venerdì 24 giugno 2022

Libri: "Vita di Vivian Maier. La storia sconosciuta di una donna libera" Ediz. illustrata, di Ann Marks, traduzione di Chiara Baffa

Nella periferia di Los Angeles, il 17 luglio 1955, apriva per la prima volta i suoi cancelli Disneyland. 

Quasi trentamila persone si riversarono nei viali mai calpestati prima, un fiume in piena di bambini pronti a lasciarsi meravigliare. Lì, tra famiglie, figuranti e pupazzi, c’era Vivian Maier, una tata di origine francese da poco trasferitasi sulla West Coast in cerca di un nuovo incarico. 

La donna girovagava da sola tra la folla con una macchina fotografica in mano: dopo anni di scatti in bianco e nero, aveva deciso di passare al colore per immortalare gli attori travestiti da nativi americani e i castelli di cartapesta, per rendere giustizia a quell’atmosfera sognante e un po’ finta. 

Ma conclusa la gita, quelle foto non furono viste da nessuno, come le altre decine di migliaia di immagini che Vivian Maier scattò e tenne nascoste agli occhi del mondo per decenni. La storia del loro ritrovamento è già leggendaria: montagne di rullini chiusi in scatole di cartone fino al 2007, quando per un caso fortunato John Maloof, il figlio di un rigattiere di Chicago, acquistò in blocco il contenuto di un box espropriato. All’interno trovò un archivio brulicante di autenticità e umanità, il patrimonio di una fotografa sconosciuta che in pochi anni sarebbe stata celebrata in tutto il mondo. 

Ma mentre le sue opere diventavano sempre più popolari, la sua biografia restava un segreto impenetrabile, perché Vivian aveva sepolto il suo talento con la stessa cura e riserbo con cui aveva protetto la sua vita. Adesso, grazie alla meticolosa ricerca investigativa di Ann Marks, che ha avuto accesso a documenti personali e fonti di primissima mano, quelle vicende personali finora oscure vengono sottratte all’oblio, al mistero e alla leggenda. 

"Vita di Vivian Maier" rivela in tutta la sua complessità la storia di una donna fuggita da una famiglia disfunzionale, fra illegittimità, abuso di sostanze, violenza e malattia mentale, per poter finalmente vivere alle sue condizioni. Nessuno, neanche le famiglie presso cui prestava servizio, aveva idea che quella bambinaia di provincia nascondesse uno dei maggiori talenti fotografici del periodo, in grado di ritrarre le disparità e le ingiustizie degli Stati Uniti del boom economico, le persone comuni, i bambini, la semplice vita urbana. In questo, che trabocca di foto (anche inedite), l’opera e la vita finalmente si intrecciano in un’unica storia: il ritratto che emerge è quello di una sopravvissuta, fiduciosa nel suo talento nonostante le sfide della malattia mentale, una donna socialmente consapevole, straordinariamente complessa e soprattutto libera.

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fonte: www.amazon.it

Musica: I Duran Duran agli Uffizi, maratona d'arte alla Galleria

I Duran Duran agli Uffizi, maratona d'arte alla Galleria. Full immersion 4 ore prima del concerto in Versilia

- Maratona Duran Duran alla Galleria degli Uffizi.

 

I padrini del synth pop anni 80, in questi giorni in Toscana per una data della loro tourneè internazionale (domani sera saranno headliner al festival La prima estate di Lido di Camaiore) hanno voluto concedersi una vera e propria full immersion tra i capolavori del celebre museo fiorentino: protagonisti del maxitour, durato circa quattro ore, il bassista e il tastierista della band, John Taylor e Nick Rhodes, grandi appassionati d'arte.

E' quanto spiegato in una nota delle Gallerie degli Uffizi.
    Ad accoglierli e condurli in museo il direttore Eike Schmidt, che ha illustrato approfonditamente ai musicisti inglesi la pittura del Cinquecento italiano attraverso capolavori quali l'Angelo musicante e il San Giovannino di Rosso Fiorentino, la Madonna dal collo lungo di Parmigianino, le Allegorie enigmatiche di Dosso Dossi, i ritratti dei Medici del Bronzino; Taylor e Rhodes hanno apprezzato molto anche la Medusa e il Sacrificio di Isacco di Caravaggio, prima di una sosta rinfrescante al bar in terrazza sulla loggia dei Lanzi. E poi via di nuovo, per oltre un'ora ancora, a riempirsi gli occhi di Rinascimento nelle sale di Giotto, Piero della Francesca, Botticelli, Leonardo e Raffaello. (ANSA).  

fonte: Redazione ANSA www.ansa.it RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

mercoledì 22 giugno 2022

Rinviato lo show di Rai1 per Raffaella Carrà, la serata omaggio non andrà in onda nel 2022

Il progetto di una serata evento su Rai1 dedicata alla memoria di Raffaella Carrà sembra destinato a slittare al 2023. La data ipotizzata è quella del 18 giugno, quando avrebbe compiuto 80 anni.

Si immaginava come uno degli eventi televisivi cardine dell'estate di Rai1, ma la serata dedicata alla memoria di Raffaella Carrà sembra destinata a slittare al 2023. Precisamente il 18 giugno dell'anno prossimo, giorno in cui l'icona della televisione e della musica italiana avrebbe compiuto 80 anni. Lo fa sapere TvBlog, dando notizia dello spostamento di un evento da molti mesi al centro di progetti e ipotesi, che tecnicamente avrebbe dovuto onorare Raffaella Carrà a un anno circa dalla sua scomparsa, datata 5 luglio 2021.

La serata evento rinviata al 2023

A quanto pare non sarà così e il progetto di una serata evento celebrativa della carriera e la fama internazionale di uno dei volti più amati dagli italiani (e non solo) dovrà attendere ancora qualche mese per diventare realtà. Quella di Raffaella Carrà è un'assenza che pesa ancora moltissimo e che in più momenti nel corso della stagione televisiva conclusasi da poche settimane ha trovato momenti di ricordo e celebrazione, tra cui anche il palco dell'Ariston per il Festival di Sanremo 2022.

L'evento sarà condotto da Milly Carlucci

Al netto dello slittamento, non sembra in discussione la conduzione dell'evento affidata a Milly Carlucci e la messa in onda su Rai1. Lo show dovrebbe andare in onda dall'auditorium del Foro Italico, che è stato teatro di tantissimi programmi condotti da Raffaella Carrà, tra i quali Carramba che sorpresa, che ospita anche un'altra grande trasmissione della nostra tv, ovvero Ballando con le stelle, di cui padrona di casa è per l'appunto Milly Carlucci.

fonte: A cura di Andrea Parrella www.fanpage.it

Danza: Flow, il primo libro di Marco Auggiero

«…limpido condividi la parte più intima di te e ti accorgi di lasciare un segno indelebile nelle anime che ti hanno seguito in questo cammino, interpreti e spettatori ognuno liberamente nel proprio percorso emotivo». Ecco alcune parole di “Flow”, primo libro di Marco Auggiero, coreografo e direttore artistico della Mart Dance Company

Un libro che era già stato pensato per molto tempo insieme al suo amico scrittore Arturo Capasso, poi scomparso prematuramente. Presentato al Teatro Augusteo di Napoli, “Flow” ha da subito avuto il bagno di folla del pubblico che ha gremito ogni posto per conoscere in anteprima il libro di Marco Auggiero, accompagnato sul palco del Francesco Milana, già primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, e del giornalista Christian Montagna. «E’ bellissimo poter tornare sul palco ogni volta di più – ammette l’autore – e poter parlare del mio primo libro mi inorgoglisce particolarmente. Per questo però devo ringraziare la professionalità di Vittorio del Re e Francesco Mele e della DWS Model che, con la distribuzione di Amazon, provvederà a far circolare il mio lavoro». Un libro che potrà avere una platea di lettori molto eterogenea, non pretende prerequisiti tecnici perché ha un ampio ventaglio di sfaccettature molto godibili per chi ama la danza ma anche per chi ne è semplicemente incuriosito.

