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sabato 19 febbraio 2011
Associazioni lgbt: E’ nata a Firenze la ‘Rete Genitori Rainbow’
Nasce a Firenze l’associazione Rete Genitori Rainbow che si propone di offrire supporto a lesbiche, gay e transessuali con figli da precedenti relazioni etero.
Oltre ai pregiudizi in quanto omosessuali, sulle spalle di questi genitori pesano le difficoltà connesse alla separazione spesso conflittuale con l’ex-partner, al timore del coming-out verso i figli o con la famiglia.
L’associazione Rete Genitori Rainbow offre supporto e confronto avvalendosi di una rete di volontari, di psicologi e di avvocati allo scopo di superare l’omofobia interiorizzata e aiutare ad affrontare la separazione, l’affidamento e il coming-out.
Rete Genitori Rainbow mette a disposizione i propri servizi in collaborazione con altre realtà del mondo LGBT attraverso una Community web con forum dedicati, help-line Skype in chat e voce, Facebook e altri social network.
E’ anche prevista l’organizzazione di gruppi di auto-aiuto e di seminari in varie parti d’Italia condotti da professionisti e volontari che hanno vissuto questo percorso in prima persona.
L’associazione rispetta inoltre l’esigenza di molti genitori di mantenere l’anonimato, data la delicatezza della situazione.
Rete Genitori Rainbow sostiene i diritti LGBT e si propone di stimolare la produzione culturale per contrastare i pregiudizi sulla genitorialità omo e transessuale.
CONTATTI
Sito: www.genitorirainbow.it
Contatti: info@genitorirainbow.it
Skype: genitorirainbow
Facebook: www.facebook.com/genitorirainbow
fonte gaynews24 Adv
Politica lgbt: il Brasile potrebbe classificare l'omofobia come reato
Il Senato del Brasile ha ripreso, dopo due anni, il progetto di legge che classificherebbe come “crimine” la discriminazione verso le persone lgbt.
L’iniziativa è della senatrice Marta Suplicy (in foto), del Partido dos Trabalhadores, che ha chiesto la disarchiviazione di questo progetto, sostenuto dalle organizzazioni gay. La richiesta della senatrice è stata approvata.
Il progetto di leggere modificherebbe la norma già in vigore che definisce la discriminazione per razza, per colore, per etnia, per religione o per origine sociale come reato. A questi motivi, dunque, si aggiungerebbero quelli di pregiudizio per sesso e per l’orientamento sessuale.
Il Senato ora dovrà sottoporre il progetto di legge alle varie commissioni (diritti umani, costituzionalità, giustizia) prima di fare i passi per l’approvazione finale.
Il dibattito è ritornato nell’agenda politica dopo l’ondata di violenza contro gli omosessuali dello scorso anno nella città di São Paulo. Alla ripresa in esame del progetto di legge ha contribuito anche una lettera che l’Associazione Brasiliana LGBT ha scritto ai legislatori evidenziando come una tale legge non va né ad attentare la libertà di espressione né quella religiosa (tutto il mondo è paese…), ma mira a frenare quelle manifestazioni chiaramente discriminatorie, offensive o di disprezzo che producano – o legittimino – l’odio o che avallino l’idea che l’omosessualità sia una malattia.
L’organizzazione ha anche ricordato che la Commissione Affari Sociali del Senato aveva modificato il progetto originale della legge per includervi anche la criminalizzazione di atti discriminatori contro anziani e portatori di handicap.
fonte queerblog.it Foto | Flickr
Lgbt: Aperte le candidature a Pegaso d’oro e Pegaso nero 2011, a sostegno della dignità delle persone omosessuali, bisessuali e transgender
Anche quest’anno Arcigay premierà una personalità italiana del mondo dello spettacolo, della cultura o dello sport che, con dichiarazioni, atti pubblici o interviste, si sia particolarmente distinta, nel 2010, a sostegno della dignità delle persone omosessuali, bisessuali e transgender.
Contemporaneamente verrà conferito, per la prima volta, il Pegaso nero, a chi si é maggiormente distinto per la propria omofobia o transfobia.
