Per la prima volta un Paese dice sì al matrimonio egualitario con un referendum popolare. I sì verso il 70%. Il premier Enda Kenny : «Messaggio pionieristico» al resto del mondo. Il ministro per le Pari opportunità: «Orgoglioso di essere irlandese»
Il primo ad azzardare un pronostico, in Irlanda, è stato il ministro per le Pari opportunità Aodhan O’Riordain. «Penso che i sì vinceranno», ha detto alla Reuters pochi minuti dopo l’inizio dello spoglio del referendum sui matrimoni gay. E, su twitter, ha aggiunto: «Sono orgoglioso di essere irlandese».
Poco dopo un altro ministro, Kevin Humphrey, ha parlato di «chiara vittoria dei sì». Ma è stato solo quando due importanti sostenitori del «no» come John Murray, attivista del Catholic Iona Institute, e David Quinn, direttore dell’Istituto Iona, hanno ammesso la sconfitta che gli irlandesi hanno capito di avere fatto la storia. Una valanga di sì Secondi i primi dati ufficiali, i sì avrebbero vinto un po’ ovunque con percentuali che sfiorano il 70%.
In città, in campagna e anche in quelle zone che tipicamente votano conservatore. L’affluenza è stata alta, specialmente nelle aree urbane. Un risultato definito dal premier irlandese Enda Kenny «pionieristico». Perché la supercattolica Irlanda, dove fino al 1993 l’omosessualità era un reato, è il primo Paese al mondo ad approvare i matrimoni egualitari con un referendum popolare.
Cinque anni dopo l’approvazione in Parlamento della legge sulle unioni civili. Il primo ad azzardare un pronostico, in Irlanda, è stato il ministro per le Pari opportunità Aodhan O'Riordain. «Penso che i sì vinceranno», ha detto alla Reuters pochi minuti dopo l'inizio dello spoglio del referendum sui matrimoni gay. E, su twitter, ha aggiunto: «Sono orgoglioso di essere irlandese». Poco dopo un altro ministro, Kevin Humphrey, ha parlato di «chiara vittoria dei sì». Ma è stato solo quando due importanti sostenitori del «no» come John Murray, attivista del Catholic Iona Institute, e David Quinn, direttore dell'Istituto Iona, hanno ammesso la sconfitta che gli irlandesi hanno capito di avere fatto la storia.
Una valanga di sì
Secondi i primi dati ufficiali, i sì avrebbero vinto un po' ovunque con percentuali che sfiorano il 70%. In città, in campagna e anche in quelle zone che tipicamente votano conservatore. L'affluenza è stata alta, specialmente nelle aree urbane. Un risultato definito dal premier irlandese Enda Kenny «pionieristico». Perché la supercattolica Irlanda, dove fino al 1993 l'omosessualità era un reato, è il primo Paese al mondo ad approvare i matrimoni egualitari con un referendum popolare. Cinque anni dopo l'approvazione in Parlamento della legge sulle unioni civili.
Giovani alle urne in massa
Sabato per tutto il giorno l’hashtag #hometovote è spopolato su Twitter: migliaia di irlandesi, residenti all’estero per lavoro o per studio, sono tornati a casa per mettere la loro X sulla scheda. Un controesodo di massa - a bordo di navi, aerei o treni, con le carrozze addobbate con colori arcobaleno - documentato da immagini che resteranno nella storia del Paese. Che ha dimostrato «il valore della questione e l’importanza della politica», ha spiegato il premier. Il sì è stato sostenuto da tutti i partiti. Contraria, come prevedibile, la Chiesa locale. Che però, a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi, si è limitata a una campagna fra i fedeli, ribadendo il suo «no» durante i sermoni. La geografia dei diritti gay L’Irlanda raggiunge così gli altri 13 Paesi europei (nel mondo sono ora 22) che hanno aperto le nozze gay (l’ultimo è stato la Slovenia). E lascia in un angolo quegli ultimi 9 che non prevedono nessun tipo di tutela per le coppie di persone dello stesso sesso: Italia, Grecia, Cipro e alcuni Paesi ex comunisti.] Giovani alle urne in massa
Sabato per tutto il giorno l'hashtag #hometovote è spopolato su Twitter: migliaia di irlandesi, residenti all'estero per lavoro o per studio, sono tornati a casa per mettere la loro X sulla scheda. Un controesodo di massa - a bordo di navi, aerei o treni, con le carrozze addobbate con colori arcobaleno - documentato da immagini che resteranno nella storia del Paese. Che ha dimostrato «il valore della questione e l'importanza della politica», ha spiegato il premier.
