"Ricordati che devi rispondere"
http://www.ricordatichedevirispondere.it/
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L’Italia e i diritti umani è la campagna lanciata da Amnesty International Italia in vista delle elezioni del 2013.
Il motivo di tale campagna è spiegato dalla presidente di Amnesty Italia Christine Weise
L’imparzialità è nel nostro DNA ma non vogliamo più stare lontano dal dibattito, vogliamo dire la nostra, confrontarci. E non ci accontenteremo di promesse elettorali, ma faremo verifiche rigorose e ripetute che saranno rese pubbliche.
Secondo Amnesty Italia, infatti c’è
una disattenzione storica verso i diritti umani, un atteggiamento di superficialità, l’argomento viene trattato sempre in modo generico e fumoso. Nei discorsi dei politici italiani spesso manca una cultura dei diritti umani, ancora oggi non c’è la dovuta serietà e si tende a considerarlo un tema che non riguarda l’Italia ma altri Paesi
Per questo motivo AI Italia ha sottoposto ai leader delle coalizioni e a tutti candidati dieci domande su vari aspetti dei diritti umani. La quinta domanda riguarda la lotta all’omofobia e alla transfobia come anche il garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti:
Negli ultimi anni, attacchi verbali e fisici nei confronti delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate) si sono verificati in Italia con preoccupante frequenza, mentre diversi esponenti politici e istituzionali hanno continuato a fomentare un clima d’intolleranza e di odio con dichiarazioni palesemente omofobe. La legge antidiscriminazione prevede pene aggravate per crimini di odio basati sull’etnia, razza, nazionalità, lingua o religione, ma non tratta allo stesso modo quelli motivati da finalità di discriminazione per l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Inoltre, l’incitamento a commettere atti o provocazioni di violenza omofobica e transfobica non è perseguibile come altre forme di incitamento alla violenza discriminatoria.
Prosegue Amnesty Italia:
"Questa situazione rischia di favorire l’aumento di intolleranza e violenza verso le persone Lgbti, tuttavia la lacuna legislativa non è stata sinora colmata. Inoltre, nella legislazione italiana manca qualsiasi riconoscimento della rilevanza sociale delle famiglie costituite da persone dello stesso sesso e dai loro figli. Ciò impedisce a molte persone di godere di diritti umani essenziali per l’autorealizzazione e alimenta la stigmatizzazione delle persone Lgbti."
Che ribadisce:
"Il principio di non discriminazione, sancito da numerose convenzioni internazionali, garantisce parità di trattamento tra le persone e stabilisce il divieto di qualsiasi forma di discriminazione, anche quella basata sull’orientamento sessuale. Le autorità italiane hanno la responsabilità di proteggere e garantire la realizzazione dei diritti umani delle persone Lgbti affinché esse non siano vittime di discriminazione, possano godere degli stessi diritti di ogni altro individuo e possano esprimere liberamente il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere senza il rischio di subire abusi."
Al momento attuale solo Antonio Ingroia ha risposto a questa domanda:
http://www.queerblog.it/post/45167/elezioni-2013-le-politiche-sui-diritti-civili-proposte-da-rivoluzione-civile
fonte http://www.queerblog.it/ da Roberto Russo
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
mercoledì 30 gennaio 2013
VERONA: INCONTRO GRUPPO GENITORI LGBT RAINBOW OGGI 30 GENNAIO ORE 21
Il gruppo genitori RAINBOW di Verona è un gruppo di incontro, scambio dialogo e ascolto aperto sia a “genitori di figli omosessuali” e sia a “genitori omosessuali” ovvero a persone gay, lesbiche che hanno avuto figli in precedenti relazioni eterosessuali o in altro modo.
Il gruppo è aperto anche a “figli” ovvero a persone, non necessariamente genitori, che desiderano confrontarsi sulle tematiche legate al rapporto genitori-figli in relazione agli aspetti LGBT.
La partecipazione è gratuita e non serve la prenotazione ma si raccomanda la puntualità.
Il conduttore del gruppo è Ermanno Marogna che da vari anni si occupa di counseling e formazione in ambito LGBT.
