L’incontro si aprirà con una breve introduzione del Consigliere Regionale Fabrizio Biolé, che illustrerà la propria mozione sulla lotta all’omofobia, primo documento di indirizzo in tema approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte durante la presente legislatura
Il progetto EQUAL, progetto sulle pari opportunità e diritti civili del Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle Piemonte, prosegue un percorso di approfondimento sul tema LGBT (Lesbiche, Gay Bisessuali e Transessuali).
"Tra Febbraio ed Aprile 2012 abbiamo realizzato 5 serate, sul tema dell’orientamento sessuale, con il Gruppo Formazione del Coordinatore Torino Pride a Santena, Torino, Pinerolo, Asti e Novara. L’obiettivo fondamentale è stato quello di fornire ai partecipanti, strumenti nuovi da utilizzare nel corso della propria vita, per contribuire al superamento del pregiudizio e delle discriminazioni nei confronti di persone LGBT. Adesso, invece, per parlare di diritti LGBT abbiamo chiesto a due partner di collaborare alla realizzazione di 5 nuove serate (ore 21) in tutto il Piemonte: la prima serata sarà a CUNEO il 16 ottobre alle ore 21 presso la Fondazione Delfino, in corso Nizza 2. Seguiranno Alessandria, Torino, Biella e Novara."
L’incontro si aprirà con una breve introduzione del Consigliere Regionale Fabrizio Biolé, che illustrerà la propria mozione sulla lotta all’omofobia, primo documento di indirizzo in tema approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte durante la presente legislatura.
Il supporto tecnico e legislativo della serata verrà prestato dagli avvocati piemontesi di Avvocatura per i Diritti LGBTI-Rete Lenford, associazione di avvocati che opera a livello nazionale per la diffusione ed il rispetto dei diritti, oltre che per la tutela giuridica, delle persone omosessuali, bisessuali, transessuali ed intersessuali. Mentre degli ospiti delle serate si occuperà il Gruppo Formazione del Coordinamento Torino Pride, in particolare Maurizio Nicolazzo e Giovanni Caponetto.
Partendo dalla convinzione che, solo comprendendo l’arretratezza legislativa italiana, sia possibile pensare ad un reale di cambiamento, abbiamo deciso di parlare, in modo dinamico ed interattivo, delle leggi che mancano in Italia.
I temi che verranno trattati sono: unioni civili, matrimonio, adozioni, riconoscimento del genitore non biologico, legge sul cambio di genere sessuale, omo-lesbo-transfobia.
Inoltre, la situazione legislativa italiana verrà comparata con gli altri stati europei.
La serata, organizzata grazie alla fondamentale collaborazione del MoVimento 5 Stelle Cuneo, è gratuita.
Per ulteriori informazioni scrivete a pariopportunita@piemonte5stelle.it – Dejanira Piras (Progetto Equal)
fonte http://www.targatocn.it c.s.
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
venerdì 12 ottobre 2012
Lgbt Firenze: Alcune domande a Vladimir Luxuria, prof per un giorno
In cattedra a Firenze per una lezione speciale. Divisa tra tv e teatro prepara il quarto libro. Sul suo nome scherza: “Sono una ragazza semplice, chiamatemi solo Vladi”. Ecco l’intervista.
E’ stata la prima transgender eletta in un parlamento europeo, ma di tornare a Montecitorio proprio non ne ha voglia.
Vladimir Luxuria, attrice, conduttrice, scrittrice e paladina dei diritti omosessuali, arriva a Firenze per una lectio rigorosamente in inglese organizzata dalla Syracuse University in occasione dei 500 anni dalla morte di Amerigo Vespucci. “Across ocean and gender, discovering the unknown”, il titolo.
Qual è il tema?
Ho legato la spedizione verso terre nuove attraverso l’oceano a una sfida diversa: l’attraversamento dei generi, un viaggio verso un altro tipo di terra promessa, l’altro sesso.
Molti conquistadores scoprirono che gli indigeni accettavano l’omosessualità e il transgenderismo. Esistevano dei veri e propri transgender, considerati in queste comunità intermediari con gli dei. Tutto è stato soffocato in nome del cristianesimo.
Torniamo in Italia. Diritti lgbt: come sta il Belpaese?
Siamo andati un po’ avanti ma con piccoli passi da geisha. L’argomento non è più un tabù. C’è però un grande assente: il Governo non riesce a fare nessuna legge che riconosca la nostra affettività e che condanni l’omofobia.
Torneresti in Parlamento?
No. Ho provato a fare una legislatura per portare alla luce alcuni argomenti e per proporre alcune leggi. Non ci sono riuscita, avanti un altro! Non ho mai smesso di fare la mia politica: partecipo a congressi e dibattiti, ma non ho la sindrome da poltrona.
Tv, radio, teatro, libri, convegni: manca qualcosa?
Dovrei imparare a cucinare meglio. Il problema, a parte il poco tempo, è che attorno a me ho troppi buoni cuochi.
La ricetta migliore di Vladimir Luxuria?
A parte il tè che mi vien sempre molto bene, piatti veloci e semplici. Pasta al burro, al peperoncino, pasta rucola e patate: a Foggia, la mia città, vengono chiamati “i pasti dei cornuti”, perché preparati dalla donna che ha poco tempo dopo aver tradito il marito.
Progetti?
Sto scrivendo un romanzo, il mio quarto libro. Poi ci sono le presenze televisive, le interviste e i congressi. A fine mese sarò ospite a Baltimore, negli Usa, per un convegno sul lavoro e le discriminazioni.
Hai conquistato la celebrità. La gente per strada cosa dice?
Mi dicono “Ti ho votato!” e io rispondo: “Devi specificare, sull’Isola dei Famosi o in Parlamento?”.
A proposito di “Isola”: è stata cancellata dalla Rai.
Quando mi hanno contatta per un’eventuale riedizione dell’Isola dei Famosi ero sorpresa, l’inviato generalmente cambia di anno in anno. Vedo che non ci sarà una nuova edizione, bene farò altro.
Per finire: Vladimir Luxuria o Vladi?
Vladimir è troppo maschile, troppo legato a Putin. Vladi è breve, conciso. Niente “y” finale, solo la “i” italiana. Sono una ragazza semplice.
fonte http://www.teladoiofirenze.it scritto da Gianni Carpini
E’ stata la prima transgender eletta in un parlamento europeo, ma di tornare a Montecitorio proprio non ne ha voglia.
Vladimir Luxuria, attrice, conduttrice, scrittrice e paladina dei diritti omosessuali, arriva a Firenze per una lectio rigorosamente in inglese organizzata dalla Syracuse University in occasione dei 500 anni dalla morte di Amerigo Vespucci. “Across ocean and gender, discovering the unknown”, il titolo.
Qual è il tema?
Ho legato la spedizione verso terre nuove attraverso l’oceano a una sfida diversa: l’attraversamento dei generi, un viaggio verso un altro tipo di terra promessa, l’altro sesso.
Molti conquistadores scoprirono che gli indigeni accettavano l’omosessualità e il transgenderismo. Esistevano dei veri e propri transgender, considerati in queste comunità intermediari con gli dei. Tutto è stato soffocato in nome del cristianesimo.
Torniamo in Italia. Diritti lgbt: come sta il Belpaese?
Siamo andati un po’ avanti ma con piccoli passi da geisha. L’argomento non è più un tabù. C’è però un grande assente: il Governo non riesce a fare nessuna legge che riconosca la nostra affettività e che condanni l’omofobia.
Torneresti in Parlamento?
No. Ho provato a fare una legislatura per portare alla luce alcuni argomenti e per proporre alcune leggi. Non ci sono riuscita, avanti un altro! Non ho mai smesso di fare la mia politica: partecipo a congressi e dibattiti, ma non ho la sindrome da poltrona.
Tv, radio, teatro, libri, convegni: manca qualcosa?
Dovrei imparare a cucinare meglio. Il problema, a parte il poco tempo, è che attorno a me ho troppi buoni cuochi.
La ricetta migliore di Vladimir Luxuria?
A parte il tè che mi vien sempre molto bene, piatti veloci e semplici. Pasta al burro, al peperoncino, pasta rucola e patate: a Foggia, la mia città, vengono chiamati “i pasti dei cornuti”, perché preparati dalla donna che ha poco tempo dopo aver tradito il marito.
Progetti?
Sto scrivendo un romanzo, il mio quarto libro. Poi ci sono le presenze televisive, le interviste e i congressi. A fine mese sarò ospite a Baltimore, negli Usa, per un convegno sul lavoro e le discriminazioni.
Hai conquistato la celebrità. La gente per strada cosa dice?
Mi dicono “Ti ho votato!” e io rispondo: “Devi specificare, sull’Isola dei Famosi o in Parlamento?”.
A proposito di “Isola”: è stata cancellata dalla Rai.
Quando mi hanno contatta per un’eventuale riedizione dell’Isola dei Famosi ero sorpresa, l’inviato generalmente cambia di anno in anno. Vedo che non ci sarà una nuova edizione, bene farò altro.
Per finire: Vladimir Luxuria o Vladi?
Vladimir è troppo maschile, troppo legato a Putin. Vladi è breve, conciso. Niente “y” finale, solo la “i” italiana. Sono una ragazza semplice.
fonte http://www.teladoiofirenze.it scritto da Gianni Carpini
Lgbt: Ministero degli Interni cambia circolare: sono famiglie anche coppie gay
Dopo l'intervento di Certi Diritti e dell'Oscad, il Ministero degli Interni ha tolto dalla circolare sui trasferimenti il riferimento alle coppie di fatto come solo etero. Punteggi a coppie gay.
A seguito dell'intervento dell'Oscad, sollecitato dall'associazione Certi Diritti, il Ministero dell'Interno ha modificato una circolare sulla mobilità del personale di polizia, cancellando una parte che poteva risultare discriminatoria nei confronti delle coppie omosessuali.
A renderlo noto è proprio l'associazione radicale che in una nota spiega che "il Viminale ha modificato la circolare del 14 maggio scorso del Dipartimento Pubblica sicurezza 'Disciplina della mobilità a domanda del personale della Polizia di Stato dei ruoli di sovrintendenti, assistenti, e agenti, che aspirano a cambiare sede di servizio'.
"Nella circolare - spiega la nota -, era scritto che 'I punteggi previsti per le esigenze del nucleo familiare si intendono estesi alle analoghe esigenze per le eventuali famiglie di fatto, intendendosi per tale quella costituita da due persone di sesso diverso che convivono, more uxorio, coabitando stabilmente insieme agli eventuali figli naturali riconosciuti o dichiarati dall'uno o da ambedue nella sede per cui si richiede il trasferimento, ovvero in sede limitrofa a quest'ultima'".
Letta la circolare, Certi Diritti e il senatore radicale Marco Perduca hanno scritto all'Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) e all'Unar (Ufficio nazionale anti discriminazioni) e in un incontro con i vertici dell'Osservatorio hanno evidenziato quanto la circolare fosse "contraria al principio di uguaglianza e oggettivamente discriminatoria nei confronti delle coppie dello stesso sesso, soprattutto dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2010 e della Corte di Cassazione del 2012".
Qualche giorno fa l'Oscad ha comunicato all'associazione che il Ministero ha cancellato la frase indicata accogliendo, quindi, la richiesta.
