico, così intriso di omo–negatività sociale, ha stimolato le relatrici ed il relatore a parlare e raccontarsi: c'è, davvero, bisogno di realizzare un documentario lesbico? Quel bisogno esiste e, oggi più che mai, è legato alla necessità, per le lesbiche italiane, di uscire allo scoperto.
Fino a che persone come Gabriella Romano (con le sue video storie intitolate Pazza d'azzurro L'altro ieri) e Maria Laura Annibali – insieme a poche altre – non hanno scelto di testimoniare l'esistenza del complesso mondo lesbico italiano, poco o nulla era stato fatto per documentare la lesbicità – come ama definirla Edda Billi – ovvero quel variegato insieme di saperi donneschi, cultura femminile, esperienze amorose e di vita, spesso con figli e figlie, di una parte consistente della popolazione femminile italiana altra, quella stessa che secoli di maschilismo patriarcale prima, il regime fascista poi – complice la politica assolutistica del Vaticano – hanno contribuito a cancellare quasi del tutto dall'apparato civile di un intero popolo.
E così le persone presenti hanno potuto ascoltare dalla viva voce delle relatrici e del relatore le seguenti parole:
MARIA LAURA ANNIBALI – «La mia volontà, attraverso questo documentario, è stata quella di portare allo scoperto una parte così importante della cultura femminile italiana ed ho potuto contare, per fare ciò, sulle testimonianze di donne d'età e ruoli sociali differenti. Si sentiva la mancanza di un lungometraggio del genere e, per una persona come me, che si è dichiarata tardi rispetto alla sua presa di consapevolezza di essere lesbica, da tempo attivista dei diritti civili grazie ad Imma Battaglia, la quale mi ha voluta nel Di' Gay Project, tale esigenza ha significato la produzione di questo video, che considero il mio testamento spirituale».
EDDA BILLI – «Fossi una dea (…) farei di quest’incontro, ritrovata la memoria dei “barlumi di donnità”, un canto dell’intelligenza dei corpi e delle menti che nella sorellanza portassero di nuovo il dono dello scambio. Per noi (…) una sola la possibilità: credere nella nostra autorevolezza. Forti della nostra identità di genere (...) non ci sentiamo né sconfitte, né impotenti, né ripetitive, né ideologiche. Perché ci siamo con tutta la nostra storia, con la memoria di tutte le lotte fatte, e molte vinte in tutti questi ultimi quaranta anni (...).
Noi, lesbo – femministe, abbiamo picchettato i nostri percorsi di vita, linee di confine, definendoli nei modi più fantasiosi per toglierci di dosso le maglie che ci soffocavano. (…) Ma nominare non basta più: l’altrove va raggiunto per liberarci dalla legge del padre, unidirezionale, assoluta, monosessuata. E dalla legge della madre succuba, ancella del patriarcato, quella stessa che lo supporta e lo nutre. (…) Il patriarcato non è neppure moribondo: regna sovrano su troppe coscienze, su troppe vite in questo nostro mondo ancora a misura d’uomo.
In cui religioni d’ogni colore e grado usano il corpo delle donne, il corpo del diverso, eterni contenitori d’ovvietà, per avere podestà e controllo sulle famiglie, sulla vita sociale, politica e spirituale, in stati che stanno perdendo il senso pieno della laicità nei trionfi di porpore e sprechi di intelligenze annegate nella volgarità.
Ecco perché sono stanca della tolleranza, questa bieca parola che significa anche offerta di spazi nella spazzatura mediatica, con i nostri visi, i nostri corpi, le nostre intelligenze usate ipocritamente come bertucce allo zoo. Infinita tristezza. Io (...) voglio esistere per me, con voi, senza etichette, stereotipi, divisioni (...). Fossi una dea, d’incanto farei sparire le definizioni che da sempre ci ingabbiano e ne userei una sola: IO SONO, NOI SIAMO».
