sabato 5 febbraio 2022

News Serie TV > Le Fate ignoranti: Il primo trailer e la data della serie basata sul film di Ferzan Özpetek

Tra i protagonisti del drama romantico, in arrivo su Disney+, ci sono Luca Argentero, Cristiana Capotondi ed Eduardo Scarpetta.

Disney+ ha pensato bene di sfruttare le pause pubblicitarie di Sanremo 2022 per introdurre al grande pubblico una delle sue novità più attese, Le Fate ignoranti, la serie originale basata sull'omonimo film di successo di Ferzan Özpetek. Proprio il regista turco ha guidato il progetto che in 8 episodi racconterà una storia che ricalca quella del film ma ha nuovi protagonisti (tra cui Luca Argentero, Cristiana Capotondi ed Eduardo Scarpetta). 

Qui vedete il primo teaser trailer che svela anche la data di uscita in streaming, il 13 aprile >> VIDEO

Le Fate ignoranti: La trama della serie tv

Come il film, la serie - scritta dallo stesso Özpetek, Gianni Romoli, Carlotta Corradi e Massimo Bacchini - partirà dal racconto di un tradimento per esplorare una commovente storia amicizia e inaspettate relazioni interpersonali. Stando alla sinossi diffusa da Disney+, "quando Massimo (Luca Argentero) il marito di Antonia (Cristiana Capotondi), viene ucciso in un incidente d'auto, la donna scopre che suo marito aveva una relazione omosessuale con un uomo di nome Michele (Eduardo Scarpetta). Antonia, devastata dalla notizia, si ritroverà a stringere un'amicizia inaspettata e commovente con Michele e la sua cerchia di amici eccentrici". Il regista, in occasione dell'annuncio ufficiale del nuovo progetto lo scorso anno, aveva promesso che avrebbe "spiazzato" anche il pubblico che aveva già visto il film, quindi aspettiamoci qualche punto di rottura dal materiale di partenza. La serie è diretta dallo stesso Ozpetek e da Gianluca Mazzella, suo collaboratore da oltre vent’anni.

Il cast

Come la maggior parte delle opere di Özpetek, anche questa serie avrà un cast corale guidato dai già citati Luca Argentero, Cristiana Capotondi ed Eduardo Scarpetta. Tornerà inoltre Serra Yilmaz, storico volto dei film di Özpetek, e accanto a lei ci saranno tra gli altri Carla Signoris, Deniz Burak, Paola Minaccioni, Ambra Angiolini, Anna Ferzetti, Edoardo Purgatori, Filippo Scicchitano e ancora Lilith Primavera, Edoardo Siravo, Samuel Garofalo, Maria Teresa Baluyot, Patrizia Loreti, Giulia Greco e Mimma Lovoi. Per le descrizioni dettagliate dei personaggi vi rimandiamo al nostro articolo sul cast e i personaggi de Le Fate ignoranti.

fonte: di

Cochi Ponzoni e Matteo Taranto in "Le ferite del vento" di Juan Carlos Rubio, al Teatro Civico della Spezia. Dall'11 al 13 febbraio

"Le ferite del vento"
Regia di Alessio Pizzech
Coproduzione Teatro Civico della Spezia e Società per Attori.
Dall'11 al 13 febbraio, alle ore 20:45 Teatro Civico della Spezia

La morte del padre obbliga Davide a farsi carico di tutte le incombenze pendenti. Frugando fra una montagna di carte, il giovane trova, però, qualcosa di inatteso, lettere d’amore indirizzate ad un uomo. Sconcertato dalla scoperta, Davide decide di andare a far visita al presunto amante del padre. 

L’incontro con questo anziano signore gli darà modo di scoprire verità mai immaginate.

Un racconto intenso, fatto di emozioni che ci narrano della bellezza e dello stupore quando, fuggendo dagli stereotipi, viene rimesso in gioco il significato delle parole figlio e padre.

