giovedì 25 febbraio 2021

La danza è maschio e femmina. Liberiamo l’arte dal pregiudizio!

Uno stereotipo consiste in una particolare rappresentazione mentale volta a incasellare persone o cose in determinate categorie stabilite. Si tratta quindi di un’idea preconcetta, prevenuta e generalizzata, basata su background culturali, etnici, di orientamento sessuale, religioso, e via dicendo, che spinge a etichettare un gruppo o un individuo.

Uno dei più comuni stereotipi riguarda proprio la danza che viene superficialmente considerata una attività ‘da ragazze’. Se scelta da un individuo di genere maschile, porta direttamente a un falso preconcetto di natura sessuale.

Il tema è delicato. Si tende ancora a ritenere che il ballerino maschio sia omosessuale o che addirittura potrebbe diventarlo frequentando l’ambiente della danza. Ma la danza non ha nulla a che vedere con le preferenze sessuali che invece rientrano nella sfera delle libertà individuali e che nessuno ha il diritto di giudicare.

Queste credenze sono spesso dettate da un retaggio culturale obsoleto e anacronistico. Sfortunatamente però sono ancora diffuse, quando invece tutti dovremmo essere consapevoli che l’identità di genere non è così netta come siamo stati educati a credere.

La maggior parte delle persone si dichiara favorevole alla parità di accesso a tutte le attività indipendentemente dal genere, tuttavia, quando i genitori scelgono i giocattoli, lo sport o le attività ricreative per i propri figli tendono a perpetuare i ruoli di genere.

Man mano che i bambini crescono, seguono solo parzialmente i loro interessi. Sono condizionati a svolgere attività cui sentono di appartenere, rinunciando alla loro reale passione soltanto per paura del giudizio.

Per questo motivo molti bambini decidono di non iscriversi a danza e deviano le loro scelte su attività socialmente accettate per il loro genere, e tutto ciò si traduce in un grande ostacolo alla loro crescita armoniosa.

I genitori, tuttavia, possono e dovrebbero incoraggiare i propri figli a sperimentare un’ampia varietà di attività, senza mostrare sorpresa se il bambino sceglie la danza anziché il calcio, per esempio.

Oltre ad aiutare ad abbattere questo ridicolo condizionamento sociale e dare il buon esempio ai propri figli, possono incoraggiarli a smarcarsi dal giudizio fine a se stesso, aiutarli a conoscersi meglio e a diventare più forti.

In realtà, l’unica considerazione davvero importante è che la danza fa bene, a maschi e femmine. È una forma d’arte neutra, sulla cui base nascono e si sviluppano altre abilità importanti, e che insegna rispetto e libertà.

Un ballerino è un ballerino, punto. Non importa che sia maschio o femmina, alto o basso, biondo o bruno, è un essere danzante, una persona che impara il rispetto, la disciplina e l’auto-disciplina.

Esattamente come le ragazze, quindi, anche i ragazzi traggono enormi vantaggi dalle lezioni di danza: sfogano l’energia repressa, la rabbia e imparano a gestire le oscillazioni emotive legate alla crescita. Possono scovare svariate soluzioni ai problemi che incontreranno nel corso della loro vita. Possono imparare a superare i fallimenti e le battute d’arresto con grinta, fortificandosi emotivamente e sviluppando la capacità di gestire serenamente le possibili delusioni future.

Il ballerino inoltre modella il suo corpo per danzare, rendendolo più forte e sano. Riconosce, esterna e vive le proprie emozioni e sviluppa una maggiore intelligenza emotiva, grazie allo stimolo creativo insito nella danza.

Danzare mette di fronte ai propri difetti e limiti unicamente con il fine di superarli, rende consapevoli di ciò che possiamo fare per noi stessi e soprattutto per gli altri, e aiuta a capire quanto sia importante essere e non apparire, contribuendo così al miglioramento della società di cui tutti facciamo parte.

