venerdì 8 aprile 2022

Lirica: Rai Cultura porta su Rai3 "La bohème", il terzo film-opera firmato Martone. Sul podio del Teatro dell'Opera di Roma, Michele Mariotti

Dopo i successi del "Barbiere di Siviglia" e della "Traviata", Mario Martone realizza il suo terzo film-opera, ancora una volta prodotto da Rai Cultura e dal Teatro dell'Opera di Roma. L'ultima tappa del progetto cinematografico nato durante la pandemia è "La bohème" di Giacomo Puccini, diretta da Michele Mariotti, che Rai Cultura propone in prima visione venerdì 8 aprile alle 21.20 su Rai 3, con un’introduzione di Corrado Augias. 

Per Rai – che ha partecipato all’intero progetto editoriale – è una ulteriore, importante tappa del percorso di creazione di nuovi linguaggi che permettano al grande pubblico di avvicinarsi alla lirica.
La vicenda dei giovani parigini di fine Ottocento viene raccontata attraverso lo sguardo di Martone che associa i loro amori, le amicizie, gli entusiasmi, le inquietudini e persino le sofferenze, a una realtà che è quella del nostro presente. I protagonisti dell’opera pucciniana sono immersi in un mondo che si rifà alla poetica della Nouvelle Vague francese. 

Il film – girato dalla squadra Esterna 1 del Cptv Rai di Napoli, con la ripresa musicale in presa diretta, affidata a 120 microfoni della Direzione Radiofonia - è ambientato nei Laboratori di Scenografia del Teatro dell’Opera di Roma, in via dei Cerchi: un affascinante edificio di archeologia industriale, tra officine per scenografi-pittori, depositi immensi di costumi e attrezzeria scenica e una falegnameria. Il set ideale per la rappresentazione della gioventù pucciniana e per affrontare il racconto operistico da un punto di vista nuovo: non più lo spazio vuoto della platea del teatro chiuso, ma il dietro le quinte, dove l’opera si costruisce. La stessa Orchestra, con il Direttore musicale del Teatro Michele Mariotti, è immersa negli immensi spazi del salone inondato di luce.

La Bohème di Gacomo Puccini, regia Mario Martone. Foto Fabrizio Sansoni
Rodolfo è interpretato da Jonathan Tetelman, Federica Lombardi veste i panni della dolce Mimì. Nelle parti di Musetta e Marcello sono impegnati rispettivamente Valentina Naforniţă e Davide Luciano. Schaunard è Roberto Lorenzi, Colline è Giorgi Manoshvili. Ancora nel cast troviamo Armando Ariostini (Benoît), Bruno Lazzaretti (Alcindoro), Giordano Massaro (un venditore ambulante), Vinicio Cecere (Parpignol), Daniele Massimi (un doganiere) e Alessandro Fabbri (sergente dei doganieri). Il Coro del Teatro è diretto da Roberto Gabbiani.

La produzione dell’opera, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirato al romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger, è arricchita dai costumi di Anna Biagiotti. mentre Pasquale Mari firma le luci.

Per Rai, il progetto editoriale ed artistico è di Francesca Nesler, a cura di Nicola Pardini. Direttore della fotografia Sandro Carotenuto e collaborazione alla regia di Claudia De Toma. Il direttore di produzione è Giacomo Ramaglia, mentre i consulenti musicali sono Marco Diano e Gennaro Soldi. La produzione è a cura di Claudia Tarantino, produttore esecutivo Eleonora De Angelis. La ripresa musicale e la postproduzione audio è curata dalla Direzione Radiofonia con il coordinamento tecnico di Valeriano Battisti. 

fonte: www.rai.it/ufficiostampa

Libri: "Gianni Versace, il giovane favoloso” di Tony di Corcia

«Restare negli schemi mi ha sempre infastidito, mi diverte infrangere le regole, confondere le carte, andare controcorrente»

A più di venticinque anni di distanza dalla sua drammatica morte, avvenuta nel 1997 a Miami, tanto è stato detto e scritto sugli anni d’oro di Gianni Versace. Ma chi era Versace prima di raggiungere il successo? 

