sabato 26 ottobre 2019

Lgbt: Sam Porto è il primo trans FtoM a sfilare alla São Paulo Fashion Week

È un grande atto di coraggio che ricorderemo grazie alle forti immagini immortalate dai fotografi: Sam Porto è stato il primo uomo transgender a calcare la passarella della settimana della moda di San Paolo, in Brasile, città in cui vive.


Il 25enne ha sfilato per Cavalera, che prende il nome dall’ex batterista della band Sepultura e che è uno dei più importanti brand brasiliani di abbigliamento, diventato in pochi anni un simbolo dell’universo pop, con il suo simbolo dell’aquila a due teste.

Sam Porto ha esibito le sue cicatrici dell’intervento al seno e una scritta sull’addome che recitava: «Rispetto per i trans». Dopo di che il modello si è inginocchiato a mani giunte, come se quel messaggio fosse una preghiera.

In un’intervista al magazine carioca UOL, Sam ha dichiarato che in un primo momento aveva paura di presentarsi a un’agenzia perché temeva di essere confuso con una persona androgina o di essere messo nel casting delle modelle donne. 

«Mi sono sempre vestito così – racconta il modello – vestito con abiti da ragazzo. I miei genitori hanno persino cercato di farmi indossare abiti da donna, ma quando sono cresciuto hanno iniziato a rispettare il modo in cui mi sentivo a mio agio nel vestirmi. Dico di essere privilegiato perché i miei genitori mi hanno supportato».
fonte: By   www.nonegrindr.it

Alda Merini, a dieci anni dalla morte Milano le intitola il 'suo' ponte sul Naviglio Grande

La poetessa è scomparsa il primo novembre 2009: il Comune organizza un palinsesto di iniziative per ricordarla

Milano si prepara a celebrare il decimo anniversario della scomparsa della poetessa Alda Merini, avvenuta il 1° novembre 2009, con una serie di iniziative in diversi luoghi della città. L'iniziativa più fortemente simbolica sarà la cerimonia di intitolazione del ponte sul Naviglio Grande vicino alla casa di Ripa di Porta Ticinese in cui la poetessa ha vissuto a lungo.

Promosso e coordinato da Comune di Milano|Cultura e Associazione Alda Merini, il programma è realizzato in collaborazione con Associazione Casa delle Artiste, Casa Museo Boschi-Di Stefano e Comune di Brunate. Le iniziative proseguiranno fino al 18 novembre, ma il programma ha già preso il via lo scorso 2 ottobre con l'inaugurazione della mostra 'Alda Merini e Alberto Casiraghy. 


Storia di un'amicizia', ideata e curata da Andrea Tomasetig e dedicata all'intenso sodalizio intellettuale e umano tra Alda Merini e il tipografo-poeta-artista-editore Alberto Casiraghy. Il 28 e 29 ottobre, presso la Sala Napoleonica dell'Università degli Studi, si svolgerà il Convegno dal titolo 'Io sono una città nera/e una rondine notturna. 

Alda Merini, poeta di Milano', il primo a lei dedicato con relazioni di autorevoli studiosi e tavole rotonde, promosso dall'Università degli Studi e dall'Associazione Alda Merini con il contributo di Regione Lombardia. Nel giorno dell'anniversario della morte, il 1° novembre, la Casa delle Arti-Spazio Alda Merini organizza una serie di iniziative: l'inaugurazione di Alda: tratti e ritratti, esposizione collettiva di opere pittoriche e scultoree dedicate ad Alda Merini, un reading e, per finire, una 'fiaccolata poetica' fino al Ponte sul Naviglio, luogo simbolo della sua esistenza e della sua poesia.

Il 5 novembre, nel chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro di via Rovello, si terrà la Maratona Merini organizzata dall'Associazione Alda Merini in collaborazione con il Piccolo Teatro; e l'inaugurazione della mostra Genio e poesia. Alda Merini nelle immagini di Giuliano Grittini, l'amico fotografo che ne ha colto l'anima in moltissime foto-ritratto.

L'inaugurazione del ponte Alda Merini avverrà invece il 6 novembre alle 10.30, con l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno.


