lunedì 20 luglio 2020

Il Maggio Musicale Fiorentino sale sul tetto del teatro a causa del Covid: per la prima volta arrivano le opere nella cavea all’aperto

Due opere di Verdi - «Un ballo in maschera» e «La Traviata» – proposte al pubblico in forma di concerto nel teatro all’aperto sul tetto dell’edificio, terrazza con vista sul centro di Firenze, che per la prima volta dall’inaugurazione viene utilizzata per delle rappresentazioni di musica lirica. | CorriereTv IL VIDEO QUI

Per la prima volta la musica lirica risuona nella cavea del Maggio Musicale Fiorentino. Sono due opere verdiane in forma di concerto – «Un ballo in maschera» e «La Traviata» – a essere proposte al pubblico nel teatro all’aperto sul tetto dell’edificio, straordinaria terrazza con vista sul centro di Firenze, che per la prima volta dall’inaugurazione – nel 2014 – viene utilizzata per delle rappresentazioni di musica lirica. 

I due titoli, che facevano parte del programma dell’83° Festival del Maggio annullato a causa dell’emergenza Covid, vengono riproposti all’aperto e in forma di concerto, seguendo le regole anticontagio che vedono ridotti a 600, per garantire il distanziamento, i posti disponibili.

Ancora due recite in programma: «Un ballo in maschera» andrà in scena sabato 18 luglio e «La Traviata» il 19, entrambe con un cast di celebrità e il maestro Carlo Rizzi sul podio. Krassimira Stoyanova, Carlos Álvarez, Enkeleda Kamani Judith Kutasi e Francesco Meli (che ritorna a Firenze dopo il suo recital dello scorso 7 giugno che ha segnato la riapertura del Maggio, prima fondazione lirico sinfonica italiana a riprendere la sua attività dopo il lockdown) interpretano «Un ballo» e Sonya Yoncheva, Francesco Demuro e Leo Nucci nei tre ruoli principali si esibiranno ne «La Traviata». 

fonte:  https://video.corriere.it/

Moda: Pitti Connect al via con 400 aziende ma l'export cala del 26,6%

Il portale lanciato il 16 luglio trasporta le fiere in showroom virtuali in cui scambiarsi informazioni, pianificare incontri, impostare gli ordini e consultare report aggiornati con dati e trend
 
'Out of The Blue' è questo l'evocativo titolo del salone totalmente online lanciato lo scorso 16 luglio a cura di Angelo Figus che riunisce Pitti Uomo, Pitti Bimbo e Pitti Filati. La piattaforma 'Pitti Connect' che sarà online fino al prossimo ottobre mette in mostra 400 aziende dentro showroom virtuali in cui è possibilescambiarsi informazioni in chat, pianificare incontri, impostare gli ordini e consultare report aggiornati con dati e trend.

Il salone prevede collaborazioni artistiche per le varie fiere: per Pitti Uomo, Wolfgang Tillmans, uno dei fotografi contemporanei più influenti, ha scelto l'opera "Man with clouds" del 1998; per Pitti Bimbo è della coreana Jeong Mee Yoon la foto tratta dall'acclamato "The Pink and Blue Project" del 2017; a Pitti Filati dà immagine l'istantanea della performance "As Is" realizzata nel 2016 dal ballerino e scultore Nick Cave.

Ci sono anche un programma di eventi speciali, poi 12 percorsi per illustrare i trend di stagione, The Sustainable Style con 13 designer green e lo special guest Y/Project che mostrano collezioni sostenibili. Debutta anche una biblioteca online con i più grandi look maschili raccontati da mannequin di Haute Couture, curata da Olivier Saillard.
 
Lo scoppio dell'emergenza Covid-19 in Cina e la diffusione poi della pandemia in Italia, in Europa e via via nel resto del mondo hanno consegnato la moda maschile italiana a uno scenario inaspettato. I dati economici sui primi tre mesi del 2020 raccolti da Sistema Moda Italia, diffusa da Pitti Immagine mettono in luce il fatto che a gennaio-febbraio il commercio con l'estero si è chiuso a +3,3%, l'import a +3,2%. Il trimestre presenta, invece, una dinamica negativa: il gennaio-marzo cala infatti del 7,4% in termini di import e del 6% in termini di export.

