venerdì 14 aprile 2023

Eventi: All'Arena di Verona l’unica tappa italiana dell'evento "Disney 100 - The Concert"

In occasione del centenario di Disney, gli studi di animazione annunciano l’unica tappa italiana del "Disney 100 - The Concert" che si terrà all’Arena di Verona sabato 13 maggio 2023 alle ore 21. 

La data, presentata in Italia da Vivo Concerti e prodotta da Semmel Concerts, vedrà risuonare nella spettacolare Arena di Verona le musiche più iconiche della centenaria storia di Disney, in uno spettacolo multimediale che ripercorrerà le più belle musiche e film di casa Disney.

Biglietti disponibili su www.vivoconcerti.com a partire dalle ore 11 di mercoledì 9 novembre 2022, e dalle 11 di lunedì 14 novembre 2022 in tutti i punti vendita autorizzati.

 

Negli anni, Disney è riuscita a rimanere una certezza e un punto di riferimento nei sogni di intere generazioni. Il palco del "Disney 100 - The Concert" non si limiterà a essere calcato dai beniamini dell’era classica Disney (Topolino, Cenerentola, Il Re Leone e Mary Poppins), ma lascerà altrettanto spazio anche agli eroi della Disney contemporanea tra i personaggi Pixar, gli idoli di Star Wars come the Mandalorian e i supereroi Marvel come Black Panther. 

Lo spettacolo includerà la proiezione su grande schermo di alcune scene leggendarie dei film, accompagnate dalla Hollywood Sound Orchestra e cantanti solisti, in un’entusiasmante e suggestiva esperienza multimediale. Fin dalla sua nascita nel 1923, The Walt Disney Company è stata per tutti sinonimo di fantasia, magia, sogni ed emozioni vissuti da innumerevoli eroi ed eroine, in mondi affascinanti e con colonne sonore che rimangono scolpite nella memoria di grandi e piccini. 

Altre informazioni Sito web vivoconcerti.com Evento per bambini

fonte: Redazione  www.veronasera.it

Libri: "Delitto in riva al mare" di Antonio Lanzetta

Un grande thriller

Dall'autore del bestseller L'uomo senza sonno

A volte dietro la follia si celano oscure verità


Il corpo senza vita di Elena Perna, una ragazza di diciannove anni, viene trovato riverso su una spiaggia di Salerno. Il caso viene affidato al commissario Massimo Trotta e a Lidia Basso, psicologa forense e consulente della questura. Le indagini assumono da subito dei contorni a dir poco inquietanti. 

Lidia e Massimo ricevono infatti una chiamata dal Santacroce, una struttura che ospita giovani pazienti psichiatrici: un diciassettenne di nome Matteo fa da giorni disegni che sembrano ritrarre proprio Elena, la ragazza che è stata uccisa. Senza averla mai vista. 

Nessuno, in quel reparto del Santacroce, ha contatti con l’esterno né con i mezzi di informazione. Lidia fa di tutto per avere un colloquio con Matteo. La sfuggente personalità del ragazzo la affascina, ma a irretirla è la storia di cui in passato è stato protagonista. Una vicenda segnata da indicibili sofferenze e violenze inimmaginabili, nota alle cronache come “La casa degli orrori”, sulla quale aleggiano ancora interrogativi destinati a non trovare risposta. Com’è possibile che ci sia un legame tra Elena e Matteo? Eppure, nelle sue allucinazioni, sembra nascondersi una chiave per individuare l’assassino…

Una ragazza brutalmente uccisa
Un ragazzo che ha vissuto l’orrore
È possibile scorgere la verità attraverso lo sguardo della follia?


«Un romanzo oscuro e coinvolgente che tiene il lettore incollato alla pagina fino al finale mozzafiato.»
Il Mattino

«Un libro consigliatissimo a tutti gli amanti del thriller e del noir.»
Milano Nera

«La sua scrittura è sempre molto fluida e i colpi di scena ben dosati e mai banali.»
MangiaLibri

Antonio Lanzetta vive a Salerno. Ha iniziato a scrivere fantasy/young adult, poi ha virato verso il thriller, prima con il racconto breve Nella pioggia, finalista al premio Gran Giallo di Cattolica, e poi con Il buio dentro, romanzo tradotto in Francia, Canada e Belgio. Il buio dentro è stato anche citato dal «Sunday Times» come uno dei cinque migliori thriller non inglesi del 2017. Con Newton Compton ha pubblicato nel 2021 il romanzo gotico L’Uomo senza Sonno. Il Ritratto della Morte

fonte: www.newtoncompton.com

Genova: Palazzo Ducale, Man Ray. Opere 1912-1975. Fino al 9 luglio 2023, Appartamento del Doge

Fotografie, disegni, dipinti, sculture e film: oltre trecento opere esposte a Palazzo Ducale raccontano il lavoro e la vita di un genio del Novecento, Emmanuel Radnitzky, in arte Man Ray.