Per informazione di qualsiasi tipo contattare il numero 349 4641139 o scrivere a formazionelgbt@yahoo.it.
Per ulteriori informazioni vedi sito http://www.genitori-lgbt.it/
Mercoledì 30 gennaio ore 21.00
@ MILK Verona LGBT Community Center
via Nichelosa, 9 a San Michele Extra (Verona).
fonte http://www.digayproject.org
Il gruppo è aperto anche a “figli” ovvero a persone, non necessariamente genitori, che desiderano confrontarsi sulle tematiche legate al rapporto genitori-figli in relazione agli aspetti LGBT.
La partecipazione è gratuita e non serve la prenotazione ma si raccomanda la puntualità.
Il conduttore del gruppo è Ermanno Marogna che da vari anni si occupa di counseling e formazione in ambito LGBT.
Per informazione di qualsiasi tipo contattare il numero 349 4641139 o scrivere a formazionelgbt@yahoo.it.
Per ulteriori informazioni vedi sito http://www.genitori-lgbt.it/
Mercoledì 30 gennaio ore 21.00
@ MILK Verona LGBT Community Center
via Nichelosa, 9 a San Michele Extra (Verona).
fonte http://www.digayproject.org
Lgbt Spot: La pubblicità Ikea che fa arrabbiare le trans, accade in Thailandia
Ikea, il rivenditore di mobili più famoso al mondo, ha offeso la comunità delle trans con uno spot pubblicitario dalla facile ironia. Ecco cosa è successo.
IL CASO
Sono bastati venti secondi per far infuriare la comunità LGBT perché Ikea ha fornito una visione negativa e stereotipata delle trans.
“Una grave violazione dei diritti umani”: queste le parole di un gruppo thailandese transgender che ha scritto una lettera al colosso immobiliare.
LO SPOT
Nello spot compare una coppia impegnata a fare acquisti presso uno dei punti vendita Ikea ma quando la donna ha un brusco calo di voce, tanto da richiamare un timbro maschile, l’uomo si spaventa e alla fine fugge lasciandola nel negozio.
In Thailandia le trans sono largamente accettate nei settori della moda, della bellezza e del divertimento ma non sono riconosciute come donne, spiega Reuters:
http://www.reuters.com/article/2013/01/24/us-thailand-ikea-transgenders-idUSBRE90N0GW20130124?feedType=RSS&feedName=oddlyEnoughNews&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+reuters%2FoddlyEnoughNews+%28Reuters+Oddly+Enough%29
INDIGNAZIONE
La comunità si è detta indignata perché la pubblicità promuove un’ideale delle trans come di persone che cercano sempre di ingannare gli altri.
C’è stato uno scambio telefonico con un portavoce della sede thailandese aperta a novembre del 2011 e si attendono le evoluzioni, spiega The Inquisitr.
(http://www.inquisitr.com/493482/ikea-transgender-ad-upsets-lgbt-trans-communities/)
Non è la prima volta che Ikea inciampa nelle pubblicità, ad esempio, l’anno scorso l’azienda si è vista costretta a chiedere pubblicamente scusa per aver rimosso le donne da un catalogo arabo (ne abbiamo parlato qui).
fonte http://www.giornalettismo.com di Alessandra Cristofari
IL CASO
Sono bastati venti secondi per far infuriare la comunità LGBT perché Ikea ha fornito una visione negativa e stereotipata delle trans.
“Una grave violazione dei diritti umani”: queste le parole di un gruppo thailandese transgender che ha scritto una lettera al colosso immobiliare.
LO SPOT
Nello spot compare una coppia impegnata a fare acquisti presso uno dei punti vendita Ikea ma quando la donna ha un brusco calo di voce, tanto da richiamare un timbro maschile, l’uomo si spaventa e alla fine fugge lasciandola nel negozio.
