Secondo un sondaggio condotto da un quotidiano canadese, il 5 per cento della popolazione si dichiara gay, lesbica, bisex o trans e un terzo di loro è sposato.
Le nozze sono legali in Canada dal 2005
Un sondaggio recentemente realizzato in Canada suggerisce che il 5 per cento dei 34 milioni di persone che vivono lì si dichiara lesbica, gay, bisessuale o transgender e che un terzo di loro ha scelto il matrimonio.
Il sondaggio, condotto da Forum Resarch è stato commissionato dal National Post. Il dato del 5 per cento contrasta con il 2 per cento dichiarato da Statistics Canada, organo ufficiale del governo, nel 2009.
Secondo il National Post questo succede perché le persone sono più restie a diffondere informazioni personali a enti governativi.
Il dato diventa maggiore tra i più giovani.
Infatti, tra gli intervistati di età compresa tra 18 e 34 anni, il 10 per cento si dichiara gay, lesbica, bisex o trans, mentre solo il 2 per cento degli over 65 lo fa.
Inoltre, il sondaggio ha riscontrato un maggior consenso verso il matrimonio gay sia tra le coppie dello stesso sesso che tra quelle etero.
Il matrimonio gay è legale in Canada dal 2005. Naturalmente, il consenso è maggiore tra i più giovani tra i quali arriva al 68 per cento.
A quanto pare, le donne sono le più propense a dichiarare di avere una relazione gay, un parente gay o a dichiararsi favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
fonte http://www.gay.it
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
mercoledì 11 luglio 2012
Lgbt: A Padova il Pride Village tra gli ospiti Piero Chiambretti, l'onorevole Paola Concia, Antonella Elia, Paolo Rossi e Fabio Canino
Quinta edizione del festival lgbt più grande del Nord Italia.
Tra gli ospiti Piero Chiambretti, l'onorevole Paola Concia, Antonella Elia, Paolo Rossi e Fabio Canino
Quinta edizione del Padova Pride Village 2012, che ha aperto i battenti venerdì 6 luglio con un week-end all’insegna della comicità e dell’impegno civile.
Il più grande festival lgbt del nord Italia ha visto la partecipazione di Piero Chiambretti, Gabriella Germani, Fabio Canino, Paolo Rossi e ancora l’onorevole
Paola Concia, Tommaso Cerno e molti altri. Attesissima dai fan la serata di martedì 10 luglio con l'attrice e conduttrice Antonella Elia.
Cultura e spettacolo, concerti e dj set fino al 2 settembre 2012 si susseguiranno ogni settimana dal martedì alla domenica con molte serate ad ingresso gratuito nei 7 mila metri quadri che la Fiera di Padova ha dedicato alla manifestazione.
Tra i musicisti che si esibiranno sul palco, Rossana Casale, Tosca, Arisa, Donatella Rettore, Alice, Ricchi e Poveri, Antonella Ruggiero, Giuliano Palma & The Bluebeaters e Ornella Vanoni.
fonte http://www.vanityfair.it
Tra gli ospiti Piero Chiambretti, l'onorevole Paola Concia, Antonella Elia, Paolo Rossi e Fabio Canino
Quinta edizione del Padova Pride Village 2012, che ha aperto i battenti venerdì 6 luglio con un week-end all’insegna della comicità e dell’impegno civile.
Il più grande festival lgbt del nord Italia ha visto la partecipazione di Piero Chiambretti, Gabriella Germani, Fabio Canino, Paolo Rossi e ancora l’onorevole
Paola Concia, Tommaso Cerno e molti altri. Attesissima dai fan la serata di martedì 10 luglio con l'attrice e conduttrice Antonella Elia.
Cultura e spettacolo, concerti e dj set fino al 2 settembre 2012 si susseguiranno ogni settimana dal martedì alla domenica con molte serate ad ingresso gratuito nei 7 mila metri quadri che la Fiera di Padova ha dedicato alla manifestazione.
Tra i musicisti che si esibiranno sul palco, Rossana Casale, Tosca, Arisa, Donatella Rettore, Alice, Ricchi e Poveri, Antonella Ruggiero, Giuliano Palma & The Bluebeaters e Ornella Vanoni.
fonte http://www.vanityfair.it
Viaggi: Le spiagge di Tel Aviv premiate dal turismo Glbt
Israele tra le destinazioni di punta anche secondo il t.o. specializzato Quiiky
E' una destinazione sempre più gettonata come meta di turismo gay and lesbian, e non manca di ottenere riconoscimenti.
E' Tel Aviv, e proprio qui la Hilton Beach è stata appena inserita tra le dieci spiagge gay top del mondo da GayCities.com.
Non è la prima volta che gli arenili di Tel Aviv vengono "premiati": Smartertravel.com e Yahoo! Travel, ad esempio, hanno segnalato la Frischman Beach tra le dieci spiagge urbane top del globo, mentre l'anno scorso la città stessa ha fatto parte della top ten delle migliori città al mondo per il turismo gay, ottenendo come risultato qualcosa come 20mila turisti, quest'anno, in occasione della Gay Pride Week.
In Italia il primo ad aver lanciato Israele nella comunità gay è stato Quiiky, operatore specializzato e che ancora continua a puntare sulla destinazione.
fonte http://www.guidaviaggi.it
E' una destinazione sempre più gettonata come meta di turismo gay and lesbian, e non manca di ottenere riconoscimenti.
E' Tel Aviv, e proprio qui la Hilton Beach è stata appena inserita tra le dieci spiagge gay top del mondo da GayCities.com.
Non è la prima volta che gli arenili di Tel Aviv vengono "premiati": Smartertravel.com e Yahoo! Travel, ad esempio, hanno segnalato la Frischman Beach tra le dieci spiagge urbane top del globo, mentre l'anno scorso la città stessa ha fatto parte della top ten delle migliori città al mondo per il turismo gay, ottenendo come risultato qualcosa come 20mila turisti, quest'anno, in occasione della Gay Pride Week.
In Italia il primo ad aver lanciato Israele nella comunità gay è stato Quiiky, operatore specializzato e che ancora continua a puntare sulla destinazione.
fonte http://www.guidaviaggi.it
Lgbt: Omofobia su manuale dei Carabinieri, Paola Concia presenta interpellanza al Governo
“Sulla scandalosa vicenda denunciata oggi sulle pagine del ‘Corriere della sera’ dalle giornaliste Elvira Serra e Silvia Fabbi e che vede l’Arma dei Carabinieri responsabile di aver definito gli omosessuali ‘degenerati sessuali’ all’interno di in un manuale destinato ad un suo concorso nazionale tenutosi a Padova lo scorso 25 giugno, ho presentato come prima firmataria insieme ai colleghi del Pd Fiano, Calipari, Adinolfi, Touadi’, Sarubbi, Pollastrini, Cuperlo, Argentin, Meta, Gozi, Mattesini, Corsini, Gatti e Codurelli un’interpellanza urgente ai Ministri della Difesa e delle Pari Opportunita’”. Lo dice Anna Paola Concia, deputata del Partito democratico.”
Lo dichiara Paola Concia che aggiunge:
“Nel manuale in questione l’omosessualita’ viene definita come ‘degenerazione sessuale’ la prima tra l’esibizionismo, il feticismo, il sadismo, il masochismo, l’incestuosita’, la necrofilia e la zoofilia e nell’interpellanza presentata oggi si chiede ai due Ministri interessati, sia come un fatto di tale gravita’ sia potuto accadere, sia di indicare con chiarezza le responsabilita’ della compilazione del manuale e infine quali iniziative urgenti intendano intraprendere per cancellare tale mostruosita’”.
fonte http://www.laltrapagina.it/mag/?p=9317
Lo dichiara Paola Concia che aggiunge:
“Nel manuale in questione l’omosessualita’ viene definita come ‘degenerazione sessuale’ la prima tra l’esibizionismo, il feticismo, il sadismo, il masochismo, l’incestuosita’, la necrofilia e la zoofilia e nell’interpellanza presentata oggi si chiede ai due Ministri interessati, sia come un fatto di tale gravita’ sia potuto accadere, sia di indicare con chiarezza le responsabilita’ della compilazione del manuale e infine quali iniziative urgenti intendano intraprendere per cancellare tale mostruosita’”.
fonte http://www.laltrapagina.it/mag/?p=9317
martedì 10 luglio 2012
Lgbt: Calciatori gay in serie A, il delirio della Seredova: ‘Spogliatoi separati’
Calciatori gay in serie A?
Ci sono, secondo Alessandro Cecchi Paone, che adesso pensa a godersi le sue vacanze con il personal trainer, nonché suo presunto partner (o accompagnatore), Claudio Viana Fernandez.
Ci sono, ma non vogliono mostrarsi, non tanto perché ‘repressi’, quanto perché terrorizzati dall’idea di non poter far più carriera (nonostate gli appelli alla sincerità e all’onestà di Cesare Prandelli, vincitore morale di questi Europei, in cui ha trionfato l’ancora imbattuta Spagna).
