venerdì 4 novembre 2022

Libri: "I gerani di Barcellona. La saga dei Torres" di Carolina Pobla

Ispirato alla vera vicenda dei nonni dell’autrice, una saga in cui mezzo secolo di storia iberica fa da sfondo alle scelte, agli errori, alle conquiste e alle speranze di due sorelle.

"I gerani di Barcellona. La saga dei Torres" di Carolina Pobla, traduzione di Vera Sarzano 

1928. Le sorelle Torres abitano nella villa più bella di Málaga. Il padre l'ha costruita per loro, perché vivessero come delle principesse. Rosario, la maggiore, di una bellezza elegante e decisa, ama il canto ed è la preferita della famiglia. 

Remedios cresce nella sua ombra, comunque felice di dividere con lei i giochi nel loro posto magico: il giardino della villa, che di volta in volta si trasforma in un'isola deserta infestata dai pirati o in un castello incantato. Fino al giorno in cui l'idillio finisce. Una delle navi con cui il padre commercia spezie, tessuti e tappeti affonda. 

La bancarotta è una tragedia dalla quale l'uomo non si riprenderà più. Rosario e Remedios rappresentano il futuro della casata. Un fardello troppo pesante per due giovani donne. Ma, come la pianta simbolo della loro famiglia, il geranio, devono essere forti e coraggiose. Devono pensare alla primavera che, immancabilmente, torna a sbocciare dopo ogni inverno. Ed è proprio un seme di quel fiore che portano con loro a Barcellona, dove decidono di ricominciare. 

Tra le vie della grande e colorata città, all'inizio si sentono perse e il loro legame è tutto quello che hanno per affrontare il presente. Eppure Rosario e Remedios, anno dopo anno, si scoprono più diverse di quello che immaginavano. Una fa di tutto per trovarsi un lavoro e un marito che possa darle sicurezza, mentre l'altra insegue ancora i propri sogni e si innamora di un uomo ribelle come lei. Ma anche quando sembra che si siano perse per sempre, i balconi e le finestre delle loro case saranno pieni di gerani in fiore. Non è possibile dimenticare le proprie radici. Perché entrambe hanno una missione: restituire l'onore alla famiglia Torres. 

Carolina Pobla ha studiato pedagogia all'università di Barcellona e per più di trent'anni ha lavorato nel mondo della danza come docente, coreografa e regista. I gerani di Barcellona (Garzanti, 2020) è il suo romanzo d'esordio. Nel 2022 ha pubblicato con Garzanti il suo secondo romanzo dal titolo I fiori di Monaco.

fonte: www.ibs.it

Serie TV > The Witcher: lanciata una petizione per tenere Henry Cavill

Henry Cavill è Geralt in The Witcher
Su change.org è stata lanciata una petizioner per chiedere alla produzione di The Witcher di mantenere Henry Cavill come protagonista

Una delle recenti notizie più importanti del mondo delle serie TV è sicuramente quella che riguarda la serie dedicata a The Witcher. Nelle prime 3 stagioni infatti il ruolo del protagonista Geralt era stato di Henry Cavill. Tuttavia l’attore britannico ha deciso di lasciare il ruolo facendo posto a Liam Hemsworth. I fan della serie Netflix hanno preso davvero male questa decisione tanto da aver lanciato una petizione su change.org, per chiedere che Cavill resti come protagonista minacciando di disdire in massa l’abbonamento dalla piattaforma streaming. Al momento nel quale vi scriviamo sono circa 40 mila le persone che l’hanno firmata (qui per vederla).

Andrzej Sapkowski ha detto di Henry Cavill: “Ero più che felice con l’aspetto di Henry Cavill per The Witcher, è un vero professionista. Proprio come Viggo Mortensen diede la sua faccia ad Aragorn, così Henry diede la sua a Geralt e così sarà per sempre.” – si legge nel testo della petizione

Henry non lascerà The Witcher a causa di Superman, i dirigenti di Netflix hanno ancora una volta preso una grave decisione contro i loro fan. Il motivo per cui The Witcher è uno show così popolare è l’amore dei fan per il materiale originale che deriva da libri e giochi, che sono odiati e sono stati attivamente derisi dagli scrittori e dagli showrunner. Henry Cavill è uno di quei grandi fan, sa tutto e voleva rimanere fedele al mondo di Sapkowski, motivo per cui Netflix vuole sostituirlo.

Mostriamogli in numeri puri (e quindi soldi persi, perché è tutto ciò che gli interessa veramente) che nessuno di noi fan di The Witcher starà con loro e abbandonerà lo show (e potenzialmente i nostri abbonamenti) dopo che la stagione 3 di The Witcher si sarà conclusa. Netflix può esistere solo perché tutti noi li paghiamo mensilmente per produrre contenuti divertenti per noi, purtroppo tutte le informazioni pubbliche puntano verso un team di produzione che prende decisioni completamente opposte ai nostri interessi. Abbiamo già dovuto soffrire il disastro che è stata la fine di Game of Thrones. Netflix non ripetere lo stesso errore di aggrapparsi a scrittori e showrunner che si credono di essere superiori al vero creatore delle storie che li hanno fatto fare successo.

Che ne pensate?

fonte: Di Matteo Furina    www.lascimmiapensa.com

Danza > Rai 5 l’8 dicembre in prima serata: Teatro dell’Opera di Roma, la Giselle di Carla Fracci

Andrà in onda in prima serata su Rai 5 l’8 dicembre 2022, Giselle di Carla Fracci la versione andata in scena recentemente al Teatro dell’opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato. La ripresa è stata realizzata da Rai Cultura la sera della prima al Teatro Costanzi.

