sabato 6 giugno 2020

Influencer va in piazza per George Floyd in abito da sera per farsi le foto. È bufera: “Sciacalla!”

Bufera su influencer Kris Schatzel: “In piazza solo per farsi vedere”

Il video l’ha postato anche la nota pagina Instagram “Diet Prada” e in America si è scatenata un’autentica shitstom contro di lei: l’influencer russa Kris Schatzel (217 000 follower) è stata smascherata da un video girato durante le proteste in strada per la morte di George Floyd in America, mentre l’influencer si faceva fotografare dalla sua fotografa di fiducia con un cartello e, soprattutto, una grande preoccupazione per capelli, posa e spacco del vestito nero trasparente. Il video QUI

“Black lives matter per lei è il Coachella”, è stata l’accusa più moderata.

Di sicuro, la scelta di portare la sua fotografa Mila Voyna tra i manifestanti (anch’essa vestita di tutto punto, con tacchi alti e chignon) per realizzare un servizio fotografico mentre i manifestanti protestavano dietro di lei, non è stata una scelta azzeccata. Al momento, dopo un tentativo di difesa piuttosto debole (“La mia intenzione non era di mancare di rispetto al movimento”), la Schatzel ha reso privato il suo profilo Instagram.
fonte: di Giovanni Macchi   https://www.tpi.it/

Libri: Jean-Paul Sartre "L’idiota della famiglia" Introduzione di Massimo Recalcati.

Jean-Paul Sartre manifestò fin da bambino la sua ossessione per Gustave Flaubert imparando a memoria le pagine finali di Madame Bovary.

La sua ammirazione divenne astio quando, ormai adulto, riconobbe nel romanziere di Salammbô un esteta borghese, connivente con la classe cui apparteneva e che pure disprezzava. Volle vedere in Flaubert un avversario, il suo opposto intellettuale e politico; quell’opposto che, come è noto, tanto somiglia all’immagine restituita dallo specchio. Forse per questo Sartre accettò di inseguire l’ombra dell’altro scrittore in una magistrale biografia, di trattare il proprio contrario con l’empatia necessaria a comporre un ritratto che fosse anche un riflesso traviato di sé.

Chi era dunque Gustave Flaubert? L’idiota della famiglia, un bambino preda di lunghi stati d’assenza stuporosa, lo sguardo perso a inseguire miraggi? Oppure, per chi lo conobbe adolescente, l’istrionico attore mancato, il guitto maldestro gravato dalla dannazione di suscitare il riso? O forse l’incurabile nevrotico dell’epistolario, che accarezzava con la mente la corolla di tenebre delle sue malinconie, senza mai lasciarne sfiorire i petali? E come ha potuto divenire un genio quel bambino che i genitori e il fratello avevano destinato a una vita da ebete?

Libro eretico e inclassificabile, ridefinizione dell’etica sartriana della libertà, cruciale incontro tra due giganti della letteratura francese, L’idiota della famiglia – cui si aggiunge oggi la penetrante prefazione di Massimo Recalcati – è un viaggio nel dedalo della psiche flaubertiana, nell’arte come via di fuga e rieducazione sentimentale, nell’anomalia claustrofobica della scrittura; ed è insieme un tentativo di chiarire in che modo la storia, la società, il contesto familiare – in una parola, l’Altro – diano forma alla vacillante sintesi di un individuo. Al fondo di tutto, un’unica, enorme domanda: che cosa si può sapere davvero di un uomo?
Jean-Paul Sartre è nato nel 1905 e morto nel 1980 a Parigi.
La  rassegna stampa  del libro
fonte: www.ilsaggiatore.com

The Rock Asks Donald Trump “Where Are You? Where Is Our Leader?” in Emotional Video Message “We must become the leaders we are looking for.”

The Rock has released a video calling out Donald Trump for failing to lead and lacking compassion toward people protesting police brutality in the wake of the killing of George Floyd.

In the eight-minute-long video, the Rock asked, “Where are you? Where is our leader? Where are you? Where is our leader at this time? At this time when our country is down on its knees, begging, pleading, hurt, angry, frustrated, in pain, begging and pleading with its arms out just wanting to be heard.”

He also criticized the president’s use of military force on peaceful protestors:
“There is military force that has been deployed on our own people. Looters, yes. Criminals, absolutely. But on protesters, who are begging and pleading, our protesters who are in pain? You know, you would be surprised how people in pain would respond when you say to them, ‘I care about you.’ When you say to them, ‘I’m listening to you.’”
Watch the full video below, which The Rock ends by saying, “As we continue to wait for that leader to emerge, I would recommend to all of you that we must become the leaders we are looking for. We become our own leaders because we’re doing it now. We’re doing it now. We must become the leaders we are looking for.”  
Click for The video

George Floyd, il rapper Kanye West dona 2 milioni di dollari e paga l’istruzione della figlia Gianna

Tra gli artisti che in questi giorni in Usa hanno preso una posizione forte nei confronti dell’omicidio di George Floyd, il 46enne afroamericano morto in circostanze sospette durante un controllo di polizia a Minneapolis, c’è anche il rapper Kanye West: il cantante ha infatti donato finora circa due milioni di dollari e ha aperto un fondo per pagare l’istruzione della figlia di Floyd, Gianna

Il rapper è stato visto nei giorni scorsi nelle strade di Chicago per marciare assieme a migliaia di altre persone che chiedono verità per il caso di George Floyd. Finora, “Ye” non aveva commentato l’omicidio, ma ha preferito far parlare i fatti con la sua donazione.

Oltre che alla piccola Gianna, i legali di Kanye West hanno fatto sapere che il cantante e compagno di Kim Kardashian ha fatto una donazione anche per le famiglie di Ahmaud Arbery e Breonna Taylor, altri due afroamericani uccisi nei mesi scorsi per apparenti motivi di razzismo.

Il rapper dunque prende una posizione molto netta contro il razzismo negli Usa e, per una volta, si mette dall’altro lato della barricata rispetto al presidente Donald Trump che ha sempre difeso gli agenti di polizia coinvolti nell’omicidio. Negli anni scorsi, infatti, Kanye West è stato molto criticato per le sue posizioni filo-Trump e per tutti i suoi endorsement a favore del tycoon. Ma questa volta la situazione sembra diversa. Nei giorni scorsi anche la moglie Kim Kardashian si era offerta di pagare le spese mediche per uno dei manifestanti che è stato colpito in faccia da un proiettile di gomma.
fonte:  Di Carmelo Leo     www.tpi.it

Tecnologia: Audible festeggia 4 anni in Italia, ecco i podcast e gli audiolibri più ascoltati

La società - che fa parte dell'impero Amazon - che si occupa di audiolibri e podcast negli ultimi quattro anni ha cambiato profondamente le abitudini di ascolto degli italiani. Ecco l'elenco dei contenuti più ascoltati e più apprezzati

La piattaforma di ascolto e produzione di contenuti audio Audible ha avuto un incremento di traffico del 100 per cento anno dopo anno fino ad arrivare ai mesi del lockdown, quando si è registrata una impennata del 70% del "buzz" in Rete, ossia l'interesse, la discussione in relazione alle parole audiolibro e podcast. Lo conferma una ricerca Blogmeter per Audible di questo maggio 2020 che evidenzia una crescita delle discussioni in rete intorno ai contenuti audio: tra marzo e aprile sono stati ben 156,6 mila i messaggi dedicati ad audiolibri e podcast, un aumento del 70 per cento rispetto ai due mesi precedenti il lockdown, che hanno generato un totale di 13,14 milioni di interazioni (un aumento del 60 per cento) e  2,56 miliardi di impression sul tema.

 

Gli italiani amano gli audiolibri

A fare da traino e destare maggior interesse è l'audiolibro, con un trend di ricerca cresciuto del 227 per cento rispetto all’inizio dell’anno, seguito dai podcast, che con 139,6 mila messaggi raggiungono il 91 per cento delle conversazioni. Il lockdown, che ha tenuto in casa milioni di italiani, ha dunque acceso i riflettori sul segmento dell’audio entertainment, anche grazie all'iniziativa lanciata AcasaConAudible: centinaia di titoli gratis sulla piattaforma, a disposizione di tutti gli italiani, non solo degli utenti registrati al servizio.