All’idea che possano esserci le mogli di alcuni giocatori, non tutte, per fortuna hanno reagito non male: malissimo.
La famosa rivista Vanity Fair ne ha intervistata qualcuna, cercando di scoprire il suo punto di vista sulla faccenda; piuttosto che trovarsi, però, dinanzi a dichiarazioni moderne e di grande apertura rispetto a una questione che i politici italiani stanno vergognosamente mettendo da parte, i giornalisti hanno dovuto mettere per iscritto frasi davvero sconcertanti.
Prendete in considerazione, per esempio, Alena Seredova, moglie del più noto Buffon, che ha ammesso che, qualora dovesse realmente esserci qualche metrosessuale/omosessuale, pretenderebbe spogliatoi rigorosamente separati: una gigantesca idiozia che ci fa rimpiangere le dichiarazioni altrettanto stupide di Cassano (e le risate dei ‘simpatici’ giornalisti).
‘Se un calciatore dichiarasse la propria omosessualità – ha così esordito la Seredova -, si creerebbe imbarazzo nello spogliatoio e forse se ne dovrebbe creare uno dedicato. Sarei gelosa, lo ammetto, se un uomo guardasse Gigi con il desiderio con cui lo guardo io‘.
A parte che se proprio ci fosse un calciatore gay, siamo sicuri che non guarderebbe Buffon, bensì Abate, Marchisio e qualche altro bel maschione che l’Euro 2012 ci ha permesso di conoscere meglio, Alena ha dimenticato che non tutti gli omosessuali farebbero carte false per finire a letto con un etero, sposato per giunta.
Ma passiamo a Valentina Del Vecchio, compagna del già citato Ignazio Abate, più volte trovato in atteggiamenti intimi con Ibrahimovic. ‘Ignazio metrosexual? Taglia i capelli quando crescono, fa la ceretta, ma solo per le fasciature. Chi lo etichetta non ci conosce‘.
E che dire di Cristina de Pin, moglie di Riccado Montolivo?
‘Riccardo come Beckham? Ma se è l’opposto! Non va dal barbiere, non si depila, non si fa lampade. L’uomo per me dev’essere uomo‘.
Concludiamo in bellezza – e non ironicamente – con Silvia Hsieh, moglie del simpatico Alessandro Diamanti:
‘Quando giocava nel Prato, ero più famosa io. Gli traduco le frasi che vuole come tatuaggi. Ama i profumi. E in campo indossa il braccialetto scacciapensieri di mia nonna. Con Alessandro ci scherzo su, perché lui ama i profumi e le creme per il corpo, e quando arriva a letto gli dico Puoi non dirmelo troppo tardi se sei tu il metrosexual?‘.
Il panorama desolante degli inizi è stato reso molto più gradevole dalle battute di questa giocherellona, che, tra una risata e l’altra, ha evitato figure color cioccolato fondente.
fonte: http://www.gaywave.it/articolo/calciatori-gay-in-serie-a-il-delirio-della-seredova-spogliatoi-separati/39801/
Ci sono, secondo Alessandro Cecchi Paone, che adesso pensa a godersi le sue vacanze con il personal trainer, nonché suo presunto partner (o accompagnatore), Claudio Viana Fernandez.
Ci sono, ma non vogliono mostrarsi, non tanto perché ‘repressi’, quanto perché terrorizzati dall’idea di non poter far più carriera (nonostate gli appelli alla sincerità e all’onestà di Cesare Prandelli, vincitore morale di questi Europei, in cui ha trionfato l’ancora imbattuta Spagna).
All’idea che possano esserci le mogli di alcuni giocatori, non tutte, per fortuna hanno reagito non male: malissimo.
La famosa rivista Vanity Fair ne ha intervistata qualcuna, cercando di scoprire il suo punto di vista sulla faccenda; piuttosto che trovarsi, però, dinanzi a dichiarazioni moderne e di grande apertura rispetto a una questione che i politici italiani stanno vergognosamente mettendo da parte, i giornalisti hanno dovuto mettere per iscritto frasi davvero sconcertanti.
Prendete in considerazione, per esempio, Alena Seredova, moglie del più noto Buffon, che ha ammesso che, qualora dovesse realmente esserci qualche metrosessuale/omosessuale, pretenderebbe spogliatoi rigorosamente separati: una gigantesca idiozia che ci fa rimpiangere le dichiarazioni altrettanto stupide di Cassano (e le risate dei ‘simpatici’ giornalisti).
‘Se un calciatore dichiarasse la propria omosessualità – ha così esordito la Seredova -, si creerebbe imbarazzo nello spogliatoio e forse se ne dovrebbe creare uno dedicato. Sarei gelosa, lo ammetto, se un uomo guardasse Gigi con il desiderio con cui lo guardo io‘.
A parte che se proprio ci fosse un calciatore gay, siamo sicuri che non guarderebbe Buffon, bensì Abate, Marchisio e qualche altro bel maschione che l’Euro 2012 ci ha permesso di conoscere meglio, Alena ha dimenticato che non tutti gli omosessuali farebbero carte false per finire a letto con un etero, sposato per giunta.
Ma passiamo a Valentina Del Vecchio, compagna del già citato Ignazio Abate, più volte trovato in atteggiamenti intimi con Ibrahimovic. ‘Ignazio metrosexual? Taglia i capelli quando crescono, fa la ceretta, ma solo per le fasciature. Chi lo etichetta non ci conosce‘.
E che dire di Cristina de Pin, moglie di Riccado Montolivo?
‘Riccardo come Beckham? Ma se è l’opposto! Non va dal barbiere, non si depila, non si fa lampade. L’uomo per me dev’essere uomo‘.
Concludiamo in bellezza – e non ironicamente – con Silvia Hsieh, moglie del simpatico Alessandro Diamanti:
‘Quando giocava nel Prato, ero più famosa io. Gli traduco le frasi che vuole come tatuaggi. Ama i profumi. E in campo indossa il braccialetto scacciapensieri di mia nonna. Con Alessandro ci scherzo su, perché lui ama i profumi e le creme per il corpo, e quando arriva a letto gli dico Puoi non dirmelo troppo tardi se sei tu il metrosexual?‘.
Il panorama desolante degli inizi è stato reso molto più gradevole dalle battute di questa giocherellona, che, tra una risata e l’altra, ha evitato figure color cioccolato fondente.
fonte: http://www.gaywave.it/articolo/calciatori-gay-in-serie-a-il-delirio-della-seredova-spogliatoi-separati/39801/
Lgbt: Francesco Totti: gaffe sui gay. “Io rispetto l'omofobia”
Io rispetto l’omofobia, rispetto la gente che vuole fare quella cosa. Sono esseri umani e vanno rispettati.
Non è una delle celebri barzellette di Francesco Totti, ma una gaffe bella e buona che della barzelletta ha tutto il sapore (almeno speriamo che sia una gaffe!).
Durante una conferenza stampa dal ritiro di Riscone di Brunico un giornalista chiede a Francesco Totti di commentare il twitter omofobo di Zarate.
Totti, quindi, risponde dicendo che lui rispetta i gay, ma invece di dire che ha rispetto per l’omosessualità afferma di averne per l’omofobia.
Gli fanno poi notare che ha sbagliato riferimento: il giornalista gli aveva chiesto di Zarate e lui invece aveva risposto pensando a Cassano e alle sue affermazioni sulla presenza di gay nel calcio.
Della gaffe, a quanto pare, nessuno dei presenti si è accorto di nulla.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo
Non è una delle celebri barzellette di Francesco Totti, ma una gaffe bella e buona che della barzelletta ha tutto il sapore (almeno speriamo che sia una gaffe!).
Durante una conferenza stampa dal ritiro di Riscone di Brunico un giornalista chiede a Francesco Totti di commentare il twitter omofobo di Zarate.
Totti, quindi, risponde dicendo che lui rispetta i gay, ma invece di dire che ha rispetto per l’omosessualità afferma di averne per l’omofobia.
Gli fanno poi notare che ha sbagliato riferimento: il giornalista gli aveva chiesto di Zarate e lui invece aveva risposto pensando a Cassano e alle sue affermazioni sulla presenza di gay nel calcio.
Della gaffe, a quanto pare, nessuno dei presenti si è accorto di nulla.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo
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Lgbt: "Una transessuale non può essere violentata", parole di un giudice svedese
Sentenza shock dalla Svezia.(http://www.queer.de/detail.php?article_id=16881)
Un uomo è stato prosciolto dall’accusa di stupro da parte del giudice che ha seguito il caso.
Il motivo? Una vera assurdità… La vittima, infatti, è una transessuale e quindi, secondo l’insensato pensiero dell’uomo, la violenza dell’atto sessuale in sè non poteva essere completo.
Il tutto è avvenuto a Orebro, a duecento chilometri da Stoccolma.
