Esce il 16 marzo l’ultimo film di Ferzan Ozpetek, dal titolo Magnifica presenza, ma si può già vedere il trailer di quest’opera che mischia il passato con il presente, il cinema con il teatro, giovani attori come Elio Germano, che io adoro, Vittoria Puccini e Beppe Fiorello, con una grande del palcoscenico come Anna Proclemer.
Pietro, siciliano gay e 28enne, arriva a Roma con il sogno di fare l’attore, ma nella casa dove va a vivere si trova immerso in una “magnifica presenza” che arriva dritta dal passato: una compagnia teatrale degli anni Trenta che lo spaventa e lo affascina. C’è anche un cammeo di Platinette, nei panni della “Badessa” che guida le sue trans. Penso che in tanti correremo a vederlo.
fonte http://www.queerblog.it
SINOSSI:
Pietro ha 28 anni, arriva a Roma dalla Sicilia con un unico grande sogno:
fare l'attore!
Tra un provino e l'altro sbarca il lunario sfornando cornetti tutte le notti.
E' un ragazzo timido, solitario e l'unica confusionaria compagnia è quella della cugina Maria, praticante in uno studio legale dalla vita sentimentale troppo piena.
Dividono provvisoriamente lo stesso appartamento legati da un rapporto di amore e odio in una quotidianità che fa scintille.
Ma arriva il giorno in cui Pietro trova, finalmente, una casa tutta per sé, un appartamento d'epoca, dotato di un fascino molto particolare e Pietro non vede l'ora di cominciare la sua nuova esistenza da uomo libero.
La felicità dura solo pochi giorni: presto cominciano ad apparire particolari inquietanti.
E' chiaro che qualcun altro vive insieme a lui.
Ma chi?
L'appartamento è occupato, ospiti non previsti disturbano la sua tanto desiderata privacy...
Sono misteriosi, eccentrici, elegantissimi, perfettamente truccati.
Si scatenano mille ipotesi e mille tentativi di sbarazzarsi di queste ingombranti presenze, finché poco a poco lo spavento iniziale lascia il posto alla curiosità, alla seduzione reciproca, ad emozioni comuni che creano un legame profondo tra i coinquilini forzati.
Con loro Pietro condivide desideri e segreti, crede in loro e loro credono in lui come nessun altro fuori da quella casa...
fonte http://www.magnificapresenza.it/ sinossi e trailer
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
sabato 17 marzo 2012
Lgbt: A Firenze, Don Santoro corsi prematrimoniali anche per le coppie gay
Don Santoro, il parroco che per primo in Italia sposò una ex transessuale con un uomo, rischia ancora contro le gerarchie della sua curia.
Torna a far discutere Don Santoro, il cappellano delle Piagge di Firenze balzato agli onori delle cronache per essere stato il primo in Italia a sposare una ex transessuale diventata donna (decisione che gli costò sei mesi di sospensione).
Questa volta il parroco ha dichiarato che le coppie gay partecipano regolarmente ai corsi prematrimoniali insieme alle coppie eterosessuali.
A rivelarlo è un articolo di Panorama intitolato "Lasciate che i gay vengano a me". Ironico il settimanale cattolico Tempi.it.
Cosa dica loro don Santoro «non è noto, probabilmente gli spiegherà perché non possono sposarsi in chiesa».
fonte http://www.gay.it/
Torna a far discutere Don Santoro, il cappellano delle Piagge di Firenze balzato agli onori delle cronache per essere stato il primo in Italia a sposare una ex transessuale diventata donna (decisione che gli costò sei mesi di sospensione).
Questa volta il parroco ha dichiarato che le coppie gay partecipano regolarmente ai corsi prematrimoniali insieme alle coppie eterosessuali.
A rivelarlo è un articolo di Panorama intitolato "Lasciate che i gay vengano a me". Ironico il settimanale cattolico Tempi.it.
Cosa dica loro don Santoro «non è noto, probabilmente gli spiegherà perché non possono sposarsi in chiesa».
fonte http://www.gay.it/
Stati Uniti senzatetto lgbt: la nuova frontiera delle battaglie gay
Sono giovani, sono gay e sono stati cacciati di casa dai loro genitori a causa della loro omosessualità.
Moltissimi adolescenti, almeno negli Stati Uniti, sono costretti ogni anno a sopravvivere nelle strade dopo che le loro famiglie li hanno sbattuti fuori perché sono gay.