Il sì è stato sostenuto da tutti i partiti. Contraria, come prevedibile, la Chiesa locale. Che però, a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi, si è limitata a una campagna fra i fedeli, ribadendo il suo «no» durante i sermoni.
La geografia dei diritti gay
L'Irlanda raggiunge così gli altri 13 Paesi europei (nel mondo sono ora 22) che hanno aperto le nozze gay (l'ultimo è stato la Slovenia). E lascia in un angolo quegli ultimi 9 che non prevedono nessun tipo di tutela per le coppie di persone dello stesso sesso: Italia, Grecia, Cipro e alcuni Paesi ex comunisti.
fonte: di Federica Seneghini http://www.corriere.it/
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
sabato 23 maggio 2015
venerdì 22 maggio 2015
Lgbt: Al Salone del Libro 2015 con "Sei la mia vita" Ferzan Özpetek, si è messo a nudo
Sorprende per la sua incredibile capacità di provare dei sentimenti profondi, tanto profondi quanto semplici. E perchè non ha paura di raccontarli, di mettersi a nudo. Parla della sua vita, una vita di chi ama, senza fare tanti giri di parole, ricordando amici, aneddoti, delusioni e amori.
Il regista di diversi film emozionanti e di successo tra i quali “Le fate ignoranti, “La finestra di fronte” e “Saturno contro”, incanta il pubblico dei 600 fortunati che sono riusciti ad entrare nella sala gialla del Salone del libro di Torino. In troppi invece sono rimasti fuori, nonostante una lunga coda di fronte al cartello con la scritta “Incontro con Fernan Ozpetek in occasione della pubblicazione di Sei la mia vita”.
”Una cosa che mi commuove molto, che mi fa effetto – racconta Ferzan Ozpetek - è la condivisione; non quanto vendi, non quanto incassano i miei film, non sono importanti queste cose ... la cosa più importante è la condivisione che ho con delle persone. Per me, quando incontro qualcuno che mi dice “Ho visto il suo film, ho provato questa cosa” c'è uno scambio di emozioni e di pensieri che mi piace troppo, nel senso che mi sento meno solo. Non c'è il regista, non c'è lo scrittore, ma c'è una persona che condivide le sue emozioni con gli altri che la pensano come lui. Questa è la cosa più bella che posso fare nella vita e che mi piace davvero molto.”
Il libro è stato presentato il 17 maggio, alla rassegna letteraria torinese. La narrazione del romanzo autobiografico di “quel” diciottenne, che arriva dalla Turchia nella Roma degli anni 70 con il sogno del cinema, prosegue a ruota libera con le letture di Carolina Crescentini e con gli interventi mai banali di Elena Masuelli.
I ricordi dei primi approcci nel mondo dei film, con un regista che lo chiamava “Verza” e con il compito di portare i caffè dal bar al set, oppure di accendere e spegnere le luci di sala durante le riprese, con le dita che tremavano per il terrore di sbagliare a premere il tasto al momento giusto. La nostalgia per chi non c'è più, ”non cancello il suo numero sul telefonino, lo lascio lì e ogni tanto incontro quel suo numero e mi viene la tentazione di chiamare, perchè le persone vivono con noi con le emozioni che hanno provocato in noi e le portiamo sempre dentro” .
I personaggi che abitavano nel suo palazzo, come la Signora Vera che faceva la vita ed era un trans, il legame di affetto e di stima reciproca che li univa, le estati romane in una città che si svuotava nel mese di agosto, il vicino che si chiudeva in casa per 15 giorni e raccontava di essere andato in vacanza, le cene a casa di amici dove l'unico e solito piatto era una spaghettata, la confusione di identità che gli mette l'ansia: ”Io sono assolutamente per le cose multietniche, per il miscuglio di culture, tutto questo va benissimo, però non sopporto un posto dove Pizza e Kebab sono insieme!”
