Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
sabato 26 giugno 2010
LGBT TRANS, GRAN BRETAGNA UOMO DIVENTATO DONNA AVRÀ PENSIONE A 60 ANNI
Christine Timbrell, prima si chiamava Christopher
Come tutte le donne britanniche, anche chi lo è diventata dopo un'operazione per cambiare sesso ha diritto alla pensione a partire dai 60 anni. Lo ha stabilito una sentenza della Corte d'Appello britannica, la quale ha riconosciuto a Christine Timbrell - nato Christopher - il diritto di essere legalmente riconosciuta come donna e quindi di ricevere la pensione a partire dai 60 anni, invece che dai 65, come dovrebbe fare se fosse un uomo.
Nella sua 'vecchia vità Christine, ora 68enne, era il contabile Christopher Timbrell, sposato e con due figli. Dopo una vita in cui si era sempre sentito più donna che uomo, a 59 anni ha deciso finalmente di farsi operare per diventare donna. Niente divorzio dalla moglie Joy però. La quale sembra accetti la nuova condizione del marito senza problemi. Entrambi molto religiosi, i due hanno deciso di restare insieme per l'affetto che provano l'una per l'altra.
«Abbiamo discusso la questione con il nostro parroco - ha detto Christine al Times - sarebbe ipocrita annullare un matrimonio che non vogliamo che finisca». È proprio il matrimonio, però, l'ostacolo per il riconoscimento ufficiale di Christopher come Christine: in quanto sposato, l'uomo non poteva essere riconosciuto legalmente come donna. O almeno così era stato deciso da una precedente decisione della corte, ora modificata in appello. La sentenza potrebbe spianare la via a altri transessuali che vogliono essere riconosciuti come donne nonostante siano ancora legalmente sposati.
fonte leggo.it
Libri “Tra-dire e fare c’è di mezzo a-mare. Discorsi seri e semi-seri di uno psicoterapeuta intorno al tradimento”
Perché essere fedeli oggi? Svincolarsi da antichi pregiudizi ha davvero rivoluzionato a tal punto la vita di coppia da portare a considerare normali certe forme di “nomadismo sentimentale”, adatte al nostro stile di vita molto più libero rispetto al passato? L’infedeltà è ancora vissuta come un’esperienza traumatica e dolorosa?
Nonostante tante cose siano cambiate, tradire ed essere traditi fa soffrire ancora molto. Allora che si deve fare? Bisogna essere coraggiosi, dice l’autore, avventurarsi in mari mai navigati e provare a rinnovare dalla base i nostri rapporti. Bisogna sbarazzarsi della vecchia, statica idea di un rapporto di coppia dato una volta per sempre e scegliere ogni giorno la persona che abbiamo accanto, cercare entusiasmo e novità.
L’autore prende per mano e fa riflettere, suggerisce dei giochi per dare nuova vita ai rapporti e, infine, per far sorridere ancora un po’, offre qualche pillola di umorismo e di saggezza dei grandi del passato sul tema dell’infedeltà.
fonte iristradimento
Spot Lgbt, Quando la pubblicità ammicca al mondo gay
A volte le pubblicità ammiccano al mondo gay in maniera sorprendente e allusivo. Nei vari mass media ne troviamo diverse, come, per esempio, quella di McDonald’s in Francia o della Hyundai o della Twingo. Ci sono poi quelle che sono gay pur non volendo (lo spot dei condimenti della Ariosto, per esempio) e quelle che sono diventate un cult (Ian Lawless per Lacoste su tutti).
Credo che quello della Ypsilon che è passato sui nostri schermi non molto tempo fa, sia da inserire fra questi: maschietti vestiti di tutto punto, che danzano come giravolte sulle note di Macho man e alla fine si ritrovano tutti vestiti di rosa, a mo’ di enorme boa di struzzo. Più maschia di così si muore!
fonte queerblog
Fashion Style, Academia Milano: scuola dedicata alla cosmesi e al make up
Si chiama Academia Milano ed è la prima scuola dedicata alla cosmesi e al make up, per la prima volta in Italia 3 guru della bellezza decidono di collaborare tra loro per ottenere e proporre il massimo. I guru non possono che essere che Stefano Anselmo, Diego Dalla Palma e Mario De Luigi, un importante punto di riferimento per tutte le ragazze che intendono intraprendere una carriera nell’ambito della bellezza ma ci sono anche altre opzioni molto interessanti adatte anche a valorizzare noi stesse.
Academia Milano comprende moltissimi corsi, abbiamo i Corsi di alta specializzazione in trucco teatrale, cinematografico, fotografico, artistico, etc, corsi di automaquillage per tutte le donne che vogliono imparare a truccarsi e valorizzarsi e ancora corsi di stile, immagine e portamento, insomma un vero e proprio tempio della bellezza.
L’Academia Milano si trova al centro di Milano in una struttura di 700 metri quadrati. Stefano Anselmo, direttore didattico di Academia Milano, ha dichiarato: “Il mondo del make-up è complesso e articolato. Così come la figura del make-up artist. Esistono truccatori specializzati nel trucco di bellezza, abili aggiustatori delle piccole imperfezioni dei volti; i fashion-maker, veri maestri e creatori dei trend, lontani quindi dalle problematiche del make-up quotidiano; gli operatori del cinema, della televisione e del teatro.
Tutte specializzazioni che richiedono competenze ed esperienze radicalmente diverse tra loro. Vi è poi, chi sceglie l’effettistica, branca totalmente autonoma e avulsa dai meccanismi che regolano sia il trucco di bellezza tout-court sia quello di tendenza. Oppure chi sviluppa prevalentemente la componete artistico decorativa, specializzandosi nella Body art. Tutto ciò appare in netto contrasto con la visione più diffusa della figura del truccatore, che viene spesso associata a quella dell’estetista o del parrucchiere.
La mia quarantennale esperienza mi ha messo di fronte alla necessità di strutturare corsi molto approfonditi per qualificare al meglio le diverse figure professionali del trucco, selezionando docenti in possesso dei più elevati requisiti tecnici e relazionali“.
Diego Dalla Palma aggiunge: “Quarantadue anni di esperienza: in quattro parole, questa è la mia storia professionale nel mondo dell’immagine: prima come costumista e scenografo, in seguito come image-maker e make-up artist. Queste quattro parole, che riassumono il mio lavoro, saranno ‘il programma’ degli stages dedicati al look che terrò con uno staff di professionisti in Academia Milano“.
fonte modaonline, Foto da ibiscolilla.blogspot.com
venerdì 25 giugno 2010
Lgbt, Napoli Gay Pride: Viola Valentino e Angela Luce tra politica e tammorre
Si svelano i dettagli relativi al NapoliPride di domani 26 giugno, in particolare quelli della parata e del concerto finale. A fornire maggiori dettagli, con la dovuta dose di riserbo, è Andy Canavesio, direttore artistico dell’evento.
Il leit-motiv musicale della manifestazione sarà la tammorra che accompagnerà la parata lungo tutto il suo percorso da Piazza Cavour a Piazza del Plebiscito. Qui sul palco, ad accogliere il pubblico, ci sarà Gianni Simioli affiancato dal giovanissimo Emanele Maringola (che molti conoscono come testimonial della campagna contro l’omofobia di NapoliGayPress.it).
Se la scaletta è ancora top-secret, vengono resi noti i nomi delle due cantanti che apriranno e chiuderanno il concerto con una strizzatina d’occhi alla comunità gay ed alla tradizione napoletana: rispettivamente Viola Valentino (con un brano inedito sul tema dell’omofobia) ed Angela Luce con il suo classico “Ipocrisia”. Nel mezzo personaggi ed artisti che proporranno pezzi inediti o performance pensate appositamente per l’occasione in un evento particolarmente spettacolare ma anche dalla forte connotazione politica.
fonte napoligaypress
Lgbt, L’Fbi recluta anche i/le trans, cade un tabù
Cade un tabù, quello dell’agente federale virile, il vero uomo con il fisico mozzafiato. A quanto pare, adesso l’FBI ammette anche agenti transessuali, omosessuali, lesbiche e bisessuali. Niente più tabù, porte sbarrate o pregiudizi quindi, per i futuri dipendenti dell’ Ufficio investigativo federale, che impiega e continuerà ad impiegare gli agenti appartenenti alla comunità lgbt nelle più disparate missioni. A parlare di questa importante novità è stata la Direttrice del Comitato di Consulenza LGBT, Lynn Hoffman, durante una sua intervista con Klaus Davi, conduttore di KlausCondicio su YouTube.