Nella nota, l'associazione ringrazia l'Oscad per l'intervento e rilancia rivolgendo al Viminale la richiesta urgente di ritirare la cosiddetta circolare Amato del 18 ottobre 2007, con la quale il Ministero dichiarava l'impossibilità di trascrivere matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all'estero per motivi di "ordine pubblico".
"L'argomento non è mai stato fondato - sostiene il segretario di certi Diritti Yuri Guaiana - e alla luce delle sentenze della Corte costituzionale e della Corte di Cassazione oggi è completamente destituito di ogni fondamento".
fonte http://www.gay.it/
A seguito dell'intervento dell'Oscad, sollecitato dall'associazione Certi Diritti, il Ministero dell'Interno ha modificato una circolare sulla mobilità del personale di polizia, cancellando una parte che poteva risultare discriminatoria nei confronti delle coppie omosessuali.
A renderlo noto è proprio l'associazione radicale che in una nota spiega che "il Viminale ha modificato la circolare del 14 maggio scorso del Dipartimento Pubblica sicurezza 'Disciplina della mobilità a domanda del personale della Polizia di Stato dei ruoli di sovrintendenti, assistenti, e agenti, che aspirano a cambiare sede di servizio'.
"Nella circolare - spiega la nota -, era scritto che 'I punteggi previsti per le esigenze del nucleo familiare si intendono estesi alle analoghe esigenze per le eventuali famiglie di fatto, intendendosi per tale quella costituita da due persone di sesso diverso che convivono, more uxorio, coabitando stabilmente insieme agli eventuali figli naturali riconosciuti o dichiarati dall'uno o da ambedue nella sede per cui si richiede il trasferimento, ovvero in sede limitrofa a quest'ultima'".
Letta la circolare, Certi Diritti e il senatore radicale Marco Perduca hanno scritto all'Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) e all'Unar (Ufficio nazionale anti discriminazioni) e in un incontro con i vertici dell'Osservatorio hanno evidenziato quanto la circolare fosse "contraria al principio di uguaglianza e oggettivamente discriminatoria nei confronti delle coppie dello stesso sesso, soprattutto dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2010 e della Corte di Cassazione del 2012".
Qualche giorno fa l'Oscad ha comunicato all'associazione che il Ministero ha cancellato la frase indicata accogliendo, quindi, la richiesta.
Nella nota, l'associazione ringrazia l'Oscad per l'intervento e rilancia rivolgendo al Viminale la richiesta urgente di ritirare la cosiddetta circolare Amato del 18 ottobre 2007, con la quale il Ministero dichiarava l'impossibilità di trascrivere matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all'estero per motivi di "ordine pubblico".
"L'argomento non è mai stato fondato - sostiene il segretario di certi Diritti Yuri Guaiana - e alla luce delle sentenze della Corte costituzionale e della Corte di Cassazione oggi è completamente destituito di ogni fondamento".
fonte http://www.gay.it/
Lgbt Napoli: Teatro Il Primo, 15° anno con Byron ed Evita, Feydeau e Shakespeare dal 18 ottobre
Prenderà il via il prossimo 18 ottobre la quindicesima stagione del Teatro Il Primo, lo spazio teatrale dei Colli Aminei.
Ad inaugurare la stagione sarà il direttore artistico Arnolfo Petri [nella foto], regista ed interprete di “Le Mani aperte” (di Roberto Russo, liberamente tratto da “Alexis” di Marguerite Yourcenar). A seguire, dall’8 all’11 novembre, “L’amante” di Harold Pinter per la regia di Licia Amarante.
Dal 6 al 16 dicembre l’attore e regista Roberto Azzurro porterà in scena “Il servo di Byron”, dall’omonimo romanzo di Franco Buffoni, in cui viene rovesciata l’icona di homme fatale del noto scrittore inglese. Lo spettacolo di Natale sarà “La zia di Carlo”, un classico di Brandon Thomas diretto e interpretato da Rosario Ferro (dal 20 dicembre al 20 gennaio).
Il nuovo anno vedrà di nuovo Petri in scena con “Come evita più di Evita ti amerò” (dal 31 gennaio al 17 febbraio), liberamente tratto da Copi in cui l’eroina argentina è rappresentata come una pazza ossessionata dalle trame di palazzo e dai gioielli da indossare al suo funerale. Rosario Ferro sarà invece regista e protagonista di “Sarto per signora”, tradizionale vaudeville francese di Georges Feydeau (dal 4 al 28 aprile).
A chiudere la stagione sarà “Sogno di una notte d’estate” di William Shakespeare nell’adattamento di Gianmarco Cesario con Roberto Capasso, Titti Nuzzolese, Gianni Sallustro, e la regia di Gianni Sallustro.
Il Primo ospiterà, inoltre, i tre spettacoli della rassegna Sipari di emergenza: “Vita da artisti” di Fernando Passiante (dal 22 al 24 febbraio), “Binari” di Fabio Pisano (dal 10 al 12 maggio) e “Remake: angeli allo sbaraglio” di Biagio Romano (dal 17 al 19 maggio).
Il Teatro Il Primo si trova in via del Capricorno 4 (Colli Aminei) a Napoli.
Per info e abbonamenti: 081 592 18 98 | info@teatroilprimo.it
fonte http://www.napoligaypress.it da uiallalla
Ad inaugurare la stagione sarà il direttore artistico Arnolfo Petri [nella foto], regista ed interprete di “Le Mani aperte” (di Roberto Russo, liberamente tratto da “Alexis” di Marguerite Yourcenar). A seguire, dall’8 all’11 novembre, “L’amante” di Harold Pinter per la regia di Licia Amarante.
Dal 6 al 16 dicembre l’attore e regista Roberto Azzurro porterà in scena “Il servo di Byron”, dall’omonimo romanzo di Franco Buffoni, in cui viene rovesciata l’icona di homme fatale del noto scrittore inglese. Lo spettacolo di Natale sarà “La zia di Carlo”, un classico di Brandon Thomas diretto e interpretato da Rosario Ferro (dal 20 dicembre al 20 gennaio).
Il nuovo anno vedrà di nuovo Petri in scena con “Come evita più di Evita ti amerò” (dal 31 gennaio al 17 febbraio), liberamente tratto da Copi in cui l’eroina argentina è rappresentata come una pazza ossessionata dalle trame di palazzo e dai gioielli da indossare al suo funerale. Rosario Ferro sarà invece regista e protagonista di “Sarto per signora”, tradizionale vaudeville francese di Georges Feydeau (dal 4 al 28 aprile).
A chiudere la stagione sarà “Sogno di una notte d’estate” di William Shakespeare nell’adattamento di Gianmarco Cesario con Roberto Capasso, Titti Nuzzolese, Gianni Sallustro, e la regia di Gianni Sallustro.
Il Primo ospiterà, inoltre, i tre spettacoli della rassegna Sipari di emergenza: “Vita da artisti” di Fernando Passiante (dal 22 al 24 febbraio), “Binari” di Fabio Pisano (dal 10 al 12 maggio) e “Remake: angeli allo sbaraglio” di Biagio Romano (dal 17 al 19 maggio).
Il Teatro Il Primo si trova in via del Capricorno 4 (Colli Aminei) a Napoli.
Per info e abbonamenti: 081 592 18 98 | info@teatroilprimo.it
fonte http://www.napoligaypress.it da uiallalla
Lgbt Libri: Cibo & Vino "La vera cucina gay italiana in un manuale..." di Alessandro Fullin
I gay cucinano o mangiano diversamente dagli eterosessuali? Naturalmente no, ma proprio da questo paradosso nasce l’idea di "Pomodori sull’orlo di una crisi di nervi - La vera cucina gay italiana" (Cairo Editore), il primo manuale gay che spiega come cucinare qualcosa di decente al proprio fidanzato, alla mamma di lui, alla vostra, agli amici che vi trovate in casa.
Alessandro Fullin, da anni chef teatrale e letterario ironico e pungente, si allea con l’esperto di padelle Stefano Chiara per realizzare questo prezioso ricettario, con piatti assolutamente sperimentati, ma riletti in chiave camp e surreale. Bastano alcuni titoli per capire a quali vette può arrivare la cucina gay italiana: Coscette di pollo alla Kessler, Dieta Garbo, Banana Soraya, Invidia di piselli...
E per non perdersi tra un Tacchino in foulard e una Faraona d’Egitto, un utile indice per distinguere un Piatto della Mamma da uno Per sedurre Lui, senza dimenticare i cocktail e una preziosa appendice con la ricetta dei biscotti per il chihuahua. Un nuovo modo quindi per trovarsi a tavola insieme a persone di ogni razza e sesso, gay, etero e metrosexual: che sia questo il prossimo traguardo della cucina «fusion»?
GLI AUTORI:
Alessandro Fullin si è laureato al dams di Bologna. Dal 2001 costante è stata la sua presenza in molti programmi televisivi (Zelig Off, Zelig Circus, Comedy Lab, Belli dentro, Nientology, G’ Day) e radiofonici (Houdinì, Radio Matavilz). È autore di commedie e nel 2007 la sua pièce Le serve di Goldoni è stata presentata alla Biennale di Venezia. Ha pubblicato: Tuscolana (2005), Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna (2008) e il romanzo Ho molto tempo dopo di te (2011).
Stefano Chiara laureato al dams, si occupa di comunicazione e marketing, ma la sua vera missione è quella di nutrire gli altri. Ha frequentato numerose scuole di cucina, prima fra tutte quella delle Sorelle Simili negli anni Novanta a Bologna, città in cui è nato e vive. Predilige i piatti della tradizione regionale italiana, la cucina naturale e la pasticceria. La sua più grande passione è la panificazione, arte che trasmette anche insegnando in corsi tematici dedicati al pane e ai prodotti da forno.
Giovanni Battistini dopo la laurea in dams, ha lavorato per dieci anni come progettista grafico alla Panini Comics. Nel 2005 a Bologna fonda Kitchen progetti per la comunicazione di cui è tuttora art director. Nel 2009 insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna Elementi di grafica editoriale. Per Alessandro Fullin disegna, da sempre, manifesti, illustrazioni e sito web.
Adua Villa è sommelier Master Class, enogastronoma e docente ai corsi AIS. Per dieci anni è stata sommelier de La prova del cuoco, Uno Mattina Estate e Tg5 Gusto. Scrive su Libero Gusto e La Freccia, magazine di Trenitalia. Voce femminile di Decanter su Radio2, è anche degustatrice on-line su www.saporie.com. Ha scritto La tua amica sommelier (2012). Twitter @aduavilla, www.aduavilla.it
fonte http://affaritaliani.libero.it
Alessandro Fullin, da anni chef teatrale e letterario ironico e pungente, si allea con l’esperto di padelle Stefano Chiara per realizzare questo prezioso ricettario, con piatti assolutamente sperimentati, ma riletti in chiave camp e surreale. Bastano alcuni titoli per capire a quali vette può arrivare la cucina gay italiana: Coscette di pollo alla Kessler, Dieta Garbo, Banana Soraya, Invidia di piselli...