Su Rai 5 per l’occasione verrà trasmessa la Giselle con l’étoile Susanna Salvi e il primo ballerino Michele Satriano. Un omaggio alla grande danzatrice italiana con la sua meravigliosa versione coreografica di un classico del balletto romantico che ha chiude la stagione di danza dell’Opera di Roma.

La Giselle la sera della prima è stata anticipata dalle commosse parole di Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, sul palco insieme ad Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di ballo capitolino, la prima di Giselle, balletto romantico proposto nellaversione coreografica creata nel 2004 da Carla Fracci, è andata in scena al Costanzi fino lo scorso ottobre.

Se il legame di Carla Fracci con il teatro romano è stato fortissimo (è stata direttrice del teatro per 10 anni, dal 2000 al 2010) il legame della danzatrice con Giselle è stato praticamente indissolubile perché Carla Fracci è stata la vera incarnazione di Giselle. 

È facile intuire perché la Giselle con la coreografia di Carla Fracci, che chiude la stagione di danza 2021-2022 del Costanzi, è stata semplicemente meravigliosa: una perla ripresa per l’occasione da Julio Bocca, ultimo partner della Fracci proprio in questo titolo e Gillian Whittingham, sua storica collaboratrice, che si ispira alla coreografia originale di Coralli e Perrot e inserisce anche le aggiunte di Petipa sulla base della partitura originale di Adolphe Adam recuperando anche i tagli che erano stati operati.

fonte: di Sara Zuccari https://giornaledelladanza.com

giovedì 3 novembre 2022

Mostre: al Palazzo Ducale "Rubens a Genova" fino al 22 gennaio 2023

Palazzo Ducale ospita, dal 6 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023, una straordinaria esposizione per raccontare la grandezza di Peter Paul Rubens e il suo rapporto con la città.

La mostra è prodotta dal Comune di Genova con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura ed Electa, e nasce in occasione del quarto centenario della pubblicazione ad Anversa del celebre volume di Pietro Paolo Rubens, Palazzi di Genova (1622).

La curatela è di Nils Büttner, docente della Staatliche Akademie der Bildenden Künste Stuttgart nonché Chairman del Centrum Rubenianum di Anversa, e di Anna Orlando, independent scholar genovese, co-curatrice della mostra L’Età di Rubens tenutasi a Palazzo Ducale nel 2004.


Rubens soggiornò in diverse occasioni a Genova tra il 1600 e il 1607, visitandola anche al seguito del Duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga, presso cui ricopriva il ruolo di pittore di corte. Ebbe così modo di intrattenere rapporti diretti e in alcuni casi molto stretti con i più ricchi e influenti aristocratici dell’oligarchia cittadina.

All’interno della mostra spiccano oltre venti dipinti di Rubens, provenienti da musei e collezioni europee e italiane che, sommati a quelli già presenti in città, raggiungono un numero come non vi era a Genova dalla fine del Settecento; da quando, cioè, la crisi dell’aristocrazia con i contraccolpi della Rivoluzione Francese diede avvio a un’inesorabile diaspora di capolavori verso le collezioni del mondo.

A partire dal nucleo rubensiano, il racconto del contesto culturale e artistico della città nell’epoca del suo maggiore splendore viene completato da dipinti degli autori che Rubens per certo vide e studiò (Tintoretto e Luca Cambiaso); che incontrò in Italia e in particolare a Genova durante il suo soggiorno (Frans Pourbus il Giovane, Sofonisba Anguissola, Bernardo Castello e Aurelio Lomi, presente in mostra con un dipinto della Collezione Doria Pamphilj), o con cui collaborò (Jan Wildens e Frans Snyders).

Con Rubens, e attraverso ciò che vide e conobbe, viene raccontata la storia della Repubblica di Genova all’apice della sua potenza quando, all’inizio del Seicento, conobbe un periodo di singolare vivacità non soltanto economica e finanziaria, ma anche culturale e artistica.

Tra le opere che tornano a Genova, create da Rubens su commissione dei più agiati e potenti tra i genovesi di allora, si possono menzionare: il Ritratto di Violante Maria Spinola Serra del Faringdon Collection Trust, una dama finora senza nome, che grazie agli studi in preparazione della mostra è ora riconoscibile. Il San Sebastiano, proveniente da una collezione privata europea e mai esposto in Italia, che, grazie a un importante ritrovamento documentario, può ora riferirsi alla committenza del celebre condottiero Ambrogio Spinola. È esposto per la prima volta in Italia anche il giovanile Autoritratto, con un Rubens all’incirca ventisettenne, che un collezionista privato ha offerto come prestito a lungo termine alla Rubenshuis di Anversa e che eccezionalmente torna nel Paese dove fu eseguito, intorno al 1604.