La danza, in definitiva, ci insegna che abbiamo un potenziale illimitato per crescere e migliorare, e che non esistono stereotipi, preconcetti o pregiudizi.

fonte: di  Stefania Napoli per  https://giornaledelladanza.com

Cinema > Oscar 2021: i pronostici tra Netflix e girl power

E’ stata un’annata cinematografica particolare, per usare un eufemismo. Sale chiuse praticamente in tutto il mondo, festival annullati o rimandati, produzioni fermate in fieri, uscite continuamente posticipate a date ancora ignote, piattaforme (Netflix, Amazon & Co) a farla da padrone con i loro prodotti originali e non solo. 

D’altronde, non poteva essere altrimenti, e anche gli Oscar non avevano altra possibilità che modificare il proprio regolamento per adeguarsi alla situazione straordinaria venutasi a creare negli ultimi dodici mesi. Quindi cerimonia slittata al 25 aprile, accettata inevitabilmente la partecipazione delle opere distribuite direttamente in streaming ed estensione della finestra temporale di eleggibilità dei film a febbraio 2021. Sarà dunque un’edizione – speriamo – unica e irripetibile la 93a degli Academy Awards, ma ci sarà, perché alla fine the show must go on, sempre e comunque.

Sono tanti i titoli di richiamo che avremmo potuto vedere in gara quest’anno e che invece, presumibilmente, saranno protagonisti della prossima Award season. Ma nonostante queste assenze forzate, i film di qualità non sono mancati in questo nefasto 2020, quasi tutti fruibili esclusivamente in streaming, solo pochi arrivati nelle sale o passati per i festival. E dopo che l’Hollywood Foreign Press Association ha annunciato le cinquine dei Golden Globes, è giusto iniziare a fare qualche previsione sui possibili candidati ai prossimi Oscar.

Netflix aveva già fatto il pieno di nomination nelle scorse edizioni, ma nonostante le tante statuette ottenute e i pronostici della vigilia (due anni fa con Roma di Alfonso Cuaròn e lo scorso anno con Marriage Story e soprattutto The Irishman di Martin Scorsese) non è mai arrivata a vincere nella categoria del miglior film. Chissà se ci riuscirà ai prossimi Academy Awards o se si andrà disegnando uno sviluppo analogo al passato. Di certo il leader dello streaming si presenterà agli Oscar con dei titoli molto forti, apprezzati dal pubblico e dalla critica, ma dovrà vedersela con avversari agguerriti e già strapremiati.

 

Su tutti, il vincitore del Leone d’Oro all’ultima Mostra di Venezia, e cioè Nomadland, il dramma di Chloé Zhao che per ora è dato dai bookmakers come superfavorito. Un pronostico che, oltre ad essere dettato dall’indubbia qualità dell’opera e dall’ottima accoglienza da parte della critica, tiene in considerazione anche il rapporto d’amore ancora non definito completamente tra l’Academy e il cinema in streaming. 

Chiaramente con questa stagione cinematografica sui generis, certe argomentazioni potrebbero anche essere messe da parte, e i film Netflix Mank di David Fincher e Il processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin hanno tutte le carte in regola per “arrivare a dama”. Forse più il secondo del primo, in realtà. Il film sullo sceneggiatore di Quarto potere ha diviso molto la critica, e nonostante guidi le nomination dei Golden Globes, in molti lo danno addirittura fuori dai possibili candidati come miglior film. Il dramma giudiziario di Sorkin, invece, sembra il classico titolo che può mettere tutti d’accordo, per il tema trattato, la solida scrittura e il suo supercast.

