lunedì 9 settembre 2024

Teatro Regio Torino: per la prima volta in Italia Manon Manon Manon. Tre opere, tre compositori, una protagonista unica nella lettura del regista Arnaud Bernard

Dal 1° al 29 ottobre 2024, il Teatro Regio presenta Manon Manon Manon: un viaggio affascinante che per la prima volta in Italia darà vita a una lunga “soggettiva” dedicata a Manon Lescaut

Tre opere, tre compositori, una protagonista unica nella lettura del regista Arnaud Bernard.
Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio, Renato Palumbo, Evelino Pidò e Guillaume Tourniaire.
Teatro Regio, dal 1° al 29 ottobre 2024

La giovane protagonista del romanzo dell’Abate Prévost che, a partire dal successo riscosso alla metà del Settecento, ha ispirato ben tre compositori: Daniel Auber che ha dato vita a Manon Lescaut nel 1856, Jules Massenet che compose la sua Manon nel 1884, e Giacomo Puccini che raggiunse il suo primo grande trionfo con Manon Lescaut nel 1893.

Tre opere autonome ma complementari, tre direttori d’orchestra, tre interpreti per una protagonista unica, tre diversi cast per un inedito “trittico”: ventuno recite in un mese, una vera sfida artistica e produttiva capace di mettere in luce la forza del Regio. 

Per evidenziare le specificità di ciascuna delle tre opere, le tre produzioni sono state affidate a un unico regista, Arnaud Bernard, che svilupperà un progetto drammaturgico incentrato su diverse epoche del cinema, dal cinema muto al cinema francese degli anni ’60.

Centro di questo progetto è Giacomo Puccini di cui nel 2024 si celebra il centenario della morte. Dedichiamo dunque all’inizio della Stagione 2024-2025 uno spazio speciale alla sua Manon Lescaut – che presentò in prima assoluta il 1° febbraio 1893 proprio al Regio – continuando così l’omaggio iniziato nella Stagione in corso nella quale presentiamo ben 7 titoli del compositore lucchese. 

Il palinsesto delle rappresentazioni è stato pensato per permettere a chi non vive a Torino di scoprire le 3 opere in più giorni consecutivi, l’opportunità anche di scoprire una delle città più belle d’Italia.

Libri: "Pensieri lenti e veloci" di Daniel Kahneman

Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. 

Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. 

Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). 

Se il primo presiede all'attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l'intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.

fonte: www.amazon.it

Spettacolo: Almodovar, 'il Leone d'oro crea dipendenza'

Closing Ceremony - 81st Venice Film Festival - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il premier spagnolo Pedro Sanchez si congratula con Almodovar "grande tra i grandi. Orgoglio per il cinema spagnolo". 

E lui, 74 anni, due premi Oscar e una vita vissuta raccontando attraverso i suoi film i cambiamenti epocali della Spagna con la fine del regime di Franco e la movida degli anni '80, si è rimesso in gioco di nuovo andando in America per il primo film in lingua inglese, con due divine come Tilda Swinton e Julianne Moore e un tema forte come l'eutanasia.

E torna a casa con il Leone d'oro di Venezia 81 per La stanza accanto. "Sono emozionato, non pensavo di vincere il Leone d'Oro. Ma una volta che c'è l'hai diventi dipendente. Credo che non potrò vivere più senza questo Leone accanto", ha detto a caldo il regista. "Questo premio mi ha fatto piacere, non era scontato perché ho visto alcuni film del festival, e vorrei vederli tutti, ma posso dire che è stata un'edizione speciale". 

Ha sottolineato Almodovar di "sentire affetto dall'Italia, ogni volta che vengo qui mi sento molto amato, ma è reciproco. La cultura italiana è sempre presente nei miei film. Io sono cresciuto con la cultura pop, cinema e musica, degli anni '60. 

La conosco tutta, in Spagna era di moda, era un'istituzione". La stanza accanto parla di problemi attuali, come l'eutanasia, ma è anche la storia di due donne che si parlano in un mondo agonizzante ma in un modo asciutto rispetto al cinema palpitante e melodrammatico di Almodovar. 

"Non volevo forme di sentimentalismo proprio per questi argomenti - ha risposto all'ANSA Almodovar - volevo fare un film profondo e austero alla luce della tematica espressa e la vitalità del personaggio di Martha, interpretato da Tilda Swinton, che prende la decisione di togliersi la vita da malata terminale attraverso un atto consapevole. La mia narrativa è cambiata, meno barocca, dopo 23 film ho piacere di cambiare anche se credo che in tutti i miei film mi si riconosca. Adesso mi identifico di più con questa forma, per fortuna quando ero giovane ho fatto film molto pazzi, folli e questo mi ha tranquillizzato, non ne sento la necessità". Almodovar ha parlato anche del momento attuale, dei "diritti che con la destra corrono dei rischi", augurandosi che sull'eutanasia ad esempio "i governi trovino il modo di renderla possibile", ricordando che solo in pochi paesi viene praticata. 

"Avvertiamo tutti forte la sensazione di catastrofe presente, ma dobbiamo tentare di vivere la vita con sollievo, cercando di rendere felici gli altri seppure noi non lo siamo. Speriamo che l'apocalisse ci dia più tempo prima di scatenarsi", ha concluso il regista. Il film La stanza accanto, liberamente ispirato al romanzo della scrittrice Sigrid Nunez (Garzanti), sarà in sala con Warner il 5 dicembre. 

fonte: ©Redazione ANSA  www.ansa.it  RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati