sabato 15 dicembre 2012

Lgbt: “Siamo tutti Marita Veron” Dopo l'assoluzione degli imputanti nel caso della donna rapita e costretta alla prostituzione la protesta infiamma l'Argentina

Il verdetto sul caso della donna rapita e costretta alla prostituzione ha portato l’indignazione dei cittadini nelle strade dell’Argentina.

IL CASO
“Siamo tutti Marita Veron” si legge sui cartelli dei cittadini argentini che hanno scelto di esprimere il dissenso scendendo in piazza dopo il verdetto del tribunale che ha assolto i tredici imputati accusati di rapimento e induzione alla prostituzione.

La storia è questa: Marita manca da casa da dieci anni, sua madre non si è mai rassegnata alla scomparsa e ha trasformato il dolore in rabbia, indagando in prima persona sull’accaduto.

MADRE CORAGGIO
Susanna Trimarco è la Madre Coraggio dell’Argentina che si è introdotta nei bordelli fingendosi interessata all’acquisto di donne e, così facendo, ha salvato centinaia di donne dalla schiavitù fornendo informazioni utili alla polizia, riferisce la BBC News. È stata anche nominata come possibile candidata per il Nobel della Pace ma tutto questo non è servito a farle ritrovare Marita.

LA LOTTA
“Quando è scomparsa mia figlia non sapevo nemmeno che potesse esistere una cosa del genere” ha detto Trimarco in merito al traffico umano. Per la lentezza nella ricerca delle forze dell’ordine, la donna si è avvicinata al mondo dei bordelli cercando di conquistare la fiducia delle ragazze costrette a lavorarvi.
“Mostravo loro la foto di mia figlia per riuscire ad ottenere qualche informazione”, ha detto la madre diventata un simbolo nazionale ascoltato anche dalle più alte cariche.
L’allora presidente Nestor Kirchner l’ha accolta dopo aver ricevuto una sua lettera, durante l’incontro la donna ha svelato tutto quello che aveva scoperto e che poi ha portato alla liberazione di 600 donne: “È venuto fuori un rapimento che ha coinvolto anche 17 donne argentine, trasportate in Europa” ha scritto 20 Minuten.

IL PROCESSO
“Non c’è alcuna prova che collega gli imputati a Marita Veron e non siamo in grado di stabilire quello che è realmente accaduto ma non si tratta di un caso di traffico umano” ha dichiarato il giudice Alberto Piedrabuena.
Sette uomini e sei donne sono di nuovo liberi e hanno commentato l’accusa come “politica” e dichiarato più volte la loro innocenza nelle fasi del processo iniziato a febbraio nella provincia di Tucuman: “Non abbiamo rapito la signora Veron né l’abbiamo condotta dai trafficanti per farla prostituire”.
Il processo ha valutato le dichiarazioni di 130 testimoni e di queste almeno una dozzina riguardavano le donne liberate da Trimarco.

LA BATTAGLIA
Marita quando è scomparsa nell’aprile del 2002 aveva ventitré anni e da quel giorno sua madre non ha mai smesso di cercarla.
Il lavoro svolto in prima linea ha permesso la liberazione di decine di donne dalle grinfie dei bordelli e nel 2007 ha fondato un’associazione con questo obiettivo riuscendo a far approvare la legge che rende il traffico degli esseri umani un crimine, rivela l’Indipendent.
La donna ha vinto un premio per i diritti umani e la Presidente Cristina Fernandez le ha personalmente telefonato per esprimerle la propria solidarietà: “Credevo di trovarla distrutta dopo il verdetto ma aveva più grinta di prima e mi ha detto che avrebbe continuato a combattere”.

LE PROTESTE
Durante la lettura del verdetto, l’aula di tribunale è esplosa in una sonora protesta, gli imputati piangevano commossi mentre chi assisteva ha iniziato a urlare.
Trimarco era sconvolta ma ha tenuto i nervi saldi dichiarando: “Non ci fermeremo finché questi truffatori non saranno messi a processo.
Questi giudici sono un motivo di imbarazzo per l’Argentina”.
Dopo la sentenza, i cittadini indignati si sono dati appuntamento a Tucuman davanti la sede del tribunale per protestare, alcuni si sono limitati a marciare silenziosamente chiedendo “Giustizia” mentre altri hanno lanciato oggetti contro la sede del processo.
fonte http://www.giornalettismo.com/ di Alessandra Cristofari (Photo Credit/Getty Images)

Lgbt: Se l’omofobia comincia a scuola

Discriminati, vessati, abbandonati. Per non parlare dei comportamenti ostili, dell’emarginazione.
Questi i risultati della ricerca sull’omofobia a scuola condotta da Demoskopea, con gay.it.

Un problema che esiste ed è molto diffusoa cominciare dalle aule. Proprio in classe gli adolescenti scoprono il proprio orientamente sessuale. Quello che emerge è che i compagni, nel momento in cui viene resa nota l’omosessualità, si trasformano in un incubo.

Pochi giorni fa Chiara Maffioletti si è posta questa domanda: essere gay è ancora un problema?
qui l'articolo:
http://solferino28.corriere.it/2012/12/05/essere-gay-e-ancora-un-problema/

Centinaia i commenti. Si è scatenato un dibattito che sembra non lasciare dubbi: evidentemente lo è. In Italia più che in altri Paesi, dove l’orientamento sessuale non è giudicato. Ed è proprio di questi giorni la ricerca Omofobia a scuola.

Sui duemila intervistati, uno su due racconta di aver subito “discriminazioni a causa del della propria omosessualità o bisessualità. Si tratta soprattutto di offese verbali (77%), ma non mancano atti di bullismo e minacce (25%) e mancati riconoscimenti (17%).

Il 9% riporta di aver subito aggressioni fisiche”.
E a farli nel 90 per cento dei casi sono i compagni di scuola, anche se un 15 per cento punta il dito contro i docenti.
Gli stessi che non prendono posizione (85%) anche se sono al corrente delle discriminazioni.

Ma l’emarginazione è a prescindere dall’aver reso pubblico la propria omosessualità. Solo il 7 per cento lo ha fatto.
Il resto è frutto di pettegolezzi esoprattutto per non aver gli stessi pgusti dei compagni. Una cosa mi ha fatto riflettere.

“La provenienza geografica non appare una variabile impattante sugli aspetti esaminati: si osserva infatti un’omogeneità di risposte tra gli intervistati provenienti dal Nord, dal Centro e dal Sud Italia”, si legge nella ricerca. Insomma, non importa dove nasci, comunque il tuo orientamento sessuale diventa una discriminante.

E a proposito del quesito di Chiara, a rispondere tre su quattro: sì è un problema essere gay, perché “il livello di omofobia in Italia è molto alto (72%)”.
fonte http://solferino28.corriere.it di Benedetta Argentieri

Lgbt Danza: Lo spettacolo “Alice nel paese delle meraviglie” sul palco dei Rinnovati di Siena il 19 dicembre

Torna la danza al Teatro dei Rinnovati di Siena con “Alice nel paese delle meraviglie”
in programma mercoledì 19 dicembre alle ore 21.15.

Con coreografia, regia e scenografia di Francesco Nappa e direzione artistica a cura di Cristina Bozzolini - Fondazione I Teatri, lo spettacolo, prodotto dalla Fondazione Nazionale della Danza, si ispira al classico di Lewis Carroll e ne riporta sulla scena l’intrinseco simbolismo e la strutturale dialettica fra senso e non senso, fra il piano reale e quello onirico, interpretati come componenti essenziali ed esistenziali dell’uomo.

Lo spettacolo - Alice si trasforma così in creatura danzante, innocente e ambigua, in un mondo che spazia da richiami neoclassici a virtuosismi digitali, complesse video-proiezioni e raffinate elaborazioni grafiche, come pennellate fantastiche e fantasmagoriche allucinazioni mentali, tra musiche di David Byrne, Robert Moran, Michael Nyman, John Lurie e Michael Torke eseguite dal Balanescu Quartet.

Info
La prevendita dei biglietti è attiva on line, sul portale www.comune.siena.it, seguendo il percorso servizi on line>biglietteria;
oppure, dalle 9.30 alle 12.30 di lunedì 17, attraverso il servizio call center, telefonando ai numeri 0577-292614/15.

La vendita diretta ai Rinnovati sarà, invece, in funzione martedì 18, dalle 17 alle 20, e mercoledì 19, a partire dalle ore 16.
In questi stessi giorni e orari, possibili anche le prenotazioni telefoniche allo 0577 292265; per i diversamente abili, aperta la biglietteria nel Cortile del Podestà.
fonte: http://sienalibri.it

Lgbt: Le parole contro i gay allontanano la pace

Benedetto XVI si lancia nuovamente contro i matrimoni gay.
Legittimarli, afferma, sarebbe una “ferita grave contro la giustizia e la pace”



Così “il Papa alimenta l’odio contro i gay”, ha replicato d’impeto Paola Concia, perché sono “parole pericolose, che esprimono qualcosa di profondamente violento”. Dice la parlamentare pidiellina che rappresentare come minaccia “noi cittadini, che siamo senza diritti, significa fomentare aggressività contro i gay”.

Si fa fatica a comprendere l’urgenza di inserire una frase così dura – inevitabilmente destinata a ferire in primo luogo i gay credenti e portata al paradosso di indicare come nemica della pace una coppia omosessuale – nel tradizionale Messaggio per la giornata della pace inviato ogni anno alla comunità diplomatica. Stride con il suo motto “Beati i costruttori di pace” né si amalgama con l’ampiezza dei temi dei un documento, incentrato sulla convivenza in un mondo percorso da forti tensioni sociali.

Ormai è una guerra sistematica, quella condotta da Benedetto XVI sui principi che già da cardinale definì “non negoziabili”. Il fatto è che – si tratti di unioni civili o di matrimoni gay – le società contemporanee e la gran massa dei credenti contemporanei si sono lasciati alle spalle l’idea dell’omosessualità come perversione. Persino uno scrittore cattolico osservante come Messori ha dichiarato che le persone omosessuali non possono essere considerate uno “scarto” nel progetto divino.