VLADIMIR LUXURIA – «C'è sì bisogno di parlare di lesbismo e c'è pure l'esigenza di fare “Coming Out” dal momento che un mondo di sincerità per se stesse e per chi ci circonda è davvero necessario. L'auto–narrazione è necessaria. Le lesbiche, oggi, non sono a traino del movimento gay, anzi: la nostra componente femminile arricchisce, mentre il movimento lesbico riesce ad arricchire pure quello delle trans. Sì, è vero, il separatismo lesbico è un mezzo e non un fine. Insieme ad esso e grazie ad esso abbiamo fatto tanto. Non ce lo ha regalato nessuno».
IMMA BATTAGLIA – «Oggi più che mai occorre abbattere gli stereotipi ed i pregiudizi. Pensavo di essere nata sbagliata dato che, sin da piccola, sembravo un maschio. Questo ha comportato che, tutte le volte in cui ho voluto fare qualcosa che amavo, io abbia dovuto lottare. E lottare ha significato, per me, sempre, metterci la faccia. Dentro di me vivo di continuo la ribellione. Lottare, per me, significa cercare un significato nuovo in tutte le cose (...). Tutte noi siamo persone preziose ed uniche. La bellezza della vita è la varietà. La storia della rivolta di ognuna è qualcosa di prezioso ed unico. Io mi considero una rivoluzionaria che ha trovato dentro di sé il coraggio di ribellarsi alle regole precostituite. Per me conta solo il pensiero libero!».
PAOLA MASTRANGELI – «Il maschilismo patriarcale si è andato costituendo, nei secoli, a partire dalle differenze di genere esistenti fra maschi e femmine. Esso si traduce, quindi, in una mera questione di potere. In questo contesto il Vaticano, che non è altro se non uno stato politico ed economico a livello mondiale, ha dimostrato tutta la sua abilità nello sfruttamento della specifica identità di genere del pene, al fine di sottomettere la femmina, nonostante ogni essere umano nasca da una femmina. Il termine “donna” deriva dal latino “domina” e, in questo contesto, l'urlo feroce delle femministe “io sono mia!”, negli anni '70, aveva il preciso scopo di provocare quel maschilismo, di scuoterlo. In alternativa alla retriva pratica attuale che vede le donne spogliate, io propongo di “sfogliarle”, come tanti libri, all'interno dei quali è possibile trovare pezzi di cultura donnesca».
SALVATORE MARRA – «La società ci ha intrappolati nel concetto di identità. Propongo di sostituirlo con il concetto di “noi” come fa Francesco Remotti. Anche il Vaticano ci ha imposto delle identità che noi abbiamo contribuito a cucirci addosso senza protestare, senza opporci. È giunto il momento di ribellarci e di andare oltre!».
PAOLA DONNINI – «L'informazione è manipolata dalla politica. E il Vaticano è sempre lì, in agguato, per approfittare di questa situazione. I giovani vanno formati, prima ancora che informati. Occorre un'educazione alle diversità. Gli stessi insegnanti non vengono istruiti in merito all'omosessualità. Non c'è quella che Edda Billi ha chiamato “educazione sentimentale”».
Quando è giunto il mio turno, mi sono ricollegata al concetto di femminicidio, appena trattato da Paola Mastrangeli, per accennare allo scottante tema dello stupro correttivo (per approfondimenti sul Corrective Rape: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=90&ID_articolo=505&ID_sezione=163&sezione=, quello cui vengono sottoposte molte donne lesbiche in Sudafrica, al fine di correggere la loro omosessualità, una sorta di cura riparativa violenta che quasi mai viene denunciata dalle dirette interessate, mentre lo stato continua a latitare.
