sabato 21 dicembre 2013

Roma: Università la Sapienza, alle migliori tesi lgbt il premio 'Maria Baiocchi'

Alla Sapienza di Roma l'associazione Di'Gay Project ha consegnato un assegno a due lavori sui temi dell'omogenitorialità e del gergo queer. I relatori: "Ogni anno che passa le ricerche raggiungono un livello più alto"

Studi gay: la cultura contro l'omofobia. All'università Sapienza di Roma, l'associazione Di'Gay Project ha staccato due assegni agli autori delle migliori tesi di laurea e post-laurea lgbt nell'ambito della IX edizione del premio Maria Baiocchi. Ad aggiudicarseli sono stati Corinna Sabrina Guerzoni, che ha vinto mille euro con una tesi di laurea specialistica sull'omogenitorialità in Lombardia (Università Bicocca di Milano), e Daniel De Lucia, che di euro ne ha vinti 2mila, con la tesi di dottorato "Il gergo queer (termine ombrello per indicare tutte le persone lgbt ndr) nell'italiano novecentesco e contemporaneo" (Università "G. D'Annunzio" Chieti-Pescara).

Vince la linguistica lavanda
. De Lucia si è inserito nel filone di studi della cosiddetta "linguistica lavanda" fondata da William Leap (il termine deriva dal colore della lavanda che soprattutto negli Usa viene associato alla comunità lgbt ndr): "E' una traduzione italiana della linguistica queer: finora se ne sono occupati solo giornalisti, psicologi, scrittori. Ho cercato di collocare il mio lavoro tra i professionisti del settore". Ma quando nasce il gergo gay? "Quando le persone omo o bisessuali - spiega De Lucia - hanno bisogno di parlarsi in codice, ovvero quando la condizione gay è considerata una malattia o un reato".

In genere si studia come la comunità italiana parla dei gay, ma la prospettiva del lavoro di De Lucia è diversa: "Ho voluto capire - afferma - come parlano le persone omo o bisessuali tra loro, quali sono i codici linguistici utilizzati". Oggi si può parlare di 'degergalizzazione'? "Nella società attuale non si può parlare solo di italiano contemporaneo, di gergalizzazione o di degergalizzazione perché questi linguaggi convivono a seconda dell'età delle persone e della loro cultura di riferimento". E il giovane studioso fa un esempio: "Prendiamo l'uso del maschile. Quando un ragazzo gay declina al femminile il nome di un suo coetaneo, quest'ultimo potrebbe ricordargli - risentito - che è un uomo. Ciò non avviene tra le persone gay over 50, che per scherzare utilizzano con più scioltezza e senso dell'ironia il femminile per parlarsi".

"Lgbt & Gender Studies: per una cultura della diversità"
. La premiazione è avvenuta alla facoltà di Psicologia nell'ambito di un convegno sugli studi lgbt nel mondo accademico italiano. Vittorio Lingiardi, docente di Psicologia dinamica alla Sapienza e autore di studi sul vissuto delle persone omosessuali, ha condotto l'incontro. Sono intervenuti tra gli altri Silvia Mazzoni, docente di Psicologia dinamica alla Sapienza, Roberto Baiocco, ricercatore in Psicologia e responsabile del servizio "6 come sei" della Sapienza, Michela Fusaschi, ricercatrice in Antropologia culturale e sociale all'Università Roma Tre, Luca Trappolin, ricercatore in Sociologia all'Università di Padova, e Alessandro Baracchini, giornalista di RaiNews 24. Ogni anno che passa le tesi raggiungono un livello più alto, hanno sottolineato i relatori. Gli studi lgbt, nonostante le diffidenze ancora presenti nel mondo accademico, cominciano ad avere anche in Italia la dignità che hanno in altri Paesi.

"In memoria di Maria Baiocchi continuiamo a premiare il merito nonostante la crisi" ha detto Imma Battaglia, presidente onoraria del DìGay Project, che per la prima volta ha salutato la premiazione da consigliera di Roma Capitale. "In un momento di crisi tanto drammatica per il Paese, vogliamo continuare a dare un segnale di continuità ai giovani che hanno il coraggio di credere in se stessi per provare a costruire un futuro diverso da questo". Investire sui giovani e sugli studi lgbt. "Anno dopo anno - continua Battaglia - rinnoviamo il nostro impegno a puntare sui giovani, consapevoli di muoverci spesso controcorrente, ma convinti che investire risorse nella ricerca in generale e, nello specifico, in quella sulle identità di genere e sugli orientamenti sessuali, sia un modo per accendere piccole luci di speranza".

Maria Antonietta Baiocchi era un'attivista lesbica morta il 20 settembre 2002 all'età di 43 anni. "Maria ha vissuto la sua condizione con coraggio ed entusiasmo - ricordano gli amici - La malattia che la colpì a 18 anni, la limitò nella mobilità fisica, ma non riuscì a scalfire in lei il desiderio di impegnarsi verso il prossimo e verso la comunità lgbt. Con passione e forza interiore non permise che la malattia prendesse il sopravvento, ma partecipò fino alla fine a quante più occasioni di visibilità e di rivendicazione dei diritti negati, confrontandosi, cercando ed offrendo sia amore che amicizia. Un luminoso esempio di vita".