I riconoscimenti verranno assegnati nel maggio prossimo, mese nel quale si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.
Dopo il grande riscontro delle edizioni precedenti di Pegaso d’Oro, vinte rispettivamente, nel 2009 da Simona Ventura e nel 2010 da Iva Zanicchi, questa edizione offre la possibilità a tutte e tutti di contribuire direttamente all’elezione del vincitore o della vincitrice.
Per farlo è possibile scrivere una mail a pegaso2011@arcigay.it che contenga i nomi dei candidati a Pegaso d’oro e Pegaso nero 2011, entro il 15 marzo prossimo.
Tra tutte le candidature verranno poi messi al ballottaggio i cinque personaggi più nominati delle due categorie.
Nel corso della premiazione, sarà resa nota le classifica dei personaggi più e meno apprezzati dalla comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans) italiana.
fonte Stefano Bolognini, Ufficio stampa Arcigay
mercoledì 16 febbraio 2011
Lgbt: Arcigay ha incontrato il Ministro Mara Carfagna
Si è appena concluso, presso la sede del Ministero delle Pari opportunità a Roma, l’incontro tra Arcigay e il Ministro Mara Carfagna.
Per l’occasione il presidente dell’associazione Paolo Patanè insieme al segretario Luca Trentini, hanno espresso l'apprezzamento di Arcigay per le attività del Dipartimento e per la sensibilità dimostrata dal Ministro verso le tematiche dei diritti delle persone lgbt.
Particolare rilievo è stato dato al ruolo che il Ministro può svolgere nel sostegno ad iniziative internazionali, con un preciso riferimento alla campagna di odio in corso in Uganda e che ha visto recentemente il drammatico assassinio di David Kato Kisule.
Nel corso dell’incontro si è ragionato su di una serie di obiettivi concreti e numerosi sono stati i temi toccati come la discriminazioni sui luoghi di lavoro delle persone gay, lesbiche e transessuali, il rilancio della campagna contro l'omofobia con l'auspicata estensione alla transfobia, fino alle difficoltà e problemi relativi alla vita delle coppie lgbt.
Si è parlato anche dei grandi orizzonti legati agli eventi organizzati in occasione del prossimo Europride dell'11 giugno 2011 a Roma e di ILGA Torino 2011.
Il Ministro ha espresso volontà di collaborazione e condivisione degli obiettivi più urgenti.
Arcigay ha poi rimarcato la positiva cooperazione con UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) evidenziando il ruolo dell’ente nell'affermazione di una prassi antidiscriminatoria e nel dialogo costruttivo con Comuni, Province e Regioni, e ricordato il rilevante sviluppo di nuovi strumenti di contrasto alle discriminazioni come OSCAD, l'Osservatorio delle Forze dell'Ordine contro le discriminazioni.
Stefano Bolognini, ufficio stampa Arcigay
fonte arcigay.it
Lgbt danza: Renato Zanella "Una gioia lavorare nella mia città" Apollon e L'uccello di fuoco di Stravinsky, a Verona dal 17 al 22 Febbraio
Al teatro Filarmonico di Verona per la fondazione Arena,
il coreografo parla dei balletti al debutto giovedì 17 Febbraio
«Apollon e L'uccello di fuoco, una doppia produzione all'insegna di Stravinski, mi dà emozione e un po' di nervosismo.
I protagonisti? Non potevo sperare di più»
Dopo la decennale esperienza alla guida del Balletto dell'Opera di Vienna, il coreografo Renato Zanella ritorna a "casa" per la nuova produzione di due famosi balletti di Stravinski L'uccello di fuoco e Apollon Musagète che debutteranno giovedì (alle 20.30) al Teatro Filarmonico. Dello spettacolo, l'artista veronese cura anche scenografie e costumi.
«Sono partito da Verona esattamente trent' anni fa, nel febbraio 1981», dice Zanella. «Quest'invito della Fondazione Arena riveste un particolare significato oltre a rappresentare un modo per chiudere il cerchio della mia attività, visto che ormai sono alla soglia dei 50 anni.