La prossima frontiera dei diritti lgbt, secondo molti attivisti, è proprio la cura e la tutela di questa gioventù abbandonata, minacciata, messa a rischio quotidianamente nelle principali metropoli del benessere, dove spesso per sopravvivere si arriva a vendere il proprio corpo, con la possibilità di essere sottoposti a violenze e soprusi di ogni genere.
Secondo il National gay and lesbian task force, dei 600mila adolescenti senza fissa dimora negli Stati Uniti una quota fra il 20 e il 40% è composta da gay e lesbiche; ed è a loro che si rivolgono le iniziative di decine di associazioni che puntano quantomeno ad alleviare questa piaga sociale.
L’ultimo passo è stato coinvolgere la Casa Bianca: alcuni membri dell’Amministrazione Obama hanno ospitato a Detroit un convegno nazionale sul problema dell’accoglienza e i senzatetto nelle comunità lgbt in America: tra i partecipanti anche il presidente del Consiglio comunale di Detroit City Charles Pugh, che è dichiaratamente gay.
Proprio a Detroit c’è l’unica associazione non profit del Midwest che si occupa di giovani lgbt, il Ruth Ellis Center.
Senza supporto, senza aiuto, senza protezione le migliaia di giovani abbandonati dai genitori e costretti a vivere per la strada sono destinati a una vita di privazione, violenze, negazione della dignità e marginalità.
Quando invece intervengono conoscenti, amici o associazioni, la possibilità di uscire dal degrado è sempre possibile
fonte http://www.queerblog.it
Moltissimi adolescenti, almeno negli Stati Uniti, sono costretti ogni anno a sopravvivere nelle strade dopo che le loro famiglie li hanno sbattuti fuori perché sono gay.
La prossima frontiera dei diritti lgbt, secondo molti attivisti, è proprio la cura e la tutela di questa gioventù abbandonata, minacciata, messa a rischio quotidianamente nelle principali metropoli del benessere, dove spesso per sopravvivere si arriva a vendere il proprio corpo, con la possibilità di essere sottoposti a violenze e soprusi di ogni genere.
Secondo il National gay and lesbian task force, dei 600mila adolescenti senza fissa dimora negli Stati Uniti una quota fra il 20 e il 40% è composta da gay e lesbiche; ed è a loro che si rivolgono le iniziative di decine di associazioni che puntano quantomeno ad alleviare questa piaga sociale.
L’ultimo passo è stato coinvolgere la Casa Bianca: alcuni membri dell’Amministrazione Obama hanno ospitato a Detroit un convegno nazionale sul problema dell’accoglienza e i senzatetto nelle comunità lgbt in America: tra i partecipanti anche il presidente del Consiglio comunale di Detroit City Charles Pugh, che è dichiaratamente gay.
Proprio a Detroit c’è l’unica associazione non profit del Midwest che si occupa di giovani lgbt, il Ruth Ellis Center.
Senza supporto, senza aiuto, senza protezione le migliaia di giovani abbandonati dai genitori e costretti a vivere per la strada sono destinati a una vita di privazione, violenze, negazione della dignità e marginalità.
Quando invece intervengono conoscenti, amici o associazioni, la possibilità di uscire dal degrado è sempre possibile
fonte http://www.queerblog.it
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solidarietà lgbt
Lgbt: Lucio Dalla, Marco Alemanno e l’obbligo della privacy (solo per i gay) Intervista a Paola Concia
Lacrime calde e vere, quelle di Marco Alemanno al funerale di Dalla.
Lacrime che hanno commosso l’opinione pubblica scatenando un vivace dibattito sui limiti del diritto di cronaca: se debba venire prima, quando una notizia riguarda la sfera intima di un personaggio pubblico, il diritto di informare oppure la tutela della sua riservatezza.
La parola o il silenzio. Gli italiani, come sempre, si sono divisi in due partiti: da un lato quelli che sostengono che violare il «segreto» che Dalla aveva scelto di custodire per una vita, nel giorno del suo funerale, sarebbe stato uno sfregio gratuito, per di più post-mortem.
Dall’altro coloro che hanno sottolineato quanto sia stato ipocrita «non dirlo» e far finta di nulla, quando in realtà tutti sapevano, tutti ne parlano.
Non solo a Bologna. È davvero meno velenosa per la memoria Dalla la mezza verità, vagamante accennata, della verità conclamata di cui è possibile discutere liberamente? Marco era il compagno di Lucio: e allora? Perché tacere della sua omosessualità?