Nelle sue nove edizioni, hanno concorso al Premio oltre 200 tesi di laurea e post-laurea, archiviate e disponibili alla consultazione presso la sede dell'associazione Di'Gay Project. Più di 40 docenti e ricercatori sono stati coinvolti per la valutazione dei singoli lavori ogni anno, 23mila euro i contributi erogati finora agli studenti migliori. "Non credevamo, sinceramente, che così tanti fossero i giovani desiderosi di approfondire questi temi - commenta Battaglia: molti affezionati all'Italia, altri curiosi di indagare il mondo e gettare ponti su altre realtà: studiosi di medicina, esploratori dell'antropologia, tutti con una straordinaria voglia di scoprire, approfondire e condividere l'unicità di una prospettiva sulla vita".
Fonte: www.repubblica.it (20/12/13) via http://www.digayproject.org di PASQUALE QUARANTA

Lgbt: “Spegniamo l’Odio” lo spot Arcigay contro l’omotransfobia

Lo spot è stato realizzato da Arcigay e finanziato dal Progetto LGBT del Consiglio d'Europa nell'ambito delle attività previste dalla Raccomandazione CM/Rec(2010)5 agli Stati membri sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere .

Il video firmato e diffuso nel web da Latte Creative ha come titolo proprio "Spegniamo l'Odio" dove Odio raccoglie numerose frasi omofobe pronunciate nel tempo da politici e personaggi pubblici italiani.

Tra di esse spiccano quelle dette da Giancarlo Gentilini, da Giancarlo Cerrelli, Pino Scotto, Mariano Apicella, Romano La Russa, Vittorio Sgarbi, Padre Livio (Radio Maria), Alessandra Mussolini e Daniela Santanché. Il Presidente di Arcigay, Flavio Romani, ha unito al video una petizione, lanciata attraverso Change.org e rivolta ai senatori della Commissione Giustizia del Senato.

"Noi non ci arrendiamo all’odio e diciamo no a questa idea di società. Vogliamo una legge che senza se e senza ma, senza salvacondotti e annacquamenti, stabilisca anche per i crimini d’odio omofobico e transfobico quello che stabilisce da decenni anche per diverse altre fattispecie " (tratto da http://www.change.org/noomofobia)

Petizione "Approvate un testo di legge che contrasti REALMENTE l’omofobia e la transfobia, senza se e senza ma" QUI PUOI FIRMARE LA PETIZIONE:
http://www.change.org/noomofobia
fonte http://www.articolotre.com/

venerdì 20 dicembre 2013

Lgbt: New Hampshire, tutta la scuola si veste di rosa per difendere un ragazzo vittima di bullismo

E’ stato vittima di bullismo Ryan, solo perché aveva indossato un paio di scarpe da ginnastica rosa per festeggiare la guarigione della mamma da un tumore.

E quando la madre e suo fratello maggiore l’hanno scoperto, hanno lanciato un appello sui social. Risposta? ‘Tutti i ragazzi della scuola, il giorno dopo, si sono presentanti in classe completamente vestiti di rosa.

Qualche settimana fa Ryan Marotta (nella foto sotto), studente di 12 anni di Windham (cittadina statunitense del New Hampshire), aveva deciso di indossare quelle scarpe in occasione del “mese della prevenzione del cancro al seno”, il cui colore-simbolo è appunto il rosa. E l’aveva fatto soprattutto per la madre Kim che, colpita dal tumore, era riuscita a sconfiggerlo. Ma arrivato a scuola sono iniziate le prese in giro da alcuni compagni, anche in modo molto pesante ed offensivo, tanto da costringerlo a togliersele.

“Era così orgoglioso delle sue scarpe rosa e non vedeva l’ora di indossarle”, ha dichiarato Kim Marotta. “Mi sono commossa quando mi ha detto: mamma scusami se non le ho indossate. Il fatto che abbia chiesto scusa proprio a me, mi ha fatto stare così male, che ho postato un messaggio su Facebook. Ed ho ricevuto tante risposte positive. Più di 50 commenti di incoraggiamento dicevano: spero che le indossi ancora, dovrebbe esserne fiero, non dovrebbe assolutamente vergognarsi”.

Ryan1 150x150 New Hampshire, tutta la scuola si veste di rosa per difendere un ragazzo vittima di bullismoAnche Andrew (nella foto a lato, al centro), il fratello maggiore di Ryan, scoperto cos’era accaduto, ha lanciato un appello attraverso i social network: “Ho chiesto sia ai miei amici che ai compagni di classe di Ryan di vestirsi di rosa per incoraggiarlo e sostenerlo. E il giorno dopo, 200 studenti si sono presentati a scuola vestiti di rosa per sostenere Ryan”.

Per Ryan, che era era all’oscuro di tutto, vedere tanti ragazzi e ragazze vestiti di rosa è stata una sorpresa incredibile: “Ero contentissimo di vedere tutto quel sostegno nei miei confronti. Mia mamma ha pianto di gioia quando l’ha saputo”. “E’ incredibile come le cose sono cambiate in una sola notte”, ha detto ancora Ryan,”Perfino alcuni insegnanti erano vestiti di rosa. Mi hanno fatto davvero felice”.
fonte http://www.buonenotizie.it Pubblicato da Laura Pavesi

lisadelgreco.blogspot.com..Augura a tutti i suoi lettori e lettrici, un Sereno Natale...

Buon Natale...
A chi si sente solo
a chi ha la gioia nel cuore,
a chi vorrebbe essere amato

A chi vorrebbe donare,
a chi ha sbagliato
a chi vorrebbe volare.

A chi è in guerra
a chi si sente in pace
a chi soffre in silenzio
a chi sa perdonare.

A chi non ha occhi per vedere
a chi sa ascoltare

A chi ha una meravigliosa famiglia
a chi è lontano dalla sua terra
a chi ha degli amici
a chi invece ne vorrebbe da amare.