È una grande responsabilità lavorare nella mia città; è emozionante giocare in casa, dopo aver portato Amadè con la mia compagnia al Teatro Romano. Spero di non dover attendere trent'anni per avere un'altra opportunità».
Come si è arrivati a questo incarico riguardante Stravinski?
Le scelte iniziali vertevano su una proposta per due balletti, con il gradimento da parte della Fondazione Arena per Apollon. Ho proposto, poi, L'uccello di fuoco, ottenendo il consenso per la responsabilità dell'intera produzione su quanto riguarda scene, costumi e luci.
In questo progetto ho trovato molto aiuto da parte del sovrintendente. Devo dire che tutti gli organismi del teatro si sono rivelati collaborativi al massimo e hanno reagito con vero orgoglio affinché questo nuovo allestimento riuscisse nel modo migliore.
Quale tipo di ballo preferisce?
Sono sempre stato favorevole a una danza molto atletica, all'uso della punta, di livello elevato, raggiungibile solo con uno studio quotidiano: sono metodi che provengono dal classico, ma è una moda che non tramonta mai.
Quale progetto nasconde questo suo Stravinski?
Affrontare un "mostro sacro" come Apollon, tanto amato da essere rivisto più volte dallo stesso Balanchine, non può non creare un certo nervosismo. Però, se si rispettano le partiture nella loro integrità e si ha cura di realizzarle nel tempo presente, si raggiungono gli obiettivi necessari.
Cos'altro, in dettaglio?
Per Apollon ho scelto la versione musicale del 1947; mi pareva interessante trovare accenti italiani per un maggiore spessore narrativo. In scena si vedono due sipari, che vogliono segnare due passaggi, dall'esistenza quotidiana all'arte e dall'arte a una dimensione superiore.
Il tentativo è quello di stabilire un rapporto diretto tra la trasformazione del protagonista e la sua frequentazione delle Muse - simboli del teatro, della musica e della danza, attraverso le quali raggiungere una dimensione superiore.
Ho voluto anche proporre tre scene moderne, per riferirmi al suggerimento delle Muse, sempre messaggere del nuovo, proponendo tre colonne in plexiglas degli artisti contemporanei Hermann Nitsch, Gerard Richter e Christian Attersee.
Cosa ci dice de "L'uccello di fuoco"?
Ho scelto la versione musicale del 1945, mettendo al centro della scena un acquerello di Leon Bakst, mai utilizzato prima, con i simboli presenti nella fiaba: l'albero, la mela d'oro, la gabbia, l'uovo magico.
Voglio fare un omaggio alla danza con uno scatto drammaturgico, lasciando il maggior spazio alla musica.
I protagonisti?
Giuseppe Picone, con cui Verona ha rapporti da lunga data, è in grande forma. Le tre muse sono stupende.
Ho avuto la fortuna di avere Bojana Nenadovic Otrin che rimpiazzerà una danzatrice importante come Alessia Gelmetti, purtroppo impossibilitata ad andare in scena.
Per L'uccello di fuoco ho portato invece una novità: la greca Maria Kousouni, scoperta ad una competition di Parigi.
La compagnia è al completo con i suoi 18 componenti. Di meglio non potevo sperare.
fonte www.larena.it
martedì 15 febbraio 2011
Lgbt Canada: la Camera dei Comuni approva una legge contro la discriminazione delle persone transessuali
La Camera dei Comuni del Canada ha approvato in terza lettura, con il sostegno dei socialdemocratici, dei nazionalisti del Québec e della maggioranza dei liberali, un disegno di legge contro la discriminazione delle persone transessuali e transgender.
Al disegno di legge si sono opposti i conservatori, che costituiscono la maggioranza in Senato. La legge, promossa dal deputato socialdemocratico Bill Siksay (in foto), introduce alcuni cambiamenti nel sistema legale canadese, nel senso che vieta esplicitamente la discriminazione basata sull’identità di genere.