Di questo si parlerà a Roma, lunedì 19 Marzo alle 15.30, in un incontro intitolato Per gli omosessuali la privacy è un diritto o un obbligo? che hanno organizzato presso presso l’Hotel Nazionale a Piazza Montecitorio due storiche voci del movimento gay: Paola Concia, deputata Pd, e Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia.
Onorevole Concia, perché questa iniziativa?
Questo incontro, cui parteciperanno giornalisti di diversa estrazione come Ferrara, Sallusti, Armeni e Beringuer, pone una serie di domande di cui vorremmo discutere con voi giornalisti.
Domande, non risposte. Siamo sicuri che il silenzio che è calato sugli amori di Lucio Dalla sia ascrivibile al diritto alla privacy?
Non è piuttosto, come io penso, lo specchio di un problema, di una società che fatica a parlare di sé a viso aperto? Di confrontarsi in modo aperto sul tema dell’omosessualità?
Sa già la risposta: perché questa era la volontà di Dalla.
E allora le chiedo: se, anziché chiamarsi Marco, la sua fidanzata si fosse chiamata Maria, i giornali si sarebbero forse astenuti dal fare paginate sulla loro storia d’amore, magari clandestina? Vede, noi in questi anni abbiamo saputo persino quanto ce l’aveva lungo il povero Berlusconi o di quanti centimetri fosse il frigorifero della casa di Montecarlo di Fini. Ora, con la morte di Dalla, tutti che invocano la privacy.
È bizzarro: perché la privacy vale solo per gli omosessuali?
Non c’è in questo silenzio la spia di qualcosa che non va?
Che cosa non va secondo lei?
Le farò un esempio: oggi apro Repubblica e a pagina due, per commentare la sentenza della Corte di Cassazione che riconosce alcuni diritti alle coppie omosex, campeggia in bella vista la foto di un gay pride con un ragazzo con una gonna!
Mi sono cascate le braccia, capisce quanto è pigra questa rappresentazione?
È mai possibile che la stampa si ostini a fare questa rappresentazione riduttiva del nostro mondo, come se tutti noi per fare l’amore ci arrampicassimo sui lampadari?
Sia chiaro: io difendo il gay pride, ma per gli altri 364 giorni in cui non sfilo, sono una noiosissima signora sposata in Germania con la mia compagna!
Perché non partiamo da qui, da quello che siamo tutti i giorni?
Le potrei obiettare che questa rappresentazione che lamenta è figlia anche delle storiche provocazioni del movimento gay quando dovevate uscire dalla clandestinità. Non è che, oggi, dovete fare un po’ di autocritica?
Forse sì. Noi lo diciamo in questa lettera sulla nostra iniziativa.
Ci sono state anche ingenuità che hanno contribuito a creare questa rappresentazione distorta.
Ma è l’ora di guardare oltre.
Anche perché l’omosessualità fa ancora scandalo in Italia: perché se io vado nella mano mano con la mia compagna la gente, anche di sinistra, mi viene a dire che sono un esibizionista.
Mentre se lei va in giro mano nella mano con sua moglie, nessuno le viene a dire che siete due esibizionisti e che avete bisogno di manifestare la vostra eterosessualità.
Alcuni dicono: in pochi anni siete passati dall’orgoglio della diversità all’ambizione della normalità. Dal libero amore di Ferlinghetti alla voglia di matrimonio piccolo-borghese. È questa la rivoluzione?
Guardi, è faticoso essere diversi per una vita. In Germania, dove mi sono sposata con la mia compagna, mi sento una cittadina come tutti gli altri. In Italia, no, anche se i giovani delle grandi città stanno cambiando le cose. La vera rivoluzione in Italia è conquistare la normalità.
A proposito: che cosa cambia per le coppie gay ora che una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che è ormai superata «la differenza di sesso come presupposto naturalistico del matrimonio»?
La definirei una sentenza storica. Il tutto parte dal caso di una coppia sposata all’estero come nel mio caso. Io ho fatto una richiesta di registrazione del matrimonio al comune di Roma. Ovviamente me l’hanno respinto. Ora faremo ricorso a un giudice italiano, come decine di altre coppie gay. Il giudice ora può riconoscerti i tuoi diritti.
È un grande passo in avanti. Non basta. Ci vuole una legislazione sulle unioni civili.