Gli anatemi rivelano in realtà l’allarme vaticano
per l’estendersi dei matrimoni gay in paesi cattolicissimi come la Spagna, il Portogallo, l’Argentina e – da pochi giorni – anche l’Uraguay, dove la Camera dei deputati ha approvato la nuova legge con 81 sì su 87 voti. (La legge passa ora al Senato uruguayano).

Con l’occhio alla prossima legislatura il Gay Center italiano si augura che le “parole del Papa non suonino per la politica in Italia come un diktat”, perché le unioni gay non “minacciano” la famiglia.

Nel Messaggio il pontefice ribadisce che il matrimonio è solo “fra un uomo e una donna” e volerlo rendere giuridicamente equivalente a “forme radicalmente diverse di unione…(è) un’offesa contro la verità della persona umana”. Su questa linea Benedetto XVI si scaglia contro il “preteso diritto all’aborto e all’eutanasia”, esclamando che “chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita”. Comunque, il pontefice esorta governi e parlamenti a riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza agli operatori chiamati a occuparsi di aborti ed eutanasia.

Consapevole degli echi polemici, l’Osservatore Romano interviene con un editoriale del direttore Giovanni Maria Vian, secondo cui la “Chiesa non è affatto isolata nell’esprimere preoccupazione e dissenso sulle nozze gay”. In Francia, dove Hollande sta introducendo i matrimoni gay, afferma Vian, stanno convergendo con le posizioni cattoliche ortodossi, protestanti, ebrei, musulmani e intellettuali laici.

La guerra vaticana contro le unioni gay mette in ombra – ed è un peccato – la forte denuncia del Messaggio nei confronti della crescente svalutazione dei diritti dei lavoratori rispetto ad un “mercato” idolatrato.

Benedetto XVI usa parole che Raffaele Bonanni si vergognerebbe di pronunciare: “Sempre più il lavoro e il giusto riconoscimento dello statuto giuridico dei lavoratori non vengono adeguatamente valorizzati, perché lo sviluppo economico dipenderebbe soprattutto dalla piena libertà dei mercati”. Per il pontefice è negativo che il lavoro sia “considerato una variabile dipendente dei meccanismi economici e finanziari”.

Al contrario per ragioni socio-economiche e politiche e soprattutto in nome della dignità dell’uomo bisogna “perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro, o del suo mantenimento, per tuttì”. Non è accettabile che in un’ottica egoistica ed individualistica di massimizzazione del profitto e del consumo si vogliano “valutare le persone solo per la loro capacità di rispondere alle esigenze della competitività”.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/ di Marco Politi
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/15/parole-contro-gay-allontanano-pace/446938/

Lgbt: Il Papa benedice l’ugandese Rebecca Kadaga che promuove la pena di morte per gli omosessuali

Durante un incontro con una delegazione di giudici ugandesi, il Papa ha benedetto la portavoce del Parlamento, Rebecca Kadaga, promotrice della Pena di Morte per gli omosessuali.




La proposta di legge, che sarà discussa in Parlamento il 15 dicembre prossimo, intende introdurre il concetto di malattia mentale riguardo l’omosessualità e la pena di morte per i gay recidivi.

Immediate e durissime le critiche della comunità gay, un attivista dell’Università di Makerere ha dichiarato: “Il gesto del Santo Padre é incomprensibile.

Come si fa a benedire una figura politica criticata a livello internazionale per voler introdurre la pena di morte contro le minoranze sessuali in Uganda, a due giorni dal dibattito parlamentare sulla legge omofobica? Non si é valutato che questo gesto sarà utilizzato per rafforzare l’approvazione delle legge?

Fino adesso il presidente ugandese Yoweri Museveni dal 2009 boccia puntualmente la riforma, per non sporcare l’immagine del Paese con un provvedimento omofobico.

Recentemente Papa Benedetto XVI durante il suo messaggio perla Giornata mondiale della pace 2013 aveva definito le coppie di fatto o quelle omosessuali un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.
fonte: http://frontierenews.it/2012/12/il-papa-benedice-lugandese-che-promuove-la-morte-dei-gay/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-papa-benedice-lugandese-che-promuove-la-morte-dei-gay

Lgbt: Usa, Università della Iowa chiede alle matricole l’orientamento sessuale

Sei gay, transgender, bisex, o eterosessuale?
La domanda, la cui risposta è peraltro facoltativa, è contenuta per la prima volta nei documenti per l’iscrizione all’università dell’Iowa.

“E' una politica che invia un messaggio di benvenuto a chiunque, qualsiasi sia la sua identità sessuale - ha commentato Georgina Dodge, direttore dell’ufficio sulle 'diversità dell’università”

E’ il primo ateneo pubblico negli Stati Uniti ad introdurre nei moduli per le matricole 2013, distribuiti dal primo dicembre, la classificazione sull’orientamento e l’identità sessuale degli studenti.

E gli iscritti ne sono entusiasti: “E’ una politica che invia un messaggio di benvenuto a chiunque, qualsiasi sia la sua identità sessuale – ha commentato Georgina Dodge, direttore dell’uffico sulle ‘diversità dell’università”.
Lo scorso anno, una politica simile era stata introdotta dal college di carattere privato Elmhurst nell’Illinois“.

L’anno scorso era stata diffusa la notizia della possibilità che agli studenti della Università di Harvard potesse essere chiesto di indicare sul modulo di iscrizione il proprio orientamento sessuale; una domanda che, come ha dichiarato la stessa Università, non vuole essere discriminatoria ma bensì attenta alle esigenze degli studenti.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it

Lgbt Danza: Vito Alfarano con il suo spettacolo "QUASI SORDO... Mi piacciono i maiali" Il 21 dicembre al Teatro stabile Florian Espace a Pescara, e poi a Berlino

Vito Alfarano nasce a Brindisi il 15 gennaio 1978. Dal 2000 inizia la sua attività professionale come danzatore freelance e lavora con vari coreografi, tra i quali Fabrizio Monteverde, Nicolas Musin, Mauro Bigonzetti, Ismael Ivo, Claudio Ronda, Benjamin Millepied, Karl Alfred Schreiner.

Con le sue coreografie vince primi premi coreografici nazionali e internazionali come in Polonia il GRANPRIX al “THE IV INTERNATIONAL SERGEI DIAGHILEV COMPETITION OF CHOREOGRAPHIC ART”, con la giuria presieduta da Vladimir Malakhov.

Nel 2008 inizia la costruzione di un percorso coreografico che vede la danza svilupparsi attraverso varie argomentazioni legate alle problematiche sociali come detensione e audiolesismo.

Dal 2008 al 2010 è così ideatore e docente del laboratorio di movimento corporeo e teatralità Oltre i confini svoltosi con i detenuti nella Casa Circondariale di Rovigo.

Crea le coreografie per lo spettacolo IL RUMORE DELL’AMORE...Ispirato a Paolo e Francesca e agli innamorati contemporanei prodotto dalla compagnia Fabula Saltica, per il video musicale HOW ABOUT della cantante americana Isis Gee, per MOVING THE CITY progetto dell’Arsenale della Danza della Biennale di Venezia e QUASI SORDO..Mi piacciono i maiali progetto finalista al Premio GD’A Puglia 2011.

Crea la regia del reading L’UNICO ME STESSO CHE CONOSCO per la Caporetto Production e per il videoclip IL MIO GRIDO realizzato con i detenuti del carcere di Rovigo.

Prossima data con il mio lavoro "QUASI SORDO... Mi piacciono i maiali"
e estratti da "IL RUMORE DELL'AMORE... Ispirato a Paolo e Francesca e agli innamorati contemporanei" si farà a Pescara il 21.12.2012 al Teatro stabile di innovazione "FLORIAN ESPACE" via Valle Rovereto 39 alle ore 20.30.

Dall'1 gennaio a fine marzo sarò a Berlino con la Passione di Giovanni di Bach che faremo nel duomo di Berlino.
fonte vitoalfarano per http://lisadelgreco.blogspot.it/ video youtube.com

venerdì 14 dicembre 2012

Strasburgo: Unioni gay, l'Europarlamento si pronuncia a favore e invita 11 Paesi (tra cui l'Italia) a studiare forme di tutela per le coppie Glbt

"Coabitazione, unione registrata o matrimonio" permettono di tutelare meglio "i diritti fondamentali delle persone Lgbt" (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender).

E' questa la posizione espressa oggi dal Parlamento Ue con l'approvazione della relazione sui diritti fondamentali nella Ue per il 2010-2011.

Vista la loro utilità, nel giudizio della maggioranza, Strasburgo invita i Paesi che non hanno tali istituti - 11 su 27 - a prenderne in considerazione l'introduzione. L'Italia è tra questi 11. La relazione è stata approvata con 308 a favore, 229 contrari e 48 astenuti (il Ppe ha votato contro).

"L'implementazione di valori quali la pluralità, l'uguaglianza di genere e lo stato di diritto si pone al centro dell'UE. È nostro dovere tutelare i diritti fondamentali e i valori per costruire una cultura dei diritti tra i paesi dell'Unione europea e le sue istituzioni", ha spiegato la relatrice Monika Flašíková Beňová (S&D, SK), durante il dibattito di martedì.

Le associazioni Glbt italiane. "L'approvazione della relazione sui diritti fondamentali nella Ue ci regala quest'oggi solo l'ultimo tra i pronunciamenti del Parlamento europeo a favore dei diritti delle coppie di persone dello stesso sesso, insieme all'invito proprio all'Italia a legiferare in materia.

Siamo ormai in vergognosa solitudine tra gli 11 paesi europei su 27 a non avere alcuna legge che garantisca pieni diritti alle coppie di gay e lesbiche", osserva il neo presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romani.

"Il pronunciamento di oggi è poi particolarmente importante perché dice a chiare lettere che 'coabitazione, unione registrata o matrimonio' garantiscono tutele e si configurano come "diritti fondamentali" delle persone Lgbt
(Lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e mette così a tacere coloro che insistono nel dibattito pubblico, soprattutto al centro e a destra, ma anche a sinistra, nel riferire esattamente il contrario.