Passato alla storia come uno dei più grandi fotografi del secolo scorso, Man Ray è stato anche uno straordinario pittore, scultore e regista d’avanguardia, la cui poetica è stata caratterizzata fin dagli esordi dall’ironia, dalla sensualità e dalla volontà di sperimentare, di rompere gli schemi e creare nuove estetiche.

La mostra monografica, articolata in sette sezioni, ripercorre cronologicamente la biografia dell’artista evidenziano gli aspetti innovativi e originali della sua opera all’interno dei contesti culturali in cui ha operato.

Nato nel 1890 a Filadelfia, Man Ray esordisce a New York con la prima mostra personale nel 1915 ed è uno dei protagonisti del DADA americano insieme a Marcel Duchamp, amico e complice artistico di una vita: dal loro incontro nascono autentiche icone dell’arte del XX secolo come La tonsure e Elevage de poussiére (entrambe esposte in mostra), fotografie che rimettono in discussione l’idea stessa di ritratto e di realtà, dove la superficie impolverata di un vetro diventa un paesaggio alieno, futuribile.

Quando Man Ray si trasferisce a Parigi, all’inizio degli anni Venti, si concentra interamente sulla fotografia e pubblica i primi Rayographs, immagini fotografiche ottenute senza la macchina fotografica, accolte con entusiasmo dalla comunità artistica parigina. Una comunità che in quel momento vive la sua stagione d’oro tra Dadaismo e Surrealismo, di cui Man Ray è al tempo stesso protagonista e testimone.

I temi ricorrenti nella poetica di Man Ray sono quelli del corpo e della sensualità, che nel periodo surrealista diventano il centro dell’ispirazione: a questi anni risalgono le immagini più note dell’artista, fotografie come Larmes, La Prière. Blanche et noire, dipinti e grafiche come A l’heure de l’observatoire – Les Amoureux, una scultura come Venus restaurée, ironica e geniale riflessione sulla classicità, tutte opere esposte in mostra.

Il 1940 segna l’anno del ritorno di Man Ray negli Stati Uniti, a causa della Seconda Guerra Mondiale, e segna anche un ritorno alla pittura, in solitudine. Negli anni successivi farà ritorno spesso in Europa e a Parigi – dove muore nel 1976 – creando nuovi ready-made e splendidi dipinti, nati dalla volontà di reinventare il mondo attraverso l’arte e contraddistinti dalla consueta ironia e intelligenza.

La mostra offre lo spazio anche per apprezzare l’attività di Man Ray nel cinema d’avanguardia, con la proiezione di pellicole storiche come Le Retour à la raison (1923), Emak Bakia (1926), L’Étoile de mer (1928) e Les Mystères du château du dé (1929).


La mostra è prodotta da Suazes e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
A cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola


Biglietti

Acquista qui il biglietto online

Intero 13 €

Ridotto 11 €, consulta qui l’elenco delle riduzioni

Ridotto speciale possessori della Membership Card Ducale+ 9€

Ridotto scuole e ragazzi dai 6 ai 14 anni 5 €, scopri qui le attività educative in programma per le scuole

Ridotto under 27 5€, il martedì (non festivo)


SKY: The Big Bang Theory, in arrivo una serie TV tratta dal suo universo

Dopo Young Sheldon in via di sviluppo una nuova serie spin-off della celebre The Big Bang Theory

Max, il nuovo servizio HBO Max-Discovery+, sta tornando a collaborare con il creatore di The Big Bang Theory Chuck Lorre per una nuova serie ambientata nello stesso mondo del successo CBS. I dettagli della trama vengono tenuti nascosti per quella che sarebbe la seconda serie spin-off dell’amata The Big Bang Theory. La serie prequel Young Sheldon, attualmente in onda per la sesta stagione su CBS, è stata la prima. La serie originale, creata da Lorre e Bill Prady, è andata in onda per 12 stagioni in tutto il mondo. Uscita nel 2007 si è conclusa nel 2019 dopo 279 episodi e la star nominata agli Emmy Jim Parsons, che ha interpretato Sheldon Cooper, alla fine è stato responsabile della fine dopo aver deciso di abbandonare la serie. Lorre, infatti, è sempre stato irremovibile sul fatto di continuare la serie solo se l'intero cast avesse accettato di andare avanti.