Ingresso (prevendita €2)

I settore platea, barcaccia e palchi prima fila: intero €20 – ridotto Cral e over 65 €17 – Studenti e membri associazioni Teatro amatoriale: €8

II settore platea, prima galleria, palchi di seconda fila: intero €15 – ridotto Cral e over 65 €13 – Studenti e membri associazioni Teatro amatoriale: €6

II settore galleria, palchi di terza fila: intero €10 – ridotto Cral e over 65 €8- Studenti e membri associazioni Teatro amatoriale: € 5

Vendita online: www.vivaticket.com

fonte: www.teatrocivico.it

venerdì 4 febbraio 2022

Musica: Sul palco con Amadeus > Chi è Drusilla Foer, la stella che ha illuminato la terza serata di Sanremo

(Ansa/Facebook/Gianluca Gori)
Con stile, glamour, charme e simpatia, la nobildonna toscana Inventata dall'attore Gianluca Gori, ha conquistato il pubblico dell'Aristo. In foto Drusilla e Gianluca Gori

Drusilla Foer ieri sera ha incantato il pubblico dell'Ariston e quello da casa. "Eleganza, intelligenza, professionalità", dai social sono arrivati i consensi e gli applausi per la co-conduttrice della terza serata.

A colpire, "la raffinatezza e l'intelligenza sul palco", ma anche lo "stile, glamour, charme, simpatia" e "i luoghi comuni smontati con intelligenza e classe".

Ma chi è Drusilla Foer?

Drusilla è il personaggio ideato e interpretato dal fotografo e attore fiorentino Gianluca Gori. Artista a tutto tondo, l'attore e anche cantante è nato a Firenze nel 1967. Dopo aver studiato all'Istituto d'Arte, ha iniziato la sua carriera all'inizio degli anni 2000 in rete, poi ha lavorato a teatro, in tv e al cinema.

Nelle vesti di Drusilla ha recitato nel film di Ferzan Ozpetek ‘Magnifica Presenza’, conosciuta al pubblico del web per le sue esilaranti telefonate con la domestica Ornella. Oltre al successo sul web, è stata giudice a Strafactor, lo speciale di X Factor, ha preso parte al Maurizio Costanzo Show ed è stata ospite nel salotto di CR-La Repubblica delle Donne di Chiambretti.

Drusilla Foer ieri sera ha incantato il pubblico dell'Ariston e quello da casa. "Eleganza, intelligenza, professionalità", dai social sono arrivati i consensi e gli applausi per la co-conduttrice della terza serata.

A colpire, "la raffinatezza e l'intelligenza sul palco", ma anche lo "stile, glamour, charme, simpatia" e "i luoghi comuni smontati con intelligenza e classe".

Gianluca Gori, profilo ufficiale Facebook
 Da alter-ego di Gianluca Gori a nobildonna in carne e ossa

 

 Gianluca Gori da diversi anni nelle sue interviste è sempre e solo Drusilla che ha sempre liquidato il rapporto con il suo creatore così: Lui sostiene di avermi inventata, ma non è così geniale.

 

 Elegante e irriverente, la nobildonna toscana nasce a Siena, il 23 luglio del 1945, sotto il segno del Leone.

 Pittrice, attrice, modella, sceneggiatrice, fotografa, cantante, dopo la sua nascita in Toscana si trasferisce a Cuba, luogo dove passa l'infanzia. Sull’Isola rimane fino all’età di vent’anni poi, poco più che maggiorenne, inizia a viaggiare per il mondo girando diverse città: Parigi, Bruxelles, Madrid, Chicago e Viareggio.

Sanremo 2022, Drusilla. ANSA
Da tempo icona di stile, personaggio irriverente e antiborghese, Drusilla si presta spesso a sostegno di cause sociali importanti. Posa per fotografi, stilisti e artisti internazionali. Frequenta con successo televisione e cinema, diventando in breve una star di culto anche sul web.

fonte: di Carlotta Urbani www.rainews.it

giovedì 3 febbraio 2022

Firenze: La mostra “Il Fiorentino. Il Gran Diamante di Toscana” a Palazzo Medici Riccardi, prorogata al 22 febbraio 2022

MARUCELLIANA DIAMANTE FIORENTINO
 E’ stata un piccolo successo, la mostra “Il Fiorentino. Il Gran Diamante di Toscana” in corso a Palazzo Medici Riccardi, e così invece di chiudere come previsto il 26 gennaio, sarà prorogata al 22 febbraio 2022.

 Dedicata ad uno dei più preziosi e rari gioielli dei Medici, il “Gran Diamante” del Granduca di Toscana, noto anche come “Il Fiorentino”, oggi perduto, l’esposizione si arricchisce di un nuovo e straordinario pezzo finora inedito: un calco in gesso della pietra preziosa rinvenuto nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (Direzione regionale musei della Toscana).

 Il calco, facente parte del Monetiere del Museo Archeologico, in cui nel 1895 confluirono la collezione numismatica e quella glittica provenienti dalle Gallerie degli Uffizi, è conservato in una piccola scatola in pelle da gioielliere. 