Questa presa di posizione del Parlamento UE rafforzerà di certo la nostra opera di vigilanza e pressione su tutti i partiti politici perché inseriscano nei programmi elettorali, e portino a compimento, quella rivoluzione dei diritti che auspichiamo da anni e che non deve essere ulteriormente rimandata. Solo il matrimonio garantisce alla coppie omosessuali la piena parità nei diritti che ci chiede il Parlamento europeo".

"Dal Parlamento europeo viene oggi un ennesimo richiamo all'Italia e agli altri paesi dell'Unione che non hanno legiferato sulle unioni gay e sui matrimoni - dice Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center - Da Strasburgo l'Europarlamento invita gli Stati che ancora non hanno leggi in materia ad introdurle.

Questo significa che non siamo solo noi associazioni a chiedere diritti, ma che c'è un contesto europeo che li ritiene ormai fondamentali. Vedremo se qualcuno a livello politico italiano risponderà".

Franco Grillini, presidente nazionale di GayNet, ricorda che "sono stati molti i richiami al nostro paese perché riconosca i diritti umani ma finora il Parlamento si è dimostrato sordo e ostile. Proprio per questo è bene mandare a casa alle prossime elezioni la destra peggiore d'Europa che finora ha avuto la maggioranza tra i parlamentari". Per Grillini "è bene quindi che tutti coloro che hanno a cuore i diritti civili in Italia favoriscano con l'arma del voto una netta maggioranza laica nel prossimo Parlamento".

L'attacco di Avvenire.
Il quotidiano della Cei contro la risoluzione approvata ieri dal parlamento europeo sul rispetto dei diritti umani dell'Ue che menziona, tra l'altro, l'aborto e le nozze gay.
"Atto dopo atto, certi eurodeputati ormai si sono spinti a dare per assodato e indiscutibile ciò che solo pochi anni fa spiccava come la lampante negazione di una civiltà giuridica e degli stessi valori umani sui quali cammina la storia del continente", scrive il quotidiano della Cei in un corsivo.

"Ora invece, per insistenza e abitudine, non suona più stonato alla maggioranza degli eurodeputati l`affermazione che aborto e nozze tra persone dello stesso sesso sarebbero 'diritti fondamentali dell`unione' meritevoli di promozione e di speculari rampogne agli stati che non li riconoscono come tali.

Nel nome di una vuota tolleranza, allergica a ogni pretesa di verità sull'uomo (a cominciare da quella espressa dalla religione cristiana), si impone ai cittadini europei di accettare che la natura umana sia quella codificata nei corridoi di Strasburgo, un'alchimia che mescola le istanze di gruppi minoritari fortemente organizzati in un cocktail di pretese vendute come diritti.

Esortare i paesi europei ad agevolare la soppressione dei bambini non ancora nati e a promuovere i matrimoni gay perché nessuno si senta discriminato vuol dire picconare la struttura portante dei diritti associati alla natura dell`uomo: la vita, la nascita in una famiglia costituita da una donna e un uomo, l`educazione affidata a papà e mamma.
Chi si attarda a sostenerlo sarebbe oggi degno del più sdegnato euro¡biasimo.
E meno male che ci si ferma a questo".
fonte http://www.huffingtonpost.it Di Marco Pasqua

Lgbt: Il vicecapo della polizia Francesco Cirillo: «In polizia tutti benvenuti, anche i gay» e aggiunge «L'orientamento sessuale è una cosa irrilevante»

Il vicecapo della polizia Francesco Cirillo, ha fatto il punto della situazione sull'omosessualità all'interno delle forze dell'ordine.

«A nessun poliziotto viene mai chiesto l'orientamento sessuale nei concorsi di ammissione, non è rilevante. Questo significa che tutti sono benvenuti, anche i gay», ha detto in un'intervista all'Huffington Post.

«SÌ A NORME CONTRO L'OMOFOBIA».
«Un agente bravo», ha aggiunto, «fa bene il suo lavoro se è in grado di catturare i mafiosi, i ladri e coloro che vanno a spaccare cose nelle città.

Abbiamo fatto molto per aprirci alla società.
Per poter entrare in polizia la partecipazione ai concorsi non è condizionata in alcun modo dagli orientamenti del candidato, né si acquisiscono informazioni in merito».

Cirillo si è poi detto favorevole al fatto che «una norma contro l'omofobia entri nella legge Mancino in modo che le sanzioni previste per la discriminazione razziale, etnica e religiosa si applichino anche ad altre gravi forme di esclusione, compresa quella sessuale».
fonte http://www.lettera43.it/

Lgbt Arte: A Pisa Vasily Kandinsky al Palazzo Blu, tra fiabe russe e sinfonie di colore

Fino al 3 febbraio 2013 è possibile visitare un'approfondita mostra su Kandinsky nella città della Torre Pendente.

Dopo le retrospettive su Chagall, Mirò e Picasso, la prolifica attività del Palazzo Blu di Pisa si è concentrata su uno dei mostri sacri dell'arte astratta, Vasily Kandinsky, al quale si devono importanti riflessioni sulla simbologia di forme e colori e sul legame tra produzione artistica e interiorità.

L'astrattismo, come le altre avanguardie, deve la sua esistenza all'incedere della modernità.
Nuovi mezzi come la fotografia e il cinema, già alla fine dell'800, si rivelano più adatti a riprodurre il mondo reale.

Inoltre, il clima di fervore culturale di inizio '900 e la successiva incertezza politica che trascina l'Europa nelle due guerre mondiali, contribuiscono a sperimentare, in pittura, nuove forme d'espressione che si allontanano sempre più dalla “ricerca del vero”.

La figura umana e gli oggetti quotidiani vengono progressivamente sfaccettati e geometrizzati, resi irriconoscibili, fino a sparire del tutto per essere soppiantati da un'arte che non può più essere definita “figurativa”.

L'arte astratta, infatti, lasciando parlare l'Io interiore tramite forme e colori, non raffigura più qualcosa di nitidamente riconoscibile e lascia spesso all'interpretazione del singolo e della sua sensibilità quanto rappresentato.

La sua nascita ufficiale risale al 1912 con la costituzione del gruppo Blaue Reiter, a Monaco, di cui Kandinsky è co-fondatore. Considerando che l'artista nasce a Mosca nel 1866, è chiaro che teorizza l'astrattismo da uomo già maturo e consapevole, una volta conclusa la sua formazione.

La mostra di Palazzo Blu a lui dedicata si articola in tre sezioni in costante dialogo tra loro, contraddistinte dai colori bianco, blu e rosso, utilizzati come sfondo alle opere e agli oggetti esposti.

La sezione bianca
analizza il passaggio di Kandinsky dall'arte figurativa all'arte astratta.
Sono quindi esposte alcune opere dell'artista (xilografie, “bagatelle” su vetro e dipinti ad olio) ancora legate alla rappresentazione della figura umana e del paesaggio.
A queste seguono diverse sue opere astratte, “sinfonie di colore” dove, a tratti, fanno capolino alcuni elementi ricorrenti e in parte riconoscibili come cavalli, montagne irte e vele. Conclude il tutto una piccola parte dedicata alla sua esperienza di insegnante presso il Bauhaus, tra 1922 e 1933.

Nella sezione blu
sono esposte le opere di alcuni artisti legati a Kandinsky, alle sue esperienze in ambito tedesco e al suo background russo.
Compaiono quadri di artisti come Jawlensky, Roerich, Larionov, Muller e Goncharova e, per quanto riguarda gli artisti russi, particolare attenzione è data agli illustratori di fiabe di fine '800, come Bilibin e Burliuk, fondamentali nel donare un volto alla cultura popolare del tempo.

Strettamente collegata alla cultura popolare russa e agli interessi etnografici di Kandinsky è la sezione rossa, la quale funge, in realtà, da introduzione.
Vi sono infatti esposti una serie di oggetti (filatoi, scatole dipinte, giocattoli di legno e asciugamani ricamati) provenienti dalla raccolta etnografica del Museo Statale Russo di S.Pietroburgo, esempi tangibili dell'arredamento delle izbe contadine.

Questa retrospettiva su Kandinsky si presenta dunque come una panoramica a 360° sull'artista. Al momento è a metà della sua permanenza a Palazzo Blu ed è possibile visitarla fino al 3 febbraio 2013.
fonte http://news.supermoney.eu Chiara Zucchellini

Comune di Firenze: Via ai lavori della Consulta per il Contrasto dell'Omotransfobia e per i Diritti delle Persone LGBTI, ieri prima riunione con la presidente Susanna Agostini

La presidente Agostini " Firenze ha un nuovo strumento istituzionale di interlocuzione e proposta politica contro le diseguaglianze"

La Consulta per il contrasto all'omotransfobia e per i diritti delle persone LGBTI ha iniziati ieri i suoi lavori.

Un primo appuntamento in cui è stato fatto il punto delle azioni positive da mettere in campo verso la comunità e verso tutte le Istituzioni.


Lo spiega la neo eletta presidente Susanna Agostini (vicepresidente è stato eletto Alberto Locchi)che sottolinea che “l'impegno forte delle associazioni presenti è quello di prevenire nuovi atti discriminatori ed aggressivi verso persone di pari dignità.

La Consulta – spiega la presidente- amplificherà le politiche di informazione culturale locale e non solo, a sostegno di un cambiamento sostanziale sul tema dei diritti umani e civili di tutte le persone. L'intenzione della consulta , nella quale sono presenti otto associazioni, è voler rappresentare il bacino di cittadinanza coinvolta nella questione di lesione di libertà personali e diseguaglianze che il tema omotransfobico pone, ma anche allargare la rappresentanza, incoraggiando altre associazioni ad affacciarsi alla visibilità istituzionale”.

I primi incontri organizzati che effettuerà la Consulta saranno con gli assessori competenti nei settori della formazione, della salute e dei servizi sociali e cultura. “Consapevoli – aggiunge Agostini- che la storia che Firenze vanta in tema di civiltà e rispetto, viene da lontano, ma anche che questo non ci ha reso indenni a gravi fatti di intolleranza e aggressione che hanno macchiato le cronache cittadine anche di recente.