Le celebrazioni del decennale Alda Merini si concluderanno nella Chiesa di San Marco il 18 novembre con un nuovo allestimento del suo Poema della croce, opera sacra per voce solista, coro e orchestra, regia di Beppe Menegatti e scenografie di Henry Timi, organizzato dall'Associazione Alda Merini con il patrocinio dell'Arcidiocesi di Milano. Accanto a Giovanni Nuti, interprete e compositore delle musiche, Carla Fracci, nel ruolo di Maria, reciterà e danzerà con étoile del Teatro alla Scala e giovani ballerini in una serata benefica a favore di AIM, Associazione Italiana Miastenia-Amici del Besta e LISM, Lega Italiana Sclerosi Multipla.

A Palazzo Marino, durante la conferenza stampa di presentazione delle iniziative per il decennale di Alda Merini, il Sindaco del Comune di Brunate ha conferito a Carla Fracci il Premio Alda Merini Brunate 2019 -'Più bella della poesia è stata la mia vita', e ha annunciato la cerimonia di intitolazione del Sentiero Como-Brunate ad Alda Merini, prevista per il prossimo 3 novembre.

fonte:  https://milano.repubblica.it

Lgbt: "Trans Freedom March" marcia per commemorare le vittime di transfobia del 2019

Da Sabato 16 Novembre 2019 a Domenica 17 Novembre 2019

Domenica 17 novembre alle ore 16 partirà da piazza Vittorio Veneto a Torino la Trans Freedom March, sesta marcia per commemorare le vittime di transfobia del 2019 e per celebrare le identità trans nelle loro sfaccettature.
L'evento di quest'anno, che si svolge durante la settimana del Transgender Day Of Remembrance, è interamente organizzato da persone T+ e intersex con l'obiettivo di rivendicare uno spazio autogestito nell'ottica dell'auto-determinazione.
La marcia sarà precedeuta da una giornata di dibattiti e incontri, in base al programma seguente:

Sabato 16 novembre
  • ore 17: La favolosa rivoluzione - Trans Freedom March: 50 anni di lotta trans
    Casa Arcobaleno, via Bernardino Lanino 3/A, Torino
    Interverranno: Oliver Meo, Nathan Bonni, Monica J. Romano e Sandeh Veet
    Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti
  • ore 20: Amarcord - 2019, l'aperitivo sui generis!
    Casa Arcobaleno, via Bernardino Lanino 3/A, Torino
    Consumazione con buffet 8 euro fino alle 22 (prenotazioni entro il 14 novembre all'indirizzo info@fuoridaibinari.it). Dopo le 22.00 accesso libero senza prenotazione
Domenica 17 novembre
  • ore 16: Trans Freedom March in memoria di Marsha P. Johnson e Sylvia Rivera
    partenza da piazza Vittorio Veneto con arrivo in Piazza Castello
  • ore 19: Aperitivo e film
    Unione Culturale Antonicelli, via Cesare Battisti 4, Torino
    Aperitivo di auto-finanziamento e la proiezione dei film "Screaming Queens" e "Off Broom" dall'archivio di DQFF

L'iniziativa è organizzata da Sunderam Onlus – Identità Transgender Torino e dal gruppo Fuori dai Binari di Torino, con la collaborazione di Non Una Di Meno, Casa Arcobaleno, Divine Queer Film Festival e Unione Culturale Antonicelli, col patrocinio del Comune di Torino.

Info
Fuori dai binari
Tel. +393755176168
info@fuoridaibinari.it / sunderam.itt@gmail.com
www.fuoridaibinari.it
FB: @fuoridaibinaritorino / @Sunderam.onlus
IG: fuoridaibinari.torino / sunderam.itt
fonte:  www.comune.torino.it

TO HOUSING è sold out | Torino si conferma capitale dell'accoglienza LGBT

Il primo progetto nazionale di co-housing e reinserimento sociale
per persone LGBT in grave difficoltà ha esaurito i posti disponibili

Il progetto è stato  presentato giovedì 24 ottobre, a Praga all’assemblea nazionale di ILGA, l’organizzazione internazionale non governativa che riunisce le realtà LGBTQI di 45 Paesi europei

TO HOUSING, il progetto di co-housing sociale che ha aperto a Torino circa 10 mesi fa per accogliere persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in difficoltà e in condizioni di estrema vulnerabilità è sold out.