A chi è povero
a chi desidera una casa
per vivere questo Natale...

Per un Natale di Festa soprattutto dentro di noi...
Auguri !....Lisa
http://lisadelgreco.blogspot.it

Lgbt USA: Apple, Abercrombie e Nike sono brand troppo gayfriendly per Natale 2013 secondo alcuni cristiani

Ecco i marchi che sono stati criticati per il supporto ai diritti Lgbt

I Cristiani contrari ai diritti Lgbt si sono messi in moto e hanno stilato una classifica di marchi internazionali giudicati troppo favorevoli agli omosessuali. E quindi hanno deciso di indicare quali prodotti sarebbe meglio evitare di comprare per Natale, proprio come “punizione” per il loro appoggio alle tematiche gay.

Assurdo? Ovviamente. Ma purtroppo è così. E così, nella lista di coloro che si battono per l’uguaglianza e contro la discriminazione troviamo Apple, Abercrombie e Nike, tra i tanti nomi.

Appare anche The Home Depot, colpevole di aver organizzato un flash mob a favore delle nozze gay in una delle loro sedi di negozi.

Adidas è giudicata troppo laica. Abercrombie, invece, abbraccia pienamente gli obiettivi politici e sociali del movimento omosessuale, bisessuale e transgender - tra cui il matrimonio omosessuale. Macy’s agisce attivamente per la lotta a favore del mondo gay e trans e ha un’intera sezione del suo sito dedicata al gay “Pride” e alla storia. Accuse simili per Amazon e American Express.

L’accusa è le Aziende Che “normalizzano” le PERSONE LGBTI nel campo economico e nella cultura nei confronti del matrimonio omosessuale

Qui sotto l’elenco completo dei brand che hanno sostenuto troppo i diritti gay e, in alcuni casi, quello della donna di abortire.

Abercrombie and Fitch, Adidas, Amazon, American Express,Apple
Barnes & Noble, Best Buy, Costco, Gap, Old Navy, Banana Republic
The Home Depot, JC Penney, Levi Strauss and Co, Macy’s
Microsoft, Nike, Sony, Target, TJ Maxx, Marshalls, Home Goods, Visa
fonte http://www.queerblog.it da: Desperate Gay Guy Via | GayStarNews

Lgbt TV: Karen e Jack ancora insieme: reunion in "Sean saves the world" della coppia di "Will & Grace"

Negli Usa sta andando in onda la nuova serie tv “Sean saves the world” che vede protagonista proprio Sean Hayes. Lui è l’indimenticabile Jack della serie tv cult “Will & Grace”. Chi non lo ricorda impegnato nei suoi esilaranti dialoghi con l’amica Karen? Ebbene, presto potremo rivedere nuovamente la coppia insieme, sul piccolo schermo.

In una delle prossime puntata della serie tv, l’attore ritroverà infatti Megan Mullally come guest star. Un momento imperdibile per chi ha nostalgia dei due e sogna(va) di ritrovarli ancora insieme. L’occasione diventerà presto realtà.

Megan interpreterà il ruolo della sorella di Sean, il protagonista del telefilm, e verrà trasmesso a febbraio negli Usa. Inoltre, come partecipazione straordinaria, anche quella di Guy Pearce, attore in LA Confidential, Memento e il cult Lgbt Priscilla la regina del deserto

Recentemente, Hayes ha parlato del suo nuovo impegno in televisione come una sorta di serie tv post Will & Grace e… post gay:

“Senza Will & Grace non saremmo qui adesso. Ma io penso a questo come uno show post-gay dove c’è un uomo gay al centro, ma non si tratta di suo essere omosessuale”

Ancora non si sa quando potremo vedere “Sean Saves the world in Italia”.
fonte http://www.queerblog.it da: Desperate Gay Guy

Lgbt: Conduttore Rai de "Il ruggito del coniglio" fa coming out, foto di coppia su sito trasmissione

Antonello Dose, che insieme a Marco Presta (in foto) conduce "Il ruggito del coniglio" su Radio 2, ha fatto coming out. Per inaugurare il "Registro delle unioni coniglie", ha pubblicato la foto con il compagno.

Antonello Dose, uno dei due presentatori del popolarissimo programma radiofonico di Radio2 "Il Ruggito del coniglio" ha fatto coming out pubblicando, proprio sul sito del programma, una foto che lo ritrae con il proprio compagno, Fabrizio.

Dose è il quarto volto (anche se in questo caso sarebbe meglio parlare di "voce") Rai a fare coming out dai microfoni di Viale Mazzini. Celebri i casi di Stefano Campagna , giornalista del TG1, che nel 2007, durante un'intervista dichiarò: "Vivo la mia vita con la quotidianità di chiunque altro.

Non sono 'dichiarato', sono una persona che lavora e che non ha nulla da nascondere". Qualche anno dopo, nel 2012, il coming out di Alessandro Baracchini fu decisamente più eclatante. In diretta TV, durante il TG di RaiNews24, il giornalista disse: ""Se non fossi favorevole al matrimonio gay non potrei sposarmi nemmeno io". Come dimenticare il giornalista sportivo di La7 Paolo Colombo.

Nel caso di Dose, è l'intero programma che ha deciso di schierarsi a favore dei diritti delle coppie gay e del riconoscimento delle unioni.
Per farlo, lo staff della trasmissione ha aperto sul proprio sito il "Registro delle unioni coniglie" , ovvero un simbolico registro online al quale ci si può iscrivere semplicemente pubblicando una foto di coppia.
La prima che inaugura il registro è proprio quella di Antonello e Fabrizio e nelle ore successive se ne sono aggiunte altre 14 di altrettante "coppie di fatto".