Tony di Corcia lo racconta in un libro-tributo che è un viaggio agli albori del talento – innato – di uno stilista che resta ancora oggi una delle icone più luminose della moda internazionale, dalla nascita a Reggio Calabria nel 1946 fino al 1978, anno in cui sfila per la prima volta una collezione con il suo nome. 

L’infanzia nella sartoria della madre Franca, il profondo legame con il fratello Santo e la complicità con la sorella Donatella, un complicato rapporto con la scuola e le prime passioni per la musica e l’arte, fino all’intuizione di trasformare l’atelier in una boutique di prêt-à-porter: fra le pagine di questo volume, che svela l’origine di molti dei suoi temi stilistici, si può scoprire un volto inedito del celebre designer e ripercorrerne i primi passi da predestinato, per capire come è iniziata la sua travolgente cavalcata verso la fama e perché la sua moda – grazie ai tagli seducenti, al culto di una femminilità esuberante e alla capacità di innovare con intuizioni e azzardi – sia rimasta giovane e tutt’oggi ambita e desiderata anche dalle nuove generazioni.

fonte: https://edizioniclichy.it

Esteri: Perché la rielezione di Orban minaccia ulteriormente i diritti Lgbt in Ungheria

Viktor Orban viene rieletto per il suo quarto mandato consecutivo ma perde il referendum sulla legge anti Lgbt, i membri della comunità adesso temono per un inasprimento della repressione.

 

Quarta schiacciante vittoria elettorale consecutiva per Orban, che sul fronte dei diritti Lgbt in Ungheria riceve però la prima vera sconfitta da quando è presidente. Il fronte sul quale il presidente rieletto ha perso è quello del referendum sulla legge che vieta la “promozione dell’omosessualità” ai minori.

Una sfida che Orbàn ha fallito perché la consultazione, avvenuta nello stesso giorno delle elezioni politiche, non ha raggiunto il quorum di partecipazione, come si auguravano le associazioni dei diritti umani.

Dopo la sua rielezione Orban dovrebbe intervenire contro le sanzioni energetiche alla Russia e rafforzare la sua posizione nei colloqui con Bruxelles per sbloccare i fondi congelati dell’UE, quelli del Recovery Fund. Orban rieletto con il 53% delle preferenze ha mantenuto la sua ampia maggioranza, schiacciando l’opposizione formata da una coalizione di sei partiti, che nonostante gli sforzi per unirsi non hanno ottenuto il risultato sperato.

L’UE teme per un aumento delle violazioni nei confronti dei diritti Lgbt in Ungheria

Usando il suo quarto mandato, Orban rafforzerà anche le sue politiche conservatrici contro i diritti Lgbt in Ungheria, soprattutto alla luce del fallimento della proposta referendaria contro la propaganda omosessuale. La rielezione dell’autocrate è stata ovviamente una grande delusione per la comunità Lgbt. Il Governo di Orbán in questi 12 anni è stato sempre scandito da attacchi allo stato di diritto, alla democrazia e ai diritti umani, inclusi molteplici attacchi alle persone della comunità Lgbt e ai diritti delle donne.

Nel campo dei diritti Lgbt in Ungheria arriva però una piccola vittoria, che non lascia comunque ben sperare, essendo arrivata più grazie a una massiccia astensione che non a un grande afflusso di votanti, quella sul referendum che riguarda la legge che vieta la “promozione dell’omosessualità” (così viene definita dal Governo) ai minori.

Agli elettori è stato chiesto il punto di vista sulla proposta di legge per limitare l’insegnamento nelle scuole su argomenti legati alle identità Lgbt in seguito alla cosiddetta legge “anti propaganda omosessuale” di Orbán.