Comporta, inoltre, la modifica del Codice Penale, equiparando i crimini commessi per motivi di identità di genere ai crimini di odio.
Modifica legale che, nemmeno a dirlo, non piace ai settori omofobi e transfobici, come la Catholic Organization for Life and Family, legata alla chiesa cattolica canadese (per essere precisi, vede la Conferenza Episcopale Canadese tra i fondatori), che ha addotto come motivazione al rifiuto della nuova legge, il fatto che si va a introdurre l’ideologia di genere nel sistema legale del paese.
Michelle Boulva, direttice dell’organizzazione, ha affermato che
Una cosa è impedire che alcune persone siano vittime di discriminazione, e questa è un bene, altra cosa molto distinta è utilizzare casi del tutto eccezionali per imporre nuove norme sociali.
È inaccettabile.
L’identità sessuale, la nostra mascolinità o femminilità, non è una costruzione sociale.
È frutto della volontà di Dio ed è parte integrante di noi.
I gruppi omofobi e transfobici canadesi, il cui modo di manipolare l’opinione pubblica non è poi così diverso da quelli che vediamo usati qui da noi, hanno già battezzato questa norma come “la legge dei bagni”, prospettando uno scenario apocalittico in cui “uomini che dicono di sentirsi donne” possono entrare nei bagni delle femminucce e abusare delle bambine.
Sebbene il disegno di legge sia stato approvato dalla Camera dei Comuni, deve essere approvato dal Senato prima di diventare legge.
Il problema è che nel Senato canadese una camera che non è eletta a suffragio universale ma i cui membri vengono nominati dal Governatore Generale su proposta del Primo Ministro e restano in carica fino al compimento dei settantacinque anni, al momento attuale i conservatori costituiscono la maggioranza.
D’altro canto è pur vero che non è abituale in Canada che il Senato blocchi leggi approvate dalla Camera dei Comuni ma, secondo gli osservatori, questa volta potrebbe anche accadere.
fonte queerblog.it Foto | Facebook
lunedì 14 febbraio 2011
Lgbt: San Valentino al cinema, attente c'è "Il truffacuori"
Che siate in coppia o single il divertimento è assicurato con questa commedia francese dal sapore hollywoodiano, interpretata da due star d'Oltralpe come Romain Duris e Vanessa Paradis
IL TRUFFACUORI
Regia: Pascal Chaumeil;
Interpreti: Romain Duris, Vanessa Paradis, Julie Ferrier, François Damiens, Hélèna Noguerra;
Sceneggiatura: Laurent Zeitou, Jeremy Doner, Yohan Gromb;
Presentato lo scorso ottobre in anteprima nazionale proprio a Firenze, in occasione del festival France Odeon, esce nelle sale il film ideale per San Valentino.
Che siate in coppia o single il divertimento è assicurato con questa commedia francese dal sapore hollywoodiano, interpretata da due star d'Oltralpe come Romain Duris e Vanessa Paradis.
Al centro della storia c'è Alex Lippi, un seduttore di professione, assoldato da genitori, parenti e amici di giovani fanciulle innamorate dell'uomo sbagliato per salvarle da relazioni che potrebbero rovinare la loro vita.
Anche se Alex non ha mai sbagliato una missione, la sua prossima “cliente” potrebbe riservare una sorpresa.
Chiamato a sabotare il futuro matrimonio di Juliette, bella e indipendente ereditiera che ha deciso di sposare il milionario inglese di cui è follemente innamorata, e che sembra essere l'uomo perfetto per lei, Alex imparerà a sue spese quanto difficile sia resistere alle regole dell'amore.
Ambientato nel lussuoso e capriccioso mondo del jet-set della Costa Azzurra, Il truffacuori mette in scena un antico archetipo (quella del seduttore di professione, novello Don Giovanni o Casanova), rivestendolo di quella patina seduttiva tipica di un certo cinema francese che negli ultimi anni guarda sempre di più all'altra sponda dell'Atlantico: sceneggiatura di ferro densa di colpi di scena, battute e situazioni comiche che si susseguono con un ritmo rutilante, scene ad alto tasso d'adrenalina, momenti romantici.