È senz’altro una biografia arricchita di foto, proprio come in un album dei ricordi. Eh sì, perché “Flow” è un work in progress che, molto probabilmente, dovrà e potrà arricchirsi man mano delle esperienze e dei successi del futuro. «Io e mio marito Matt abbiamo conosciuto Marco più di venti anni fa. È stato durante un laboratorio di danza in Francia, successivamente siamo stati da lui per insegnare la Tecnica Mattox». La stima profonda di Martine Mattox è l’adrenalinica prefazione che ha donato a Marco Auggiero, letta anche sul palcoscenico del Teatro Augusteo per dare la giusta eco alle amicizie più intime dell’autore, al di là dei risultati conseguiti negli anni. 

Ma è sfogliando il libro che impariamo a conoscere le esperienze, i ricordi, gli sforzi ed i successi dell’autore, coreografo, ballerino, uomo e direttore artistico. Un personaggio multitasking che ha girato Stati Uniti ed Europa per farsi le ossa e creare il suo modello, la sua tecnica, il suo stile. Ormai Marco Auggiero è riconosciuto ovunque per la credibilità del suo lavoro in sala e sul palco e questo, molto probabilmente, è il successo più importante e difficile da conseguire.

E “Flow” lo testimonia passo dopo passo, attraverso otto agili capitoli per un totale di centotrentasei pagine, comprese quelle dei ringraziamenti sentiti, su tutti all’amico scomparso Arturo Capasso ed alla moglie Giordana che lo ha supportato anche nella stesura di quest’opera. Nel primo capitolo si narra la storia vissuta in primissima persona proprio da New York fino al ritorno in Europa. Il secondo è invece una carrellata di esperienze e sperimentazioni coreografiche che si legano indissolubilmente al terzo capitolo dedicato a “Flow”, ovvero metodo, tecnica e linguaggio. 

Il quarto capitolo è centrato sui titoli “Nemesis”, “Human Waren”. “Arranca”, “Ovo” ed “Ecos”. Il quinto capitolo è una serie di considerazioni sulla danza in Italia, soprattutto su “quanta strada c’è ancora da fare” a parere di Marco Auggiero. Il sesto capitolo è invece un vademecum sui vantaggi della danza e su come scegliere l’accademia di danza ideale con alcuni suggerimenti. Il settimo e l’ottavo capitolo sono dedicati infine alle ultimissime creature di Marco Auggiero: il Mart Professional Program e l’Arenile Dance Festival. Che approfittiamo per lanciare poiché lo start up è davvero vicino. Marco Auggiero sarà infatti ancora una volta il direttore artistico dell’Arenile Dance Festival dal 4 all’8 luglio 2022 con ventuno artisti ai piedi della collina di Posillipo.

fonte: di Massimiliano Craus https://paroledidanza.wordpress.com

Libri: "Atlante del genere. Alla scoperta dell'euforia di genere" di Alessandra Fisher e Jiska Ristori, illustrazioni di Angela Nicente

Le persone possono essere solo maschi o femmine. I veri maschi non piangono. Mettersi lo smalto fa diventare donne. Le femmine non possono avere il pisello. Questi e (moltissimi) altri sono i falsi miti in cui capita di imbattersi ogni giorno riguardo alla questione di genere. 

Questione molto più complessa, variopinta e sfaccettata di quanto spesso si pensi, perché dietro a concetti che ormai tutti crediamo di conoscere bene, come transgender, cisgender, orientamento sessuale e così via, c'è un mondo tutto da esplorare.  

Questo atlante - aggiornato, comprensibile, dettagliato - realizzato dalle due persone che coordinano il team per l'affermazione di genere dell'Ospedale Universitario Careggi di Firenze, tra le massime esperte di questi temi, prende per mano i lettori per portarli alla scoperta dell'euforia di genere, attraverso cinque continenti (quelli di conoscenza, esplorazione, convivenza, legami e piacere) e diversi paesi, da quello dell'amore a quello del tesoro nascosto, da quello delle verdure (patata, pisello) a quello dei cavallucci marini, da quello del coming out (cosa ben diversa dall'outing, attenti a non sbagliare) a quello delle tempeste, fino a raggiungere i paesi della sicurezza, delle scoperte e della libertà di essere se stessi. 

Dott.ssa Alessandra Fisher
Medico, specialista in endocrinologia

Dott.ssa Jiska Ristori
Psicologa e psicoterapeuta

Ospedale Universitario Careggi di Firenze: Incongruenza/ disforia di genere e Stati Intersessuali in età evolutiva e adulta.  Tutte le info >> QUI

fonte: www.lafeltrinelli.it

Fashion: “Tutti devono avere il diritto di sognare…” uno dei messaggi di Angelo Cruciani all’Accademia di Belle Arti di Bologna

“Noi siamo ciò che difendiamo… E io difenderò sempre il futuro e farò del mio meglio per incoraggiare chi inizia il suo percorso. 

Tutti devono avere il diritto di sognare… E i giovani, sono il nostro più prezioso patrimonio”. 

Uno dei passaggi più significativi della conferenza tenutasi ieri nell’aula magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna dal titolo In conversazione con Angelo Cruciani. Un viaggio di scoperta nel caleidoscopico mondo di Yezael”. 

E ancora… “Volevo fare vestiti che facessero star bene le persone, esprimere il coraggio che non avevo” ha detto Angelo. 

L’incontro ha visto Alberto Caselli Manzini (già docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna) intervistare Angelo Cruciani, designer, direttore creativo, street artist, passionale attivista e fondatore del brand Yezael, con tante collaborazioni all’attivo tra cui quelle con MTV, X-Factor, Maneskin, Elodie, Miss Keta e il talent show Netflix “Next in Fashion”. 