Genova per Rubens. A Network

L’appuntamento espositivo di Palazzo Ducale offre l’occasione per realizzare una vera e propria rete culturale, il progetto Genova per Rubens. A Network, ideato e curato da Anna Orlando. Si tratta di una fitta rete di collaborazioni, focus conoscitivi, appuntamenti culturali, aperture straordinarie e visite guidate, concerti, mostre collaterali e un corposo programma dedicato alle scuole e alle famiglie. Leggi di più


La mostra è prodotta dal Comune di Genova con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura ed Electa
A cura di Nils Büttner e Anna Orlando


Biglietti

Acquista qui il biglietto online

Intero 14€

Ridotto 12€, consulta qui l’elenco delle riduzioni

Ridotto speciale 10€, per i possessori della Membership Card Ducale+

Ragazzi 6-14 anni 6€

Giovani under 27 5€, il lunedì pomeriggio dalle ore 14 alle 19

Gruppi:

  • Scuole 6€, prenotazioni a prenotazioniscuole@palazzoducale.genova.it
    Scopri tutte le attività educative dedicate alle scuole e i corsi di formazione per insegnanti: clicca qui
  • Adulti 12€, gruppi minimo 12 – massimo 25 persone
    costo di prevendita 1,50€

Per informazioni e prenotazioni: 0109861211

fonte:  https://palazzoducale.genova.it

Libri: "La città universale. Dai sindaci un futuro per l'Italia e l'Europa" di Dario Nardella

Dario Nardella è diventato fiorentino a quattordici anni, quando si è trasferito in città dalla Napoli natale. A Firenze ha frequentato il liceo, l’università e il conservatorio, a Firenze è cresciuto e di Firenze è diventato sindaco nel 2014. La definisce una città universale, una città in cui si vive immersi nell’arte e nella storia, meta e tappa di persone di tutto il mondo, in cui il rapporto costante con il bello forgia il modo di vivere e di pensare dei suoi abitanti. 

Proprio il ruolo di sindaco di Firenze, palcoscenico privilegiato, l’ha portato ad assumere responsabilità e funzioni a livello internazionale, a conoscere e studiare le città più importanti del nostro continente e a collaborare con i loro sindaci e amministratori. 

Sono state queste esperienze a confermare la sua convinzione che le città siano il presente e il futuro dell’Europa, luogo di incontro e scambio, di relazioni e di mediazione, di inclusione e di complessità. Dario Nardella, partendo da Firenze e dalla sua esperienza diretta per arrivare fino alle grandi città europee, delinea i contorni di un nuovo progetto politico che, auspicabilmente, ci porterà a un nuovo Umanesimo, in grado di fornire linfa fresca alla politica e alla società tracciando nuove strade per un futuro diverso e migliore.

Dario Nardella è nato a Torre del Greco (Napoli) il 20 novembre 1975. Vive a Firenze dal 1989, dove ha conseguito il diploma di violino al conservatorio di musica e dove all’università ha conseguito il dottorato di ricerca in Diritto pubblico e Diritto dell’ambiente e poi insegnato Legislazione dei beni culturali pubblicando con importanti case editrici diversi testi di interesse giuridico. 

Nel 2004 ha fatto la sua prima esperienza nel Consiglio comunale di Firenze. Dal 2006 al 2008 è stato consigliere giuridico del ministro delle riforme Vannino Chiti nel Governo Prodi II. Nel 2009, nuovamente eletto, ha fatto parte della giunta del sindaco Matteo Renzi come vicesindaco con deleghe allo Sviluppo economico e sport. 

Ha presieduto il Comitato promotore dei Mondiali di Ciclismo della Toscana del 2013. Nel 2013 è stato eletto alla Camera dei Deputati, dalla quale si è poi dimesso per candidarsi a sindaco di Firenze. Il 25 maggio 2014 ha vinto le elezioni amministrative al primo turno con quasi il 60 % dei consensi e nel maggio 2019 è stato eletto sindaco per la seconda volta al primo turno. 

Dal 2015 è coordinatore delle città metropolitane italiane presso l’ANCI, dal 2020 è presidente di Eurocities, il più grande network di città europee, e dal 2022 è membro del Comitato europeo delle regioni. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il titolo di Ufficiale dell’Ordine di Rio Branco della Repubblica del Brasile nel 2019 e la Légion d’Honneur della Presidenza della Repubblica Francese nel 2022.

fonte: www.amazon.it

Prosa: "Charta" di e con Bernardo Casertano. Al Teatro Akropolis di Genova, il 9 Novembre

Charta - PRIMA ASSOLUTA con Bernardo Casertano, il 9 Novembre  ore 21.30

Di e con: Bernardo Casertano | Tecnica: Chiara Saiella | Produzione: Fortezza Est | Coproduzione: Teatro Akropolis, durata 50’

Teatro Akropolis, Via Mario Boeddu 10, Genova, Italia

Charta, ispirato ad Affabulazione di Pasolini e al Pinocchio di Collodi nella trasposizione di Carmelo Bene, è l’ultimo tassello di una trilogia di Bernardo Casertano sul tema della condizione umana. 

Un passo personalissimo verso l’abisso della paternità, verso la visione di quell’enorme esperienza che tanto può affascinare quanto spaventare, quella prova apparentemente impossibile da superare, ma possibile da affrontare. Uno spettacolo di carta, leggero, su cui tutti possono scrivere.

Bernardo Casertano è attore, autore e regista. La sua formazione artistica è segnata da personalità come Eugenio Barba, Giancarlo Sepe, Pierpaolo Sepe, Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco, Ersilia Lombardo della compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante, Jean Paul Denizon, Andrea Baracco, Andrea de Magistris. Al cinema ha lavorato con Alessandro Dalatri, Paolo Genovese, Manetti bros, Paolo Vari, Carlo Verdone, Alessandro Avellino, Francesco Vicario. La ricerca di Casertano in ambito teatrale è orientata verso la centralità del corpo come via primaria di espressione.