E' così che nel film di Chaumeil si mischiano diversi generi: la commedia, l'azione (gli inseguimenti in auto per le strade di Monaco sembrano prese da un qualsiasi 007), il melò, con una buona dose di citazioni cinefile.
Duris e Paradis, spalleggiati da una folta schiera di ottimi caratteristi, si divertono a giocare con le loro immagini divistiche, scontrandosi, allontanandosi, ritrovandosi, in un'infinita ed effimera ronde che, naturalmente, avrà il suo gustoso happy end.
fonte corrierefiorentino.corriere.it/firenze di Marco Luceri
Film lgbt: la soprano trans ravviva la commedia nera "Kill Me Please"
Zazie de Paris interpreta magnificamente una soprano trans nel film grottesco di Olias Barco su una clinica che pratica l'eutanasia.
Una provocazione punk che vira nel pulp e lascia un po' freddi
È uno dei trend cinematografici di questo periodo, ed è il tema sommamente rimosso nella società occidentale contemporanea: la morte.
Dopo le suggestioni apocalittiche e visionarie del grande Eastwood in ‘Hereafter’, i lutti famigliari magistralmente narrati nell’ottimo ‘In un mondo migliore’ della danese Susanne Bier che ha battuto l’italiano ‘Io sono l’amore’ di Luca Guadagnino ai Golden Globes, la trattazione più bizzarra dell’argomento è appannaggio di una curiosa commedia in bianco e nero ma che più nera non si può: "Kill Me Please", opera seconda dello sconosciuto regista belga Olias Barco.
Con toni grotteschi che ricordano le atmosfere stralunate del primo Ferreri, si racconta di una clinica immersa in un parco montano dove il dr. Kruger (il grande attore francese Aurélien Recoing), apparentemente bonario e integerrimo, dona la ‘dolce morte’ con veleno ai suoi clienti desiderosi di farla finita per i motivi più disparati: l’attore comico bipolare, il malato di cancro che desidera un ultimo rapporto sessuale prima di morire, la studentessa in depressione acuta, eccetera.
Se la fauna presentata è piuttosto caricaturale, un unico personaggio ha un suo profilo originale che le conferisce un certo spessore e, paradossalmente, ravviva la cupa vetrina di disperati: si tratta di una soprano trans giunonica che per un tumore ai polmoni vuole passare a miglior vita non prima di avere organizzato un ultimo concertino proprio per gli ospiti della clinica.
La interpreta con straordinaria aderenza Zazie De Paris, trans anche nella vita, danzatrice per Béjart, attrice di rivista e cantante, meravigliosamente melò quando fa le prove del concerto dietro a una tenda bianca che sembra un velo da sposa, inseparabile dal suo completino leopardato con tanto di borsa in pendant.
La musica non c’è: solo la splendida voce di Zazie riscalda l’atmosfera ed è tutto suo il finale nichilista.
Zazie ha dichiarato che il regista tentò due volte il suicidio dopo che la critica fece a pezzi il suo esordio ‘Snowboarder’ e che le fu offerto il ruolo da un’amica che la chiamò dicendole che c’era una parte per lei ‘in un’opera demente’.
Nel film si riflette, senza gran profondità, a dire il vero, sulla scelta di morire come estremo atto narcisistico, sulla deriva consumistica (un cliente ha preso l’estrema decisione dopo aver perso la moglie a poker), su quanto l’imminenza dell’evento possa far tornare sui propri passi: a un certo punto si cambia registro e si vira verso il pulp, quando misteriosi cecchini prendono di mira la villa e fanno rinascere un istintivo senso di sopravvivenza negli ospiti del maniero che ricorda la vera clinica svizzera Dignitas specializzata in eutanasia di cui parla anche Houellebecq in "La carta e il territorio".