Si è trattato di una conversazione tra arte e moda, tra musica e costume alla scoperta di una visione unica, onirica e al tempo stesso innovatrice, un dialogo alla scoperta di una contemporaneità fluida tra realtà, social e metaverso.

fonte: Di Redazione Flaminia  www.nonsoloflaminia.it

Musica: Patti Smith alla Galleria dell’Accademia di Firenze

DAVID 140. 1882 – 2022
PATTI SMITH ACOUSTIC DUO ‘An Evening Of Poetry And Music’ 

lunedì 27 giugno, ore 19.00

prenotazioni aperte da mercoledì 22 giugno, alle ore 10.00

https://pattismith-galleriaaccademia.eventbrite.it

DAVID 140, organizzato dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, ideato dal direttore Cecilie Hollberg, chiude la prima parte del programma, lunedì 27 giugno, alle 19.00, con un ospite d’eccezione, PATTI SMITH, una vera icona contemporanea, una straordinaria autrice e interprete, una delle figure femminili più carismatiche e dirompenti della storia della musica dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, che continua a rinnovarsi attraverso la scrittura e a catturare anche le generazioni più giovani con l’intensità visionaria della forza che emana.

Per partecipare all’evento sarà necessario prenotarsi presso https://pattismith-galleriaaccademia.eventbrite.it. Le pronotazioni partiranno dalle ore 10 di mercoledì 22 giugno. Ingresso gratuito fino esaurimento posti.

Alla Galleria dell’Accademia di Firenze per festeggiare il David e i 140 anni dall’inaugurazione della Tribuna della Galleria, avvenuta il 22 luglio 1882, Patti Smith si esibirà in un duo acustico molto intimo, ‘An Evening Of Poetry And Music’, dove ripercorrerà la sua carriera, tra musica e poesia,  dando voce ai suoi poeti e scrittori preferiti ed eseguendo nella loro forma più vera e nuda i brani che l’hanno resa celebre, esaltando la potenza della propria incontenibile personalità. E per questa occasione unica dedicherà un reading musicale al genio di Michelangelo Buonarroti.

Patricia Lee Smith, in arte Patti Smith, è nata il 30 dicembre 1946 a Chicago, IllinoisCantautrice e poetessa, è considerata la “sacerdotessa” del rock e nella sua carriera di oltre quaranta anni ha attraversato il punk diventandone l’icona, analizzato il mondo in tutte le sue forme d’arte, attraverso la musica, la fotografia, la poesia, i romanzi, la pittura e la scultura, lasciando un segno indelebile in ogni sua espressione. Amata, discussa, potente ed idealista, è un vero e proprio mito del rock per tutte le generazioni. 

INFORMAZIONI

Indirizzo: Galleria dell’Accademia di Firenze Via Ricasoli, 58-60
Orario: 19
Prezzo: ingresso libero 

prenotazioni aperte da mercoledì 22 giugno, alle ore 10.00

https://pattismith-galleriaaccademia.eventbrite.it

fonte: www.informacitta.net

lunedì 20 giugno 2022

Cinema: Taormina Film Fest 68, il manifesto e i componenti della giuria del Concorso Internazionale

Roma, 13 Giugno 2022 - Saranno la cantante Noemi, lo sceneggiatore Marco Borromei, l’attore Massimiliano Gallo, il regista e sceneggiatore Aleem Khan i componenti della giuria del Concorso Internazionale della 68ma edizione del Taormina Film Fest, in programma dal 26 giugno al 2 luglio, presieduta da Cristina Comencini, regista, scrittrice, sceneggiatrice, drammaturga, nominata all’Oscar nel 2006 per “La bestia nel cuore”. 

A loro spetterà il compito di scegliere i vincitori e assegnare i Cariddi d’Oro e d’Argento fra i sei titoli della sezione competitiva e le Maschere di Polifemo riservate alla migliore attrice e al miglior attore. Una giuria composta da personalità diverse e poliedriche che rispecchia l’anima del Festival. Un concorso che rappresenta il cuore pulsante dell’intera kermesse, divenuto ormai una delle vetrine più prestigiose nel panorama internazionale cinematografico.

Cantante, autrice, musicista, Noemi - nome d’arte di Veronica Scopelliti - è da sempre un’appassionata cinefila ed esperta di audiovisivo con una laurea al Dams in regia televisiva e cinematografica e un’esperienza come sceneggiatrice e regista di cortometraggi. Oltre a numerosi dischi d’oro e di platino, Noemi ha collezionato diversi riconoscimenti rea cui due premi Lunezia e un Nastro d’Argento per l’interpretazione di “Domani è un altro giorno”. In oltre 10 anni di carriera ha interpretato  brani dei principali autori italiani tra cui Vasco Rossi, Gaetano Curreri, Ivano Fossati, Giuliano Sangiorgi, Fabrizio Moro.

Docente al corso di Writers’ Room al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Marco Borromei debutta alla Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia nel 2018 con “Saremo giovani e bellissimi”, il primo lungometraggio di cui firma soggetto e sceneggiatura. Con Elisa Dondi e Laura Samani, è autore della sceneggiatura di “Piccolo Corpo” di Laura Samani,  presentato alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes e David di Donatello 2022 per il miglior esordio alla regia. È autore del soggetto di serie “Blocco 181”, in onda su Sky.

Attore di lungo corso e vincitore di numerosi premi, Massimiliano Gallo proviene da una famiglia d’arte e debutta in teatro a cinque anni. È del 2009 la consacrazione al cinema con Marco Risi in Fortapàsc, una carriera che prosegue con registi come Ferzan Özptek, Matteo Garrone, Mario Martone, Paolo Sorrentino, fra gli altri. Nel 2021 vince un Nastro d’Argento Grandi Serie come miglior attore. Il suo ultimo film, per cui ottiene un Ciak d’oro, è “Il silenzio grande” di Alessandro Gassmann con cui è nato un sodalizio umano e professionale.

Il regista e sceneggiatore britannico Aleem Khan ha esordito con “After Love” acclamato dalla critica a livello mondiale e selezionato alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes, al Festival di Telluride, a Toronto e alla Festa del Cinema di Roma. Il film vince sei British Independent Film Awards, un record per un’opera prima, e un BAFTA su quattro nomination. Khan sta attualmente lavorando al suo secondo film.

Ed è un omaggio a Vittorio Gassmann e Ugo Tognazzi - nel centenario della nascita - il manifesto ufficiale della 68ma edizione che quest’anno dedica un’attenzione particolare alla commedia. 

Le due icone internazionali del nostro cinema, che hanno attraversato tempo e generazioni al di là dei film, verranno quest’anno celebrate al Festival attraverso il ricordo e la memoria dei figli Paola Gassmann e Gian Marco Tognazzi e grazie alla collaborazione con CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia e Cineteca Nazionale.  

Il manifesto, ideato e realizzato da Ginevra Chiechio, è una gioiosa composizione stilizzata che utilizza la tecnica del collage e una palette cromatica che evoca i colori del mare e della terra. Un’immagine pop che ritrae Gassmann ne Il Sorpasso di Dino Risi, nel sessantesimo anniversario del film, e Tognazzi in uno scatto rubato al Festival di Venezia del 1960, per un’edizione nel segno del sorriso, della commedia e di una ritrovata serenità. 