Più in particolare, il solo mese di marzo assiste ad una contrazione del 31% (corrispondente a 135 milioni di euro in meno) rispetto al mese di marzo 2019. L'export cede in un solo mese il 26,7% bruciando 147,7 milioni di euro rispetto al marzo 2019.
 
Nel primo trimestre Regno Unito, Germania e Francia perdono rispettivamente il -4,1%, il -1,3% e il -8,0%; anche la Spagna, pur su livelli inferiori, cala del -2,5%. Restano, invece, in aumento i flussi destinati alla Svizzera, nell'ordine del +8,5%. Arretramenti ben più marcati si riscontrano in America ed Asia: l'export di moda maschile verso gli Usa cede il -11,4%; nel Far East calo dell'8-1% il Giappone, ma sono Hong Kong e la Cina ad accusare il peggior risultato, ovvero una flessione rispettivamente pari al -24,7% e al -36,8%In controtendenza resta la Corea del Sud, in aumento del +15,8%.

Venendo all'Italia, il sell-out di moda maschile da gennaio ad aprile arretra del 34%, con un bimestre marzo-aprile che ha raggiunto, a causa della chiusura delle attività, punte del 75,4%. In controtendenza, si è mosso l'e-commerce, che nei primi quattro mesi dell'anno cresce del +14% per il totale tessile-abbigliamento-calzature.

Un colpo duro per un settore che invece aveva archiviato l'anno 2019 in area positiva, facendo registrare una crescita del +6,6% e un fatturato che ha sfondato la soglia dei 10 miliardi di euro. Proprio le esportazioni avevano performato bene (+9,9%) con 7 miliardi di euro (+633 milioni in un anno); nel caso dell'import si era registrata una prosecuzione della crescita nell'ordine del +7,8%. (4,7 miliardi di euro). 

‘The Guardian’ esalta Positano e la Costiera: “Uno dei luoghi più belli che abbia mai visto”

L'inviato del famoso e prestigioso giornale inglese ha affermato che i sentieri percorsi sono tra i più belli mai fatti "in 30 anni di carriera"

Un altro grande apprezzamento per la Campania e per uno dei suoi luoghi più famosi e rappresentativi. A pubblicarlo il The Guardian famoso e prestigioso giornale inglese. Quest’ultimo ha dedicato un servizio ai sentieri più affascinanti del mondo.

Tra essi non poteva mancare quello che c’è in Costiera amalfitana e che porta da Positano alla cima del Molare. Noi campani sappiamo benissimo che la Costiera è un luogo meraviglioso. Posto dove l’incanto del mare incontra le bellezze della natura.

A conferma di tutto ci ha pensato anche la stampa straniera. Il resto del mondo non è nuovo ad apprezzamenti nei confronti delle magie campane. Così, l’escursione, è stata definita: “…una delle migliori che abbia fatto in 30 anni di cammino“.

Si possono ammirare il Vesuvio, il Golfo di Napoli e Capri. Se sai dove cercare, è possibile scorgere anche Pompei. In un giorno di giugno non ho incontrato nessuno, nonostante sia una delle zone più visitate in Italia“.
fonte:  www.vocedinapoli.it

Zizi Jeanmaire ne dansera plus


Son truc en plumes, Zizi Jeanmaire s'en est parée, en a joué et s'y est lovée. Mais sa carrière française et internationale hors norme, ne peut se réduire à ce numéro de music-hall : du petit rat de l'opéra à la chanteuse d'auteurs reconnus, elle a su explorer tous les terrains de la création, la danse évidemment, mais aussi le théâtre, le cinéma et la chanson. Elle vient de s'éteindre à l'âge de 96 ans en Suisse.

"Elle a des jambes plus longues que son corps… Elle a des yeux à vider un couvent de trappistes en cinq minutes. Elle a une voix comme on n’en fait qu’à Paris. Cette sirène canaille est aussi une danseuse divine, une vraie force de la nature". Boris Vian est l'un des hommes dont la luminosité et le génie ont éclairé la vie de Zizi, née Renée Marcelle Jeanmaire, le 29 avril 1924. Marquée par la danse, le rire et le travail, l'existence de la "croqueuse de diamants" fut également empreinte de rencontres, principalement masculines.