L’aria di innovazione non finisce qui nel mondo dell’FBI, a quanto pare “l’agenzia fornirà anche sostegno alle coppie gay – come ha spiegato la Hoffman - accettando dipendenti che abbiano un partner o siano sposati, negli Stati dove è riconosciuto il matrimonio omosessuale e ne garantirà alcuni diritti come la malattia pagata per assistere il compagno oppure il pagamento delle spese in caso di trasferimento dello stesso”.
Sono stati anche assunti dei consulenti lgbt, che possano assicurare il benessere degli agenti lgbt presenti nell’FBI.
Chissà se nel nostro Paese esistono o esisteranno anche agenti transessuali. Visti alcuni precedenti mi sembra abbastanza improbabile. Voi che ne dite?
fonte gaywave Immagini da flagshipfancydress.co.uk
Fashion Style, Marc Jacobs nudo…per pubblicizzare il suo profumo
E’ uno degli uomini più amati dalle donne di tutto il mondo: Marc Jacobs però ama le donne a modo suo. Uno modo favoloso che comprende la creazioni degli abiti e accessori più belli e alla moda, con la firma che porta il suo nome e come direttore creativo di Louis Vuitton. Da un po’ di tempo Marc Jacobs si cimenta anche con la cosmesi, creando profumi che hanno sempre molto successo. A prima vista possiamo affermare che anche la sua nuova fragranza Bang, avrà un grandissimo successo soprattutto perché lo stilista ha deciso di apparire nudo nella pubblicità della fragranza.
In realtà, le parti intime sono coperte da un flacone di profumo e la posa risulta abbastanza ironica: si vede infatti Jacobs steso su un foglio di carta dorata, con un maxi profumo, ammiccare alla macchina fotografica e mostrare il suo fisico scolpito e i suoi tatuaggi.
Le foto sono state scattate da Juergen Teller, un grande maestro molto amato da Marc Jacobs e con il quale ha spesso lavorato per le sue campagne pubblicitarie.
Certamente ci sarà anche chi criticherà la scelta dello stilista di comparire nudo e in prima persona in una sua pubblicità…Adorandolo, non posso fare a meno di ammettere che io invece trovo questa scelta azzeccata ma legga anche un pizzico di ironia nel suo ammiccamento sensuale.
Certamente Jacobs è uno degli stilisti più amati e affermati del pianeta: dopo aver fatto posare le modelle e i modelli più belli per le sue campagne avrà avuto voglia anche lui di…metterci la faccia. E non solo!
fonte pourfemme
Musica, All The Lovers, Kylie Minogue e l'Inno all'Amore Universale
E' la più piccola dea dell'amore lanciata dalla musica pop internazionale, un vero e proprio concentrato di energia capace di farci ballare, di farci muovere, di divertire, di emozionare e soprattutto di farci spuntare un sorriso e di impressionarci nelle sue performance dal vivo.
Lei prende il nome di Kylie Minogue una reginetta della musica adorata dal popolo gay che negli anni ci ha offerto un vasto repertorio di canzoni ancora oggi amatissime e per continuare sulla sua scia di successi e dimostrare ancora l'affetto per il suo vasto pubblico omosessuale, lancia un nuovo cd con un nuovo straordinario singolo.
Il nome del brano che ha scelto per la promozione di Aphrodite, il nuovo album che è uscito nei negozi da pochissimo è All the Lovers, un sicuro tormentone estivo trainato da un video che ha già fatto parlare di se e rappresenta un vero inno all'amore universale. In All the Lovers infatti, la diva in miniatura canta la sua canzone in una strada come tante altre dove però un mucchio di persone, uomini e donne sono intente a spogliarsi e baciarsi, senza distinzione di sesso, con uomini che toccano uomini e donne che si strusciano con altre donne.
L'apoteosi è sul finale quando Kylie Minogue viene innalzata da una torre umana di corpi intrecciati intenti a fare l'amore, in modo casto ma passionale, per celebrare appunto l'amore e la vitalità, senza preoccuparsi dell'orientamento sessuale. Un altro centro per la proprompente artista!
fonte omoeros
giovedì 24 giugno 2010
LGBT, IL CORAGGIO DI KASHA
Appare per quello che è: una giovane donna dallo sguardo dolce e forte. Ma, a ben guardare, anche vagamente impaurito. O forse questa impressione è frutto della suggestione che il suo racconto, la sua testimonianza pacata, senza mai alzare la voce ma anzi a tratti riuscendo a sorridere di quanto dice, provoca in chi l'ascolta.
A vederla così, jeans, t-shirt e dreadlocks, Kasha Jacqueline Nabagesera non sembra una donna che da sette anni rischia la sua incolumità perché uno dei pochissimi volti pubblici di FARUG (Freedom and Roam Uganda ), organizzazione lesbica, bisessuale, transgender e intersex ugandese. Un'organizzazione semi clandestina, visto che in Uganda l'omosessualità è illegale. È un reato, da punire con l'ergastolo se “colti in flagranza di atto sessuale”, come Kasha spiega con un sorriso. “Noi finora ci siamo salvate perché abbiamo trovato una scappatoia: visto che la legge dice che va punito solo chi è colto in flagranza di atto omosessuale, noi riusciamo a parlare, a muoverci, a continuare la nostra lotta anche a viso aperto”.
Ma gli abusi da parte della polizia o i soprusi, tentati e spesso purtroppo riusciti, da parte di semplici cittadini, sono un rischio costante. A rischiare sono soprattutto Kasha e le altre due-tre sue colleghe che hanno avuto il coraggio di metterci la faccia. O che ci sono state costrette, quando alcuni anni fa la stampa ugandese ha parlato per la prima volta di un gruppo di lesbiche che si riuniva in un determinato bar di Kampala, la capitale. Lo scandalo fu immediato. E le conseguenze pure, in positivo e in negativo. Da un lato, infatti, l'essere uscite allo scoperto ha permesso alle ragazze di FARUG di parlare (e lottare) più apertamente. Dall'altro però le ha costrette a trovarsi un altro posto dove incontrarsi, a nascondersi, anche per evitare gli uomini che le aspettavano fuori dal solito bar, con l'intento di linciarle o, peggio, di stuprarle per “curarle” della loro omosessualità.
Come una ragazza di 23 anni abbia deciso di passare all'attivismo e alla lotta per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transgender, rischiando così tanto in prima persona, è molto semplice. Quantomeno per come lo racconta Kasha. “Fino a 23 anni”, ci dice, “ho vissuto apertamente da lesbica, senza sapere che l'omosessualità fosse illegale nel mio paese. Quando l'ho scoperto, con altre amiche ho creato FARUG”. Semplice, lineare, quasi inevitabile, nonostante tutto ciò che finora ha comportato questa scelta.
E nonostante quello che potrebbe comportare in futuro. Perché nel parlamento ugandese è in discussione un disegno di legge che vorrebbe introdurre la pena di morte per impiccagione per gli omosessuali. “In realtà”, spiega Kasha con uno dei suoi sorrisi, “neanche l'impiccagione sembra essere abbastanza per alcuni tra i nostri deputati. Alcuni hanno quindi proposto il plotone d'esecuzione”. Come se non bastasse, il disegno di legge prevede anche l'obbligo di denuncia – o sarebbe meglio dire di delazione – di qualsiasi “sospetto omosessuale” entro 24 ore dall'inizio del sospetto. Pena per la mancata denuncia: 3 anni di reclusione. Anche su questo, sebbene un po' a denti stretti, Kasha riesce a scherzare. “Mio fratello mi ha detto che non vuole essere costretto a denunciarmi se la legge entrerà in vigore”, racconta. “L'ho rassicurato: se la legge entra in vigore, non farò a tempo a tornare a casa, mezza Kampala sarà pronta a denunciarmi”.
Il suo sarcasmo sulla leadership del paese, adeguatamente sostenuta da gruppi evangelici americani, nonché sul pensiero dominante tra i suoi concittadini non riesce però a nascondere del tutto la sua paura. Che Kasha non cerca neanche di negare: “Quando si è iniziato a parlare dell'attuale disegno di legge, per un bel po' di tempo il mio stomaco iniziava a contorcersi ogni volta che lo sentivo nominare. Ero terrorizzata. Ma”, continua sempre con il sorriso, come se fosse la cosa più normale del mondo, “ormai ci convivo. La paura non è passata, anzi, ma è come se si trattasse di un progetto da portare avanti, un ostacolo da affrontare giorno per giorno, senza pensare troppo a quel che succederà poi”.