Rischiava dieci anni di carcere all’inizio del processo ma il giudice rischia di annullare ogni possibile accusa, dopo aver commentato così il tutto:
“È impossibile che abbia commesso l’atto perché la vittima è biologicamente un uomo”.
La sentenza non è ancora definitiva ma i presupposti non sono decisamente promettenti…
fonte http://www.queerblog.it da StarBugs
Un uomo è stato prosciolto dall’accusa di stupro da parte del giudice che ha seguito il caso.
Il motivo? Una vera assurdità… La vittima, infatti, è una transessuale e quindi, secondo l’insensato pensiero dell’uomo, la violenza dell’atto sessuale in sè non poteva essere completo.
Il tutto è avvenuto a Orebro, a duecento chilometri da Stoccolma.
Rischiava dieci anni di carcere all’inizio del processo ma il giudice rischia di annullare ogni possibile accusa, dopo aver commentato così il tutto:
“È impossibile che abbia commesso l’atto perché la vittima è biologicamente un uomo”.
La sentenza non è ancora definitiva ma i presupposti non sono decisamente promettenti…
fonte http://www.queerblog.it da StarBugs
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Lgbt: Gay, Giovanardi: "In caserma, in camerate separate"
Ogni sua uscita sul tema 'gay', una polemica non da poco.
Carlo Giovanardi, senatore Pdl, è ormai calato nel ruolo di crociato della battaglie 'anti-gay'.
Il senatore Pdl continua nella sua crociata. Stavolta attacca gli omosessuali tra soldati e agenti: "Se vogliono praticare la loro omosessualità, devono essere messi in camerate separate".
Intervistato su Radio 24, il senatore stavolta si lancia in una non felice uscita in relazione all'omosessualità nelle caserme.
"Oggi nell'esercito mettono gli uomini da una parte e le donne da un'altra" ha spiegato il senatore Pdl. "Dormono in posti diversi perché giustamente possono crearsi dei disguidi. Dunque se ci sono degli omosessuali dichiarati che vogliono praticare la loro omosessualità, devono essere messi in camerate separate".
"È una questione di buonsenso - ha aggiunto Giovanardi- se avessi due o tre persone che non solo sono gay ma vogliono praticare in maniera attiva la loro omosessualità, avrei qualche imbarazzo a essere in una camerata con loro. Le camerate separate sarebbero una cosa assolutamente normale".
"Nell'esercito è inopportuno dichiarare di essere omosessuale, fare coming out" ha proseguito Giovanardi. "Non bisogna ostentare le proprie preferenze sessuali, di qualsiasi tipo siano".
E "il generale Gasparri (Clemente, fratello di Maurizio, che nei giorni scorsi ha dichiarato che "ammettere di essere gay non è pertinente allo status di carabiniere", ndr) ha detto quello che fino a un anno fa era stata per secoli la regola negli Usa, cioè 'Non te lo chiedo, non me lo dici' (Don't ask, don't tell) e ha fatto bene. È la cosa più opportuna da fare".
Un commento per tutti, per capire la reazione alle parole di Giovanardi. Quello di Franco Grillini, responsabile diritti civili dell'Idv: "Anche oggi siamo costretti a commentare le infelici esternazioni del senatore Giovanardi che, negli ultimi tempi, ha preso l'abitudine di inveire contro gli omosessuali e l'omosessualità. Giovanardi è un caso clinico, un sessuofobico tossico".
fonte http://www.today.it
Carlo Giovanardi, senatore Pdl, è ormai calato nel ruolo di crociato della battaglie 'anti-gay'.
Il senatore Pdl continua nella sua crociata. Stavolta attacca gli omosessuali tra soldati e agenti: "Se vogliono praticare la loro omosessualità, devono essere messi in camerate separate".
Intervistato su Radio 24, il senatore stavolta si lancia in una non felice uscita in relazione all'omosessualità nelle caserme.
"Oggi nell'esercito mettono gli uomini da una parte e le donne da un'altra" ha spiegato il senatore Pdl. "Dormono in posti diversi perché giustamente possono crearsi dei disguidi. Dunque se ci sono degli omosessuali dichiarati che vogliono praticare la loro omosessualità, devono essere messi in camerate separate".
"È una questione di buonsenso - ha aggiunto Giovanardi- se avessi due o tre persone che non solo sono gay ma vogliono praticare in maniera attiva la loro omosessualità, avrei qualche imbarazzo a essere in una camerata con loro. Le camerate separate sarebbero una cosa assolutamente normale".
"Nell'esercito è inopportuno dichiarare di essere omosessuale, fare coming out" ha proseguito Giovanardi. "Non bisogna ostentare le proprie preferenze sessuali, di qualsiasi tipo siano".
E "il generale Gasparri (Clemente, fratello di Maurizio, che nei giorni scorsi ha dichiarato che "ammettere di essere gay non è pertinente allo status di carabiniere", ndr) ha detto quello che fino a un anno fa era stata per secoli la regola negli Usa, cioè 'Non te lo chiedo, non me lo dici' (Don't ask, don't tell) e ha fatto bene. È la cosa più opportuna da fare".
Un commento per tutti, per capire la reazione alle parole di Giovanardi. Quello di Franco Grillini, responsabile diritti civili dell'Idv: "Anche oggi siamo costretti a commentare le infelici esternazioni del senatore Giovanardi che, negli ultimi tempi, ha preso l'abitudine di inveire contro gli omosessuali e l'omosessualità. Giovanardi è un caso clinico, un sessuofobico tossico".
fonte http://www.today.it
Lgbt: USA, ora i transgender potranno diventare preti
Un’apertura storica per i transgender che da ora potranno diventare preti e officiare messa secondo il rito della Chiesa Episcopale degli Stati Uniti d’America.
La congregazione della chiesa protestante, che riunisce circa due milioni di fedeli, ha deciso che anche i trans potranno essere ordinati sacerdoti e quindi officiare le liturgie.
Ne parla l’Huffington Post: il “Parlamento” della Chiesa Episcopale ha così ampliato i canoni della non discriminazione che includono ora anche “l’identità e l’espressione di genere”.
Da oggi sarà illegale vietare l’ordinazione a sacerdote per tutte quelle persone che sono nate “fisicamente in un genere” e che poi in esso non si sono riconosciuti, cambiandolo, o per chi non si riconosce né come uomo né come donna.
La Chiesa Episcopale si dimostra attenta ai problemi sulla discriminazione così come altre confessioni protestanti, tanto che è da tempo che nelle loro fila si possono trovare sacerdoti donne, passaggio questo mai concesso ai cattolici.
Polemiche a parte, la decisione degli episcopali amplia il discorso, facendo rientrare sotto lo scudo della non discriminazione anche i transgender. La notizia ha ovviamente soddisfatto le associazioni e in particolar modo TransEpiscopal che ha parlato di “grande gioia” per questa valorizzazione dei doni ministeriali dei transgender.
“Siamo inoltre compiaciuti del largo supporto delle battaglie trans mostrato dai deputati che rappresentano molte regioni e generazioni di questa chiesa. Mentre la Chiesa cammina coraggiosamente verso nuove frontiere e nuove sfaccettature della sua luce, siamo fieri di essere parte di questo movimento, così pieno di spirito”, dicono dal gruppo che riunisce transessuali di fede episcopale.
Altro passaggio sarà ora l’elaborazione di una liturgia per le coppie omosessuali. La Camera dei Vescovi ha infatti già approvato un documento che impegna gli episcopali a declinare la celebrazione del matrimonio anche per gli omosessuali.
La decisione arriva per soddisfare le richieste dei credenti come quelle dei vescovi: alcuni già permettono la celebrazione delle nozze per persone dello stesso sesso nelle loro diocesi. Molti però sono in attesa di una presa di posizione anche sul versante liturgico della Chiesa, senza la quale non danno l’assenso ai matrimoni gay.
Si tratta, spiegano dalla Camera dei Vescovi, di una liturgia che non porterebbe a un rito religioso, ma che permetterebbe di celebrarlo all’interno delle chiese come già fanno alcuni sacerdoti, ovviamente negli Stati dove ciò è concesso.
fonte http://attualita.tuttogratis.it
La congregazione della chiesa protestante, che riunisce circa due milioni di fedeli, ha deciso che anche i trans potranno essere ordinati sacerdoti e quindi officiare le liturgie.
Ne parla l’Huffington Post: il “Parlamento” della Chiesa Episcopale ha così ampliato i canoni della non discriminazione che includono ora anche “l’identità e l’espressione di genere”.
Da oggi sarà illegale vietare l’ordinazione a sacerdote per tutte quelle persone che sono nate “fisicamente in un genere” e che poi in esso non si sono riconosciuti, cambiandolo, o per chi non si riconosce né come uomo né come donna.
La Chiesa Episcopale si dimostra attenta ai problemi sulla discriminazione così come altre confessioni protestanti, tanto che è da tempo che nelle loro fila si possono trovare sacerdoti donne, passaggio questo mai concesso ai cattolici.