Il referendum presentava agli elettori quattro domande specifiche per valutare se il pubblico sostenesse la “dimostrazione di contenuti multimediali sul cambio di sesso ai minori”. L’amministrazione di Orbán aveva esortato i cittadini ungheresi a dire “no” a tali domande. Prendendo in considerazione il bacino dei votanti, 9 ungheresi su 10 hanno votato in linea con la campagna anti Lgbt del Governo.

Peccato che il referendum non è riuscito ad attirare un numero sufficiente di elettori per renderlo legalmente vincolante. Secondo l’Ufficio elettorale nazionale, hanno preso parte solo 3,5 milioni di elettori su otto milioni aventi diritto: la metà degli elettori idonei doveva presentarsi affinché il sondaggio fosse vincolante, così non è stato.

Più di 1,5 milioni di voti (il 20 %) tra l’altro non erano validi. Una campagna condotta da gruppi per i diritti umani, tra cui Amnesty International Hungary e Budapest Pride, aveva incoraggiato gli ungheresi a esprimere voti non validi barrando sia “sì” che “no” per ogni domanda.

La minaccia dei diritti Lgbt in Ungheria aumenta le crepe tra Budapest e L’UE

Orbán aveva definito il referendum l’ultimo confronto dell’Ungheria con l’Unione Europea. Il blocco europeo ha combattuto, e continua a farlo, la repressione di Orbàn, durata 12 anni, sui diritti Lgbt in Ungheria, sulla stampa e sul sistema giudiziario.

Sulla base dei risultati preliminari, Fidesz avrà 135 seggi, una maggioranza di due terzi in parlamento, con 56 seggi che andranno all’alleanza di opposizione. I critici di Orban affermano che la vittoria potrebbe incoraggiarlo in quella che secondo loro è “un’erosione delle norme democratiche”, della libertà dei media e dei diritti delle persone Lgbt.

Senza voler sembrare eccessivamente drammatico, è una tragedia. Sembra la fine di qualsiasi sogno si possa avere sulla democrazia in Ungheria – ha affermato un funzionario dell’UE – Dovremmo ulteriormente tagliare i trasferimenti di denaro in modo che non costruisca la sua oligarchia con i nostri soldi.

L’Unione Europea adesso teme seriamente l’aumento della pressione sui diritti Lgbt in Ungheria. Il quarto mandato consecutivo rafforza esageratamente la posizione di Orban, storico alleato di Putin. La riconferma porta l’attuale Governo ungherese a non temere ne il taglio dei soldi per la ripartenza post Covid ne le sanzioni economiche contro la Russia che ricadono anche sull’Ungheria.

Il mondo intero può vedere che il nostro marchio di politica cristiano-democratica, conservatrice e patriottica ha vinto – ha detto Orbán ai sostenitori alla base elettorale del suo partito, Balna, sulla riva del Danubio a Budapest -Stiamo inviando all’Europa un messaggio che questo non è il passato, questo è il futuro.

Un futuro che rischia di schiacciare sotto il tacco autoritario i diritti Lgbt in Ungheria, e più in generale i diritti umani.

fonte: Tommaso Panza   www.ildigitale.it

giovedì 7 aprile 2022

Spettacoli: “Dive” al Teatro Marconi in scena le stelle di Hollywood

Greta Garbo, Mercedes De Acosta, Marlene Dietrich e Cecil Beaton. Sono loro le “Dive“, protagoniste del testo di Roberta Calandra per la regia di Mariano Lamberti.

Dive” andrà in scena al Teatro Marconi dal 15 al 20 aprile e vedrà sul palco Caterina Gramaglia, Mariano Gallo alias Priscilla, Marit Nissen e Tiziana Sensi.

“Dive”: lo spettacolo al Teatro Marconi

Una documentatissima scorribanda nella Hollywood dei ruggenti anni ’30 fino all’intervento del codice Haynes, amori saffici “in the closet”, tradimenti, solitudine, passione, censura, religione.

Nel clima asfissiante delle limitazioni imposte dal codice Haynes si sviluppano personalità indimenticabili e fuori dal comune, a riprova che la creatività più alta può fiorire sfidando il limite imposto dalle convenzioni del tempo. 