Novità di quest’edizione è la giuria popolare composta da appassionati di cinema che assegnerà il premio del pubblico per i film in concorso.

fonte: Ufficio Stampa Taormina FilmFest  www.taorminafilmfest.it

Books: "My Body" by Emily Ratajkowski

*THE NEW YORK TIMES BESTSELLER* - November 2021

A deeply honest investigation of what it means to be a woman and a commodity from Emily Ratajkowski, the archetypal, multi-hyphenate celebrity of our time.
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'This is the book for every woman trying to place their body on the map of consumption vs control, and every woman who wants to better understand her impulses. It left me much changed' - Lena Dunham

'I read these pages, breathless with recognition, and the thrill of reading a new voice telling it like it is' - Dani Shapiro

'Emily Ratajkowski's first essay collection needs to be read by everyone [...] both page-turning and moving as hell' - Amy Schumer

'A slow, complicated indictment of a profession and the people who propel it [...] it will deliver a more nuanced and introspective rendering of her interior than those who come to it with those surface interests might expect' - Vogue

'Dazzling' - Observer

'Ratajkowski brings nuanced insight to questions about empowerment versus commodification of women's bodies and sexuality. Blending cultural criticism and personal stories, My Body is smart and powerful' - Time Magazine

'Raw, nuanced and beautifully written. A moving and enlightening experience to join a woman openly exploring such deep parts of her physical self via the written word. A truly impressive debut' - Emma Gannon

'Excellent [...] Ratajkowski writes with curiosity, intellect and acute awareness' - Harper's Bazaar

'Superb [...] it feels revolutionary' - Telegraph

'I admire and envy her artistry' - Guardian
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Emily Ratajkowski is an acclaimed model and actress, an engaged political progressive, a formidable entrepreneur, a global social media phenomenon, and now, a writer. Rocketing to world fame at age twenty-one, Ratajkowski sparked both praise and furor with the provocative display of her body as an unapologetic statement of feminist empowerment. The subsequent evolution in her thinking about our culture's commodification of women is the subject of this book.

My Body is a profoundly personal exploration of feminism, sexuality, and power, of men's treatment of women and women's rationalizations for accepting that treatment. These essays chronicle moments from Ratajkowski's life while investigating the culture's fetishization of girls and female beauty, its obsession with and contempt for women's sexuality, the perverse dynamics of the fashion and film industries, and the grey area between consent and abuse.

Nuanced, unflinching, and incisive, My Body marks the debut of a fierce writer brimming with courage and intelligence.

source: www.amazon.it

Libri: "La consapevolezza di te" di Aldo Dalla Vecchia

Con La consapevolezza di te Aldo Dalla Vecchia scrive un romanzo che porta a riflettere sullo svolgersi della vita. Il testo, in libreria per i tipi de Isenzatregua edizioni, narra le prime esperienze sessuali di un ragazzo che dalla provincia va a vivere nella grande città, Milano per la precisione.

Aldo Dalla Vecchia racconta la crescita in provincia del protagonista, le sue prime pulsioni sessuali, l’attrazione per le persone del suo stesso sesso, le esperienze e le reazioni. Nel passaggio dalla provincia alla città le cose cambiano, naturalmente. E le esperienze non mancano.

Il romanzo è ambientato negli anni Ottanta, un’epoca che sembra lontanissima, soprattutto per quel che riguarda il mondo gay e il modo in cui era possibile conoscersi. Se oggi le app e i siti sono alla portata di tutti, allora, annunci, linee erotiche, luoghi di incontro erano la normalità, anche se non di facile accesso per tutti.

Un catalogo di incontri

La consapevolezza di te è una sorta di catalogo delle persone che si potevano (si possono!) incontrare: dal giovane inesperto all’uomo navigato, dal marito allo scapolo impertinente. Aldo Dalla Vecchia racconta degli incontri del protagonista, dai primi timidi approcci a quando diventa esperto nella gestione delle varie situazioni che gli si potevano presentare.

Chiave di lettura di tutto il romanzo, scritto in seconda persona singolare con l’autore che si rivolge direttamente al protagonista, è una citazione di Ungaretti posta in esergo: Tutti gli uomini sono, a loro modo, anormali. Ma Dalla Vecchia quasi smonta questa citazione con il suo catalogo di incontri: difficile dire chi è normale e cosa non lo è. Anzi, impossibile definire una normalità visto che l’essere umano è singolare e diverso.

Allora il cammino verso la consapevolezza di sé parta dall’aforisma di Ungaretti per arrivare a una celeberrima quartina di Sandro Penna: «Felice chi è diverso essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune».

La consapevolezza di te di Aldo Dalla Vecchia è un libro senza dubbio da leggere, alla ricerca del proprio sé come la linea rossa della copertina che sinuosa si muove in un groviglio si altre possibili strade. Ma non è un libro per tutti. Se siete propensi a gridare allo scandalo per ogni più piccola cosa, lasciate perdere e dedicatevi ad altre letture.

Biografia dell’autore

Aldo Dalla Vecchia (Vicenza 1968) è autore televisivo e giornalista da 35 anni. Ha firmato programmi come Target, Verissimo, Il bivio. Ha collaborato con testate quali Corriere della Sera, Epoca e Mistero, di cui è coordinatore editoriale da sette anni. Ha scritto diciannove libri. Tra questi romanzi, raccolte di racconti, saggi sul mondo dello spettacolo. Ma non solo. Il suo patrimonio letterario include quattro monografie su Mina, Franca Valeri, i fotoromanzi, Maria De Filippi. E infine, c’è La consapevolezza di te, pubblicato nel 2020, è stato scritto a cavallo dei due millenni

fonte: Roberto Russo https://librieparole.it/

Cinema: "La mia ombra è tua" diretto da Eugenio Cappuccio

La mia ombra è tua è un film del 2021 prodotto in Italia, di genere Drammatico diretto da Eugenio Cappuccio. Tratto dall'omonimo romanzo di Edoardo Nesi edito da La Nave di Teseo. 

Il cast include Marco Giallini, Giuseppe Maggio, Sidy Diop, Anna Manuelli, Massimo Molea, Isabella Ferrari. In Italia, esce al cinema Mercoledì 29 Giugno 2022

TRAMA

Questa è una storia d'amore, iniziata quarant'anni fa e mai finita. È anche la storia di un viaggio attraverso l'Italia intrapreso da una strana coppia a bordo di una vecchia jeep: Emiliano, un venticinquenne appena laureato con il massimo dei voti in Lettere Antiche, e Vittorio Vezzosi, un burbero scrittore sessantenne che da anni conduce una vita da eremita in seguito alla pubblicazione del suo unico libro, successo planetario indelebile nella memoria di tutti. 

I due sono diretti a Milano, alla Fiera-mercato degli anni Ottanta e Novanta, in un viaggio ricco di rocamboleschi e divertenti rovesci seguito avidamente in diretta dal mondo social, stimolato casualmente da un'influencer. Il Vezzosi ha infatti accettato di tenere un discorso infrangendo un silenzio durato più di vent'anni. Alla fiera li attendono Milena, il perduto amore dello scrittore, e una folla oceanica smaniosa di ascoltare il Vezzosi fare i conti con il suo passato, e soprattutto con lo sguardo del nostro Paese, attanagliato dalla nostalgia e perso nel ricordo di sé. 

Trailer "La mia ombra è tua" film di Eugenio Cappuccio >> QUI   Il trailer ufficiale del film La mia ombra è tua di Eugenio Cappuccio. Le riprese hanno una durata di sette settimane e si svolgono tra Roma, Bologna, Milano e Cetona in Toscana.

Altre info >> QUI

fonte: www.movietele.it

Rai Cinema, il cinema oltre i confini

Photo courtesy of Rai Cinema
RaiCinema presenta due nuovi progetti – uno legato a nuovi spazi fisici di fruizione di contenuti, l’altro a spazi digitali – orientati alla diffusione della cultura dell’innovazione audiovisiva e ad ampliare gli orizzonti del racconto cinematografico.

Le innovazioni tecnologiche aprono la strada a nuove possibilità di fruizione di contenuti, permettendo di coinvolgere un pubblico sempre più ampio e differenziato e Rai Cinema, insieme ad Aeroporti di Roma, progetta uno spazio dove il cinema possa incontrare spettatori sempre nuovi, offrendo loro per la prima volta in Italia e tra i primi in Europa, una sala cinematografica all’interno di un aeroporto.

Per attirare nuovo pubblico in spazi non convenzionali e andare incontro ai gusti degli spettatori più giovani, la proposta dei contenuti da offrire richiede sempre più di stare al passo con la sperimentazione. In quello che si preannuncia come l’anno del Metaverso, Rai Cinema entra in questo grande spazio virtuale immersivo destinato a rivoluzionare le nostre esperienze personali e collettive.

1. RAI CINEMA INAUGURA CON ADR LA PRIMA “MOVIE LOUNGE” IN AEROPORTO

Il primo progetto è la movie lounge in costruzione all’interno dell’Aeroporto di Roma Fiumicino “Leonardo Da Vinci”, resa possibile grazie ad Aeroporti di Roma, società del Gruppo Atlantia. La movie lounge, che permetterà a tutti i passeggeri e alla comunità aeroportuale di usufruire di una vera e propria programmazione cinematografica, sarà strutturata con circa venti postazioni e attiva già dal mese di ottobre 2022.

Cortometraggi su temi di attualità e a sfondo sociale, docufilm inediti, sono alcuni dei contenuti brevi messi a disposizione da Rai Cinema e che, nel corso dell’anno, caratterizzeranno il palinsesto di questa speciale lounge cinematografica, attrezzata anche per la fruizione di una selezione di contenuti accessibili a utenti sordi, ciechi e ipovedenti: attraverso sottotitoli, audiodescrizione e linguaggio dei segni resi disponibili da Rai Cinema, la nuova movie lounge si pone l’obiettivo di essere una piattaforma inclusiva, realmente accessibile a tutti gli utenti. Oltre alla fruizione di contenuti tradizionali, gli utenti – in determinate fasce orarie – potranno vivere l’esperienza della realtà virtuale grazie a dieci visori di ultima generazione.

Un progetto ambizioso e innovativo che ha lo scopo di dare vita a un polo culturale in un luogo non convenzionale e di portare il cinema all’attenzione del pubblico all’interno di uno spazio dove il cinema ha trovato spesso le ambientazioni ideali per raccontare le proprie storie.

“L’accordo con ADR Aeroporti di Roma – spiega Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema – rientra nelle nostre iniziative volte a diffondere la cultura cinematografica e ad avvicinare al cinema un pubblico ancora più ampio anche in luoghi non convenzionali. Con questo obiettivo, stiamo costruendo un’offerta di contenuti che risponda ai percorsi e ai significati delle nuove metropoli in cui questi potenziali spettatori si muovono ogni giorno. Crediamo che questo progetto, rivolto ad un pubblico differenziato come quello che frequenta un luogo di snodo, come è l’Aeroporto ‘Leonardo da Vinci’ di Fiumicino, possa rispondere alle esigenze degli spettatori di oggi che hanno bisogno di servizi diffusi e di spazi che uniscano diverse funzioni, ed è lì che anche il cinema può giocare una sua parte. Siamo particolarmente lieti di questa partnership con ADR di cui osserviamo lo straordinario impegno verso uno sviluppo sempre più ampio che punta con decisione all’innovazione e all’eccellenza”.

“La realizzazione della prima sala cinema all’interno di un aeroporto italiano, e tra le prime in Europa – aggiunge Veronica Pamio, Vice President External Relations e Sustainability di ADR – rappresenta per ADR una grande soddisfazione; un passo importante nel nostro percorso di valorizzazione della cultura, nonché un’ulteriore conferma dell’impegno di ADR a coniugare eccellenza, sostenibilità sociale e innovazione a beneficio dei passeggeri, e a far sì che il ruolo di Fiumicino come porta d’ingresso su Roma sia sempre più a prova di futuro. Siamo felici di poter collaborare a un progetto di intrattenimento culturale che si focalizza sull’inclusività e sull’innovazione, direttrici centrali della nostra strategia, insieme a Rai Cinema, polo di riferimento d’eccellenza per tutta la produzione cinematografica italiana. Progettualità di questo tipo, a sfondo culturale e sociale, sono essenziali per il futuro del nostro settore, e ringraziamo ENAC per il supporto e l’attenzione con cui accompagna la nostra visione”.

2. RAI CINEMA ENTRA NEL METAVERSO E LANCIA IL CINEMA NELL’UNIVERSO VIRTUALE

Rai Cinema è stata tra le prime media company ad investire nell’universo virtuale ed ora fa il suo ingresso nel Metaverso, proseguendo in quella direzione di ricerca e sperimentazione iniziata nel 2019 con il lancio di una App VR tutta italiana.

L’obiettivo è quello di mettere in contatto il cinema con nuovi spettatori, stare al passo con le nuove frontiere dell’innovazione tecnologica per cercare di incontrare i gusti del pubblico più giovane ed ampliare l’esperienza cinematografica in tutte le sue forme.

Questo progetto innovativo è reso possibile grazie all’accordo con The Nemesis, la piattaforma online italiana di intrattenimento 3D che ospita il primo Metaverso di Rai Cinema.

Un ambiente totalmente gratuito e facilmente accessibile da pc o da smartphone senza necessità di registrazione dove gli utenti potranno immergersi in uno spazio completamente dedicato al cinema nel Metaverso, vedere gratuitamente contenuti cinematografici, vivere eventi in streaming e interagire con poster e oggetti iconici del cinema per un’esperienza esclusiva e coinvolgente ed esplorare, attraverso il proprio avatar, l’isola di Rai Cinema.

Nel Metaverso di Rai Cinema, spazio anche per il Museo Nazionale del Cinema di Torino con la possibilità di visitare la mostra 3D ispirata al film “Diabolik” dei Manetti bros. Il re del terrore sarà protagonista anche di una challenge che vedrà i giocatori sfidarsi per vincere l’accesso alla visione di uno special cut inedito, realizzato durante la lavorazione del primo capitolo del film, e la skin di Diabolik. Questo progetto è stato reso possibile anche grazie alla preziosa collaborazione con la casa editrice Astorina.