Polemiche a parte, la decisione degli episcopali amplia il discorso, facendo rientrare sotto lo scudo della non discriminazione anche i transgender. La notizia ha ovviamente soddisfatto le associazioni e in particolar modo TransEpiscopal che ha parlato di “grande gioia” per questa valorizzazione dei doni ministeriali dei transgender.
“Siamo inoltre compiaciuti del largo supporto delle battaglie trans mostrato dai deputati che rappresentano molte regioni e generazioni di questa chiesa. Mentre la Chiesa cammina coraggiosamente verso nuove frontiere e nuove sfaccettature della sua luce, siamo fieri di essere parte di questo movimento, così pieno di spirito”, dicono dal gruppo che riunisce transessuali di fede episcopale.
Altro passaggio sarà ora l’elaborazione di una liturgia per le coppie omosessuali. La Camera dei Vescovi ha infatti già approvato un documento che impegna gli episcopali a declinare la celebrazione del matrimonio anche per gli omosessuali.
La decisione arriva per soddisfare le richieste dei credenti come quelle dei vescovi: alcuni già permettono la celebrazione delle nozze per persone dello stesso sesso nelle loro diocesi. Molti però sono in attesa di una presa di posizione anche sul versante liturgico della Chiesa, senza la quale non danno l’assenso ai matrimoni gay.
Si tratta, spiegano dalla Camera dei Vescovi, di una liturgia che non porterebbe a un rito religioso, ma che permetterebbe di celebrarlo all’interno delle chiese come già fanno alcuni sacerdoti, ovviamente negli Stati dove ciò è concesso.
fonte http://attualita.tuttogratis.it
Lgbt: Paestum: 'Liberi tutti', libri gay all'Oasi di Legambiente, Delia Vaccarello presenta “Sciò. Giovani, bugie, identità”
PAESTUM: “LIBERI TUTTI” ALL’OASI DI LEGAMBIENTE
Delia Vaccarello presenta “Sciò. Giovani, bugie, identità” (Mondadori) alla rassegna letteraria gay, lesbica e trans "Liberi tutti"
L’Associazione culturale Aut Aut e Legambiente Vento in faccia Battipaglia, in collaborazione con il circolo Legambiente Freewheeling Paestum, organizzano “Liberi tutti”, rassegna di letteratura gay, lesbica e trans, presso l’oasi dunale di Paestum. Domenica 8 luglio, alle ore 20:00, Delia Vaccarello presenterà “Sciò. Giovani, bugie, identità” edito da Mondadori.
Un libro che narra le esperienze degli adolescenti italiani e, grazie alla matita di Giulia Argnani, le trasforma in fumetti. Incontri di una sera, prime volte, viaggi, carezze, illusioni, innamoramenti, metamorfosi. Ma soprattutto un sacco di interrogativi: le avventure comprese in questo volume sono uno specchio delle fantasie e dei desideri dei ragazzi di oggi, una raccolta di misteri rigorosamente vietati agli adulti e qui eccezionalmente svelati. A un “brizzolato” invadente che rischia di profanarli, i ragazzi sbarrano la strada dicendo: “Sciò”. E si proteggono costruendo muraglie di bugie. Esperienze di tutti, ma sconosciute. Confidate da ragazzi e ragazze via mail, al telefono, nel corso di incontri a scuola.
“Secondo un'indagine Istat sulla popolazione omosessuale in Italia, l’80% dei genitori non sa che i propri figli sono omosessuali. Ci sono muri di silenzio basati su paure infondate e colpe inesistenti, muri che vorremmo abbattere con la cultura e la conoscenza” dichiara Pasquale Quaranta, giornalista e curatore di “Liberi tutti”.
Ed è proprio per favorire l’incontro di un pubblico generalista con i temi cari al mondo omosessuale che nasce la rassegna “Liberi tutti” e con essa la necessità di dichiarare uno spazio di tutti, quale l’Oasi dunale di Paestum, gestita da Legambiente da 16 anni, un bene comune inclusivo del tessuto sociale in tutte le sue sfaccettature.
“Vogliamo far sapere a chi giunge all’oasi che qui è accolto indipendentemente dal suo orientamento sessuale, nella piena condivisione dei temi della responsabilità civile verso il bene comune e della libertà di essere sé stessi come base fondamentale della crescita sociale” dichiara Lucio Capo, direttore dell’Oasi dunale di Legambiente Paestum.
Valentina Del Pizzo, presidente dell’associazione culturale Aut Aut, annuncia un’iniziativa nel segno del rispetto: “Per testimoniare l’adesione al riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali isseremo qui all’oasi una bandiera arcobaleno, simbolo del movimento di liberazione gay in tutto il mondo”.
L’appuntamento è per domenica 8 luglio alle ore 20:00 per “Liberi tutti on the beach!” con Delia Vaccarello. Ai partecipanti sarà regalata una copia del libricino “Tutti uguali, tutti diversi” edito dall’associazione genitori omosessuali Famiglie Arcobaleno e da Legambiente Nazionale fino a esaurimento scorte. Durante la serata sarà possibile aderire alla rete Amici dell’Oasi dunale di Paestum, progetto di valorizzazione e mantenimento dell’area protetta, gestita da Legambiente dal 1996.
L’OSPITE: DELIA VACCARELLO
Giornalista, scrittrice e attivista italiana, svolge docenze presso le scuole di giornalismo di Bologna e Urbino, cura rubriche sulla stampa periodica nazionale sulle tematiche antidiscriminatorie e collabora con il comune di Venezia nell’ambito degli interventi antiomofobia e per l’educazione alla cittadinanza nelle scuole.
Autrice di numerosi testi, ha curato le sette edizioni della collana di racconti “Principesse azzurre” (Oscar Mondadori) in cui compaiono sue opere e "L'amore secondo noi" (Oscar Mondadori). L’ultima sua fatica è “Evviva la neve. Vite di trans e transgender” (Strade Blu Mondadori).
La rassegna di letteratura gay, lesbica e trans “Liberi tutti” è un omaggio all’omonima rubrica firmata da Delia Vaccarello su l’Unità. Si tratta di una rubrica, unica nella stampa italiana, che da oltre dieci anni si occupa di lotta ai pregiudizi e che ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio giornalistico europeo “Sì alle diversità. No alle discriminazioni”.
SCOPRI L’OASI DUNALE DI LEGAMBIENTE PAESTUM
Uscendo dall’autostrada A3 al casello di Battipaglia o di Eboli, preferibile perché il percorso costeggia la tenuta di Persano, si seguono le indicazioni fino a Paestum, dove c’è anche la stazione FS e la fermata di diverse autolinee. L’ingresso all’oasi è all’inizio di via della Sterpinia, a Torre di Mare. L’indirizzo è via degli Americani, senza numero civico, comune di Capaccio-Paestum.
PER INFORMAZIONI:
Pasquale Quaranta 338 833 40 52
Valentina Del Pizzo 320 753 12 20
oasidunalepaestum@gmail.com
http://www.legambientepaestum.it/oasi_dunale.html
fonte http://www.digayproject.org
Delia Vaccarello presenta “Sciò. Giovani, bugie, identità” (Mondadori) alla rassegna letteraria gay, lesbica e trans "Liberi tutti"
L’Associazione culturale Aut Aut e Legambiente Vento in faccia Battipaglia, in collaborazione con il circolo Legambiente Freewheeling Paestum, organizzano “Liberi tutti”, rassegna di letteratura gay, lesbica e trans, presso l’oasi dunale di Paestum. Domenica 8 luglio, alle ore 20:00, Delia Vaccarello presenterà “Sciò. Giovani, bugie, identità” edito da Mondadori.
Un libro che narra le esperienze degli adolescenti italiani e, grazie alla matita di Giulia Argnani, le trasforma in fumetti. Incontri di una sera, prime volte, viaggi, carezze, illusioni, innamoramenti, metamorfosi. Ma soprattutto un sacco di interrogativi: le avventure comprese in questo volume sono uno specchio delle fantasie e dei desideri dei ragazzi di oggi, una raccolta di misteri rigorosamente vietati agli adulti e qui eccezionalmente svelati. A un “brizzolato” invadente che rischia di profanarli, i ragazzi sbarrano la strada dicendo: “Sciò”. E si proteggono costruendo muraglie di bugie. Esperienze di tutti, ma sconosciute. Confidate da ragazzi e ragazze via mail, al telefono, nel corso di incontri a scuola.
“Secondo un'indagine Istat sulla popolazione omosessuale in Italia, l’80% dei genitori non sa che i propri figli sono omosessuali. Ci sono muri di silenzio basati su paure infondate e colpe inesistenti, muri che vorremmo abbattere con la cultura e la conoscenza” dichiara Pasquale Quaranta, giornalista e curatore di “Liberi tutti”.