Sempre targati Netflix, tra i film papabili per la massima categoria degli Oscar ci sono anche Da 5 Bloods di Spike Lee, su quattro veterani del Vietnam di ritorno dopo anni sul territorio di guerra, e Ma Rainey’s Black Bottom, sulla musica blues degli anni Venti. Sul versante Amazon, invece, a dire la sua potrebbero essere One Night in Miami, primo film da regista per Regina King, che immagina l’incontro in una stanza di hotel tra Malcolm X, Muhammad Ali, Sam Cooke e Jim Brown, e Sound of Metal, il toccante racconto di un batterista che perde l’udito. Outsider quasi sicuro di ottenere la nomination come miglior film è Minari, l’ultimo vincitore del Sundance Film Festival, l’emozionante storia di una famiglia coreana che si trasferisce in Arkansas. Infine, tra i titoli in ballo, anche l’acclamato Una donna promettente di Emerald Fenning, News of the World di Paul Greengrass, Judas and the Black Messiah e The Father di Florian Zeller, con uno straordinario Anthony Hopkins.

Ed è proprio quest’ultimo a guidare la lunga lista di possibili nominati come miglior attore protagonista. In questa categoria, infatti, i giochi sono ancora aperti, anzi apertissimi, con tanti nomi pronti a contendersi la candidatura. Il già vincitore di due premi Oscar dovrà vedersela con il compianto Chadwick Boseman (Ma Rainey’s Black Bottom), Riz Ahmed (Sound of Metal), Steven Yeun (Minari), la sorpresa Tahar Rahim (The Mauritanian), Gary Oldman (Mank), Tom Hanks (News of the World), Delroy Lindo (Da 5 Bloods) e anche con il danese Mads Mikkelsen, che alcuni danno come possibile outsider, soprattutto se il suo film Another Round, diretto da Thomas Vinterberg, dovesse entrare nella cinquina del miglior film internazionale (per cui per ora è dato favorito).

Anche tra le attrici protagonisti sarà una bella lotta, nonostante sembri che quattro delle cinque candidature siano già assegnate: Viola Davis (Ma Rainey’s Black Bottom), Vanessa Kirby (già vincitrice della coppa Volpi a Venezia per Pieces of a Woman), Frances McDormand (Nomadland) e Carey Mulligan (Una donna promettente) sono infatti quasi certe di ottenere la nomination. L’ultimo posto disponibile se lo contenderanno invece Nicole Beharie (Miss Juneteenth), Yeri Han (Minari), Andra Day (The United States vs Billie Holiday), Amy Adams (Elegia americana) ed infine la nostra “eterna” Sophia Loren che per La vita davanti a sé ha mancato la nomination ai Golden Globes ma potrebbe invece farcela per gli Oscar. La sola candidatura sarebbe un secondo Oscar alla carriera per lei. E noi, ovviamente, ce lo auguriamo.

Per le categorie dedicate ad attori e attrici non protagoniste. Da una parte vediamo in pole position Sacha Baron Cohen (Il processo ai Chicago 7), tallonato da Daniel Kaluuya (Judas and the Black Messiah), Leslie Odom Jr (One Night in Miami), Bo Burnham (Una donne promettente) e David Strathairn (Nomadland) – e chissà magari anche con la possibilità Chadwick Boseman per Da 5 Bloods (doppia nomination postuma per lui?); sul versante femminile invece la sfida potrebbe essere tra Maria Bakalova (Borat 2), Olivia Colman (The Father), Helena Zengel (News of the World) e Glenn Close, che per la sua interpretazione in Elegia americana ha la possibilità di ottenere la nomination numero otto della sua carriera (per ora senza mai una vittoria).

E se per i film d’animazione la strada appare in discesa per Soul della Pixar, la categoria che probabilmente presenterà la cinquina più suggestiva è quella della miglior regia. Non soltanto perché è ancora difficile intravedere un favorito tra i vari contendenti, ma soprattutto perché quest’anno la presenza femminile, per la prima volta nella storia, potrebbe essere predominante. Se infatti l’Academy dovesse seguire le scelte dei Golden Globes, si potrebbe avere una cinquina con ben tre donne registe: Emerald Fennell, Regina King e Chloè Zhao. Uno scenario unico ed emozionante, specialmente se pensiamo che fino ad oggi sono state soltanto cinque le registe a riuscire nell’impresa di ottenere la nomination (la prima Lina Wertmuller nel 1977, l’ultima Greta Gerwig nel 2018) e solo una ad aver vinto (Kathryn Bigelow nel 2010 per The Hurt Locker). La concorrenza maschile è comunque forte con Aaron Sorkin (quasi certa la sua candidatura), David Fincher, Paul Greengrass, Spike Lee e Lee Isaac Chung (Minari) che scalpitano e sgomitano per entrare in cinquina. I giochi però sono appena iniziati e la strada che porterà all’annuncio delle candidature è ancora lunga.

