lunedì 6 ottobre 2025

Cinema > Nuova carica di Star Wars da Gosling ai primi Jedi. Fra i nuovi successi Andor, nel 2026 in sala Mandalorian e Grogu

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Nonostante le polemiche, negli ultimi anni, intorno ai nuovi film nell'universo di Star Wars e le montagne russe delle produzioni televisive del franchise, le lotte in una galassia lontana lontana ideate da George Lucas, continuano a svilupparsi in varie direzioni.

Tra nuovi successi come The Mandalorian e Andor e flop di pubblico come The Acolyte e Skeleton Crew, arrivano nuovi debutti e sono tanti anche i progetti in cantiere, anche se con pochi annunci ufficiali della Disney e un mare di indiscrezioni.
    E' di qualche giorno fa l'esordio di Disney+ di Lego Star Wars: Rebuild the Galaxy: Pieces of the past, miniserie animata che si aggiunge al lungo racconto, iniziato nel 2004, del mondo di Guerre stellari costruito a mattoncini.

Il 29 ottobre ci sarà l'esordio sulla piattaforma di Star Wars: Visions Volume 3, nuovo capitolo antologico nel quale storie e personaggi vengono reimmaginati da nove cortometraggi realizzati da nove studi d'animazione giapponesi. E' previsto per il 20 maggio 2026 l'arrivo dell'attesissimo The Mandalorian and Grogu di Jon Favreau, ritorno di Pedro Pascal, stavolta sul grande schermo, dopo la serie fenomeno su Disney+ , nei panni del cacciatore di taglie mandaloriano Din Djarin affiancato dal suo giovane allievo Grogu (ribattezzato 'baby Yoda' dai fans). 

Nella storia, entrambi vengono 'reclutati' dalla nascente Nuova Repubblica, che dopo la caduta dell'Impero, cerca di proteggere tutto ciò per cui l'Alleanza Ribelle ha combattuto. Nel cast fra gli altri anche Sigourney Weaver e Jeremy Allen White. Sono iniziate in primavera le riprese, con un debutto pensato per il 2026, della seconda stagione di Ahsoka, serie spin-off di Dave Filoni da The Mandalorian, che ha al centro la guerriera ribelle, ex allieva jedi, Ahsoka Tano, interpretata da Rosario Dawson e Hayden Christensen. Filoni è il creatore anche della serie animata Star Wars: Maul - Shadow Lord (2026), dedicata all'ex potente Sith che cerca di ricostruire il suo gruppo criminale. 

E' bastata una foto dal set, postata nei giorni scorsi sui social dal regista Shawn Levy per esaltare i fans, in attesa di vedere sul grande schermo Starfighter, nelle sale a maggio 2027.     

L'immagine mostra il protagonista Ryan Gosling insieme al piccolo cointerprete Flynn Gray mentre guardano in camera in una pausa delle riprese al largo della Sardegna. Sulla trama nessuna informazione ufficiale, ma dovrebbe essere ambientata circa cinque anni dopo gli eventi di L'ascesa di Skywalker e pare esplori un filone inedito della storia. Fra i progetti annunciati è ancora sospeso (ma per adesso non cancellato) il nuovo film sulla jedi Rey Skywalker. Sembra invece andare avanti, ma a piccoli passi, Dawn of the Jedi (L'alba dei Jedi) di James Mangold, anche coautore della sceneggiatura con Beau Willimon, ambientato 25 mila anni prima i fatti del film del 1977.  

fonte: di Redazione ANSA   www.ansa.it  RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati     

Danza > Riaprite i corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche! Firma questa petizione

Il problema

In Italia esistono circa 1 milione e mezzo di allievi che studiano danza nelle migliaia di scuole di ballo presenti sul territorio, sostenuti, economicamente e moralmente, dalle relative famiglie. 1 milione e mezzo di allievi che, ad oggi, non hanno la possibilità di costruirsi un futuro professionale nel nostro paese.