Ci sono etero, omosessuali, ma anche persone con i loro animali domestici. E' l'ennesima iniziativa, per altro nata non in seno alla comunità lgbt, che dimostra come la società italiana sia più che pronta al riconoscimento delle coppie gay che il parlamento continua a rimandare.
fonte http://www.gay.it/

giovedì 19 dicembre 2013

Firenze: Il ritorno di Drusilla Foer un calendario contro l'Aids

Foto aggressive per la signora dell'alta borghesia fiorentina, che saranno esposte alla galleria d'arte "Aria". Parte dei ricavati andranno alla campagna "PenSieroPositivo"

Il ritorno di Drusilla Foer un calendario contro l'Aids "Perché ho fatto un calendario?
Scusi, non ho capito la domanda". Drusilla Foer icona del web, nel cast di Magnifica presenza di Opzetec, ospite da Serena Dandini in The show must go off, interprete di campagne di sensibilizzazione sociale, radiofonica a radio insieme città futura con Davide Drago, lancia il calendario 2014 ritratta da Leonardo Pasquinelli e Paolo Nesi di Officine Fotografiche.


L’idea all’inizio del 2013 con Paolino Penelope proprietario del Crisco Club, un locale notturno di Firenze di cui la Signora Foer è considerata l’icona.
La collaborazione con Officine Fotografiche nasce da un rapporto di amicizia di oltre un ventennio con gli artisti di questo studio.

E’ di officine il primo ritratto fotografico della Signora al suo ritorno a Firenze nel 1990, sempre di Officine lo scatto contro l’uso delle pellicce del 2008 e l’immagine per la campagna di Anlaids del 2011. Gli scatti del calendario 2014 raccontano Drusilla inedita, vestita di pelle, in corsetteria ecrù, mentre riceve un oscar o terrorizzata prima per un intervento di plastica facciale…un omaggio ai grandi maestri anni 80/90 della fotografia.

Aria art gallery ospita per la seconda volta un lavoro fotografico che vede come soggetto Drusilla Foer (è del Gennaio del 2013 la mostra di ritratti “ Itinere” di Mustafa Sabbagh). Saranno sposte in galleria dal 20 Dicembre le immagini originali del calendario di Officine Fotografiche e gli scatti di Federico Montani che documentano il back stage dei cinque giorni di lavorazione del calendario in una singolare visone tra il documentaristico e il voyeurismo.

In esclusiva per Crisco una istallazione permanente all’interno del locale fiorentino, di un’opera di Officine Fotografiche che ritrae Drusilla Foer in un ritratto forte e morboso.
Mai vista così. Il 21 dicembre al crisco sarata di presentazione del calendario con un'installazione di Officine Fotografiche.

Il backstage:
http://video.repubblica.it/edizione/firenze/il-backstage-del-calendario-di-drusilla-foer/150571/149078
La gallery:
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/12/18/foto/drusilla_le_foto_del_calendario-73922252/1/#6

Parte dei ricavati della vendita del calendario saranno devoluti a "PenSieroPositivo", un'iniziativa benefica promossa dal Quartiere 1 a sostegno dell'ospedale di Careggi per due progetti di ricerca contro l'HIV. In collaborazione con la SOD Malattie Infettive dell’AOU di Careggi.
Una parte dei ricavati sarà anche investita nel 2014 in uno spot prodotto da Crisco Club interpretato da Drusilla Foer contro la guida in stato di ebberezza che verrà distribuito nel circuito dei festival di cinema queer in italia, e nei locali che vorranno aderire alla promozione del messaggio.


E’ possibile trovare il calendario presso:
Aria art gallery, borgo ss apostoli 40r / Crisco club, via Sant’Egidio 43r/ Ete bistro, Via Faenza 55r
American transfert, via Nazionale 123r/ Quelo, borgo santa croce 15r
fonte http://firenze.repubblica.it

mercoledì 18 dicembre 2013

“Rieducare” i giornalisti ad un’informazione rispettosa degli LGBT

Il Dipartimento per le Pari Opportunità insieme all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali ha pubblicato il documento “Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGBT”.

Il comunicato datato 11 dicembre 2013 sul sito del Dipartimento per le Pari Opportunità spiega come questa pubblicazione faccia seguito al ciclo di seminari di formazione per giornalisti intitolato “L’orgoglio e i pregiudizi”, svoltosi nell’ottobre 2013 a Milano, Roma, Napoli, Palermo, organizzato dall’UNAR in collaborazione con Redattore Sociale.it, con il patrocinio dell’Ordine nazionale dei giornalisti e della Federazione nazionale stampa italiana, delle amministrazioni comunali, degli Ordini regionali e dei sindacati dei giornalisti delle città ospitanti, nell’ambito del progetto “LGBT Media and Communication” finanziato dal Consiglio d’Europa.
L’intero progetto di seminari e tutti gli incontri organizzati sono spiegati nel sito di Redattore Sociale, il quale ha invitato a partecipare giornalisti a tempo pieno in una testata, giornalisti collaboratori, allievi di scuole di giornalismo, allievi delle facoltà di scienze della comunicazione, ma anche addetti stampa e comunicazione di organizzazioni e istituzioni pubbliche o private.

Nell’introduzione del documento viene spiegato: «L’Italia non conosce ancora il concetto di “crimine d’odio” verso la comunità LGBT, ma si sta adeguando e in Parlamento si sta discutendo un progetto di legge contro l’omofobia».