fonte: di Antonio Valerio Spera per www.dailymood.it

Style & Luxury > Si alza il sipario sul mese della moda: tutto il meglio della New York Fashion Week

Si parte dalla Grande Mela per dare il via al mese della moda con le mitiche “Big 4”. Ma con la pandemia, tutto è diverso. A un anno esatto dall’inizio dell’emergenza, molte cose sono cambiate e, probabilmente, continueranno a cambiare.

Dalle passerelle virtuali, all’uscita dal calendario ufficiale di molti brand, possiamo dire che è stata una NWFW molto diversa a quella a cui eravamo abituati.

Infatti Tom Ford, presidente del Council of Fashion Designers of America, ha creato un nuovo calendario in cui alcuni dei designer americani più famosi e amati nel mondo presenteranno le loro collezioni al di fuori della solita cornice della Fashion Week. I grandi assenti, quindi, dalla settimana della moda newyorkese sono stati: Carolina Herrera (23 febbraio); Coach 1941 (25 febbraio); lo stesso Tom Ford (26 febbraio); Oscar De La Renta (2 marzo); Altuzarra (3 marzo); Thom Browne (5 marzo); Laquan Smith (9 marzo); Jonathan Cohen (15 aprile); Michael Kors (20 aprile).

Eppure, “the show must go on”. E così è stato. Tra passerelle contingentate e passerelle virtuali, il grande spettacolo della moda è andato comunque in scena. Magari più fiacco e provato di altri anni (almeno per quanto riguarda alcuni designer), ma comunque qualche piccola punta di diamante capace di segnare con forza espressiva le prossime tendenze dell’autunno-inverno c’è stata.

 

È il caso di 1017 Alyx 9SM che, con la combinazione cromatica di un rosso splendente e un azzurro un po’ pastellato un po’ vivace (a seconda dell’esposizione della luce), non solo ci mostra un abbinamento irresistibile, ma con quella carica espressiva ci invita a trovare una nuova forza per andare avanti.

Sulla stessa linea, si muove anche l’outfit di DSquared2, con il piumino rosso fuoco e fuxia abbinato ad un mini abito floreale ed altri piccoli (ma estremamente significativi) dettagli dalle tonalità cromatiche più disparate. In questi look si leggono proprio la grande voglia e la determinazione nell’andare avanti, nel ricominciare con grande energia.

Suggestioni, queste, manifestate più nella scelta cromatica che nei tagli sartoriali. La stessa che ci saremmo aspettati da un Custo Barcelona, vero e proprio caposaldo degli abbinamenti vivaci e dall’impatto immediato. Un segno distintivo del brand che abbiamo imparato ad amare. Ma che, invece, sembra battere un po’ la fiacca e strizzare troppo l’occhio a stilemi tipici più di un brand come Sportmax, perdendo così tutta quella forza espressiva ed irriverente che l’ha reso tanto celebre negli anni.

Ma la vitalità persa da Custo Barcelona viene immediatamente recuperata dallo strepitoso look di Libertine che fonde il patchwork alla Pop Art in un unico ed irresistibile outfit.

Patchwork anche per Collina Strada, che però guarda con nostalgia agli anni Settanta e crea un look che sarebbe stato davvero perfetto per il mitico Coachella Valley Music and Arts Festival

Estroso e capace di rivelare una forte personalità l’outfit con maxi gonna a quadri e lupetto floreale di R13. Nuovo must-have che, siamo sicuri, segnerà il prossimo streetwear.