In occasione dell’incontro di presentazione il 23 maggio alle 15.00 ci sarà una speciale pre-apertura del Metaverso per giornalisti e ospiti e dalla mezzanotte partirà la sfida dei giocatori che potranno aggiudicarsi il primo NFT di Rai Cinema.

Successivamente verranno programmati contenuti esclusivi all’interno di un vero e proprio Auditorium virtuale, in primis la serie “Tools of Trade” sui mestieri del cinema, una produzione Cannizzo con Rai Cinema. La serie – proposta in tagli brevi e riformattata ad hoc sul canale TikTok di Rai Cinema – ha avuto un enorme successo tra i più giovani con oltre 1.000.000 di visualizzazioni in pochi mesi.

fonte:  www.rbcasting.com

Cinema: Nastri d’Argento, a Drusilla Foer il ‘cameo dell’anno’. Una nonna irresistibilmente ‘dark’ nel dramedy "Sempre più bello"

Drusilla Foer, “Sempre più bello”
È di Drusilla Foer, nel film Sempre più bello il ‘cameo dell’anno’ ai Nastri d’Argento che concludono lunedì sera a Roma, al MAXXI la 76.ma edizione. 

Una nonna decisamente originale e irresistibile nel suo stile ormai familiare al grande pubblico: “anaffettiva, difficoltosa, inaridita dalla propria vita”, come proprio lei l’aveva definita in occasione del lancio del film. In un cameo aggiunge il nome di Drusilla, ormai popolarissima ma decisamente inedita tra i protagonisti del cinema, ad un palmarès che ha premiato nel tempo personaggi come Adriano Panatta per La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi, Barbara Alberti per La dea Fortuna di Ferzan Özpetek e un anno fa, nel cast dei Moschettieri di Giovanni Veronesi, la voce dei Negramaro, Giuliano Sangiorgi.

Mai come quest’anno grande attenzione dei Giornalisti Cinematografici per i giovani attori – scelti dal Direttivo Nazionale che ha selezionato le candidature – che saranno premiati lunedì sera insieme ai vincitori decretati dal voto di circa 100 giornalisti specializzati. Sono con i Premi Guglielmo Biraghi per gli esordienti Filippo Scotti, protagonista del film scritto e diretto da Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio e la rivelazione di Una femmina (soggetto di Lirio Abbate e Edoardo De Angelis e presentato alla Berlinale nella sezione Panorama), opera prima di Francesco Costabile tra le più interessanti dell’anno, Lina Siciliano.

A loro si aggiunge il premio a Giulia di Ciro De Caro che è il film più coraggiosamente indipendente e a basso costo dell’intera selezione 2021-2022, riconoscimento collettivo condiviso con la Fondazione Claudio Nobis per i giovani.

Il premio alla più giovane di tutti va a Swamy Rotolo, la protagonista del film di Jonas Carpignano A Chiara che riceverà lunedì sera il riconoscimento intitolato a Graziella Bonacchi. È il premio che segnala ogni anno, insieme ai Nastri d’Argento, una ‘scoperta’ particolarmente interessante, scelta insieme ai giornalisti proprio dagli esordienti di ieri, lanciati da Graziella, straordinaria agente di un’intera generazione di talenti tra i più affermati di oggi che il Premio ricorda così da quando ci ha lasciato troppo presto.

fonte: Di Redazione  www.ciakmagazine.it

domenica 19 giugno 2022

Musica e Televisione: Il caso di Running Up That Hill di Kate Bush e degli anni '80 che non passano mai. La canzone fa parte della colonna sonora di Stranger Things.

Stranger Things 4 -  Contrasto/Netflix
Brano di Kate Bush datato 1985 balza in testa alle classifiche. Dietro c'è il successo della serie americana. La canzone fa parte della colonna sonora di Stranger Things.

La hit di Kate Bush "Running Up That Hill", dopo aver scalato le classifiche di Spotify, sta per raggiungere la vetta di quelle britanniche grazie al successo della serie "Stranger Things" su Netflix, che l'ha scelta come brano portante della colonna sonora della quarta stagione.

Ambientata nella città immaginaria di Hawkins nel 1986, "Stranger Things" è tornata su Netflix alla fine di maggio, mentre una seconda parte è prevista per luglio.

Il successo ritrovato di “Running Up That Hill”, che fa parte dell'album Hound of Love, quinto album di Kate Bush datato 1985, è stato immediato. Il brano, ascoltato col suo walkman da una dei protagonisti, Max, è stato usato per sottolineare due scene chiave nel primo e quarto episodio.

Nei giorni successivi si è imposto su TikTok, social di riferimento dei più giovani, ed è tornato alla mente di quelli che giovani erano nei famigerati anni ‘80. Anni che, che nella loro sconfinata produzione musicale, hanno lasciato anche questa “perla”, spesso meno considerata rispetto ai grandi classici di Kate Bush come Wuthering Heights o Babooshka. Su YouTube sono stati postati video che per un’ora mandano in loop la canzone.

QUI >> Kate Bush - Running Up That Hill - Official Music Video

 La canzone

“Running Up The Hill” parla di relazioni e incomunicabilità: per capirsi meglio ci si dovrebbe scambiare i ruoli, mettendoci nei panni dell'altro e per far ciò, nel testo, si immagina che si debba correre su per una collina, oltrepassarla e fare un patto con Dio. Il titolo originario era proprio questo: A Deal with God, poi cambiato per evitare polemiche.

Il brano è stato oggetto di numerose cover, tra cui quella dei Placebo che divenne un singolo nel 2006, dandole nuova gloria. Ed era già stato utilizzato in colonne sonore di serie tv, anche se è stata soprattutto Stranger Things a dargli nuova popolarità, pari al 9900% di ascolti in più su tutte le piattaforme, oltre alla prima posizione della classifica giornaliera su iTunes e Spotify.

"If I only could,
I'd make a deal with God,
And I'd get him to swap our places,
Be running up that road,
Be running up that hill,
Be running up that building.
If I only could.."

> Kate Bush, Running Up That Hill

Le classifiche

A metà giugno, "Running Up That Hill" con 18300 download digitali, 17,5 milioni di stream e 392 000 ascolti radiofonici, è persino entrata, e per la prima volta in assoluto, nella Top Ten statunitense, a 37 anni dalla sua uscita. Una rarità assoluta per il mercato americano dove, a parte le canzoni di Natale che tornano in classifica ogni anno, è raro che un vecchio brano rientri nella Top 10. 

Prima di Kate Bush c'erano riusciti i Queen con “Bohemian Rhapsody” che ha raggiunto il secondo posto nel 1992, dopo essere stata inclusa in Wayne's World, e i Fleetwood Mac in Top 10 con “Dreams” nel 2020 dopo che il brano era stato usato in un video virale su TikTok.

Stranger Things - ANSA
E adesso è facile che “Running Up The Hill” guadagni il primo posto anche nella classifica britannica soffiandolo a Harry Styles. Dopo lo strepitoso successo, infatti, il Chart Supervisory Committee, che sovrintende alla Top 40 inglese, ha revocato la regola secondo cui gli streaming dei vecchi brani hanno un peso minore rispetto alle nuove uscite. 