Espandere The Big Bang Theory

Chuck Lorre è sempre stato aperto sui motivi per espandere il franchise di The Big Bang Theory oltre Young Sheldon. "In verità il motivo di uno spin-off è economico, e questo non è un buon motivo per fare una serie secondo me" ha detto Lorre in un'intervista ad ampio raggio legata al suo premio THR Producer of the Year 2019. “Dovresti fare una serie perchè hai qualcosa che ami davvero da raccontare e vuoi farlo. Il mercato segue la passione. Se inizi da quello... beh, diventa un dirigente di una rete televisiva”.

Il futuro di The Big Bang Theory

The Big Bang Theory si è concluso con Leonard (Galecki) e Penny (Cuoco) in attesa del loro primo figlio. Quell'idea ha naturalmente fatto parlare di uno spin-off che potrebbe seguire la coppia sposata nel loro percorso per diventare genitori. “(Ridendo.) “Mi sembra che questi sette personaggi condividano sette diverse aree dello stesso cervello. Li abbiamo divisi in ogni singola divisione diversa possibile e tutto funziona. Non ce ne sono due che non funzionano insieme. Non penso che sarebbe un disastro, ma non sarebbe The Big Bang Theory” ha detto Galecki a THR quando gli è stato chiesto cosa ne pensava di uno spin-off su Leonard e Penny. Cuoco ha aggiunto: “Uhhh, no! Ma se Chuck me lo chiedesse lo prenderei in grande considerazione perchè non dico di no a Chuck! … Penso che saranno genitori fantastici. Hanno aspettato così tanti anni e sono così divertenti e accomodanti. Gold Penny è davvero un tipo accomodante! Penso che sarebbero genitori adorabili. Posso solo immaginare."

fonte: https://tg24.sky.it/spettacolo  ©Webphoto

Danza: Addio a Pierre Lacotte, archeologo del balletto. Aiutò Nureyev a fuggire dalla Russia

Si è spento a 91 anni il grande coreografo che ha ricostruito i balletti del XIX secolo. Nel 1961 il suo intervento fu determinante nella defezione di Rudolf Nureyev, come aveva raccontato lo scorso dicembre a Sky Tg24 in quella che oggi resta la sua ultima intervista

Guardava il mare, nel silenzio della baia che aveva scelto per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Seduto, con lo sguardo rivolto alla grande vetrata, circondato da arazzi e statue antiche, ci aveva accolto facendosi trovare pronto per quella che probabilmente è stata la sua ultima intervista. Aveva pensato a tutto. 

A scegliere l’angolo migliore del suo salottino, a stampare le foto con il suo amico Rudy, a preparare persino una chiavetta con gli estratti migliori del suo Marco Spada al Teatro dell’Opera di Roma. Perché, come mi aveva ripetuto più volte, aveva “promesso a Rudolf di far vedere sempre il meglio di lui”. Avvolto nella sua sciarpa bianca, con un vestito scuro, era lì, ad aspettarci, con tutta l’eleganza del danseur noble. Un danseur noble che ha scritto la storia della danza per aver ricostruito i grandi balletti del XIX secolo. Per questo veniva chiamato “l’archeologo del balletto”.

CHI ERA PIERRE LACOTTE

Pierre Lacotte si è spento oggi, a 91 anni. Lo ha annunciato sua moglie Ghislaine Thesmar, prima ballerina e splendida danzatrice, compagna di una vita. Danzatore, maestro, coreografo, direttore artistico, Lacotte è stato anche colui che aiutò Rudolf Nureyev a fuggire dalla Russia e a chiedere asilo politico alla Francia nel 1961. Lo avevamo incontrato lo scorso dicembre nella sua casa vicino a Tolone proprio in occasione dello speciale di Sky Tg24 dedicato ai 30 anni dalla scomparsa di Rudolf Nureyev  

Video dello lo Speciale >> QUI

Aiutò nureyev nella defezione

Accesa la lucina rossa della telecamera, il Maestro Lacotte aveva iniziato subito ad andare indietro nel tempo e nei ricordi. E a restituirci una testimonianza storica e unica di quei momenti di grande tensione vissuti all’aeroporto di Le Bourget a Parigi. Un racconto commovente, dettagliato e carico di emozioni diverse. Paura, terrore, incredulità, nervosismo. Una testimonianza straordinaria che resterà nel tempo, come i grandi balletti a cui lui ha ridato vita, come Le Silfidi o La figlia del Faraone. O quelli che ha creato ex novo come Le Roige et Le Noir, ispirato al celebre romanzo di Stendhal nel 2021, suo ultimo lavoro.

fonte: di Chiara Ribichini https://tg24.sky.it