Alessandro Genovesi realizza un remake del quasi omonimo film di François Ozon, tra indagini, risate e sorellanza. Un giallo natalizio tutto al femminile in onda in prima tv questa sera su Sky Cinema, in streaming su NOW e disponibile on demand
Non c’è bisogno di aver letto il celeberrimo libro Il cinema secondo Hitchcock
 di François Truffaut per sapere che cos’è un “whodunit”. Come è noto si
 tratta di genere letterario e poi cinematografico che in italiano 
tradurremo come “giallo classico”, in cui un detective, o sua figura 
vicaria, applica alle indagini per risolvere un caso di cronaca nera il 
metodo deduttivo. In altre parole, all’interno dei canoni di questo 
genere lo spettatore è messo in condizione di scoprire l’assassino 
grazie alla lunga serie di indizi che, nel corso del tempo, il 
protagonista gli svela. 
Esempi paradigmatici sono i romanzi della serie 
su Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle o quelli scritti da Agatha 
Christie. Anche il cinema ha fornito una serie di esempi notevoli di 
questo genere da Assassinio sull'Orient Express al recente Cena con delitto - Knives Out e relativo sequel. Ma senza dimenticare la proto-serie tv La signora in giallo,
 con la compianta Angela Lansbury da poco scomparsa Il film che vi 
proponiamo oggi appartiene a questa categoria, ecco perché vi diremo 
pochissimo. Soltanto alcuni indizi
L'appuntamento con  7 DONNE E UN MISTERO,  su Sky Cinema Uno e in streaming su NOW e disponibile on 
demand. 
7 donne è un mistero è il libero adattamento di un film francese girato giusto vent’anni fa da François Ozon, il quasi omonimo 8 donne e un mistero.
 E anche qui dobbiamo aprire una parentesi, perché la nazione 
transalpina sta dimostrando negli ultimi anni una vitalità produttiva 
strepitosa, tanto che i suoi titoli più notevoli vengono puntualmente 
rifatti altrove. La prova forse più magnifica è CODA - I segni del cuore di Sian Heder, remake de La famiglia Bélier che
 quest’anno si è aggiudicato ben tre Oscar, tra cui quello per il 
miglior film. Ma anche da noi gli esempi non mancano: un titolo per 
tutti: Il nome del figlio di Francesca Archibugi, rifacimento del film francese Cena tra amici, a sua volta tratto dalla pièce teatrale Le Prénom di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte.
È precisamente quel che accade qui, anche Ozon si era ispirato a un lavoro teatrale, Huit femmes di
 Robert Thomas, su cui il regista parigino ha sovrapposto la propria 
peculiare cifra stilistica, ivi incluse certe sprezzature sulfuree e 
amori saffici. Il lavoro di traduzione dal francese all’italiano da 
parte di Alessandro Genovesi ha previsto un’adesione ancora più precisa 
dell’originale al testo teatrale di partenza. E ciò forse si deve al 
fatto che, prima di mettersi dietro la macchina da presa, nel 2011 con La peggior settimana della mia vita,
 il regista milanese ha lavorato a lungo come drammaturgo con e per il 
meglio della scena teatrale meneghina: Luca Ronconi, Elio De Capitani e 
Carlo Cecchi. È proprio grazie a una pièce prodotta dal Teatro 
dell’Elfo, Happy Familiy, che Genovesi approda al cinema come sceneggiatore di Gabriele Salvatores, che nel 2010 ne cura l’adattamento cinematografico.
Si capisce allora la sua attrazione fatale per questo film che si 
presenta come un kammerspiel claustrofobico, un atto unico di 82’ minuti
 tutto racchiuso dentro una villa tempestata da una nevicata 
interminabile come nemmeno in The Hateful Eight. È lì che le 
sette donne del titolo ingaggiano una lotta fratricida al femminile 
sulle mortali spoglie del capofamiglia, Marcello, ucciso da una 
coltellata alla schiena. Un “carnage” polanskiano in chiave di commedia,
 nel quale la plural tenzone moltiplicata per sette diventa anche una 
prova d’attrice del meglio dello stardom tricolore. Nel ruolo della 
moglie della vittima troviamo una sofisticata Margherita Buy; le due 
figlie sono interpretate da Diana Del Bufalo, emigrata a Milano e 
Benedetta Porcaroli, che è il detective implicito. La domestica 
partenopea è Luisa Ranieri e l’amante charmante, Micaela Ramazzotti, che
 nel film si chiama Veronica forse proprio perché è truccata e pettinata
 come la celebre stella del noir della Hollywood della golden age, 
Veronica Lake. La zitella, ovviamente acida come un limone, è Sabrina 
Impacciatore e la nonna semialcolizzata e venale Ornella Vanoni, che è 
tornata a recitare proprio grazie a Genovesi con Ma che bella sorpresa del 2015.
Inutile aggiungere che la soluzione del delitto riserverà diverse 
sorprese, e un esito davvero impensabile, ma è tutta la vicenda ad 
essere punteggiata di svolte repentine della trama e di turning points 
dei singoli personaggi, con un finale all’insegna della sorellanza.
Produce Wildside di Mario Gianani, casa di produzione e distribuzione
 controllata da Fremantle, che nei dieci anni abbondanti della sua 
attività, da Boris - Il film a Siccità di Paolo Virzì, si sta ritagliando uno spazio interessante tra intrattenimento di qualità e cinema d’autore.
fonte: di Alessio Accardo https://tg24.sky.it/