Al centro la mitica Greta Garbo intorno alla quale ruotano Mercedes De Acosta, Marlene Dietrich e Cecil Beaton

La riscrittura registica che ne fa Mariano Lamberti stravolge i parametri del divismo ispirandosi alle ballroom tipiche della cultura underground anni ‘80 newyorkese.

Anni in cui la comunità LGBT Plus, emarginata per condizioni sociali e un incipiente arrivo del virus dell’Hiv, ebbe modo di riscattarsi rifacendosi alle dive dell’epoca.  

A suggellare questa particolare scelta stilistica il regista ha voluto Mariano Gallo, alias Priscilla, nei panni di un particolarissimo Cecil Beaton.

Sul palco, quindi, la Drag Queen più celebre d’Italia che ha da poco terminato la conduzione del fortunato programma tv Drag Race Italia prima su Discovery+ e poi su RealTime

 

“Il limite mette alla prova l’eccezionalità del carattere”

Quando scrivo non so in che momento poi verrà messo in scena ciò che ho concepito” racconta l’autrice Roberta Calandra.

In quel momento c’era l’atmosfera delle persecuzioni sessuali a Hollywood“.

Oggi, in questo momento storico, voglio dire che ‘Dive‘ è una storia in cui il limite e la restrizione mettono alla prova l’eccezionalità di un carattere, creando una personalità unica“. 

Gli spettacoli teatrali a Roma aggiungono quindi al loro calendario anche questo prezioso evento culturale, che vi consigliamo di inserire nella vostra “to do list” di appuntamenti da non mancare.

  

Informazioni

Dive“, dal 15 al 20 aprile 2022 al Teatro Marconi (Viale Guglielmo Marconi 698/E).

Orario spettacolo:

  • Venerdì 15 e sabato 16 aprile 2022 ore 21
  • Domenica 17 aprile 2022 ore 17.30
  • Lunedì 18, martedì 19 e mercoledì 20 aprile 2022 ore 21

Biglietti:

  • Intero 24 euro
  • Ridotto 18 euro 

Info e Prenotazioni Biglietteria Teatro Marconi:

  • Carnet “Vivi Cinema e Teatro” a 13,50 euro: CLICCA QUI
  • Link diretto all’acquisto dei biglietti: CLICCA QUI 

The Parallel Vision ⚭ ­_ Redazione) Fonte: https://theparallelvision.com

Libri: "Elisabetta, la Regina “italiana” di Ilaria Grillini

La lunga storia d’amore che lega i Windsor al nostro Paese

Quella dei Windsor è di certo una tra le famiglie regnanti che nel corso degli anni ha fatto parlare di sé. Da quando Edoardo VIII rinunciò al regno per sposare la bella americana Wallis Simpson, fino ad arrivare ai nostri giorni e a tutti i pettegolezzi che girano intorno al principe Harry e a sua moglie Meghan Markle. 

Ilaria Grillini, giornalista esperta in materia di teste coronate di tutta Europa, in questo libro ricostruisce il privilegiato rapporto che tutti gli esponenti del casato reale inglese hanno intrattenuto con l’Italia, grazie anche alle testimonianze delle persone – nobili, politici e rappresentanti delle istituzioni, imprenditori e gente comune – che hanno avuto il piacere di incontrarli. Non solo Elisabetta II e il principe Filippo, ma anche Giorgio V, la Regina Madre, Carlo e Diana, e più recentemente il giovane Harry con relativa consorte, sono spesso venuti nel nostro Paese, e lo hanno visitato dal Piemonte alla Sicilia, passando per Roma e Firenze. 

A partire dunque dai cinque viaggi ufficiali “e mezzo” della Regina Elisabetta, l’autrice ci racconta tanti curiosi aneddoti sui Reali inglesi – dalle gaffe meno conosciute del Principe Filippo alle occhiatacce della Regina alla servitù che non sa rispettare alcuni dettagli del protocollo a tavola, dal mood assente e malinconico di Diana nel suo viaggio in Italia con Carlo al buon gusto in fatto di vini del Principe di Galles – in un capitolo inedito sulla storia della Casa Reale inglese, che da sempre fa discutere e sognare tutti coloro che ne seguono le vicissitudini. 