Serge Lifar, d'abord, qui l'accueille en 1940 dans le corps de ballet de l'Opéra de Paris, sept ans après son entrée en tant que petit rat au sein de la mythique académie de danse. Boris Kniaseff aussi, qui lui donne des cours parallèlement. Tous deux voient, très tôt, dans les entrechats, sautés et autres grands écarts qu'elle aligne, le talent de la jeune femme brune au regard mutin et au sourire quasi permanent.
Mais ils n'ont pas la clairvoyance de Roland Petit, qui perçoit en sa future femme un avenir et une modernité hors du commun. La rencontre entre celle qui, à peine sortie de l'adolescence, est déjà une star dans le milieu de la danse, et celui qui deviendra un des chorégraphes les plus admirés du XXe siècle… et son mari, se fait tout naturellement.

En 1944, elle quitte l'Opéra de Paris pour suivre Serge Lifar et danser Aubade. L'année suivante, elle rejoint son mari au sein du Ballet des Champs-Élysées qu'il vient de créer, puis  au Théâtre Marigny où Roland Petit vient de fonder les Ballets de Paris. Ils créent tous les deux le ballet Carmen en 1949 qu'ils présentent au Prince's Theatre de Londres, puis à Paris, et à Broadway pendant sept mois. 

Après la danse, la chanson
Un nouvel homme se faufile en 1950 dans la vie de Zizi Jeanmaire : Raymond Queneau. De Zazie à Zizi, il n'y a que deux voyelles, franchies à la vitesse d'un métro. C'est lui qui est chargé d'écrire les paroles de La croqueuse de diamants. Cette chanson rapportera à Zizi le Grand prix du Disque 1950. Un succès surprenant pour la danseuse qui n'avait jamais chanté jusque-là. Avec Queneau, Zizi entre dans le monde littéraire de l'époque. Boris Vian, entre autres, devient l'un de ses plus grands complices. Elle admire sa fantaisie spirituelle, il aime son originalité scénique.

Et il n'est pas le seul. Les hommes de la vie de Zizi seront, à partir de 1952, des réalisateurs américains. Charles Vidor, Robert Lewis ou Terence Young font jouer "Zizi Jane Mary" dans leurs films. Le succès outre-Atlantique de la jeune danseuse aux jambes admirées de toute part est le même que rencontre Zizi lors de ses prestations cinématographiques en France, lorsqu'à son retour des États-Unis, elle joue dans Un soir au Music-hall (Folies-Bergère) et Charmants garçons de Henri Decoin, en 1956 et 1957, puis, deux ans plus tard, dans Guinguette de Jean Delannoy.
Entre temps, sa relation avec Roland Petit, dont elle s'est séparée en 1953, est consolidée en 1954 par des retrouvailles et un mariage aux États-Unis. Le duo ne se séparera plus. En 1961, six ans après la naissance de sa fille Valentine, Zizi Jeanmaire rencontre enfin le succès en tant que chanteuse grâce à la Revue qui explose à l'Alhambra. Zizi n'en finit plus de descendre les marches du théâtre, parée de costumes signés Yves Saint-Laurent en chantant Mon truc en plumes, une chanson écrite par Jean Constantin.

Les plus grands lui écrivent des chansons : Jean Ferrat, Boris Vian, Louis Aragon, Serge Gainsbourg, Barbara... Tous sont inspirés par sa vivacité, sa fantaisie et son énergie. Zizi je t'aime, la comédie musicale qui suit, remporte le même succès. L'artiste à la gouaille toute parisienne décide de reprendre la danse classique et danse, en 1975, dans la Symphonie Fantastique, puis en 1979, dans La Chauve Souris et Parisianna 25è – toujours sous la houlette de Roland Petit, désormais fondateur du Ballet de Marseille.

La scène est le terrain de jeu le plus adapté à l'espièglerie de Zizi, et pour Roland Petit, la meilleure des sources d'inspiration. Quand il rachète le Casino de Paris, en 1970, Zizi donne un coup de frais à l'endroit en s'y produisant, 2 ans après avoir rempli l'Olympia et effectué une tournée mondiale retentissante.
À presque 50 ans, froufrous, éventails, boas et paillettes sont toujours les compagnons de scène les plus chers de la reine du music-hall. Pour l'Opéra de Paris et le Théâtre des Champs-Élysées, elle crée avec Roland Petit des chorégraphies au succès quasiment toujours prévisible.