Continuerò la mia battaglia, la più avanzata possibile, sapendo che non sarà facile. Nemmeno per il centrosinistra, la mia coalizione.
fonte http://blog.panorama.it di paolo.papi
Lacrime che hanno commosso l’opinione pubblica scatenando un vivace dibattito sui limiti del diritto di cronaca: se debba venire prima, quando una notizia riguarda la sfera intima di un personaggio pubblico, il diritto di informare oppure la tutela della sua riservatezza.
La parola o il silenzio. Gli italiani, come sempre, si sono divisi in due partiti: da un lato quelli che sostengono che violare il «segreto» che Dalla aveva scelto di custodire per una vita, nel giorno del suo funerale, sarebbe stato uno sfregio gratuito, per di più post-mortem.
Dall’altro coloro che hanno sottolineato quanto sia stato ipocrita «non dirlo» e far finta di nulla, quando in realtà tutti sapevano, tutti ne parlano.
Non solo a Bologna. È davvero meno velenosa per la memoria Dalla la mezza verità, vagamante accennata, della verità conclamata di cui è possibile discutere liberamente? Marco era il compagno di Lucio: e allora? Perché tacere della sua omosessualità?
Di questo si parlerà a Roma, lunedì 19 Marzo alle 15.30, in un incontro intitolato Per gli omosessuali la privacy è un diritto o un obbligo? che hanno organizzato presso presso l’Hotel Nazionale a Piazza Montecitorio due storiche voci del movimento gay: Paola Concia, deputata Pd, e Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia.
Onorevole Concia, perché questa iniziativa?
Questo incontro, cui parteciperanno giornalisti di diversa estrazione come Ferrara, Sallusti, Armeni e Beringuer, pone una serie di domande di cui vorremmo discutere con voi giornalisti.
Domande, non risposte. Siamo sicuri che il silenzio che è calato sugli amori di Lucio Dalla sia ascrivibile al diritto alla privacy?
Non è piuttosto, come io penso, lo specchio di un problema, di una società che fatica a parlare di sé a viso aperto? Di confrontarsi in modo aperto sul tema dell’omosessualità?
Sa già la risposta: perché questa era la volontà di Dalla.
E allora le chiedo: se, anziché chiamarsi Marco, la sua fidanzata si fosse chiamata Maria, i giornali si sarebbero forse astenuti dal fare paginate sulla loro storia d’amore, magari clandestina? Vede, noi in questi anni abbiamo saputo persino quanto ce l’aveva lungo il povero Berlusconi o di quanti centimetri fosse il frigorifero della casa di Montecarlo di Fini. Ora, con la morte di Dalla, tutti che invocano la privacy.
È bizzarro: perché la privacy vale solo per gli omosessuali?
Non c’è in questo silenzio la spia di qualcosa che non va?
Che cosa non va secondo lei?
Le farò un esempio: oggi apro Repubblica e a pagina due, per commentare la sentenza della Corte di Cassazione che riconosce alcuni diritti alle coppie omosex, campeggia in bella vista la foto di un gay pride con un ragazzo con una gonna!
Mi sono cascate le braccia, capisce quanto è pigra questa rappresentazione?
È mai possibile che la stampa si ostini a fare questa rappresentazione riduttiva del nostro mondo, come se tutti noi per fare l’amore ci arrampicassimo sui lampadari?
Sia chiaro: io difendo il gay pride, ma per gli altri 364 giorni in cui non sfilo, sono una noiosissima signora sposata in Germania con la mia compagna!
Perché non partiamo da qui, da quello che siamo tutti i giorni?
Le potrei obiettare che questa rappresentazione che lamenta è figlia anche delle storiche provocazioni del movimento gay quando dovevate uscire dalla clandestinità. Non è che, oggi, dovete fare un po’ di autocritica?
Forse sì. Noi lo diciamo in questa lettera sulla nostra iniziativa.
Ci sono state anche ingenuità che hanno contribuito a creare questa rappresentazione distorta.
Ma è l’ora di guardare oltre.
Anche perché l’omosessualità fa ancora scandalo in Italia: perché se io vado nella mano mano con la mia compagna la gente, anche di sinistra, mi viene a dire che sono un esibizionista.
Mentre se lei va in giro mano nella mano con sua moglie, nessuno le viene a dire che siete due esibizionisti e che avete bisogno di manifestare la vostra eterosessualità.
Alcuni dicono: in pochi anni siete passati dall’orgoglio della diversità all’ambizione della normalità. Dal libero amore di Ferlinghetti alla voglia di matrimonio piccolo-borghese. È questa la rivoluzione?