Ilaria Grillini è giornalista professionista dal 1999. Dal 1991 è stata in Fininvest alla produzione del Tg5 e successivamente, da giornalista, in Mediaset. In Rai dal 2000, ha realizzato interviste, dirette, servizi, legati all’attualità, alla moda e al costume nella trasmissione “La vita in diretta”, collaborando poi a diversi programmi. Nel 2008 nasce da una sua idea “l’Italia delle grandinastie”, un programma in seconda serata su Rai1 che condurrà per due anni. Insieme alle colleghe Paola Pisa e Roberta Petronio ha scritto il libro Romane (2013).

fonte: www.railibri.rai.it

Cinema: Chi era Katherine Johnson, la donna raccontata nel film "Il diritto di contare"

Creola Katherine Johnson, raccontata nel film Il diritto di contare dove viene interpretata dall’attrice Taraji P. Henson, è stata una matematica, informatica e fisica americana. La donna, conosciuta anche come Katherine Goble, è nata a White Sulphur Springs il 26 agosto del 1918 e morta a Hampton il 24 febbraio del 2020. Ma scopriamo tutto quello che c’è da sapere su Katherine Johnson: ecco chi era.

Biografia e carriera

Katherine Johnson era la più piccola di quattro figli. Suo padre era un boscaiolo, contadino e tuttofare presso il Greenbrier Hotel, mentre sua madre era un’insegnante. Fin dall’infanzia Katherine dimostrò di avere talento per la matematica. I suoi genitori dettero molta importanza ai suoi studi, e, dato che la contea di Greenbrier non assicurava l’istruzione agli studenti di colore che avessero superato la scuola dell’obbligo, i bambini della famiglia Coleman frequentarono il liceo a Institute, nella contea di Kanawha (Virginia Occidentale). Bambina prodigio, Katherine ottenne il diploma superiore all’età di 14 anni e a 16 anni iniziò a frequentare il West Virginia State College, università storicamente afroamericana. 

La ragazza si laureò in matematica e francese con la valutazione Magna cum laude nel 1937, all’età di 18 anni e si trasferì quindi a Marion, Virginia, per insegnare in una scuola pubblica per afroamericani. Nel 1939, dopo aver sposato il suo primo marito, James Goble, lasciò il suo lavoro di insegnante e si iscrisse a un corso di laurea in matematica. Rinunciò un anno dopo essere rimasta incinta e scelse di concentrarsi sulla sua famiglia. Diventò la prima donna afroamericana ad aver superato le barriere segregazioniste dell’Università della Virginia Occidentale a Morgantown nella contea di Monongalia. Fu una dei tre studenti afroamericani, nonché l’unica donna, selezionati per integrare la scuola di specializzazione, dopo la sentenza della Corte Suprema del Missouri, Gaines versus Canada.

Nel 1953 divenne membro del team della NASA. Secondo una storia orale archiviata dal National Visionary Leadership Project, in un primo momento lavorò in un gruppo di tecnici donne che eseguivano calcoli matematici, noto come “computors”. Il loro principale compito era quello di leggere i dati delle scatole nere degli aerei e svolgere diverse e precise operazioni. Poi, un giorno, Katherine e un altro collega vennero assegnati temporaneamente al team di ricerca di volo tutto al maschile. Katherine Johnson contribuì alla scienza dell’aeronautica statunitense e ai programmi spaziali, già dal primo utilizzo dei computer elettronici digitali da parte della NASA, come raccontato nel film Il diritto di contare.