E' necessario fare il punto sulla conoscenza della questione e la capacità di tolleranza culturale; è necessario intensificare gli interventi di formazione e crescita di una coscienza collettiva dei diritti della persona.

Sul campo internazionale,inoltre, la consulta intende intervenire contro la dichiarata volontà di approvazione di leggi antiomosessualità, che si stanno profilando in paesi come l'Uganda, l'Ucraina, e a San Pietroburgo, luoghi noti per la loro bellezza e per la loro storia, e che non devono diventare simboli mondiali di intolleranza razzista e discriminatoria”.

Per questi ed altri progetti il lavoro della Consulta chiederà la condivisione della Fondazione per i diritti umani RfJ Kennedy e della commissioni Pari opportunità del Comune, della Provincia e della Regione Toscana.
Con quest'ultima in particolare la Consulta intende riprendere l'iter interrotto dell'applicazione della legge che prevede le aggravanti per il reato di omofobia.

Tutte le associazioni che avevano risposto all'avviso ed erano state ammesse a partecipare, sono state presenti e/o rappresentate rispettivamente: associazione Arcilesbica Firenze con Anna Maria Imbarrato; associazione avvocatura per i diritti LGBTI con Roberto Vergelli; Azione Gay e Lesbisca; Associazione Fiumi d'Acqua Viva con Claudio Cardone;aAssociazione Famiglie Arcobaleno con Luciano Tanganelli; associazione Agedo Toscana; Ireos onlus con Barbara Caponi e Vieri D'Anna; Rete genitori Rainbow con Fabrizio Paoletti e Francesca Martini.

IL mese prossimo ci sarà un primo incontro con la Fondazione RFJ Kennedy.
Si parlerà degli omosessuali ugandesi che subiscono violenze e soprusi di ogni tipo e del lavoro dell'attivista gay Frank Mugisha, che ha ottenuto il premio della Fondazione Robert Kennedy.
fonte http://press.comune.fi.it(lb)

Lgbt Roma: 3° Cineforun d'autore "FESTA PER IL COMPLEANNO DEL CARO AMICO HAROLD" Domenica 16 Dicembre ore 17.30 Sede DGP

Domenica 16 dicembre alle ore 17.30 nella sede di DGP (Via Costantino 82), torna l’appuntamento domenicale con il Cineforum LGBT.

Per questa terza proiezione vedremo il film di William Friedkin
“Festa per il compleanno del caro amico Harold”,
vera pietra miliare del cinema LGBT, prima pellicola hollywoodiana a trattare apertamente il tema dell’omosessualità.

“Trasposizione fedele, impeccabile, tesa e claustrofobica dell’omonima commedia di Mart Crowley, che trionfò a Broadway per il suo argomento scottante, affrontata da Friedkin con franchezza e amara ironia” Paolo Mereghetti

Regia: William Friedkin
Attori: Kenneth Nelson, Leonard Frey, Frederick Combs, Laurence Luckinbill, Cliff Gorman
Durata: 119’
Genere: drammatico
Anno di produzione: 1970
Nazione: USA
Lingua: italiano

Trama:
Il giovane gay Michael organizza una festa per il compleanno di Harold, alla quale è invitato un piccolo gruppo di amici - tutti omosessuali - appartenenti alla borghesia intellettuale newyorkese.
Non sapendo del party in corso a casa di Michael si presenta Alan, suo ex compagno di università, unico eterosessuale (è sposato con due figli) tra i presenti. L’arrivo di Alan tramuterà la festa in una sorta di analisi collettiva dove veleni e rancori sfoceranno in un vero e proprio gioco al massacro.
Tratto dall’omonima commedia di Mart Crowley, messa in scena a Broadway con lo stesso cast, il film fece epoca - destando non poche polemiche - per il sarcasmo e la disincantata amarezza con cui dipinge il mondo gay della Grande Mela.

Riconoscimenti:
Producers Guild of America Laurel Awards: Leonard Frey e Cliff Gorman (stars of tomorrow)
fonte http://www.digayproject.org/

giovedì 13 dicembre 2012

Lgbt Napoli: "Adolescenti e omosessualità" all'Università degli Studi Federico II, oggi alle ore 15.30 e domani venerdi 14 la proiezione del film “Beautiful Thing”

Doppio appuntamento questa settimana con il ciclo Sessualità, genere e identità organizzato dal sito bullismoomofobico.it presso Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Giovedì 13 dicembre il Dott. Roberto Baiocco, ricercatore in Psicologia presso l’Università di Roma La Sapienza, terrà un seminario dal titolo
“L’amicizia in giovani gay e lesbiche come fattore di protezione all’esposizione omofobica” (dalle ore 15.30).

Venerdì 14, invece, in collaborazione con Arcigay Napoli e il gruppo Genere, Sesso e Cultura dell’Ordine degli psicologi della Campania, si terrà la proiezione del film “Beautiful Thing” a cui seguirà un dibattito sul tema dell’adolescenza omosessuale (dalle ore 15.00).

Gli incontri si terranno presso la Sala Iacono dell ‘Università degli Studi di Napoli Federico II in via Porta di Massa 1.
La partecipazione è aperta e gratuita previa iscrizione alla mail redazione@bullismoomofobico.it
fonte http://www.napoligaypress.it

Lgbt: Vladi Luxuria a La7 con Fede e Tinto con la trasmissione “Fuori di Gusto“ da sabato 15 dicembre

Chiusa l’esperienza con l’Isola dei Famosi «in Rai non ho sentito più nessuno», Luxuria approda su La7 per la trasmissione “Fuori di Gusto“, con Fede e Tinto sulle strade del gusto italiano.
E cambia nome: chiamatemi solo “Vladi”.

Vladimir Luxuria non c’è più. Nessuna fine tragica, preferiamo immaginarla su un’isola caraibica stesa a sorseggiare drink e prendere il sole.

Se Federica Sciarelli volesse mettersi sulle sue tracce le ricordiamo che l’ultimo avvistamento risale allo scorso anno, a Cayo Cochinos, in qualità di inviata dell’Isola dei Famosi.
A colmare il vuoto lasciato da Valdimir oggi c’è semplicemente Vladi.
E’ così che lei, prima transgender entrata nel Parlamento Italiano, vuol essere chiamata oggi.
Un cambio di nome che coincide con una nuova avventura televisiva su La7 come conduttrice del programma Fuori di Gusto assieme alla coppia radiofonica Fede e Tinto, in onda ogni sabato dal 15 dicembre.

Partiamo dal nuovo nome. Come mai solamente Vladi?
E’ un nome più carino, Vladimir ormai mi stava un po’ stretto, troppo maschile a questo punto della mia vita.
Per non parlare poi del “cognome” Luxuria.
Diciamo che se Vladimir oggi cozza un po’ con il genere sessuale, Luxuria va un po’ contro l’anagrafe.
Andava bene anni fa, con le piume, i travestimenti, gli eccessi.
Oggi sono più sobria ed era il caso di cambiare.

Come è nato il tuo approdo a La7 in Fuori di Gusto?
Sono molto contenta di lavorare a La7, è una delle reti che amo di più dove ci sono ottimi programmi di qualità e di informazione giornalistica, per non parlare del Tg di Mentana che seguo sempre.
C’è poi Santoro, che credo sia una grande risorsa, così come Crozza.
L’idea di partecipare a Fuori di Gusto è nata dal Cous Cous Festival in Sicilia, dove ho incontrato Fede e Tinto, i conduttori di Decanter, su Radio2.
Fra noi è nata una bella alchimia, ho detto che mi sarebbe piaciuto lavorare assieme…e poi è arrivata la chiamata per il programma.

Che tipo di programma sarà?
Si tratta di un viaggio, un programma on the road in giro per tante località italiane a scoprire le bellezze paesaggistiche, culturali, artistiche e culinarie. Andrà in onda ogni sabato alle 12:30.
Un programma che mi piace da morire, perché nei viaggi incontro gente comune che mi spiega come si vive nelle varie parti d’Italia.
Ho intervistato la classica “Azdora” di Modena che mi ha insegnato come fare i tortellini così come il “cozzaruolo” di Taranto che mi ha spiegato come distinguere la cozza maschio da quella femmina…

Ti è dispiaciuto che la Rai non abbia riconfermato l’Isola dei Famosi?
Mi sono recentemente sentita con Nicola Savino per fargli l’in bocca al lupo per Un Minuto per Vincere mentre in azienda, dopo l’Isola, non ho più sentito nessuno.
Ma questo non mi sorprende, in questo mondo è così.
Si lavora per un certo periodo e poi arrivano altre opportunità.
Oggi è così e io ormai non do’ più nulla per scontato.
Non è sempre detto che se uno fa una trasmissione di successo venga riconfermato.
E comunque i rapporti con la Rai li ho conservati grazie a La Vita in Diretta, dove sono spesso ospite di Mara Venier.

Che rapporto hai con Mara?
Un rapporto bellissimo, nato tanti anni fa. Ci siamo conosciute quando facevo le serate al Muccassassina (discoteca romana, ndr).
Partecipare ad un programma così seguito e ben fatto è un onore, e poi con Mara c’è una grande sintonia, ha sense of humor e grande umanità.
Con lei mi diverto e mi emoziono.
Quando in studio ci sono delle storie forti e toccanti rimango molto colpita, in qualche caso è scesa anche qualche lacrima.
Ma come del resto per Mara, non c’è alcuna finzione, è tutto naturale, che ci si commuova o ci si diverta.
Fra l’altro gli psicologi dicono che ridere o piangere fa bene…in questo senso La Vita in Diretta è terapeutica.