In Thailandia le trans sono largamente accettate nei settori della moda, della bellezza e del divertimento ma non sono riconosciute come donne, spiega Reuters:
http://www.reuters.com/article/2013/01/24/us-thailand-ikea-transgenders-idUSBRE90N0GW20130124?feedType=RSS&feedName=oddlyEnoughNews&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+reuters%2FoddlyEnoughNews+%28Reuters+Oddly+Enough%29
INDIGNAZIONE
La comunità si è detta indignata perché la pubblicità promuove un’ideale delle trans come di persone che cercano sempre di ingannare gli altri.
C’è stato uno scambio telefonico con un portavoce della sede thailandese aperta a novembre del 2011 e si attendono le evoluzioni, spiega The Inquisitr.
(http://www.inquisitr.com/493482/ikea-transgender-ad-upsets-lgbt-trans-communities/)
Non è la prima volta che Ikea inciampa nelle pubblicità, ad esempio, l’anno scorso l’azienda si è vista costretta a chiedere pubblicamente scusa per aver rimosso le donne da un catalogo arabo (ne abbiamo parlato qui).
fonte http://www.giornalettismo.com di Alessandra Cristofari
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Lgbt: «Gay nel calcio: è l'ora di cambiare» Renzo Ulivieri, ex allentatore candidato con Sel: «Io più a sinistra del Pd»
Anche Renzo Ulivieri, attualmente presidente dell'Associazione italiana allenatori di calcio, è candidato alle prossime elezioni politiche. Il suo nome è secondo nella lista di Sel al Senato per la Toscana.
«Ma in politica ci sono sempre stato», spiega.
Allenatore per 40 anni, è stato iscritto al Partito Comunista negli anni 60, partito con cui è stato eletto consigliere comunale ed assessore, per poi passare nei Democratici di Sinistra e al Pd. Due anni fa, la svolta con Sel. «Perché sono ancora più a sinistra del Pd, e le idee di Nichi Vendola sono anche le mie. Credo in tutte le sue battaglie, e le faccio anch'io con tanto entusiasmo».
Quindi, è anche a favore dei matrimoni gay?
«Si, certo. Sono favorevole a questa apertura, che non tutti ancora posseggono. Il tempo porterà in questa direzione, perché tutto il mondo sta muovendosi in tal senso, e la storia già lo dimostra. La parità di diritti per tutti è una cosa in cui credo molto. E sono sicuro che anche in Italia si arriverà a ottenerla».
Ma lei viene proprio da un ambiente in cui esiste ancora il tabù su una semplice dichiarazione di omosessualità...
«Purtroppo l'ambiente del calcio italiano è fatto da voci, che molto spesso corrono più veloci dei pensieri dei singoli. Le cose che si dicono e che girano sono molto ariose. Io sono molto per la libertà individuale, ma senza forzature esterne».
Ma lei ha allenato calciatori omosessuali?
«Vede, posso anche dire di sì, ma quello che conta è che nel calcio quelli che sbagliano siamo noi: l'immagine sbagliata la diamo noi per primi, perché siamo i primi che pensiamo male. Le forzature, da qualsiasi parte arrivano, fanno male. Deve essere tutto naturale, invece non lo è affatto».
Si ricorda che Lippi, quando era allenatore dell'Italia, aveva detto che «nel calcio non esistono gay»? Ha fatto male all'ambiente questa frase?
«Sì, me la ricordo anch'io quella frase. Non è vera, naturalmente, altrimenti sarebbe una cosa strana. Per fortuna, non è stato l'unico ad esprimersi sulla questione...».
Certo, c'è stato di recente Prandelli che ha detto che i tempi sono maturi per essere liberi di fare coming out.
«Infatti, noi siamo quelli che la pensano in questa maniera. Non ci sono dubbi su questo. Ma non deve essere presa come una crociata, deve venire naturale. Sono per la libertà di espressione, senza che si urti la suscettibilità di altre persone».
E voi, cosa ne pensate? Siete d'accordo con Ulivieri sulla necessità di un cambiamento sui temi civili anche nel calcio?
fonte http://www.vanityfair.it di Gabriella Greison
«Ma in politica ci sono sempre stato», spiega.