Katherine Johnson: vita privata, marito, figli e morte

Nel 1939 Katherine Johnson  si sposò con James Francis Goble, dal quale ebbe tre figlie: Costanza, Joylette e Katherine; dal 1953 la famiglia visse a Newport News (in Virginia). Nel 1956 il marito morì per un tumore al cervello e nel 1959 Katherine si risposò con il tenente colonnello James A. Johnson, continuando la sua carriera alla NASA. Nel 2015, in occasione della consegna della Medaglia presidenziale della Libertà, Katherine ha spiegato: “Io conto tutto, conto i passi che faccio per strada, quelli per andare in chiesa, il numeri di piatti e stoviglie che lavo, le stelle in cielo. Tutto ciò che può essere contato, io conto”. Cantò nel coro della Carver Presbyterian Church per cinquant’anni, ed era una componente dell’Alpha Kappa Alpha Sorority. Negli ultimi anni, a partire dal 2016, la Johnson e il suo secondo marito vissero ad Hampton, Virginia, con sei nipoti e quattro pronipoti. Katherine Johnson è morta il 24 febbraio 2020 all’età di 101 anni.

fonte: di     www.tpi.it

domenica 3 aprile 2022

Teatro: Fondazione Arena di Verona - 67 colonne per l'Arena di Verona. Vince l'Art bonus

Il progetto 67 Colonne è una raccolta fondi a sostegno del Festival Lirico dell'Arena di Verona nella consapevolezza della sua rilevanza nel contesto economico di Verona e provincia. Un progetto rivolto quindi a privati e aziende che hanno al centro dei propri interessi la responsabilità sociale e che hanno voluto fare la propria parte per difendere il valore identitario ed economico del Festival Areniano, minacciato dalla crisi del turismo internazionale derivante dal Covid-19. L'idea suggestiva alla base della campagna di fundraising è stata quella che imprenditori e persone comuni, aderendo al progetto, idealmente hanno contribuito a ricostruire le 67 colonne che sono state distrutte nel terremoto del 1117.  

La Fondazione Arena di Verona promuove lo sviluppo e la diffusione dell'arte musicale classica e contemporanea, realizzando spettacoli lirici, di balletto e concerti; promuovere attività di formazione, didattica e ricerca nel campo musicale e teatrale; tutelare e valorizzare il patrimonio storico-culturale, artistico, tecnico e professionale e divulgare la musica lirica, realizzando eventi, conferenze ed incontri.

Ente beneficiario Fondazione Arena di Verona
Erogazioni ricevute 1.590.100,00 €

Mecenati: 128
I mecenati che hanno scelto di essere visibili:
APSA srl
MADCOM S.R.L.
TOMMASI F.LLI S.R.L.
MADAS S.R.L.
MAXI DI S.R.L. >> Vedi di più

Contribuisci a tutelare il patrimonio culturale italiano > Scopri come diventare un mecenate

sito www.artbonus.gov.it  

fonte: artbonus.gov.it

A San Marino il primo capo di Stato Lgbt al mondo: Paolo Rondelli nominato Capitano Reggente

(Youtube/Rete)
 Finora, nel mondo, ci sono stati ministri e capi di governo dichiaratamente gay, ma mai capi di Stato. Paolo Rondelli si è insediato. 

 Paolo Rondelli è stato nominato Capitano Reggente della Repubblica di San Marino"Si tratta di un fatto storico perché è il primo capo di stato al mondo dichiaratamente omosessuale e attivista per i diritti della comunità LGBTI. Ci sono precedenti tra Premier e ministri, ma è la prima volta al mondo per un capo di stato", ha dichiarato Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini, associazione della quale Rondelli è socio e per la quale ha ricoperto i ruoli di vicepresidente e responsabile cultura.

Dal presidente di Arcigay Rimini arriva anche un sollecito all'Italia affinché  "prenda esempio da questo percorso di progresso civile e dei diritti". Rondelli, ex vicepresidente di Arcigay Rimini e primo ambasciatore della Repubblica negli Stati Uniti, non ha poteri esecutivi e resterà in carica per sei mesi. 