A questo proposito i punti principali del decalogo riguardano, ad esempio, la teoria del gender. Si sottolinea, infatti, come “sesso” e “genere” non vadano confusi. Il primo termine si riferisce agli apparati genitali, il secondo all’insieme di elementi psicologici, culturali e sociali che determinano l’essere donna o uomo. Si discute l’uso di parole come “donne gay/omosessuali” oppure “lesbiche”.

Il decalogo precisa come in Italia da decenni il movimento lesbico si sia legato con le istanze del femminismo, promuovendo dunque l’uso della parola “lesbica”.
Per quanto riguarda i transessuali, il documento precisa come il giornalista, per parlare delle persone transessuali, debba appurare come essi si sentano e di volta in volta utilizzare pronomi, aggettivi, articoli coerenti, al maschile o al femminile. Un altro concetto affrontato è quello della famiglia. La famiglia tradizionale non esiste più, le famiglie gay dovranno essere chiamate semplicemente “famiglie”, esattamente come quelle in cui i genitori appartengono a due generi diversi e la stessa considerazione vale per il concetto di “matrimonio”.

Lo scopo del decalogo è quello di educare o di “rieducare” i giornalisti non da un punto di vista linguistico, bensì contenutistico. Le reazioni del giornalismo italiano sono state piuttoste critiche e negative, tanto da parlare di “bavaglio dell’informazione”. Ciononostante, è agli occhi di tutti la curiosità e l’interesse alla tutela del mondo LGBT che un simile documento è riuscito a suscitare.
fonte http://ilreferendum.it/(Fonte: www.hitfili.com)di Vanessa Gonzato

Lgbt Radio: A "Oltre le Differenze" pillole di cultura pop il salsa lesbica in collaborazione con LezPop.it oggi 18 dicembre alle 21

Nella puntata che andrà in onda mercoledì 18 dicembre alle 21 anche la cantautrice Sara Velardo e il suo brano “Il mio amore immenso”

Sarà una puntata interamente in rosa, ironica e scherzosa nella quale parleremo di omosessualità femminile, quella di Oltre le Differenze - il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e trans condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini – che andrà in onda mercoledì 18 dicembre alle 21, sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 e 99.10) o in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it, con ospiti la cantautrice Sara Velardo e la blogger Milena Cannavacciuolo, fondatrice e autrice del sito www.lezpop.it.

Sara Velardo, cantautrice di origine calabrese ma che vive a Lecco, sarà l'ospite di apertura per promuovere il suo ultimo brano “Il mio amore immenso”, una canzone che parla esplicitamente di tutti gli amori possibili e che fa parte del suo nuovo album in uscita a gennaio “Polvere e gas”.

Entreremo poi nel mondo della cultura lesbica, per parlare anche in modo semi-serio dell'omosessualità femminile, ancora troppo taciuta e spesso invisibile, insieme a Milena Cannavacciuolo, una delle autrici del blog più letto dalla comunità lesbica: LezPop.
Dal glossario lesbico e queer, ai film e alle serie tv a tema, sarà un primo assaggio di cultura pop in salsa lesbica a cura della redazione di LezPop che diventerà una rubrica fissa a Oltre le Differenze.

Chiudono la puntata, come sempre, i libri, i film e gli appuntamenti a tema LGBT per le feste natalizie. La trasmissione tornerà poi in onda a gennaio, per interagire con la redazione i contatti sono: 366 2809050 o redazione.oltreledifferenze@gmail.com, è attiva la pagina fan su Facebook e il blog www.oltreledifferenze.wordpress.com .
fonte redazione "Oltre le Differenze"

Lgbt: Barack Obama e Biden disertano Sochi. Ci sarà icona gay Billie Jean King l'ex tennista nella delegazione Usa insieme a una giocatrice di hockey lesbica

New York. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, non assisterà alle Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia, e nemmeno il suo vice, Joe Biden, partirà per presenziare ai Giochi.

Al loro posto, a guidare la delegazione americana alla cerimonia d'inaugurazione, sarà l'ex segretario per la Sicurezza interna e attuale presidente dell'università della California, Janet Napolitano.

Nessun alto funzionario farà parte della delegazione: un segnale chiaro di opposizione alle leggi contro l'omosessualità volute dal presidente russo Vladimir Putin. Faranno invece parte della delegazione l'ex tennista Billie Jean King e la giocatrice di hockey su ghiaccio Caitlin Cahow, entrambe omosessuali.

"La delegazione statunitense ai Giochi olimpici rappresenterà la diversità propria degli Stati Uniti" ha detto Shin Inouye, portavoce della Casa Bianca, a BuzzFeed. "Tutti i membri della delegazione si sono distinti per i risultati ottenuti al servizio del governo, a difesa dei diritti civili e nello sport".

I più alti funzionari statunitensi presenti ai Giochi di Sochi, al via il 7 febbraio, saranno Rob Nabors, assistente del presidente, alla cerimonia d'apertura, e William Burns, vicesegretario del dipartimento di Stato, a quella di chiusura. La delegazione alla cerimonia d'apertura comprenderà anche Michael McFaul, ambasciatore americano a Mosca, Billie Jean
King e Brian Boitano, oro olimpico nel pattinaggio di figura.
La delegazione per la cerimonia di chiusura, guidata da Burns,comprenderà McFaul, Cahow, ed Eric Heiden e Bonnie Blair,entrambi vincitori di cinque medaglie d'oro alle Olimpiadi nel pattinaggio di velocità.

L'annuncio della delegazione ufficiale è inoltre arrivato a meno di due mesi dall'inizio dei Giochi, in ritardo rispetto, per esempio, agli oltre quattro mesi di anticipo per le ultime Olimpiadi estive, la cui delegazione fu guidata dalla first lady, Michelle Obama.