 

Quali sono i podcast e gli audiolibri più ascoltati?

Ecco in esclusiva per il sito di SkyTg24 l'elenco dei top 3 podcast e audiolibri su Audible Italia.

Audiolibri più ascoltati di sempre:
  1. Harry Potter: la saga completa, di J.K. Rowling, letta da Francesco Pannofino
  2. I pilastri della terra, di Ken Follet, letto da Riccardo Mei
  3. L’amica geniale, Elena Ferrante, letto da Anna Bonaiuto
Podcast più ascoltati di sempre:
  1. Listen and Learn, di John Peter Sloan
  2. La Piena, di Matteo Caccia
  3. Grandi menti a confronto, di Piergiorgio Odifreddi
Audiolibri più ascoltati durante il lockdown:

  1. La misura del tempo, di Gianrico Carofiglio
  2. I leoni di Sicilia,  di Stefania Auci, letto da Ninni Bruschetta
  3. La casa delle voci, di Donato Carrisi, letto da Alberto Angrisano
Podcast più ascoltati durante il lockdown:
  1. Buio, di Pablo Trincia e Luca Micheli
  2. Auris, di Sebastian Fitzek, letto da Adriano Giannini
  3. Le parole giuste, di Paolo Borzacchiello

 La storia di Audible

Per capire come siamo siamo arrivati al successo di Audible, facciamo un passo indietro nella sua storia. Nel lontano 1995 il giornalista e scrittore americano Donald Katz fonda Audible e poco tempo dopo per primo al mondo immette nel mercato i lettori digitali audio portatili.
Nel 2000, mentre il mondo delle startup scoppia nella bolla delle dot com, l'azienda sopravvive e qualche anno dopo si espande in Europa.
Nel 2008 c'è la svolta: entra a far parte della famiglia di Amazon e nel 2016 arriva anche in Italia.
Tra il 2017 e 2018 comincia a lanciare i primi prodotti editoriali di successo come l'audiolibro di Harry Potter letto da Francesco Pannofino ma soprattutto La Piena di Matteo Caccia che diviene il podcast bestseller italiano. Quattro anni dopo il suo arrivo nel nostro Paese oggi il catalogo di Audible in italiano conta oltre 10.000 titoli, di cui il 70 per cento è in esclusiva.

 

Chi ascolta audiolibri e podcast?

Gli audiolibri vanno fortissimo fra i millennials, che li usano per approfondire gli argomenti a cui sono interessati e che studiano, e si ascoltano sia da smartphone, che dagli smart speaker come Alexa, che viene prodotto da Amazon e che si integra con Audible.
I podcast, secondo una ricerca Nielsen condotta per Audible nel 2019, hanno sfondato il tetto dei 12 milioni nel nostro Paese, con un 68 per cento degli ascoltatori che hanno un’età compresa tra 25 e 34 anni. Dentro la piattaforma di Audible si trovano nomi sempre più nomi noti al grande pubblico, da Pablo Trincia ad Alessandro Barbero, fino ad Alberto Angela che proprio lunedì 8 giugno lancerà il suo primo podcast, un nuovo prodotto seriale in audio che gli italiani potranno ascoltare direttamente dalla voce del noto presentatore e divulgatore italiano.
È cambiato anche l’approccio agli audiolibri e podcast soprattutto nelle modalità d’uso, ma anche nei contenuti. Se in passato era l’orario del commuting, ovvero lo spostamento casa-lavoro, a farla da padrone ora la curva degli ascolti assomiglia a quella di un lungo weekend, il comportamento è molto simile a quello che in precedenza si registrava nel fine settimana, con picchi di ascolto registrati intorno alle 11 e alle 15 e in corrispondenza del momento che precede il riposo notturno, intorno alle 22.

I gusti degli italiani

L’aumento del tempo a disposizione durante la giornata e il contesto di emergenza hanno segnato una variazione anche a livello dei gusti degli italiani, mostrando una preferenza in questo periodo particolarmente complicato per contenuti di intrattenimento più leggeri e meno impegnativi a cui dedicarsi, ad esempio, durante le faccende domestiche, lo sport o da ascoltare prima di andare a letto, per favorire il relax e il riposo.
Per festeggiare il suo quarto compleanno Audible ha anche lanciato una campagna incentrata sulle molte frasi banali e fastidiose che siamo costretti ad ascoltare tutti i giorni nella nostra quotidianità: sui mezzi pubblici, al bar, al lavoro o mentre si cammina per strada, insegnando che c'è invece una valida “alternativa di ascolto” che permette a chi sceglie di indossare le cuffie, di fuggire ai cliché delle frasi fatte ed entrare in un mondo fatto di intrattenimento audio di qualità.
L'obiettivo della campagna è stata l’attivazione di nuovi abbonamenti da parte degli utenti, che potranno godere di un periodo di prova gratuita di trenta giorni e provare i podcast e gli audiolibri: una iniziativa insomma per coloro che ancora non conoscono questo nuovo modo di ascoltare le storie.
fonte:  Damiano Crognali   https://tg24.sky.it/tecnologia

venerdì 5 giugno 2020

Barack Obama Calls for Optimism and Reform in Virtual Town Hall "This country is going to get better."

Former President Barack Obama addressed the world today with a virtual town hall hosted by My Brother's Keeper Alliance, a program from the Obama Foundation. Photo:  Sean Gallup/Getty Images


Acknowledging that times are tense with the continued protests being held across the globe and the looming presence of the coronavirus pandemic, Obama spoke frankly about the death of George Floyd, police violence, and stated that he intended to "[ensure] that this moment becomes one for real change." Though he addressed Floyd's death on his social media accounts and in an op-ed for Medium, today's town hall was the first time he addressed it on camera.

Obama invited former U.S. Attorney General Eric Holder, Color of Change president Rashad Robinson, Minneapolis City Council Representative Phillipe Cunningham, and MBK Columbus Youth Leader Playon Patrick to the virtual talk, which was moderated by Campaign Zero co-founder Brittany Packnett Cunningham.

RELATED: Barack Obama Addressed Protests Over Police Brutality and Provided Steps Forward in New Essay

"Let me start by just acknowledging that we have seen in the last several weeks, last few months, the kinds of epic changes and events in our country that are as profound as anything I've seen in my lifetime," Obama said during his appearance. "Let me begin by acknowledging that although all of us have been feeling pain, uncertainty, disruption, some folks have been feeling it more than others. To those families that have been directly affected by tragedy, know that Michelle and I grieve with you, hold you in our prayers."

He went on to note that he was hopeful for the future, pointing out that activists are justified in their feelings, but reiterated that anyone looking for change needs to start in their local communities, and encouraged everyone to get out and vote.
"Part of what's made me so hopeful is that so many young people have been galvanized, activated, motivated, and mobilized," he said.
Martin Luther King, Malcolm X, feminist leaders, LGBT community leaders, and environmental leaders were young people, Obama said, adding that the efforts of young people made him feel optimistic.
"This country is going to get better," he stated. "I see limitless potential that deserves to flourish and thrive."

Before he finished, he reiterated that police reform was necessary, but urged public officials to review their use of force policies in their communities and commit to reporting on planned reforms, asking for specific steps that can and will be taken.
"I hope that you also feel hopeful, even as you may feel anger. You've communicated a sense of urgency that is as powerful and transformative as anything I've seen in recent years. I want to acknowledge the folks in law enforcement that share the goals," he said, addressing protestors. "We are grateful for the vast majority of you who protect and serve. Let me march along with these protestors, let me stand side by side and recognize that I want to be part of the solution. Change is going to require everybody's participation."

Obama continued, saying that although many have drawn parallels between current events and protests in the past, he sees a distinct difference.
"I've heard some people say that you have a pandemic, then you have these protests, this reminds people of the '60s and the chaos, discord, and distrust throughout the country," he said. "I have to tell you, although I was very young when you had riots and protests and assassinations and discord back in the '60s, I know enough about that history to say that there is something different. You look at those protests and you say that was a far more representative portion of America out there on the streets protesting."
President Obama concluded by saying that it will take work at every level, from politicians and their constituents, for real change to come about. Again, he emphasized that young people have the ability to be agents for change.