E poi c'è spazio anche per l'amarezza, per una legislatura in Italia che ancora non riconosce i diritti civile delle coppie di fatto: “Io non vorrei sposarmi, però vorrei che ci fosse una legge che invece tuteli chi vuole farlo. Io che condivido con il mio compagno da 14 anni le cose bruttissime e le cose bellissime, la malattia, i giorni felici, i giorni infelici, mille tipi di sentimenti, se mi succedesse qualcosa in questo momento vanno a chiamare un mio parente, con il quale magari non ci ho mai parlato... ma perchè questo?”
Un applauso spontaneo e caloroso del pubblico, su queste parole, abbraccia Fernan Ozpetek, che aveva affermato solo poco prima: “L'amore è una forma di malattia mentale, deve essere così, non può essere una cosa logica. In amore ci vuole follia, non può essere una cosa che calcoli, l'amore deve bruciarti”.
fonte http://www.targatocn.it/scritto da Valter Castellino
Il regista di diversi film emozionanti e di successo tra i quali “Le fate ignoranti, “La finestra di fronte” e “Saturno contro”, incanta il pubblico dei 600 fortunati che sono riusciti ad entrare nella sala gialla del Salone del libro di Torino. In troppi invece sono rimasti fuori, nonostante una lunga coda di fronte al cartello con la scritta “Incontro con Fernan Ozpetek in occasione della pubblicazione di Sei la mia vita”.
”Una cosa che mi commuove molto, che mi fa effetto – racconta Ferzan Ozpetek - è la condivisione; non quanto vendi, non quanto incassano i miei film, non sono importanti queste cose ... la cosa più importante è la condivisione che ho con delle persone. Per me, quando incontro qualcuno che mi dice “Ho visto il suo film, ho provato questa cosa” c'è uno scambio di emozioni e di pensieri che mi piace troppo, nel senso che mi sento meno solo. Non c'è il regista, non c'è lo scrittore, ma c'è una persona che condivide le sue emozioni con gli altri che la pensano come lui. Questa è la cosa più bella che posso fare nella vita e che mi piace davvero molto.”
Il libro è stato presentato il 17 maggio, alla rassegna letteraria torinese. La narrazione del romanzo autobiografico di “quel” diciottenne, che arriva dalla Turchia nella Roma degli anni 70 con il sogno del cinema, prosegue a ruota libera con le letture di Carolina Crescentini e con gli interventi mai banali di Elena Masuelli.
I ricordi dei primi approcci nel mondo dei film, con un regista che lo chiamava “Verza” e con il compito di portare i caffè dal bar al set, oppure di accendere e spegnere le luci di sala durante le riprese, con le dita che tremavano per il terrore di sbagliare a premere il tasto al momento giusto. La nostalgia per chi non c'è più, ”non cancello il suo numero sul telefonino, lo lascio lì e ogni tanto incontro quel suo numero e mi viene la tentazione di chiamare, perchè le persone vivono con noi con le emozioni che hanno provocato in noi e le portiamo sempre dentro” .
I personaggi che abitavano nel suo palazzo, come la Signora Vera che faceva la vita ed era un trans, il legame di affetto e di stima reciproca che li univa, le estati romane in una città che si svuotava nel mese di agosto, il vicino che si chiudeva in casa per 15 giorni e raccontava di essere andato in vacanza, le cene a casa di amici dove l'unico e solito piatto era una spaghettata, la confusione di identità che gli mette l'ansia: ”Io sono assolutamente per le cose multietniche, per il miscuglio di culture, tutto questo va benissimo, però non sopporto un posto dove Pizza e Kebab sono insieme!”
E poi c'è spazio anche per l'amarezza, per una legislatura in Italia che ancora non riconosce i diritti civile delle coppie di fatto: “Io non vorrei sposarmi, però vorrei che ci fosse una legge che invece tuteli chi vuole farlo. Io che condivido con il mio compagno da 14 anni le cose bruttissime e le cose bellissime, la malattia, i giorni felici, i giorni infelici, mille tipi di sentimenti, se mi succedesse qualcosa in questo momento vanno a chiamare un mio parente, con il quale magari non ci ho mai parlato... ma perchè questo?”