Alle Olimpiadi invernali di Vancouver, nel 2010, parteciparono Barack Obama e Joe Biden, mentre andò a Pechino, nel 2008, l'allora presidente George W. Bush. Nelle scorse settimane, anche i presidenti di Germania e Francia, Joachim Gauck e François Hollande, hanno annunciato che non
presenzieranno alle Olimpiadi di Sochi.
Lo scorso giugno, la Russia ha approvato una legge che vieta la"propaganda" omosessuale, s appelli a boicottare i giochi di Sochi. Lo scorso agosto, Obama si disse contrario all'idea, aggiungendo però di auspicare la conquista di medaglie da parte di atleti americani omosessuali.
fonte http://www.ilmondo.it/Int9

martedì 17 dicembre 2013

Stati Uniti: "The Advocate” Premio LGBT per Papa Francesco

"The Advocate”, la più nota e antica rivista omosessuale americana, nata nel 1967, premia papa Bergoglio come personaggio dell’anno, e sottolinea la sua profonda differenza rispetto ai due pontefici che l’hanno preceduto.

"The Advocate”, la più nota e antica rivista omosessuale americana, nata nel 1967, premia papa Bergoglio come personaggio dell’anno, e sottolinea la sua profonda differenza rispetto ai due pontefici che l’hanno preceduto.

La persona più influente del 2013 non emerge dal nostro conflitto legale in corso ma invece dal nostro conflitto spirituale – i cui successi sono più duri da definire. Non c’è stato nessun voto dato, o legge emanata, ma tuttavia un cambiamento significativo e senza precedenti ha avuto luogo quest’anno nel modo in cui la gente LGBT è considerata da una delle più grandi comunità di fede.

Papa Francesco è il leader di un miliardo e duecento milioni di cattolici romani in tutto il mondo. Ci sono tre volte più cattolici nel mondo di quanti cittadini ci sono negli Stati Uniti. Che piaccia o no, quello che dice fa una differenza”.

Advocate ricorda che ci sono molti cattolici che creano problemi per quanto riguarda le regole di morale religiose, e c’è un grande disaccordo su tanti temi: “ma niente di questo dovrebbe portarci a sottostimare la capacità di ogni papa di persuadere cuori e menti nell’aprirsi alla gente LGBT, e non solo negli USA ma globalmente”.

Chi ostacola la piena accettazione LGBT nella religione “quelli che bloccano il progresso nel lavoro che resta” saranno più facilmente “persuasi da una figura che conoscono. Nello stesso modo in cui il Presidente Obama ha trasformato la politica con la sua evoluzione sui diritti LGBT, un cambiamento da parte del Papa potrebbe avere un effetto duraturo sulla religione”.

Advocate ricorda che sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI erano stati “premiati” dalla rivista con il “Premio Fobia” annuale. E perciò il “drastico cambiamento rispetto ai suoi due predecessori rende quello che ha fatto nel 2013 ancora più audace”.
Per leggere l'originale: http://www.advocate.com/year-review/2013/12/16/advocates-person-year-pope-francis
fonte http://www.lastampa.it/ di Marco Tosatti

lunedì 16 dicembre 2013

Lgbt: “Emergenza omofobia”? I (pochi) studi esistenti dimostrano che è più una “sensazione”. Ecco tutti i dati

Persino l’Avvocatura per i diritti Lgbt deve ammettere: «Esistono pochissimi dati sulla discriminazione Lgbt». L’intolleranza? Per i militanti gay è «fondata non sull’odio ma sull’adesione al modello familiare eterosessuale»

La legge sull’omofobia, dopo l’approvazione alla Camera, sta procedendo nel suo iter al Senato, ma a tappe forzate e per giunta senza che il governo abbia presentato i dati promessi e necessari per giustificare la procedura d’urgenza.

Il tutto si sta svolgendo frettolosamente e senza discussioni. Nonostante la mancanza di informazioni, infatti, il termine per presentare gli emendamenti è stato fissato al 20 dicembre.

ACCUSE GENERICHE
.
La norma prevede fra le pene addirittura il carcere, un misura estrema per combattere un reato di opinione che secondo i sostenitori del ddl rappresenterebbe ormai una vera e propria emergenza in Italia.
A provare però che non esiste alcun allarme reale è un documento dell’Avvocatura per i diritti Lgbt, associazione di avvocati che si occupano della tutela giudiziaria delle persone con tendenze omosessuali.

Nel report, intitolato Realizzazione di uno studio volto all’identificazione, analisi e al trasferimento di buone prassi in materia di non discriminazione nello specifico ambito dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere (2007-2013), si accusano gli italiani di omofobia solo per il fatto che hanno ancora un giudizio negativo su matrimonio gay e adozione per le coppie omosessuali.

Non ci sono invece dati precisi su episodi di violenza o discriminazioni di altro tipo. Invece vi si può leggere quanto segue: «Si può dunque sostenere che l’intolleranza nei confronti delle persone con impulsi omosessuali e bisessuali sembrerebbe nella maggior parte della popolazione fondata non su un immotivato odio omofobico, ma sull’adesione al preciso modello familiare di tipo nucleare eterosessuale».

Secondo l’Avvocatura Lgbt dunque basta “aderire” a un modello familiare eterosessuale per essere considerati intolleranti? E di conseguenza, una volta in vigore la legge sull’omofobia, basterà esprimere contrarietà alle nozze o alle adozioni gay per ricadere nella fattispecie di reato per cui è previsto il carcere?