In Italia ci sono 14 Fondazioni lirico-sinfoniche (il Teatro Petruzzelli di Bari, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Lirico di Cagliari, il Teatro Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di Palermo, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, il Teatro La Fenice di Venezia e l’Arena di Verona), teatri eccellenze a livello nazionale ed internazionale, finanziati dallo Stato con circa la metà dei fondi pubblici destinati a tutto lo Spettacolo dal Vivo, proprio per avere, al loro interno, masse artistiche a tempo indeterminato, con le quali produrre opera lirica, musica sinfonica e balletto 12 mesi all’anno. 

Ci sono 14 Fondazioni lirico-sinfoniche, 14 Sovrintendenti, 14 orchestre, 14 cori, 14 settori tecnici, 14 settori amministrativi, ma soltanto 4 corpi di ballo (Milano, Roma, Napoli e Palermo).
Esiste un +1, che rappresenta la situazione di Verona, dove, nonostante la chiusura del corpo di ballo nel 2017, la Fondazione, da allora fino ad oggi, ha continuato a bandire audizioni e ad assumere danzatori, ma solo con contratti a tempo determinato, incarnando, così, l’apice del precariato.  

Tutte le altre Fondazioni, tranne l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, che si occupa solo di spettacoli sinfonici, continuano a produrre balletto esternalizzando l’attività, quindi affidandola a compagnie esterne (estere o italiane; quest’ultime, spesso, impongono ai danzatori condizioni lavorative illecite ed estremamente instabili), e per le opere con balletto assumono danzatori, in difformità rispetto a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, quindi non tramite selezioni pubbliche e non tramite contratti di tipo subordinato, ma con contratti di tipo autonomo o a partita iva o talvolta inquadrandoli come mimi, che poi mimi non sono poiché sul palcoscenico è richiesto loro di danzare, svilendo, in questo modo, la professione di danzatrice e di danzatore. 

In pratica, lo Stato finanzia con centinaia di milioni di euro le Fondazioni lirico-sinfoniche per produrre anche balletto e le Fondazioni, con questi soldi (le nostre tasse!), pagano agenzie private esterne per fare, al posto loro, quello che loro stesse dovrebbero fare, impedendo di fatto alle danzatrici e ai danzatori italiani di poter lavorare per questi enti.
Si contano circa 350 produzioni esternalizzate negli ultimi 6 anni; considerando una media di 4/5 spettacoli per ogni produzione, si contano 1.400/1.750 spettacoli esternalizzati.

Negli ultimi due anni sono state approvate, dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, le nuove dotazioni organiche delle Fondazioni lirico-sinfoniche.
Su un totale di 4.715 posti (orchestra, coro, ballo, tecnici, amministrativi) di lavoro a tempo indeterminato, quelli riservati ai danzatori sono solo 212, il 4,5% del totale dei posti disponibili.
1 milione e mezzo di allievi che studiano danza in Italia e poco più di 200 posti di lavoro, peraltro già occupati, in tutto il paese. 

Secondo la fotografia risalente a giugno/luglio 2021, sono presenti danzatrici e danzatori italiani in almeno 111 compagnie di balletto europee, professionisti costretti ad espatriare perché in Italia i corpi di ballo, da decenni, sono stati quasi tutti dismessi.
La realtà che vive la categoria si può descrivere con tre parole: precarietà, disoccupazione, discriminazione.

Il 28 febbraio 2023 è stato depositato al Senato il Disegno di Legge n. 568 riguardante “Disposizioni per la promozione e a tutela e salvaguardia della produzione artistica e culturale della danza”, che tratta, appunto, della salvaguardia e della ricostituzione dei corpi di ballo all’interno delle Fondazioni lirico-sinfoniche.

Il 18 aprile 2023 è stata depositata alla Camera dei Deputati la risoluzione n. 7/00088, che impegna il Governo, tra le varie cose, a valorizzare i corpi di ballo rimanenti e a riaprirne di nuovi.

Il Ministro della Cultura, in diverse occasioni pubbliche, a partire dall’audizione svoltasi il 1 dicembre 2022 davanti alle Settime Commissioni del Senato e della Camera dei Deputati, ha dichiarato di voler riaprire i corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche, in particolare di voler consentire a due o più Fondazioni (ci auguriamo siano più di due!), che, ad oggi, non hanno un corpo di ballo, di ricostituirne uno.