"There is a change in mindset that is taking place. A recognition that we can do better. That is not a consequence of speeches by politicians, results of spotlights in news articles. That's a direct result of the activities of organizing and engagement of young people across the country that put themselves on the line to make a difference," he said. "I just have to say thank you to them for helping bring about this moment; just make sure that we now follow through. At some point, attention moves away. At some point, protests start to dwindle in size. It's very important to take the momentum that's been created, as a society, as a country, and say, let's use this."
source:  By Christopher Luu   www.instyle.com

La top model Simonetta Gianfelici è il nuovo volto della città di Camerino

Camerino si prepara a presentare un nuovo piano turistico per l’estate 2020 in piena conformità con le regole imposte dall’emergenza Covid che ha costretto a rivedere il lungo calendario già programmato nei mesi scorsi.


A prestare il suo volto al nuovo progetto turistico-culturale è una testimonial d’eccezione: la splendida attrice e modella Simonetta Gianfelici. Di origini romane, conosciuta a livello internazionale, fascino ed eleganza unici, icona di stile e di bellezza, custodisce un rapporto di grande attaccamento con Camerino e il suo territorio, dove nel 2008 ha anche vestito i panni della duchessa Da Varano (con Cesare Bocci nei panni del duca) nella 27esima edizione della Corsa alla spada e palio.

Ha intrapreso la carriera da modella a 17 anni, calcando le passerelle di numerosi stilisti, posando per i fotografi più prestigiosi, comparendo su celebri copertine e numerose campagne stampa. New York, Londra e Parigi sono solo alcune delle città famose in tutto il mondo in cui ha lavorato. Appassionata di cinema e teatro, Simonetta Gianfelici ha preso anche parte a film di Robert Altman e Jon Jost e recitato in reading teatrali come “Biografia della fame” di Amelie Nothomb. Negli anni si è affermata anche come talent scout e Fashion Consultant, ha mostrato grande impegno nel sociale sostenendo in varie occasioni il movimento V-Day in favore di associazioni e programmi che assistono le donne vittime di violenza domestica. In Francia le è stata conferita l'Alta Onorificenza di Chevalier de l'Ordre des Art et des Lettres.

“Siamo contentissimi di poter avere per Camerino una testimonial d’eccezione come Simonetta Gianfelici che voglio ringraziare per la grandissima disponibilità mostrata da subito – commenta l’assessore alla cultura e turismo Gioanna Sartori - È una persona che ha una grandissima sensibilità nonché un grandissimo attaccamento a questi territori per cui dal primo momento ci siamo intese sul messaggio che vogliamo lanciare. Ammetto – prosegue l’assessore – che è un progetto a cui tengo tantissimo e quale migliore testimonial di un personaggio come lei, che ha girato il mondo, ma sceglie i sapori, i profumi e i paesaggi dei nostri territori”.
La Gianfelici sarà in città nei prossimi giorni.
fonte: dal Comune di Camerino  www.viverecamerino.it

giovedì 4 giugno 2020

Verona: C’è Estate Teatrale, quasi un miracolo. Da metà luglio a settembre sul palco del Teatro Romano

Con una disponibilità massima di 310 posti.

Arriva Isabella Ferrari con “Fedra”. La 72ᵃ edizione dell’Estate Teatrale Veronese ci sarà. Dalla metà di luglio il palco del Teatro Romano, accessibile al pubblico con una disponibilità massima di 310 posti, in conformità alle attuali disposizioni sicurezza anti assembramento, tornerà ad ospitare, fino alla fine di settembre, spettacoli di teatro, musica e danza.


Un cartellone in piena regola, con la proposta di un programma completamente ripensato rispetto all’idea originaria, che tiene conto delle nuove indicazioni in ambito di sicurezza e distanziamento sociale.

Le date e il calendario definitivo sarà annunciato dopo il 15, data in cui il Dpcm stabilisce la ripresa degli spettacoli. Intanto, si sa che ad inaugurarlo saranno tre eventi speciali che segnano il ritorno a Verona di artisti molto amati dal pubblico, desiderosi di calpestare nuovamente i palcoscenici con proposte pensate appositamente per il post Covid. Tra questi, un’autentica diva del cinema italiano come Isabella Ferrari, che sceglie il palco del Teatro Romano per presentare la sua interpretazione della “Fedra” di Ghiannis Ritsos, uno dei più̀ importanti poeti ellenici del XX secolo.

Tornano dunque ad animare l’Estate Teatrale Veronese le grandi eroine tragiche, seppur in una veste estremamente semplificata, come richiede il momento, e con un gusto decisamente contemporaneo.
Ad agosto sarà proposto uno dedicato alle compagnie professionali veronesi, mentre a settembre torna protagonista Shakespeare con due riscritture di Amleto e Romeo e Giulietta.

La prima è “L’amore segreto di Ofelia” con Chiara Francini e la regia di Chiara Lagani della compagnia Fanny e Alexander; mentre “Romeo e Giulietta” vedrà due insoliti protagonisti come Ugo Pagliai e Paola Gassman, simbolo stesso delle coppie d’arte, diretti dai veronesi Babilonia Teatri. Sempre nel mese di agosto, il Teatro Romano ospiterà anche le conversazioni del Festival della Bellezza, dell’associazione Idem, diventato ormai un appuntamento imperdibile e molto atteso dal pubblico.

A settembre, spazio anche alla musica con il ritorno delle rassegne storiche “Rumors” e “Verona Jazz” e alla danza con il debutto del nuovo lavoro di Ersiliadanza “Andrà tutto bene”.
Ad arricchire la programmazione cittadina, tra fine giugno e luglio, il Chiostro di Santa Eufemia ospiterà invece la rassegna “Inchiostro Vivo” curata da Alive e dedicata ai temi della formazione artistica delle nuove generazioni. In programma anche “Poetry Death Match” i Sonetti di Shakespeare con i giovani attori del progetto regionale TeSeO Veneto della Scuola Teatrale di Eccellenza del Teatro Stabile del Veneto.

Il piano eventi culturali previsto per l’estate 2020 è stato illustrato questa mattina, in diretta streaming, dall’assessore alla Cultura Francesca Briani insieme direttore artistico degli spettacoli del Comune Carlo Mangolini. “E’ quasi un miracolo riuscire a proporre l’Estate Teatrale Veronese anche quest’anno – ha sottolineato il direttore Mangolini –. Un segnale molto importante anche in ambito nazionale. Non sono molti, infatti, i festival che hanno seguito la scelta di Verona, per la maggior parte si sono spostati a settembre che, fino a poche settimane fa, pareva la scelta più sicura da fare. Per quanto ci riguarda, invece, non abbiamo mai smesso di lavorare, proprio per essere pronti ad offrire una proposta concreta per tutta l’estate.Stiamo definendo gli ultimi dettagli di un cartellone che è stato completamente rivisto e che tiene conto dei vari limiti imposti dal distanziamento sociale.
fonte: Di Cronaca di Verona  www.cronacadiverona.com

George Clooney on George Floyd killing: racism is America's pandemic

‘In 400 years we’ve yet to find a vaccine,’ writes actor in attack on Donald Trump’s response to demonstrations as ‘a racial dog whistle’ Photograph: Tolga Akmen/AFP/Getty Images

George Clooney has called for a “systemic change” of law enforcement, criminal justice and political leadership in the US, in an essay reacting to the crisis triggered by the killing of George Floyd by Minneapolis police officers last week. Writing for the Daily Beast, Clooney said urgent action was required to combat the racism “pandemic” raging in the country.

“There is little doubt that George Floyd was murdered,” wrote Clooney. “We watched as he took his last breath at the hands of four police officers.” He then praised the “defiant reaction” of millions of people around the world who are taking part in the demonstrations.

“We don’t know when these protests will subside. We hope and pray that no one else will be killed. But we also know that very little will change. The anger and the frustration we see playing out once again in our streets is just a reminder of how little we’ve grown as a country from our original sin of slavery.
“This is our pandemic. It infects all of us, and in 400 years we’ve yet to find a vaccine.”