In alcune puntate si trattano temi legati al sociale, come le adozioni. Tu sei a favore delle adozioni per la coppie gay o i single?
Assolutamente a favore.
Perché qui si tratta di dare una speranza a un bambino di una bidonville del Sudamerica o di un villaggio sperduto dell’Africa.
Di salvare bambini sfruttati, violentati, che dall’altra parte del mondo muoiono per fame, o per una semplice febbre o dissenteria.
A livello personale ho desiderato molto adottare uno di quei bambini quando sono stata in missione con l’Unicef in Mozambico.
I 100 mila euro della vincita dell’Isola li ho devoluti proprio all’Unicef, e in occasione di quel viaggio rimasi colpita, se non sconvolta, da questi bambini che si aggrappavano alle mie gambe, con la speranza che io li portassi via con me.

Intanto ti consoli con tua nipote Giulia, figlia di tua sorella Barbara, che ha appena un mese di vita. E’ vero che la vizi?
Una bambina fortunatissima, praticamente già ha un guardaroba che neanche Madonna! E poi a me diverte moltissimo comprare cose per lei, scarpine ed abiti in miniatura.
Ma è una bimba fortunata soprattutto perché ha una famiglia meravigliosa, che la educherà al rispetto dell’altro.
Per lei sarò una zia molto presente.

E invece l’amore come va?
Ultimamente ho scoperto che si può essere single, felici e tranquille.
Ho tante amiche che soffrono e sono disperate per amore…per ora quindi sto meglio così.

Magari troverai l’amore in uno dei tuoi viaggi televisivi…
Non credo, nel programma vado alla scoperta delle bellezze artistiche e architettoniche, mica a caccia di marito!
L’intervista è di Domenico Marocchi per davidemaggio.it
fonte http://www.vladimirluxuria.it/

Lgbt FtM: "Sono finalmente un uomo felice"

Quasi ventidue anni fa nasceva Justine, la terza bambina dei miei più cari amici francesi.

A tre anni circa Justine dichiarò a sua madre che non voleva mai più indossare un vestito. Thèrèse ha sempre rispettato le sue figlie, ha pensato un po stupita che le sarebbe passato prima o poi. Ma non le è passato.
Justine non ha mai più messo un vestito.


Io ero già consapevole di essere lesbica da un bel po e guardavo la ragazza crescere. Ho sempre pensato che anche lei fosse lesbica ed ero felice per lei: pensavo che quando sarebbe stata più grande ne avrebbe parlato liberamente ai suoi genitori perché c'eravamo noi che frequentavamo la loro casa e non sarebbe stato un trauma per loro come quando invece devi fare i conti con qualcosa che non era previsto. Insomma ero felice perché pensavo che per lei sarebbe stato più facile.

Quando ebbe 12 anni circa, sua madre mi raccontò un po preoccupata che Justine ascoltava in continuazione una canzone della cantautrice Juliette Noureddine, una canzone intitolata "garçon manqué", letteralmente "ragazzo mancato" che narra le avventure di una ragazzina che sogna di superare delle prove terribili del tipo come arrampicarsi su vulcani e attraversare fiumi di lava bollenti per ottenere il premio tanto agognato: diventare un vero maschietto. Ma la bambina della canzone fallisce la prova finale e alla fine, come sempre per natale, riceverà le solite odiate bambole piuttosto che i vestiti di Zorro!

Ho cercato di rassicurare la mia amica e le ho raccontato che nell'immaginario di tante lesbiche adolescenti c'è la voglia di essere un po maschio, magari "per potere meglio conquistare le ragazze appunto, sarebbe tanto più semplice in fondo!" Justine intanto cresce e mentre tutte le altre adolescenti smaniano per stare fuori e uscire con le amiche, lei sta in casa davanti al computer in compagnia di altri ragazzi.

Due anni fa circa, Thérèse mi chiama molto turbata e mi racconta che sua figlia le ha parlato e le ha confidato che non ama il suo corpo, che questo corpo non le appartiene, che lei è un ragazzo da sempre e il suo sogno e fare sparire quei seni che la torturano.

Ogni madre sarebbe stata scossa e anche io lo sono stata. Non sapevo cosa dirle, se non di starle accanto e ho aggiunto, credendoci, che quando si sarebbe innamorata di una ragazza che avrebbe amato il suo corpo, le sarebbe passato e avrebbe iniziato a essere più serena. Ma in fondo non ero più tanto convinta, io non ho mai voluto sbarazzarmi dei miei seni e le mie amiche lesbiche sono felici nel loro corpo e c'era qualcosa che turbava anche me.

E poi Justine s'innamora di una ragazza e ne è ricambiata. Per un tempo è stata serena ed era bello vederla infine luminosa. Ma era l'amore ricambiato, non era perché si accettava come lesbica. Justine non era lesbica. Non lo è mai stata.

E' sempre stato un ragazzo.

Oggi, finalmente, si dichiara un uomo felice, "l'uomo più felice della terra" ha scritto qualche giorno fa sul suo profilo Facebook. Oggi, a quasi 22 anni, è nato Raphael, primo figlio maschio dei miei amici francesi. Dopo due anni di terapie, e 22 di calvario, ha il corpo che voleva avere da quando è stato capace, lui prima di tutti, di capire che quello in cui era nato non le apparteneva.

Sono felice per lui. Ho spiegato a Lisa Marie che a Natale avremmo incontrato Raphael, come ogni anno, che la sua apparenza sarà cambiata ma che è sempre lui, che è sempre quel ragazzo un po' timido e segreto che l'ha sempre amata e ha sempre giocato con lei. Lisa è turbata, è un po normale. Anche io e non vedo l'ora di vederlo per abituare il mio sguardo alla sua nuova forma e incontrare finalmente, lui, un uomo felice.

Felice e anche fortunato di avere avuto i suoi genitori sempre accanto.
di Giuseppina La Delfa Presidente Associazione Famiglie Arcobaleno
fonte http://www.huffingtonpost.it/

Lgbt Cinema: L'attore Jared Leto trasformato per interpretare il ruolo di una trans nel film drammatico "Dallas Buyers Club" insieme a Matthew McConaughey

L'artista frontman dei 30 Seconds To Mars è attualmente impegnato sul set del film "Dallas Buyers Club" in cui interpreta il ruolo di una trans di nome Rayon.

Le foto che ha pubblicato sul suo profilo Instagram celebrano la sua trasformazione fisica scioccante che sta facendo il giro del mondo.
L’attore e frontman del 30 Seconds to Mars è attualmente impegnato sul set di “Dallas Buyers Club” in cui interpreta il ruolo di un trans di nome Rayon.

Le foto che ha pubblicato sul suo profilo Instagram hanno fatto il giro del mondo in pochissimo tempo: truccato, glabro totalmente senza sopracciglia e visibilmente dimagrito.

La sua trasformazione va ad aggiungersi a quella scioccante del suo collega Matthew McConaughey, che per lo stesso film ha perso più di 15 kg.

Il regista Jean-Marc Vallée ha reclutato Leto come co-protagonista nel lungometraggio che si ispira alla storia reale di Ron Woodroof, tossicodipendente ed eterosessuale omofobico a cui viene diagnosticato l’AIDS e 30 giorni di vita.



Jared Leto nel cast con Matthew McConaughey – Ron, interpretato dall’attore vincitore di incassi con Magic Mike, inizia a curarsi con l’AZT, l’unica medicina legale negli USA che però aggrava le sue condizioni di salute.

Per sopravvivere inizia a contrabbandare medicamenti anti-virali da tutto il mondo non legali in America e tanti pazienti affetti da HIV si mettono in contatto con lui per provare la sua cura alternativa.
Con l’aiuto della sua dottoressa interpretata da Jennifer Garner e di Jared Leto nel ruolo di Rayon, riesce a creare, inconsapevolmente, il Dallas Buyers Club, in cui i soci pagano una quota per ricevere trattamenti medici diversi dall’AZT.
Il protagonista riesce a sopravvivere ben 6 anni in cui però lotta contro le case farmaceutiche americane che dichiarano guerra all’associazione creata da McConaughey e i suoi amici.
fonte http://cinema.fanpage.it

Radio: A "Oltre le Differenze" la paura di invecchiare delle persone LGBT domani venerdì 14 dicembre alle 21

Su Antenna Radio Esse, si parla di omosessuali anziani e omogenitorialità
Venerdì 14 dicembre va in onda il format radiofonico dedicato al mondo LGBTQ condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini

Le persone gay, lesbiche, bisessuali o trans hanno paura di invecchiare più degli eterosessuali? In assenza di tutele e diritti cresce l'incertezza del futuro? A queste domande cercherà di rispondere la puntata di “Oltre le Differenze” - il format radiofonico interamente dedicato al mondo LGBT – su omo e transessualità nella terza età che andrà in onda venerdì 14 dicembre alle 21, sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 e 99.10) o anche in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it.

Con l'aiuto del sociologo Raffaele Lelleri, curatore del sondaggio
“Omosessualità e anzianità in Italia”, realizzato per conto di Spi-Cgil e Equality Italia a cui hanno partecipato oltre 2.000 persone LGBT, cercheremo di capire come le persone gay, lesbiche, bisex e trans immaginano la loro vecchiaia, di quali sicurezze avrebbero bisogno e che tipo di approccio hanno al futuro.
Ci si interrogherà anche sull'invisbilità degli anziani gay e sulla loro vita sociale.


Spazio poi alla rubrica “Famiglie come voi” a cura di Irene Ciulli, referente per la Toscana dell'associazione Famiglie Arcobaleno, dedicata al tema delle famiglie omogenitoriali. Ci chiederemo se la genitorialità si può agire anche oltre il ruolo di genere e se i figli crescono sereni anche nelle famiglie composte da due genitori dello stesso sesso.

Nell’ultima parte, immancabile il consueto scaffale con suggerimenti su libri, film e appuntamenti a tema lgbtqi.
Per chi ascolta “Oltre le differenze” c'è la possibilità di interagire con la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com
oppure visitando la pagina fan su facebook e il blog: oltreledifferenze.wordpress.com in cui si trovano archiviati i video di tutte le puntate già andate in onda.
fonte Redazione OLTRE LE DIFFERENZE

Lgbt Fashion Style: A Verona da OPTICUS presentazione collezione occhiali "Robert Marc 2013" Domani 14 dicembre dalle 17.30 alle 20.30 un'aperitivo

OPTICUS presenta in anteprima la collezione Robert Marc 2013 di New York.