INFO LOCATION

 

BIGLIETTI

Intero singolo spettacolo: € 12
Ridotto singolo spettacolo: € 10
(under 28, over 65, green card, partner)

Ridottissimo bambini e ragazzi fino ai 17 anni: € 3

PASS GIORNALIERO
Permette di assistere a due o più spettacoli della giornata al prezzo unico di € 15

ACQUISTO BIGLIETTI  MAILTICKET

PRENOTAZIONE BIGLIETTI

I biglietti prenotati possono essere acquistati direttamente presso la biglietteria presente nelle sedi di spettacolo a partire da 1 ora prima dell’inizio.
I biglietti prenotati e non acquistati entro 20 minuti dall’inizio dello spettacolo ritorneranno disponibili.

fonte: www.teatroakropolis.com

Teatro: "Zeffirelli, gli anni alla Scala" l’inaugurazione della mostra si terrà lunedì 7 novembre

 

Franco Zeffirelli: a cent’anni dalla sua nascita è il momento di sottrarre l’artista alla dimensione della cronaca, di cui è stato appassionato, battagliero, spesso criticato protagonista, e di considerare la sua figura e la sua opera attraverso l’epoca, o meglio, le epoche, in cui il suo talento si è espresso.

Attraverso le produzioni da lui firmate per il Teatro alla Scala (oltre mezzo secolo di attività: 1953-2006) è possibile ripercorrere una carriera che ha conosciuto diverse fasi e vari indirizzi stilistici, la continuità della quale risiede in un’idea forte del melodramma come teatro di tutti e per tutti, non giardino chiuso di un’élite ma espressione di un immaginario popolare.

L’inaugurazione della mostra si terrà lunedì 7 novembre dalle ore 18.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso) presso il Museo Teatrale alla Scala. Piazza della Scala, Milano


 

 Per confermare la vostra presenza, è gradita la prenotazione.  

Vogliate scegliere la vostra fascia oraria  cliccando qui

fonte:  www.museoscala.org

Cinema: Anne Hathaway dice di no a un eventuale sequel de “Il Diavolo Veste Prada”

Anne Hathaway dice di no a un eventuale sequel de «Il Diavolo Veste Prada». 

Durante il programma televisivo «The View», l’attrice ha commentato i recenti rumors a proposito di un secondo capitolo del successo cinematografico del 2006.

Nella pellicola originale, basata sull’omonimo romanzo di Lauren Weisberger, la star ha recitato al fianco di Meryl Streep e Emily Blunt. Nel 2013, l’autrice ha poi pubblicato un nuovo libro, intitolato «La vendetta veste Prada», di cui ad oggi non è stata realizzata alcuna trasposizione cinematografica.

>> 15 anni dopo il cast de “Il Diavolo Veste Prada” si riunisce e svela i segreti del film (VIDEO)

A proposito dell’eventuale sequel, Hathaway ha risposto: «Non so se potrebbe esserci un altro film… quel film è stato realizzato in un’epoca diversa». Nella pellicola originale, Andy ed Emily lavoravano per la prestigiosa rivista cartacea diretta dalla temibile Miranda Priestly: un format che, secondo l’attrice americana, sarebbe fuori dai tempi di oggi.

>> “Il Diavolo Veste Prada” diventa un musical con canzoni di Elton John

«Ora tutto è diventato digitale e quel film si concentra sul concetto di produrre una cosa fisica ed è davvero, semplicemente, tutto diverso», ha aggiunto. «Pensare ad Andy ed Emily che devono portare a Miranda il suo caffè ed è lì da qualche parte in Europa è un pensiero che mi tenta. E poi lungo il percorso recuperano Stanley Tucci in Italia, che è in un ristorante. Il pensiero è allettante, ma non penso accadrà». Ad Anne, tuttavia, non dispiacerebbe rivedere il film, ma con attori diversi.

«Potrebbero rilanciarlo, prendere nuovi attori e farlo».

fonte:  www.spyit.it

Milano: TRANS* LIVES MATTER il 20 novembre alle ore 17:00

TRANS* LIVES MATTER
DOMENICA 20 NOVEMBRE 2022 ALLE ORE 17:00
Piazza Guglielmo Oberdan, 20129 Milano MI, Italia
 
TRANS* LIVES MATTER (LE VITE DELLE PERSONE TRANS* CONTANO)
Il 20 novembre si terrà la prima marcia milanese per i diritti delle persone transgender e non binarie. Appuntamento alle ore 17:00 in Piazza Oberdan. La marcia si concluderà in Piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino, con gli interventi di associazioni, istituzioni e attivist* trans*

In una stagione politica in cui i pochissimi e fragili diritti delle persone transgender sono a rischio, abbiamo deciso di portare le nostre vite, il nostro dolore e la nostra indignazione nelle vie più centrali della città di Milano per dare un segnale preciso alla società, alla politica e alle istituzioni: le vite delle persone trans contano, e noi, e tutti i nostri amici, sostenitori e alleati siamo pronti non soltanto a celebrarle e a ricordarle, ma anche a rivendicarne il pieno diritto di cittadinanza nella società civile, contro ogni forma di discriminazione, violenza, tentativo di invisibilizzazione e delegittimazione. Intendiamo altresì dare un segnale al Sindaco – che abbiamo invitato a marciare con noi – e alla Giunta comunale affinché in tempi ragionevoli diano attuazione alla mozione approvata dal Consiglio comunale lo scorso maggio che istituisce il Registro di Genere.