Ed è proprio per favorire l’incontro di un pubblico generalista con i temi cari al mondo omosessuale che nasce la rassegna “Liberi tutti” e con essa la necessità di dichiarare uno spazio di tutti, quale l’Oasi dunale di Paestum, gestita da Legambiente da 16 anni, un bene comune inclusivo del tessuto sociale in tutte le sue sfaccettature.
“Vogliamo far sapere a chi giunge all’oasi che qui è accolto indipendentemente dal suo orientamento sessuale, nella piena condivisione dei temi della responsabilità civile verso il bene comune e della libertà di essere sé stessi come base fondamentale della crescita sociale” dichiara Lucio Capo, direttore dell’Oasi dunale di Legambiente Paestum.
Valentina Del Pizzo, presidente dell’associazione culturale Aut Aut, annuncia un’iniziativa nel segno del rispetto: “Per testimoniare l’adesione al riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali isseremo qui all’oasi una bandiera arcobaleno, simbolo del movimento di liberazione gay in tutto il mondo”.
L’appuntamento è per domenica 8 luglio alle ore 20:00 per “Liberi tutti on the beach!” con Delia Vaccarello. Ai partecipanti sarà regalata una copia del libricino “Tutti uguali, tutti diversi” edito dall’associazione genitori omosessuali Famiglie Arcobaleno e da Legambiente Nazionale fino a esaurimento scorte. Durante la serata sarà possibile aderire alla rete Amici dell’Oasi dunale di Paestum, progetto di valorizzazione e mantenimento dell’area protetta, gestita da Legambiente dal 1996.
L’OSPITE: DELIA VACCARELLO
Giornalista, scrittrice e attivista italiana, svolge docenze presso le scuole di giornalismo di Bologna e Urbino, cura rubriche sulla stampa periodica nazionale sulle tematiche antidiscriminatorie e collabora con il comune di Venezia nell’ambito degli interventi antiomofobia e per l’educazione alla cittadinanza nelle scuole.
Autrice di numerosi testi, ha curato le sette edizioni della collana di racconti “Principesse azzurre” (Oscar Mondadori) in cui compaiono sue opere e "L'amore secondo noi" (Oscar Mondadori). L’ultima sua fatica è “Evviva la neve. Vite di trans e transgender” (Strade Blu Mondadori).
La rassegna di letteratura gay, lesbica e trans “Liberi tutti” è un omaggio all’omonima rubrica firmata da Delia Vaccarello su l’Unità. Si tratta di una rubrica, unica nella stampa italiana, che da oltre dieci anni si occupa di lotta ai pregiudizi e che ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio giornalistico europeo “Sì alle diversità. No alle discriminazioni”.
SCOPRI L’OASI DUNALE DI LEGAMBIENTE PAESTUM
Uscendo dall’autostrada A3 al casello di Battipaglia o di Eboli, preferibile perché il percorso costeggia la tenuta di Persano, si seguono le indicazioni fino a Paestum, dove c’è anche la stazione FS e la fermata di diverse autolinee. L’ingresso all’oasi è all’inizio di via della Sterpinia, a Torre di Mare. L’indirizzo è via degli Americani, senza numero civico, comune di Capaccio-Paestum.
PER INFORMAZIONI:
Pasquale Quaranta 338 833 40 52
Valentina Del Pizzo 320 753 12 20
oasidunalepaestum@gmail.com
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lunedì 9 luglio 2012
Lgbt: "London Gay Pride 2012" messaggio di Hillary Clinton
Hillary Clinton, Segretario di Stato USA, ha inviato un messaggio al London Gay Pride 2012 per ringraziare gli organizzatori di averla premiata con il World LGBT Award.
Non potendo ritirare di persona il premio, Hillary Clinton ha partecipato tramite un video nel quale, tra le oltre cose, dice:
Voglio ringraziare in special modo tutte quelle persone che lavorano duro per far avanzare i diritti umani nelle loro comunità e nei loro paesi, facendo, così, la differenza ogni giorno, spesso pagando in prima persona.
Si è detta onorata del premio ricevuto e, ancora una volta, ha ringraziato quanti lavorano per i diritti delle persone lgbt in tutto il mondo.
Il video messaggio di Hillary Clinton è stato inviato durante il WorldPride 2012 Gala Dinner Dine with Pride, evento realizzato per la raccolta fondi per un fondo di Solidarietà del London Gay Pride, fondo che andrà a sostenere varie organizzazioni del Commonwealth che lavorano con la comunità LGBT per combattere l’omofobia e la transfobia.
Ricordiamo, infine che il London Gay Pride 2012 si è tenuto sabato 7 luglio, anche se in maniera ridimensionata per via di grossi problemi economici.
fonte http://www.queerblog.it di Roberto Russo
Non potendo ritirare di persona il premio, Hillary Clinton ha partecipato tramite un video nel quale, tra le oltre cose, dice:
Voglio ringraziare in special modo tutte quelle persone che lavorano duro per far avanzare i diritti umani nelle loro comunità e nei loro paesi, facendo, così, la differenza ogni giorno, spesso pagando in prima persona.
Si è detta onorata del premio ricevuto e, ancora una volta, ha ringraziato quanti lavorano per i diritti delle persone lgbt in tutto il mondo.
Il video messaggio di Hillary Clinton è stato inviato durante il WorldPride 2012 Gala Dinner Dine with Pride, evento realizzato per la raccolta fondi per un fondo di Solidarietà del London Gay Pride, fondo che andrà a sostenere varie organizzazioni del Commonwealth che lavorano con la comunità LGBT per combattere l’omofobia e la transfobia.
Ricordiamo, infine che il London Gay Pride 2012 si è tenuto sabato 7 luglio, anche se in maniera ridimensionata per via di grossi problemi economici.
fonte http://www.queerblog.it di Roberto Russo
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Lgbt Viareggio: Un successo il primo Toscana Gay Pride
Hanno manifestestato lesbiche, gay, bisessuali, trans*, intersessuali e queer.
E’ stato un successo il primo Gay Pride toscano, quello svoltosi ieri a Viareggio, l’ultimo della serie di quelli nazionali.
Diecimila presenze, un corteo accolto festosamente da tutta la popolazione viareggina, famiglie e bambini in testa.
Organizzato dal consorzio Friendly Versilia, con l'aiuto della Fondazione Carnevale, il corteo era colorato con palloncini e abiti allegramente sopra le righe: questi gli ingredienti tra musica e balli, ma anche la richiesta forte alla politica di una attenzione decisa per il riconoscimento di diritti che non possono più essere negati.
Una politica che ha risposto, almeno in parte; con molti gonfaloni di Comuni come quelli di Pisa e di Livorno, di Gavorrano, della Provincia di Firenze.
Con la presenza di tanti sindaci, in prima fila quello di Pisa Filippeschi e quello di Livorno Cosimi; e quello di Viareggio Lunardini.
E poi la partecipazione del presidente della Regione Enrico Rossi e dell’assessore al turismo e alla cultura Cristina Scaletti; a testimonianza della storia di una terra, quella toscana, che per prima ha depenalizzato l’omosessualità, come ha ricordato Lunardini, e che, unica in Italia, in una legge del 2006 riconosce i diritti di genere.
Un altro passo, simbolico ma significativo in serata: una cerimonia al termine del corteo, celebrata dall’assessore Scaletti nella quale si sono uniti in matrimonio una decina di coppie lgbtqi: “Oggi qui ci unici l’orgoglio di essere tutti i colori dello stesso arcobaleno, dove ogni colore deve avere la stessa dignità dell’altro, dove ogni tono si sfuma nell’altro quasi ad accompagnarne l’espressione – ha affermato l’assessore Scaletti a margine della cerimonia.
Ecco vorrei che il nostro paese tutelasse ognuno di quei colori, Perchè togliendo il rosso, l’arancione, il giallo, il verde l’azzurro, l’indaco o il violetto noi ingrigiamo l’arcobaleno e impoveriamo tutti gli altri colori.
Lo spread economico è un’emergenza, ma lo è altrettanto quello dei diritti civili che ci allontana dall’Europa”.
“in Italia le coppie dello stesso sesso che si amano non sono tutelate in nessun modo, nè nel riconoscimento della dignità affettiva, né la reversibilità della pensione, ne il consenso su procedure diagnostiche o terapeutiche e il permesso di soggiorno, Il riconoscimento giuridico di un diritto.
Tutto questo è antefatto necessario a qualsiasi azione contro l’omofobia, il pregiudizio, la violenza, il razzismo – ha concluso Scaletti, senza una norma che sancisce che l’amore tra due persone dello stesso sesso ha la stessa dignità di un amore tra eterosessuali ogni campagna contro l’omofobia è priva di sostanza”.
fonte http://www.nove.firenze.it
L'assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti celebra unioni simboliche.
E si commuove sul palco
Ecco il video della cerimonia nel quale ho unito simbolicamente coppie omosessuali. Qui hanno pronunciato il fatidico “sì” due ragazze, poco dopo lo hanno fatto tanti altri, uomini e donne. E’ stato un momento di vera commozione per tutti, a dimostrazione che l’amore non ha colore
E’ stato un successo il primo Gay Pride toscano, quello svoltosi ieri a Viareggio, l’ultimo della serie di quelli nazionali.