Un po’ dark e un po’ pop, con tratti a suo modo anche romantici, la jumpsuit floreale di Naeem Khan. Sulla stessa linea, forse più ricercato e attento ai dettagli il completo total red di Prabal Gurung.

Ma il podio lo conquistano, in ordine: il completo in paillettes oro con pantalone e blusa dalla sofisticatezza ineguagliabile di Badgley Mischka; quasi ex equo con il primo, il lungo abito total black con maniche a palloncino e guanti di pizzo di Alice + Olivia by Stacey Bendet; l’abito di paillettes sulla blusa dagli inserti ricamati e le forme che richiamano l’inglese Sister Jane di Anna Sui.

Insomma, nonostante i grandi assenti e nonostante la grande difficoltà del momento nel trovare nuove ispirazioni, possiamo dire che è stata tutto sommato un’interessante edizione che speriamo possa segnare anche un nuovo inizio.

E adesso, occhi sulla prossima “Big 4”.

Fonte: di Francesca Polici per www.dailymood.it

Eventi: #insiemeconorgoglio > Asta solidale in sostegno di Ireos e Florence Queer Festival - 27 e 28 febbraio 2021

Asta solidale in sostegno di Ireos e Florence Queer Festiva. Sabato 27 e Domenica 28 febbraio 2021 su Instagram cliccando qui >
@ireoscomunitaqueer @florencequeerfestival

#insiemeconorgoglio è la raccolta fondi a sostegno di Ireos – Centro Servizi Autogestito per la Comunità Queer.

L’asta solidale nasce dall’esigenza di fronteggiare le difficoltà incontrate dall'Associazione a causa dell'attuale emergenza sanitaria, reduci da un 2020 che ha condizionato pesantemente la nostra gestione, limitato le possibilità d’incontro e le modalità di autofinanziamento, requisiti fondamentali per sostenere il Centro Servizi.

L’aiuto di tutti e tutte è essenziale per continuare a fornire supporto alla Comunità LGBTQIA+ attraverso le nostre attività gratuite: Centro Documentale, Consultorio della Salute, test HIV, gruppi tematici e di autoaiuto, assistenza legale, educazione alle differenze e altre importanti attività di divulgazione culturale.

Prima fra tutte il Florence Queer Festival, la manifestazione Queer più importante e longeva della Toscana, reduce da una diciottesima edizione complessa per le difficoltà organizzative e le presenze contingentate in sala.

Per aiutarci a sostenere le nostre attività, abbiamo coinvolto un eterogeneo gruppo di artisti vicini alla nostra Associazione, provenienti dal campo delle arti visive, della musica e dello spettacolo, ai quali abbiamo chiesto di donare un’opera o un oggetto prevenienti dai loro percorsi artistici.


In ordine alfabetico: Alessandro Fullin; Drusilla Foer; Fabio Canino; Lediesis; Lorenzo Balducci.

E ancora: Angelo Savelli con Serra Ylmaz, Antonio Minerba; Derno Ricci; Dimitri Milopulous; Drawings & Velvet; Fulvio Bennati; Gianluca Meis; Giovanni Rodella; Letizia Fuochi; N.F.P. Alessandro Bruzzone; Sandra Nastri.
 

Ricordiamo anche che la 19° Edizione del Florence Queer Festival si terrà dal 21 al 26 Settembre 2021 al Cinema La Compagnia di Firenze.

Le regole dell’asta Instagram:
Scegliere uno o più oggetti attraverso l’hashatg #insiemeconorgoglio.

Per partecipare basta sottoporre l’offerta utilizzando lo spazio dedicato ai commenti delle foto. Ogni oggetto ha la sua specifica base d’asta e un rilancio minimo di 10 euro.

L’asta sarà attiva per 30 ore, da sabato 27 febbraio alle 14:00 fino alle 20:00 di domenica 28 febbraio; pertanto, le offerte giunte al di fuori di questo periodo non saranno conteggiate.

A termine dell’evento, l’utente verserà la cifra tramite bonifico bancario, indicando nella causale: nome, cognome e Codice Fiscale. Ricordiamo, inoltre, di includere la dicitura “donazione liberale campagna insieme con orgoglio” per beneficiare della detrazione fiscale in sede di 730.  