Allenatore per 40 anni, è stato iscritto al Partito Comunista negli anni 60, partito con cui è stato eletto consigliere comunale ed assessore, per poi passare nei Democratici di Sinistra e al Pd. Due anni fa, la svolta con Sel. «Perché sono ancora più a sinistra del Pd, e le idee di Nichi Vendola sono anche le mie. Credo in tutte le sue battaglie, e le faccio anch'io con tanto entusiasmo».
Quindi, è anche a favore dei matrimoni gay?
«Si, certo. Sono favorevole a questa apertura, che non tutti ancora posseggono. Il tempo porterà in questa direzione, perché tutto il mondo sta muovendosi in tal senso, e la storia già lo dimostra. La parità di diritti per tutti è una cosa in cui credo molto. E sono sicuro che anche in Italia si arriverà a ottenerla».
Ma lei viene proprio da un ambiente in cui esiste ancora il tabù su una semplice dichiarazione di omosessualità...
«Purtroppo l'ambiente del calcio italiano è fatto da voci, che molto spesso corrono più veloci dei pensieri dei singoli. Le cose che si dicono e che girano sono molto ariose. Io sono molto per la libertà individuale, ma senza forzature esterne».
Ma lei ha allenato calciatori omosessuali?
«Vede, posso anche dire di sì, ma quello che conta è che nel calcio quelli che sbagliano siamo noi: l'immagine sbagliata la diamo noi per primi, perché siamo i primi che pensiamo male. Le forzature, da qualsiasi parte arrivano, fanno male. Deve essere tutto naturale, invece non lo è affatto».
Si ricorda che Lippi, quando era allenatore dell'Italia, aveva detto che «nel calcio non esistono gay»? Ha fatto male all'ambiente questa frase?
«Sì, me la ricordo anch'io quella frase. Non è vera, naturalmente, altrimenti sarebbe una cosa strana. Per fortuna, non è stato l'unico ad esprimersi sulla questione...».
Certo, c'è stato di recente Prandelli che ha detto che i tempi sono maturi per essere liberi di fare coming out.
«Infatti, noi siamo quelli che la pensano in questa maniera. Non ci sono dubbi su questo. Ma non deve essere presa come una crociata, deve venire naturale. Sono per la libertà di espressione, senza che si urti la suscettibilità di altre persone».
E voi, cosa ne pensate? Siete d'accordo con Ulivieri sulla necessità di un cambiamento sui temi civili anche nel calcio?
fonte http://www.vanityfair.it di Gabriella Greison
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politica e diritti
Lgbt Russia: La legge anti-gay è inaccettabile: Venezia rompe gli accordi con San Pietroburgo
Dopo Milano anche il consiglio comunale di Venezia ha deciso di sospendere l'accordo di cooperazione culturale stretto nel 1997 con San Pietroburgo.
La mozione, votata all'unanimità, mira a prendere le distanze dalla legge omofoba contro introdotta alcuni mesi fa nell'intera regione.
«È necessario che ci sia una ferma condanna di quanto sta accadendo in Russia -ha dichiarato la consigliere comunale Camilla Seibezzi- L'approvazione di una legge che vieta e punisce la propaganda omosessuale è segnale inequivocabile di una pericolosa regressione sui temi dei diritti umani [...]
Quali siano gli accordi presi in precedenza dalla nostra amministrazione, è giusto intervenire con la massima tempestività per esprimere fermamente il proprio biasimo. Non esistono accordi culturali laddove c'è una realtà di violenza e sopruso che mal celano il ritorno ad un vero e proprio regime dittatoriale».
fonte http://gayburg.blogspot.it/
La mozione, votata all'unanimità, mira a prendere le distanze dalla legge omofoba contro introdotta alcuni mesi fa nell'intera regione.
«È necessario che ci sia una ferma condanna di quanto sta accadendo in Russia -ha dichiarato la consigliere comunale Camilla Seibezzi- L'approvazione di una legge che vieta e punisce la propaganda omosessuale è segnale inequivocabile di una pericolosa regressione sui temi dei diritti umani [...]