 Verosimilmente in gesso patinato, il calco del diamante è accompagnato da note manoscritte, una delle quali, sul coperchio del contenitore, identifica l’oggetto come impronta del Gran Diamante di Toscana, mentre la seconda, in un biglietto a parte, riporta il peso in carati, il valore in lire e la descrizione del colore della pietra.

Lo straordinario pezzo, ancora tutto da studiare e non precedentemente inventariato, si unirà alle altre opere esposte a partire da venerdì 28 gennaio 2022. La mostra, promossa dalla Città Metropolitana di Firenze, organizzata da MUS.E e curata da Carlo Francini e Valentina Zucchi, è la seconda esposizione del ciclo Cammei, una rassegna di piccole mostre, dai toni intimi ma di grande importanza, dedicata alla valorizzazione delle opere e delle storie legate a Palazzo Medici Riccardi.

“L’aver organizzato questa piccola mostra di ricerca, legata ad un oggetto così particolare e suggestivo – dichiarano Carlo Francini e Valentina Zucchi, curatori della mostra – ha dato la possibilità ai colleghi ricercatori di un’altra istituzione, in questo caso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, di ritrovare nei loro depositi questo calco straordinario e inedito de “Il Fiorentino”. È questo un aspetto estremamente importante, forse uno dei più importanti, per il nostro patrimonio culturale: produrre piccole mostre e lavorare sul patrimonio considerato minore crea spesso delle importanti connessioni, tra storie, oggetti, persone e istituzioni, connessioni che ridanno identità e dignità al nostro patrimonio”.

Il Fiorentino.Il Gran Diamante di Toscana.Palazzo Medici Riccardi
 “Il Fiorentino”, diamante di dimensioni eccezionali e di color giallo citrino era, nel XVII secolo, la seconda gemma al mondo, dopo quella appartenente all’imperatore Moghul. Acquistato nel 1601 da Ferdinando  I de’ Medici, fu lavorato per un lungo periodo dal tagliatore Pompeo Studendoli, artigiano veneziano residente a Firenze. 

 Il risultato fu uno splendido gioiello a forma di mandorla, con taglio a doppia rosa di nove lati e 127 faccette, che venne poi inserito entro una montatura a pendente altrettanto sfarzosa. Un manufatto prezioso, icona di lusso e di potere, che rimase nelle mani dei Medici fino al passaggio della Toscana ai Lorena, quando venne portato a Vienna, per poi svanire nel nulla durante la Prima Guerra Mondiale.

I documenti in mostra consentono di ripercorrere le vicende di questo straordinario gioiello, a partire dalle prime lettere in cui il diamante fu proposto al Granduca Francesco I nel giugno 1579 – “la più bella cosa che venisse d’Asia giamai”, si legge,  passando per l’inventario stilato nel 1621 alla morte di Cosimo II, acquirente della pietra e committente della sua lavorazione, fino all’Inventario delle Gioie dello Stato di Toscana che Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina, fece compilare nel 1741, tutti quanti custoditi presso l’Archivio di Stato di Firenze. A questi si affiancano opere grafiche che denotano l’interesse e la meraviglia suscitate dal “Gran Diamante di Toscana”: fra queste un’incisione del XVII secolo custodita presso la Biblioteca Marucelliana; il libro Le six voyages de Jean Baptiste Tavernier (1676), in cui l’esploratore francese pubblicò un resoconto dei sei lunghi viaggi esotici compiuti nel corso della sua vita e dove non mancò di ricordare e riprodurre i più grandi e bei diamanti da lui visti in Europa e in Asia: al secondo posto, dopo il diamante del Gran Mogol, compare appunto il “diamant du Grand Duc de Toscane”, qui indicato di 139 carati e di color citrino, in prestito dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; la tavola a stampa presente nei “Sunti del Tarpato” (1740), opera di Andrea da Verrazzano e unica raffigurazione attualmente nota del diamante in forma sia grezza sia sfaccettata – quindi desunta da un disegno di inizio Seicento, prima che la pietra venisse montata – custodita presso l’Accademia di scienze e lettere la Colombaria.

Il ritratto di Maria Maddalena d’Austria, dipinto probabilmente da Domenico e Valore Casini e di proprietà delle Gallerie fiorentine, riprodotto eccezionalmente in mostra, offre l’occasione di ammirare l’elegantissima ghirlanda posta sul capo dell’Archiduchessa, ornata dal diamante nella sua altrettanto preziosa montatura, che negli inventari sarà descritta come “un sottile serpente tutto tempestato di piccoli Diamanti, il quale colle sue branche sostiene per aria il detto Diamante”. La mostra espone inoltre il ritratto di Cosimo II Medici, suo consorte, dipinto dagli stessi Domenico e Valore Casini a figura intera, in veste di damasco dorato e manto d’ermellino, scettro e corona granducale (inv. 3197-1890), da poco restaurato.