E per non perdersi tra un Tacchino in foulard e una Faraona d’Egitto, un utile indice per distinguere un Piatto della Mamma da uno Per sedurre Lui, senza dimenticare i cocktail e una preziosa appendice con la ricetta dei biscotti per il chihuahua. Un nuovo modo quindi per trovarsi a tavola insieme a persone di ogni razza e sesso, gay, etero e metrosexual: che sia questo il prossimo traguardo della cucina «fusion»?
GLI AUTORI:
Alessandro Fullin si è laureato al dams di Bologna. Dal 2001 costante è stata la sua presenza in molti programmi televisivi (Zelig Off, Zelig Circus, Comedy Lab, Belli dentro, Nientology, G’ Day) e radiofonici (Houdinì, Radio Matavilz). È autore di commedie e nel 2007 la sua pièce Le serve di Goldoni è stata presentata alla Biennale di Venezia. Ha pubblicato: Tuscolana (2005), Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna (2008) e il romanzo Ho molto tempo dopo di te (2011).
Stefano Chiara laureato al dams, si occupa di comunicazione e marketing, ma la sua vera missione è quella di nutrire gli altri. Ha frequentato numerose scuole di cucina, prima fra tutte quella delle Sorelle Simili negli anni Novanta a Bologna, città in cui è nato e vive. Predilige i piatti della tradizione regionale italiana, la cucina naturale e la pasticceria. La sua più grande passione è la panificazione, arte che trasmette anche insegnando in corsi tematici dedicati al pane e ai prodotti da forno.
Giovanni Battistini dopo la laurea in dams, ha lavorato per dieci anni come progettista grafico alla Panini Comics. Nel 2005 a Bologna fonda Kitchen progetti per la comunicazione di cui è tuttora art director. Nel 2009 insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna Elementi di grafica editoriale. Per Alessandro Fullin disegna, da sempre, manifesti, illustrazioni e sito web.
Adua Villa è sommelier Master Class, enogastronoma e docente ai corsi AIS. Per dieci anni è stata sommelier de La prova del cuoco, Uno Mattina Estate e Tg5 Gusto. Scrive su Libero Gusto e La Freccia, magazine di Trenitalia. Voce femminile di Decanter su Radio2, è anche degustatrice on-line su www.saporie.com. Ha scritto La tua amica sommelier (2012). Twitter @aduavilla, www.aduavilla.it
fonte http://affaritaliani.libero.it
LGBT ARTE: PARIGI, AL MUSEO DEL LOUVRE "RAFFAELLO, GLI ULTIMI ANNI"
Dall’11 ottobre 2012 al 14 gennaio 2013 il prestigioso Museo del Louvre di Parigi ospiterà la mostra "Raffaello, gli ultimi anni", che riunirà le opere realizzate da Raffaello a Roma durante gli ultimi sette anni della sua vita.
Attorno a capolavori mai presentati in Francia ed esposti ora al Louvre grazie anche alla collaborazione del Museo del Prado, un centinaio tra pitture, disegni e arazzi rintracciano il percorso artistico del maestro e dei suoi due principali allievi, dal 1513, anno di inizio del Pontificato di Leone X, fino al 1524, quando Giulio Romano parte per Mantova.
Questo periodo di pieno sviluppo stilistico di Raffaello, costituisce l’apice del Rinascimento italiano. Creatore di decorazioni meravigliose, Raffaello è allo stesso tempo un eccezionale inventore di composizioni pittoriche. Le grandi pale d’altare e le Sacre Famiglie destinate al culto privato testimoniano la volontà di raggiungere una forza narrativa nuova. I ritratti sottolineano la profonda sensibilità dell’artista verso la psicologia dei suoi modelli ed il talento nel rappresentarla, come nell’autoritratto con Giulio Romano e ne "La Donna Velata".
Ma Raffaello non è un genio solitario. Un atelier di quasi cinquanta persone lavora sotto la sua direzione per la realizzazione dei lavori che gli vengono commissionati. I suoi collaboratori di fiducia, Giulio Romano e Gianfrancesco Penni perseguono anche un’attività indipendente nel suo atelier. Il confronto inedito dei quadri del maestro con quelli degli allievi svela il funzionamento dell’atelier del genio di Urbino.
Curatori della mostra sono: Paul Joannides della Cambridge University, Tom Henry della University of Kent, Miguel Falomir del Prado e Vincent Delieuvin del Louvre, assistito da Cécile Beuzelin.
A margine della mostra sono previsti una serie di conferenze e colloqui: "Il preludio: Pinturicchio e gli appartamenti di papa Alessandro VI Borgia", in programma l’11 ottobre; "Raffaello, gli ultimi anni", il 12; "Raffaello, i due papo e i loro appartamenti", il 15; "Politica e teologia. Raffaello e i papi negli affraschi delle Stanze", il 25 ; per finire il 29 ottobre con "L’universo sotto il pennello di Raffaello".
fonte http://aise.it/
Attorno a capolavori mai presentati in Francia ed esposti ora al Louvre grazie anche alla collaborazione del Museo del Prado, un centinaio tra pitture, disegni e arazzi rintracciano il percorso artistico del maestro e dei suoi due principali allievi, dal 1513, anno di inizio del Pontificato di Leone X, fino al 1524, quando Giulio Romano parte per Mantova.
Questo periodo di pieno sviluppo stilistico di Raffaello, costituisce l’apice del Rinascimento italiano. Creatore di decorazioni meravigliose, Raffaello è allo stesso tempo un eccezionale inventore di composizioni pittoriche. Le grandi pale d’altare e le Sacre Famiglie destinate al culto privato testimoniano la volontà di raggiungere una forza narrativa nuova. I ritratti sottolineano la profonda sensibilità dell’artista verso la psicologia dei suoi modelli ed il talento nel rappresentarla, come nell’autoritratto con Giulio Romano e ne "La Donna Velata".
Ma Raffaello non è un genio solitario. Un atelier di quasi cinquanta persone lavora sotto la sua direzione per la realizzazione dei lavori che gli vengono commissionati. I suoi collaboratori di fiducia, Giulio Romano e Gianfrancesco Penni perseguono anche un’attività indipendente nel suo atelier. Il confronto inedito dei quadri del maestro con quelli degli allievi svela il funzionamento dell’atelier del genio di Urbino.
Curatori della mostra sono: Paul Joannides della Cambridge University, Tom Henry della University of Kent, Miguel Falomir del Prado e Vincent Delieuvin del Louvre, assistito da Cécile Beuzelin.
A margine della mostra sono previsti una serie di conferenze e colloqui: "Il preludio: Pinturicchio e gli appartamenti di papa Alessandro VI Borgia", in programma l’11 ottobre; "Raffaello, gli ultimi anni", il 12; "Raffaello, i due papo e i loro appartamenti", il 15; "Politica e teologia. Raffaello e i papi negli affraschi delle Stanze", il 25 ; per finire il 29 ottobre con "L’universo sotto il pennello di Raffaello".
fonte http://aise.it/
Lgbt Radio: Vogliamo tutto! A “Oltre le Differenze” si parla di matrimonio gay stasera alle 21
Nella puntata di venerdì 12 ottobre il punto di vista giuridico della prof.ssa Marilisa D'Amico e la testimonianza di Alessandro Cresci che si è sposato a Oslo con il compagno
Matrimonio tra persone dello stesso sesso, la comunità LGBTQ grida: "vogliamo tutto!". Per questo nella prossima puntata di “Oltre le Differenze” - il format radiofonico dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e trans condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, che andrà in onda venerdì 12 ottobre alle 21
(in replica sabato 13 alle 15) sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10) o anche in diretta online su www.antennaradioesse.it, - sarà affrontato ancora una volta il tema del riconoscimento delle unioni tra persone omosessuali.
In apertura di puntata l'opinione comune e gli umori della gente intervistata per le strade di Siena sulla possibilità di estendere l'istituto del matrimonio anche alle persone omosessuali o comunque sulla necessità di riconoscere dei diritti fondamentali. Subito dopo ascolteremo il parere giuridico dell'avvocato Marilisa D'Amico, docente ordinario di diritto all'Università di Milano e prima firmataria dell'appello inviato al Parlamento Italiano dall'associazione radicale Certi Diritti, nel qaule si afferma che nella Carta Costituzionale non vi è un divieto ai matrimoni gay. sfatando così i dubbi sulla presunta incostituzionalità del matrimonio gay.
Nello spazio riservato alle testimonianze, la storia di Alessandro Cresci, consigliere provinciale a Firenze, che si è sposato qualche giorno fa ad Oslo con lo storico compagno non vedendosi poi riconociuta la propria unione in Italia.
Non mancheranno anche i consigli dello scaffale: con i libri, i film e gli appuntamenti a tema. Come sempre c’è la possibilità di contattare la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com. E’ possibile inoltre visitare la pagina fan su Facebook e il blog: oltreledifferenze.wordpress.com che contiene l'intero archivio delle puntate già andate in onda.
fonte Redazione OLTRE LE DIFFERENZE
Matrimonio tra persone dello stesso sesso, la comunità LGBTQ grida: "vogliamo tutto!". Per questo nella prossima puntata di “Oltre le Differenze” - il format radiofonico dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e trans condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, che andrà in onda venerdì 12 ottobre alle 21
(in replica sabato 13 alle 15) sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10) o anche in diretta online su www.antennaradioesse.it, - sarà affrontato ancora una volta il tema del riconoscimento delle unioni tra persone omosessuali.
In apertura di puntata l'opinione comune e gli umori della gente intervistata per le strade di Siena sulla possibilità di estendere l'istituto del matrimonio anche alle persone omosessuali o comunque sulla necessità di riconoscere dei diritti fondamentali. Subito dopo ascolteremo il parere giuridico dell'avvocato Marilisa D'Amico, docente ordinario di diritto all'Università di Milano e prima firmataria dell'appello inviato al Parlamento Italiano dall'associazione radicale Certi Diritti, nel qaule si afferma che nella Carta Costituzionale non vi è un divieto ai matrimoni gay. sfatando così i dubbi sulla presunta incostituzionalità del matrimonio gay.
Nello spazio riservato alle testimonianze, la storia di Alessandro Cresci, consigliere provinciale a Firenze, che si è sposato qualche giorno fa ad Oslo con lo storico compagno non vedendosi poi riconociuta la propria unione in Italia.
Non mancheranno anche i consigli dello scaffale: con i libri, i film e gli appuntamenti a tema. Come sempre c’è la possibilità di contattare la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com. E’ possibile inoltre visitare la pagina fan su Facebook e il blog: oltreledifferenze.wordpress.com che contiene l'intero archivio delle puntate già andate in onda.
fonte Redazione OLTRE LE DIFFERENZE
giovedì 11 ottobre 2012
Lgbt: Paola Concia, la buona politica ha un difetto: è più impegnativa
Anna Paola Concia, parlamentare democratica, in prima (anzi primissima) fila nella battaglia per i diritti civili e l'equiparazione del matrimonio omosessuale a quello eterosessuale, ha raccontato la sua storia in un bel libro ("La vera storia dei mie capelli bianchi") e qui ci racconta la sua Italia, le prossime primarie un tabù da sfatare.
Che storia è quella dei Suoi capelli bianchi?