Quali siano gli accordi presi in precedenza dalla nostra amministrazione, è giusto intervenire con la massima tempestività per esprimere fermamente il proprio biasimo. Non esistono accordi culturali laddove c'è una realtà di violenza e sopruso che mal celano il ritorno ad un vero e proprio regime dittatoriale».
fonte http://gayburg.blogspot.it/
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Lgbt Musica: Tiziano Ferro “Essere gay non è una scelta sessuale, si tratta di amore vero”
Tiziano Ferro è stato ospite della prima puntata delle Invasioni Barbariche, intervistato da Daria Bignardi, conduttrice del programma di La7.
“Un anno iniziato strano” per Tiziano Ferro: la morte del nonno, l’ospedale e l’inizio di “un periodo bellico tra lui e la persona con la quale stava“. Attenti a chiamarlo fidanzato, o compagno!
Una storia finita male, “un trauma, una sorta di lutto”.
E riprendendo il titolo del suo ultimo album afferma:
“L’amore è una cosa semplice perché semplicemente inizia e semplicemente finisce”
E sempre a proposito della relazione col suo ex ragazzo dice:
“Esistono dei metodi un po’ più dignitosi per lasciarsi. E’ stato la prima volta che mi sono innamorato”
E per quanto riguarda l’amore, il cantante afferma:
“L’amore vero è uno scambio di qualcosa. Ci spiegano sempre come scelta sessuale ma in realtà è una dimensione sentimentale; l’omosessualità è sempre amore, amore vero. Amore che ti nutre e ti priva, come l’amore eterosessuale”
E sul matrimonio dice:
“Non voglio più vivere all’estero. Io non me ne vado in Spagna a sposarmi; o si può fare qua o io non mi sposo! Penso che sia importante invece tener duro e rimanere qui e far vedere che ci si ama qui“
Chiede la Bignardi:
“Ma tu vorresti che si potesse?”
Risponde così Tiziano Ferro:
“Io la possibilità la lascerei, la scelta la lascerei all’individuo, innanzitutto, come in ogni società civile”
fonte http://www.gaymagazine.it
“Un anno iniziato strano” per Tiziano Ferro: la morte del nonno, l’ospedale e l’inizio di “un periodo bellico tra lui e la persona con la quale stava“. Attenti a chiamarlo fidanzato, o compagno!
Una storia finita male, “un trauma, una sorta di lutto”.
E riprendendo il titolo del suo ultimo album afferma:
“L’amore è una cosa semplice perché semplicemente inizia e semplicemente finisce”
E sempre a proposito della relazione col suo ex ragazzo dice:
“Esistono dei metodi un po’ più dignitosi per lasciarsi. E’ stato la prima volta che mi sono innamorato”
E per quanto riguarda l’amore, il cantante afferma:
“L’amore vero è uno scambio di qualcosa. Ci spiegano sempre come scelta sessuale ma in realtà è una dimensione sentimentale; l’omosessualità è sempre amore, amore vero. Amore che ti nutre e ti priva, come l’amore eterosessuale”
E sul matrimonio dice:
“Non voglio più vivere all’estero. Io non me ne vado in Spagna a sposarmi; o si può fare qua o io non mi sposo! Penso che sia importante invece tener duro e rimanere qui e far vedere che ci si ama qui“
Chiede la Bignardi:
“Ma tu vorresti che si potesse?”
Risponde così Tiziano Ferro:
“Io la possibilità la lascerei, la scelta la lascerei all’individuo, innanzitutto, come in ogni società civile”
fonte http://www.gaymagazine.it
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lunedì 28 gennaio 2013
Lgbt Ontario: Kathlenne Wynne la prima premier lesbica del Canada
Gli esponenti LGBT alla guida di una nazione sono ancora molto pochi.
Per la prima volta nella storia del Canada e dell’interno Nord America uno stato sarà guidato da una donna lesbica.
Nell’Ontario, la più popolosa delle Province canadesi, il prossimo primo ministro sarà Kathlenne Wynne, leader politica del partito liberale che ha fatto “coming out” da molti anni.
PRIMA PREMIER LESBICA
Kathlenne Wynne sarà la nuova primo ministro della Provincia dell’Ontario. L’esponente dei Liberali, partito di centro progressista nel sistema politico del Canada, si è affermata nel congresso della sezione locale della formazione che doveva procedere alla sostituzione del leader, e premier dimissionario, Dalton McGuinty.