Alla fin fine le singole vicende rischiano di sembrare un po’ aneddotiche e "Kill Me Please", vincitore del Festival di Roma, nonostante un’atmosfera adeguatamente cupa e angosciante grazie a una sofisticata fotografia livida, rischia di risolversi nello sberleffo e nella provocazione punk: onestamente lascia un po’ freddi, ma non Kruger...
fonte gay.it di Roberto Schinardi
Lgbt: L’esercito canadese ha pubblicato una nuova guida sui soldati transgender
Mentre continua il dibattito negli Usa su truppe apertamente gay, il National Post riporta, l’esercito canadese ha elaborato un nuovo regolamento sul modo in cui i soldati trans dovrebbero essere trattati.
Il regolamento dice che dovrebbero indossare l’uniforme del sesso a cui aspirano, ma deve essere garantito il rispetto della privacy.
Per esempio, non devono essere date spiegazioni quando il nome di una persona viene cambiato su registri militari.
Il nuovo regolamento non permette che gli onori militari vengano riassegnati ai nuovi nomi, poichè “non vi è alcuna autorità legale per riscrivere la storia”.
Le forze armate canadesi hanno pagato per la transizione di un soldato nel 1998 e contano uno o due soldati trans all’anno.
Cherie MacLeod, direttore esecutivo di PFLAG Canada, ha detto che il cambiamento è stato positivo. “Questo è un passo importante verso il riconoscimento di una comunità che ha sempre lottato per la parità di diritti e la tutela dei diritti umani”, ha detto al giornale.
“Quando un governo diventa più inclusivo, spinge la società a fare altrettanto.”
fonte mosinforma.org/da Pink News
domenica 13 febbraio 2011
Lgbt: "Non è un paese per donne" di Francesca Romana Ammaturo italiana a Londra dottoranda in Sociologia
Francesca Romana Ammaturo*
Ho 25 anni, faccio il dottorato in sociologia a Londra e mi occupo di diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender: esattamente il tipo di tema di cui piace discutere nel nostro “bel” paese richiamando polpettoni biblici, una visione manichea e punitiva della sessualità, nonché un sacro senso del ridicolo.
Mi piacerebbe parlarne per dire quanto umiliante sia diventato esser cittadina di un paese apertamente omofobo, sessista, mediocre e mal governato, ma sono piuttosto altre riflessioni che mi spingono a scrivere.
L’altro giorno ero in palestra, la televisione nella sala attrezzi sintonizzata sul canale della Bbc per bambini. Alla conduttrice della trasmissione, una ragazza giovane e carina, manca un braccio.
Sono disabile anche io e la mia prima reazione è “caspita come sono avanti questi inglesi”, partendo dal presupposto che la scelta sia stata fatta senza pietà né compassione verso la presentatrice in questione, ma per merito.
Un commento superficiale che però lascia spazio ad una riflessione più profonda che riguarda la dignità di noi donne, la dignità di quella ragazza dal sorriso pulito, il vergognoso onere imposto sui nostri corpi, sulla nostra felicità e sul nostro futuro.
Le squallide vicende di questi giorni, la sfrenata esibizione della mercificazione del corpo fatta, fosse anche nella migliore delle ipotesi, senza “retribuzione” nei palazzi del potere, stride fortemente con quella immagine della Bbc, con quella normalità e bellezza tipica di un mondo imperfetto come il nostro, un mondo in cui la debolezza fa parte della vita e in cui non tutti possono, e soprattutto vogliono aspirare a fare le miss, letterine e altri vari soprammobili di carne per trasmissioni televisive.
L’esempio di quella ragazza mi ha fatto capire che c’è un modo radicale per ribellarsi, un modo per disfarsi delle etichette e che forse noi, in Italia, assuefatti come siamo dalla continua profanazione mediatica dei corpi delle donne, non riusciamo più a vedere.
Le donne spettatrici hanno delegato ad altre l’esercizio della bellezza e si sono fatte esse stesse consumatrici di quei corpi ossessivamente smembrati in televisione sottoforma di dosi quotidiane di tette e culi.