Clooney, 59, ended with a call to the people to remove Donald Trump from office in the forthcoming presidential elections.
“We need policymakers and politicians that reflect basic fairness to all of their citizens equally. Not leaders that stoke hatred and violence as if the idea of shooting looters could ever be anything less than a racial dog whistle.
“And there is only one way in this country to bring lasting change: Vote.”
This article was amended on 3 June 2020 because an earlier version mistakenly said George Clooney had called for a “systematic change”. This has been corrected to say “systemic change”.
source:  Catherine Shoard www.theguardian.com

Musica > Mauro Di Maggio interpreta Roy Orbison con A Love so Beautiful: anteprima video

Dal 18 giugno sarà disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming A Love so Beautiful, brano di Roy Orbison del 1988 che Mauro Di Maggio ha  reinterpretato in chiave intima, moderna ed emozionale. 
 
Potete vedere in anteprima QUI 
il video, girato sull'Appia Antica, accompagnato da un testo orginale dell'artista.


È da qualche anno che non ci si vedeva…
Dopo aver trascorso circa un decennio tra canzoni, album, concerti, ho voluto dedicarmi anche ad altri aspetti sempre nell’ambito musicale. In particolare alla produzione. Quindi ho studiato e perfezionato questa arte concentrandomi sulla realizzazione, tra le varie cose, di colonne sonore che ultimamente ho composto per alcuni spettacoli teatrali come “Piccoli Crimini Coniugali” con Michele Placido e Anna Bonaiuto per la regia Michele Placido, “Balkan Burger” di Stefano Massini con Ambra Angiolini, “Il Nodo” Regia Serena Sinigaglia con Ambra Angiolini e Ludovica Modugno.

Ma ecco che il forte desiderio di tornare a scrivere, realizzare e cantare nuove canzoni si fa più forte che mai! Allora comincio subito a scrivere e a raccontare nuove avventure! Sono così nate le nuove canzoni. Un po’ sfacciate, un po’ scanzonate ma più vive che mai. Ora, nel mentre che lavoro alla loro realizzazione, è arrivato un periodo inaspettato. Quindi ci vuole pazienza? Va bene…per l’uscita del nuovo album aspettiamo! Ma perché non omaggiare la musica lo stesso, mi son detto. E da qui l’idea di pazientare sì, ma con la magia della musica. La musica che unisce il tempo dei secoli e che lo annulla allo stesso modo. Qui occorre che io canti A Love So Beautiful!

Ho scoperto questa meravigliosa canzone di Roy Orbison ed è stato amore a primo ascolto. La sua melodia così dolce e classica ha toccato le mie corde e loro hanno risuonato con forte emozione. Non ho mai interpretato brani che non fossero scritti da me sino a ora, quando ho ascoltato questa canzone, ho sentito il desiderio di scriverne una simile, ma poi ho pensato che avrei potuto offrire una nuova veste pur sempre magica a questa grandiosa opera. Spero di esserci riuscito!

Il videoclip è girato nell’idilliaco e storico contesto romano della Via Appia Antica.
Una via monumentale romana. Una via che si trova proprio sotto casa mia dove spesso vado a respirare il profumo del tempo. I resti della antica vita romana avvolti dalla natura che sempre torna a predominare su se stessa, che colora di verde e contorna di bellezza ogni aspetto della vita. Questa via romana, che ha più di 2000 anni, ha abbracciato me e A Love So Beautiful! La mia nuova pubblicazione è rivolta a tutte quelle persone che in questi anni non hanno mai smesso di manifestarmi il loro grande affetto. Che hanno sempre ascoltato e condiviso le mie canzoni. Che mi hanno raccontato le loro esperienze in tutti i modi anche i più divertenti, come le famose “stories”.

Proprio qualche giorno fa una nota influencer, Camihawke, ne ha fatta una su la mia canzone Non Ti Voglio Fermare. Questo brano è anche per tutti coloro che amano la gioia di vivere e che sanno ritrovarla in una canzone. Una semplice canzone, che per diventare semplice, ha risolto ogni complessità trasformandola in pura emozione. La pura emozione che ho vissuto e che vivo io quando canto e ascolto canzoni come questa.
fonte:  https://tg24.sky.it/spettacolo

Tom Ford «La gente non ha più voglia di acquistare vestiti: la moda dovrà andare in letargo»

Come cambieranno le sfilate, cosa vorranno i consumatori, il "revenge spending" che non c'è: Tom Ford a ruota libera sul futuro della moda. 
In foto: Tom Ford all’Hammer Museum Gala Award del 2019
Frazer HarrisonGetty Images

 "La moda deve fermarsi, andare in letargo, almeno per un anno": queste le dichiarazioni, dal sapore definitivo, che Tom Ford ha rilasciato nei giorni scorsi a Bridget Foley, in un'intervista al WWD. E la sua opinione non ha solo rilevanza in misura alla considerazione che ha di lui il mercato americano, ma anche perché Ford è dall'anno scorso il presidente del CFDA, il Council of Fashion Designers of America

L'omologo statunitense di Carlo Capasa, quindi ha spiegato che la "ripartenza" non arriverà, secondo lui, a stretto giro, sottolineando che la riapertura dei negozi è stata un'esigenza dettata da pressioni politiche, più che una risposta al desiderio di acquisto del pubblico, che pare ancora latitare (senza contare che, al momento, per via degli scontri che stanno infiammando diverse città americane a seguito della morte di George Floyd, alcune maison e giganti del tech come Apple hanno nuovamente chiuso i loro store). 

«Ce ne siamo accorti nei luoghi in cui abbiamo avuto la possibilità di riaprire» ha dichiarato. «Non c’è mercato ora, non c’è desiderio per la moda in questo momento. Credo che la moda abbia bisogno di andare in letargo. Se non si può andare al ristorante, perché avresti bisogno di un nuovo vestito e un paio di scarpe col tacco? Se non puoi andare in ufficio perché dovresti comprare un nuovo completo e una cravatta? Magari potresti aver bisogno di nuove sneakers. Per fortuna produciamo anche sneakers, t-shirt, underwear e facciamo fragranze e cosmetici». 

E anche sul make up, Ford pensa che il mercato subirà un naturale declino temporaneo. « Parte di quel business è legato al duty-free degli aeroporti. Inoltre, le persone indossano le mascherine quindi perché mettere il rossetto? Penso che le persone in futuro si abitueranno a non vestirsi più e uscire. Sempre di più, anche durante riunioni di lavoro, ci sono su Zoom donne che hanno rinunciato al make-up, stanno bene e iniziano ad essere a proprio agio così».

Certo, però, secondo il texano questo non vorrà dire arrendersi, ma semplicemente, adeguarsi a un nuovo corso, sopratutto optando per due sole fashion week all'anno, facendo sfilare insieme uomo e donna, come era già stato consigliato in un comunicato congiunto del CFDA e del British Fashion Council dove, appunto, "si raccomanda fortemente agli stilisti di non concentrarsi su più di due collezioni l'anno". 

«In America il settore del menswear non è così sviluppato, come in Italia e Francia. Qui, raccomandare due show annuali combinando uomo e donna ha senso. Capisco perché la Francia e l’Italia siano diversi, sono entrambi dei centri manifatturieri potenti con altre necessità, ma siamo tutti d’accordo sul taglio del numero delle collezioni».
Un progetto sul quale sta già lavorando, con il CFDA, le cui riunioni dei prossimi giorni porteranno sicuramente a delle risoluzioni pratiche, anche se, si spera «si riuscirà a tornare alla sfilata fisica, che è diventata un momento instagrammabile, ma è ancora il modo migliore per mostrare i vestiti a stampa e buyer».