Un applauso spontaneo e caloroso del pubblico, su queste parole, abbraccia Fernan Ozpetek, che aveva affermato solo poco prima: “L'amore è una forma di malattia mentale, deve essere così, non può essere una cosa logica. In amore ci vuole follia, non può essere una cosa che calcoli, l'amore deve bruciarti”.
fonte http://www.targatocn.it/scritto da Valter Castellino
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Lgbt: Ritorna al teatro Manzoni di Milano "Priscilla, la regina del deserto" il musical campione di incassi in tutto il mondo
Al teatro Manzoni fa tappa il musical tratto dall’omonimo film cult che nel 1995 vinse l’Oscar per i costumi. Tra piume, abiti di scena da favola e una irresistibile colonna sonora, lo spettacolo è a Milano dal 27 maggio
Ritorna il musical campione di incassi. Da mercoledì 27 maggio, Priscilla – La regina del deserto sarà al Teatro Manzoni di Milano. Il musical, firmato dal regista Simon Philipps è tratto dal film commedia “The Adventure of Priscilla Queen of Desert” e ha venduto oltre quattro milioni e mezzo di biglietti in tutto il mondo.
LA STORIA - E’ la storia di Tick, Bernadette e Adam, eccentrici artisti che, grazie ad un ingaggio, decidono di lasciare la noia e i problemi della loro vita a Sidney e portano il loro spettacolo di drag Queen nell’entroterra australiano ad Alice Springs. Inizia così la loro travolgente avventura “on the road”: i tre amici, a bordo di un vecchio bus, di nome Priscilla, viaggiano attraverso lo sconfinato deserto australiano alla ricerca di amicizia e amore, finendo per trovare più di quanto avessero mai sognato.
LO SPETTACOLO - La sceneggiatura dello spettacolo, con il suo messaggio sulla famiglia, la tolleranza e l’accettazione, è capace di raccontare e alternare momenti di puro divertimento ad altri più emozionanti, mantenendo uno stile originale, brillante e decisamente non convenzionale. Sul palco i protagonisti saranno Cristian Ruiz, Marzo D’Alberti, Riccardo Sinisi; una varietà di oltre cinquecento costumi, una raffica di battute esilaranti e una colonna sonora di venticinque intramontabili successi internazionali.
Tutte le info, prenotazioni e biglietti su
www.priscillailmusica.it - www.teatromanzoni.it
www.ticketmas.it - www.ticketone.it
fonte: Nicole Persico http://www.oggi.it/
Ritorna il musical campione di incassi. Da mercoledì 27 maggio, Priscilla – La regina del deserto sarà al Teatro Manzoni di Milano. Il musical, firmato dal regista Simon Philipps è tratto dal film commedia “The Adventure of Priscilla Queen of Desert” e ha venduto oltre quattro milioni e mezzo di biglietti in tutto il mondo.
LA STORIA - E’ la storia di Tick, Bernadette e Adam, eccentrici artisti che, grazie ad un ingaggio, decidono di lasciare la noia e i problemi della loro vita a Sidney e portano il loro spettacolo di drag Queen nell’entroterra australiano ad Alice Springs. Inizia così la loro travolgente avventura “on the road”: i tre amici, a bordo di un vecchio bus, di nome Priscilla, viaggiano attraverso lo sconfinato deserto australiano alla ricerca di amicizia e amore, finendo per trovare più di quanto avessero mai sognato.
LO SPETTACOLO - La sceneggiatura dello spettacolo, con il suo messaggio sulla famiglia, la tolleranza e l’accettazione, è capace di raccontare e alternare momenti di puro divertimento ad altri più emozionanti, mantenendo uno stile originale, brillante e decisamente non convenzionale. Sul palco i protagonisti saranno Cristian Ruiz, Marzo D’Alberti, Riccardo Sinisi; una varietà di oltre cinquecento costumi, una raffica di battute esilaranti e una colonna sonora di venticinque intramontabili successi internazionali.
Tutte le info, prenotazioni e biglietti su
www.priscillailmusica.it - www.teatromanzoni.it
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fonte: Nicole Persico http://www.oggi.it/
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mercoledì 20 maggio 2015
Lgbt: Sfarzo e grandezza nei 10 Teatri Lirici più belli del mondo
Dai soffitti affrescati ai palchi in oro zecchino, viaggio in giro per il mondo alla scoperta dei Teatri dell’Opera più famosi e maestosi che siano mai stati costruiti.
"Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita. […] Non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea", scriveva Stendhal del Teatro San Carlo nel 1817.
E ancora oggi il Teatro di Napoli (in foto), già il più antico teatro d'opera in Europa e del mondo, resta uno dei teatri lirici più belli e prestigiosi che l'occhio umano possa vedere.
Accanto a Napoli, città del calibro di Parigi, New York, San Pietroburgo, aprono le porte dei propri teatri più belli allo sguardo fotografico di David Leventi che ci conduce dentro gli interni sacri di alcuni dei teatri più famosi del mondo.
Il suo lavoro fotografico, Opera, è riuscito a catturare il fascino, la magia e la ricchezza di dettagli architettonici dei teatri d'opera più prestigiosi del mondo (40 teatri situati in diciannove paesi e costruiti nel corso di quattro secoli, in quattro continenti), di cui vi proponiamo i più belli, dal Metropolitan Opera di New York al Palais Garnier, Paris; da La Fenice di Venezia al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo.
Si tratta di sale che hanno risuonato con le voci dei più grandi interpreti nel corso della storia e il loro design particolare ha servito come ispirazione per compositori, scrittori e artisti.
David Leventi
"David ha girato il mondo, catturando l'essenza di questi grandi templi dell'arte musicale e ha creato quello che è un'opera d'arte a sé stante – un lavoro di amore da parte di qualcuno che non ha solo occhi esperti di un fotografo, ma anche le orecchie di un amante della musica vera ", dice Plácido Domingo di Leventi. Figlio di due architetti, il fotografo americano David Leventi riesce con i suoi scatti, realizzati dal centro della scena in modo da far vedere ogni spazio dal punto di vista del cantante lirico, a catturare l'energia pulsante di questi luoghi, anche se vuoti, e trasferire un senso di attesa che qualcosa di straordinario sta per accadere. Leventi stesso scrive: "Il rendimento effettivo è solo una parte dell'esperienza ispiratrice di andare a teatro, io credo che lo spazio stesso può essere l'evento".
Opera
La storia personale di Leventi fa luce sulle origini di Opera. Il suo adorato nonno, Anton Gutman, era un cantore di talento formatosi dopo la seconda guerra mondiale con il famoso tenore operistico danese Helge Rosvaenge. Gutman incontrò Rosvaenge mentre erano entrambi internati in un campo sovietico come prigionieri di guerra. Le circostanze della liberazione di Gutman e la delocalizzazione in Israele dopo la guerra pose fine ai suoi sogni di una vita sul palcoscenico dell'opera.
Molti anni dopo, si recherà negli Stati Uniti, e Leventi ricorda "Sono cresciuto ascoltandolo cantare mentre camminava in giro per il nostro soggiorno".
Opera di Leventi documenta storicamente i simboli di ricchezza e grandezza di un popolo, la loro dedizione alla promozione degli artisti e di avvicinamento tra le comunità.
Forse il lavoro di Leventi getta anche nuova luce sul dibattito rinascimentale del "vedere in contrasto col sentire" come mezzo principale di percepire la bellezza.
Mentre le sale e le fotografie sono in silenzio, la mente si riempie di musica (Testi Marvin Heiferman e Thomas Mellins).
Un'esposizione di immagini tratte dal libro sarà in mostra presso la galleria Rick Wester Fine Art a New York dal 7 maggio al 10 luglio 2015.
Per informazioni sulla galleria, visitare il sito:
http://www.rickwesterfineart.com/
fonte : di Clara Salzano http://design.fanpage.it/
"Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita. […] Non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea", scriveva Stendhal del Teatro San Carlo nel 1817.
E ancora oggi il Teatro di Napoli (in foto), già il più antico teatro d'opera in Europa e del mondo, resta uno dei teatri lirici più belli e prestigiosi che l'occhio umano possa vedere.
Accanto a Napoli, città del calibro di Parigi, New York, San Pietroburgo, aprono le porte dei propri teatri più belli allo sguardo fotografico di David Leventi che ci conduce dentro gli interni sacri di alcuni dei teatri più famosi del mondo.