Diecimila presenze, un corteo accolto festosamente da tutta la popolazione viareggina, famiglie e bambini in testa.
Organizzato dal consorzio Friendly Versilia, con l'aiuto della Fondazione Carnevale, il corteo era colorato con palloncini e abiti allegramente sopra le righe: questi gli ingredienti tra musica e balli, ma anche la richiesta forte alla politica di una attenzione decisa per il riconoscimento di diritti che non possono più essere negati.
Una politica che ha risposto, almeno in parte; con molti gonfaloni di Comuni come quelli di Pisa e di Livorno, di Gavorrano, della Provincia di Firenze.
Con la presenza di tanti sindaci, in prima fila quello di Pisa Filippeschi e quello di Livorno Cosimi; e quello di Viareggio Lunardini.
E poi la partecipazione del presidente della Regione Enrico Rossi e dell’assessore al turismo e alla cultura Cristina Scaletti; a testimonianza della storia di una terra, quella toscana, che per prima ha depenalizzato l’omosessualità, come ha ricordato Lunardini, e che, unica in Italia, in una legge del 2006 riconosce i diritti di genere.
Un altro passo, simbolico ma significativo in serata: una cerimonia al termine del corteo, celebrata dall’assessore Scaletti nella quale si sono uniti in matrimonio una decina di coppie lgbtqi: “Oggi qui ci unici l’orgoglio di essere tutti i colori dello stesso arcobaleno, dove ogni colore deve avere la stessa dignità dell’altro, dove ogni tono si sfuma nell’altro quasi ad accompagnarne l’espressione – ha affermato l’assessore Scaletti a margine della cerimonia.
Ecco vorrei che il nostro paese tutelasse ognuno di quei colori, Perchè togliendo il rosso, l’arancione, il giallo, il verde l’azzurro, l’indaco o il violetto noi ingrigiamo l’arcobaleno e impoveriamo tutti gli altri colori.
Lo spread economico è un’emergenza, ma lo è altrettanto quello dei diritti civili che ci allontana dall’Europa”.
“in Italia le coppie dello stesso sesso che si amano non sono tutelate in nessun modo, nè nel riconoscimento della dignità affettiva, né la reversibilità della pensione, ne il consenso su procedure diagnostiche o terapeutiche e il permesso di soggiorno, Il riconoscimento giuridico di un diritto.
Tutto questo è antefatto necessario a qualsiasi azione contro l’omofobia, il pregiudizio, la violenza, il razzismo – ha concluso Scaletti, senza una norma che sancisce che l’amore tra due persone dello stesso sesso ha la stessa dignità di un amore tra eterosessuali ogni campagna contro l’omofobia è priva di sostanza”.
fonte http://www.nove.firenze.it
L'assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti celebra unioni simboliche.
E si commuove sul palco
Ecco il video della cerimonia nel quale ho unito simbolicamente coppie omosessuali. Qui hanno pronunciato il fatidico “sì” due ragazze, poco dopo lo hanno fatto tanti altri, uomini e donne. E’ stato un momento di vera commozione per tutti, a dimostrazione che l’amore non ha colore
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Lgbt Musica: Madonna "difenderò i diritti dei gay in Russia"
New York "Durante il mio show parlerò contro questa ridicola atrocità".
Sono queste le parole di sfida che Madonna ha postato su Facebook e ha indirizzato alle autorità di San Pietroburgo, che hanno promosso una nuova legge contro l'omosessualità: è vietato fare propaganda omosessuale di fronte ai minori.
Si tratta di una legge contro la libertà di espressione e che di fatto impedisce qualsiasi evento pubblico, come il Gay Pride.
E a poco sono servite le proteste dei manifestanti Lgbt
(acronimo per lesbiche, gay, bisessuali e transgender)
per difendere i loro diritti.
La star americana, che ha in programma un concerto il nove agosto a San Pietroburgo, come riporta il Daily Beast, ha detto che intende affrontare questo tema proprio sul palco.
E le autorità hanno già espresso le loro preoccupazioni e non escludono il fatto che la cantante - dopo avere dato il bacio a Britney Spears nel 2003 - posso addirittura spogliarsi.
"Ci sentiamo offesi e oltraggiati da parte delle autorità - aveva detto a marzo Polina Savchenko, direttore dell'organizzazione Lgbt 'Coming out' - e continueremo a lottare per i nostri diritti fino a quando la legge non sarà abrogata".
Stando alle parole di Yuriy Gavrikov, del gruppo Equality, "la tendenza in Russia è limitare la libertà di espressione".
fonte TMNews via http://www.firstonline.info
Sono queste le parole di sfida che Madonna ha postato su Facebook e ha indirizzato alle autorità di San Pietroburgo, che hanno promosso una nuova legge contro l'omosessualità: è vietato fare propaganda omosessuale di fronte ai minori.
Si tratta di una legge contro la libertà di espressione e che di fatto impedisce qualsiasi evento pubblico, come il Gay Pride.
E a poco sono servite le proteste dei manifestanti Lgbt
(acronimo per lesbiche, gay, bisessuali e transgender)
per difendere i loro diritti.
La star americana, che ha in programma un concerto il nove agosto a San Pietroburgo, come riporta il Daily Beast, ha detto che intende affrontare questo tema proprio sul palco.
E le autorità hanno già espresso le loro preoccupazioni e non escludono il fatto che la cantante - dopo avere dato il bacio a Britney Spears nel 2003 - posso addirittura spogliarsi.
"Ci sentiamo offesi e oltraggiati da parte delle autorità - aveva detto a marzo Polina Savchenko, direttore dell'organizzazione Lgbt 'Coming out' - e continueremo a lottare per i nostri diritti fino a quando la legge non sarà abrogata".
Stando alle parole di Yuriy Gavrikov, del gruppo Equality, "la tendenza in Russia è limitare la libertà di espressione".
fonte TMNews via http://www.firstonline.info
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Lgbt Livorno: Il maestro cambia sesso, da Fabio diventerà Greta
Livorno, ex campione di pattinaggio, 46 anni, insegna alle elementari e materne.
«Mamme e colleghe mi hanno abbracciato.
E anche qualche bambino ha capito».
Vladimir Luxuria: a me è accaduto, so cosa si prova
Il maestro Fabio Franchini da settembre toglierà i jeans e infilerà la gonna. Diventerà la maestra Greta. E forse riuscirà a mettersi alle spalle un tormento durato 46 anni, quello spirito femminile finito in un corpo sbagliato. «Anch’io devo abituarmi - sorride -, seppure mi piacerebbe tanto scendere al bar e sentirmi chiamare Greta.
L’anagrafe dice che sono ancora un uomo, ma sotto questa pelle mi sento donna, e mi ci sento da una vita, da quando da bambino passavo il pomeriggio a pettinare le mie adorate bambole. Ne avevo 44, le tenevo sedute in una stanza vuota della nostra casa. C’era anche una Cenerentola che così bella in giro non ne ho più viste.
Un giorno, a sei anni, mio padre me le buttò via. Piansi tantissimo e appena divenni abbastanza grande me le ricomprai».
Ne è passato di tempo da quei giorni. Ora Fabio ha 46 anni, è stato tre volte campione italiano di pattinaggio artistico, ha vestito la maglia azzurra, ha insegnato pattinaggio a centinaia di bambine e bambini tra Livorno, Pisa, Volterra e Castelfranco, si è diplomato all’Isef e da 18 anni fa il maestro.
Nelle vesti di supplente ha girato tutte le scuole elementari di Livorno, ha passato anche due mesi da prof di educazione fisica al liceo classico: «Erano abituati a giocare a basket, gli proposi un mix di ginnastica e danza, si divertirono da matti», ricorda ridendo.
Lo scorso settembre il provveditorato gli ha assegnato un posto alle materne di Coteto, quartiere popolare ad est della città.
È stato alla recita di fine anno che Fabio ha deciso di aprire il suo cuore al mondo e raccontare il percorso clinico, legale e psicologico che ha iniziato un anno e mezzo fa. L’ha detto prima alle colleghe, poi ai genitori. «Divento donna».
Il suo coming out ristretto è stato una specie di test. «La reazione mi ha sorpresa - racconta -. Le insegnanti mi hanno incoraggiato. Per quanto mi vestissi da uomo e non mi sia mai travestito in vita mia, non ho mai nascosto la mia femminilità. Diverse mamme nei giorni precedenti mi avevano chiesto di accompagnare il percorso didattico dei loro figli fino alle elementari.
E allora ho preso la palla al balzo e ho raccontato di non sapere che ne sarebbe stato della mia vita. Ti sposi?, mi hanno chiesto. No, divento come Luxuria, ho risposto. E loro mi hanno abbracciato».