E in effetti il progetto da portare avanti c'è: la mobilitazione nazionale e internazionale contro il disegno di legge. “Nessuno si aspettava che un'organizzazione piccola e praticamente illegale come la nostra potesse fare tanto”, confida Kasha. “In particolare il governo pare sia stato un po' spiazzato dalla risposta internazionale”. Perché FARUG ha un'estesissima rete di contatti all'estero: non solo organizzazioni lgbt, ma anche organizzazioni per la tutela dei diritti umani e varie altre realtà delle società civili di Europa, Africa, Asia e America. Per l'associazione di Kasha, in collaborazione con altre realtà lgbt ugandesi, è stato quindi possibile lanciare una campagna internazionale che ha dato già frutti importanti: i governi di Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Svezia e, nelle ultime settimane, Germania hanno chiaramente detto al governo del presidente Museveni che sono pronti a tagliare i fondi bilaterali della cooperazione internazionale allo sviluppo se la legge entrerà in vigore. Fondi di cui il paese dell'Africa orientale difficilmente potrebbe fare a meno.
Ma le organizzazioni lgbt ugandesi sono riuscite anche a fare di meglio, dato il clima che si respira nel paese: portare dalla loro parte più di trenta organizzazioni della società civile locale – organizzazioni per i diritti umani, quelle per la lotta all'HIV/AIDS, quelle femministe e via dicendo – che stanno facendo pressione sul governo e hanno così trasformato la lotta di piccole organizzazioni omosessuali semiclandestine in una lotta per i diritti umani di una buona fetta della società. “In effetti non è stato semplice, all'inizio, creare dei rapporti con loro”, ci racconta Kasha. “Ricordo il primo incontro con il movimento femminista, anni fa. Quando siamo arrivate, alcune donne dell'associazione si sono alzate e se ne sono andate. Ma il giorno dopo sono tornate dicendoci che non erano riuscite a dormire, prese dal dubbio che il loro atteggiamento fosse sbagliato. Non abbiamo più avuto problemi e il rapporto e la collaborazione con il movimento femminista sono diventati sempre più stretti”.
In effetti la parte più pubblica della lotta è condotta quasi esclusivamente da donne, da Kasha e dalle sue colleghe. Non a caso. “È stata una cosa che abbiamo deciso assieme agli amici delle associazioni gay. Pare che i nostri concittadini”, dice ridendo più apertamente, “non abbiamo proprio capito in cosa consistano gli atti sessuali tra donne, mentre hanno molto chiaro come funzionano le cose tra due uomini. E quindi se sono i gay a prendere la parola, quasi non riescono a parlare, interrotti da commenti, offese, attacchi verbali che hanno la presunta innaturalità del sesso tra uomini come oggetto. Se parliamo noi lesbiche, invece, riusciamo quantomeno ad arrivare in fondo alle frasi. E quindi a trasmettere un messaggio”.
Naturalmente questo significa rischiare di più in prima persona. Anche nei rapporti con i familiari, ovviamente. Alcuni dei quali hanno mandato la polizia nella casa della presidente di FARUG, che fa anche da ufficio per l'organizzazione. Diversa l'esperienza di Kasha, che ammette di essere una delle poche fortunate a “essere stata accettata come sono dalla mia famiglia”. La madre in particolare l'ha sempre coperta, soprattutto ogni volta – ed è successo spesso – che veniva espulsa da scuola o dall'università. “Quando all'ultimo anno di università mi hanno espulso, mia madre è andata a raccontare che io avevo una malattia molto grave, chiedendo alle autorità accademiche di permettermi di finire gli studi”. Ma qualche momento di tensione c'è stato comunque anche per Kasha. Perché la famiglia estesa, diversamente da suoi genitori e da suo fratello, ha sempre fatto molta fatica ad accettare la situazione, facendo pressioni sulla madre che è arrivata a chiederle di tenere un profilo più basso, meno pubblico. Saputo però che, in seguito al loro scontro, Kasha stava valutando di lasciare il paese, la madre l'ha chiamata dicendo che “preferiva affrontare la disapprovazione della famiglia estesa che perdere sua figlia”.
E così l'attività pubblica di Kasha è continuata. Sia in Uganda che all'estero, dove è spesso invitata per convegni, incontri con ministri e autorità, testimonianze. In Italia invece è arrivata per iniziativa quasi personale di alcune socie del “Pianeta Viola”, associazione lesbica di Brescia, che le hanno organizzato incontri e spostamenti in diverse città italiane. Delle autorità e di incontri ufficiali neanche l'ombra. “Quando ho detto ai miei contatti stranieri che venivo in Italia”, racconta Kasha, “mi hanno chiesto cosa ci venivo a fare, visto che il vostro paese è così sordo sulle questioni che riguardano i diritti della comunità lgbt”. Ma naturalmente Kasha non si è certo fermata per questo. Ha anzi apprezzato il clima quasi familiare del suo tour, visto che “di solito ho agende molto fitte: albergo a cinque stelle, convegni, incontri, autisti. In queste due settimane invece ho girato l'Italia con delle nuove amiche”, ospitata in case private e muovendosi a piedi o con i mezzi pubblici.
Chiusa la parentesi italiana, però, l'impegno maggiore è quello di tornare in Uganda e continuare la battaglia. Il disegno di legge è ora bloccato in parlamento, ma prima o poi i deputati ugandesi ne riprenderanno l'analisi. Il lavoro di sensibilizzazione e mobilitazione, dentro e fuori dal paese, deve quindi continuare. Ma se dovesse andare male e se la legge che introduce la pena di morte per gli “atti contro natura” dovesse passare ed entrare in vigore, Kasha sa già cosa fare: “non scapperò”, ci dice, “non lascerò l'Uganda. È il mio paese, dove altro dovrei andare?”
fonte lettera22.it Scritto da Irene Panozzo
Lgbte, Hiv torna l'allarme...
Hiv, torna l'allarme casi di contagio in aumento
A Bologna nel biennio 2008-2009 registrati 8,8 casi ogni 100 mila abitanti. Gli esperti: se ne parla troppo poco
Un contagio che non è mai finito e che continua ad aumentare a fari spenti. L’Hiv sta vivendo un calo nel risalto mediatico, ma come segnala Elda Caldari, referente dell’Ausl di Bologna per questa materia, «se si vuole che non diminuisca il livello di guardia si deve mandare un messaggio chiaro: l’Hiv non appartiene al passato». È dal 2008 che in Italia si è avviato un sistema di sorveglianza del contagio Hiv e la prima regione a rispondere è stata sinora l’Emilia-Romagna. A Bologna nel biennio 2008-2009 si sono registrati 8,8 casi ogni 100.000 abitanti, dato inferiore rispetto alle altre grandi realtà provinciali ma pur sempre preoccupante. Soprattutto se si considera che a livello nazionale i nuovi casi stimati sono circa 4.000 ogni anno. «Le indagini epidemiologiche che indicano una diminuzione dei nuovi casi di Aids – ha spiegato la Caldari – indicano contemporaneamente il trend crescente delle nuove infezioni da Hiv».
LE CAUSE - L’adolescenza è uno dei momenti più complessi nel quale saper gestire il rischio relativo a un’infezione, come spiega la Caldari c’è una certa imprudenza nell’affrontare il tema: «Durante l’adolescenza il gusto della sfida e il desiderio di trasgressione danno forma a comportamenti individuali per cui molti giovani parlano di Aids come di un fenomeno che non può toccarli». Altro problema fondamentale è la mancanza di informazione, che tende a creare due fenomeni opposti ma entrambi pericolosi, come afferma Diego Scudiero, presidente della Lega italiana lotta all’Aids (Lila) di Bologna: «Ci sono quelli che non avendo le idee chiare ci chiamano allarmati benché non abbiano avuto comportamenti a rischio, dall’altro lato – continua Scudiero – ci sono persone che si sentono totalmente estranee perché convinte che siano a rischio solo omosessuali e tossicodipendenti». Secondo il rappresentante della Lila la colpa risiede nel fatto che manchi un po’ di coraggio nell’affrontare l’argomento: «Bisogna usare termini esplicitamente legati alla sessualità. Non basta dire che l’Hiv si trasmette sessualmente, se il termine non viene spiegato ed esplicitato».
fonte corrieredibologna Mauro Giordano
Video Prodotto dalla Lila - Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids www.lila.it
Life, Come conquistare una ragazza: frasi da non dire MAI !