E sempre in anteprima gli esclusivi marchi:
Vera Wang, EM Eyewear, Original Penguin.
(clicca sull'invito a sinistra)

Vi aspettiamo venerdi 14 dicembre
dalle 17.30 alle 20.30
per due chiacchiere e un'aperitivo!!
In Via Roma 5, nel centro storico di Verona,
a due passi dall'Arena.

OPTICUS è un'azienda "Friendly"
LGBT people are Welcome!

E siamo lieti di invitare all'evento
lettrici e lettori del blog
NEWS DAL MONDO LGBT...
della zona di Verona e non solo...


Opticus, da oltre 40 anni nel cuore di Verona, si rivolge a chi è stanco delle solite marche e cerca un occhiale nuovo, insolito, ricercato nei dettagli e senza compromessi nella qualità.

Ed è sempre un passo avanti grazie alla ricerca di marchi innovativi nelle migliori fiere mondiali, ed effettua una attenta selezione di ogni modello: materiali, design e indossabilità vengono valutati scrupolosamente al fine di offrire un prodotto che dia piena soddisfazione.

Anche chi predilige un occhiale dalla linea classica può trovare un'ampia scelta senza doversi "accontentare".

Ma l'attenzione per l'estetica deve accompagnarsi alla cura del bene più prezioso dei nostri clienti: la vista. Opticus si distingue per la grande professionalità del personale e l'uso di strumenti optometrici d'avanguardia.

Di recente acquisizione il topografo per la rilevazione della mappa corneale, al fine di individuare con certezza il tipo di lente a contatto ottimale anche per chi ha problemi visivi più impegnativi.

Claudia Cristani continua la "tradizione" di Mario e Paola iniziata più di 40 anni fa, nell'attenzione al cliente, nella ricerca di occhiali sempre nuovi, nell'acquisto di attrezzature moderne e nei continui aggiornamenti, in una parola,nella professionalità.

Per info:
SITO: http://www.opticusverona.it/
PAGINA FB: https://www.facebook.com/pages/Opticus/177396028973391
fonte http://www.opticusverona.it/

mercoledì 12 dicembre 2012

Lgbt TV: Ospite dello show di Ellen DeGeneres, Robert Pattinson propone un epilogo gay di Twilight

Ospite dello show di Ellen DeGeneres, Robert Pattinson ha lanciato un'idea su quale possa essere il futuro del suo personaggio all'interno di Twilight:
«Pensavo che lo si potrebbe fare alla "Will & Grace" e far diventare Edward gay.
Ma mentre sta ancora insieme a Bella, cresce il bambino e tutto il resto...».

Se l'ipotesi di un flirt amoroso fra il vampiro Edward Cullen ed il licantropo Jacob Black sarebbe la concretizzazione del sogno di molti (ancor più dopo aver assistito al bacio fra i due attori durante gli MTV Movie Awards del 2011), la sua era solo una battuta per prende un po' in giro quanti già scrivo del nuovo film della saga nonostante non esistano ulteriori libri o progetti concreti.

«È meraviglioso -ha dichiarato Pattinson- stanno già parlano di un nuovo film ancor prima che sia stato pensato».
fonte http://gayburg.blogspot.it/

Lgbt: “WHAT ABOUT ALICE ?” Il Critico Cinematografico Vincenzo Patanè presenta il videoart del Regista Daniele Sartori installato il 24.11 negli spazi della 3D Gallery di Venezia

“L’Alice del titolo è ovviamente quella dei due celeberrimi romanzi di Lewis Carroll: Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie (1865) e Attraverso lo specchio (1872).

Qui però Alice viene rivisitata e ricontestualizzata in termini del tutto nuovi. Infatti è una persona adulta (interpretata da una spiritosa Adolfina De Stefani) e le “meraviglie” in cui si imbatte sono ben diverse, più inquietanti, dal sapore gotico.

Non esistendo un plot di base, il contenuto evidentemente non si presta a una lettura univoca ma al contrario invita ciascuno a una propria interpretazione personale.

Dopo una breve cornice iniziale, ambientata in un contesto onirico – che riporta attraverso segnali forti, come la Regina o il Cappellaio, alle due Alici di Carroll – si dipanano quattro capitoli, impregnati da un gusto queer fortemente allusivo e trasgressivo:

Se un sottile fil rouge collega i quattro capitoli, ognuno presenta però caratteristiche stilistiche differenti, espresse anche attraverso effetti speciali, come se ciascuno fosse un’esperienza a sé.

Nel primo capitolo vediamo Alice rotolare giù in un prato, in una caduta lunghissima, iterata più volte, da più punti di vista e splendidamente ripresa; una caduta che ricorda quella lenta e ponderata dell’Alice di Carroll che per rincorrere il Bianconiglio precipita in un tunnel che sembra non avere mai fine.

Il secondo, sicuramente il più criptico, ci mostra due nudi maschili incappucciati distesi su un prato, deformati da effetti anamorfici, con un taglio che ricorda la pittura di Rubens. Nel terzo la nostra Alice odora dei bianchi fiori di datura, una pianta allucinogena, e per questo si perde in un mondo psichedelico, dai colori saturi e vividissimi.
Nell’ultimo Alice fugge via, in una corsa che però sembra talora tornare sui suoi passi, contraddicendo quasi se stessa.

What about Alice? rientra in una concezione di un cinema estremamente personale, fortemente legato a una visualità che schiaccia ed esclude ogni logica e ogni velleità narrativa.
È dunque un’opera girata con entusiasmo e fantasia, sintomo di un cinema vitale e quasi debordante, che ha il pregio di non avere bisogno di grandi mezzi e che per questo è quanto mai libero.

È un videoart che non chiede allo spettatore di pensare ma solo di lasciarsi andare nel gorgo straripante delle immagini, collegate da un montaggio spezzettato e da una musica d’ambiente straniante, che ricorda un po’ Brian Eno.
Non rimane dunque che farsi trascinare dal ritmo adrenalinico e dalla sua visionarietà ricercata, dai marcati contrasti cromatici, in cui spicca il colore rosso (foulard, cappello, scarpe, calze, rossetto, anello, il pomodoro schiacciato più volte), inteso evidentemente in un’accezione di piena sensualità e di vitalismo.

Il videoart stimola inoltre con ironia lo spettatore anche su un altro versante. La frase iniziale – A. is dead – se inizialmente fa nascere il sospetto che si parli di Alice, in realtà rimanda ad un’altra frase ben più famosa e densa: Art is dead, ossia “l’arte è morta”.

Una morte preconizzata, tra gli altri, già da Hegel nel 1830, il quale così volle intendere la scomparsa di un’arte intesa fino ad allora come il canale privilegiato, se non l’unico, per esprimere dei contenuti essenziali per la società.
In realtà, però, l’arte è ben lungi dall’essere morta, anzi; ora, mutata, propone una diversa comunicazione che spesso sfrutta una voluta contaminatio fra più espressioni artistiche, che così si arricchiscono a vicenda, e fra codici diversi, che si fanno dunque portavoce di nuovi significati.

È il caso di What about Alice?, un’opera che in fin dei conti esalta quello che è pur sempre lo scopo primario della poesia e dell’arte tout court: stimolare la mente umana attraverso immagini.
Proprio ciò che avviene qui, con l’esaltazione di un universo ludico ed erotico, segnato da momenti spiazzanti e dal significato ambiguo che intrigano lo spettatore.”
Vincenzo Patanè
FONTE http://lostinvauxhallofficialsite.wordpress.com

A QUESTO LINK IL TRAILER:
http://sarasist.org/video-2/

Arcigay scrive al movimento lgbt francese, che manifesterà a Parigi il 16 dicembre

Cari amici di “MAG jeunes LGBT”,il 16 dicembre prossimo sarete in piazza a Parigi, insieme a decine di associazioni francesi ed europee, per dire basta alla crociata omofoba che si sta abbattendo contro il matrimonio “pour tous” e cioè “per tutti”, senza distinzione di genere.

Manifesterete per difendere il valore dell’uguaglianza tra tutte le persone indipendentemente dall’orientamento sessuale. La stessa uguaglianza che è principio e valore della pacifica convivenza e che non può essere messa in discussione da precetti religiosi e morali.

Proprio per questo Arcigay si unisce alla vostra manifestazione sia per condannare l’omofobia che è un insulto alla democrazia e alla civiltà, sia per ribadire il nostro sì incondizionato al valore del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso quale unica strada per garantire a tutti i cittadini vera e totale parità.

Come sapete in Italia non esiste nessuna legge che garantisca agli affetti di gay e lesbiche una qualsiasi regolamentazione giuridica, né esiste nessuna legge che ci tuteli dall’odio omo-transfobico. Saremo idealmente in piazza con voi a Parigi anche per questo: è una vergogna che in Italia, uno dei paesi che è stato promotore dell’Unione Europea, la discriminazione sia ancora di casa.

La vostra lotta è la nostra lotta, insieme riusciremo a portare nei nostri paesi la piena uguaglianza per le persone gay, lesbiche e trans.

fonte http://www.arcigay.it

Lgbt Germania: Il papà che si mette la gonna per amore del figlio, il caso di Nils Pickert sta facendo rumore ovunque

C’è chi ne parla come di un papà coraggioso perché si è messo una gonna, ma è solo un padre che ama e protegge suo figlio.

IL PROBLEMA
“Mio figlio preferisce indossare abiti da donna, così ho iniziato a mettere la gonna anch’io, per solidarietà”, così ha dichiarato queste babbo tedesco alla rivista Emma.

Il piccolo ha ovviamente incontrato qualche difficoltà nel seguire i suoi gusti e le parole del padre, che dice di averlo educato all’insegna dell’uguaglianza di genere, non bastavano più a proteggerlo dalle delusioni e dal bullismo dei compagni, nella cittadina dove si sono trasferiti da Berlino.