In un aspro duello con la con la sua concorrente Sandra Pupatello, la Wynne si è imposta alla terza votazione, diventando così la nuova leader dei Liberali dell’Ontario, e futura prima ministra della Provincia più popolosa del Canada. Kathlenne Wynne è una politica di spicco della formazione dello stato, visto che nel corso del suo percorso ha già occupato tre posizioni ministeriali – Cultura, Trasporti ed Affari Municipali- al fianco del premier uscente McGuinty.
Con la sua affermazione al congresso di Toronto la Wynne diventerà così la prima politica lesbica nordamericana ad assumere la guida di uno stato.
L’Ontario è particolarmente rilevante in Canada, visto che è di gran lunga la prima Provincia per popolazione, ed è il punto di riferimento per l’area anglofona del paese.
ORIENTAMENTO SESSUALE DECISIVO
Il congresso dei Liberali è stato molto equilibrato, e le due favorite principali della vigilia, la Wynne e Sandra Pupatello, sono rimaste in campo fino alla terza, decisiva votazione.
Prima di procedere al decisivo ballottaggio l’ex ministro della Cultura ha parlato apertamente del suo orientamento sessuale, rimarcando come “la Provincia è cambiata, il nostro partito è cambiato.
Non credo che gli uomini in Ontario valutino i loro governanti in base alla loro provenienza, orientamento sessuale, colore della pelle o religione.
Non credo che abbiano simili pregiudizi nel loro cuore. Saremo giudicati secondo quanto saremo capaci di realizzare al governo”.
La futura primo ministro dell’Ontario convive apertamente con una donna, e da ormai più di vent’anni ha fatto coming out.
Prima della sua dichiarazione pubblica di omosessualità la Wynne era stata sposata con un uomo, con il quale aveva avuto tre figli che ora vivono con lei e la sua compagna, Jane Rounthwaite. Durante il suo mandato da ministro l’esponente dei Liberali si era battuta per alcuni progetti di supporto alla comunità LBGT, in particolar modo per quanto riguarda i più giovani.
NOVITA’ MONDIALE
La nomina di Kathleen Wynne come premier designato dell’Ontario costituisce una significativa novità per quanto riguarda i leader politici appartenenti alla comunità LGBT.
Finora pochi esponenti omosessuali hanno ricoperto gli incarichi apicali di un paese. All’interno dell’Unione Europea il primo gay ad assumere il ruolo di guida del governo è stato il belga, e socialista, Elio Di Rupo.
Nel Vecchio Continente Jóhanna Sigurðardóttir è stata la prima donna lesbica a diventare premier di un paese, ovvero l’Islanda.
La Sigurðardóttir è la leader del partito socialdemocratico dell’isola nordica. Kathlenne Wynne diventa così la prima omosessuale dichiarata a diventare premier di uno stato, e vista l’architettura istituzionale canadese, ispirata ad un federalismo ancora più spinto rispetto al modello americano, i suoi poteri saranno davvero vasti, assimilabili a quelli di un premier di una nazione.
Il partito della Wynne è però meno progressista rispetto alle altre due formazioni, i socialisti belgi ed islandesi, che esprimono un primo ministro LGBT.
I Liberali sono storicamente l’equivalente canadese dei democratici americani, leggermente più spostati a sinistra per quanto riguarda l’intervento statale a difesa dei diritti sociali. In questi anni di crisi dopo il lunghissimo periodo di governo dei decenni precedenti la formazione sta perdendo consensi rispetto ai più tradizionali laburisti del New Democratic Party, e un’ipotesi di fusione tra i due partiti è stata più volte ventilata.
fonte http://www.giornalettismo.com di Andrea Mollica
Per la prima volta nella storia del Canada e dell’interno Nord America uno stato sarà guidato da una donna lesbica.
Nell’Ontario, la più popolosa delle Province canadesi, il prossimo primo ministro sarà Kathlenne Wynne, leader politica del partito liberale che ha fatto “coming out” da molti anni.