«NON CI SONO RICERCHE».
Nonostante nel documento non compaiano denunce circostanziate di minacce, derisioni o calunnie, né rilevazioni numeriche sulla casistica di questi fenomeni, il 50 per cento degli intervistati si dice comunque convinto che bisogna fare di più contro l’omofobia.

Diverso il caso delle discriminazioni nei confronti dei transessuali: qui dei dati ci sono, si parla di numerosi episodi di violenza fisica (subiti dal 24 per cento degli intervistati) e molestie (18 per cento), ma è lo stesso rapporto a specificare che il 62 per cento del campione è composto da soggetti legati alla prostituzione, una categoria di per sé a rischio di violenza.

L’Avvocatura Lgbt, infatti, prosegue affermando che «esistono pochissimi dati sulla discriminazione delle persone Lgbt» e «ad oggi sono state condotte pochissime ricerche scientifiche, specificamente mirate a valutare e misurare questo fenomeno».

I SUICIDI.
Un altro argomento generalmente utilizzato a riprova dell’esistenza di una “emergenza omofobia” è il tasso di suicidi, più alto nella popolazione con tendenze omosessuali che nella restante. Sono diverse le ricerche condotto in tutto il mondo che confermano quest’ultima tendenza.

Relativamente all’Italia, in Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia, scritto da Marzio Barbagli e Asher Colombo per il Mulino, si legge che un terzo dei gay e un quarto delle lesbiche hanno pensato almeno una volta di togliersi la vita. E nel 6 per cento dei casi ci hanno anche provato.

La colpa – si sente ripetere – è della società omofobica che non accetta l’omosessualità. Ma anche questa affermazione non è suffragata da dati certi, e anzi, le poche informazioni a disposizione spesso la smentiscono.

NEI PAESI “GAY FRIENDLY”
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Alcune ricerche svolte nei paesi cosiddetti “gay friendly” dimostrano infatti che la sofferenza di chi ha impulsi omosessuali non è correlabile all’omofobia. Ad esempio in Danimarca, dove le unioni gay sono legali dal 1990, è emerso che da allora fino al 2001 il tasso di suicidi tra le coppie di uomini era otto volte superiore a quello registrato per gli uomini uniti a donne.

Lo studio The association between relationship markers of sexual orientation and suicide: Denmark, 1990-2001, condotto da ricercatori dell’Università di Oxford, riporta inoltre un tasso di suicidi più alto tra gli uomini uniti civilmente ad altri uomini, rispetto al resto della popolazione con tendenze omosessuali.

Un’altra ricerca, Marriage, cohabitation and mortality in Denmark: national cohort study of 6.5 million persons followed for up to three decades,1982-2011, pubblicata nel 2009 sulla rivista scientifica Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology ed estesa a un campione di ben 6,5 milioni di persone, lungo un arco di tempo di 29 anni, dimostra lo stesso: il tasso di suicidi fra gli uomini sposati con altri uomini è quattro volte maggiore di quello fra uomini sposati con donne.

Del resto già nel 1978 i ricercatori Alan P. Bell e Martin S. Weinberg dimostrarono che la causa principale del suicidio delle persone con impulsi omosessuali derivava da rotture, litigi e relazioni problematiche con il compagno/a, non dai presunti pregiudizi della società.
Nel loro libro, Homosexualities: A study of diversity among men and women, sono gli stessi gay intervistati a spiegarlo.
fonte http://www.tempi.it di Benedetta Frigerio
http://www.tempi.it/emergenza-omofobia-i-pochi-studi-esistenti-dimostrano-che-e-piu-una-sensazione-ecco-tutti-i-dati#.Uq71lSfyCSo

Lgbt: "OMOVIES" L'arte contro pregiudizio e discriminazione, a Napoli dal 18 al 20 dicembre

Dal 18 al 20 dicembre si terrà a Napoli la sesta edizione dell’ OMOVIES, il Festival di Cinema Omosessuale e Questioning della città di Napoli sostenuto dall’Associazione di Promozione Sociale i Ken ONLUS, che ha come obiettivo principale il superamento dei pregiudizi e della discriminazione nei confronti delle persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender).

Nato nel 2008 grazie a un’idea di Carlo Cremona e Marco Taglialatela, OMOVIES è il primo festival nel Sud Italia del suo genere. È un luogo aperto ed accogliente, lo spazio delle differenze e delle loro affermazione, dove in nome dell’arte le persone interagiscono e fanno rete di solidarietà e condivisione.

Il vero protagonista di OMOVIES è l’ amore, secondo modi e prospettive diversi, e quest’anno ne verrà introdotto un nuovo orizzonte: quello alla terza età e tra persone con qualche ruga in più e i capelli grigi.
L’aspetto innovativo di questa manifestazione è rappresentato soprattutto dal “Questioning”, dal porsi domande e mettersi in discussione riguardo un preciso tema oppure un’idea. È questo l’elemento chiave di apertura e condivisione delle tematiche e delle problematiche legate all’orientamento sessuale e/o all’identità di genere affrontate non solo da registi LGBT ma da chiunque voglia trattare questi temi attraverso il cinema.

OMOVIES è un evento dal grandissimo valore sia sociale che culturale, ricco di iniziative ed eventi collaterali come dibattiti, incontri tematici sul cinema, mostre, party, etc. e che si concluderà con il #GranGalà di OMOVIES. La sua massima espressione è il festival cinematografico e il concorso per cortometraggi, un evento di promozione territoriale perché la “cultura dell’amore” è l’unica strategia e l’unico antidoto per sconfiggere odio e discriminazione.