Versamento su conto corrente intestato a:
Ireos – Centro Servizi Autogestito Comunità Queer
IBAN: IT45H0306909606100000076180

La ricevuta del bonifico va inviata per email a info@ireos.org indicando l’opera aggiudicata. Il vincitore sarà poi contattato dal nostro staff con le indicazioni per il ritiro o l’eventuale spedizione a suo carico.


La ricevuta del bonifico va inviata per email a info@ireos.org indicando l’opera aggiudicata. Il vincitore sarà poi contattato dal nostro staff con le indicazioni per il ritiro o l’eventuale spedizione a suo carico.

 
La campagna in sostegno di Ireos e del Florence Queer Festival, a cui hanno aderito anche Piero Pelù, Luca Locati Luciani, Pivio e molti altri amici, continuerà anche nei prossimi mesi. Continuate a seguirci, il prossimo evento benefico coinvolgerà Sylvie Bovary ed il suo Holy Ink Tattoo Studio Firenze.

Per informazioni:
info@ireos.org
Infoline: 347 7588435 / 347 8553836

https://www.instagram.com/ireoscomunitaqueer/ https://www.instagram.com/florencequeerfestival/

https://www.ireos.org/
https://www.florencequeerfestival.it/

Ufficio stampa: Alice Marrani 345 3545653 / stampa@florencequeerfestival.it

fonte: Ufficio stampa Florence Queer Festival

lunedì 22 febbraio 2021

Libri: "La carezza della memoria" di Carlo Verdone

La memoria è una scatola. Aprirla, guardare, ricordare, raccontare sono atti naturalmente concatenati in questa raccolta di storie e racconti di Carlo Verdone. 

L’attore e regista aveva già lavorato sulla memoria ne "La casa sopra i portici", pubblicato da Bompiani nel 2012, ritornando nelle stanze della casa di famiglia e ascoltando le vicende evocate da quel luogo. 

Nel suo nuovo libro è il disordine delle immagini in cui si imbatte, immagini dal passato, ad accendere la narrazione. Ogni racconto è un momento di vita vissuta rivisitato dopo tanto tempo: dal legame col padre ai momenti preziosi condivisi con i figli, dai primi viaggi alla scoperta del mondo alle trasferte di lavoro, dalle amicizie romane a un delicato amore di gioventù. 

Ovunque, sempre, il gusto per l’osservazione della commedia umana, l’attenzione agli altri – come sono, come parlano, come si muovono – che nutre la creazione dei personaggi cinematografici, e uno sguardo acuto, partecipe, a tratti impietoso a tratti melanconico su Roma, sulla sua gente, sul mondo. 

Leggendo queste pagine si ride, si sorride, ci si commuove, si riflette; si torna indietro nel tempo, si viaggia su treni lentissimi con compagni di viaggio sorprendenti, si incontrano celebrità e persone comuni, ugualmente illuminate dallo sguardo di un artista e di un uomo da sempre attento, per indole, vocazione e professione, all’altro da sé.

fonte:  www.amazon.it

"Torniamo a fare spettacolo" Iniziativa unitaria per l’intero mondo della Cultura, domani 23 febbraio.

Il 23 febbraio 2020 iniziava per l’intero mondo della Cultura un anno di profonda sofferenza con conseguenze gravissime sull’occupazione e sul reddito delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie.  INIZIATIVA UNITARIA SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL “TORNIAMO A FARE SPETTACOLO”

 L’iniziativa unitaria promossa ad un anno da allora è per dare visibilità e testimonianza al settore tutto, per alzare i riflettori sui rischi che il prolungarsi della pandemia e delle conseguenze gravi che potrebbero determinare chiusure definitive di teatri e cinema e la perdita di posti di lavoro e di molte professionalità importanti in tutti i comparti.