E’ la storia della mia vita. Di una ragazza nata in provincia che si scopre omosessuale e per paura soffoca la sua natura. E del percorso che ha intrapreso verso la libertà di essere se stessa. La storia di questo percorso intrecciata con la storia d'Italia degli ultimi 40 anni sui diritti civili. È un percorso verso la verità che mi ha segnata. Questi capelli bianchi sono io.
Cosa ne è stato delle grandi battaglie per rendere l'Italia più moderna e democratica?
Che ne è stato, lo sappiamo tutti: chi prometteva cambiamento e modernità ha riportato il paese agli anni 50. L’Italia oggi è il paese delle diseguaglianze. Quello che a me interessa davvero è riprendere queste battaglie dopo un ventennio così buio. Le battaglie per i diritti di tutti sono il cuore di quello che voglio dal mio partito. Penso a una riforma civile e di ampliamento delle libertà individuali, un’Italia in cui individui di pari dignità e con pari opportunità siano liberi di scegliere con chi dividere la loro vita, come essere curati, come affrontare la morte, come e quando dare la vita
Che Italia sarebbe se i diritti civili fossero radicati nel nostro vivere quotidiano?
I diritti civili e l’inclusione sono la base essenziale per un vero sviluppo sociale, culturale ed economico. Concretamente, credo che non possiamo permetterci di escludere nessuna risorsa per uscire da questa crisi sociale ed economica. Senza donne e senza famiglie omosessuali, senza immigrati, senza giovani, nel mantenimento dello status quo, l’Italia viene privata di energie irrinunciabili. Guardiamo all’Europa. Guardiamo gli indici di occupazione femminile, tanto per fare un per esempio, capiremo che sono proporzionali al PIL.
Si parla tanto di Politica "open" e di partecipazione diretta. Bastano solo le primarie per permettere ai cittadini di prendere parte alla vita dei partiti?
Le primarie possono essere un grande strumento di partecipazione, quando non sono soltanto uno sfoggio di testosterone. Le primarie del PD saranno positive se sapranno coinvolgere più cittadine e cittadini nella scelta in questo caso della leadership e di una idea di società. Ma sono un mezzo, non un fine. Poi c'è tutto un lavoro che i partiti devono fare per coinvolgere di nuovo i cittadini nella vita pubblica e nella costruzione della comunità. Un lavoro che non si esaurisce con le primarie.
L'omosessualità raccontata al tempo dei socialmedia, il tempo dello storytelling continuo e libero, è per Lei un rischio o rappresenta una grande opportunità?
Lo spazio di internet, con chat e i siti tematici, aveva già reso più ampio e libero lo spazio per il racconto dell’omosessualità. L’avvento dei social media ha poi permesso di condividere le nostre battaglie, le nostre rivendicazioni, la nostra affettività, anche con chi non è omosessuale. E nel momento in cui chiunque può trovare riferimenti a questi temi su Facebook o Twitter, anche i media tradizionali si sono dovuti adeguare per rinnovarsi e accontentare i lettori. La visibilità si è allargata.
Twitter, Facebook nel Suo lavoro da parlamentare in cosa l'hanno migliorata?
Sono una deputata nativa digitale, nel senso che appena entrata alla Camera ho iniziato ad usare entrambi. Non posso immaginare questo lavoro senza un confronto diretto e continuo con le persone. Rispondo personalmente a tutti i messaggi, e uso i social network per ricerca e aggiornamento.
La dimensione “social” del digitale è parente della dimensione sociale del mio modo di fare politica. E’ l’equivalente odierno dello stare nelle feste popolari, nelle sezioni, nelle piazze, nelle librerie, negli incontri. Tra l'altro, attraverso il lavoro sui social ho moltiplicato gli incontri con le persone.
L'uno non esclude l'altro, anzi sono complementari. È vero che i social hanno una durezza in più: il confronto non è addolcito dall’incontro reale, dai sorrisi e dagli sguardi. Credo che certi insulti via web siano aiutati dall’anonimato, dalla velocità di interazione e dalla distanza.
La stagione politica che si annuncia sarà molto intensa e tesa. La vivremo intensamente anche sul web. Ma sul web chi vincera? Sarà solo un monopolio grillino?
Certamente M5S ha puntato molto sul web, ma molti altri hanno imparato in fretta: penso a Renzi, Bersani, Zingaretti, ma anche Di Pietro,Vendola, Pisapia, i Comitati dei Referendum, i tanti cittadini che si mettono insieme per sostenere grandi battaglie di civiltà. Chiunque vinca sul web dovrà però fare i conti con un paese in cui le connessioni veloci sono poche e in cui una percentuale ancora bassa legge news, anche on line: la tv avrà ancora un ruolo chiave. Il web sarà importante però se riuscirà a fare due cose: connettere le persone e parlare loro di contenuti. Spiegare quale Italia si vuole costruire, oltre a come cancellare quella che esiste, penso sia l’unico modo serio di fare politica.
La politica ce la farà ad essere migliore di quello che oggi è diventata?
Dipende. La politica deve imparare a riformarsi, rinnovarsi, farsi limpida. A non essere troppo invasiva da una parte e ad essere presente come connessione tra cittadini e istituzioni, come luogo della partecipazione democratica. Tutto questo non è facile e ci vuole grande umiltà da parte di chi fa politica oggi. Grande passione, grande cuore e una grande ambizione: lasciare un mondo migliore ai nostri figli. I cittadini non amano l'antipolitica, amano la buona politica, che ha un difetto: non è difficile da fare, è solo più impegnativa.
fonte http://www.linkiesta.it/ intervista di Sergio Ragone
Che storia è quella dei Suoi capelli bianchi?
E’ la storia della mia vita. Di una ragazza nata in provincia che si scopre omosessuale e per paura soffoca la sua natura. E del percorso che ha intrapreso verso la libertà di essere se stessa. La storia di questo percorso intrecciata con la storia d'Italia degli ultimi 40 anni sui diritti civili. È un percorso verso la verità che mi ha segnata. Questi capelli bianchi sono io.
Cosa ne è stato delle grandi battaglie per rendere l'Italia più moderna e democratica?
Che ne è stato, lo sappiamo tutti: chi prometteva cambiamento e modernità ha riportato il paese agli anni 50. L’Italia oggi è il paese delle diseguaglianze. Quello che a me interessa davvero è riprendere queste battaglie dopo un ventennio così buio. Le battaglie per i diritti di tutti sono il cuore di quello che voglio dal mio partito. Penso a una riforma civile e di ampliamento delle libertà individuali, un’Italia in cui individui di pari dignità e con pari opportunità siano liberi di scegliere con chi dividere la loro vita, come essere curati, come affrontare la morte, come e quando dare la vita
Che Italia sarebbe se i diritti civili fossero radicati nel nostro vivere quotidiano?
I diritti civili e l’inclusione sono la base essenziale per un vero sviluppo sociale, culturale ed economico. Concretamente, credo che non possiamo permetterci di escludere nessuna risorsa per uscire da questa crisi sociale ed economica. Senza donne e senza famiglie omosessuali, senza immigrati, senza giovani, nel mantenimento dello status quo, l’Italia viene privata di energie irrinunciabili. Guardiamo all’Europa. Guardiamo gli indici di occupazione femminile, tanto per fare un per esempio, capiremo che sono proporzionali al PIL.
Si parla tanto di Politica "open" e di partecipazione diretta. Bastano solo le primarie per permettere ai cittadini di prendere parte alla vita dei partiti?
Le primarie possono essere un grande strumento di partecipazione, quando non sono soltanto uno sfoggio di testosterone. Le primarie del PD saranno positive se sapranno coinvolgere più cittadine e cittadini nella scelta in questo caso della leadership e di una idea di società. Ma sono un mezzo, non un fine. Poi c'è tutto un lavoro che i partiti devono fare per coinvolgere di nuovo i cittadini nella vita pubblica e nella costruzione della comunità. Un lavoro che non si esaurisce con le primarie.
L'omosessualità raccontata al tempo dei socialmedia, il tempo dello storytelling continuo e libero, è per Lei un rischio o rappresenta una grande opportunità?
Lo spazio di internet, con chat e i siti tematici, aveva già reso più ampio e libero lo spazio per il racconto dell’omosessualità. L’avvento dei social media ha poi permesso di condividere le nostre battaglie, le nostre rivendicazioni, la nostra affettività, anche con chi non è omosessuale. E nel momento in cui chiunque può trovare riferimenti a questi temi su Facebook o Twitter, anche i media tradizionali si sono dovuti adeguare per rinnovarsi e accontentare i lettori. La visibilità si è allargata.
Twitter, Facebook nel Suo lavoro da parlamentare in cosa l'hanno migliorata?
Sono una deputata nativa digitale, nel senso che appena entrata alla Camera ho iniziato ad usare entrambi. Non posso immaginare questo lavoro senza un confronto diretto e continuo con le persone. Rispondo personalmente a tutti i messaggi, e uso i social network per ricerca e aggiornamento.
La dimensione “social” del digitale è parente della dimensione sociale del mio modo di fare politica. E’ l’equivalente odierno dello stare nelle feste popolari, nelle sezioni, nelle piazze, nelle librerie, negli incontri. Tra l'altro, attraverso il lavoro sui social ho moltiplicato gli incontri con le persone.
L'uno non esclude l'altro, anzi sono complementari. È vero che i social hanno una durezza in più: il confronto non è addolcito dall’incontro reale, dai sorrisi e dagli sguardi. Credo che certi insulti via web siano aiutati dall’anonimato, dalla velocità di interazione e dalla distanza.
La stagione politica che si annuncia sarà molto intensa e tesa. La vivremo intensamente anche sul web. Ma sul web chi vincera? Sarà solo un monopolio grillino?
Certamente M5S ha puntato molto sul web, ma molti altri hanno imparato in fretta: penso a Renzi, Bersani, Zingaretti, ma anche Di Pietro,Vendola, Pisapia, i Comitati dei Referendum, i tanti cittadini che si mettono insieme per sostenere grandi battaglie di civiltà. Chiunque vinca sul web dovrà però fare i conti con un paese in cui le connessioni veloci sono poche e in cui una percentuale ancora bassa legge news, anche on line: la tv avrà ancora un ruolo chiave. Il web sarà importante però se riuscirà a fare due cose: connettere le persone e parlare loro di contenuti. Spiegare quale Italia si vuole costruire, oltre a come cancellare quella che esiste, penso sia l’unico modo serio di fare politica.
La politica ce la farà ad essere migliore di quello che oggi è diventata?
Dipende. La politica deve imparare a riformarsi, rinnovarsi, farsi limpida. A non essere troppo invasiva da una parte e ad essere presente come connessione tra cittadini e istituzioni, come luogo della partecipazione democratica. Tutto questo non è facile e ci vuole grande umiltà da parte di chi fa politica oggi. Grande passione, grande cuore e una grande ambizione: lasciare un mondo migliore ai nostri figli. I cittadini non amano l'antipolitica, amano la buona politica, che ha un difetto: non è difficile da fare, è solo più impegnativa.
fonte http://www.linkiesta.it/ intervista di Sergio Ragone
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Lgbt: Matt Bomer e Simon Halls premiati per il loro impegno contro l'omofobia
L'American Gay, Lesbian and Straight Education Network ha deciso di conferire il suo Inspiration Award all'attore Matt Bomer e al suo compagno Simon Halls per il loro «significativo contributo nella creazione di un mondo in cui ogni bambino possa imparare a rispettare e accettare tutte le persone».