L'ultima stoccata? Al fenomeno del see now- buy now, che pure Tom Ford ha utilizzato per qualche stagione, senza sperimentare un grande successo, come da sua stessa ammissione. «È molto difficile produrre in anticipo, stimando cosa avrà successo e cosa no, si rischia di avere tanta merce invenduta. Inoltre, il consumatore ha bisogno di tempo. Spesso si guarda una sfilata pensando ‘non credo di volerlo’, ma col tempo guardando ancora la collezione su Instagram, nei magazine e indossata da qualche celebrities si cambia idea». E forse, rallentare, cambiare, passo, per Tom Ford vuol dire anche abbandonare strategie che sfamavano solo momentaneamente i desideri d'acquisto dei consumatori. Desideri che adesso sono dormienti, e ritorneranno cambiati. Tom Ford e l'America lo sanno. E si stanno preparando per la prossima fase.
fonte: Di     www.marieclaire.com

The Walt Disney Company Pledges $5 Million To Support Nonprofit Organizations That Advance Social Justice

The Walt Disney Company has pledged $5 million to support nonprofit organizations that advance social justice, beginning with a $2 million donation to the NAACP to further their longstanding work promoting social justice by eliminating disparities and racial discrimination through their advocacy and education programs.



 “The killing of George Floyd has forced our nation to once again confront the long history of injustice that black people in America have suffered, and it is critical that we stand together, speak out and do everything in our power to ensure that acts of racism and violence are never tolerated,” said Bob Chapek, Chief Executive Officer, The Walt Disney Company. “This $5 million pledge will continue to support the efforts of nonprofit organizations such as the NAACP that have worked tirelessly to ensure equality and justice.”

Today’s pledge is part of Disney’s ongoing commitment to support organizations that advance social justice. For many years, Disney has worked closely with groups that advocate for and empower communities of color, including the NAACP, whose mission is to ensure a society in which all individuals have equal rights without discrimination based on race.  The Company has also previously provided millions of dollars in grants to help students from underrepresented groups make the dream of higher education a reality, including $2.5 million to the United Negro College Fund.
In addition, through the Disney Employee Matching Gifts program, employees are able to increase their impact in their communities by donating to eligible organizations, with the Company matching those gifts.

Disney has used its creative resources and platforms to address issues of race and inequality. On Tuesday night, the Company aired a slate of special programming on a number of its TV networks to encourage a discussion of racism and oppression in America. The programming included an ABC News primetime special, “America in Pain: What Comes Next?,” that examined the protests and outrage across the country in response to the killing of Mr. Floyd. The special was preceded by the re-airing of two monumental and timely episodes of black-ish: “Hope,” which explores the issue of police brutality and flaws in the judicial system, and “Juneteenth,” which examines the lack of accurate representation of African Americans in our nation’s history.

For more information about the important work of the NAACP, click here.
source:  https://thewaltdisneycompany.com

"Il silenzio non è un'opzione": anche la Regina Elisabetta appoggia #Blacklivesmatters

Un tweet di sostegno è arrivato dal “The Queen’s Commonwealth Trust”, l'organizzazione a favore dei giovani di cui la sovrana è patrona, Harry presidente e Meghan vicepresidente. 
Photo: Max Mumby/Indigo via Getty Images

Di fronte alla morte di George Floyd, il mondo non può tacere. Neanche la Regina Elisabetta. Una dichiarazione di solidarietà e di sostegno per la morte dell’afroamericano è arrivata dal “The Queen’s Commonwealth Trust”, l’organizzazione di cui la sovrana è patrona, Harry presidente e Meghan vicepresidente. “Il silenzio non è un’opzione”, si legge nel tweet.




L’organizzazione sostiene, finanzia e collega i giovani leader di tutto il mondo nella realizzazione dei loro sogni: proprio a loro si rivolge attraverso il messaggio pubblicato su Twitter.

 “I giovani sono una voce vitale contro ingiustizia e razzismo nel mondo. Da comunità globale di giovani leader noi restiamo uniti per il perseguimento di giustizia e per trovare modi migliori di andare avanti”, recita il tweet, che si conclude con l’hashtag del movimento #BlackLivesMatter.

 Nell’immagine campeggia una frase di Martin Luther King, Jr: “L’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque”.




In un altro tweet, l’organizzazione insiste sul potere della parola e sulla necessità di infrangere il muro di silenzio: “Abbiamo il potere di creare un cambiamento positivo, è tempo di parlare. Tempo di avere delle conversazioni scomode con noi stessi e con gli altri. Tempo di educare noi stessi e di disimparare. Tempo di unirci e di costruire insieme un futuro migliore”.


I duchi di Sussex hanno mostrato sempre molto interesse per “The Queen’s Commonwealth Trust”: già prima del loro matrimonio, la regina aveva assegnato a Harry il titolo ambasciatore della Gioventù del Commonwealth. Per l’organizzazione la coppia ha fatto diversi viaggi, come quelli in Marocco o in Nuova Zelanda. fonte: www.huffingtonpost.it

martedì 2 giugno 2020

Mostre: A Torino "Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680 – 1750" Reggia di Venaria fino al 20 Settembre 2020

Uno straordinario percorso artistico verso la modernità.  
Oltre 200 capolavori provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni di tutto il mondo per una mostra imperdibile, allestita nei grandiosi spazi della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria.

La Sfida al Barocco è quella lanciata dagli artisti in nome della modernità con la sperimentazione di nuove forme e nuovi linguaggi di comunicazione elaborati tra il 1680 e il 1750. Una ricerca che si sviluppa tra Roma e Parigi, i due poli di attrazione dell’Europa moderna con cui la Torino di quegli anni intesse un intenso dialogo di idee e di scambio di opere e di artisti, che contribuiscono a una stagione epocale di rinnovamento delle arti sulla scena internazionale.

 Le favole antiche nei teatrali quadri di storia, i racconti sacri nelle pale d’altare, la seduzione e la grazia nelle sculture e nei dipinti, la progettualità degli spettacolari modelli di architettura e la raffinatezza preziosa di arredi e ornamenti (insieme al fiabesco Bucintoro dei Savoia in chiusura della mostra) accompagnano i visitatori lungo l’appassionante e sorprendente percorso alla ricerca di un’identità moderna.

Sfida al Barocco.Roma Torino Parigi 1680 1750. Video Presentazione clicca QUI

Cronaca della realizzazione di una mostra: uno spazio per raccontare il back stage dell’esposizione.

La mostra, curata da Michela di Macco (Università di Roma La Sapienza) e Giuseppe Dardanello (Università degli Studi di Torino), affiancati da un comitato scientifico internazionale, rappresenta l’esito di un articolato progetto di ricerca svolto nell’ambito del Programma di ricerche sull’età e la cultura del Barocco della Fondazione 1563.

Progettata dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, è organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. Partner Intesa Sanpaolo.

La mostra vanta la partecipazione eccezionale del Museo del Louvre e la collaborazione speciale di grandi musei di Roma, Torino e Parigi
  • Roma, Accademia Nazionale di San Luca
  • Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini e Galleria Corsini
  • Torino, Musei Reali - Biblioteca Reale, Galleria Sabauda, Palazzo Reale
  • Torino, Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica
  • Parigi, Musée des Arts Décoratifs
  • Parigi, Musée du Louvre
 Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana

Biglietti per la mostra e biglietto "Tutto in una Reggia".
Il biglietto della mostra prevede anche la visita al Bucintoro dei Savoia nella Scuderia Juvarriana.
Consulta le istruzioni per una visita sicura.
fonte:  www.lavenaria.it

"L'amore a domicilio" trama e cast del film con Miriam Leone

L'amore a domicilio è la nuova commedia romantica, che sta per arrivare su Amazon Prime Video. Con Miriam Leone e Simone Liberati, racconta una storia d'amore particolare, che invita a riflettere in modo divertente.

Sta per arrivare, su Amazon Prime Video, L’amore a domicilio. Commedia romantica con Miriam Leone e Simone Liberati, racconta della particolare storia d'amore dei due protagonisti: Renato e Anna.
Si arricchisce ancora, quindi, il catalogo di Amazon Prime Video con un film tutto italiano, distribuito da Adler Entertainment.