«Cosa c’è di male nel voler essere me stessa?» domandava spesso Chiara, ragazza transgender di soli 19 anni che lunedì 24 ottobre si è tolta la vita nella sua abitazione, nel quartiere di Piscinola in provincia di Napoli, mentre la madre non era in casa. 
Chiara ha subìto una vita di sofferenza, violenza, bullismo ed emarginazione per il solo fatto di voler esprimere la sua identità femminile.
«Perché devo soffrire se voglio mettere un rossetto o truccarmi?» chiedeva agli operatori del Gay Center di Roma – numero verde contro l’omotransfobia – a cui si era rivolta già all’età di 17 anni per chiedere aiuto. 
«A volte mi chiedo cosa ci sia di sbagliato in me, in fondo sono solo un essere umano. Mi sento una donna, vorrei non avere paura. Ma sono in un labirinto senza uscita.»
 
Lo stesso labirinto in cui si è ritrovata Cloe Bianco, la professoressa che - dopo essere stata allontanata nel 2015 dal suo lavoro a scuola in provincia di Venezia per aver deciso di indossare abiti femminili - l’estate scorsa, a 58 anni, si è data fuoco nel suo camper.
 
A volte il labirinto senza uscita può essere una camera d’hotel dalla quale non si riesce a scappare, come quella in cui è stato ritrovato il corpo di Naomi Cabral, donna transgender argentina di 47 anni, sex worker, strangolata da un suo cliente a Marina di Tor San Lorenzo. 
 
Altre volte quel labirinto lo troviamo nelle scuole. Noah, ragazz* gender variant, nell’estate del 2021 ha deciso di togliersi la vita a soli 13 anni perché – ha raccontato la madre - in una scuola di Roma subiva bullismo e marginalizzazione. Lo stesso bullismo che ha colpito Elios, giovane persona non binaria di 15 anni, che l’anno scorso ha deciso di gettarsi dal quarto piano di una palazzina residenziale.
Il Trans Murder Monitoring Project (TMM) di Transgender Europe (TGEU)ha conteggiato un totale di 4042 persone transgender e gender-diverse uccise tra il 1° gennaio 2008 e il 30 settembre 2021 nel mondo, dato ampiamente sottostimato a causa dell’invisibilizzazione che la realtà transgender da sempre subisce.
 
Esiste un filo rosso che collega tutte queste terribili morti e si chiama transfobia.
Per questo - su proposta delle due attiviste di lungo corso per i diritti trans Antonia Monopoli e Monica J. Romano, quest’ultima è anche la prima persona transgender eletta a Milano nella storia della città – le realtà trans* del territorio milanese Sportello Trans di Ala Milano onlus e Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere (ACET) hanno deciso di unire le forze e di chiamare la prima marcia trans milanese. 
 
Ispirandosi, in un’ottica intersezionale, alle lotte del movimento internazionale originatosi all'interno della comunità afroamericana impegnato nella lotta contro il razzismo Black Lives Matter, le associazioni hanno deciso di chiamare la marcia Trans Lives Matter (le vite trans* contano) e di organizzarla per il 20 novembre, Transgender Day Of Remembrance, (Giornata della Memoria Transgender) o TDOR, giornata nella quale ormai in tutto il mondo vengono organizzate veglie per commemorare le vittime di transfobia. 
 
Dopo il concentramento alle 17:00 in piazza Oberdan, la marcia partirà per ricordare e commemorare Chiara, Cloe, Naomi, Noah, Elios e tutte le vittime di transfobia in Italia e nel mondo. I partecipanti sfileranno reggendo delle candele e dei cartelli con i volti delle vittime, leggeranno i loro nomi e loro storie. La marcia si concluderà in Piazza della Scala, dove al microfono interverranno le associazioni promotrici, i rappresentanti delle istituzioni e attivist* trans*.

ASSOCIAZIONI ORGANIZZATRICI
Associazione per la Cultura e l'Etica Transgenere (ACET)
Sportello Trans di Ala Milano onlus

ASSOCIAZIONI, GRUPPI E SINGOLI CHE ADERISCONO ALLA MARCIA (IN AGGIORNAMENTO)
Associazione Tgenus
CIG Arcigay Milano
Gaynet
Gruppo Trans APS
I Sentinelli di Milano
Sat Pink di Verona, Padova e Rovigo
 

mercoledì 2 novembre 2022

In prima ed esclusiva regionale, domenica 6 novembre a Pesaro Città della Musica, un vero e proprio “MITO DELLA SCENA”, Ute Lemper

In prima ed esclusiva regionale, arriva finalmente a Pesaro Città della Musica un vero e proprio “Mito della Scena” Ute Lemper, inaugurando l’omonima nuova sezione di programmazione, destinata ad accogliere i più importanti protagonisti internazionali dello spettacolo dal vivo nell’ambito del percorso di Capitale della Cultura 2024

Vera e propria stella internazionale dal fascino magnetico, la celebre attrice e cantante tedesca, insuperata interprete contemporanea del cabaret berlinese e della canzone d’autore, salirà domenica 6 novembre sul palcoscenico del Teatro Sperimentale per presentare Rendezvous with Marlene su iniziativa del Comune di Pesaro con l’AMAT, con il contributo di Regione Marche e Ministero della Cultura, main partner Gruppo Hera.

Due grandissime artiste con tante affinità: una fu l’Angelo Azzurro del periodo delle due guerre, l’altra interpretò lo stesso ruolo negli anni ’90 del Novecento. Ideato dalla Lemper come omaggio alla Dietrich, lo spettacolo è un appassionante viaggio musicale, dai cabaret berlinesi al jazz, dal folk agli chansonnier francesi che vede in scena accanto a Ute Lemper, Vana Gierig al pianoforte, Cyril Garac al violino, Giuseppe Bassi al contrabbasso, Matthias Daneck all batteria.