Ci sono molti uomini che proprio non la capiscono: nella maggior parte dei casi infatti, le frasi ad effetto per conquistare una donna non servono a nulla se non a beccarsi un bel due di picche o una sonora e spontanea risata. E’ anche vero però che forse, davanti ad una frase particolarmente originale, possiamo cominciare ad apprezzare il senso dell’umorismo dell’uomo che abbiamo davanti (sempre e ovviamente che la dica in modo molto autoironico!). Decisamente meglio la spontaneità e lasciate le frasi studiate a tavolino nel vostro cervello. Ecco quello da non dire ad una donna…mai!
“Mi indicheresti la direzione?? - Quale direzione? - Quella per il tuo cuore”
“Come ci si sente ad essere la donna più bella del locale?”
“Ma tu assomigli moltissimo alla mia quarta ragazza.” - Lei: “Oh, ma quante ne hai avute?” - “tre!”
Con le mani sulle sue scapole: “Oh, ma queste sono scapole, pensavo che fossero delle ali.”
Quando lei se ne va: “Ma non hai dimenticato qualcosa?” - Lei: “Cosa?” - “Me!”
“Ho perso il mio numero di telefono, potrebbe prestarmi il suo?”
“Se non si fossero incontrati i tuoi genitori sarei l´uomo più triste del mondo.”
“eh lo so, ci sono migliaia di uomini meravigliosi su questo mondo - ma solo tre di noi non guardano le partite di calcio in questo momento”
“Scusa, ma potrebbe essere che ti ho visto sulla copertina della rivista Vogue?”
“Tu devi essere un interruttore della luce - Ogni volta che ti vedo mi accendi”
“Ho avuto una giornataccia, ma mi sentirei subito meglio se una donna incantevole mi facesse un bel sorriso. Sorrideresti per me?”
“Spero che tu capisca qualcosa della respirazione artificiale perchè mi stai rubando il fiato”
“Piacere di conoscerti, io mi chiamo (NOME) e tu sei … meravigliosa”
“Il tuo vestito starebbe molto bene…sulla sedia nella mia camera da letto”
“Hai un sorriso bellissimo, peccato che non è l´unica cosa che porti”
“La sai la differenza tra parlare e fare l´amore? - “No!” - “Ok, dai, andiamo a casa mia a parlare”
Fatti dare del ghiaccio dal barista, spaccalo e dici: “Adesso che si è rotto il ghiaccio, possiamo conoscerci meglio?”
“Mi chiedo come sarebbero i nostri figli”
fonte Sito preferito
mercoledì 23 giugno 2010
Lgbt, Asilo politico in Inghilterra per l’attivista Kiana Firouz
È stato concesso l’asilo politico alla lesbica iraniana di nome Kiana Firouz, attrice ed attivista per i diritti lgbt nel suo Paese. Kiana – 26 anni – aveva chiesto asilo in Inghilterra, visto che l’omosessualità nel suo paese è considerata un peccato da perseguire. Molte le associazioni che si sono unite per chiedere che la donna venisse legalmente accolta nel paese europeo, ma nonostante ciò, il primo tentativo di richiesta di asilo politico fu rifiutato. Adesso finalmente l’attivista lesbica è riuscita ad ottenere ciò che desiderava.
I membri del gruppo EveryOne hanno così commentato la bella notizia: “In seguito al nostro appello a istituzioni e autorità europee, altre organizzazioni, tra cui Amnesty International, Certi Diritti e Arcigay, avevano amplificato la nostra voce, contribuendo a divulgare il caso”. Grazie a loro l’attrice non subirà persecuzioni e non rischierà la pena di morte.
“Ancora una volta, grazie all’intervento dell’attivismo, trionfa la politica dei Diritti Umani e un’altra vita è salva dalla persecuzione in Patria. Nonostante il difficile clima intimidatorio che, soprattutto in Italia, ci ostacola nel nostro lavoro quotidiano, campagne vittoriose come questa ci inducono ad andare avanti a testa alta, certi che la via dei Diritti Umani, del dialogo e della salvaguardia di ogni essere umano siano superiori a ogni violenza, ogni minaccia, ogni persecuzione”.
L’organizzazione Iranian Queer Railroad for Refugees ha subito ringraziato le varie associazioni per l’impegno mostrato nel difendere gli iraniani Lgbt, in particolare Kiana, che rischiava la pena di morte nel suo Paese, nella speranza che magari, da adesso in poi, i governi non aspetteranno che si attivino le associazioni per dare importanza alla questione dei diritti umani.
Immagini da www.fortliberty.org fonte gaywave
Libri Lgbt, Verso il Pride: a Napoli “Certe cose si fanno”
In occasione della settimana del NapoliPride, giovedì 24 giugno alle 18.00 alla Libreria Feltrinelli di Napoli (via San Tommaso D’Aquino 70), sarà presentato il volume “Certe cose si fanno. Identità, Genere e Sessualità nella popolazione LGBT” curato del sociologo Fabio Corbisiero con l’introduzione di Alessandro Cecchi Paone e la postfazione di Paolo Patanè.
Il libro, che raccoglie saggi dei sociologi Amalia Caputo, Flavia Menna, Elisabetta Perone e di Carmine Urciuoli (responsabile del centro di documentazione dell’Arcigay Napoli), presenta l’omosessualità come un fenomeno multidimensionale attraverso una ricostruzione storica e sociologica ed un’indagine all’interno della comunità glbt napoletana in cui si evidenziano le differenze nei comportamenti sessuali e affettivi offrendo anche un quadro dei luoghi e degli spazi urbani della comunità.
Il volume è corredato da una serie di interviste a studiosi, politici e personaggi dello spettacolo chiamati a esprimere la propria opinione sulle diverse dimensioni dell’omosessualità moderna (Enrica Amaturo, Vincenzo Capuano, Franco Grillini, Pietro Maturi, Platinette, Sara e Salvatore Simioli) ed un glossario di sigle e definizioni del mondo omosessuale oltre ad un breviario sulle più comuni infezioni e malattie sessualmente trasmissibili.
Insieme agli autori parteciperanno alla presentazione Enrica Amaturo (docente di Metodologia della ricerca alla Federico II di Napoli), Sergio D’Angelo (responsabile di Gesco Edizioni), Paolo Patanè (presidente dell’Arcigay Nazionale), Paolo Valerio (docente di Psicologia Clinica alla Federico II di Napoli) ed Anna Maria Zaccaria (docente di Sociologia del territorio).
Evento realizzato in collaborazione con NapoliGayPress.it
foto: mauro balletti fonte napoligaypress
Addio Corso Salani, attore e regista attento alla causa lgbt
È mancato a soli 48 anni il regista e attore fiorentino Corso Salani. Stava passeggiando mercoledì sera sul lungomare di Ostia con la moglie Margherita quando è stato colto da un infarto. Stava lavorando al montaggio di una docufiction sulle morti sul lavoro, realizzata con la collaborazione dell’Enel, dal titolo “I casi della vita”.
Il suo cinema rigorosamente indipendente è sempre stato caratterizzato da un forte impegno civile e sociale, spesso attento alla tematica lgbt e caratterizzato da una cifra stilistica personale, tendente a contaminare il genere narrativo con quello documentario. L’ultimo film firmato da Salani come regista, “Mirna”, risale all’anno scorso e racconta di una ragazza lesbica che abbandona Buenos Aires e il suo amore, Monica, per cercare sulle Ande un luogo dove vivere. Con lo sperimentale “Imatra – Confini d’Europa #3”, nel 2007 si era aggiudicato il premio speciale della giuria Ciné Cinémas nella sezione “Cineasti del presente” al Festival di Locarno.
Nel 2005 aveva realizzato il documentario “C’è un posto in Italia” dedicato all’avventura politica di Nichi Vendola che lo ricorda con queste parole: “Sono sconvolto per la scomparsa improvvisa del mio caro amico Corso Salani. Credo che il cinema italiano abbia perso, in una violenta manciata di secondi, lo sguardo bellissimo, attento e profondo di un grande regista di film e documentari, ma anche di un grande attore e sceneggiatore, sempre in bilico tra realtà e finzione, tra inchiesta e poesia, ma sempre con quella sua voglia di raccontare a tutti i costi la verità. Corso mi ha seguito per trentatré giorni con una piccola troupe cinematografica durante la mia prima campagna elettorale nel 2005. È stato un compagno di viaggio prezioso per me. Con la sua discrezione, la sua nobile riservatezza e il suo essere taciturno, Corso mi ha insegnato a cogliere i silenzi, ad interpretare e a indagare il non detto. Mi ha seguito con affetto e con straordinaria profondità. E di questo voglio ringraziarlo ancora, per un’ultima volta”.