 

La trama del film con Miriam Leone

La trama de L’amore a domicilio si concentra su una storia d’amore particolare, quella che nasce tra Renato (Simone Liberati) e Anna (Miriam Leone).
Renato è sempre stato lontano dalle relazioni che potessero coinvolgerlo per davvero. Un giorno, però, incontra Anna per caso e, quando scopre che quest’ultima è agli arresti domiciliari, decide di non frenarsi e farsi coinvolgere dalla storia, lasciandosi andare ai sentimenti prima temuti.
Sicuro di poter controllare una situazione del genere, presto si accorge che le cose si complicano perché, in amore, non ci sono strade sicure…

La capacità di mettersi in gioco nelle storie d’amore è un tema che è capitato a gran parte delle persone ed è per questo che il regista Emiliano Corapi ha pensato di affrontare l’argomento, con originalità, cercando di raccontare una storia divertente che possa far riflettere.

 

Il cast de L’amore a domicilio

Prodotto da Andrea Petrozzi e World Video Production con Rai Cinema in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film, L’amore a domicilio vede nel cast attori come Miriam Leone (Metti la nonna in freezer, 1992, 1993, 1994, Il testimone invisibile), Simone Liberati (Suburra, Bangla e La profezia dell’armadillo), Antonio Milo (poliziotto), Fabrizio Rongione (Franco), Eleonora Russo (Dori), Anna Ferruzzo (Silvana) e Valeria Perri (Simona).
Diretto da Emiliano Corapi, il film vede la partecipazione anche di Luciano Scarpa (Sergetto) e Renato Marchetti (Padre Renato). Corapi è autore di diversi cortometraggi di successo, oltre a film come Sulla Strada di Casa che ha riscosso un ottimo successo.

A dirigere la fotografia sono Vladan Radovic e Nicoletta Taranta: il primo ha vinto il David di Donatello per Anime Nere, la seconda un David di Donatello e due Nastri d’Argento. Le musiche sono firmate da Giordano Corapi.
L’amore a domicilio uscirà, in esclusiva su Amazon Prime Video, dal 10 giugno 2020.
fonte:  di Elena Arrisico     nospoiler.it

lunedì 1 giugno 2020

Natalie Portman, lettera d'amore a Firenze: "La magia delle celle affrescate dei frati a San Marco, il gelato e..."

L'attrice statunitense di origini israeliane rievoca la magia del suo soggiorno toscano in una lettera pubblicata nell'ultimo numero di Vanity Fair

“Nell’estate del 2014, la nostra giovane famiglia trascorse un mese in Toscana. Era la nostra prima estate in Europa, diciamo che avevamo un mese intero senza lavoro e scuola. Ci eravamo trasferiti di recente a Parigi per via degli impegni di mio marito e mio figlio aveva finito il primo anno di asilo in francese, ed era eccitante pensare di avere quattro settimane davanti a noi senza nulla da fare se non stare insieme".

Comincia così la lunga lettera pubblicata da Vanity Fair dell'attrice Natalie Portman, la star holliwoodiana vincitrice di due Golden Globe ('Closer' e 'Il Cigno Nero'). Una lettera che è un vero e proprio inno d'amore alla Toscana. E a Firenze, visitata l'ultima volta un'estate di pochi anni fa.
Di Firenze, Portman scrive: "Prendemmo un volo breve per Firenze e guidammo fino alla casa che mio marito aveva affittato per noi. (...) A 24 ero già stata per un viaggio di vero studio con amici in Italia, visitando, nelle nostre ricerche, Roma, Firenze e Venezia e notando l’arte e i sapori differenti tra le città. Mangiammo carciofi fritti a Roma, gelato a Firenze, pasta speziata a Venezia".

"Vedemmo la statua del David, Raffaello, Michelangelo, Beato Angelico, Tiziano, Botticelli, Piero della Francesca. Monasteri con affreschi in tutte le stanze dei monaci (Le celle dei savonaroliani affrescate dall'Orcagna nel Convento di San Marco, ndr). Accendemmo le candele Chanukkah con i rabbini Lubavitch nel ghetto di Venezia, e, ubriachi, saltammo sui canali nella notte appena fresca, perdendoci nel labirinto della città sull’acqua".

Ma nonostante tutte quelle esperienze - racconta la protagonista di Beautiful Girls, Mars Attacks!, La mia adorabile nemica, Guerre Stellari - nulla mi aveva preparato a un intero mese in Toscana.
"Quando arrivammo alla casa, a Firenze, la prima cosa che mi colpì fu il caldo: l’umido, la luce diretta del sole, bianca, accecante. Le strade erano vuote. 'Guarda, persino gli italiani se ne vanno in questo periodo dell’anno, che cosa avevi nella testa?', sgridai mio marito".

"Trascorsi il primo giorno nascosta nella camera da letto con i muri d’argilla, a leggere Elena Ferrante, fermandomi solo per rimproverare di nuovo mio marito per non aver affittato una casa con l’aria condizionata. 'È l’Italia - mi diceva - non hai bisogno dell’aria condizionata perché è il posto più bello del mondo'.

"Lessi, giocai con i cubi, all’ombra, con nostro figlio di 4 anni, e m’immersi nell’acqua ghiacciata della piscina, un quadrato grande e funzionale fuori dalla finestra della camera da letto. Sobbollivo, forse per il caldo, forse per la violenza coinvolgente della prosa della Ferrante, forse per la mia incapacità di assorbire la bellezza del posto".
La sera, poi, regala altre magie all'attrice: "Ma dopo che il giorno finì di cuocere, scoprimmo il dono della notte. Viaggiammo in macchina, noi tre, lungo la Val d’Orcia, al tramonto. La luce e la foschia, e il colore dell’incandescenza del giorno che si disperdeva, ci preparò per il viaggio nel tempo che stavamo per fare".

La Portman, da Firenze, s'instrada verso il Senese. "Guidammo fino a Pienza, passeggiammo lentamente lungo i vicoli attraversati dai fili della biancheria messa a stendere, spostandoci di lato per far spazio, lungo la stradina, a una nonna con i suoi nipotini, i bambini in bicicletta, come se fossero usciti da un film di De Sica".

"Arrivammo presto nella piazza, uno spazio grande a forma di trapezio con una bella chiesa su un lato, e un piccolo bar sull’altro. Era piena di gente. Gli italiani non se n’erano andati dal paese, riemergevano alla sera. I bambini giocavano a calcio nella piazza, ridendo e urlando in quella lingua bellissima".
"Nostro figlio si unì all’istante, grazie al linguaggio universale dell’infanzia: il calcio. Bevemmo vino al bar sul lato della piazza. Il proprietario ci fece entrare per mostrarci i suoi tesori del posto, e nostro figlio era libero di giocare, al sicuro da ogni pericolo. Il cielo era illuminato da cerchi luminosi e roteanti che un commerciante vendeva all’angolo della piazza e che i bambini lanciavano in alto verso le stelle".

"Il tempo si era ugualmente fermato e dilatato. Ci sentimmo come trasportati in un’altra epoca, dove le famiglie ancora vivevano nello spazio degli stessi quattro isolati, i ragazzini potevano giocare liberi nelle strade, e la nonna era le persona più amata della famiglia, insieme ai bambini".
"Sconosciuti facevano buffetti sulla guancia di nostro figlio, giocavano a palla con lui, così che noi potevamo cenare seduti, e ci dicevano in italiano parole che, sono quasi certa, significavano: vostro figlio è il bambino più bello, intelligente, divertente che abbiamo mai conosciuto. Ma non parlo italiano, per cui è solo una stima ragionata".

"Mi rendo conto adesso che gli italiani hanno imparato a dominare il tempo - spiega l'attrice -  la nostra più grande risorsa e anche il nemico più minaccioso.
Quelle serate sembrava che durassero un’eternità, e mi sentivo come se ci trovassimo nel 1952. La magia del posto mi ammorbidì, e presto cominciai ad abbracciare mio marito piuttosto che rimproverarlo, ammirando il vulcano che aveva imparato a fare per preparare gli gnocchi, una montagnetta di patate con un uovo al posto della lava".