Prima esperienza con queste caratteristiche in Italia, TO HOUSING accoglie oggi 24 ospiti in 5 appartamenti di proprietà ATC – Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale, di edilizia agevolata e non destinati alle graduatorie per le case popolari. Ottimi i risultati anche nell’ambito dell’accompagnamento al lavoro previsto dal progetto, con contratti di varie tipologie fra cui: un cantiere lavoro per un ospite, disoccupato di lunga durata in età adulta, presso la Città di Torino; un contratto a tempo determinato per uno degli ospiti diplomato e qualificato; tre contratti intermittenti (di cui uno con un’agenzia per il lavoro) per tre degli ospiti più giovani (di cui uno inserito in un percorso formativo di riqualificazione) e un contratto di tirocinio extracurriculare, finanziato dalla Regione Piemonte, con obiettivo occupazionale a sei mesi, e con percorso di riqualificazione e professionalizzazione interno che sarà finanziato dall’azienda ospitante.

Il progetto, che è stato presentato giovedì 24 ottobre, a Praga all’assemblea nazionale di ILGA (l’organizzazione internazionale non governativa che riunisce 422 realtà LGBTQI di 45 Paesi europei), nasce non solo per rispondere all’emergenza abitativa ma anche per attivare, proprio a partire da un bisogno primario e fondamentale come la casa, percorsi di reinserimento sociale. Vengono accolti eminentemente giovani tra i 18 e i 26 anni allontanati dalle famiglie di origine a causa dell’orientamento sessuale; migranti e rifugiati omosessuali, anziani LGBT in condizione di solitudine o povertà, persone transessuali e trans gender.

TO HOUSING, per il quale sabato 13 dicembre, a Torino,  è calendarizzato un importante appuntamento di finanziamento e presentazione,  è stato pensato per tutte e tutti coloro che vivono una condizione di doppia discriminazione – orientamento sessuale, origine etnica, età, condizione sociale – e si trovano in condizione di povertà e/o esclusione sociale. In questa prospettiva assicurare un luogo sicuro dove poter vivere rappresenta l’occasione per intraprendere un percorso di uscita dal disagio e di (re)inserimento socio-lavorativo. 

Un’équipe di accoglienza composta da educatori, psicologi e assistenti sociali esamina le segnalazioni (che possono arrivare anche in modo diretto contattando Quore, l’associazione a capo del progetto, via mail: tohousing@quore.org), svolge il primo colloquio e valuta l’accesso degli ospiti. La permanenza media prevista di 8 mesi può essere eventualmente estesa per completare il percorso di autonomia degli utenti.

Il progetto è realizzato dall’associazione Quore con il supporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città di Torino, di ATC – Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale e con il sostegno di IKEA, Iren, Bentley SOA, Philips, Cooperativa Di Vittorio, La Banca delle Visite e Medi.ca.
fonte:  Ufficio Stampa: con.testi Torino & Roma

martedì 22 ottobre 2019

Lgbt. Calcio femminile, l’azzurra Elena Linari fa coming out: «C’è gente che soffre e ci lamentiamo per un figlio omosessuale?»

L’azzurra si è raccontato davanti alle telecamere: «Spero di dedicare presto un gol alla mia compagna»

 

Il difensore della Nazionale italiana si racconta ai microfoni di Dribbling. Durante il programma sportivo in onda il 19 ottobre su Rai 2 l’azzurra ha parlato della sua omosessualità. 

«I veri problemi della vita sono altri – spiega – C’è gente che soffre e noi ci lamentiamo perché un figlio è omosessuale? Abbiamo sbagliato tutto. Quello che ha fatto qualche giorno fa la nazionale di calcio andando al ‘Bambin Gesù’ e un’immagine potentissima e mi auguro che anche alla nostra squadra venga data questa possibilità».

 

«Abbiamo sbagliato tutto»

La 25enne fiorentina, abituata a difendere la propria squadra, ha deciso di passare all’attacco: «Per attirare l’attenzione sul calcio femminile bisogna parlare della sua omosessualità? È un paradosso – dice – bisogna dire che una ragazza sta con un’altra ragazza per attirare l’attenzione della gente? Abbiamo davvero sbagliato tutto».

Linari gioca in Spagna, all’Atletico Madrid, e spera presto di poter dedicare una rete alla compagna che vive in Italia: «Sinceramente non lo so quando, quì in Spagna spero presto anche se il gol ancora mi manca».