È previsto che le etichette discografiche possano richiedere un "reset manuale" dei conteggi "in circostanze eccezionali, quando è prevista la promozione di un brano". Ed è ciò che la Emi ha fatto per Kate Bush che sarà di nuovo la Regina della classifica come lo fu, l'ultima volta, nel 1978.


Kate Bush: “Grazie a tutti”

La star britannica ha reagito con un misto di shock e gratitudine. "È difficile capire la velocità con cui tutto questo è accaduto", ha scritto ai fan. "Così tanti giovani che amano Stranger Things stanno scoprendo la canzone per la prima volta", ha detto postando il brano su Instagram: “È tutto molto eccitante! Grazie mille a tutti coloro che hanno supportato questa canzone”, ha detto.

Stranger Things e Kate Bush, accoppiata vincente

Dal suo debutto nel 2016, la serie Netflix Stranger Things ha ottenuto oltre 65 riconoscimenti e 175 candidature a premi tra cui Emmy, Golden Globe, Grammy, SAG, DGA, PGA, WGA, BAFTA, un Peabody Award, AFI Program of the Year, People’s Choice Awards, MTV Movie & TV Awards, Teen Choice Awards e molti altri. 

Lo show è stato candidato per tre volte come Miglior serie drammatica agli Emmy. La terza stagione ha totalizzato 582 milioni di ore di visione classificandosi come la seconda serie in lingua inglese più popolare nella Top 10 di Netflix. l Volume 1 di Stranger Things 4 debutta il 27 maggio, mentre il Volume 2 sarà disponibile in anteprima il 1° luglio.

Kate Bush nel 1980

 Cantautrice, musicista e ballerina, Kate Bush, nata a Londra nel 1958, ha esordito nel 1978 centrando subito il primo posto in classifica in quasi tutto il pianeta con la hit “Wuthering Heights” ispirata al romanzo di Emily Brontë. Tra i suoi brani più famosi ci sono Babooshka, Moving, Running Up That Hill, The Sensual World, The Man with the Child in His Eyes, Don't Give Up (in coppia con Peter Gabriel).

 fonte: www.rainews.it

 

Cinema > Jean-Louis Trintignant, l'uomo e l'attore: un monumento all'arte della recitazione

Definire attore Jean-Louis Trintignant, scomparso il 17 giugno a 91 anni, sembra quasi riduttivo della sua interpretazione di un mestiere che ha praticato a 360 gradi, senza distinzioni. Ricordiamo qualcosa della sua carriera.

Ha avuto una vita lunga, Jean-Louis Trintignant, morto ieri venerdì 17 giugno all'età di 91 anni. Morto, come ha comunicato la famiglia, semplicemente di vecchiaia, non per il cancro alla prostata che aveva annunciato qualche anno fa, né per il diabete, o meglio, per un insieme di tutti questi acciacchi fatali ad una certa età, dopo una vita vissuta pienamente. Definire attore Jean-Louis Trintignant, discendente da una facoltosa famiglia con molti piloti automobilistici nei ranghi (tra cui il nonno e uno zio), e vittorioso pilota di rally anch'esso, sembra quasi riduttivo. Perché se c'è uno che ha interpretato quest'arte a 360 gradi è stato proprio lui, scegliendo i ruoli secondo l'interesse e la qualità dei personaggi, senza fare inutili e accademiche distinzioni tra film d'autore e genere. Quasi tutti i giornali italiani in queste ore titolano citando Il sorpasso, dove un giovane Trintignant (aveva 32 anni ma sembrava un ragazzino), col suo volto pulito e la sua ingenuità da ragazzo di provincia (quello che in fondo era, avendo dovuto cancellare per lavorare il suo accento provenziale) era la preda ideale della personalità esplosiva e distruttiva del Bruno di Vittorio Gassman. In quell'occasione, ironia della sorte, gli toccò sedere al posto del passeggero, e non mancò di raccontare, ridendo, che l'attore italiano era un pessimo guidatore. Ma una parte importante della carriera di Trintignant si svolse proprio in Italia, e noi vogliamo ricordare proprio i film che girò da noi, prima degli altri in Europa e con grandi registi, tra i tantissimi (146 secondo IMDB, ma vai a sapere) che ha interpretato.

Il Jean-Louis Trintignant italiano

Prima de Il sorpasso, nel 1959, debutta nel cinema italiano, sull'onda del grande successo di Piace a troppi, con Brigitte Bardot, in Estate violenta di Valerio Zurlini, regista che ha sempre amato gli attori francesi e con cui tornerà a lavorare, molti anni dopo, ne Il deserto dei Tartari. Si riunisce poi a Gassman un anno dopo Il sorpasso ne Il successo, altra pellicola sul boom economico, attribuita a Mario Morassi ma girata in gran parte ancora da Risi. Nel 1965 lavora con Gianni Puccini in Io uccido, tu uccidi, episodio del film La donna che viveva sola. Due anni dopo è protagonista di Col cuore in gola di Tinto Brass, un giallo che si avvale della collaborazione di Guido Crepax. Nel 1968 lavora con Gina Lollobrigida e (di nuovo) Ewa Aulin nel cult di Giulio Questi La morte ha fatto l'uovo. Nello stesso anno esce il capolavoro dello spaghetti western Il grande Silenzio, in cui Sergio Corbucci lo affianca a Klaus Kinski, in un film girato sulle nevi di Cortina, nel ruolo di un bounty killer muto. Un film nichilista, con la colonna sonora di Ennio Morricone, da recuperare assolutamente (se non l'avete visto, sta su Prime Video), adorato da registi come Alex Cox e Quentin Tarantino, che vi ha attinto in diverse scene, oltre che per l'ambientazione, di The Hateful Eight. A questa splendida prova seguono La matriarca, di Pasquale Festa Campanile, Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi e Così dolce... così perversa di Umberto Lenzi, prima di arrivare nel 1970 all'acclamato ruolo protagonista ne Il conformista di Bernardo Bertolucci, dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia.

Nel primo giorno delle riprese, la sua bambina di 10 mesi, in albergo con lui e la moglie Nadine Marquand (attrice e regista che l'ha anche diretto), improvvisamente non respira più. Con la collaborazione dei romani (di cui Trintignant confesserà nell'occasione di aver scoperto la grande umanità), è una corsa disperata verso l'ospedale, ma la piccola non ce la fa. È il primo dei grandi dolori personali per l'uomo Jean-Louis, che nonostante questo riesce ad offrire a Bertolucci una splendida performance. Non è la prima volta che Trintignant, figlio di un partigiano e antifascista, interpreta in maniera convincente la frustrazione di un uomo che sta dalla parte sbagliata. Nel 1972 riceve un David di Donatello Speciale, purtroppo uno dei pochi riconoscimenti della sua carriera. Dopo qualche anno in cui torna al cinema e al teatro francesi, interpreta per Luigi Comencini La donna della domenica, dal romanzo di Fruttero e Lucentini, con Marcello Mastroianni. L'anno successivo, il 1976, torna a lavorare con Valerio Zurlini, che lo aveva diretto nel suo primo film italiano, ne Il deserto dei Tartari da Dino Buzzati, in un cast all star dove è il maggiore medico Rovine. Quattro anni dopo lavora con un altro grande regista italiano, Ettore Scola, in La terrazza, in cui lo affianca anche la giovane amatissima figlia Marie. Il suo ruolo è quello di Enrico, lo sceneggiatore in crisi d'idee e con un esaurimento nervoso. Col regista torna a lavorare tre anni dopo in Passione d'amore e nel 1982 in Il mondo nuovo. L'anno successivo è Dario, protagonista del film sul terrorismo Colpire al cuore, esordio di Gianni Amelio, suo addio al cinema italiano per tornare in Francia, dopo un'incursione americana in Sotto tiro di Roger Spottiswoode.