Il suo lavoro fotografico, Opera, è riuscito a catturare il fascino, la magia e la ricchezza di dettagli architettonici dei teatri d'opera più prestigiosi del mondo (40 teatri situati in diciannove paesi e costruiti nel corso di quattro secoli, in quattro continenti), di cui vi proponiamo i più belli, dal Metropolitan Opera di New York al Palais Garnier, Paris; da La Fenice di Venezia al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo.
Si tratta di sale che hanno risuonato con le voci dei più grandi interpreti nel corso della storia e il loro design particolare ha servito come ispirazione per compositori, scrittori e artisti.
David Leventi
"David ha girato il mondo, catturando l'essenza di questi grandi templi dell'arte musicale e ha creato quello che è un'opera d'arte a sé stante – un lavoro di amore da parte di qualcuno che non ha solo occhi esperti di un fotografo, ma anche le orecchie di un amante della musica vera ", dice Plácido Domingo di Leventi. Figlio di due architetti, il fotografo americano David Leventi riesce con i suoi scatti, realizzati dal centro della scena in modo da far vedere ogni spazio dal punto di vista del cantante lirico, a catturare l'energia pulsante di questi luoghi, anche se vuoti, e trasferire un senso di attesa che qualcosa di straordinario sta per accadere. Leventi stesso scrive: "Il rendimento effettivo è solo una parte dell'esperienza ispiratrice di andare a teatro, io credo che lo spazio stesso può essere l'evento".
Opera
La storia personale di Leventi fa luce sulle origini di Opera. Il suo adorato nonno, Anton Gutman, era un cantore di talento formatosi dopo la seconda guerra mondiale con il famoso tenore operistico danese Helge Rosvaenge. Gutman incontrò Rosvaenge mentre erano entrambi internati in un campo sovietico come prigionieri di guerra. Le circostanze della liberazione di Gutman e la delocalizzazione in Israele dopo la guerra pose fine ai suoi sogni di una vita sul palcoscenico dell'opera.
Molti anni dopo, si recherà negli Stati Uniti, e Leventi ricorda "Sono cresciuto ascoltandolo cantare mentre camminava in giro per il nostro soggiorno".
Opera di Leventi documenta storicamente i simboli di ricchezza e grandezza di un popolo, la loro dedizione alla promozione degli artisti e di avvicinamento tra le comunità.
Forse il lavoro di Leventi getta anche nuova luce sul dibattito rinascimentale del "vedere in contrasto col sentire" come mezzo principale di percepire la bellezza.
Mentre le sale e le fotografie sono in silenzio, la mente si riempie di musica (Testi Marvin Heiferman e Thomas Mellins).
Un'esposizione di immagini tratte dal libro sarà in mostra presso la galleria Rick Wester Fine Art a New York dal 7 maggio al 10 luglio 2015.
Per informazioni sulla galleria, visitare il sito:
http://www.rickwesterfineart.com/
fonte : di Clara Salzano http://design.fanpage.it/
Lgbt: A Bologna "Divergenti, festival internazionale di cinema trans" Al Cinema Lumière dal 21 al 23 Maggio
Da giovedì 21 a sabato 23 maggio Bologna ospita l'ottava edizione di Divergenti, festival internazionale di cinema trans, per la direzione artistica di Mario Di Martino.
Si tratta del primo e unico festival cinematografico in Italia dedicato specificamente al tema del transessualismo/ transgenderismo e identità di genere, “un appuntamento prezioso nell'economia culturale della città – afferma l'assessore alla Cultura Alberto Ronchi- per la sempre altissima qualità delle pellicole presentate e per il valore intrinseco legato alla difesa dei diritti di tutte le persone”.
Ideato e realizzato dal MIT Movimento Identità Transessuale, l'associazione diretta da Porpora Marcasciano che dal 1981 difende e tutela i diritti, il benessere e la dignità delle persone trans, Divergenti propone quest'anno un programma internazionale, per rendere visibile l'immaginario e l'esperienza Trans. Un “brindisi favoloso” e aperto a tutti accompagnerà il 21 maggio l'inaugurazione del festival, nel cortile del MIT, in via Polese, a partire dalle 19 e poi, dal giorno seguente, le proiezioni dei sette film in programma, tutte al Cinema Lumière, a partire da Una nobile rivoluzione, il film di Simone Cangelosi, che traccia un ritratto intenso e allo stesso tempo delicato di Marcella Di Folco, fondatrice nel 1988 a Bologna della sezione emiliano romagnola del MIT, importante figura politica, ma anche attrice amata da registi del calibro di Fellini, Rossellini e Petri.