Durante il suo discorso, Bomer ha parlato delle difficoltà da lui stesso incontrare durante gli anni della scuola: «Quando ero al liceo, non c'era rifugio sicuro, non c'era sbocco per parlare di chi veramente fossi. Ho partecipato a ogni recita scolastica e anche alla squadra di calcio per coprire ogni tipo di traccia.
Quando non hai la possibilità di mostrare una delle parti più autentiche di te stesso, ti senti invisibile».
L'attore -che insieme a Simon è padre di tre figli- ha poi aggiunto: «Entrambi abbiamo imparato nel nostro cammino da genitori come amare e accettare le menti aperte dei bambini. Purtroppo, in alcune parti del Paese, ad alcuni ragazzi viene insegnato in tenera età che essere diversi equivale in qualche modo a essere difettosi o sbagliati tanto da ridicolizzare ogni situazione... I bambini non sono nati per essere bulli».
fonte http://gayburg.blogspot.it
Durante il suo discorso, Bomer ha parlato delle difficoltà da lui stesso incontrare durante gli anni della scuola: «Quando ero al liceo, non c'era rifugio sicuro, non c'era sbocco per parlare di chi veramente fossi. Ho partecipato a ogni recita scolastica e anche alla squadra di calcio per coprire ogni tipo di traccia.
Quando non hai la possibilità di mostrare una delle parti più autentiche di te stesso, ti senti invisibile».
L'attore -che insieme a Simon è padre di tre figli- ha poi aggiunto: «Entrambi abbiamo imparato nel nostro cammino da genitori come amare e accettare le menti aperte dei bambini. Purtroppo, in alcune parti del Paese, ad alcuni ragazzi viene insegnato in tenera età che essere diversi equivale in qualche modo a essere difettosi o sbagliati tanto da ridicolizzare ogni situazione... I bambini non sono nati per essere bulli».
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Lgbt: Roma Festival internazionale del film «CinemaXXI» che tocca le arti visive, la musica, il teatro, la danza, la grande novità del Film Festival
«CinemaXXI proporrà il cinema del presente, un cinema più forte, espanso, che tocca le arti visive, la musica, il teatro, la danza» ha affermato il direttore artistico del Festival Marco Muller (in foto)
Sarà la sezione «CinemaXXI» la grande novità del Festival Internazionale del film di Roma (9-17 novembre), che sarà dedicata alle nuove correnti e ai nuovi linguaggi del cinema mondiale: «CinemaXXI proporrà il cinema del presente, un cinema più forte, espanso, che tocca le arti visive, la musica, il teatro, la danza» ha affermato il direttore artistico del Festival Marco Muller.
Il programma non è ancora ultimato ma già si sa che il film «Centro Histórico» di Aki Kaurismäki, Pedro Costa, Victor Erice e Manoel de Oliveira aprirà, in prima mondiale, la sezione CinemaXXI.
Tra gli altri titoli in programma
«Goltzius and the Pelican Company» di Peter Greenaway, «Steekspel/Tricked» di Paul Verhoeven, «Mundo invisivel», firmato tra gli altri da Wim Wenders, Theo Angelopoulos, Atom Egoyan, Manoel De Oliveira, la collezione di documentari d'artista «Random Acts» di Marina Abramovic, Apichatpong Weerasethakul, Shahryar Nashat e molti altri, «Suspension of Disbelief» di Mike Figgis. Anche in questa sezione ci saranno molte opere italiane: per ora si sa che parteciperanno «I topi lasciano la nave» di Zapruder, «Tutto parla di te» di Alina Marazzi, «Il viaggio della signorina Vila» di Elisabetta Sgarbi, e «L'assolutezza del cerchio - Il G.R.A. di Renato Nicolini» firmato da Gianfranco Rosi.
Anche questa sezione avrà un suo concorso: la giuria internazionale diretta dall'artista scozzese Douglas Gordon assegnerà il Premio CinemaXXI e il Premio speciale della Giuria, riservati ai lungometraggi, e il Premio CinemaXXI per cortometraggi e medio metraggi.
fonte http://www.diariodelweb.it/
Sarà la sezione «CinemaXXI» la grande novità del Festival Internazionale del film di Roma (9-17 novembre), che sarà dedicata alle nuove correnti e ai nuovi linguaggi del cinema mondiale: «CinemaXXI proporrà il cinema del presente, un cinema più forte, espanso, che tocca le arti visive, la musica, il teatro, la danza» ha affermato il direttore artistico del Festival Marco Muller.
Il programma non è ancora ultimato ma già si sa che il film «Centro Histórico» di Aki Kaurismäki, Pedro Costa, Victor Erice e Manoel de Oliveira aprirà, in prima mondiale, la sezione CinemaXXI.
Tra gli altri titoli in programma
«Goltzius and the Pelican Company» di Peter Greenaway, «Steekspel/Tricked» di Paul Verhoeven, «Mundo invisivel», firmato tra gli altri da Wim Wenders, Theo Angelopoulos, Atom Egoyan, Manoel De Oliveira, la collezione di documentari d'artista «Random Acts» di Marina Abramovic, Apichatpong Weerasethakul, Shahryar Nashat e molti altri, «Suspension of Disbelief» di Mike Figgis. Anche in questa sezione ci saranno molte opere italiane: per ora si sa che parteciperanno «I topi lasciano la nave» di Zapruder, «Tutto parla di te» di Alina Marazzi, «Il viaggio della signorina Vila» di Elisabetta Sgarbi, e «L'assolutezza del cerchio - Il G.R.A. di Renato Nicolini» firmato da Gianfranco Rosi.
Anche questa sezione avrà un suo concorso: la giuria internazionale diretta dall'artista scozzese Douglas Gordon assegnerà il Premio CinemaXXI e il Premio speciale della Giuria, riservati ai lungometraggi, e il Premio CinemaXXI per cortometraggi e medio metraggi.
fonte http://www.diariodelweb.it/
Lgbt: Matteo Renzi si commuove nel ricordare la sua ex assessore lesbica scomparsa a febbraio 2011
Il candidato alle primarie del PD Matteo Renzi ribadisce le sue posizioni sui diritti lgbt già anticipate a Gay.it.
E nel ricordare una sua assessora lesbica si commuove.
Sì alla civil partnership all'inglese. No alle adozioni. È quanto ha ribadito a Repubblica.it Matteo Renzi in una videointervista nella quale ha affrontato i temi proposti dai lettori del sito di informazione in vista delle primarie del Partito Democratico.
La posizione sui temi lgbt era già stata anticipata a Gay.it dal primo cittadino di Firenze che per l'occasione ha polemizzato con chi vorrebbe i matrimoni gay (Nichi Vedola) e chi non è riuscito a fare nemmeno le unioni civili (Pierluigi Bersani).
Momento di commozione per Renzi nel ricordare quando era presidente della Provincia di Firenze l'assessore Alessia Ballini, dichiaratamente lesbica, e scomparsa a febbraio 2011. "Chi di noi ha perso un amico o un amica, lesbica, e negli ultimi giorni ha visto con quale tenerezza la compagna teneva la mano della persona che stava morendo sa che questo è un principio di civiltà che nessuno può negare", ha detto a proposito di una legge sulle unioni che consentirebbe anche l'assistenza al partner malato in ospedale.
fonte http://www.gay.it, fonte video:http://video.repubblica.it/
E nel ricordare una sua assessora lesbica si commuove.
Sì alla civil partnership all'inglese. No alle adozioni. È quanto ha ribadito a Repubblica.it Matteo Renzi in una videointervista nella quale ha affrontato i temi proposti dai lettori del sito di informazione in vista delle primarie del Partito Democratico.
La posizione sui temi lgbt era già stata anticipata a Gay.it dal primo cittadino di Firenze che per l'occasione ha polemizzato con chi vorrebbe i matrimoni gay (Nichi Vedola) e chi non è riuscito a fare nemmeno le unioni civili (Pierluigi Bersani).
Momento di commozione per Renzi nel ricordare quando era presidente della Provincia di Firenze l'assessore Alessia Ballini, dichiaratamente lesbica, e scomparsa a febbraio 2011. "Chi di noi ha perso un amico o un amica, lesbica, e negli ultimi giorni ha visto con quale tenerezza la compagna teneva la mano della persona che stava morendo sa che questo è un principio di civiltà che nessuno può negare", ha detto a proposito di una legge sulle unioni che consentirebbe anche l'assistenza al partner malato in ospedale.
fonte http://www.gay.it, fonte video:http://video.repubblica.it/
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politica e diritti lgbt
Lgbt: Oggi 11 ottobre "Coming Out Day 2012" la giornata internazionale per uscire allo scoperto
Fare coming out rappresenta sempre un passo molto importante nella vita delle persone che appartengono alla comunità lgbt.
Sia che si tratti di personaggi famosi del mondo dello spettacolo, della politica o dello sport, sia che si tratti di persone comuni, quello del coming out è da sempre un passo che viene fatto dopo molte riflessioni.
Ebbene, proprio in onore di questo passo, Giovedì 11 Ottobre 2012 si celebrerà il XXIV Coming Out Day, una ricorrenza internazionale in occasione della quale la comunità lgbt vuole sottolineare l’importanza del momento del coming out, ed offrire alle persone la possibilità di sfruttare questo particolare giorno come un’opportunità per avviare una discussione sull’argomento con i loro cari.
E’ ormai da moltissimi anni che in tutto il mondo si celebra il famoso Coming Out Day, una giornata speciale, inaugurata negli Stati Uniti nel lontano 11 ottobre 1988. In quell’anno Robert Eichberg, psicologo del New Mexico, e Jean O’Leary, politico ed attivista LGBT di Los Angeles, durante il workshop “The Experience and National Gay Rights Advocates” avevano lanciato l’idea di istituire un giorno speciale, un giorno dedicato al coming out appunto.
La scelta della data non è stata casuale. L’11 Ottobre ricorreva infatti il primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti delle lesbiche e dei gay. Da quel momento, ogni anno la comunità lgbt di tutto il mondo celebra questa importante giornata, una giornata nata con lo scopo di rafforzare la coscienza e la consapevolezza delle persone omosessuali, persone che non dovrebbero mai sentirsi costrette ad essere ciò che non sono, solo per aderire a determinati stereotipi.
Secondo quanto emerso da recenti dati ISTAT, nonostante la discriminazione basata sull’orientamento sessuale sia condannata dalla maggioranza della popolazione italiana, ancora oggi troppe persone affermano che le persone omosessuali dovrebbero essere “più discrete”: il 55,9% degli intervistati si dichiara ad esempio d’accordo con l’affermazione “se gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati”, mentre per il 29,7% di essi “la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo”.
Attualmente in Italia e nel mondo la percentuale di persone discriminate per via del proprio orientamento sessuale è davvero molto alta, e saltare fuori dall’armadio, “riportando alla normalità” una cosa di per sé normale come l’omosessualità, come hanno fatto in questi anni famosi personaggi del mondo dello spettacolo, potrebbe senza dubbio rappresentare un importante passo per una maggiore e naturale “accoglienza” della comunità lgbt, voi cosa ne pensate?
fonte http://www.gaywave.it
Sia che si tratti di personaggi famosi del mondo dello spettacolo, della politica o dello sport, sia che si tratti di persone comuni, quello del coming out è da sempre un passo che viene fatto dopo molte riflessioni.