Qualcuno l’ha detto addirittura al figlio. «Una bimba di 5 anni ha raccontato ai suoi compagni: il maestro diventa una maestra perché ha il cuore sensibile di una donna».
fonte http://iltirreno.gelocal.it di Giulio Corsi (Foto di Vincenzoni/Pentafoto)
«Mamme e colleghe mi hanno abbracciato.
E anche qualche bambino ha capito».
Vladimir Luxuria: a me è accaduto, so cosa si prova
Il maestro Fabio Franchini da settembre toglierà i jeans e infilerà la gonna. Diventerà la maestra Greta. E forse riuscirà a mettersi alle spalle un tormento durato 46 anni, quello spirito femminile finito in un corpo sbagliato. «Anch’io devo abituarmi - sorride -, seppure mi piacerebbe tanto scendere al bar e sentirmi chiamare Greta.
L’anagrafe dice che sono ancora un uomo, ma sotto questa pelle mi sento donna, e mi ci sento da una vita, da quando da bambino passavo il pomeriggio a pettinare le mie adorate bambole. Ne avevo 44, le tenevo sedute in una stanza vuota della nostra casa. C’era anche una Cenerentola che così bella in giro non ne ho più viste.
Un giorno, a sei anni, mio padre me le buttò via. Piansi tantissimo e appena divenni abbastanza grande me le ricomprai».
Ne è passato di tempo da quei giorni. Ora Fabio ha 46 anni, è stato tre volte campione italiano di pattinaggio artistico, ha vestito la maglia azzurra, ha insegnato pattinaggio a centinaia di bambine e bambini tra Livorno, Pisa, Volterra e Castelfranco, si è diplomato all’Isef e da 18 anni fa il maestro.
Nelle vesti di supplente ha girato tutte le scuole elementari di Livorno, ha passato anche due mesi da prof di educazione fisica al liceo classico: «Erano abituati a giocare a basket, gli proposi un mix di ginnastica e danza, si divertirono da matti», ricorda ridendo.
Lo scorso settembre il provveditorato gli ha assegnato un posto alle materne di Coteto, quartiere popolare ad est della città.
È stato alla recita di fine anno che Fabio ha deciso di aprire il suo cuore al mondo e raccontare il percorso clinico, legale e psicologico che ha iniziato un anno e mezzo fa. L’ha detto prima alle colleghe, poi ai genitori. «Divento donna».
Il suo coming out ristretto è stato una specie di test. «La reazione mi ha sorpresa - racconta -. Le insegnanti mi hanno incoraggiato. Per quanto mi vestissi da uomo e non mi sia mai travestito in vita mia, non ho mai nascosto la mia femminilità. Diverse mamme nei giorni precedenti mi avevano chiesto di accompagnare il percorso didattico dei loro figli fino alle elementari.
E allora ho preso la palla al balzo e ho raccontato di non sapere che ne sarebbe stato della mia vita. Ti sposi?, mi hanno chiesto. No, divento come Luxuria, ho risposto. E loro mi hanno abbracciato».
Qualcuno l’ha detto addirittura al figlio. «Una bimba di 5 anni ha raccontato ai suoi compagni: il maestro diventa una maestra perché ha il cuore sensibile di una donna».
fonte http://iltirreno.gelocal.it di Giulio Corsi (Foto di Vincenzoni/Pentafoto)
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Lgbt: Google a favore dei diritti gay al via l'iniziativa "Legalize love"
Parte da Singapore e dalla Polonia l'iniziativa di Mountain View per sensibilizzare i governi dei paesi in cui i matrimoni omosessuali non sono possibili.
Da anni Big G si spende per i diritti delle comunità Lgbt, ma non è solo una questione di "pride": ci sono anche motivi economici
Lo leggo dopo
IL LOGO MULTICOLORE di Google si fonde con l'arcobaleno del pride. E le tonalità che ne vengono fuori dipingono "Legalize Love", l'iniziativa di Mountain View a favore dei diritti per gli omosessuali, come un'altro sforzo tra quelli che il mondo dell'hi-tech sta riservando particolare attenzione alla sfera omosessuale:
da qualche tempo, dopo il matrimonio gay di uno dei fondatori, su Facebook è possibile "sposarsi" anche per la comunità LGBT, con un'apposita icona che mostra due sposi o due spose.
Ed è decisamente un mondo un passo avanti a quello dei molti stati in cui il matrimonio agli omosessuali è negato.
La campagna di Google, naturalmente, è ad ampio respiro: "Legalize Love - spiega un portavoce di Mountain View - è una campagna per promuovere condizioni più sicure per le persone gay e lesbiche, all'interno e all'esterno dell'ambiente lavorativo, in paesi con leggi anti-omosessualità".
La filantropia e l'inclinazione "amorosa" dell'azienda è nota ("Don't be evil", non essere cattivi, è il motto di Mountain View), ma dietro il supporto alla causa c'è anche una questione tecnica.
Tra i molti dipendenti di Google non mancano gli omosessuali, e nelle operazioni logistiche dell'azienda, spostare un dipendente gay in un paese che non accetta le unioni diventa sempre più spesso un problema.
La questione è affrontata da Mountain View in termini industriali e professionali, nell'ottica di fare pressione su quei governi in cui le decisioni negative in materia di matrimoni LGBT bloccano possibili iniziative anche molto importanti dal punto di vista economico.
Affari a parte, Google è schierato apertamente a favore dei diritti gay da anni, nel mese di giugno non manca mai la celebrazione del "pride" omosessuale. E anche per questa iniziativa, Big G non ha girato tanto intorno all'argomento, anzi: "Legalize Love" è partito inizialmente a Singapore e in Polonia, paesi che osteggiano le unioni gay.
Google ha in programma di estendere l'iniziativa in nazioni dove Mountain View ha degli uffici, e dove i governi non legiferano in questo senso.
Anche l'Italia si contraddistingue per inattività su questo fronte, quando non manifesta opposizione. E qui come in altri paesi, il peso sempre più rilevante di Google nell'ecosistema economico potrebbe stavolta indurre i governi a una riflessione più ampia.
fonte http://www.repubblica.it
Da anni Big G si spende per i diritti delle comunità Lgbt, ma non è solo una questione di "pride": ci sono anche motivi economici
Lo leggo dopo
IL LOGO MULTICOLORE di Google si fonde con l'arcobaleno del pride. E le tonalità che ne vengono fuori dipingono "Legalize Love", l'iniziativa di Mountain View a favore dei diritti per gli omosessuali, come un'altro sforzo tra quelli che il mondo dell'hi-tech sta riservando particolare attenzione alla sfera omosessuale:
da qualche tempo, dopo il matrimonio gay di uno dei fondatori, su Facebook è possibile "sposarsi" anche per la comunità LGBT, con un'apposita icona che mostra due sposi o due spose.
Ed è decisamente un mondo un passo avanti a quello dei molti stati in cui il matrimonio agli omosessuali è negato.
La campagna di Google, naturalmente, è ad ampio respiro: "Legalize Love - spiega un portavoce di Mountain View - è una campagna per promuovere condizioni più sicure per le persone gay e lesbiche, all'interno e all'esterno dell'ambiente lavorativo, in paesi con leggi anti-omosessualità".
La filantropia e l'inclinazione "amorosa" dell'azienda è nota ("Don't be evil", non essere cattivi, è il motto di Mountain View), ma dietro il supporto alla causa c'è anche una questione tecnica.
Tra i molti dipendenti di Google non mancano gli omosessuali, e nelle operazioni logistiche dell'azienda, spostare un dipendente gay in un paese che non accetta le unioni diventa sempre più spesso un problema.
La questione è affrontata da Mountain View in termini industriali e professionali, nell'ottica di fare pressione su quei governi in cui le decisioni negative in materia di matrimoni LGBT bloccano possibili iniziative anche molto importanti dal punto di vista economico.
Affari a parte, Google è schierato apertamente a favore dei diritti gay da anni, nel mese di giugno non manca mai la celebrazione del "pride" omosessuale. E anche per questa iniziativa, Big G non ha girato tanto intorno all'argomento, anzi: "Legalize Love" è partito inizialmente a Singapore e in Polonia, paesi che osteggiano le unioni gay.
Google ha in programma di estendere l'iniziativa in nazioni dove Mountain View ha degli uffici, e dove i governi non legiferano in questo senso.
Anche l'Italia si contraddistingue per inattività su questo fronte, quando non manifesta opposizione. E qui come in altri paesi, il peso sempre più rilevante di Google nell'ecosistema economico potrebbe stavolta indurre i governi a una riflessione più ampia.
fonte http://www.repubblica.it
Lgbt: "Caro Generale sono militare e gay. Lei indietro di decenni"
L'Appuntato Scelto della Guardia di Finanza Marcello Strati scrive al Generale Gasparri secondo il quale dichiarare di essere gay non si addice ad un Carabiniere.
Polis Aperta: "L'Europa si indigna"
"Buongiorno Generale, non so se sono io il “graduato” della Guardia di Finanza a cui si riferisce nel suo discorso che ha “ammesso” (come se si trattasse di una colpa) di essere gay.