Sempre italiani i documentari Favolose!, di Roberta Ferraro e Luca Oliviero che riporta i corpi, le voci e i racconti dell’unico concorso di bellezza trans in Italia e Chi vuoi che sia, di Davide Vigore, racconto della vita di Maxximona nel quartiere palermitano di Ballarò e dei simpatici cortocircuiti che genera. E proprio Maxximona, quest'anno madrina di Divergenti, sarà presente in sala per la proiezione. Tra le produzioni internazionali invece Quebranto del messicano Roberto Fiesco, un poetico e pluri premiato ritratto familiare con ricordi e testimonianze di Fernando García, ora Coral Bonelli, attore bambino famoso negli anni Settanta, e di Doña Lilia Ortega, sua madre; Beautiful Darling dell'americano James Raisin che per primo approfondisce e racconta la storia di Candy Darling, icona trans warholiana, vera celebrità degli anni magici dello Studio 54 e della Pop Culture a cui è dedicata l'immagine di questa edizione del festival. E poi ancora Kumu Hina, il potente racconto che ha per protagonista un onorata e rispettata insegnate donna transgender hawaiiana e The Pearl of Africa progetto volto al sostegno delle comunità LGBT in Uganda che narra i viaggi e le problematiche della prima trans dichiarata ugandese.
Programma: proiezioni dei film al Cinema Lumiere
Giovedì 21 Maggio Cortile del MIT (Via Polese 22) alle ore 19.00 Inaugurazione del festival e BRINDISI!
Una Nobile Rivoluzione - Venerdì 22 Maggio ore 18.00
Quebranto - Venerdì 22 Maggio ore 20.30
Beautiful Darling - Venerdì 22 Maggio ore 22.15
The Pearl of Africa - Sabato 23 Maggio ore 18.00
Kumu Hina - Sabato 23 Maggio ore 18.00
Chi vuoi che sia - Sabato 23 Maggio ore 20.30
Favolose! Storie in passerella - Sabato 23 Maggio ore 22.15
Divergenti Festival internazionale di cinema trans, giunge alla sua ottava edizione. E’ il primo e unico festival cinematografico in Italia dedicato specificamente al tema del transessualismo/ transgenderismo e identità di genere. Un evento ideato e realizzato dal M.I.T. Movimento-Identità-Transessuale, associazione ONLUS impegnata nella difesa e tutela dei diritti, del benessere e della dignità delle persone trans* fin dal 1981. Divergenti quest’anno propone la proiezione di 7 documentari, provenienti da tutto il mondo, cercando di riprendere una narrazione, fino ad ora distorta, per riportarla nella logica di un’esperienza umana significativa qual è l’identità Trans*.
“Con il cinema, la letteratura, l’arte, lo spettacolo proviamo ad allargare un orizzonte piatto, limitato e limitante che nel tempo è stato costruito intorno alla nostra vita. Basta guardarsi intorno per scoprire le tante gabbie in cui sono stati costretti genere, sessualità e culture, senza bisogno di ricorrere a nessuna “teoria de/genere”. La degenerazione è piuttosto l’ingabbiamento della nostra “vitalità di genere” che Divergenti riprende e restituisce. Se è vero che il cinema è la macchina dei sogni, proviamo a metterla in moto per farla viaggiare libera sulle strade del nostro favoloso quotidiano”.
Porpora Marcasciano
fonte http://www.adnkronos.com +http://divergentifestival.com
Si tratta del primo e unico festival cinematografico in Italia dedicato specificamente al tema del transessualismo/ transgenderismo e identità di genere, “un appuntamento prezioso nell'economia culturale della città – afferma l'assessore alla Cultura Alberto Ronchi- per la sempre altissima qualità delle pellicole presentate e per il valore intrinseco legato alla difesa dei diritti di tutte le persone”.