È stata quindi mia cura evidenziare il fatto che, salvo rari casi, in Italia, poche lesbiche hanno trovato il coraggio, mettendoci la faccia, non solo di uscire allo scoperto ma, anche, di raccontarsi, di offrire la propria testimonianza di donne omosessuali ad una società che per lo più ignora che cosa voglia dire essere lesbica nel nostro Paese. C'è un grande bisogno di testimonianze autentiche e, fino a quando le dirette interessate si limiteranno a sopravvivere, abitando le comode macerie di un'esistenza fatta di nascondimenti, menzogne e vita di facciata, a causa della paura di dichiararsi, il mondo etero – sessuale, etero – normato ed etero – sessista continuerà a relegare la lesbicità nel comodo cantuccio dello stereotipo e dei conseguenti pregiudizi.
Grazie al documento visivo di Maria Laura Annibali una parte, seppur piccola, del nostro mondo è venuta allo scoperto. Un plauso a lei ed alle protagoniste de L'altra altra metà del cielo.
fonte http://www.digayproject.org/, Lidia Borghi
Torino: il 21 maggio in piazza sfila il Pride Lgbt
'Quanto dista il Piemonte dall'Europa' e' lo slogan che caratterizzera' il 'Pride' di Torino 2011 in programma nel capoluogo piemontese il prossimo 21 maggio.
L'annuncio e' stato dato oggi dal Coordinamento Torino Pride Lgbt, lesbico, gay, bisessuale, transessuale, nel corso di un presidio davanti alla sede della Regione Piemonte in segno di protesta contro la decisione della giunta Cota di togliere il patrocinio della Regione Piemonte alla 26esima edizione del Torino Glbt film festival 'Da Sodoma a Hollywood' che si svolgera' sotto la Mole dal 28 aprile al 4 maggio.
''La decisione di revocare il patrocinio, ha spiegato Andrea Fino, coordinatore del Coordimaneto Torino Pride, conferma quanto sia attuale lo slogan scelto per la manifestazione del 21 maggio.
E' un atto che dimostra l'incapacita' di chi ci amministra di separare gli interessi di parte da quelli della comunita'. Il festival e' una manifestazione di rilevanza internazionale che ha richiamato sempre un numero elevato di persone, non sostenerlo significa fare un danno anche al territorio''.
Manifestando apprezzamento per le parole del ministro alle Pari Opportunita', Mara Carfagna, che si e' detta disponibile a dare il patrocinio del ministero al festival torinese, Fino ha ricordato che il Pride del 21 maggio ''sara' un appuntamento dedicato alla difesa dei diritti di tutti, donne, laici immigrati, a cui inviteremo o i due candidati sindaci che una settimana dopo si sfideranno al ballottaggio, o il neo sindaco che sara' uscito dalle urne il 15 di maggio''.
Al termine del presidio una bandiera del Coordinamento pride e' stata portata negli uffici dell'Urp regionale perche' venisse consegnata al governatore piemontese, Roberto Cota.
fonte torino.repubblica.it, Adnkronos)
LGBT GAY: PAOLA CONCIA (PD), COTA PRENDA ESEMPIO DA MARA CARFAGNA
“Voglio ringraziare il Ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, per aver concesso il patrocinio del suo ministero al Festival del cinema gay di Torino.
Ciò dimostra ancora una volta che la battaglia per l’uguaglianza e la dignità delle persone LGBT non deve avere colore politico ma deve unire invece che dividere il Paese”.
Lo dichiara in una nota Anna Paola Concia, deputata del Partito democratico.
“Per la sua azione di governo consiglio al Governatore piemontese Roberto Cota di prendere ispirazione da Mara Carfagna che ha ben capito, aggiunge Concia che le istituzioni devono essere al servizio di tutti i cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale”.
“A Giovanni Minerba, conclude la deputata, voglio dire che le dichiarazioni del Ministro Carfagna lo ripagano della grave offesa subita dal presidente Cota.
Il Festival del cinema gay di Torino è una risorsa importante per la comunità LGBT che non può assolutamente essere dispersa”.
fonte www.agenparl.it
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