A COSA SERVE UN PADRE

Così, cuore di babbo, ha deciso di proteggere il figlio nell’unico modo che gli è venuto in mente e ha indossato anche lui una gonna e con quella e il figlio ha passeggiato per le vie della cittadina, che descrive come animata da una popolazione conservatrice e molto religiosa.

MISSIONE COMPIUTA

Non avrà avuto un grande effetto sugli altri, ma un effetto sicuro l’ha avuto sul figlio, che ora non soffre più le prese in giro dei compagni (maschi), alle quali risponde che “ È solo che voi non avete il coraggio di mettere gonne e vestiti, perché nemmeno i vostri papà ne hanno il coraggio”.
fonte http://www.giornalettismo.com/

Lgbt Libri: "Guardaroba perfetto. Regole e consigli per rinnovare il look a costo zero" La Style Coach Carla Gozzi alla libreria IBS di Firenze oggi mercoledì ore 18

Oggi mercoledì alle 18 la style coach volto di Real Time presenterà il suo nuovo libro "Guardaroba perfetto. Regole e consigli per rinnovare il look a costo zero"

Avete un capo nel guardaroba e vi chiedete che cosa potreste farci? Volete dare una svolta al vostro look ma non sapete da dove partire? Mercoledì 12 dicembre è il giorno adatto a voi, che vi darà tutte le risposte.

Infatti proprio mercoledì alle 18.00 presso la Libreria IBS di Firenze, in via de' Cerretani 16r, ci sarà Carla Gozzi, style coach e volto di Real Time, ad ascoltare tutte le vostre domande e perplessità. E a presentare il suo nuovo libro, una vera e propria guida per non avere più perplessità davanti all'armadio.

Non vi resta che portare i vostri capi e aspettare le sue indicazioni per trasformare il guardaroba. A costo zero. Saranno tantissime le idee proposte nel nuovo libro dalla style coach più famosa del panorama televisivo.

"Guardaroba perfetto. Regole e consigli per rinnovare il look a costo zero": l'idea di questo libro per reinterpretare il proprio guardaroba prende spunto proprio dal desiderio di essere vicino alle donne nei momenti clou davanti all'armadio, quando dubbi e tentennamenti sembrano sempre avere la meglio.

Il sogno di tutte è aprire l'armadio e avere una specie di magica intuizione, capire al volo quale sia il capo più adatto alla situazione, che si tratti della riunione di lavoro, di una cenetta a due, di un aperitivo con gli amici o di un week end fuori porta.

La style coach vi spiegherà come riorganizzare e rinnovare l'armadio, e quindi anche il vostro aspetto, senza aprire il portafoglio. Il suo metodo consiste in tre semplici mosse: separare i capi d'abbigliamento, suddividerli a seconda delle situazioni d'uso, creare gli outfit.

Il risultato sarà un guardaroba perfetto e soprattutto la sensazione di non essere mai impreparate, ma prontissime a ogni tipo di occasione. La style coach rivela che il segreto per rinnovare il proprio look a costo zero è semplice: basta utilizzare tutto il guardaroba, e non un 20% come accade praticamente sempre.
fonte http://www.055firenze.it Michela Silla

martedì 11 dicembre 2012

Lgbt: "YourHolidayMom" i video-messaggi di 40 mamme per le festività di Natale, a tutti i giovani gay alle lesbiche e ragazzi e ragazze transgender

Quaranta messaggi di altrettante mamme (e qualche papà) rivolti ai giovani gay, alle lesbiche e ragazzi e ragazze transgender, in occasione delle festività di Natale.

Un incoraggiamento a chi non è accettato dai propri genitori e dagli amici.
A pubblicarli, sotto forma di video, audio e lettere, è il sito YourHolidayMom, nato per essere vicino a ragazzi e ragazze Glbt o che, comunque, hanno iniziato a farsi delle domande sulla loro sessualità.

"Sapevo che c'era bisogno di qualcosa del genere, soprattutto durante le festività - ha detto Robin Rice, fondatrice del sito, all'Huffington Post - per quei giovani che non hanno il sostegno della famiglia".

Una situazione, quella degli adolescenti in difficoltà, che Robin conosce bene. "Trenta anni fa - ricorda - il mio fratellino si è ucciso. Aveva paura di essere gay. Oggi sento ancora un vuoto nel mio cuore e, per questo, voglio fare il più possibile per sostenere questi ragazzi".

Da qui l'idea di raccogliere 40 voci di mamme: "Ho chiesto a tutte di aprire i loro cuori. Le loro storie, sono storie spesso ignorate. Ora sono alla portata di tutti".

Sotto uno dei video registrato per il sito (ogni giorno ne sarà pubblicato uno diverso, fino al primo gennaio 2013).
"Non sono una mamma importante, sono una mamma come tante. Una mamma che ti accetta. Potrei dire che non mi importano la tua sessualità o il tuo orientamento sessuale, ma non sarebbe vero. Sono parti di te e quindi sono importanti per me. Così come ci tengo che tu possa amare qualunque persona ma, cosa più importante, possa amare te stesso. Come mamma, ti accetto e mi preoccupo e mi interesso a te. Voglio che tu possa amare ed essere amato"
fonte http://www.huffingtonpost.it Di Marco Pasqua

Vittoria Ottolenghi si è spenta...Era passione pura per la danza

Si è spenta a 87 anni Vittoria Ottolenghi, critica, gran divulgatrice di una danza per tutti.
Era passione pura per Nureyev (con lei nella foto), la Terabust, i Momix...

Si è spenta questa mattina, a 87 anni, Vittoria Ottolenghi, la signora della danza, o meglio della critica di danza in Italia, nel silenzioso ritiro romano dove strenuamente resisteva all’estremo confine.

“So di dover morire - raccontava a chi la andava a trovare – ma non sono pronta”.
E come poteva esserlo, del resto, un concentrato di vitalità ed energia ed entusiasmo quale Vittoria è sempre stata? Sempre in movimento su e giù per l’Italia e per i teatri, inseguendo il nuovo, il bello, l’eccitante nell’arte del movimento per eccellenza, la danza.

Vi si era imbattuta quasi per caso, chiamata da Silvio D’Amico a lavorare per l’Enciclopedia dello spettacolo, un’opera monumentale che la assorbì per dieci anni e la convertì per sempre al mondo di Tersicore.
Procedendo , allo stesso modo, nel suo incedere nell’arte della critica per continui colpi di fulmine.
Dietro al suo aspetto, mantenuto identico nel tempo, da zia bonaria – un filo di perle al collo, i capelli lisci composti da un eterno cerchietto, c’era un vulcano in ebollizione, pronto ad accendersi con un lampo d’azzurro pungente, a tratti malizioso, negli occhi quando gli accadeva di scorgere qualcosa di interessante sul palcoscenico.

Allora era amore, anzi passione pura. Come per Rudolf Nureyev, il tartaro divino che splendeva a teatro e si ricacciava nelle tenebre nel privato, di cui è stata grandissima amica e confidente. O per la nostra Elisabetta Terabust. O ancora per le abbaglianti magie e i giochi ottici di un prestigiatore di danze come Moses Pendleton e i suoi Momix.

Sostenitrice convinta di un’arte democratica, ovvero di una danza che fosse accessibile a tutti, è stata un’eccellente divulgatrice, improntando la sua identità in quelle Maratone televisive – memorabili spazi di intrattenimento intelligente e colto - dove ha fatto conoscere tutti i grandi protagonisti della danza a generazioni intere.

Ma anche portando la danza nelle piazze più belle d’Italia con eventi pensati appositamente e ripresi da Raiuno con la collaborazione di Vittoria Cappelli , in un percorso parallelo che già Béjart aveva intuito e messo a punto: far uscire i danzatori dal chiuso dei teatri e portarli fra la gente.

Tante e fitte le sue collaborazioni sulla carta stampata, da quelle degli esordi per Paese Sera al Mattino, al Resto del Carlino all’Espresso, dove ha scritto fino all’ultimo.
Mantenendo quel suo sguardo curioso, attirato dal nuovo, incurante delle categorie, cosa che le ha permesso – tra l’altro – di intuire senza pregiudizi per una formatasi alla corte del classico, la forza trainante dell’hip hop.

Numerose le sue presenze a sostegno e anima delle cose di danza (le maratone a Spoleto, le rassegne, le conferenze-spettacolo, i saggi, le lezioni, i libri…). Incedeva con passo sicuro, come quando da ragazza era sfuggita per un pelo alle retate degli ebrei a Roma perché era apparsa tanto “ariana”, così bionda, altera e con gli occhi azzurrissimi.

Solo una cosa la faceva retrocedere: gli spazi chiusi e angusti. Soffriva di claustrofobia, una paura assoluta e un po’ bizzarra come quella degli elefanti per i topolini. Anche questo, però, faceva parte della sua natura aperta, sconfinata, fatta per i grandi respiri e gli orizzonti larghi.

Ciao Vittoria, siamo sicuri che la terra non ti sarà di alcun impaccio dato che sei vissuta di levità e di grazia.

Noi di NEWS DAL MOND..Le rendiamo omaggio con un suo ritratto in tre parti andato in onda su RAI STORIA dal titolo "Perchè amo la danza"

fonte www.unita.it/culture Di Rossella Battisti

Lgbt Napoli: «I'm gay, any problems?» flash mob contro l'omofobia

«Rispondere all’odio con un gesto d’amore»: questo lo slogan dell’iniziativa

Galleria Umberto, Martina stringe la mano alla sua fidanzata, sono insieme da tre anni.
Arcangelo, invece, attende il suo ragazzo, è in ritardo, ma alla fine ce la fa.
Sono da poco trascorse le 17,00 di un freddo sabato di dicembre, quando Raffaella con un fischio decreta l’inizio del flash mob che animerà di lì a poco diverse piazze d’Italia: «Un bacio contro l’omofobia».


DOPO UN ANNO
Ad un anno dal loro primo evento, gli amministratori della pagina facebook “I’m gay any problems?”, hanno deciso di riunire tutti, non a caso l’8 dicembre, giorno in cui tradizionalmente le famiglie si raccolgono per fare l’albero e il presepe di Natale.