La mostra propone anche altre testimonianze documentarie del gioiello, tra disegni, inventari medicei e documenti d’archivio vari, per ricostruire la storia e le vicende, ma anche l’aspetto e le caratteristiche di una delle pietre più celebri al mondo, di cui si sono perse le tracce all’inizio del XX secolo. La mostra propone inoltre una straordinaria riproduzione del gioiello mediceo, realizzata in zirconia cubica dalla bottega artigiana orafa di Paolo Penko. Grazie ad una scrupolosa ricerca iconografica e sulle tecniche antiche, Penko ha ricreato, per la prima volta al mondo, la preziosa montatura serpentinata con cui Maria Maddalena d’Austria era solita sfoggiare il diamante. Il serpente è stato realizzato con la tecnica della fusione in osso di seppia, perfettamente modellato per accogliere la riproduzione del Fiorentino in zirconia cubica. La montatura è stata impreziosita con lo stesso numero di diamanti dell’originale, ben 182 pietre taglio antico a rosetta, incastonati con piccoli frammenti di foglia argentata.

Scarica qui la versione digitale del booklet dedicato alla mostra BOOKLET

fonte: www.palazzomediciriccardi.it

E' morta Monica Vitti, icona assoluta del cinema italiano del '900

La grande attrice aveva compiuto 90 anni il 3 novembre. Da anni si era ritirata a vita privata a causa di una malattia neurodegenerativa, venerdì la camera ardente in Campidoglio e sabato i funerali. Foto Ansa

E' morta Monica Vitti. La notizia è stata data dal compagno dell'attrice, Roberto Russo. Nata Maria Luisa Ceciarelli a Roma, il 3 novembre del 1931, aveva compiuto da qualche mese 90 anni. Attrice icona del cinema italiano, era assente dalle scene dal 2001, quando per l'ultima sua apparizione ufficiale fu ricevuta al Quirinale per i David di Donatello. Musa di Michelangelo Antonioni, regina della commedia all'italiana al fianco di Alberto Sordi. 

Venerdì 4 febbraio verrà allestita la camera ardente in Campidoglio, mentre sabato 5, alle 15:00, si terranno i funerali nella Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo, a Roma.

L'attrice era affetta da una malattia neuro degenerativa simile all'Alzheimer, che l'ha isolata da tutti, protetta dal marito Roberto Russo. E proprio lui, che ha sempre combattuto le false notizie su di lei che popolavano la rete, ha dovuto dare oggi la triste notizia.>>  QUI

Scelse un nome d'arte con cui rimpiazzare il nomignolo di "Setti vistini" con cui la chiamavano amici e familiari per la sua capacità di cambiarsi in fretta e furia come un personaggio di Fregoli. Un cognome che le ricordasse la madre amatissima (Adele Vittiglia) e un nome che le "suonasse bene" e non andasse ancora di moda.

Il debutto al cinema nel '55 con un piccolo ruolo nell'"Adriana Lecouvreur" di Guido Salvini a fianco di mostri sacri come Valentina Cortese, Gabriele Ferzetti e Memo Benassi, ma 5 anni dopo si incarna nella silenziosa musa di Antonioni per il primo dei quattro film che vanno sotto il segno dell'"incomunicabilità": "L'avventura".

Nei successivi quattro anni diventerà una diva internazionale grazie a titoli indimenticabili come "La notte", "L'eclisse", "Deserto rosso", ma l'incontro con Antonioni data già dal 1957 quando presta la voce a Dorian Gray ne "Il grido". Tutti i grandi registi internazionali la vogliono anche perché oltre a un volto bellissimo e misterioso sfoggia una voce roca e pastosa che (proprio come Claudia Cardinale negli stessi anni) afferma una diversità dalla scuola tradizionale di dizione.

Negli stessi Anni 60 si è cimentata più volte con la tv ed ha avuto un riconoscimento speciale con la partecipazione alla tormentata giuria del festival di Cannes del 1968 quando si dimette dal suo ruolo in solidarietà ai contestatori della Nouvelle Vague. E' in questo momento che decide di dare un taglio alla sua immagine più consolidata e abbraccia l'idea della commedia grazie a Mario Monicelli che la vuole protagonista de "La ragazza con la pistola". Il successo è popolare.