Lo spettacolo si basa su una telefonata di tre ore tra Marlene e Ute nel 1988 a Parigi, 30 anni fa. Dopo aver ricevuto il Premio francese Molière per la sua performance in Cabaret a Parigi, Ute inviò una cartolina a Marlene, che viveva in Avenue de Montaigne 12 dal 1979, scusandosi per tutta l’attenzione mediatica di quel momento che la paragonava a Marlene Dietrich. Ute era solo all’inizio della sua carriera in teatro e nella musica, mentre Marlene aveva alle spalle una lunga vita piena di film, musica, incredibili collaborazioni, appassionate storie d’amore e grande celebrità.

Che regalo meraviglioso, poter ascoltare Marlene parlare della sua vita, del suo lavoro, del suo amore per il poeta Rilke, della sua complicata relazione con la Germania, del suo dolore e delle sue attrazioni. Quando Ute interpretò la parte di Lola nella produzione de L’Angelo Azzurro a Berlino nel 1992, il ruolo che rese Marlene la star di Angelo Azzurro nel 1928, Marlene morì a Parigi, esattamente sei giorni prima della premiére berlinese. Dopo il suo funerale a La Madeleine, Marlene fu infine sepolta a Berlino. Ute racconta la storia di Marlene, cantando le meravigliose canzoni che hanno segnato i vari capitoli della sua vita, dagli anni del Cabaret Berlinese e delle collaborazioni con Burt Bacharach.

Prevendita biglietti (intero 35 euro, ridotto 30 euro) presso biglietteria del Teatro Sperimentale 0721 387548, Tipico Tips 0721 34121 e circuito Amat /vivaticket, anche on line. Inizio spettacolo ore 21.

fonte: Postato da: BarbaraM  www.amatmarche.net

Danza: World Ballet Day 2022, un libro sui grandi interpreti del balletto maschile

Nella foto Christian Fagetti @Raul Iacometti
In occasione della Giornata Internazionale del Balletto pubblichiamo un estratto della prefazione di #MaleDancer, un libro di Deborah D’Orta (Buckfast Edizioni) che raccoglie le testimonianze di alcuni danzatori. Come Mick Zeni, Marco Agostino, Christian Fagetti, Alessandro Riga, Alessio Rezza e il duo Sasha Riva e Simone Repele

(…) Non sappiamo se la danza sia stata una delle prime arti usate dall’uomo per esprimersi, ma di sicuro non ne ha potuto mai fare a meno per organizzare i propri movimenti. Eppure, questa normalità ad un certo punto ha smesso di interessare il genere maschile. Nell’immaginario comune, la danza è diventata qualcosa da attribuire preferibilmente all’educazione delle bambine. Come se eleganza, bellezza, rigore o il regalare emozioni potessero appartenere ad una sola categoria di persone. (…)

Emerge però l’importanza di seguire le proprie attitudini e soprattutto di inseguire i propri sogni. Ecco perché ho sentito l’esigenza – dopo il successo di #Dancer, il mio primo libro intervista dedicato alla danza femminile – di dare voce anche al mondo maschile, per troppo tempo adombrato da quello femminile e dalle sue rappresentanti. (…) Un ballerino è un ballerino, punto. Non importa che sia maschio o femmina, alto o basso, biondo o bruno, è un essere danzante, una persona che impara il rispetto, la disciplina e l’auto-disciplina. Esattamente come le ragazze, quindi, anche i ragazzi traggono enormi vantaggi dalle lezioni di danza: sfogano l’energia repressa, la rabbia e imparano a gestire le oscillazioni emotive legate alla crescita. Possono scovare svariate soluzioni ai problemi che incontreranno nel corso della loro vita. Possono imparare a superare i fallimenti e le battute d’arresto con grinta, fortificandosi emotivamente e sviluppando la capacità di gestire serenamente le possibili delusioni future.

Tutti i video sulla danza > approfondimento

Il ballerino inoltre modella il suo corpo per danzare, rendendolo più forte e sano. Riconosce, esterna e vive le proprie emozioni e sviluppa una maggiore intelligenza emotiva, grazie allo stimolo creativo insito nella danza. Danzare mette di fronte ai propri difetti e limiti unicamente con il fine di superarli, rende consapevoli di ciò che possiamo fare per noi stessi e soprattutto per gli altri, e aiuta a capire quanto sia importante essere e non apparire, contribuendo così al miglioramento della società di cui tutti facciamo parte.

In questo volume ho quindi raccolto le testimonianze di danzatori maschi, dai più maturi artisticamente, con un’importante carriera alle spalle, fino alle nuove leve, giovani uomini che si stanno affermando sempre più nel panorama della danza italiana ed europea.

La scelta è stata quasi naturale: sulla scia di #Dancer, con cui ho intrapreso questo appassionante viaggio nel mondo della danza, ho voluto travalicare stereotipi di genere mostrando che questa disciplina, al pari di altre attività fisiche ed artistiche, è un’attività per tutti, evidenziandone i lati costruttivi per la crescita fisica ed emotiva, l’educazione, le relazioni sociali. È stato come proseguire un dialogo rimasto aperto e inconcluso con il primo volume. Con questo, il cerchio si chiude.

@ Buckfast Edizioni Deborah D'Orta, #MaleDancer

fonte:  https://tg24.sky.it/spettacolo

Mostre: a Bologna "Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall'underground al queer al MIT"

𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝗺𝗶 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝘁𝗲
11 novembre 2022 - 8 gennaio 2023 
 
La #ProjectRoom del #MAMbo si apre a un nuovo progetto espositivo che sarà visibile dal 10 novembre 2022 all’8 gennaio 2023: 𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝗺𝗶 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝘁𝗲. 𝗣𝗼𝗿𝗽𝗼𝗿𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝗻𝗼, 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼, 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝘂𝗻𝗱𝗲𝗿𝗴𝗿𝗼𝘂𝗻𝗱 𝗮𝗹 𝗾𝘂𝗲𝗲𝗿 𝗮𝗹 𝗠𝗜𝗧.
 