“Rispondere all’odio con un gesto d’amore”: è questo lo slogan dell’iniziativa.
«Per combattere l’omofobia – spiega Arcangelo – dobbiamo essere visibili ed il flash mob è sicuramente un modo.
Il lavoro maggiore, però, devono farlo i politici – aggiunge – che devono riconoscerci pari diritti degli eterosessuali come il matrimonio ed i figli.
Inoltre vogliamo essere maggiormente tutelati.
Non è giusto aver paura di passeggiare con il proprio ragazzo».
Emiliana Avellino
redazioneweb@comunicareilsociale.com
fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli

Lgbt Treviso: Giornale titola: abusi gay su un bambino. Arcigay non ci sta

Un quotidiano locale ha riportato la storia delle violenze sessuali su un bambino titolando di "abusi gay".
Ma Arcigay non ci sta: "basta alimentare l'omofobia con questo linguaggio".

La necessità di sintesi può fare seri danni. Lo sanno gli operatori dell'informazione che sono alle prese con la necessità di riassumere fatti e notizie, a volte in pochissime righe.

Capita così che un quotidiano locale di Treviso parli della terribile storia di violenza su un bambino piccolo titolando la civetta fuori dall'edicola, quella che dovrebbe invogliare i passanti ad acquistare il giornale, "Abusi gay sul bambino: imprenditore 40enne indagato".

Certo, il protagonista è un uomo, ma un abuso è un abuso e nulla c'entra la sessualità omo o etero che è invece tra persone adulte e consenzienti. Ecco il perché Arcigay ha alzato la voce scrivendo al direttore del Gazzettino di Treviso, colpevole dell'associazione fuorviante tra omosessualità e pedofilia.

"Gentile Direttore - è la lettera di Paolo Romani, presidente nazionale di Arcigay - non è possibile vedere ancora titoli come quello apparso sulla civetta del Gazzettino, edizione di Treviso, di domenica 9 dicembre".

"So che sarebbe un'offesa all'intelligenza sua e dei suoi lettori spiegare ancora una volta la differenza abissale che corre fra orientamento sessuale e comportamenti pedofili, né credo sia importante sottolineare che essere gay è perfettamente legale, mentre la pedofilia viene sanzionata giustamente con pene molto pesanti".

Romani parla di errori "generati forse dalla fretta, dall'ignoranza o dalla superficialità" ma in grado di offendere "i sentimenti e la dignità delle persone omosessuali e allo stesso tempo incoraggiano tutti coloro che ancora si divertono a colpire gay e lesbiche, e che da questi titoli traggono una sorta di legittimazione".
fonte http://www.gay.it/

lunedì 10 dicembre 2012

Libri Lgbt : “Un attimo, un mattino” di Sarah Rayner

“Un attimo, un mattino” della scrittrice Sarah Rayner è un libro che pone al centro della storia il legame che spesso si crea tra le donne, che riescono a vivere l’amicizia fino in fondo, lasciandosi coinvolgere da ogni sentimento che provano senza perdere nessun dettaglio.

Le protagoniste del romanzo “Un attimo, un mattino”
sono Lou, una ragazza anticonformista e lesbica, che vive il suo orientamento sessuale con sofferenza, Anna una copy freelance con una storia burrascosa con cui fare i conti e Karen, colei che è forte e fragile allo stesso tempo.

Le tre donne, si trovano sullo stesso treno. Proprio su quel treno il marito di Karen muore in seguito a un infarto.
Lou non conosce le altre due donne, amiche da sempre, ma trovare da subito un legame con loro.

In seguito alla morte del marito di Karen, le tre donne vengono coinvolte nella storia in prima persona. Nel romanzo “Un attimo, un mattino” vengono scandagliate le loro vite e i loro caratteri fino a mostrarcele per quello che sono, senza maschere né veli.

Nonostante la vita delle tre donne prosegua nello scorrere consueto, ognuno di loro resta imbrigliato nell’esistenza delle altre.
E ciò che in un attimo sembra andare in frantumi, dà a queste donne la possibilità di riscatto e la voglia di continuare, perché la vita non si ferma, fortunatamente.
Citazione:“Alla fine succede tutto in un attimo.”
fonte http://www.recensionelibro.it

Lgbt: In Iran, oltre mille operazioni di riassegnazione del genere tra il 2006 e il 2010

Secondo fonti ufficiali iraniane, rese note recentemente, 1336 cittadini del paese si sono sottomessi a operazione di riassegnazione del sesso tra il 2006 e il 2010: il 56% si è trattato di transizione da uomo a donna e il 44% da donna a uomo.

Potrebbe sembrare una notizia positiva, ma non si deve dimenticare che in molti casi si tratta di persone omosessuali costrette a subire il processo.

L’omosessualità è oggetto di persecuzione in Iran e viene punita con la morte; la transessualità, invece, è considerata solo una malattia curabile attraverso la chirurgia di rassegnazione del genere.

Tali operazioni sono legali dal 1984, da quando l’Ayatollah Khomeini le approvò dopo essere stato convinto da Maryam Khatoon Molkara, probabilmente la prima donna transessuale iraniana pubblicamente riconosciuta.

Dopo la Thailandia, l’Iran è il paese che realizza il maggior numero di operazioni di riassegnazione del sesso. Lo stato contribuisce alle spese mediche e, dopo l’operazione, offre un sussidio per iniziare una propria attività.

Sostegno, questo, che stona con il clima di rifiuto di cui sono vittime le persone transessuali nella società, che a volte vengono uccise perché “disonorano” la famiglia.

Gli attivisti, comunque, fanno notare che molte persone che vengono sottoposte all’operazione non sono transessuali, ma omosessuali.

Nella realtà dei fatti, la riassegnazione del sesso non è opzionale, ma è immediata alla diagnosi. Quanti si rifiutano di cambiare genere vengono immediatamente perseguitati perché ritenuti omosessuali.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo, Via | Dos Manzanas Foto | Flickr

Lgbt Londra: Il premier David Cameron, matrimoni gay celebrati anche nelle chiese, il Regno Unito pensa alla svolta

La settimana prossima la proposta di legge verrà portata in Parlamento.

"Non voglio che gli omosessuali siano esclusi da una grande istituzione" dice il premier David Cameron. Il tema però è destinato a sollevare non poche polemiche.

Sì alle nozze omosessuali e sì alle loro celebrazioni nei luoghi di culto.

Il governo britannico potrebbe molto presto aprire le porte di chiese, moschee, sinagoghe e via dicendo alle nozze tra persone dello stesso sesso.

“Sono uno strenuo difensore dei matrimoni in Chiesa, e non voglio che gli omosessuali siano esclusi da una grande istituzione”.
Con questa motivazione, ieri, il premier conservatore David Cameron ha spiegato i contenuti della nuovo proposta di legge da sottoporre al vaglio del Parlamento la prossima settimana.

Il test ha subito alcune variazioni rispetto alla sua versione originale che prevedeva il solo riconoscimento dei matrimoni gay (nel Regno Unito sono al momento possibili le unioni civili tra persone dello stesso sesso).

Cameron ha poi sottolineando che “il voto in parlamento sarà assolutamente libero, ma personalmente lo sosterrò”.
Allo stesso tempo la legge, se approvata, “non obbligherà” i luoghi di culto che non lo vorranno a celebrare matrimoni gay.

I pro e i contro la proposta di Cameron
La proposta contrasta però con la volontà dei leader cattolici, col cardinale O’Brien che già nei mesi scorsi ha paragonato la legalizzazione delle nozze gay a quella dello schiavismo.
L’arcivescovo e nunzio apostolico Antonio Mennini ha invece invocato una “sacra alleanza” tra i più tradizionalisti delle varie confessioni per fare pressione sul governo inglese contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Similmente, diversi parlamentari conservatori all'interno del partito dello stesso Cameron, da tempo schierati per “no”.
Al contrario, i Quaccheri, gli Unionisti e gli esponenti dell'ebraismo liberali hanno accolto con entusiasmo la possibilità di celebrare nozze omosessuali.
Il provvedimento potrebbe diventare legge ed entrare in vigore dal 2014.
fonte http://www.fanpage.it di Biagio Chiariello

Lgbt Stati Uniti: La «terapia di conversione» per gay finisce in tribunale per frode

Quattro uomini pagavano per «guarire» e si sentivano dire che era «colpa loro» se non diventavano eterosessuali

La controversa «terapia di conversione» (o «terapia riparativa») per omosessuali, usata per «curare» le persone che vogliono cambiare il proprio orientamento sessuale verso l'eterosessualità, arriva sul banco degli imputati negli Stati Uniti.


LA CAUSA
Quattro cittadini del New Jersey hanno infatti avviato un'azione civile per frode dopo aver speso migliaia di dollari per la terapia, solo per sentirsi dire che il continuare a sentire attrazione per il loro stesso sesso era «colpa loro».
Si erano rivolti al Jonah, acronimo di Jews Offering New Alternatives for Healing, «Centro ebraico che offre nuove alternative per la guarigione», un'organizzazione che si definisce no profit e dedita ad aiutare, attraverso le dinamiche del libero arbitrio, le persone in difficoltà con la propria sessualità e le loro famiglie.

I MINORI
Contemporaneamente i sostenitori della terapia stanno cercando di bloccare una legge dello stato della California approvata lo scorso agosto che mette al bando questa terapia per i minori. Helen Killaspy del Royal College degli psichiatri di Londra - ha spiegato al New Scientist che «non c'è alcuna evidenza scientifica che l'orientamento sessuale possa essere cambiato.
Le "terapie" dell'omosessualità creano un ambiente in cui proliferano pregiudizi e discriminazione».

LA TERAPIA IMMORALE
Lo scorso ottobre l'Associazione britannica per l'assistenza psicologica e la psicoterapia aveva inviato una lettera a tutti i suoi 30.000 iscritti per richiamarli all'etica, ritenendo completamente immorale la «terapia di conversione».
fonte http://www.corriere.it/esteri/