Monica Vitti ha dominato nel cinema italiano degli Anni 70, permettendosi stravaganze di qualità (come nei ruoli cuciti sul suo fascino da Miklos Jacsò, Luis Bunuel, André Cayatte), lavorando coi grandi italiani (da Dino Risi a Ettore Scola, da Monicelli al Luigi Magni de "La Tosca"), affiancando Antonioni nella sperimentazione elettronica de "Il mistero di Oberwald"), trionfando in coppia con Alberto Sordi (specie grazie a "Polvere di stelle" diretto da Albertone), spingendo al debutto dietro la macchina da presa prima Carlo Di Palma (il grande direttore della fotografia che è diventato il suo compagno) e poi il fotografo Roberto Russo che con lei debutta da regista con "Flirt" che le fa vincere il premio come migliore attrice a Berlino nel 1983.

Memorabile il suo sodalizio con Michelangelo Antonioni negli Anni 60,  spettacolare la sua intesa con Alberto Sordi nel cuore della migliore stagione della commedia italiana.

Monica era l'incarnazione vivente dell'epoca d'oro del cinema italiano: bifronte come le grandi attrici: volto, voce, carisma che nessun'altra ha saputo ripetere.

Cresciuta in Sicilia prima della guerra a causa del lavoro del padre (ispettore al commercio), innamorata della recitazione fin dall'adolescenza (quando metteva in scena spettacolini casalinghi per distrarre i fratelli dagli orrori delle bombe negli ultimi anni di guerra), si era diploma nel 1953 all'Accademia d'arte drammatica sotto la guida di Silvio d'Amico e con un maestro-sodale d'eccezione come Sergio Tofano.

C'erano già tutti i segni della sua duttilità d'interprete: il primo la spinse in palcoscenico per affrontare grandi ruoli drammatici (Shakespeare, Moliére, "La nemica" di Nicodemi con cui conquista il pubblico), il secondo la portò a liberare la sua verve istrionica nella riuscita serie di commedie ispirate al personaggio del Signor Bonaventura, allora popolarissimo eroe dei fumetti.

Il Leone d'oro alla carriera, che nel 1995 le venne dato da Gillo Pontecorvo alla Mostra di Venezia, è uno dei maggiori riconoscimenti internazionali ricevuti, insieme ai 5 David, 12 Globi d'oro e i 3 Nastri d'argento guadagnati in patria.

Ha conquistato anche le platee televisive insieme a Mina ("Milleluci" nel '74 e "Domenica in" vent'anni dopo), scritto due libri autobiografici, firmato la sua unica regia ("Scandalo segreto") nel 1990, portato in teatro la grande commedia americana da "La strana coppia" a "Prima pagina". 

All'alba del nuovo secolo il vulcano si spegne, quasi inavvertitamente e solo la dedizione del marito Roberto Russo la protegge dalla curiosità morbosa dei paparazzi. Così oggi la possiamo vedere e ricordare, immortale, nella pienezza della sua arte e della sua vitalità : con quella risata calda, di gola, senza affettazione, che estrarrebbe dal cilindro vedendo le mille celebrazioni, mostre, omaggi a lei dedicati ancora nei mesi della fine del 2021in occasione dei suoi 90 anni.

fonte: https://www.tgcom24.mediaset.it

Movie: Monica Vitti, Italian Film Icon, Dies at 90

Monica Vitti at the Cannes Film Festival in 1992. Courtesy of Getty Images
Michelangelo Antonioni's 'L’Avventura' (1960) and 'La Notte' (1961) died after a long battle with Alzheimer's disease. 

Monica Vitti, an Italian cinema icon and muse to legendary director Michelangelo Antonioni, has died. She was 90.

Italian news agency ANSA reported the news on Wednesday, citing a Twitter post by the former mayor of Rome, Walter Veltroni. Agence France-Presse later reported that the Italian culture ministry has confirmed her death, calling her “an icon best known for her starring roles in films by Michelangelo Antonioni.”

Best known for her roles in the 1950s and 1960s, particularly Antonioni collaborations L’Avventura (1960) and La Notte (1961), Vitti died after a long battle with Alzheimer’s disease, Italian media reported Wednesday.

Italian director and politician Walter Veltroni confirmed her death via Twitter on behalf of Vitti’s longterm partner, Roberto Russo.

Veltroni tweeted: “Roberto Russo, her companion in these years, asks me to communicate that Monica Vitti is no more. I do so with great grief, affection, and nostalgia”.