“Vogliamo mostrare l’amore e le sue differenze,creare aggregazione sociale (partendo da quella giovanile) un un luogo di riflessione, condivisione e sviluppo, che diviene opportunità di contaminazione tra giovani e meno giovani, tra giovani omosessuali, transessuali ed eterosessuali, tra uomini e donne che condividono i valori Costituzionali e della Pace” è l’obiettivo degli organizzatori.

Donne e uomini, senza alcun tipo di distinzione, né culturale, né di genere o di identità di genere, né religiosa, di condizione sociale né quantomeno di orientamento sessuale: tutti sono i destinatari di questa rassegna che intende l’Arte del Cinema come elemento di coesione sociale interculturale.

Grazie al partenariato con il Comune di Napoli è stato possibile realizzare una rete attiva tra organismi pubblici e privati come la Mediateca Comunale di Santa Sofia ed il Festival del cortometraggio del Comune di Napoli ‘O Curt’ .Tra i partner storici del progetto ci sono l’Università degli Studi di Napoli “Federico II di Napoli”, il COINOR e l’ADISU Federico II, la CGIL Campania, la CGIL Napoli. Dal Novembre del 2013 OMOVIES è socio fondatore del Coordinamento Festival Cinematografici Campania: http://www.festivalcinemacampania.it/( CFCC).

Tre giorni ricchi di cinema, dibattiti, incontri che si concluderanno con il #GranGalà @Omovies_it il giorno 20 dicembre presentato da Miss Priscilla Drag Queen e che avrà come madrina d’eccezione Vladimir Luxuria. Moltissimi i film e i cortometraggi proiettati, tra cui il cortometraggio “Luigi e Vincenzo” di Giuseppe Bucci con Francesco Paolantoni e Patrizio Rispo prodotto da OMOVIES e vincitore del del Florence Queer Festival 2013.

Tutte le proiezioni, i dibattiti, le tavole rotonde e gli eventi pomeridiani/serali avranno luogo presso il Palazzo Grenoble – Istituto Francese di Napoli in Via F. Crispi 86 (Salle de Spectacle A. Dumas) e a questo link è possibile visualizzare il programma completo. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito internet:http://www.omovies.it/home.php
o sul gruppo Facebook: https://www.facebook.com/pages/OMOVIESIT/106906309422268?fref=ts
fonte http://www.spaccanapolionline.com Carla De Felice

domenica 15 dicembre 2013

Lgbt: Al Teatro I di Milano "L’OMOSESSUALE O LA DIFFICOLTA’ DI ESPRIMERSI" con Eva Robin’s, uno spettacolo di Andrea Adriatico per teatri di vita, dal 13 al 18 dicembre

In Cina! In Cina! In Cina! Sembrano lontane parenti delle tre sorelle di Cechov… Eppure sono tre decadenti e decadute gran signore (o signori?) autoesiliate in una Siberia da cui non riescono a uscire, assediate da lupi affamati…

Sono Irina, la Madre e la signora Garbo, tutte in corsa verso qualcosa, in un caleidoscopico delirio.


L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi è uno dei testi più travolgenti di Copi, che nelle vesti della signora Garbo l’ha portato in scena a Parigi nel 1971 con la regia di Jorge Lavelli.

La commedia è un inesauribile accavallarsi di colpi di scena che ogni volta modifica completamente ogni riferimento, a cominciare da quello sessuale.

E’ il trionfo del delirio transgender e psichedelico, che esplode in una graffiante comicità. Si ride di cose atroci, mentre il mondo alla deriva rappresentato in quella capanna nella steppa assomiglia sempre più al nostro mondo scardinato.

La strampalata storia di Irina e della Madre nella steppa, sempre in procinto di partire per un altrove che non esiste, mentre ricevono la visita di personaggi come loro senza un’identità e un sesso definitivi, è una vera cavalcata nella più sfrenata fantasia, che moltiplica la comicità di Copi per descrivere con il sorriso l’umanità lacerata dei nostri tempi. Un’umanità dove “la difficoltà di esprimersi” ha l’immagine atroce delle mutilazioni: fisiche, umane, sociali.

Lo spettacolo ha ricevuto una nomination per il premio Rete Critica da parte di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena), con la seguente motivazione:
“Sembra tutto sovraccarico e ridondante ma la materia drammaturgica e teatrale di Copi viene resa con un’esemplare leggerezza dal regista Andrea Adriatico, esaltata dalla recitazione superlativa delle tre bravissime protagoniste affiatate e in grado di reggere la scena all’aperto a pochi metri dal pubblico che si diverte non senza cogliere un messaggio di sconforto alla base della commedia”.

Lo spettacolo ha vinto l’edizione 2012 del Premio Facebook/Short Theatre (referendum on line sullo spettacolo più gradito dagli spettatori al festival Short Theatre).

Teatro i, Via Gaudenzio Ferrari 11 tel 02 8323156/ 366 3700770
info@teatroi.org www.teatroi.org

L’OMOSESSUALE O LA DIFFICOLTA’ DI ESPRIMERSI
Di Copi
Regia: Andrea Adriatico
con Anna Amadori, Olga Durano, Andrea Fugaro,
Eva Robin’s, Saverio Peschechera, Alberto Sarti
a cura di Saverio Peschechera e Daniela Cotti
scenotecnica e luci Carlo Quartararo, costumi Valentina Sanna, scene Andrea Cinelli
organizzazione Monica Nicoli
grazie a a Stefano Casi

“ad Alfredo Ormando, agli amici russi pestati e imprigionati, a tutti quelli che…”
fonte http://www.teatroi.org/