"Nostro figlio imparò a indossare la maglietta della squadra giusta per andare in piazza alla sera (un indizio: non quella della Juventus) e diventò amico di bambini con i quali non scambiò mai una parola, grazie solo al linguaggio dei piedi. E quel mese sembrò una vita intera. E non avrei mai voluto tornare a casa. Anche se avevamo l’aria condizionata”.
fonte:  www.firenzetoday.it

Annunciato il commissariamento del Teatro Regio di Torino

Da due anni non regna la pace al Teatro Regio di Torino. Dopo le vicissitudini legate alle dimissioni del Sovrintendente Walter Vergnano, con la conseguente decadenza del Direttore musicale Gianandrea Noseda e del Direttore artistico Gastón Fournier Facio, la nomina spiccatamente politica del successore William Graziosi, il suo allontanamento dopo appena un anno e l’ingaggio di Sebastian Schwarz, nella doppia veste di Sovrintendente e Direttore artistico, è arrivata la notizia della volontà di procedere al commissariamento della Fondazione.

La notizia, comunicata dal Sindaco Chiara Appendino, è stata divulgata venerdì sera ed è lapidaria: “Di fronte a una situazione finanziaria di eccezionale gravità, resa ancora più difficile dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19, il Consiglio di indirizzo del teatro si accinge ad approvare, con profondo rammarico, un bilancio consuntivo del 2019 che presenta un passivo di 2,3 milioni di euro. La crisi è tale che non si procederà al ripiano delle perdite, richiedendo Mibact la nomina di un commissario ministeriale per operare il necessario ed improcrastinabile risanamento strutturale dei conti dell’ente lirico torinese, la cui criticità è nota da anni. Il Regio ha bisogno di ricominciare e ripartire senza essere condizionato dai vincoli di uno stato debitorio pesante: una situazione non ripianabile alla luce dell’attuale contesto, se non attraverso un intervento straordinario e la nomina di un commissario risponde proprio a questa esigenza. Chiederò al ministro Franceschini di individuare insieme la giusta figura che possa traghettare il nostro Teatro in questa fase delicata, garantendo continuità alla gestione e alla programmazione artistica.

A ruota è seguita la comunicazione della Regione con le parole del Presidente Alberto Cirio e dell’Assessore alla Cultura Vittoria Poggio: “Non è più possibile tollerare una situazione di continuo passivo per una eccellenza come il  Regio. Serve pertanto una scelta forte e per questo abbiamo condiviso con il Comune e le Fondazioni bancarie una soluzione di netta discontinuità con il passato, che in questo momento solo un commissario può garantire”.

La decisione di procedere con il commissariamento, non taciamolo, ha tutta l’apparenza di una risposta politica alla notizia dell’indagine in corso, aperta dalla Guardia di finanza di Torino coordinata dal Pubblico ministero Elisa Buffa e dall'aggiunto Enrica Gabetta, a carico di William Graziosi per l’ipotesi di reato di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. L’inchiesta, con avvisi di garanzia a quattro persone coinvolte tra Torino, Asti, Milano, Fermo e Ancona e il coinvolgimento di due società (di cui una svizzera), ha colpito anche Roberto Guenno, candidato non eletto alla Regionali del 2014 per il Movimento 5 stelle, corista del Regio e, a seguito dell’arrivo a Torino di Graziosi, promosso sul campo come collaboratore di staff della sovrintendenza per le attività di innovazione e sviluppo. Guenno sarebbe accusato di aver favorito l’affidamento del servizio di marketing a un’azienda, che si occupa di ricerche di mercato e sondaggi di opinione, predisponendo, attraverso la complicità del titolare stesso, un bando di gara con elementi selettivi eccessivamente stringenti per altri partecipanti.

Di fronte a tali fatti e all’ennesimo grave danno d’immagine del teatro, le stesse fondazioni bancarie (Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Compagnia di San Paolo) non si sono più dichiarate disponibili per ripianare il deficit del bilancio consuntivo dello scorso anno. Cosa accadrà ora? Non ci è dato saperlo. Con il commissariamento del teatro Sebastian Schwarz, giunto al Regio meno di un anno fa a seguito di una selezione pubblica, potrebbe decidere di mollare la spugna (con il nostro rammarico per non aver potuto apprezzare a Torino le sue doti professionali internazionali) oppure rimanere al Regio nel ruolo di consulente artistico del commissario o, chissà, essere nominato egli stesso come commissario. Di fronte a vicende tanto tristi per la Fondazione, l’unica certezza è che ora la musica al Regio dovrà cambiare e non si escludono, purtroppo, lacrime amare per i lavoratori. 
fonte: Lodovico Buscatti  www.operaclick.com

Libri: "Gigliola Curiel_Una vita nella moda" di Castellini Curiel, G.

Gigliola Curiel è stata una delle più importanti stiliste italiane del dopoguerra. Una donna forte, temprata dalle difficoltà, affascinante e corteggiata, geniale e capace.

La sua vita si intreccia con i più emblematici avvenimenti storici del nostro Paese e con le maggiori personalità del mondo culturale italiano. Nipote di Ortensia, famosa sarta triestina, e sorella di Eugenio Curiel, partigiano e Medaglia d’oro al valore militare, Gigliola cresce spensierata in una città multietnica, circondata dall’intellighenzia triestina, tra cui Saba e i cantanti del Politeama. Fin da piccola, si appassiona alla moda e decora i suoi quaderni di scuola con schizzi di vestiti che fa realizzare dalle sarte della città. Siamo negli anni del delitto Matteotti quando il fascismo comincia a consolidare il suo potere e presto tutto il Paese dovrà fare i conti con i piani di Mussolini. Nel 1938, in seguito alle leggi razziali e alla prematura morte del padre, la famiglia Curiel è costretta a lasciare Trieste, sparpagliandosi per il Paese.

Stabilitasi a Roma negli anni della guerra, Gigliola grazie all’aiuto di un amico, si trasferisce all’Hotel Plaza, sede delle SS, dove crede che nessuno verrà a cercarla. In quei giorni confusi, sotto le bombe che flagellano la Capitale, Gigliola è costretta a barcamenarsi tra il suo sogno di lavorare nella moda e le necessità della guerra. Dopo l’arresto del fratello Sergio, sarà costretta a fuggire di nuovo, in attesa che gli alleati liberino la città.

Sarà prima a Todi, poi in Campania, dove tramite il fratello fornirà aiuto ai partigiani che sostengono l’avanzata alleata. Qui conosce Nino Brozzetti. I due si innamoreranno perdutamente dando vita a una storia passionale e tormentata. Gigliola, una donna forte e determinata, continuerà nel suo progetto e nel 1945, al termine della guerra, tornerà a Milano per fondare la sua casa di moda.

I successi del marchio Curiel furono numerosi. La stilista, amata dalle grandi dame milanesi, apprezzata anche da Camilla Cederna, diventerà in breve tempo una delle più seguite della città e i suoi vestiti sfileranno più volte alla prima della Scala. Gigliola è imprenditrice dinamica e capace ma dovrà fare i conti anche con le figlie, Gabriella, nata dall’amore con Nino e soprattutto Raffaella che ormai diciottenne passa sempre più tempo in sartoria. Raffaella ha il carattere testardo e determinato della madre che, dopo alcuni anni di litigi, metterà alla prova la figlia, affidandole una collezione.
fonte:  www.lelettere.it

Society: La storia dei palchi del Teatro alla Scala dal Settecento in poi

Una ricerca sui proprietari storici fino al 1920 viene messa online con una ricostruzione che è uno spaccato d'Italia.

È consultabile da oggi all’indirizzo storiadeipalchi.teatroallascala.org il sito “Nei palchi della Scala – Cronologia dei proprietari dei palchi 1778 – 1920” che raccoglie e rende pubblici i risultati della ricerca sulle proprietà dei palchi scaligeri coordinata da Franco Pulcini che ha fornito la base storica alla mostra dallo stesso titolo curata da Pier Luigi Pizzi e inaugurata presso il Museo Teatrale lo scorso 8 novembre.

La mostra (in foto si vedono disegni di Gianluca Biscalchin, Clara Maffei ritratta da Francesco Hayez), sostenuta da JTI (Japan Tobacco International) e da La Cimbali e MUMAC con l’intervento del Partner tecnologico LG SIGNATURE e la collaborazione dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana per il catalogo, è chiusa al pubblico nell’ambito delle misure di contenimento dell’emergenza Covid19, ma il Teatro e il Museo rendono accessibile online il sito, permettendo agli studiosi e a tutti i milanesi di intraprendere un viaggio nella storia sociale della città attraverso la storia del Teatro.
Aristocratici e imprenditori, re e artisti, letterati, benefattori e signore della cultura e della mondanità hanno acquistato, abitato, venduto i palchi facendo della Scala il palcoscenico della vita culturale, sociale e spesso politica di Milano. Per gli abbonati e tutto il pubblico sarà l’occasione di scoprire anche da casa la storia dei posti che occupano, e per alcuni eredi anche la storia della propria famiglia.