Forse sì o forse no, chissà. In ogni caso, caro Generale, eccomi qua, Appuntato Scelto della Guardia di Finanza Strati Marcello in servizio nel Corpo da 26 anni, attualmente a Como, al Gruppo di Ponte Chiasso, fiero di appartenere alle Fiamme Gialle. Servo il mio Paese con onestà e senso del dovere. Ah, dimenticavo, sono omosessuale".
Inizia così la lettera aperta che Strati scrive al vice comandante generale dell'Arma dei Carabinieri e Generale di Corpo d'Armata Clemente Gasparri, fratello dell'ex ministro Maurizio, che qualche giorno fa aveva dichiarato che "ammettere di essere gay, magari facendolo su un social network, come un graduato della Guardia di Finanza, non è pertinente allo status di Carabiniere".
"Ho “ammesso” questa vergogna (perché Lei, Generale, sembra considerarla tale) - continua Strati che è stato il primo finanziere ad aver raccontato la vita da gay in caserma - già da parecchio tempo.
In caserma sanno di me da circa 12 anni e, Le sembrerà strano, ma pare che ai colleghi e soprattutto ai miei Superiori gerarchici non interessi proprio nulla del mio orientamento sessuale.
E’ per questo che nell’anno del Signore 2012 mi ha fatto impressione leggere certe affermazioni da parte del Vice Comandante di una delle più importanti Istituzione della nostra Repubblica, l’Arma dei Carabinieri. Cosa vuol dire, che “ammettere di essere gay non è pertinente allo status di Carabiniere”?
Io non vado in giro con un cartello appeso al collo con su scritto “omosessuale” nè quando mi presento dico “piacere, sono l’App. Sc. Strati e sono gay”.
"Le sue affermazioni - prosegue l'appuntato scelto - ci riportano indietro di decenni. Il suo “consiglio” a non palesare il proprio orientamento sessuale è un macigno che cade in testa a quei militari che magari dopo tanta fatica e sofferenza interiore avevano deciso di uscire alla luce del sole. Di essere e di vivere finalmente la loro vera natura senza dover più fingere di essere quello che non sono. Sperando di essere giudicati non per chi si portano a letto o per chi amano ma solo in quanto buoni militari".
Strati spiega poi di far orgogliosamente parte di Polis Aperta, l'associazione che raggruppa gli appartenenti alle Forze dell'Ordine e Forze Armate gay e invita il generale a incontrare l'associazione assicurandogli che "si troverà di fronte ad un Carabiniere come tutti gli altri, con gli stessi pregi e gli stessi difetti. Non impedisca ad un suo militare di amare".
"Nessuno dovrebbe vergognarsi di quello che è - conclude Strati -. Io non sono fiero di essere gay, così come non sarei fiero di essere etero. Io sono fiero di essere quello che sono. Punto. Non so se la Sua posizione sia condivisa dal Comandante Generale dell’Arma ma spero vivamente di no".
Ed è proprio da Polis Aperta che sono giunte parole di forte critica alle posizioni di Gasparri giudicate "gravissime".
"Come rappresentanti delle forze di polizia - dice la presidente di Polis Aperta, Simonetta Moro - ci interroghiamo sulla coerenza di tali affermazioni con gli obbiettivi dell' Oscad (l'osservatorio contro gli atti discriminatori, al quale partecipano polizia e carabinieri, ndr) e ci chiediamo come una persona gay possa essere motivata a denunciare un crimine subito per il proprio orientamento sessuale presso una caserma dei Carabinieri, sapendo che una delle figure apicali dell'Arma stessa giudica tale condizione come sporca e vergognosa".
"Ci auguriamo che l'Arma dei Carabinieri e il Ministero della Difesa prendano una posizione chiara al riguardo e censurino le parole espresse dal generale Gasparri - continua Moro -. Polis Aperta è in questi giorni a Dublino, dove una sua delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Irlandese in occasione della VI Conferenza della European Gay Police Association (Egpa - rete europea di Polizia di cui Polis Aperta fa parte).
Il Presidente dell'Egpa, Herman Renes, della Polizia Nazionale Olandese, informato dell'accaduto, ha condiviso il nostro disappunto esprimendo il suo appoggio incondizionato nel contrasto a questo tipo di affermazioni omofobiche ed auspicando una ferma presa di posizione da parte delle autorità italiane".
fonte http://www.gay.it
Polis Aperta: "L'Europa si indigna"
"Buongiorno Generale, non so se sono io il “graduato” della Guardia di Finanza a cui si riferisce nel suo discorso che ha “ammesso” (come se si trattasse di una colpa) di essere gay.
Forse sì o forse no, chissà. In ogni caso, caro Generale, eccomi qua, Appuntato Scelto della Guardia di Finanza Strati Marcello in servizio nel Corpo da 26 anni, attualmente a Como, al Gruppo di Ponte Chiasso, fiero di appartenere alle Fiamme Gialle. Servo il mio Paese con onestà e senso del dovere. Ah, dimenticavo, sono omosessuale".
Inizia così la lettera aperta che Strati scrive al vice comandante generale dell'Arma dei Carabinieri e Generale di Corpo d'Armata Clemente Gasparri, fratello dell'ex ministro Maurizio, che qualche giorno fa aveva dichiarato che "ammettere di essere gay, magari facendolo su un social network, come un graduato della Guardia di Finanza, non è pertinente allo status di Carabiniere".
"Ho “ammesso” questa vergogna (perché Lei, Generale, sembra considerarla tale) - continua Strati che è stato il primo finanziere ad aver raccontato la vita da gay in caserma - già da parecchio tempo.
In caserma sanno di me da circa 12 anni e, Le sembrerà strano, ma pare che ai colleghi e soprattutto ai miei Superiori gerarchici non interessi proprio nulla del mio orientamento sessuale.
E’ per questo che nell’anno del Signore 2012 mi ha fatto impressione leggere certe affermazioni da parte del Vice Comandante di una delle più importanti Istituzione della nostra Repubblica, l’Arma dei Carabinieri. Cosa vuol dire, che “ammettere di essere gay non è pertinente allo status di Carabiniere”?
Io non vado in giro con un cartello appeso al collo con su scritto “omosessuale” nè quando mi presento dico “piacere, sono l’App. Sc. Strati e sono gay”.
"Le sue affermazioni - prosegue l'appuntato scelto - ci riportano indietro di decenni. Il suo “consiglio” a non palesare il proprio orientamento sessuale è un macigno che cade in testa a quei militari che magari dopo tanta fatica e sofferenza interiore avevano deciso di uscire alla luce del sole. Di essere e di vivere finalmente la loro vera natura senza dover più fingere di essere quello che non sono. Sperando di essere giudicati non per chi si portano a letto o per chi amano ma solo in quanto buoni militari".
Strati spiega poi di far orgogliosamente parte di Polis Aperta, l'associazione che raggruppa gli appartenenti alle Forze dell'Ordine e Forze Armate gay e invita il generale a incontrare l'associazione assicurandogli che "si troverà di fronte ad un Carabiniere come tutti gli altri, con gli stessi pregi e gli stessi difetti. Non impedisca ad un suo militare di amare".
"Nessuno dovrebbe vergognarsi di quello che è - conclude Strati -. Io non sono fiero di essere gay, così come non sarei fiero di essere etero. Io sono fiero di essere quello che sono. Punto. Non so se la Sua posizione sia condivisa dal Comandante Generale dell’Arma ma spero vivamente di no".
Ed è proprio da Polis Aperta che sono giunte parole di forte critica alle posizioni di Gasparri giudicate "gravissime".
"Come rappresentanti delle forze di polizia - dice la presidente di Polis Aperta, Simonetta Moro - ci interroghiamo sulla coerenza di tali affermazioni con gli obbiettivi dell' Oscad (l'osservatorio contro gli atti discriminatori, al quale partecipano polizia e carabinieri, ndr) e ci chiediamo come una persona gay possa essere motivata a denunciare un crimine subito per il proprio orientamento sessuale presso una caserma dei Carabinieri, sapendo che una delle figure apicali dell'Arma stessa giudica tale condizione come sporca e vergognosa".
"Ci auguriamo che l'Arma dei Carabinieri e il Ministero della Difesa prendano una posizione chiara al riguardo e censurino le parole espresse dal generale Gasparri - continua Moro -. Polis Aperta è in questi giorni a Dublino, dove una sua delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Irlandese in occasione della VI Conferenza della European Gay Police Association (Egpa - rete europea di Polizia di cui Polis Aperta fa parte).
Il Presidente dell'Egpa, Herman Renes, della Polizia Nazionale Olandese, informato dell'accaduto, ha condiviso il nostro disappunto esprimendo il suo appoggio incondizionato nel contrasto a questo tipo di affermazioni omofobiche ed auspicando una ferma presa di posizione da parte delle autorità italiane".
fonte http://www.gay.it
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