La mostra, a cura di #MicheleBertolino, presenta una selezione di disegni inediti, che #PorporaMarcasciano realizza dagli inizi degli anni Settanta: composizioni psichedeliche in cui gli immaginari di un’intera generazione prendono la forma di surreali paesaggi meccanici e formazioni stratificate in cui corpi alieni, mani e labbra, seni, vagine, falli e tubi si fondono l’uno nell’altro.
 
#Opening giovedì 10 novembre 2022 h 18.00

Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT  si realizza con la collaborazione di: MIT - Movimento Identità Trans, Divergenti - Festival internazionale di cinema trans, Archivio storico del MIT.
Si ringraziano inoltre: Centro di Documentazione “Aldo Mieli” e Centro di Documentazione “Flavia Madaschi” Cassero LGBTI+ Center.
 
Comune di Bologna  Musei Civici Bologna Michele Bertolino Porpora Marcasciano MIT - Movimento Identità Trans Cassero Lgbti+ Center Bologna Divergenti festival internazionale di cinema trans Centro di Documentazione Aldo Mieli.

Il MIT (Movimento Identità Trans) è una delle associazioni più importanti del movimento LGBTQ+ italiano e sicuramente la più antica.

La sua fondazione ufficiale risale all’estate del 1979 quando le proteste delle persone trans si fecero visibili e dopo qualche anno, esattamente il 14 Aprile 1982 portarono all’approvazione della Legge 164.

In quel periodo il MIT si batteva non solo perché fosse riconosciuta l’identità trans ma anche e soprattutto affinché fossero rispettati i diritti e la dignità della persone trans: il suo diritto a un transito sicuro e garantito, la possibilità di autodeterminarsi e progettare la propria vita.
Nella fase iniziale che va dalla sua nascita all’approvazione della L. 164 il MIT (che all’epoca si chiamava Movimento Italiano Transessuali) è presente con sedi a Torino, Milano, Firenze e Roma. Successivamente a queste si aggiungono quelle di Bologna e Treviso.
Il MIT organizza congressi nazionali propri nel 1987 a Milano, nel 1988 a Treviso, nel 1989 a Roma durante i quali si delineano quelle che saranno le tendenze e i progetti futuri.

Contatti

MIT Movimento Identità Trans | Associazione Onlus
Via Polese 22 | 40122 Bologna | Italia

Tel/Fax: +39 051 271666
Mail: info@mit-italia.it   Pec: mit.italia@pec.it

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fonte: https://mit-italia.it

martedì 1 novembre 2022

TV: ConverseRai, Francesca Vecchioni e il manifesto del suo progetto inclusivo sbarcano su Raiplay

ConverseRai”, il programma con Francesca Vecchioni sull’inclusione di Contenuti Digitali, disponibile su RaiPlay dal 31 ottobre 2022
La presidentessa di Diversity: "C’è una serie di categorie di persone che viene sottorappresentata. Bisogna mostrare quanto è importante la diversità"

Nessuno può permettersi di giudicarti per quello che sei. Sei tu, sei quella cosa lì; ed è bello che tu sia quella cosa lì”. Francesca Vecchioni, presidentessa di Diversity e ideatrice deiDiversity Media Awards, è la protagonista della nuova puntata di “ConverseRai”, il programma sull’inclusione di contenuti digitali, disponibile su RaiPlay dal 31 ottobre 2022.

“Bisogna mostrare quanto la diversità sia importante”, l’obiettivo di Francesca e dei Diversity Media Awards

Un’intervista in cui Francesca Vecchioni presenta il manifesto del suo progetto inclusivo: “Ho voluto creare un’organizzazione che puntasse su un immaginario collettivo positivo della diversità. C’è una serie di categorie di persone che viene sottorappresentata dai media e dalla loro narrazione. Vorrei modificare quell’immaginario e mostrare quanto sia importante la diversità“. Nella nostra quotidianità spesso usiamo parole in maniera inconsapevole, non immaginando la potenza di certi preconcetti. Compito di Diversity e dei Diversity Media Awards è cambiare proprio questa prospettiva, per incentivare la consapevolezza della diversità.

Francesca Vecchioni propone anche una nuova grammatica per rappresentare la diversità, concentrando la sua attenzione su quei “registri narrativi” che talvolta finiscono per posizionare le persone di cui stai parlando in un universo più basso. Una sorta di discriminazione che si riscontra verso persone con disabilità, “presentando certe persone solo perché sono “speciali”, perché sono “eroiche”, perché sono campioni o campionesse dello sport”.

“Il coming out è un grande regalo che tu fai”

Da sempre dimostra una straordinaria empatia nei confronti di chi, per paura o timidezza, non riesce o non sa raccontare la propria omosessualità: “Il coming out è un grande regalo che tu fai. È un dono di fiducia. Bisogna aprire tanto il cuore per riuscire a farlo e le altre persone devono essere in grado di ascoltarlo. Non tutte le persone però hanno gli strumenti: se si fa coming out, può succedere che ci voglia del tempo perché quella persona capisca davvero che dono le hai fatto”.