Des amis poètes
En 2000, elle remonte sur scène pour un concert hommage à ses amis poètes et remplit la salle de l'Opéra-Bastille. Elle chante Queneau, Prévert, Guy Béart, Serge Gainsbourg, Marcel Aymé… Parmi cette pléiade de maîtres se glisse, aussi légère qu'un boa en plumes, une certaine Valentine Petit, qui a hérité de ses illustres parents le goût de la scène, des mots et de la beauté artistique. Elle met ses talents au service de sa mère en lui écrivant des chansons.

L'année 2000 marque pour Zizi une rupture difficile : souffrant de la maladie de Ménière, qui provoque évanouissements et surdité, la scène lui est désormais difficilement supportable. Refusant, comme d'habitude, de céder à l'abattement, Zizi se console en enregistrant un nouveau disque, La liberté est une fleur, qui sort en 2003. À plus de 80 ans, la dame qui sut réussir le grand écart entre le classique et la variété a à peine pris quelques rides et ses courtes mèches brunes ne font qu'éclairer son regard toujours aussi mutin.
De cette vie exceptionnelle, elle tire un livre de mémoires qui parait fin 2008, Et le souvenir que je garde au cœur. (Les arènes/Bel Air classiques).

De l'Opéra de Paris à l'Opéra Bastille en passant par Broadway et les plus grandes scènes du monde, le truc de Zizi, qu'il soit en plumes ou non, a agi sur les publics de tous âge et de toute langue, pour peu qu'ils aient su apprécier l'énergie, l'humour, le professionnalisme et l'éventail de talents de cette grande dame du paysage musical francophone. Avec sa disparition, une des grandes stars du music-hall s'éteint et si, la plume de la danse s'envole, un truc mystérieux fait que nombre de ses chansons hantent encore les discothèques. Dans les mémoires, les jambes quasi parfaites de Zizi ne sont pas près de se dépêtrer de leur boa! 

Zizi Jeanmaire "Eh l'amour" | Archive INA video>>> here
Zizi Jeanmaire - Mon truc en plumes video>>>> Here
Site officiel de Zizi Jeanmaire

Effetto Ferragnez sugli Uffizi: boom di visitatori, +27% di giovani

L'ironia del direttore Schmidt: mi dispiace per i tuttologi che in questo weekend ci hanno insegnato di tutto e di più...


“Effetto Ferragnez” agli Uffizi, nel weekend infuocato di polemiche per la presenza dell’influencer nel celebre museo fiorentino. 

 
Oltre all’inedito dato degli Uffizi trend topic su Instagram e Twitter,  cè quello, concreto di ben 9312 visitatori accorsi in Galleria tra venerdì è domenica: +24% rispetto a quello precedente, quando erano stati 7.511.

“Ma non solo - aggiunge soddisfatto il direttore Eike Schmidt - oltre al dato della crescita generale, che per la prima volta dalla riapertura post lockdown testimonial indica più di 3000 persone al giorno di sabato e domenica, annotiamo con immenso piacere un vero e proprio boom di giovani in museo: da venerdì a domenica abbiamo avuto tremilaseicento tra bambini e ragazzi fino a 25 anni. Nel weekend passato erano stati 2.839: dunque, stavolta sono venuti a trovarci 761 ragazzi in più, con un aumento del 27%”.  

“In questo fine settimana abbiamo visto, letto e sentito un sacco di tuttologi che ci hanno insegnato di tutto e di più. Alla luce di questi numeri - scherza Schmidt - posso solo dire che mi dispiace per loro ...”.

“Polemica contro il direttore degli Uffizi per aver ospitato Chiara Ferragni. Chi le fa non si rende conto che stiamo parlando di una icona della comunicazione social, di un potente brand mondiale, di una risorsa incredibile per avvicinare i giovani all’arte e alla cultura”. Lo scrive il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella sua Enews. “Se la comunicazione della Ferragni raggiungerà i sedicenni invitandoli a studiare l’arte o a emozionarsi davanti alla bellezza del Rinascimento e non solo del fashion, sara’ un successo straordinario, di cui potremo solo ringraziare lei e il direttore degli Uffizi. Sbaglio?”, conclude Renzi.