Con questa petizione chiediamo a gran voce a tutte le Istituzioni, al Ministro della Cultura e a tutti i partiti politici di rendere concreta, con urgenza, la riapertura dei corpi di ballo stabili delle Fondazioni lirico-sinfoniche, laddove ad oggi non ci sono, nonché la salvaguardia e la valorizzazione dei 4 corpi di ballo già esistenti, ovvero la fine del precariato e delle esternalizzazioni.

È importante firmare questa petizione perché la danza coinvolge milioni di cittadini italiani e rappresenta un pezzo del nostro patrimonio artistico e culturale, che non possiamo permetterci di perdere, oltre che una motivazione per tantissimi giovani e una professione per molti lavoratori e molte lavoratrici

I corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche rappresentano gli unici istituti dove è possibile svolgere questa professione in condizioni di minima sopravvivenza e con la continuità che necessita questo mestiere

Gli spettacoli di balletto sono seguitissimi dal pubblico e, quasi sempre, fanno il tutto esaurito, costituendo, così, un beneficio significativo anche per i teatri stessi.
È importante firmare questa petizione per gli allievi e le loro famiglie, per le scuole, per i professionisti, per gli appassionati e per tutti gli spettatori che amano il teatro e il balletto. 

Un corpo dì ballo stabile significa: occupazione per numerosi professionisti (non solo danzatori, ma anche coreografi, direttori, maîtres de ballet, tecnici, professori d’orchestra, trucco e parrucco, sartoria, ufficio marketing, ufficio stampa); benefici per il teatro (incremento di abbonati e appassionati, fidelizzazione di un pubblico diverso rispetto a quello dell’opera lirica, valorizzazione dell’immagine e della programmazione artistica, possibili nuovi sponsor); sviluppo di altri importanti settori (turismo, alberghi, trasporti, ristoranti).

Basta un piccolo, ma fondamentale, gesto di ognuno di noi per scegliere di non arrendersi, di diffondere questa voce e di credere che l’Italia possa essere una nazione migliore!
Firma questa petizione! Adesso, più che mai, è il momento di insistere! 


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Promotore della petizione
Siamo Anna Chiara Amirante, Vito Lorusso, Andrea Morelli ed Alessandro Staiano, danzatori professionisti e ideatori del movimento Danza Error System, movimento nato in difesa dei corpi di ballo delle Fondazioni lirico-sinfoniche. 
 
Firma QUI  
 

Mostre: Roma, Dalí. Rivoluzione e Tradizione, dal 17 Ottobre 2025 – 1 Febbraio 2026 a Palazzo Cipolla

Direzione scientifica di Montse Aguer con la curatela di Carme Ruiz González e Lucia Moni, realizzata dalla Fondazione Roma in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalí e con il supporto organizzativo di MondoMostre.

La mostra Dalí. Rivoluzione e Tradizione presenta una selezione di oltre 60 opere tra dipinti e disegni, accompagnate da documenti fotografici e audiovisivi, che indagano l’universo creativo dell’artista e il suo profondo rapporto con i grandi maestri del passato e del suo tempo.

La produzione artistica di Dalí, dalla giovinezza fino alle ultime opere, oscilla costantemente tra due poli apparentemente opposti: rivoluzione e tradizione. Dalí nutre una profonda ammirazione e attrazione per i maestri del passato, tra cui i suoi prediletti: Velázquez, Vermeer, Raffaello. Non si può tuttavia dimenticare un altro artista, suo contemporaneo e connazionale, con il quale Dalí intrattiene un rapporto ambivalente: Pablo Picasso.

L’esposizione, realizzata dalla Fondazione Roma in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalí e con il supporto organizzativo di MondoMostre, è curata da Carme Ruiz González e Lucia Moni sotto la direzione scientifica di Montse Aguer. Il progetto riunisce opere provenienti dalla Fundació Gala-Salvador Dalí e da altre prestigiose istituzioni internazionali come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza.

Tutte le Info QUI  


  • Dalí, tra Cinema e Arte
    XX edizione della Festa del Cinema di Roma
    21 e 24 ottobre 2025 mini rassegna cinematografica presso Museo del Corso

    Maggiori informazioni

  • fonte: https://museodelcorso.com