A San Marino, per la cerimonia di ingresso dei nuovi Capitani Reggenti Oscar Mina e Paolo Rondelli anche la senatrice Monica Cirinnà, responsabile Diritti del Pd che ha definito la nomina una svolta storica: " La notizia mi riempie di gioia e di orgoglio, perché Paolo Rondelli sarà da oggi e per i prossimi sei mesi il primo capo dello Stato appartenente alla comunità LGBT+, non solo a San Marino, ma nel mondo".

fonte: www.rainews.it

Libri: David Leavitt presenta “La lingua perduta delle gru” al Cassero LGBTI+ Center a Bologna il 4 Aprile

David Leavitt presenta il libro “La lingua perduta delle gru”al Cassero LGBTI+ Center
Lunedì 4 Aprile ore 18:30. Prenotazione obbligatoria

Un evento coordinato da Cassero LGBTI+ Center, Gender Bender Festival e Igor libreria
DAVID LEAVITT presenta “La lingua perduta delle gru” in dialogo con Carlo Gabardini.
Traduttore Paolo Noseda. BOLOGNA 31/03 h18:30 Via Don Giovanni Minzoni, 18

«Insomma, i miei genitori sono liberal. Non saranno certo distrutti». pensa Philip Benjamin, il protagonista di questo romanzo nel momento in cui, a venticinque anni, si appresta a rivelare alla famiglia la propria omosessualità. Sa che il tipo di amore che lui ha scelto di vivere non è convenzionale né facile; ma non vede motivi per costringersi ancora a tenere segreta la sua vera aspirazione, la sua speranza di felicità, perché «qualunque sia la cosa che amiamo, è ciò che siamo». 
 
Eppure per Rose e Owen, piccoli intellettuali nella sfavillante New York degli anni Ottanta, la scoperta delle inclinazioni amorose del figlio apre una crepa dapprima sottile, poi sempre più profonda e insanabile, nel delicato equilibrio affettivo familiare, costringendoli a fare i conti con la propria più intima natura, le proprie scelte, le proprie responsabilità. Ma in questo paesaggio desolato, in questo sfacelo di relazioni personali, Philip (e non solo lui) saprà individuare la strada per costruirsi una vita sentimentale flessibile, realistica, libera, saldamente ancorata all’autenticità e alla sincerità. Con questo libro delicato e al tempo stesso tagliente, chirurgico nella descrizione dei sentimenti che uniscono e dividono generazioni vicine ma diversissime, David Leavitt è entrato di diritto nella storia del Grande Romanzo Americano.
 
David Leavitt, nato a Pittsburgh nel 1961, è cresciuto in California. Professore di inglese all’Università della Florida, dirige la rivista letteraria “Subtropics”. Tra i suoi romanzi ricordiamo: Il matematico indiano, Eguali amori, Un posto dove non sono mai stato, Mentre l’Inghilterra dorme, Il decoro. Tutte le sue opere sono in corso di pubblicazione da SEM, che ha curato la nuova traduzione di Ballo di
Famiglia (2021).
 
Ingresso con Super Green Pass (rafforzato) o con certificato di guarigione da COVID19 (validità 6 mesi dalla notifica)
Vi chiediamo di seguire le indicazioni dello staff durante l’attesa per l’ingresso e di rispettare la distanza di sicurezza.
Per accedere è necessaria la MASCHERINA FFP2.

Firenze: Al Teatro Verdi "GRAZIE RUDY" gala di danza in omaggio a Rudolf Nureyev. Con la straordinaria partecipazione dell'étoile Daniil Simkin, domenica 15 maggio

Gala di danza "GRAZIE RUDY" tributo a Rudolf Nureyev. Al Teatro Verdi di Firenze, domenica 15 maggio 2022 ore 20:45. Organizzato da Antico Teatro Pagliano

Domenica 15 maggio la danza è protagonista con una serata dedicata al più grande ballerino di tutti i tempi: RUDOLF NUREYEV..

DANIIL SIMKIN, primo ballerino dell’American Ballet sul palcoscenico del Teatro Verdi per una prestigiosa serata di danza con etoiles internazionali dedicata al “tartaro volante”, il più grande ballerino di tutti i tempi!