Jean-Louis Trintignant e i grandi del cinema mondiale

Come dicevamo all'inizio, sono innumerevoli le collaborazioni di Trintignant coi maggiori registi del cinema europeo e mondiale. Ricordiamo tra queste il sodalizio con Costa Gavras, per cui interpreta il giallo Vagone letto per assassini ed è protagonista dello splendido Z – L'orgia del potere, sulla dittatura dei colonnelli greci, Oscar come miglior film straniero e premio della Giuria a Cannes. Tra i registi francesi lavora con Roger Vadim nel citato Piace a troppi, Le relazioni pericolose e Il Castello in Svezia; e ancora con Jacques Demy, Henry-Georges Clouzot, René Clement, Alain Robbe-Grillet, Eric Rohmer (splendida la sua performance in La mia notte con Maud), Michel Deville, Claude Berri, François Truffaut (Finalmente domenica, capolavoro di entrambi), Régis Wagner, lo svizzero Alain Tanner, Enki Bilal, Bertrand Blier, Jacques Audiard e moltissimi altri. Importantissimo nella sua carriera Claude Lelouch, che gli affida uno dei suoi ruoli più popolari e amati in Un uomo, una donna, che vent'anni dopo riprenderà in Un uomo, una donna oggi e con cui lavora anche in La canaglia, Viva la vita, Tornare per rivivere. Con Lelouch è il suo ultimo film, del 2019, I migliori anni della nostra vita. Tra i suoi ruoli migliori con grandi registi, infine, impossibile non citare Amour di Michael Haneke e Tre colori: Film rosso di Krysztof Kieslowski.

Jean-Louis Trintignant, una carriera impressionante ma poco riconosciuta e una vita funestata da tragedie

Ironico, colto, simpatico: così appare Trintignant nelle interviste. Nella sua carriera, trascorsa in gran parte anche sulle tavole del palcoscenico, è riuscito a fare mille cose ed ha avuto relativamente pochi riconoscimenti ufficiali: cinque nomination e un solo César, meritato ma tardivo, per Amour, per cui ha vinto anche l'European Film Award, e un Orso d'Argento a Berlino per la sua performance in L'uomo che mente di Alain Robbe-Grillet. Ma i grandi attori non sono definiti dai premi, bensì dalla qualità del lavoro che lasciano in eredità. In questa vita così lunga e così operosa, il dolore più terribile per lui, dopo la perdita della prima figlia neonata, è stato l'omicidio della figlia Marie Trintignant, a 41 anni madre di 4 figli, per mano del suo compagno di allora, Bertrand Cantat, nel 2003. Non solo le circostanze atroci di questo femminicidio, ma anche i soli 4 anni di carcere scontati dal cantante dei Noir Désir per aver ucciso di botte la figlia, lo avevano molto provato ed era tornato a parlarne, anche se non aveva mai fatto spettacolo di un dolore intimo così lacerante. Sembra che sia morto serenamente nella sua casa, accanto all'ultima moglie Marianne Hopfner, circondato dall'affetto del figlio Victor e dei nipoti. Speriamo almeno che abbia ricevuto in cambio di quel dolore la consapevolezza di essere amato e apprezzato da milioni di persone in tutto il mondo.

Qui puoi conoscere la carriera e le curiosità sulla vita privata di Jean-Louis Trintignant, leggere le notizie più recenti, trovare tutti i premi vinti e guardare le foto e i video. Schede di riferimento

fonte: di Daniela Catelli  www.comingsoon.it

Libri: "L’arte di essere Raffaella Carrà" di Paolo Armelli

"L’arte di essere Raffaella Carrà. Un manuale per essere liberi, felici e rumorosi. E far l'amore con chi hai voglia tu"di Paolo Armelli

Con interventi di: Laila Al Habash, Giovanni Benincasa, Daniela Collu, Vanessa Incontrada, Vladimir Luxuria, Michele Masneri, Rossella Migliaccio, Raquel Peláez, Marinetta Saglio Zaccaria, Thierno «Billo» Thiam, Alessandro Zan.

Raffaella che canta, balla e brilla. Che lotta, ride e si commuove. Raffaella che rischia, che sbaglia. Che sceglie, sempre. Ognuno ha la sua Carrà, un motivo per cui volerle bene. È l’eredità più grande di un’artista che, credendo fermamente in sé stessa, ha dato fiducia e ha liberato tutti quanti. Questo libro è un viaggio nella sua vita e nei suoi insegnamenti, affrontato anche attraverso i ricordi di chi ha lavorato con lei e le ha voluto bene. Con un ambizioso obiettivo: prendere un po’ della sua indipendenza e leggerezza, e farle nostre. Perché la grandezza di Raffaella Carrà andava ben oltre il suo immenso talento: l’opera d’arte era lei, quello che riusciva a trasmettere con il suo modo di stare al mondo.

L’arte di essere Raffaella Carrà celebra una donna straordinaria attraverso dieci piccole «regole». Per imparare a dare valore alla propria persona, soprattutto quando gli altri non lo fanno. A mettersi in gioco e non avere rimpianti. Ad amare la propria unicità. Per vivere tutti un po’ meglio. Con o senza paillettes.

«La vita è una partita a carte e io me la sono giocata. A volte ho pagato un prezzo e altre mi è andata bene, ma non posso dire di non essermi divertita.»
Raffaella Carrà

Paolo Armelli
è nato ad Arzignano, in provincia di Vicenza, nel 1988. Ha studiato traduzione letteraria, e non ha mai tradotto una pagina in vita sua. Ha sempre saputo di voler scrivere, perciò ha sempre saputo che non avrebbe mai visto un contratto a tempo indeterminato. Fin da bambino lo hanno attirato le storie, le dive, il cioccolato e i lavori che non sembrano seri ma lo sono eccome. Oggi scrive di libri, serie tv, spettacolo, costume e società per riviste come
Wired, Vogue, Vanity Fair, Donna Moderna, Link e altre. Nel 2020 ha cofondato QUiD Media, una piattaforma di informazione e cultura Lgbtq+ che è un profilo Instagram, una newsletter e un podcast, e dallo stesso anno è codirettore artistico del MiX Festival Internazionale di Cinema Lgbtq+ e Cultura queer. Nel tempo libero cerca di capire come si fa ad avere del tempo libero. Questo è il suo primo libro.

fonte: https://blackie-edizioni.it