Ebbene, proprio in onore di questo passo, Giovedì 11 Ottobre 2012 si celebrerà il XXIV Coming Out Day, una ricorrenza internazionale in occasione della quale la comunità lgbt vuole sottolineare l’importanza del momento del coming out, ed offrire alle persone la possibilità di sfruttare questo particolare giorno come un’opportunità per avviare una discussione sull’argomento con i loro cari.
E’ ormai da moltissimi anni che in tutto il mondo si celebra il famoso Coming Out Day, una giornata speciale, inaugurata negli Stati Uniti nel lontano 11 ottobre 1988. In quell’anno Robert Eichberg, psicologo del New Mexico, e Jean O’Leary, politico ed attivista LGBT di Los Angeles, durante il workshop “The Experience and National Gay Rights Advocates” avevano lanciato l’idea di istituire un giorno speciale, un giorno dedicato al coming out appunto.
La scelta della data non è stata casuale. L’11 Ottobre ricorreva infatti il primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti delle lesbiche e dei gay. Da quel momento, ogni anno la comunità lgbt di tutto il mondo celebra questa importante giornata, una giornata nata con lo scopo di rafforzare la coscienza e la consapevolezza delle persone omosessuali, persone che non dovrebbero mai sentirsi costrette ad essere ciò che non sono, solo per aderire a determinati stereotipi.
Secondo quanto emerso da recenti dati ISTAT, nonostante la discriminazione basata sull’orientamento sessuale sia condannata dalla maggioranza della popolazione italiana, ancora oggi troppe persone affermano che le persone omosessuali dovrebbero essere “più discrete”: il 55,9% degli intervistati si dichiara ad esempio d’accordo con l’affermazione “se gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati”, mentre per il 29,7% di essi “la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo”.
Attualmente in Italia e nel mondo la percentuale di persone discriminate per via del proprio orientamento sessuale è davvero molto alta, e saltare fuori dall’armadio, “riportando alla normalità” una cosa di per sé normale come l’omosessualità, come hanno fatto in questi anni famosi personaggi del mondo dello spettacolo, potrebbe senza dubbio rappresentare un importante passo per una maggiore e naturale “accoglienza” della comunità lgbt, voi cosa ne pensate?
fonte http://www.gaywave.it
lunedì 8 ottobre 2012
Lgbt: Diritti civili, il sindaco Pisapia: "Milano è cambiata e migliorata"
Il sindaco Giuliano Pisapia durante il consiglio comunale sulla vendita delle quote Sea-Serravalle
Al convegno su libertà individuali e sviluppo economico
Ai lavori hanno partecipato il console americano a Milano Kyle R. Scott e Stuart Milk, nipote e presidente della fondazione intitolata a Harvey Milk.
Tra i partecipanti la deputata Pd Anna Paola Concia e Vladimir Luxuria
"Milano è gia cambiata e migliorata, ma può e deve cambiare e migliorare ancora": lo ha affermato il sindaco Giuliano Pisapia oggi a Palazzo Marino, durante il suo intervento al primo dei due giorni di "All - Cross Atlantic Global Summit", incontro sulla "Inclusione della diversità e prosperità economica', come recita il titolo.
Al primo summit globale in Italia per approfondire il tema dei diritti umani in relazione allo sviluppo economico, Pisapia ha inoltre parlato del "tema dell'affermazione delle libertà individuali e dei diritti civili, troppo spesso messi in secondo piano a causa della crisi economica" e dei "tentativi, a volte riusciti, di limitare i diritti come formula per uscire da questo periodo di difficoltà economica".
"L'inclusione sociale e lo sviluppo economico sono due facce della stessa medaglia'' ha scritto il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, in un messaggio agli organizzatori. ''Serve un lavoro di educazione a una cittadinanza responsabile e matura" perché "la nostra ripresa economica non nasce solo da fattori puramente finanziari o industriali, ma soprattutto dalla ricostruzione del nostro tessuto culturale e umano".
All'inaugurazione della due giorni, organizzata dalla Fondazione Harvey Milk e da Equality Italia, hanno partecipato anche il console americano a Milano Kyle R. Scott e Stuart Milk, nipote e presidente della fondazione intitolata a Harvey Milk (politico americano e attivista gay assassinato nel 1978), nonché consigliere politico per i diritti civili del presidente Usa Barack Obama. Domani invece il programma prevede la partecipazione della deputata Pd Anna Paola Concia e di Vladimir Luxuria.
I temi delle sessioni di lavoro dell'iniziativa vanno da "Diritti umani e diritti Lgbt" (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) a "Donne e lavoro", da "Diritto alla salute' a 'Transessualità".
fonte http://www.ilgiorno.it/milano
Al convegno su libertà individuali e sviluppo economico
Ai lavori hanno partecipato il console americano a Milano Kyle R. Scott e Stuart Milk, nipote e presidente della fondazione intitolata a Harvey Milk.
Tra i partecipanti la deputata Pd Anna Paola Concia e Vladimir Luxuria
"Milano è gia cambiata e migliorata, ma può e deve cambiare e migliorare ancora": lo ha affermato il sindaco Giuliano Pisapia oggi a Palazzo Marino, durante il suo intervento al primo dei due giorni di "All - Cross Atlantic Global Summit", incontro sulla "Inclusione della diversità e prosperità economica', come recita il titolo.
Al primo summit globale in Italia per approfondire il tema dei diritti umani in relazione allo sviluppo economico, Pisapia ha inoltre parlato del "tema dell'affermazione delle libertà individuali e dei diritti civili, troppo spesso messi in secondo piano a causa della crisi economica" e dei "tentativi, a volte riusciti, di limitare i diritti come formula per uscire da questo periodo di difficoltà economica".
"L'inclusione sociale e lo sviluppo economico sono due facce della stessa medaglia'' ha scritto il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, in un messaggio agli organizzatori. ''Serve un lavoro di educazione a una cittadinanza responsabile e matura" perché "la nostra ripresa economica non nasce solo da fattori puramente finanziari o industriali, ma soprattutto dalla ricostruzione del nostro tessuto culturale e umano".
All'inaugurazione della due giorni, organizzata dalla Fondazione Harvey Milk e da Equality Italia, hanno partecipato anche il console americano a Milano Kyle R. Scott e Stuart Milk, nipote e presidente della fondazione intitolata a Harvey Milk (politico americano e attivista gay assassinato nel 1978), nonché consigliere politico per i diritti civili del presidente Usa Barack Obama. Domani invece il programma prevede la partecipazione della deputata Pd Anna Paola Concia e di Vladimir Luxuria.
I temi delle sessioni di lavoro dell'iniziativa vanno da "Diritti umani e diritti Lgbt" (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) a "Donne e lavoro", da "Diritto alla salute' a 'Transessualità".
fonte http://www.ilgiorno.it/milano
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politica e diritti lgbt
Lgbt USA: Il commovente video di Expedia a favore dei matrimoni gay
Un anziano padre si preparara per attraversare gli Usa ed assistere al matrimonio della figlia.: lei sposa un'altra donna e il padre non è contento. Ma basterà vedere la sua gioia per cambiare idea...
Il noto portale di viaggi online, Expedia, ha appena diffuso un lungo spot in cui si schiera apertamente dalla parte del matrimonio gay.
E' la storia di un uomo anziano che, insieme alla moglie, affronta un lungo viaggio in aereo per andare ad assistere al matrimonio della figlia.
Matrimonio che, però, non è quello che si sarebbe aspettato vedendo crescere la figlia. "Quando Nikki ci ha chiesto il permesso di sposare nostra figlia - dice - ho detto: non è quello che mi auguravo".
Già, perché la figlia non sposerà un uomo, come il padre si sarebbe aspettato, ma un'altra donna, Nikki, appunto (la coppia dello spot, per la cronaca, è formata dalle stesse Nikki e Jill di "The real L Word").
L'anziano padre, però, sa di dover scegliere: "O mantieni il rapporto speciale che hai con tua figlia - pensa - o la perdi per sempre".
E così parte e va al matrimonio. Gli basta arrivare alla cerimonia e vedere l'emozione, la gioia negli occhi della figlia e della moglie per capire che "questo è l'ordine naturale delle cose".
Un bellissimo video, che parte dalla difficile prospettiva di un padre anziano con una mentalità legata alla sua generazione che, però, decide di farsi guidare dall'amore per la figlia e di essere felice insieme a lei.
Vale la pena di ricordare che è uno spot e che alla fine appare il brand dell'azienda che, non a caso, vende viaggi e racconta un viaggio. Ma è sempre più frequente che siano proprio gli spot delle aziende a lanciare messaggi a favore dei diritti delle persone lgbt.
fonte http://www.gay.it/
Il noto portale di viaggi online, Expedia, ha appena diffuso un lungo spot in cui si schiera apertamente dalla parte del matrimonio gay.
E' la storia di un uomo anziano che, insieme alla moglie, affronta un lungo viaggio in aereo per andare ad assistere al matrimonio della figlia.
Matrimonio che, però, non è quello che si sarebbe aspettato vedendo crescere la figlia. "Quando Nikki ci ha chiesto il permesso di sposare nostra figlia - dice - ho detto: non è quello che mi auguravo".
Già, perché la figlia non sposerà un uomo, come il padre si sarebbe aspettato, ma un'altra donna, Nikki, appunto (la coppia dello spot, per la cronaca, è formata dalle stesse Nikki e Jill di "The real L Word").
L'anziano padre, però, sa di dover scegliere: "O mantieni il rapporto speciale che hai con tua figlia - pensa - o la perdi per sempre".
E così parte e va al matrimonio. Gli basta arrivare alla cerimonia e vedere l'emozione, la gioia negli occhi della figlia e della moglie per capire che "questo è l'ordine naturale delle cose".
Un bellissimo video, che parte dalla difficile prospettiva di un padre anziano con una mentalità legata alla sua generazione che, però, decide di farsi guidare dall'amore per la figlia e di essere felice insieme a lei.
Vale la pena di ricordare che è uno spot e che alla fine appare il brand dell'azienda che, non a caso, vende viaggi e racconta un viaggio. Ma è sempre più frequente che siano proprio gli spot delle aziende a lanciare messaggi a favore dei diritti delle persone lgbt.
fonte http://www.gay.it/
LGBT ARTE: 83 NUOVE OPERE ALLA GUGGENHEIM DI VENEZIA
Venezia, La Collezione Peggy Guggenheim si arricchisce di 83 preziosissime opere d'arte italiana, europea e americana del secondo dopoguerra, lascito della collezionista americana Hannelore B. Schulhof, scomparsa lo scorso 23 febbraio, e del marito Rudolph B. Schulhof.
Per volonta' della signora Schulhof, le opere donate alla Fondazione Solomon R.
Guggenheim di New York, dovranno essere esposte in maniera permanente a Palazzo Venier dei Leoni, accanto ai grandi capolavori collezionati da Peggy Guggenheim, e saranno riconosciute come "Collezione Hannelore B. e Rudolph B.Schulhof".