 

«Un figlio? Se è felice non vedo il problema»

La calciatrice parla poi più in generale dell’omosessualità: «Quando si ha un figlio la cosa più importante è che sia felice. Se è felice con una relazione omosessuale non vedo il problema – sottolinea – È ovvio, ci potranno essere delle difficoltà, ma nella vita in generale le difficoltà ci sono. È stato toccante quello che mi ha detto mia nonna quando lo ha saputo. Era contenta e piangendo mi ha detto «ho tanta paura per te perché non siete tutelate. Ho pianto di gioia dopo aver sentito queste parole», confessa Linari.

«Omossesuali ci sono anche nel calcio maschile»

«Io nella mia vita privata faccio quello che voglio – aggiunge la Linari – Ci sono tanti calciatori che si coprono con un’altra relazione, così come qualsiasi altro sportivo per evitare i famosi pregiudizi e in Italia non siamo pronti. Ma poi diciamolo, non è che nel calcio femminile fioccano le omosessuali, no proprio no, omosessuali ci sono nel calcio maschile, negli altri sport e nella vita quotidiana. E comunque qui a Madrid non ho nessun problema, anzi. In Italia sono io la prima ad aver paura di affrontare l’argomento perché non so la gente come potrebbe reagire. Ho paura del giudizio della gente».
fonte:  www.open.online

Linfa, l’underground vitale delle donne di Roma Est. Il documentario di Carlotta Cerquetti

Il documentario di Carlotta Cerquetti, Linfa, presenta la scena underground di Roma Est, una rete solidale di donne la cui urgenza espressiva è forza vitale di trasformazione e affermazione.

“Noi siamo resistenti, questo è un quartiere di resistenza, la nostra arte è resistenza, interna ed esterna. Alla frustrazione, al lavorare tanto, allo sperimentare. Passare il tempo a lamentarsi non funziona, mettere in moto l’energia creativa e lo stare insieme invece funziona” dice Federica Tuzi delle NOCHOICE in chiusura di “Linfa” il bel documentario sull’arte e le artiste indipendenti/underground di Roma Est, ovvero quell’area complessa e particolare che abbraccia Pigneto e Torpignattara.
Resistere agli stereotipi e cambiare la società che ti vuole uniformato e ubbidiente si può. Con l’arte e attraverso il corpo. Afferma Lola Kola, stilista transgender, “possiamo fare quello che ci pare,  puoi ribaltare la tua vita, noi siamo la vera rivoluzione”. E ribadisce Silvia Calderoni, attrice, dj e performer con il gruppo teatrale Motus “tutto è politica, anche il tuo corpo. Per questo noi la facciamo costantemente, perchè ci mettiamo il corpo. E il luogo in cui la facciamo diventa il nostro spazio di lavoro, ma sono le persone che fanno la differenza, quanto tu stai in apertura  con ciò che ti circonda”. IL SITO DI LINFA QUI


Lungo i binari dei treni della linea gialla, quella che da Termini va a Giardinetti scorre una linfa vitale spropositata, un’energia creativa che la regista Carlotta Cerquetti (in foto) ha ben saputo raccontare e accogliere, indagando tra le mura domestiche delle protagoniste e nei luoghi principe della loro controcultura, quei locali underground che sono esplosi ed implosi al Pigneto ma che ora stanno riaffermandosi come veri e propri incubatori di libertà e diritti.  “Ho scelto queste donne perchè sono un grande esempio di come si può vivere e resistere in questi tempi – afferma la regista – dove la cultura non è sostenuta. Ho scoperto questo mondo facendo il documentario, ho trovato un fermento, un valore intrinseco che prescinde dal risultato di pubblico. Ho trovato donne con una vitalità incredibile, e ci sono arrivata quasi per caso tramite un’amica che poi mi ha portato in un locale e ognuna mi ha portato all’altra in un sodalizio femminile splendido. Mi piace come fanno rete tra loro, come curano le relazioni l’una con l’altra”. PER IL TRAILER DI LINFA CLICCA QUI


Mentre ascoltavo Lola Kola, Le NoChoice (Federica Tuzi e Merel Van Dijk), Lilith Primavera, Maria Violenza, Lady Maru, Le OpaOpa aka Invasioni Balcaniche (Jonida Prifti e  Iva Stanisic) e Industria Indipendente (Erika Z. Galli e Martina Ruggeri) mi veniva in testa una sola parola. 
Ed è urgenza. L’urgenza creativa che hanno in comune queste artiste, che non è quella di diventare famose e fare i soldi, ma fare qualcosa perchè non possono farne a meno. Si fa perchè dentro una voce urla più forte e si fa anche contro la fatica, avendo un altro (o un terzo) lavoro.  E lo si fa con il sorriso e con la felicità dentro perchè comunque se ne ha la possibilità.