La sua più celebre interpretazione risale al 1991 ed è quella del debutto come attore nel ruolo del giornalista Rocco Ferrante nel drammatico “Il muro di gomma” sul caso Ustica per la regia di Marco Risi. Il suo personaggio era ispirato a una figura realmente esistente che indagò sulla vicenda, Andrea Purgatori, cosceneggiatore della pellicola. Nel 2004 interpretò il protagonista gay di “Il vento, di sera”, esordio nel lungometraggio di Andrea Adriatico, dedicato a Marco Biagi. Corso Salani restituisce sullo schermo l’intimo strazio di Paolo, a cui viene ucciso per caso, in strada, il fidanzato Luca che si trovava sulla traiettoria di un killer intenzionato ad assassinare un celebre politico. Tre anni dopo avrebbe ricoperto un ruolo minore in un altro film a tematica omosessuale di Adriatico, “All’amore assente”.
fonte gay.it di Roberto Schinardi
Fashion Week, Arte e Moda per il pubblico di Milano Moda Uomo
Arte e Moda a Palazzo Reale di Milano, con una suggestiva serata per celebrare l’edizione estiva di Milano Moda Uomo Fashion Week.
La grande eleganza artistica della città ha ospitato, durante questi Fashion Week, la grande moda, prima a Palazzo Marino, con la celebrazione dei 20 anni dell’uomo Dolce&Gabbana, ed ora a Palazzo Reale, con le mostre d’arte “Goya e il Mondo Moderno”, “I due Imperi” e “Carla Maggi” aperte per l’occasione agli illustri ospiti, giunti a Milano da tutto il Mondo per seguire le passerelle della Moda uomo.
“Agli ospiti è piaciuta l’idea di poter visionare le mostre nel periodo della Moda”, ha commentato il presidente della Camera della Moda Mario Boselli, che ha anche rimarcato l’esigenza di valorizzare le ricchezze cittadine, non sempre prese in considerazione dal vorticoso universo del Fashion.
In apertura spazio al ricordo di Gianfranco Ferré, scomparso nel 2007, con la pubblicazione di “Gianfranco Ferré, architetto e stilista”, che porta ricordi e testimonianze delle persone più vicine all’eclettico personaggio, raccolti dalla giornalista Maria Vittoria Alfonsi. fonte magazinepress
Video Moda Uomo Fashion Week Fonte Fashiontimes youtube
martedì 22 giugno 2010
Lgbt, Gay Pride. Appello di Vendola, Concia, Luxuria: "Dopo Napoli tutti a Roma il 3 luglio"
Nel momento delle piazze bisogna lasciare al vento, affinché li trascini altrove, ogni acredine, incomprensione; rivolgersi alle persone che lottano per avere quello che tu stesso necessiti; invitare coloro che si nutrono di indifferenza e smarrimento per dire loro che le speranze son dure a morire, che vale sempre continuare a lottare perché quelle speranze diventino certezze. C’è sempre un buon motivo per partecipare ai Gay Pride. Uno tra i tanti è proprio la questione dei diritti legali dell’individuo, diritti di cittadinanza spronati dall’Europa, rimasti ancora lettera morta per i nostri legislatori. Irrisolto il problema delle coppie di fatto omosessuali; quello di una dignità del lavoro per le transessuali, il bullismo omofobo nelle scuole, la libera circolazione delle coppie di fatto, etc. In più si è fatto urgente un intervento legislativo per punire gli atti di violenza omofoba e ogni forma di discriminazione.
Servono a questo i Gay Pride: a risvegliare le coscienze sui diritti per le minoranze sessuali; servono a stabilire un’eguaglianza tra cittadini, tra persone, tra studenti, tra condomini. In questo strano paese l’orgoglio delle rivendicazioni per i diritti deve partire da noi, soggetto per soggetto, militante per militante, sigla per sigla, mantenendo le proprie specificità ma ruggendo coralmente per i diritti che ci facciano sentire più Europa.
Credo sia anche per questo che in occasione del Gay Pride di Roma, che si svolgerà il 3 luglio prossimo, siano scesi in campo i leaders delle organizzazioni lgbtq capitoline: Di Gay Project, con Imma Battaglia; l’Arcigay di Roma, col presidente Fabrizio Marrazzo; la deputata Pd Anna Paola Concia, Vladimir Luxuria, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Certo, che manchino altre importanti realtà come il Mario Mieli, cercheremo di capirne le ragioni. Roma dovrebbe essere la città che chiude le manifestazioni dei Gay Pride. Importante la presenza e l’adesione di Nichi Vendola che, credo, non mancherà all’appuntamento nazionale di Napoli.
Nichi, in questi mesi, sta facendo un lavoro di presenza e consensi che sono importanti persino alla futura politica di questo paese. Nichi, ce lo raccontano i fatti, non dimentica di essere omosessuale e quindi senza diritti, e questo lo fa sentire partecipe ai Gay Pride, come alla vita di tutti noi che lottiamo per un’Italia che difenda i suoi cittadini lgbtq. Non vi è mai stata una così alta carica istituzionale, che da gay, non ha dimenticato gli altri gay, le lesbiche, le transessuali.
Lo stesso vale per Vladimir Luxuria che, smessi i panni di parlamentare, continua a essere linfa per il Movimento. La sua vita artistica e culturale continua a dibattere dei problemi delle persone trasgender, si batte contro le violenze omofobe. Lo fa con intelligenza e perseveranza.
Anche Anna Paola Concia, in un Parlamento ingessato da una maggioranza che poco pensa alle necessità della gente, si batte come una leonessa, solitaria ma forte, per riuscire a far tornare in aula la sua legge contro l’omofobia, avendo spesso critche poco generose persino da parte della militanza lgbtq.
Loro, noi, tanti altri emeriti, ma importanti sconosciuti, uomini di cultura e di fede, in tanti, diamoci appuntamento, dopo Napoli, a Roma. Serve esserci nella città che nei mesi scorsi è stata teatro di intolleranze omofobe; è importante che i cittadini di Roma vedano un Movimento fiero, unito, popoloso, festaiolo ma che non intende arretrare sulla richiesta di nuove leggi che ci riguardano.
Ci saranno bagliori di feste la sera, ma al Pride del pomeriggio andiamo tutti, con le nostre speranze, i nostri amori, anche l’illusione che presto avremo un paese diverso. Una illusione che, se uniti e tanti, potrebbe turbare la sonnolenta politica.
fonte queerblog
Libri Lgbt "Elementi di critica trans"
Oggi Martedì 22 Giugno, alle ore 21.00
Libreria Modo Infoshop
Via Mascarella 24/B, Bologna
Elementi di critica trans
A cura di L. Arietti, C. Ballarin, G. Cuccio, P. Marcasciano
Edizioni Manifestolibri, 2010
Porpora Marcasciano e Giorgio Cuccio
ne parlano con
Renato Busarello e Valerie Taccarelli
Il volume raccoglie interventi e riflessioni sull’esperienza trans – intesa in senso individuale e collettivo – da parte dei soggetti protagonisti in occasione del primo seminario residenziale transessuale/transgender svoltosi in un agriturismo della campagna toscana, nella primavera del 2008.
Un dibattito all’interno della variegata ed eterogenea scena trans sulle questioni che rimandano al significato della propria esperienza e alla possibilità/capacità di costruire una soggettività critica, nel tentativo di arrivare a posizioni condivise su storia, genere, sesso, patologia, autodeterminazione, senso e significato delle parole.
Un tentativo di recuperare la nostra storia attraverso la memoria, l’autonarrazione e la cosiddetta “storia dal basso”, per dare un senso nostro alla nostra esperienza, approfondendo questioni problematiche o problematizzanti – anche con l’aiuto di testimoni privilegiati, scelti in base al loro rapporto con la scena transessuale/transgender, alla loro conoscenza e al contributo che ad essa hanno dato.fonte puta.it
Lgbt, Nintendo Wii: quel bacio gay che sorprende in un videogioco giapponese
In “Fragile Dreams”, da poco uscito sulla console Nintendo, capita di assistere ad una scena abbastanza inusuale tra i due giovani eroi: un inaspettato bacio tra l’eroe e uno dei protagonisti.