PRIMA PREMIER LESBICA
Kathlenne Wynne sarà la nuova primo ministro della Provincia dell’Ontario. L’esponente dei Liberali, partito di centro progressista nel sistema politico del Canada, si è affermata nel congresso della sezione locale della formazione che doveva procedere alla sostituzione del leader, e premier dimissionario, Dalton McGuinty.
In un aspro duello con la con la sua concorrente Sandra Pupatello, la Wynne si è imposta alla terza votazione, diventando così la nuova leader dei Liberali dell’Ontario, e futura prima ministra della Provincia più popolosa del Canada. Kathlenne Wynne è una politica di spicco della formazione dello stato, visto che nel corso del suo percorso ha già occupato tre posizioni ministeriali – Cultura, Trasporti ed Affari Municipali- al fianco del premier uscente McGuinty.
Con la sua affermazione al congresso di Toronto la Wynne diventerà così la prima politica lesbica nordamericana ad assumere la guida di uno stato.
L’Ontario è particolarmente rilevante in Canada, visto che è di gran lunga la prima Provincia per popolazione, ed è il punto di riferimento per l’area anglofona del paese.
ORIENTAMENTO SESSUALE DECISIVO
Il congresso dei Liberali è stato molto equilibrato, e le due favorite principali della vigilia, la Wynne e Sandra Pupatello, sono rimaste in campo fino alla terza, decisiva votazione.
Prima di procedere al decisivo ballottaggio l’ex ministro della Cultura ha parlato apertamente del suo orientamento sessuale, rimarcando come “la Provincia è cambiata, il nostro partito è cambiato.
Non credo che gli uomini in Ontario valutino i loro governanti in base alla loro provenienza, orientamento sessuale, colore della pelle o religione.
Non credo che abbiano simili pregiudizi nel loro cuore. Saremo giudicati secondo quanto saremo capaci di realizzare al governo”.
La futura primo ministro dell’Ontario convive apertamente con una donna, e da ormai più di vent’anni ha fatto coming out.
Prima della sua dichiarazione pubblica di omosessualità la Wynne era stata sposata con un uomo, con il quale aveva avuto tre figli che ora vivono con lei e la sua compagna, Jane Rounthwaite. Durante il suo mandato da ministro l’esponente dei Liberali si era battuta per alcuni progetti di supporto alla comunità LBGT, in particolar modo per quanto riguarda i più giovani.
NOVITA’ MONDIALE
La nomina di Kathleen Wynne come premier designato dell’Ontario costituisce una significativa novità per quanto riguarda i leader politici appartenenti alla comunità LGBT.
Finora pochi esponenti omosessuali hanno ricoperto gli incarichi apicali di un paese. All’interno dell’Unione Europea il primo gay ad assumere il ruolo di guida del governo è stato il belga, e socialista, Elio Di Rupo.
Nel Vecchio Continente Jóhanna Sigurðardóttir è stata la prima donna lesbica a diventare premier di un paese, ovvero l’Islanda.
La Sigurðardóttir è la leader del partito socialdemocratico dell’isola nordica. Kathlenne Wynne diventa così la prima omosessuale dichiarata a diventare premier di uno stato, e vista l’architettura istituzionale canadese, ispirata ad un federalismo ancora più spinto rispetto al modello americano, i suoi poteri saranno davvero vasti, assimilabili a quelli di un premier di una nazione.
Il partito della Wynne è però meno progressista rispetto alle altre due formazioni, i socialisti belgi ed islandesi, che esprimono un primo ministro LGBT.
I Liberali sono storicamente l’equivalente canadese dei democratici americani, leggermente più spostati a sinistra per quanto riguarda l’intervento statale a difesa dei diritti sociali. In questi anni di crisi dopo il lunghissimo periodo di governo dei decenni precedenti la formazione sta perdendo consensi rispetto ai più tradizionali laburisti del New Democratic Party, e un’ipotesi di fusione tra i due partiti è stata più volte ventilata.
fonte http://www.giornalettismo.com di Andrea Mollica
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