Guardando queste ragazze resistere, mi è venuto in mente l’Aleijadinho, un grande artista del ‘700 brasiliano. Nonostante fosse stato completamente debilitato da una malattia (forse una sclerodermia) che lo aveva costretto a vedersi amputate le dita di entrambi gli arti superiori e inferiori, continuò a lavorare con il cesello legato al dorso delle mani.  In questa fase di totale sofferenza e disabilità produsse per il santuario di Congonhas le sue 12 statue più belle, lavorando di notte, vergognandosi del suo aspetto (era anche ormai quasi cieco) e siccome non poteva più stare in piedi lavorava in ginocchio appoggiato a dei cuscini. Tale era l’urgenza l’espressiva. E un po’ mi sono commossa.

lunedì 21 ottobre 2019

Lgbt: "WILD NIGHTS WITH EMILY" vince la 17° edizione del Florence Queer Festival

La giuria del Florence Queer Festival, composta da Alba Donati, poetessa e direttrice del Gabinetto Vissieux, Maria Grosso, giornalista de Il Manifesto, Stefano Fabbri, ex caporedattore de l’Ansa, Alessandro Agostinelli, direttore del Festival del Viaggio, Bob Vallier, direttore della Syracuse University, ha infatti deciso di assegnare ben tre menzioni speciali. 

La prima, come miglior documentario, al lavoro di Megan Rossman, The Archivettes, documentario sull’incredibile lavoro di recupero e mantenimento della memoria del Lesbian Herstory Archives di New York.

“Accende una luce su una storia sconosciuta, con momenti di vita e memoria individuali che formano il respiro collettivo della comunità lesbica newyorkese, il tutto impreziosito da uno sguardo vintage anni ’90” dice la giuria nelle sue motivazioni che valorizzano così l’importante contributo dei documentari alla selezione del programma di questa edizione.  

La menzione come miglior storia va invece a The Garden Left Behind “Per la densità dei temi (migrazione, identità sessuale, famiglia, violenza, etc) e per la normalità di una storia che diventa simbolica e in cui ricerca sociale, umana, politica, stanno dentro la lungimiranza emotiva della narrazione.” Altro titolo statunitense, firmato dal regista di origine brasiliana Flavio Alves, disegno per fiction della battaglia per la transizione di una giovane donna messicana a New York.

Ancora una menzione, in questo caso per la regia, per NevrLand, dell’austriaco Gregor Schmidinger, “Un affresco contemporaneo che lega il tema del virtuale e del porno ai legami familiari e al dato onirico. In questo film la macchina da presa indaga (con scene spesso oscure e intime) alcune zone d’ombra dei rapporti quotidiani. Da segnalare le scene del mattatoio che sono omaggio e citazione al film cult Un anno con tredici lune di Rainer Werner Fassbinder.”

Premio della giuria quindi a "Wild Nights with Emily" della regista statunitense Madeleine Olnek
“Il film ci racconta una visione, assolutamente inedita, della clausura di Emily Dickinson
Ci racconta ciò che nessuna biografia ha ancora affrontato riscattando la soggettività artistica ed esistenziale della poetessa: le sue poesie d’amore dedicate a figure maschile erano in realtà il frutto di cancellazioni fatte ad hoc dalla famiglia per nascondere la reale destinataria, Susan Gilbert.
In questo film non ci appare la convenzionale Emily Dickinson, poetessa severa e appartata, ma una donna che corre attraverso il giardino portando poesie all’amata. Un film che esprime alta eccellenza nei costumi, nella recitazione, e nell’originalità della struttura narrativa in cui prevale il ritmo teatrale.” 
CLICCA QUI PER IL TRAILER "Wild Nights With Emily"

Per il pubblico invece il lungometraggio più apprezzato è stato "The Garden Left Behind" di Flavio Alves qui in foto con Ivana Black e Tamara Williams tra le protagoniste del film. 
"THE GARDEN LEFT BEHIND" Sneak Peek Scene CLICCA QUI PER LA SCENA DEL FILM