Il protagonista del gioco è il 15enne Seto ed è l’unico sopravvissuto alla misteriosa estinzione del genere umano. Il gioco è ambientato in un mondo post-apocalittico dove l’uomo è ormai estinto e gli unici essere viventi sono piante,animali e (se si possono considerare viventi) demoni e fantasmi.
Il giovane Seto si ritroverà quindi, a girovagare per lande desolate in cerca di altri sopravvissuti e durante l’avventura, si imbatterà in una giovane fanciulla dai capelli argentei di nome Ren.Il tema centrale è quello della solitudine. Dopo dieci ore, si fa conoscenza con Crow, un adolescente alla ricerca della verità sulla sua storia.
Dopo una (lunga) fase in cui entrambi i giocatori giocano al gatto col topo, alla fine diventano amici.E questo è il momento del distacco tra i due.
I baci gay sono praticamente inesistenti nei videogiochi, con la notevole eccezione di “Bully”, pubblicato nel 2006 da Rockstar. L’uscita discreta di “Fragile Dreams” è stata piuttosto ben accolta sul forum. La maggior parte dei giocatori esprimono la loro sorpresa: alcuni giocatori sostengono che Crow sia gay, ma che il protagonista sia etero. Altri trovano la scena affascinante e notano come Seto sembri apprezzare quel lungo bacio, ma la maggior parte sembra essere più interessata al sistema di controllo che ai gusti sessuali dei protagonisti. Nonostante la scena che sorprende, il giudizio generale sul gioco è abbastanza positivo. Qualche appunto sulla giocabilità, ma in compenso comparto tecnico grandioso e atmosfere dark che puntano più sulle emozioni che sul survival horror.
fonte giornalettismo
Fashion Style, Gucci diventa ecochic: nuove iniziative per l’ambiente
Gucci sposa la causa ecologica e per ridurre il consumo di carta e le emissioni di Co2, da oggi parteciperà a nuove iniziative a ridotto impatto ambientale. Primo passo riguarderà innanzitutto il packaging, rimodernato per l’occasione, che è stato pensato e realizzato con l’impiego di materiali riciclabili, in modo da non essere dannoso per la natura. A breve queste nuove confezioni, raggiungeranno gli oltre 284 negozi del mondo, che se si moltiplicano per le vendite quotidiane e per il numero di buste distribuite, diviene un contributo davvero notevole.
Oltre a rispettare l’ambiente, il nuovo packaging, rispetta anche la tradizione della maison Gucci, ad un passo dal festeggiare i suoi primi 90 anni, proponendo ancora una volta l’intramontabile sfondo marrone cioccolato con logo della griffe toscana.
Queste nuove shopping bag e le confezioni regalo presentano al loro interno un messaggio: “This Shopping Bag is FSC certified and made of 100% recyclable material”; che precisa le caratteristiche dei materiali. Inoltre spariranno le sottili pellicole di plastica trasparenti e le veline verniciate o stampate.
Ogni albero dal quale deriva la carta utilizzata per realizzare il packaging, proviene da foreste controllate, ben gestite e non soggette a deforestazioni.
Ma non è finita qui, perché a quanto pare Gucci ha preso l’iniziativa molto seriamente, sostituendo i cataloghi in carta, con le E-Card ed i cataloghi on-line, riducendo il consumo di energia elettrica all’interno dei negozi negli orari di chiusura, il trasporto dei prodotti sulle strade e per quanto riguarda l’arredamento, ha preferito sostituire le parti in legno con impiallacciature.
fonte pourfemme
lunedì 21 giugno 2010
Lgbt, Milano Nasce lo sportello Trans di ALA Onlus
Presentiamo una intervista a Antonia Monopoli, nostra volontaria per il progetto “Ronde del té” e autrice del Tramsizionario. Antonia lavora come operatrice pari di ALA Milano onlus, in merito all’esperienza dello Sportello Trans ALA Milano Onlus: gli obbiettivi raggiunti, quelli futuri, e la lotta contro la discriminazione e la transfobia.
Come hai conosciuto ALA?
Sono venuta a conoscenza di ALA Milano Onlus nell´anno 2005, quando facevo la volontaria presso la loro unità mobile di strada. ALA nasce come associazione laica per la lotta all´HIV, ma oggi lavora anche su progetti contro le tossico e alcol dipendenze facendo azioni di prevenzione nelle scuole e nei locali, ed è impegnata sul tema della prostituzione, e in particolare sulla prostituzione delle persone transessuali. In quel periodo io collaboravo con l’associazione “Crisalide Azione Trans” e nel 2006 ho partecipato al progetto “Transiti” facendo un periodo di formazione e stage come Operatrice Pari, in quanto Trans e in quanto ex prostituta, stage presso ALA Milano Onlus e presso l´Ospedale Niguarda affiancando il dott. Maurizio Bini.
Come è nata l´idea di uno sportello trans?
A gennaio 2009 mi è venuta l´idea di offrire un servizio più ampio e completo di quello che offriva Crisalide Azione Trans e mi sono rivolta ad ALA e, dopo un primo incontro, abbiamo pensato di creare insieme uno Sportello Trans cercando di valorizzare le nostre esperienze precedenti.
Come funziona?
Da poco tempo abbiamo creato sul sito di ALA Milano Onlus una pagina dedicata allo Sportello Trans dove si posso trovare i principali riferimenti. In questo modo stiamo cercando di dare maggiore visibilità al servizio ma, di solito, le persone interessate possono chiamare il mercoledì mattina dalle 9,30 alle 12,30 e, dopo una chiacchierata al telefono, si fissa un appuntamento per la consulenza sull´iter personalizzato da intraprendere, a seconda delle diverse esigenze dell’utenza.
A chi si rivolge?
Il servizio è nato pensando al target della realtà trans a 360°: persone transessuali e trans gender, MtF e FtM; persone che si prostituiscono e che non si prostituiscono. Da settembre del 2009 è stato avviato un nuovo progetto di ALA chiamato “Via del Campo”, specificatamente dedicato al target prostituzione e quindi l’utenza di questo tipo che lo Sportello Trans seguiva è stata trasferita sul progetto Via del Campo il cui è finanziato dalla Fondazione Cariplo, con partnership ASL Milano Dipartimento di Prevenzione servizio CRH/MTS di viale Jenner 44, Ospedale Cà Grande Niguarda con il Dott. Maurizio Bini, Associazione Lule, in collaborazione con la Camera del Lavoro e la Provincia di Milano. Via del Campo è rivolto ad un target di Uomini, Donne e Trans che si prostituiscono, è un progetto che offre servizi gratuiti, per saperne di più: http://www.alainrete.org/prostituzione/progetti_attivi.html
Che servizi offre?
I servizi che offre lo Sportello Trans sono diversi in relazione alle diverse necessità e bisogni che ci vengono dagli e dalle utenti: dall’assistenza e consulenza sui servizi sanitari presenti sul territorio per chi vuole intraprendere un percorso di transizione, al supporto per l’inserimento lavorativo, fino ad arrivare ai consigli di uso pratico e quotidiano per i diversi bisogni delle persone transessuali, dall’alloggio ai centri estetici specializzati, dalla consulenza legale al supporto psicologico ecc… per avere maggiori informazioni potete andare sul sito ALA.
Chi sono gli operatori?
Per il momento sono io la responsabile e l´operatrice del servizio, ma mi piacerebbe in futuro avere accanto a me un transessuale FtM che si occupi più specificamente di utenti trans FtM. Inoltre abbiamo pensato di realizzare con la collaborazione di Arcobaleni in Marcia un volantino sul Transessualismo e buone prassi in cui a breve sarà anche scaricabile dalla pagina del sito dello Sportello Trans.
Quali sono gli obiettivi raggiunti?
Finora lo Sportello Trans collabora con la Colce, e la Lule che sono associazioni che si occupano di tratta (sfruttamento), con Saman che è una comunità sulle dipendenze (droga, alcol, fumo), con l’ospedale Niguarda e in particolare con il dott. Maurizio Bini, con la Simoe che è un´associazione onlus di chirurghi estetici, con un gruppo di persone che si chiamano “Progetto IO LGBT” che si occupa di assistenza ai casi di asilo politico per persone immigrate gay, lesbiche, trans e bisessuali che vivono nel nostro paese, con il Naga che offre servizi di assistenza legale per immigrati/e, come dicevo, con il progetto Via del Campo c’è inoltre una collaborazione con la Camera del lavoro, con cui stiamo cercando di creare due opuscoli: uno per informare le persone Trans sui loro diritti principalmente in relazione al lavoro ma anche in altre aree, l’altro sarà un manuale di buone prassi per sensibilizzare i datori di lavoro rispetto alla tematica Trans. Un altro progetto è di organizzare ulteriori proiezioni del video documentario “Crisalidi” 5 racconti di vita trans, pensato da Crisalide Azione Trans, ALA Milano Onlus e il Regista Federico Tinelli, proiezioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche trans. Per saperne di più, vedi qui.
