sabato 1 gennaio 2022

Roberto Bolle "Danza con me" Conduce Serena Rossi insieme con Lillo. Stasera su RAI 1

Per il nuovo anno di Rai1 torna il grande show della danza di Roberto Bolle e del suo “Danza con me”, in onda sabato 1 gennaio in prima serata. “Danza con me” – prodotto da Rai1 in collaborazione con Ballandi e Artedanza srl – costruisce un mondo parallelo dove per una sera tutto è sospeso, un viaggio straordinario, che lascia senza fiato, attraverso la grande arte della danza raccontata e vissuta in profondità e con leggerezza insieme. Un’andata e ritorno dalla realtà in cui lo spettatore rientra in qualche modo cambiato.

Anche questa quinta edizione ospita artisti molto speciali provenienti da un ventaglio di ambiti ancora più ricco e vario delle edizioni precedenti, per celebrare il ritorno alla vita in tutte le sue forme, con camei e partecipazioni inedite e originali del mondo della musica e del cinema, della danza e della cultura, della letteratura e della televisione stessa. 

Tutti uniti in quello che ormai è diventato una sorta di rito propiziatorio per l’anno nuovo. 

Tutti insieme nella gioia condivisa di essere tornati a fare quello che ci è mancato per tanto, troppo tempo. Tra loro, John Malkovich, Ornella Vanoni, Margherita Buy, Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Micaela Ramazzotti, Benedetta Porcaroli, Diana Del Bufalo, le Farfalle Olimpiche, Colapesce e Dimartino, Frida Bollani Magoni.

Alla conduzione un’artista molto amata dal pubblico, Serena Rossi, che in “Danza con me” con eleganza e quella sua grazia che abbraccia e scalda, non mancherà di mettersi in gioco in tutti i suoi registri, spingendosi in territori nuovi e sorprendenti.  Accanto a lei, l’ironia di Lillo che torna – o almeno così crede lui – al suo primo amore, la danza. 

fonte: RAI Ufficio Stampa www.rai.it

Cinema: "Illusioni perdute" di Balzac diventa un film. Le fake news nella Parigi del 1820

Al cinema un capolavoro dell'ottocento letterario francese in una trasposizione ricca di riferimenti all'attualità. Tra speranze e delusioni, la vita di un giovane poeta nella Francia della restaurazione

Nella Francia dell'ottocento le chiamavano "anatre", oggi sono "fake news": le notizie false che sembrano vere e che sono al centro della trasposizione cinematografica del capolavoro di Honoré de Balzac “Illusioni perdute”. In foto: Una scena del film "Illusioni Perdute" di Xavier Giannoli da YouTube >>>Trailer ufficiale

Il romanzo, caposaldo della letteratura francese pubblicato in tre parti fra il 1837 e il 1843, è portato sul grande schermo dal regista Xavier Giannoli, già firma di 'Marguerite' (2015), 'À l'origine' (2009) e 'Quand j'étais chanteur' (2006) e ha riscosso grande successo di pubblico all'ultima mostra del Cinema di Venezia.

Ci sono tematiche e toni straordinariamente contemporanei in questa storia ambientata nella Francia del 1820. Al centro della vicenda c'è Lucien: un giovane poeta in cerca di fortuna. Nutre grandi speranze per il suo futuro ed è deciso a prendere le redini del proprio destino abbandonando la tipografia di famiglia e tentando la sorte nella scintillante Parigi aristocratica della restaurazione, sotto l’ala protettrice della sua mecenate, madame de Bargeton. Rifiutato dalla società aristocratica parigina per le sue umili origini e per la sua relazione pericolosa con la nobildonna, si ritrova solo, senza un soldo, affamato e umiliato e cerca vendetta scrivendo articoli controversi. Nella Parigi tanto ambita, trova un mondo cinico dove quasi tutto può essere comprato e venduto: a volte anche le notizie e perfino le persone.

Una commedia umana con un cast d'eccezione tra cui il protagonista Benjamin Voisin, Gérard Depardieu, Xavier Dolan, Vincent Lacoste e Cécile de France.