Guardi, è faticoso essere diversi per una vita. In Germania, dove mi sono sposata con la mia compagna, mi sento una cittadina come tutti gli altri. In Italia, no, anche se i giovani delle grandi città stanno cambiando le cose. La vera rivoluzione in Italia è conquistare la normalità.
A proposito: che cosa cambia per le coppie gay ora che una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che è ormai superata «la differenza di sesso come presupposto naturalistico del matrimonio»?
La definirei una sentenza storica. Il tutto parte dal caso di una coppia sposata all’estero come nel mio caso. Io ho fatto una richiesta di registrazione del matrimonio al comune di Roma. Ovviamente me l’hanno respinto. Ora faremo ricorso a un giudice italiano, come decine di altre coppie gay. Il giudice ora può riconoscerti i tuoi diritti.
È un grande passo in avanti. Non basta. Ci vuole una legislazione sulle unioni civili.
Continuerò la mia battaglia, la più avanzata possibile, sapendo che non sarà facile. Nemmeno per il centrosinistra, la mia coalizione.
fonte http://blog.panorama.it di paolo.papi
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unioni omosessuali,
vita di coppia
venerdì 16 marzo 2012
Stasera alle 21 a “Oltre le Differenze" si parla di comunicazione non convenzionale, parleranno dei blog LGBT, sarà menzionato anche NEWS DAL MONDO...
Su Antenna Radio Esse il mondo arcobaleno si racconta stasera Venerdì 16 marzo alle 21 e in replica sabato 17 alle 15, nel format radiofonico dedicato al mondo omosessuale si affronterà il tema dell'informazione lgbtq dal basso
In che modo il web 2.0, in particolare social network e blog, hanno rivoluzionato il modo di comunicare e di informare nel mondo omosessuale?
E' questo l'interrogativo a cui si cercherà di rispondere nella prossima puntata di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e transessuale, condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, che andrà in onda venerdì 16 marzo alle 21 (in replica sabato 17 alle 15) sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 99.10) e in diretta online dal sitowww.antennaradioesse.it.
Con un'intervista all'esperto di marketing, comunicazione e social media Jacopo Pasquini, alias Doctor Brand, blogger, formatore e responsabile comunicazione on-line del Master in comunicazione d'impresa dell'Università di Siena proveremo a capire come mai sono diventati così importanti i social network, soprattutto per la causa lgbtq, e in che modo la vita "virtuale" influenzi la nostra vita reale.
Nella seconda parte della puntata ci concentreremo sulla cosiddetta informazione dal basso e indagheremo i motivi per cui si sceglie di raccontare il mondo lgbtq da un'altra angolazione, solitamente meno indagata, insieme ad Andrea Bordoni, autore del blog "vogliosposaretizianoferro.it" che, utilizzando l'ossessione per il cantante, racconta con ironia la sua vita da omosessuale e le difficoltà con le quali ogni giorno si scontra.
Ascolteremo anche il video reporter di strada Eustachio79 che ha realizzato delle mini-serie documentaristiche, presenti su Youtube e su altre piattoforme web, in cui racconta quella quotidianità delle persone lgbtq che non viene quasi mai mostrata da altri mezzi di comunicazione.
Immancabile il consueto appuntamento con lo scaffale in cui consiglieremo film e libri lgbt e non mancheranno le segnalazioni di appuntamenti a tema.
Per chi ascolta “Oltre le differenze” c'è la possibilità di interagire con la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com.
E’ possibile inoltre visitare la pagina fan su facebook e il blog:oltreledifferenze.wordpress.com in cui trovate i video di tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione.oltreledifferenze
In che modo il web 2.0, in particolare social network e blog, hanno rivoluzionato il modo di comunicare e di informare nel mondo omosessuale?
E' questo l'interrogativo a cui si cercherà di rispondere nella prossima puntata di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e transessuale, condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini, che andrà in onda venerdì 16 marzo alle 21 (in replica sabato 17 alle 15) sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 99.10) e in diretta online dal sitowww.antennaradioesse.it.
Con un'intervista all'esperto di marketing, comunicazione e social media Jacopo Pasquini, alias Doctor Brand, blogger, formatore e responsabile comunicazione on-line del Master in comunicazione d'impresa dell'Università di Siena proveremo a capire come mai sono diventati così importanti i social network, soprattutto per la causa lgbtq, e in che modo la vita "virtuale" influenzi la nostra vita reale.