La diversità come valore di Marco Buemi

La cultura delle differenze e la diversità rappresentano una costante nella storia umana e nella sua organizzazione sociale ed economica. Nel corso dei secoli gli esseri umani si sono evoluti adottando dei modelli sempre più complessi, strutturati e, per molti versi, omologati.

Di recente, tuttavia, i cambiamenti nella composizione sociale e nelle abitudini di vita hanno determinato la necessità di integrare nuove categorie di persone solitamente discriminate. Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, i diritti LGBT, i flussi migratori, il processo di progressivo invecchiamento delle popolazioni occidentali e il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità hanno, infatti, posto l’attenzione sull'altro, su chi è sempre stato considerato “un diverso”.

Se, da un punto di vista normativo, questi fenomeni hanno portato all'approvazione e all'emanazione di legislazioni ad hoc, la strada verso una completa integrazione della diversità, nel tessuto economico e sociale, è ancora lunga. L’integrazione nasce infatti dalla definizione di un ruolo e dall'inserimento in un determinato contesto. In tal senso, il lavoro ricopre, dunque, una parte fondamentale e le aziende devono essere pronte ad accogliere la diversità attraverso modelli organizzativi pluralistici ed inclusivi.

Il vantaggio derivante dall'adozione di tali modelli è stato, anche in Italia, dimostrato a livello concreto da aziende all'avanguardia come TIM ed IBM. Questi due colossi hanno, attraverso strategie ben definite e attività di formazione e comunicazione interne ed esterne, dimostrato che l’applicazione dei modelli e degli strumenti del Diversity Management incrementano in modo quantitativo e qualitativo le prestazioni dei propri lavoratori, il loro senso di affiliazione e, di conseguenza, la performance economica e finanziaria dell’azienda sui mercati. I risultati raggiunti attraverso l’applicazione dei principi del Diversity Management offrono opportunità di crescita non solo culturale, ma anche in termini di creatività, innovazione, generazione di idee attraverso iniziative a favore della creazione di un’organizzazione inclusiva in grado di accrescere il benessere aziendale e migliorare il work-life balance.


Il Diversity Management rappresenta, oggi, un vero e proprio percorso verso la consapevolezza, la prevenzione e l’allontanamento degli stereotipi, l’acquisizione di strumenti che orientino le scelte comportamentali e definiscano piani di azione individuali per il miglioramento delle relazioni lavorative, l’inclusione e la valorizzazione della diversità.

Oggi più che mai la necessità di attuare modelli innovativi e creare valore aggiunto è essenziale per affrontare le sfide determinate dalla recente crisi sanitaria e le conseguenze economiche e sociali che ne deriveranno, di cui non si conoscono ancora con certezza le implicazioni future. Per questa ragione è opportuno che le aziende ripensino l’ambiente lavorativo a partire dalla natura sociale e relazionale dell’essere umano, della sua unicità, della sua diversità intesa come valore aggiunto, come crescita e come valorizzazione.

Nasce in questa ottica, DNA - Difference iN Addition, una piattaforma multi stakeholder pensata per mettere in contatto il mondo delle aziende, della pubblica amministrazione e del terzo settore con modalità di gestione più partecipativa e inclusiva. La piattaforma, che sarà presentata con un webinar il 23 luglio, nasce con lo scopo di proporre una nuova gestione delle risorse umane fondata sulla specificità dei singoli individui per una maggiore comprensione della cultura delle differenze.

Questa è la visione alla base dell’iniziativa promossa da Per Formare S.r.l. Impresa Sociale e INTERACTION FARM.  Una piattaforma il cui team di lavoro è composto da esperti e professionisti che nell'ultimo decennio hanno portato al successo internazionale buone pratiche di diversity e inclusione lavorativa e che offrono un servizio personalizzato ed efficiente ai beneficiari e alle aziende, con l’obiettivo di incrementare l’impatto sociale, nella convinzione che l’appartenenza alle categorie protette, la disabilità, l’origine etnica, la religione, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’età possono essere considerate risorse fondamentali per le organizzazioni, in termini di idee, competenze e approccio. Una realtà che supporta le organizzazioni, pubbliche e private, in percorsi di innovazione attraverso strategie e metodi che pongono diversità, equità, inclusione e welfare al servizio di un’idea di cambiamento sostenibile e dal forte impatto sociale.
fonte: di Marco Buemi    https://espresso.repubblica.it/