Si propone di dare un impulso mirato a tutti i soggetti in campo per la ripartenza possibile e necessaria. Le condizioni di sicurezza unitamente alle risorse disponibili debbono indirizzarsi senza indugio alla ripartenza della programmazione e dell’attività produttiva.

Si vuole anche evidenziare quanto i cambiamenti in atto, rispetto alla realizzazione e fruizione di spettacolo in tempo di pandemia hanno accelerato l’utilizzo dello streaming, già presente nella distribuzione e che richiede un adeguamento complessivo del sistema in termini di supporto, riconoscimento, risorse e rivolto alla valorizzazione dello spettacolo dal vivo insostituibile.

Intendiamo sollecitare l’attenzione da parte della politica e delle istituzioni nazionali e locali sulla necessità di interventi non più rinviabili per una Riforma strutturale che preveda:

• Intervento pubblico e finanziamenti del settore, con modalità e tempi certi di erogazione ed un monitoraggio costante sui fondi (FUS);

• Un Recovery plan con investimenti nuovi e strutturali nel tempo per la Cultura;

• Un sistema di protezione sociale con ammortizzatori adeguati per sostenere il lavoro, sviluppare l'occupazione e riconoscere le professionalità nel settore;

• Un sistema normativo di rafforzamento e tutela sulla previdenza e l’assistenza.

Vogliamo segnalare le condizioni di instabilità e precarietà in cui vive da troppo tempo larga parte del mondo del lavoro nel settore e rilanciare una stagione contrattuale per la stabilità e l’innovazione nei comparti:

• Fondazioni Lirico Sinfoniche e Teatri;

• Cine-Audiovisivo comprensivo di attori, stunt-men, troupe, generici e doppiaggio.

Abbiamo predisposto l’iniziativa con un profilo di mobilitazione che richiami il trascorso anno dal 23 febbraio 2020 inizio di applicazione dei Dpcm con le restrizioni e chiusure, ad oggi 23 febbraio 2021 con il perdurare delle chiusure e blocco delle attività non adeguatamente sostenute ed inoltre la volontà di tutte le lavoratrici e lavoratori della ripartenza.

La Cultura è un bene comune e và ad ogni conto salvaguardato non solo per chi ci lavora ma per tutti i cittadini di questo paese.

Roma, 12 febbraio 2021

Le Segreterie Nazionali di Slc Cgil – Fistel Cisl – Uilcom Uil  - fonte:  https://www.slc-cgil.it

Facciamo luce sul Teatro: lunedì 22 febbraio i teatri saranno aperti

Teatro.it aderisce all'appello di U.N.I.T.A.: un invito ai cittadini per testimoniare la propria vicinanza ad un teatro della città.

L'U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) invita tutte le donne e gli uomini che dirigono i teatri italiani, da quelli più piccoli fino ai grandi Teatri Nazionali, a illuminare e tenere aperti i propri edifici la sera del 22 febbraio (dalle 19,30 alle 21,30).

L'associazione di categoria di attrici e attori, un anno dopo la chiusura dei teatri, chiede al nuovo Governo e a tutta la cittadinanza che si torni immediatamente a parlare di Teatro e di spettacolo dal vivo, che lo si torni a nominare, che si programmi la riapertura in sicurezza delle sale.

Si chiede a tutti gli artisti, alle maestranze e al pubblico di organizzare, ovunque possibile e rispettando come sempre ogni misura di sicurezza, un presidio dei teatri nella serata del 22 febbraio, perché questi luoghi tornino simbolicamente ad essere ciò che da 2.500 anni sono sempre stati: piazze aperte sulla città, motori psichici della vita di una comunità.

Tutti i cittadini sono dunque invitati a testimoniare la propria vicinanza davanti ad un teatro che ha aderito all'iniziativa. Torniamo per una sera a incontrare quella parte essenziale e indispensabile di ogni spettacolo senza la quale il teatro semplicemente non è: il pubblico.

Ecco l'elenco dei Teatri che saranno aperti e pronti ad accogliervi. Clicca > QUI 

fonte: www.teatro.it