Arrendevoli, rassegnate, come se la presunta perfezione rendesse l’estetica superiore alla vita reale fatta anche di trucco sbavato, di capelli in disordine, di vestiti indossati a caso e alle occhiaie per il poco sonno e il troppo lavoro.
Quella ragazza, nella sua semplicità non ostentata, racconta un riscatto indescrivibile, quello di essere donna al di là degli sguardi e al di là della visione perversa che, servendoci degli occhi degli altri, col tempo abbiamo imparato ad avere di noi stesse.
Forse voglio restare qui, forse voglio tornare per urlare la mia indignazione, per il momento l’Italia per me non è un paese per giovani e, a quanto pare, neanche per donne.
*Italiana a Londra, dottoranda in Sociologia
fonte ilfattoquotidiano.it
"Oltre le differenze" a Siena il primo programma radiofonico, dedicato al mondo lgbt
"Oltre le differenze" è il primo programma radiofonico a Siena e uno dei primi in Italia, interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer.
Uno spazio aperto, condotto da Natascia Maesi e Eleonora Sassetti, dove si parla di omosessualità ma non solo, con serietà ed ironia.
Tutti i venerdì da settembre a giugno dalle 21 alle 22 su Antenna Radio Esse.
Venerdì 11 febbraio non aremo in onda per lasciare spazio al programma "Diretta sport"
Appuntamento con Oltre le Differenze a venerdì 18 febbraio !!
ASCOLTACI PER SAPERNE DI PIU'
E' possibile interagire con la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com.
Sono attivi, inoltre, una pagina facebook, il blog http://oltreledifferenze.splinder.com e la rubrica “speciale Oltre le differenze” de La Nazione online al sito www.lanazione.it/siena con gli approfondimenti delle storie raccontate ai microfoni della trasmissione.
CHI NON RESTA CON NOI, NON VA OLTRE LE DIFFERENZE !!!
fonte antennaradioesse.it
Rassegna di Cinema, Cultura e Dibattiti "Noi e la Religione*" al MILK Verona Lgbt Community Center
MILK Verona Lgbt Community Center
Presenta: AGORA' di Alejandro Amenàbar Spagna 2009
Mercoledì 16 Febbraio 2011 alle ore 21
Proiezione con presentazione e dibattito finale del film
Un film che dedichiamo a tutte le donne e le persone che vogliono essere libere, contro tutti i fondamentalismi religiosi e politici.
391 D.C. Il tramonto dell´Impero Romano e della florida civiltà pagana ad Alessandria d´Egitto.
La distruzione di una cultura millenaria per mano dei seguaci di una nuova religione: il cristianesimo.
Una tragica storia collettiva incarnata nella storia individuale di una donna-scienziata d´eccezione, Ipazia.
Un film attuale ambientato in un Egitto che nel 2011 torna ad essere scosso da nuove forze.
Dove: MILK Verona LGBT Community Center
Via Antonio Nichesola, 9 - Verona (San Michele Extra)
Informazioni: 345.5787674 / 349.3134852 /346.9790553
Web: http://www.milkverona.it/ - www.arcigayverona.it/sito - http://www.julietteverona.it/
Organizzano:
Arcigay Pianeta Urano Verona, Arcilesbica Juliette e Juliette Verona. Gruppo donne "Le Stelle Vaganti"
Rassegna di Cinema, Cultura e Dibattiti "Noi e la Religione*" Laicità. Libertà, Fede e Scienza, condizione delle donne e delle persone LGBT nel mondo, tra passato e futuro Febbraio-Cristianesimo / Marzo-Islam
La minaccia del fondamentalismo, la fede come ragione di vita.
Arcigay Verona Pianeta Urano, Arcilesbica Verona e il Milk Center vi propongono un percorso di proiezioni cinematografiche e di dibattiti per capire in quali forme la religione può entrare nella vita delle persone appartenenti alla comunità omosessuale e transessuale.
Il mese di febbraio sarà dedicato ai "cristianesimi", mentre nel mese di marzo viaggeremo nell´Oriente di Maometto.
fonte cinemaglbtverona.blogspot.com
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