Ideato e realizzato dal MIT Movimento Identità Transessuale, l'associazione diretta da Porpora Marcasciano che dal 1981 difende e tutela i diritti, il benessere e la dignità delle persone trans, Divergenti propone quest'anno un programma internazionale, per rendere visibile l'immaginario e l'esperienza Trans. Un “brindisi favoloso” e aperto a tutti accompagnerà il 21 maggio l'inaugurazione del festival, nel cortile del MIT, in via Polese, a partire dalle 19 e poi, dal giorno seguente, le proiezioni dei sette film in programma, tutte al Cinema Lumière, a partire da Una nobile rivoluzione, il film di Simone Cangelosi, che traccia un ritratto intenso e allo stesso tempo delicato di Marcella Di Folco, fondatrice nel 1988 a Bologna della sezione emiliano romagnola del MIT, importante figura politica, ma anche attrice amata da registi del calibro di Fellini, Rossellini e Petri.
Sempre italiani i documentari Favolose!, di Roberta Ferraro e Luca Oliviero che riporta i corpi, le voci e i racconti dell’unico concorso di bellezza trans in Italia e Chi vuoi che sia, di Davide Vigore, racconto della vita di Maxximona nel quartiere palermitano di Ballarò e dei simpatici cortocircuiti che genera. E proprio Maxximona, quest'anno madrina di Divergenti, sarà presente in sala per la proiezione. Tra le produzioni internazionali invece Quebranto del messicano Roberto Fiesco, un poetico e pluri premiato ritratto familiare con ricordi e testimonianze di Fernando García, ora Coral Bonelli, attore bambino famoso negli anni Settanta, e di Doña Lilia Ortega, sua madre; Beautiful Darling dell'americano James Raisin che per primo approfondisce e racconta la storia di Candy Darling, icona trans warholiana, vera celebrità degli anni magici dello Studio 54 e della Pop Culture a cui è dedicata l'immagine di questa edizione del festival. E poi ancora Kumu Hina, il potente racconto che ha per protagonista un onorata e rispettata insegnate donna transgender hawaiiana e The Pearl of Africa progetto volto al sostegno delle comunità LGBT in Uganda che narra i viaggi e le problematiche della prima trans dichiarata ugandese.
Programma: proiezioni dei film al Cinema Lumiere
Giovedì 21 Maggio Cortile del MIT (Via Polese 22) alle ore 19.00 Inaugurazione del festival e BRINDISI!
Una Nobile Rivoluzione - Venerdì 22 Maggio ore 18.00
Quebranto - Venerdì 22 Maggio ore 20.30
Beautiful Darling - Venerdì 22 Maggio ore 22.15
The Pearl of Africa - Sabato 23 Maggio ore 18.00
Kumu Hina - Sabato 23 Maggio ore 18.00
Chi vuoi che sia - Sabato 23 Maggio ore 20.30
Favolose! Storie in passerella - Sabato 23 Maggio ore 22.15
Divergenti Festival internazionale di cinema trans, giunge alla sua ottava edizione. E’ il primo e unico festival cinematografico in Italia dedicato specificamente al tema del transessualismo/ transgenderismo e identità di genere. Un evento ideato e realizzato dal M.I.T. Movimento-Identità-Transessuale, associazione ONLUS impegnata nella difesa e tutela dei diritti, del benessere e della dignità delle persone trans* fin dal 1981. Divergenti quest’anno propone la proiezione di 7 documentari, provenienti da tutto il mondo, cercando di riprendere una narrazione, fino ad ora distorta, per riportarla nella logica di un’esperienza umana significativa qual è l’identità Trans*.
“Con il cinema, la letteratura, l’arte, lo spettacolo proviamo ad allargare un orizzonte piatto, limitato e limitante che nel tempo è stato costruito intorno alla nostra vita. Basta guardarsi intorno per scoprire le tante gabbie in cui sono stati costretti genere, sessualità e culture, senza bisogno di ricorrere a nessuna “teoria de/genere”. La degenerazione è piuttosto l’ingabbiamento della nostra “vitalità di genere” che Divergenti riprende e restituisce. Se è vero che il cinema è la macchina dei sogni, proviamo a metterla in moto per farla viaggiare libera sulle strade del nostro favoloso quotidiano”.
Porpora Marcasciano
fonte http://www.adnkronos.com +http://divergentifestival.com
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