Dal confronto costante con le figlie Francesca ha imparato la chiave per una convivenza tra le diversità: “Bisogna insegnare l’ascolto, che è complicatissimo. Ci sono alcuni valori di base che io vorrei trasmettere alle mie figlie: il bisogno di rispettare tutte le persone, il bisogno di battersi per la libertà propria, il diritto di parlare ma anche quello delle altre persone, la possibilità di pensare che noi non abbiamo la ragione in mano, che ci sia sempre qualche cosa che magari non hai colto fino in fondo. Sono valori che mi rappresentano: vorrei che loro li reinterpretassero come qualcosa in cui credono davvero”.

fonte: di Edoardo Martini https://luce.lanazione.it

Firenze: alla Libreria Brac "Sexton code"con Monica Matticoli, Valentina Tinacci e Rosaria Lo Russo. Il 9 novembre ore 19:00

“09.11.1928-09.11.2022 Sexton day-Sexton soirée 

Sexton code una serata per celebrare l’anniversario della nascita di Anne Sexton, con un reading di traduzioni edite e inedite letture di Monica Matticoli Valentina Tinacci Rosaria Lo Russo.

Libreria Brac
Via dei Vagellai 18r, 50122 Firenze
info@libreriabrac.net
(+39) 0550944877 

 www.libreriabrac.net

Monica Matticoli_È autrice, con Valentina Tinacci, della silloge Venti lucenti unghie (d’if 2009, Premio di Letterature i miosotìs). Dal 2010 collabora come paroliera e performer con il cantante Miro Sassolini con cui ha realizzato varie sperimentazioni e i dischi Da qui a domani (Black Fading 2012) e Del mare la distanza (Contempo Records-Materiali Musicali 2017). Nel 2017 ha pubblicato la raccolta L’irripetibile cercare (Oèdipus Edizioni) con allegato il disco L’essenza dell’io (Sassolini-Matticoli-Olivotto). Nel 2018, su invito del M.E.I. per l’Estate Fiorentina, ha portato in scena per la prima volta lo spettacolo Verso l’inquieto mare notturno: Miro Sassolini canta Dino Campana, un omaggio al poeta marradese realizzato insieme a Miro Sassolini con la direzione artistica e musicale di Carmine Torchia. 

Nel 2021 è andata in scena la prima dello spettacolo La nebbia sale dalla terra scritto con Miro Sassolini e con il chitarrista e cantautore Paolo Benvegnù e tratto dal romanzo omonimo di Antonella Presutti. A settembre 2021 ha partecipato allo spettacolo Interpretare Zanzotto: Gli sguardi, i fatti e senhal (direzione artistica di Lello Voce e consulenza letteraria di Stefano Dal Bianco). Come poetessa e performer ha partecipato a rassegne e festival fra cui Carta Carbone, Canzoniere di Squilibri Editore, Bologna in Lettere.

Valentina Tinacci_Lavora all’Università di Siena, si trastulla a latere con la scrittura e la performance. Ha tenuto corsi di scrittura per enti, comuni, università e associazioni. Ha pubblicato manuali e multimedia per la scuola oltre a numerosi articoli e saggi; tra i più importanti volumi pubblicati, il diario inedito del poeta Franco Fortini (Un giorno o l’altro, 2006), Scrivere per leggere. La scrittura creativa e la didattica (2011), Inverni di guarnigione: Franco Fortini professore in Fieravecchia (2011); Meglio peccare fortiter: poeti e versificatori (2013) e la raccolta Venti lucenti unghie (poesie), scritta a due mani con Monica Matticoli (2009). Al momento si dedica a esperimenti pirateschi di scrittura e montaggio di testi poetici e canzoni con la Compagnia indipendente di poesia e musica. 

Rosaria Lo Russo_poeta, performer, traduttrice, saggista, è nata a Firenze, dove vive, nel 1964. Per la poesia ha pubblicato in volume L’estro, Cesati, 1987, Vrusciamundo, I quaderni del Battello Ebbro, 1994, Comedia, Bompiani 1998, Penelope, d’if 2003, Lo dittatore amore. Melologhi, Effigie 2004 (già Premio Antonio Delfini, 2001), Io e Anne. Confessional poems, d’if 2010, Crolli, Le Lettere 2012 (precedentemente con Battello Stampatore, 2006), Poema (1990/2000), Zona 2013, Nel nosocomio, Effigie, 2016, con Daniele Vergni il libro con mediometraggio in dvd Controlli, Monza, Millegru, 2016 (Premio Elio Pagliarani 2017), Anatema, Effigie, 2021, Rina, Battello Stampatore, 2021, Unamedea, Valigie Rosse, 2021 (Premio Ciampi-Valigie rosse 2021). 

Ha pubblicato quattro libri di traduzioni da Anne Sexton; Poesie d’amore, Le Lettere, 1996 (seconda edizione riveduta e corretta, 2019); L’estrosa abbondanza (antologia con Edoardo Zuccato e Antonello Satta Centanin), 1997; Poesie su Dio, Le Lettere, 2003; Il libro della follia, La nave di Teseo, 2021. 

Per la saggistica, in volume: Figlia di solo padre, Seri Editore, 2020, La protagonista di Pirandello, Metauro, 2021. Ha messo in voce la Commedia di Dante con lo spettacolo Voci in Comedia. Lectura Dantis, dal 2000 in poi e moltissimi poeti, quasi sempre alla loro presenza, fra i quali Bigongiari, Luzi, Pagliarani, Brodskij, Caproni, Zanzotto, Szymborska, Vicinelli, Balestrini, Calogero e Rosselli (in cd e dvd ne La furia dei venti contrari. Variazioni Amelia Rosselli, a c. di A. Cortellessa, Le Lettere 2007).

fonte: www.libreriabrac.net