Quali sono gli obiettivi futuri?
Sempre per restare ai progetti in campo, vorremmo innanzitutto perfezionare le collaborazioni esistenti per lavorare meglio e aver cura delle persone transessuali, accompagnando ciascuna nel proprio percorso personalizzato. Poi, naturalmente, vorremmo creare delle nuove collaborazioni con altre realtà, sensibilizzare le istituzioni, costruire materialmente delle possibilità di lavoro alternative alla prostituzione e migliorare le possibilità di istruzione e formazione per le persone transessuali. Vorremmo creare servizi di alloggio momentanei e/o definitivi e offrire spazi sia per la creazione di gruppi AMA di confronto di esperienze e di auto mutuo aiuto per le persone trans, sia per la creazione di eventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Quali sono i punti critici?
Le criticità sono legate alla possibilità di offrire una continuità del servizio. Lo sportello Trans è nato a gennaio del 2009 come attività di volontariato, poi a settembre del 2009 è stato finanziato tramite il progetto Via del Campo, che però terminerà nel gennaio 2012. Già da ora stiamo pensando a possibili fonti di auto finanziamento per poter continuare le nostre attività dopo quella data, magari costituendoci in associazione o raccogliendo delle donazioni private coinvolgendo le persone TLGBQIE e il resto della popolazione. Siamo alla ricerca di altre idee di finanziamento e/o di forme di collaborazione con nuove persone o realtà che vogliano partecipare alla ricerca di fondi per la realizzazione di progetti insieme allo Sportello Trans. Ben vengano le nuove idee da altre realtà che ci vorranno aiutare!
Visto che dal 2002 mi batto per l’attivazione di misure di azione positive e l’attuazione di politiche attive contro la Transfobia in cui siamo l’Italia il paese in europa ai primi posti per violenza transfobica, vorrei concludere lanciando un appello perché anche la Regione Lombardia inserisca, come già attuato in Toscana e in Emilia Romagna, delle norme specifiche contro la violenza e la discriminazione nei confronti di persone transessuali, discriminazione diretta e indiretta, tipo il colloquio di lavoro, colloquio in azienda o in agenzia interinale, la documentazione legate alle istituzioni per chi ha i documenti difformi dall’aspetto, i bagni, perché in italia e soprattutto i lombardia si necessita di aprire la discussione sulla realtà transessuale, che non prescinda evidentemente dal fenomeno della prostituzione, ma che allo stesso tempo non venga appiattita solo su di esso. Perché mi sembra che lo Sportello Trans bene dimostri siamo anche altro.
fonte milkblog
Lgbt, Gay party organizzato da Cameron per l’inizio del Gay Pride
Il premier inglese David Cameron ha onorato la tradizione del governo ed ha organizzato quello che ormai è diventato una tradizione (inaugurata da Gordon Brown) del governo britannico: un gay party nella residenza del primo Ministro inglese in vista della stagione dei Gay Pride in Inghilterra. Anche quest’anno saranno invitate le associazioni lgbt inglesi, e le varie personalità che giornalmente si impegnano per la tutela dei diritti della comunità gay in Inghilterra. L’evento – ormai diventato praticamente una tradizione – era in dubbio finché non sono partiti gli inviti.
All’incontro hanno presenziato anche l’attrice Amanda Barrie, il giornalista Matthew Parris, ed il cantante Duncan James. Questo evento ha voluto essere un forte segnalo per ristabilire l’apertura del governo di Cameron nei confronti della comunità gay.
Proprio Cameron nei mesi scorsi ebbe due episodi bizzarri riguardo l’omosessualità. Il primo fu quando un giornalista gli fece una domanda in merito ai diritti gay, alla quale Cameron non fu assolutamente capace di rispondere.
La seconda, un po’ più recente, è avvenuta qualche settimana fa, quando il direttore generale del Tesoro, David Laws, è stato coinvolto in uno scandalo gay, ed ha dovuto dimettersi.
fonte ansa,Immagini www.dailymail.co.uk
Fashion Style, Apre in Francia una Casa di Valentino
Valentino sta preparando, in una sua casa francese, una location dedicata alla sua storia e alla sua moda. Ci sarà una raccolta dei disegni, le foto e tanti abiti delle sue collezioni. La novità sarà un sistema informatico a disposizione di giovani studenti e di studiosi di moda. E' stato proprio Valentino ad annunciarlo, a Taormina, dov’era per il festival del cinema. Molti si chiedono dove sia finita l’idea di una mostra a Roma sullo stilista e lui si limita a dire che «per il momento il museo non si fa, per un problema di sede.
Per il momento l'ho fatto a casa mia, in Francia... poi si vedra! Quando ho lasciato la mia sartoria ero molto nervoso, mi sono portato via molte casse, avevo bisogno di riguardare le mie cose, le mie foto... adesso le metterò a disposizione di chi chiederà di vederle». Alla domanda se tornerà nella moda risponde: «Adorerei, ma anche se ho duemila idee che bollono in testa, ho messo la parola fine. I miei assistenti stanno migliorando ad ogni collezione. Sono molto fiero di loro e sono convinto che presto mi renderanno felice per quello che sapranno fare con Valentino. Ci sono tanti creativi che creano troppo velocemente e non sempre sono cose riuscite. Per creare ci vuole esperienza, non ci si improvvisa».
fonte gayin.tv
Ho scelto questo video di una Sfilata memorabile di Valentino Garavani a "Donna Sotto Le Stelle" del 1995, con le più belle Top Model, Purtroppo la qualità non è delle migliori, ma da vedere...Lisa
Da Torino una nuova casa di distribuzione cinematografica con una sezione dedicata ai film lgbt
Si chiama Atlantide Entertainment ed è una nuova casa di distribuzione cinematografica di Torino che sta debuttando in questi giorni sul mercato con un listino di circa 30 film. Al suo interno è presente anche una sezione chiamata "Queer frame", il cui scopo è di produrre film a tematica LGBT (da film apertamente gay ad altri che saranno solo toccati dalla tematica omosessuale) che non trovano o non hanno trovato un loro spazio nel mercato nazionale.
Alcuni titoli che entreranno a far parte di questa collana sono già stati presentati al Togay 2010, tra cui anche il film vincitore "El Nino Pez" di Lucia Puenzo e "Leo's Room" di Enrique Bouchichio, premio speciale della giuria. "Going South" di Sebastien Lifshitz, invece, aprirà il festival Mix di Milano il 22 giugno prossimo.
fonte gayburg
domenica 20 giugno 2010
Lgbt, Sicilia Pride, Vladimir Luxuria: “Trans, politica, diritti”
A Palermo è cominciato il Sicilia Pride, la festa dell’orgoglio omosessuale, madrina Vladimir Luxuria, nota anche per essere un’attivista a tutto campo dei diritti LGBT (lesbo, gay, bisex, transgender). L’abbiamo rintracciata a Roma, grazie al responsabile della manifestazione in Sicilia, Luigi Carollo e BlogSicilia le ha rivolto le seguenti domande.
Semplice, disponibile, aperta, ci ha risposto su tutto con estrema franchezza.
- Parliamo di trans e politica.Il caso Marazzo e dopo tre morti sospette cosa sta accadendo?
Questo lo accerteranno la magistratura e le indagini. Spero che venga fuori il colpevole o i colpevoli di tutta questa storia. Inoltre, auspico che dopo, invece, si potrà continuare a parlare di trans e politica in merito al tema di cosa deve fare la politica per migliorare la dignità delle persone trans e soprattutto per parlare delle persone trans coinvolte attivamente in politica.
- Perché l’uomo politico è così affascinato dal mondo trans?
Non farei una categoria, non troverei un’uniforme professionale alle persone che sono attratte da trans. La verità è che fanno più notizia, nel senso che se c’è un idraulico che viene sorpreso con una trans la questione non fa notizia, mentre il personaggio noto, soprattutto se proviene dalla politica, scatena tutta la morbosità possibile e inimmaginabile.
- Perché l’omosessualità suscita reazioni e opinioni così forti, a volte violente ed estreme, nella nostra società?