Born Maria Luisa Ceciarelli in Rome in 1931, Vitti shot to international fame with her starring role in Antoninoni’s L’Avventura, playing a woman who starts up a relationship with the lover of her missing girlfriend. Her cool, detached performance wowed audiences and critics, and she became a muse for Antonioni, appearing in several of his films, including La Noche (1961) alongside Jeanne Moreau and Marcello Mastroianni, and Red Desert (1964) with Richard Harris.

Vitti appeared in several international productions, including James Bond spoof Modesty Blaise (1966) alongside Terence Stamp and Dirk Bogarde, and the comedy On My Way to the Crusades, I Met a Girl Who… (1967) with Tony Curtis.

Later, Vitti became the on-screen partner of great comic actor Alberto Sordi, making several films together, including Polvere di stelle (1973) and I Know That You Know That I Know (1982).

She won five David di Donatello Awards for Best Actress, Italy’s equivalent of the Oscar, as well as a career Golden Lion award at the Venice Film Festival in 1995. Her performance in L’Avventura secured her a BAFTA nomination for Best Foreign Actress in 1961.

Vitti had been absent from public life due to Alzheimer’s since 2001.

source: By Scott Roxborough, Georg Szalai  www.hollywoodreporter.com

Libri: "A casa prima di sera" di Riley Sager

«Com'era vivere in quella casa?». Maggie Holt è abituata a questa domanda. 

Venticinque anni fa, lei e i suoi genitori, Ewan e Jess, si trasferirono a Baneberry Hall, una sconfinata tenuta vittoriana nei boschi del Vermont. Trascorsero lì tre settimane prima di fuggire nel cuore della notte, un calvario che Ewan raccontò in seguito in un libro di saggistica intitolato La casa degli orrori (House of Horrors). 

La sua storia di eventi spettrali e incontri con spiriti maligni è diventata un fenomeno mondiale, rivaleggiando con The Amityville Horror in popolarità e scetticismo. 

Oggi, Maggie è una restauratrice di case antiche ed era troppo piccola per ricordare gli eventi menzionati nel libro di suo padre. In più non crede a una parola: i fantasmi, dopotutto, non esistono. 

Quando Maggie eredita Baneberry Hall, torna in quella casa per a ristrutturarla e prepararla per la vendita. Ma il suo ritorno è tutt'altro che caloroso. Persone del passato, raccontate in La casa degli orrori, si nascondono nell'ombra. E la gente del posto non è entusiasta del fatto che la loro piccola città sia diventata famosa grazie al successo del libro del padre di Maggie. 

Ancora più inquietante è la stessa Baneberry Hall, un luogo pieno di cimeli di un'altra epoca che suggeriscono una storia dalle tinte oscure. Mentre Maggie sperimenta strani eventi usciti direttamente dal libro di suo padre, inizia a credere che ciò che lui ha scritto, fosse più realtà che finzione. 

fonte: www.ibs.it

The film ‘Into My Name’: Debut Trailer For Berlin Doc Exec Produced By Elliot Page

EXCLUSIVE: Here’s your first look at Into My Name (Nel Mio Nome), Italian filmmaker Nicolò Bassetti’s feature documentary that is set to debut in Berlin’s Panorama program this month.

The film tells the coming-of-age story of four friends, all of whom are undergoing gender transitions, who share important turning points in their lives. The project is rooted in director Bassetti’s own experience with the transition of his son Matteo.

The protagonists of the doc are Nico, Leo, Andrea and Raff, a tight-knit group of friends in Bologna, Italy, all of whom start their gender journey from a female to a male identity at different times in their lives.

Actor, producer and activist Elliot Page recently boarded the project as an executive producer ahead of its festival premiere.

The project is produced by Bassetti’s company Nuovi Paesaggi Urbani and Lucia Nicolai and Marcello Paolillo’s Art of Panic. Support came from the Regione Emilia Romagna film production fund. There is no sales agent attached.

Page said recently when boarding the pic: “What stands out to me about Nel Mio Nome is the way it so artfully and intentionally presents all the different pieces that make up a person’s identity. It’s a meditation on trans humanity, and I’ve never seen another film like it. Knowing that Bassetti consulted closely with his trans son throughout production is so beautiful to me, and I think that lived experience and input is clear in the film’s perspective. I’m honored to be onboard and can’t wait for everyone to see it.”

Nel mio nome (Into My Name),  Trailer >> HERE

source:  By Tom Grater  https://deadline.com