Una ricostruzione sontuosa ed elegante, un omaggio a un romanzo immortale ma anche alle eterne illusioni dell'essere umano

fonte: www.rainews.it

È morta April Ashley, prima modella transgender di fama mondiale e icona assoluta di stile

April Ashley-1970 PA ImagesGetty Images
 La sua vita avventurosa da protagonista della Swinging London merita di essere ripercorsa 

 Capelli scuri, sguardo intenso, figura longilinea, April Ashley è stata la prima modella e attrice transgender di fama internazionale, protagonista della  Swinging London degli Anni 60, poi attivista per i diritti delle persone trans, persino premiata dalla regina Elisabetta II con la medaglia dell'Ordine dell'Impero britannico. 

 Dopo una vita intensa, April Ashley si è spenta all'età di 86 anni, il 27 dicembre 2021 nella sua Londra dopo un lungo periodo di auto-esilio. 

La sua vita, la sua storia, quello che Ashley ha significato per i diritti delle persone trans, aprendo la via nella moda a modelle come Valentina Sampaio, valgono la pena di essere ripercorse.

April Ashley nasce il 29 aprile 1935 a Liverpool, figlia di padre cattolico e madre protestante, sorella di altri cinque fratelli. Da adolescente entra nella Marina Mercantile, ma viene congedata poco dopo. Di quel periodo Ashley ha parlato nel suo libro di memorie del 2006, First Lady, raccontando dello stupro subito per mano del suo compagno di stanza e delle conseguenze riportate a livello fisico e psicologico. In quegli anni soffre di depressione e, dopo alcuni tentativi di suicidio, trascorre un periodo in manicomio, fino al 1957 quando si trasferisce a Parigi. Lì riesce finalmente a trovare una dimensione più congeniale e comincia a lavorare esibendosi al nightclub Le Carrousel, locale famoso per gli spettacolo di drag queen.

A 25 anni, dopo aver messo da parte la somma sufficiente, Ashley vola in Marocco, a Casablanca, per sottoporsi a un intervento di riassegnazione del sesso. Dopo l'operazione torna a Londra e avvia la sua carriera di modella, tra sfilate e servizi fotografici di alcuni dei nomi più importanti dell'epoca, da Brian Duffey e Richard Dormer a Terence Donovan. La moda riconosce e acclama April Ashley, che racconta: "Sapevano tutti della mia operazione, sapevano tutti chi ero. A nessuno dei fotografi fregava niente del mio passato. Mi volevano nel loro portafoglio e basta". Uno dei momenti più alti della sua carriera arriva quando conquista la copertina di Vogue, scattata da David Bailey e nel 1962 recitando nel film Astronauti per forza (1962, Road to Hong Kong) con Bob Hope, Bing Crosby e Joan Collins.

April Ashley e Gonzale de Bethencort-1975 MirrorpixGetty Images
 La sua vita non fu comunque priva di discriminazioni, nel 1961 il Sunday People pubblicò come uno scoop il fatto che Ashley fosse transgender e, se da un lato questo la escluse da alcune opportunità, dall'altro divenne una delle personalità più richieste e note della  Swinging London. Nel 1963 April Ashley coronò il suo sogno d'amore sposando l'aristocratico Arthur Cameron Corbett a Gibilterra.

 Il matrimonio venne annullato nel 1970 con il pretesto che Ashley fosse nata uomo e, anche successivamente, l’esito della sentenza fu utilizzato come base per negare ai cittadini transessuali il diritti civile al matrimonio. Dopo la fine della sua relazione, Ashley decide così di emigrare negli Stati Uniti e si trasferisce sulla West Coast per un lunghissimo auto-esilio. 


 

Torna nella sua amata Londra solo nel 2005, quando la Gran Bretagna ha promulgato il Gender Recognition Act e anche Ashley è stata ufficialmente riconosciuta come donna. I suoi sforzi come attivista per i diritti delle persone transgender le sono valsi la massima onorificenza del Regno Unito, la medaglia dell'Ordine dell'Impero britannico, consegnata dalla regina Elisabetta nel 2012. In foto: April Ashley e l’onorificenza - 2012 WPA PoolGetty Images

fonte: ELLE Di   www.elle.com