Io non sono una psicologa. So solo che ad una persona risolta sessualmente non dovrebbe dare fastidio una dimostrazione d’affetto tra due persone di sesso diverso o di sesso uguale. Se qualcuno prova fastidio, vuol dire che c’è qualcosa che non va in lui. Io non posso con una bacchetta magica cancellare una reazione d’indignazione, però uno può girare la testa dall’altra parte, sicuramente non usare le mani.
- Dopo l’Isola dei Famosi, adesso il Sicilia Pride nell’Isola detta dei Mafiosi. Come pensi che andrà e come sarà accolta la manifestazione?
Intanto, vorrei definire la Sicilia più l’isola dei golosi che l’isola dei mafiosi, perché non mi piace sinceramente fare questo corto circuito di siciliano uguale mafioso; purtroppo vengono identificati spesso così, ma si tratta di una minoranza, tra l’altro non solo in Sicilia, perché la mafia è ramificata ovunque, anche nel Nord Italia.
Mentre voglio continuare a pensare ai tanti siciliani e siciliane, la stragrande maggioranza, che sono onesti e che sono le prime persone che sono vittimeme, invece, di questi pregiudizi e anche della criminalità organizzata.
- L’articolo 29 della Costituzione parla di “famiglia come società naturale” quindi perché il matrimonio gay per molti moralisti in Italia è anti-costituzionale?
Non è anticostituzionale che uno Stato riconosca l’affettività fra due persone e ne regoli i diritti e doveri. Io credo che un governo serio dovrebbe essere un governo che fa delle politiche serie per la famiglia, per aiutare le persone che sono in difficoltà e anche allo stesso tempo che dica “ io mi vergogno della mafia, io mi vergogno delle guerre della violenza, ma non mi vergogno che due persone si vogliono bene e che vogliono dei diritti riconosciuti”. Cercare di allargare i diritti agli altri non vuol dire togliere questi diritti a chi già ce li ha.
- In Sicilia, anche se all’apparenza può sembrare una terra bigotta e conservatrice, esistono pochi casi di aggressioni omofobiche, a cosa è dovuto?
Menomale, è un dato positivo. Credo che sia dovuto intanto ad una minore visibilità da parte dei gay in tante zone della Sicilia, ma forse è anche dovuto al fatto che magari i siciliani hanno qualcosa da insegnare agli altri.
fonte palermo.blogsicilia di Maurizio Zoppi
Lgbt, Gianni Alemanno “Entro un mese Osservatorio per combattere omofobia”
Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ha preso un impegno molto importante con la comunità LGBT della capitale: «istituire entro un mese un Osservatorio per combattere ogni forma di discriminazione, di ogni genere e tipo, compresa quello sull'orientamento sessuale». Iniziative, dunque, per combattere la discriminazione dal punto di vista culturale e un impegno per coinvolgere di più le forze di polizia contro le forme di violenza.
L'organo, previsto all'interno del protocollo firmato con il ministero delle pari opportunità, sarà composto da dirigenti del comune, del ministero e del mondo associativo che fa riferimento a tutte le diverse discriminazioni.
Alemanno ha spiegato all'Osservatorio «saranno affidate tutte le iniziative per combattere la discriminazione: questo è un impegno dal punto di vista culturale. Parallelamente ci siamo impegnati in un'opera di prevenzione e repressione delle forme di violenza che riguardano gli omosessuali: Roma deve essere una città delle regole che valgono per tutti e con le forze di polizia studieremo tutte le iniziative necessarie a combattere le forme di violenza».
Dall'altra parte, i portavoce della comunità LGBT e in particolare il presidente di DiGay Proget, Imma Battaglia e il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, hanno definito l'incontro “positivo” e l'amministrazione “attenta, in ascolto”. Un plauso alla scelta di istituire l'osservatorio, ma soprattutto nei tempi brevi “segno della concretezza del lavoro del comune”.
Con queste decisioni, hanno spiegato, «si può fare di Roma una città di stampo europeo nella lotta contro l'omofobia. Ci auguriamo che somigli sempre più a Londra e Barcellona dove c’è una sinergia tra istituzione, forze dell'ordine e associazioni»
fonte gayin.tv
ARTE SENZA BARRIERE, Presso la Mimart, l’expo IV edizione dell’Internazionale d’Arte LGBT,dal 25 giugno al 2 luglio 2010
In occasione della manifestazione nazionale dell’orgoglio gay prevista per il 26 giugno 2010 a Napoli, AV Art Gallerie, in collaborazione con la Fondazione Artevision, presenta alcune opere della IV edizione dell’Internazionale d’Arte LGBT presso la galleria d’arte Mimart di Napoli (via Solimena 50). La mostra inaugurerà venerdì 25 giugno alle ore 20.00 e sarà visionabile fino al 2 luglio 2010.
Sarà così possibile sfruttare la grande visibilità del gay pride per richiamare l’attenzione di quella parte di pubblico interessata alle dinamiche sociali, culturali e artistiche del mondo LGBT. L’internazionale d’Arte nasce con l’intento di dar vita a un evento artistico che permetta la scoperta di nuovi punti di vista, promuovendo l’emergere di una coscienza civile e di sensibilizzazione al mondo LGBT quale parte integrante della società contemporanea presente in qualsiasi fascia sociale ed economica, presupposti grazie ai quali nel corso degli anni si è sviluppata e consolidata la collaborazione con il GLBT Film Festival da Sodoma a Hollywood di Torino.
La tematica dell’Internazionale d’Arte di quest’anno è: “Sono come sono”. Perché i generi sono sempre e solo due? Perché tutto il resto eccede dalla norma? Gli uomini non sono tutte singolarità? Nel momento in cui si è costretti a rappresentarsi attraverso un ruolo di genere, si è obbligati a rinunciare a tutto quel che fa di ognuno di noi un’identità; la società si crea delle “aspettative” sul ruolo che tutti si augurano vederci recitare, pena il mancato riconoscimento sociale. Il comune denominatore delle opere presentate è il corpo, che diventa l’oggetto dell’indagine artistica; tutti gli artisti dell’Internazionale mettono al centro della loro produzione la figura umana, ricercando sempre gli aspetti più veri, genuini, primitivi dell’essere umano. L’Internazionale d’Arte LGBT è destinata ad un audience eterogenea ed è proprio il grande pubblico, coinvolto indistintamente nel panorama di appuntamenti artistici offerto dal capoluogo campano, che si intende avvicinare. La grande varietà – non solo di forme, ma anche e soprattutto di contenuti – dei lavori in esposizione gioca a favore, scongiurando il rischio di presentare un evento che per tematica può apparire eccessivamente “di nicchia”. Artisti della IV edizione dell’Internazionale d’Arte LGBT che saranno esposti a Napoli: Enzo Casale (Roma, 1960) Diplomato Accademia Belle Arti di Roma, illustratore per Marina Monteforte su Vogue America, è stato pubblicato su ARTIsSpectrum, rivista di promettenti artisti del mondo dell’arte e, in particolare del mercato dell’arte di New York . ArtisSpectrum N.Y. dice di lui:“I dipinti di Enzo Casale pongono la questione dell’universalità del ritratto. Egli tenta non di seguire il percorso del ritratto tradizionale che mira a immortalare una somiglianza, uno stato d’animo, o l’essenza interiore del soggetto scelto.”. Sebastiano Impellizzeri (Catania, 1982) vincitore Premio Nazionale per giovani incisori “Gino Carrera”. Stefano Fugazza di Lodi.
Tra le mostre più recenti ricordiamo Bye Bye Peggy: Garantito Accademia. Evento collaterale in occasione della terza Mostra dedicata a Peggy Guggenheim. A cura di Carla Crosio e Luciano Massari. Claudio Bindella (Milano, 1967) la sua produzione artistica inizia nel 2003, fa esperienza presso lo studio del pittore Benito Trolese. Ha esposto presso la Libreria Babele Galleria, storica libreria gay di Milano. Jeferson De Souza (Brasile- Taquarituba, 1984) opera nel mercato dell’arte in Brasile dal 1997. Ad oggi è molto conosciuto nel Sud America con circa 2.000 lavori sparsi in tutto il mondo. Numerose pubblicazioni su periodici specializzati quali Pintura em Tela, Editora On Line, São Paulo-SP, Grandes Lideres da História, Editor On Line, São Paulo-SP, Galeria em Tela,de 2004 à atualmente, Editora On Line, São Paulo-SP.
fonte loravesuviana
Iscriviti a:
Post (Atom)