L'arrivo della collezione Schulhof a Venezia rappresenta oggi un momento unico e irripetibile non solo per la Fondazione Solomon R. Guggenheim e la Collezione Peggy Guggenheim ma per l'Italia intera che vede l'importazione definitiva di opere dall'altissimo valore storico-artistico.
Venerdi' 12 ottobre, dalle 17 alle 20, la Collezione Peggy Guggenheim schiudera' le porte di Palazzo Venier dei Leoni invitando il pubblico ad un'apertura straordinaria gratuita per poter ammirare gran parte dei capolavori della collezione Schulhof, che saranno esposti nella loro completezza a fine maggio del 2013 in occasione della 55. Esposizione Internazionale d'Arte.
Afro, Alberto Burri, Alexander Calder, Giuseppe Capogrossi, Willem de Kooning, Lucio Fontana, Jean Dubuffet, Jasper Johns, Donald Judd, Mark Rothko, Claes Oldenburg, Frank Stella, Cy Twombly, Andy Warhol, Sol Lewitt, Anish Kapoor sono solo alcuni degli artisti che andranno ad arricchire, con i propri lavori, la gia' ammirata collezione della mecenate americana, che fece di Venezia la sua seconda casa.
Opere del movimento Color field, della Pop art, della Minimal art, insieme ad altri dipinti e disegni europei del secondo dopoguerra affiancheranno i capolavori del Cubismo, Astrattismo, Surrealismo ed Espressionismo astratto americano, arrivando a lambire i confini della produzione artistica degli anni '70 e '80 del Novecento ed estendendo cosi' la portata storica del museo veneziano.
Tutti lavori che manterranno vivo quel dialogo tra America e Europa, denominatore comune delle collezioni di Peggy e Hannelore B. Schulhof.
Le opere del secondo dopoguerra sono particolarmente indicate per essere esposte alla Collezione Peggy Guggenheim cosi' come i lavori di alcuni artisti della Scuola di New York , che hanno rappresentato gli Stati Uniti nelle generazioni immediatamente successive l'Espressionismo astratto americano, cosi' fortemente supportato dalla stessa Peggy nella sua galleria newyorkese Art of This Century. Movimenti quali Color field e Minimal art fanno il loro primo ingresso nel museo veneziano, mentre l'Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof Sculpture Garden accogliera' le sculture di Tony Caro, Barbara Hepworth, Jenny Holzer, Anish Kapoor, Sol Lewitt, Isamu Noguchi e molti altri.
"Rudy e Hannelore Schulhof sono stati collezionisti unici, lungimiranti, sensibili. Esporre le loro opere a Venezia arricchisce ulteriormente la collezione di Peggy Guggenheim", ha commentato Richard Armstrong, direttore della Fondazione e del Museo Solomon R. Guggenheim.
fonte AGI Ve1/Bru
Per volonta' della signora Schulhof, le opere donate alla Fondazione Solomon R.
Guggenheim di New York, dovranno essere esposte in maniera permanente a Palazzo Venier dei Leoni, accanto ai grandi capolavori collezionati da Peggy Guggenheim, e saranno riconosciute come "Collezione Hannelore B. e Rudolph B.Schulhof".
L'arrivo della collezione Schulhof a Venezia rappresenta oggi un momento unico e irripetibile non solo per la Fondazione Solomon R. Guggenheim e la Collezione Peggy Guggenheim ma per l'Italia intera che vede l'importazione definitiva di opere dall'altissimo valore storico-artistico.
Venerdi' 12 ottobre, dalle 17 alle 20, la Collezione Peggy Guggenheim schiudera' le porte di Palazzo Venier dei Leoni invitando il pubblico ad un'apertura straordinaria gratuita per poter ammirare gran parte dei capolavori della collezione Schulhof, che saranno esposti nella loro completezza a fine maggio del 2013 in occasione della 55. Esposizione Internazionale d'Arte.
Afro, Alberto Burri, Alexander Calder, Giuseppe Capogrossi, Willem de Kooning, Lucio Fontana, Jean Dubuffet, Jasper Johns, Donald Judd, Mark Rothko, Claes Oldenburg, Frank Stella, Cy Twombly, Andy Warhol, Sol Lewitt, Anish Kapoor sono solo alcuni degli artisti che andranno ad arricchire, con i propri lavori, la gia' ammirata collezione della mecenate americana, che fece di Venezia la sua seconda casa.
Opere del movimento Color field, della Pop art, della Minimal art, insieme ad altri dipinti e disegni europei del secondo dopoguerra affiancheranno i capolavori del Cubismo, Astrattismo, Surrealismo ed Espressionismo astratto americano, arrivando a lambire i confini della produzione artistica degli anni '70 e '80 del Novecento ed estendendo cosi' la portata storica del museo veneziano.
Tutti lavori che manterranno vivo quel dialogo tra America e Europa, denominatore comune delle collezioni di Peggy e Hannelore B. Schulhof.
Le opere del secondo dopoguerra sono particolarmente indicate per essere esposte alla Collezione Peggy Guggenheim cosi' come i lavori di alcuni artisti della Scuola di New York , che hanno rappresentato gli Stati Uniti nelle generazioni immediatamente successive l'Espressionismo astratto americano, cosi' fortemente supportato dalla stessa Peggy nella sua galleria newyorkese Art of This Century. Movimenti quali Color field e Minimal art fanno il loro primo ingresso nel museo veneziano, mentre l'Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof Sculpture Garden accogliera' le sculture di Tony Caro, Barbara Hepworth, Jenny Holzer, Anish Kapoor, Sol Lewitt, Isamu Noguchi e molti altri.
"Rudy e Hannelore Schulhof sono stati collezionisti unici, lungimiranti, sensibili. Esporre le loro opere a Venezia arricchisce ulteriormente la collezione di Peggy Guggenheim", ha commentato Richard Armstrong, direttore della Fondazione e del Museo Solomon R. Guggenheim.
fonte AGI Ve1/Bru
Lgbt Firenze: Aspettando il Florence Queer Festival 2012, la storia del cinema lgbt raccontata da Fabrizio Ungaro mercoledi 10 ottobre ore 19 ad IREOS
“L’importanza di un immaginario di riferimento per capire chi siamo, per identificarci davanti a noi stessi e le a ricerca di un’immagine che ci rifletta, di una storia che ci narri sono elementi che accomunano da sempre l’esperienza di tutte le persone lgbt.
Tutti abbiamo scontato e scontiamo l’effetto del black-out mediatico sulla narrazione delle nostre vite: non (ci) era permesso di raccontare storie su di noi, di-mostrare ciò che crediamo di essere o divenire.
Ricordiamoci che il cinema non è uno specchio della società, ma la messa in scena di una società già spiegata, spiegabile, dispiegabile, mostrabile, visibile o al contrario inesplicabile.
Il cinema ha re-inventato, re-interpretato, ri-prodotto il gioco sociale di costruzione dell’identità e della differenza, tra rappresentazioni e pratiche, in cui l’alterità è il prodotto di un duplice processo di costruzione e di esclusione.”
Di questo parleremo con Fabrizio Ungaro, ex presidente di IREOS e collaboratore nelle passate edizioni del Florence Queer Festival.
Facebook Event: http://www.facebook.com/events/162525250553110/
fonte http://www.ireos.org
Tutti abbiamo scontato e scontiamo l’effetto del black-out mediatico sulla narrazione delle nostre vite: non (ci) era permesso di raccontare storie su di noi, di-mostrare ciò che crediamo di essere o divenire.
Ricordiamoci che il cinema non è uno specchio della società, ma la messa in scena di una società già spiegata, spiegabile, dispiegabile, mostrabile, visibile o al contrario inesplicabile.
Il cinema ha re-inventato, re-interpretato, ri-prodotto il gioco sociale di costruzione dell’identità e della differenza, tra rappresentazioni e pratiche, in cui l’alterità è il prodotto di un duplice processo di costruzione e di esclusione.”
Di questo parleremo con Fabrizio Ungaro, ex presidente di IREOS e collaboratore nelle passate edizioni del Florence Queer Festival.
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Lgbt: "Perché fare coming out fa bene" di Simonetta Moro Psicologa psicoterapeuta, presidente di Polis Aperta
Mi è capitato spesso, per via del mio attivismo in materia di diritti LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans), che persone in buona fede mi chiedano che bisogno ci sia di fare coming out, in particolare coi colleghi di lavoro.
Sono perplesse per esempio sull'opportunità di collegare la sfera individuale della propria sessualità al mondo del lavoro.
Forse una prima distorsione cognitiva da correggere è che l'omosessualità riguardi solo la sessualità e non anche l'affettività ovvero l'attrazione emotiva e romantica, ma con questo articolo vorrei dare risposta in modo concreto a questo tipo di perplessità, lasciando le teorie alla fine, partendo quindi dalla mia esperienza personale e dal racconto di un fatto emblematico realmente accaduto a una persona di mia conoscenza.
Inizio col riportare l'episodio emblematico, usando nomi fittizi, in questo caso per una sana ragione di privacy, concetto che riprenderò più avanti, perché stiamo parlando dell'importanza del coming out (la libertà della persona di rivelare il proprio orientamento) e non dell'outing (che altri rivelino l'orientamento di una persona).
Giulia e Sandra sono colleghe d'ufficio, sono entrambe single e da un po' di tempo condividono il desiderio di avere una relazione con l'uomo dei loro sogni. A un certo punto Giulia nota che Sandra è sempre di buon umore, è più solare, più allegra del solito, gli occhi le brillano di una luce particolare.
Giulia sospetta che Sandra abbia finalmente incontrato qualcuno e inizia a farle domande. Sandra per un po' di tempo cerca di tergiversare e ci riesce: le vengono in aiuto le ferie e la chiusura estiva della ditta, ma al ritorno Giulia è ormai sicurissima che Sandra sia stata in vacanza con un uomo, tanto è evidente la sua felicità.
Sandra non può più continuare a tacere e ammette di avere una relazione; Giulia vuole sapere tutta la storia fin dall'inizio, muore dalla curiosità di vedere le foto della vacanza, ma Sandra, prima di raccontarle tutti i dettagli, dice a Giulia che la persona di cui le parlerà si chiama Monica: le è capitato infatti d'innamorarsi di una donna e non di un uomo.
Giulia improvvisamente si raffredda e seccamente replica a Sandra che "quel dettaglio" non era necessario specificarlo e che avrebbe anche potuto ometterlo.
Fine del racconto.
Ora sarebbe interessante che Giulia ci spiegasse in che modo Sandra poteva raccontarle tutto di Monica, pardon di "quella persona", omettendo "quel dettaglio", e se, per esempio, Sandra avesse dovuto sfumare in tutte le foto della vacanza la faccia di "quella persona" con photoshop prima di fargliele vedere, in modo da non urtare la sua sensibilità.
Questo fatto ci fa capire quanto sia assurdo anche solo pensare che persone omosessuali possano o debbano mantenere la privacy rispetto al loro orientamento in ambiti che prevedano socialità, come quello del lavoro, senza cadere nel ridicolo o senza dover ricorrere alla menzogna, considerando comunque che le bugie hanno le gambe corte.
Un'alternativa che io stessa ho adottato per molti anni, e dalla quale ancora non sono immune del tutto, è quella di non raccontare mai nulla di sé, di mantenere solo relazioni formali e superficiali.