Lo studio su “I palchi e i palchettisti del Teatro alla Scala (1778-1920)”, realizzato dal Teatro alla Scala insieme al Conservatorio “G. Verdi” di Milano e alla Biblioteca Nazionale Braidense, ricostruisce minuziosamente questa storia fino al 1920, anno in cui inizia l’esproprio dei palchi in seguito alla costituzione dell’Ente Autonomo. La ricerca è stata coordinata per il Teatro alla Scala dal Direttore editoriale del Teatro Franco Pulcini ed è stata condotta da studenti e diplomati del Conservatorio selezionati mediante un bando per borse di ricerca, con il controllo scientifico di Pinuccia Carrer, Antonio Schilirò e Massimo Gentili Tedeschi per la Biblioteca Braidense.

Il sito
Il sito, finora visibile solo all’interno della mostra, rende disponibili a tutti le informazioni della ricerca ordinata nel database. Dalla home page è possibile accedere alla mappa digitale del Teatro oppure agli approfondimenti.

La mappa digitale è una riproduzione grafica del Teatro (tutti i disegni sono di Gianluca Biscalchin) in cui tutti i 155 palchi sono numerati e cliccabili. Cliccando su ogni palco si accede alla relativa scheda storica e alla cronologia dei proprietari.
Per ciascuno dei 1325 palchettisti è stata redatta una scheda specifica. Per rendere più facilmente leggibili le trasformazioni sociali è possibile applicare una serie di filtri che evidenziano connotazioni sociali, di status o di genere dei proprietari (per esempio uomini o donne; nobili, musicisti, imprenditori, benefattori, ecclesiastici, famiglie o enti).
Si ottiene così un’immagine delle trasformazioni sociali nel Teatro e nella città attraverso i decenni, anche incrociando i filtri con la cronologia che suddivide la storia scaligera nelle diverse epoche restituendo la composizione della proprietà per periodi o anche anno per anno.

Gli approfondimenti offrono invece dieci percorsi che completano la mappa con cenni storici tra l’altro sulla nascita del Teatro, l’arredamento dei palchi, la pratica del gioco d’azzardo fino alla costituzione dell’Ente Autonomo. Una pagina è dedicata alla rilevante presenza femminile tra i proprietari; particolare interesse riveste anche l’approfondimento sugli ospiti poiché molti protagonisti della vita culturale milanese, da Stendhal a Manzoni e alla contessa Maffei, frequentavano assiduamente i palchi senza possederne uno.
La ricerca è pubblicata in forma estesa anche sul sito http://www.urfm.braidense.it/palchi.

Un Teatro e il suo pubblico
In ogni rappresentazione dal vivo, il pubblico è parte integrante dello spettacolo.

E non solo perché ne determina il successo o l’insuccesso e stimola gli esecutori all’espressione artistica, specie in un teatro reattivo come La Scala.

Ogni palco della Scala è sempre stato un palcoscenico in miniatura in cui la buona società faceva mostra di sé. Palco e palcoscenico, l’etimologia è la stessa, e dai documenti dell’epoca si scopre che i palchi degli ordini più bassi e più vicini al boccascena erano i più ambiti e richiesti, perché erano quelli in cui “si era visti” meglio, divenendo quasi parte integrante dello spettacolo.

La Scala è un cosiddetto “teatro all’italiana”, suddiviso in platea e palchi, che trasformano il teatro in un condominio di minuscoli salotti, un alveare di piccole stanze con una finestra sulla sala e sul palcoscenico, in cui ci si può mostrare, ma anche nascondersi, o addirittura spiare senza essere visti. Non tutti i posti in palco garantiscono una visibilità completa ma l’assiduità della frequentazione del teatro nell’Ottocento era tale che la rappresentazione era solo uno degli elementi che attiravano il pubblico. All’opera si andava per ascoltare la musica, poter incontrare amici e conoscenti, talvolta per giocare, ma anche per conoscere persone nuove, combinare affari, e in qualche caso ordire intrighi amorosi e politici: in origine la Lumiera, il grande lampadario centrale, venne fatta montare dalle autorità austriache proprio per controllare le frequentazioni pericolose e i gruppi di carbonari.

Due palchi in particolare potevano destare i sospetti, il n° 14° II ord. sin. e il n° 5, I ord. des.) rispettivamente proprietà dei Porro Lambertenghi e dei Confalonieri, presumibilmente frequentati da Silvio Pellico, Piero Maroncelli e forse Giovanni Berchet. Alcuni palchi hanno mantenuto indenne dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale un arredamento personalizzato in cui l’elemento principale è lo specchio, che permetteva di spiare gli occupanti degli altri palchi senza essere osservati, oltre a svolgere la normale funzione di controllo delle pettinature e delle toilettes.

Come ideale prosecuzione del salotto aristocratico, il palco aveva un arredamento proprio con stemmi nobiliari, scelto dalle famiglie che ne erano proprietarie. Fin dal 1778 la proprietà della Scala era delle famiglie milanesi che consideravano una conferma del proprio prestigio essere nell’elenco dei palchettisti, come avere una tomba di famiglia al Cimitero Monumentale, un palazzo in città e una villa sul lago.

Nel corso dell’Ottocento la fisionomia dell’insieme dei proprietari muta, insieme alla classe dirigente della città. La nuova borghesia milanese si era arricchita grazie alla produzione della seta e allo sviluppo rilevante dell’industria tessile. Un caso, fra molti è il citato palco Confalonieri (n° 5, I ord. des.), tramite un matrimonio con la vedova dell’industriale della seta Giovanni Battista Gavazzi. Riscoprire la storia dei palchi significa quindi non soltanto approfondire la conoscenza del nostro Teatro ma anche ripercorrere le trasformazioni sociali, economiche e del costume della città di Milano, della quale la Scala è rimasta specchio e punto di riferimento dalla fondazione fino a oggi.
fonte:  www.thewaymagazine.it

È morto a New York l’artista bulgaro Christo, aveva 84 anni. Con sua moglie realizzò “The floating piers” sul lago di Iseo

Nel 2016 aveva realizzato con sua moglie la grande installazione gialla sul lago d’Iseo, opera nota come Christo e Jeanne-Claude.

Lo staff: «Ha vissuto una vita piena, realizzato ciò che sembrava impossibile»

Si è spento a New York all’età di 84 anni Christo Vladimirov Yavachev. A darne notizia sono le pagine social dell’artista bulgaro e di sua moglie: Christo e Jeanne-Cluade hanno sempre detto chiaramente che la loro arte sarebbe continuata dopo la loro morte. L’Arc de Triompe Wrapped (Project for Paris) resta in corsa per il 18 settembre-3 ottobre 2021.

Nel 2016 l’artista – nato nel 1935 a Gabrovo, in Bulgaria – aveva realizzato insieme a sua moglie The Floating Piers, la grande installazione di colore giallo sul lago d’Iseo, opera anche nota come Christo e Jeanne-Claude, il nome della sua compagna di vita – la coppia è fra i maggiori rappresentanti della Land art.

«Ha vissuto una vita piena, ha realizzato ciò che sembrava impossibile», si legge nell’annuncio che dà notizia della sua morte. «Il lavoro di Christo e Jeanne-Claude ha unito le persone facendo condividere loro esperienze in tutto il mondo, la loro opera vive nei nostri cuori e nei nostri ricordi».

«L’arte perde oggi un grande protagonista che ha amato l’italia e che ha stupito il mondo con opere che sapevano rendere spettacolari i paesaggi e le bellezze naturali – dice il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini – Ricordo di aver “camminato sull’acqua insieme a Christo” sul lago di Iseo. Un momento emozionante in occasione dell’inaugurazione della sua installazione The Floating Piers».
fonte: di Redazione    www.open.online