 Unica data in toscana GRAZIE RUDY

Galà di danza in omaggio a Rudolf Nureyev

Rudolf Nureyev, il cui talento rimane ancora oggi ineguagliato, ha segnato un’epoca dal  punto di vista interpretativo e creativo nella storia della danza del ‘900: eccelso danzatore, virtuoso talento ed irrequieta genialità, si univano ad un incredibile carisma ed una presenza scenica unica.

Le sue coreografie, hanno saputo infondere nuova linfa ai classici del repertorio, rivitalizzando con un perfetto equilibrio tra  modernità e tradizione. Nureyev ha saputo motivare alla passione per la danza e alla ricerca per la perfezione tecnica tante giovani promesse, che arricchite dal suo prezioso bagaglio artistico, gli rendono omaggio.

In scena celebri pas de deux del repertorio classico e assoli contemporanei portati in scena da etoiles e primi ballerini provenienti dall’ American Ballet Theater, City Ballet di New York, National Ballet Theatre of Ukraine-Kiev, Hungarian National Ballet.

Ad arricchire la serata sarà la straordinaria partecipazione di una grande stella della danza mondiale Daniil Simkin, etoile dell’American Ballet di New York e vincitore di numerosi riconoscimenti, Daniil Simkin, ha già conquistato i palcoscenici di tutto il mondo con la sua tecnica dai virtuosismi mozzafiato, pirouettes interminabili, salti dotati del momento della magica sospensione in aria.

Daniil Simkin
 I celebri pas de deux tratti da LO SCHIACCIANOCI, IL LAGO DEI CIGNI, LA BELLA ADDORMENTATA, GISELLE, LE CORSAIRE, DON CHISCIOTTE ed interpretati da:

 Daniil Simkin / American Ballet Theatre New York
Tanya Bolotova / Hungarian National Ballet
Young Gyu Choi / Dutch National Ballet
Maia Makhateli / Dutch National Ballet
Ana Sophia Scheller/ New York City Ballet, Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev
Viktor Ishchuk / Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev
Natalia Matsak / Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev
Sergiy Kryvokon / Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev

Galà di danza con Etolies del Royal Ballet di Londra, Teatro alla Scala di Milano, New York City Ballet e Teatro Nazionale dell'Opera di Kiev

Rudolf Nureyev, il cui talento rimane ancora oggi ineguagliato, ha segnato un’epoca dal punto di vista interpretativo e creativo nella storia della danza del ‘900.

Eccelso danzatore, le cui doti espressive e virtuosistiche hanno esaltato talento ed irrequieta genialità, si univano ad un’ incredibile carisma ed una presenza scenica unica ed ammaliante.
In scena i più celebri pas de deux del repertorio classico in cui lo stesso Nureyev eccelleva interpretati da solisti di compagnie di balletto internazionale.
Lo spettacolo, già applaudito nei più prestigiosi teatri italiani, torna ad emozionare il pubblico in una nuova brillante produzione.

LO SCHIACCIANOCI, IL LAGO DEI CIGNI, LA BELLA ADDORMENTATA,
GISELLE, DIANA E ATTONE, LE CORSAIRE, DON CHISCIOTTE

interpretato dalle Étoile

Natalia Osipova / Royal Ballet di Londra
Osiel Gouneo / Bayerisches Staatsballett
Martina Arduino / Teatro alla Scala di Milano
Marco Agostino / Teatro alla Scala di Milano
Ana Sophia Scheller/ New York City Ballet, Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev
Viktor Ishchuk / Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev
Ilona Kravchenko – Aleksander Skulkin / Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev
Natalia Matsak – Sergiy Kryvokon / Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev

Teatro Verdi, Via Ghibellina, 99/R, 50122 Firenze Apri su Google Maps 
domenica 15 maggio 2022 ore 20:45 
Tel. 055 212320  info@teatroverdionline.it
Biglietti anche su ticketone >>  QUI

fonte: www.teatroverdifirenze.it  www.anticoteatropagliano.it