Quindi, per fare solo un esempio, se il lunedì mattina un collega di lavoro mi parlava del suo fine settimana insieme alla moglie e mi chiedeva cosa avessi fatto io, se ero stata con la mia fidanzata non lo dicevo, stavo sul generico, e mai potevo raccontare qualcosa in cui ci fossero riferimenti alla mia affettività, quindi alle parti più belle e più importanti della mia vita.
A volte diamo per scontate delle cose che invece sono parte integrante della nostra relazione con gli altri.
Non entrando nei meandri della psicologia sociale e del lavoro, sappiamo ormai in tanti, attraverso gli inflazionati corsi di aggiornamento sul benessere organizzativo a cui veniamo sottoposti per legge, che l'efficienza lavorativa dipende anche dalla qualità e dalla bontà delle relazioni tra colleghi.
Alla luce di questo è stato dimostrato nello specifico che fare coming out porta a una maggiore energia ed entusiasmo nello svolgere il proprio lavoro, anche solo per il fatto che non si sprecano più energie a cercare di nascondersi e a mentire sulla propria vita privata.
Sembra una sciocchezza, ma non lo è: lo psicologo e psicanalista statunitense Mark J. Blechner ha studiato gli effetti del nascondere la propria vera identità. Blechner ha creato un esperimento mentale che fa comprendere agli eterosessuali il forte disagio che sperimentano quotidianamente persone costrette a nascondere la propria omosessualità a causa del pregiudizio sociale: le istruzioni sono di non nominare più la propria compagna o il proprio compagno (usando per esempio il pronome "noi"), di parlare solo di sé stessi quando si raccontano attività svolte o accadimenti vari della propria vita, inoltre non è più possibile partecipare a eventi sociali insieme al partner ma bisogna presentarsi sempre da soli. In poco tempo si sperimenta un senso di isolamento e di estraniamento che può portare anche a sviluppare veri e propri disturbi psicologici.
Per coming out non s'intende quindi dire "sono gay", così come nessuno mai direbbe "sono etero"; la differenza è che però tutti gli etero, più o meno, nel parlare fanno serenamente riferimento al proprio marito, moglie, fidanzata, fidanzato, etc. senza porsi il problema della privacy. Quello che io non capisco, e che qualcuno mi dovrebbe spiegare, è perché per le persone omosessuali si ponga ancora il problema in termini di privacy.
E' evidente che gli omosessuali non fanno coming out per vergogna perché non si accettano come tali e/o per paura delle reazioni altrui (vedi Giulia della situazione) perché magari lavorano in ambienti dove hanno sentito più volte volare battute sui gay.
Onestamente io questa non la chiamo "privacy", la chiamo "scelta forzata" perché ci si sente discriminati e inferiori, la chiamo quindi "mancanza di libertà" ovvero "violazione di un diritto umano", il diritto a essere e a narrarsi. Se invece voglio raccontare una favola a me e agli altri, la chiamo ipocritamente privacy. Forse tutti dovrebbero provare l'esperimento di Blechner per capire quanto sia limitante e svilente vivere nascosti anche solo per pochi giorni, per capire che nessun omosessuale sceglierebbe mai quel tipo di "privacy" se fosse libero.
Sicuramente il coming out è un obiettivo molto complesso e articolato, è anche e soprattutto un percorso esclusivamente personale che non si può assolutamente imporre. Inoltre, dura tutta la vita, non è un traguardo, una volta fatto non è comunque mai completato, lo dico da persona che ne ha parlato in famiglia ma non a tutti i parenti, che ne ha parlato al lavoro ma non a tutti i colleghi, che è stata sul giornale e in televisione, ma quanti mi avranno letto o visto?
Soprattutto, se anche lo hanno saputo, chi mi dice che non siano turbati nel sentirmi parlare della mia compagna? Inoltre le conoscenze nella vita si allargano e ogni volta si ripresenta l'incognita della reazione.
E' una forma di stress scientificamente riconosciuta, si chiama minority stress, ma come cantano gli Afterhours nel loro ultimo disco "se non ti ammazza, rinforza!"
fonte http://www.huffingtonpost.it di Simonetta Moro Psicologa psicoterapeuta, presidente di Polis Aperta
Sono perplesse per esempio sull'opportunità di collegare la sfera individuale della propria sessualità al mondo del lavoro.
Forse una prima distorsione cognitiva da correggere è che l'omosessualità riguardi solo la sessualità e non anche l'affettività ovvero l'attrazione emotiva e romantica, ma con questo articolo vorrei dare risposta in modo concreto a questo tipo di perplessità, lasciando le teorie alla fine, partendo quindi dalla mia esperienza personale e dal racconto di un fatto emblematico realmente accaduto a una persona di mia conoscenza.
Inizio col riportare l'episodio emblematico, usando nomi fittizi, in questo caso per una sana ragione di privacy, concetto che riprenderò più avanti, perché stiamo parlando dell'importanza del coming out (la libertà della persona di rivelare il proprio orientamento) e non dell'outing (che altri rivelino l'orientamento di una persona).
Giulia e Sandra sono colleghe d'ufficio, sono entrambe single e da un po' di tempo condividono il desiderio di avere una relazione con l'uomo dei loro sogni. A un certo punto Giulia nota che Sandra è sempre di buon umore, è più solare, più allegra del solito, gli occhi le brillano di una luce particolare.
Giulia sospetta che Sandra abbia finalmente incontrato qualcuno e inizia a farle domande. Sandra per un po' di tempo cerca di tergiversare e ci riesce: le vengono in aiuto le ferie e la chiusura estiva della ditta, ma al ritorno Giulia è ormai sicurissima che Sandra sia stata in vacanza con un uomo, tanto è evidente la sua felicità.
Sandra non può più continuare a tacere e ammette di avere una relazione; Giulia vuole sapere tutta la storia fin dall'inizio, muore dalla curiosità di vedere le foto della vacanza, ma Sandra, prima di raccontarle tutti i dettagli, dice a Giulia che la persona di cui le parlerà si chiama Monica: le è capitato infatti d'innamorarsi di una donna e non di un uomo.
Giulia improvvisamente si raffredda e seccamente replica a Sandra che "quel dettaglio" non era necessario specificarlo e che avrebbe anche potuto ometterlo.
Fine del racconto.
Ora sarebbe interessante che Giulia ci spiegasse in che modo Sandra poteva raccontarle tutto di Monica, pardon di "quella persona", omettendo "quel dettaglio", e se, per esempio, Sandra avesse dovuto sfumare in tutte le foto della vacanza la faccia di "quella persona" con photoshop prima di fargliele vedere, in modo da non urtare la sua sensibilità.
Questo fatto ci fa capire quanto sia assurdo anche solo pensare che persone omosessuali possano o debbano mantenere la privacy rispetto al loro orientamento in ambiti che prevedano socialità, come quello del lavoro, senza cadere nel ridicolo o senza dover ricorrere alla menzogna, considerando comunque che le bugie hanno le gambe corte.
Un'alternativa che io stessa ho adottato per molti anni, e dalla quale ancora non sono immune del tutto, è quella di non raccontare mai nulla di sé, di mantenere solo relazioni formali e superficiali.
Quindi, per fare solo un esempio, se il lunedì mattina un collega di lavoro mi parlava del suo fine settimana insieme alla moglie e mi chiedeva cosa avessi fatto io, se ero stata con la mia fidanzata non lo dicevo, stavo sul generico, e mai potevo raccontare qualcosa in cui ci fossero riferimenti alla mia affettività, quindi alle parti più belle e più importanti della mia vita.
A volte diamo per scontate delle cose che invece sono parte integrante della nostra relazione con gli altri.
Non entrando nei meandri della psicologia sociale e del lavoro, sappiamo ormai in tanti, attraverso gli inflazionati corsi di aggiornamento sul benessere organizzativo a cui veniamo sottoposti per legge, che l'efficienza lavorativa dipende anche dalla qualità e dalla bontà delle relazioni tra colleghi.
Alla luce di questo è stato dimostrato nello specifico che fare coming out porta a una maggiore energia ed entusiasmo nello svolgere il proprio lavoro, anche solo per il fatto che non si sprecano più energie a cercare di nascondersi e a mentire sulla propria vita privata.
Sembra una sciocchezza, ma non lo è: lo psicologo e psicanalista statunitense Mark J. Blechner ha studiato gli effetti del nascondere la propria vera identità. Blechner ha creato un esperimento mentale che fa comprendere agli eterosessuali il forte disagio che sperimentano quotidianamente persone costrette a nascondere la propria omosessualità a causa del pregiudizio sociale: le istruzioni sono di non nominare più la propria compagna o il proprio compagno (usando per esempio il pronome "noi"), di parlare solo di sé stessi quando si raccontano attività svolte o accadimenti vari della propria vita, inoltre non è più possibile partecipare a eventi sociali insieme al partner ma bisogna presentarsi sempre da soli. In poco tempo si sperimenta un senso di isolamento e di estraniamento che può portare anche a sviluppare veri e propri disturbi psicologici.
Per coming out non s'intende quindi dire "sono gay", così come nessuno mai direbbe "sono etero"; la differenza è che però tutti gli etero, più o meno, nel parlare fanno serenamente riferimento al proprio marito, moglie, fidanzata, fidanzato, etc. senza porsi il problema della privacy. Quello che io non capisco, e che qualcuno mi dovrebbe spiegare, è perché per le persone omosessuali si ponga ancora il problema in termini di privacy.
E' evidente che gli omosessuali non fanno coming out per vergogna perché non si accettano come tali e/o per paura delle reazioni altrui (vedi Giulia della situazione) perché magari lavorano in ambienti dove hanno sentito più volte volare battute sui gay.
Onestamente io questa non la chiamo "privacy", la chiamo "scelta forzata" perché ci si sente discriminati e inferiori, la chiamo quindi "mancanza di libertà" ovvero "violazione di un diritto umano", il diritto a essere e a narrarsi. Se invece voglio raccontare una favola a me e agli altri, la chiamo ipocritamente privacy. Forse tutti dovrebbero provare l'esperimento di Blechner per capire quanto sia limitante e svilente vivere nascosti anche solo per pochi giorni, per capire che nessun omosessuale sceglierebbe mai quel tipo di "privacy" se fosse libero.
Sicuramente il coming out è un obiettivo molto complesso e articolato, è anche e soprattutto un percorso esclusivamente personale che non si può assolutamente imporre. Inoltre, dura tutta la vita, non è un traguardo, una volta fatto non è comunque mai completato, lo dico da persona che ne ha parlato in famiglia ma non a tutti i parenti, che ne ha parlato al lavoro ma non a tutti i colleghi, che è stata sul giornale e in televisione, ma quanti mi avranno letto o visto?
Soprattutto, se anche lo hanno saputo, chi mi dice che non siano turbati nel sentirmi parlare della mia compagna? Inoltre le conoscenze nella vita si allargano e ogni volta si ripresenta l'incognita della reazione.
E' una forma di stress scientificamente riconosciuta, si chiama minority stress, ma come cantano gli Afterhours nel loro ultimo disco "se non ti ammazza, rinforza!"
fonte http://www.huffingtonpost.it di Simonetta Moro Psicologa psicoterapeuta, presidente di Polis Aperta
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