Nella seconda parte della puntata ci concentreremo sulla cosiddetta informazione dal basso e indagheremo i motivi per cui si sceglie di raccontare il mondo lgbtq da un'altra angolazione, solitamente meno indagata, insieme ad Andrea Bordoni, autore del blog "vogliosposaretizianoferro.it" che, utilizzando l'ossessione per il cantante, racconta con ironia la sua vita da omosessuale e le difficoltà con le quali ogni giorno si scontra.
Ascolteremo anche il video reporter di strada Eustachio79 che ha realizzato delle mini-serie documentaristiche, presenti su Youtube e su altre piattoforme web, in cui racconta quella quotidianità delle persone lgbtq che non viene quasi mai mostrata da altri mezzi di comunicazione.
Immancabile il consueto appuntamento con lo scaffale in cui consiglieremo film e libri lgbt e non mancheranno le segnalazioni di appuntamenti a tema.
Per chi ascolta “Oltre le differenze” c'è la possibilità di interagire con la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com.
E’ possibile inoltre visitare la pagina fan su facebook e il blog:oltreledifferenze.wordpress.com in cui trovate i video di tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione.oltreledifferenze
Arcigay. Cassazione: pagina storica per i diritti delle coppie lgbt
In attesa di conoscere le motivazioni, possiamo però dire già oggi che la sentenza 4184 della prima sezione civile della
Corte di Cassazione ha segnato un altro importante passo avanti sulla strada di una sempre più efficace protezione delle coppie omosessuali.
Sono almeno tre i punti che ci sembrano configurare un’autentica rivoluzione copernicana.Da una parte, la Corte afferma che le coppie omosessuali godono pienamente di un “diritto alla vita familiare”, recependo quindi l’orientamento già espresso dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2010 .
In secondo luogo la Cassazione riecheggia quasi testualmente la decisione già adottata dalla nostra Corte costituzionale sempre nel 2010, riconoscendo alle persone omosessuali “il diritto a vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilità di ricorrere ai giudici “a prescindere dall’intervento del legislatore in materia”.
Ma soprattutto la Corte formula importanti affermazioni di principio che sembrano smentire le posizioni recentemente espresse da alcuni politici circa la natura necessariamente eterosessuale del matrimonio.
Difatti, la sentenza chiarisce che “è stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio”.
Grande riconoscenza all’avvocato Francesco Bilotta,vero padre di una strategia giudiziaria che sta trascinando l’Italia dei politici pavidi e balbettanti più vicino all’Europa delle grandi scelte e dei grandi ideali.
Da oggi principi fino a ieri incredibili entrano nel nostro ordinamento come autentico diritto vivente.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
fonte http://www.arcigay.it
Corte di Cassazione ha segnato un altro importante passo avanti sulla strada di una sempre più efficace protezione delle coppie omosessuali.
Sono almeno tre i punti che ci sembrano configurare un’autentica rivoluzione copernicana.Da una parte, la Corte afferma che le coppie omosessuali godono pienamente di un “diritto alla vita familiare”, recependo quindi l’orientamento già espresso dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2010 .
In secondo luogo la Cassazione riecheggia quasi testualmente la decisione già adottata dalla nostra Corte costituzionale sempre nel 2010, riconoscendo alle persone omosessuali “il diritto a vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilità di ricorrere ai giudici “a prescindere dall’intervento del legislatore in materia”.
Ma soprattutto la Corte formula importanti affermazioni di principio che sembrano smentire le posizioni recentemente espresse da alcuni politici circa la natura necessariamente eterosessuale del matrimonio.
Difatti, la sentenza chiarisce che “è stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio”.
Grande riconoscenza all’avvocato Francesco Bilotta,vero padre di una strategia giudiziaria che sta trascinando l’Italia dei politici pavidi e balbettanti più vicino all’Europa delle grandi scelte e dei grandi ideali.
Da oggi principi fino a ieri incredibili entrano nel nostro ordinamento come autentico diritto vivente.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
fonte http://www.arcigay.it
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unioni civili
Lgbt: Sentenza della Cassazione sulla trascrizione del matrimonio contratto all'estero, la sentenza n. 4184 del 2012 decide un caso iniziato nel 2004
Sentenza storica per le coppie formete da persone dello stesso sesso: “i componenti della coppia omosessuale, conviventi in stabile relazione di fatto, se secondo la legislazione italiana non possono far valere ne’ il diritto a contrarre matrimonio ne’ il diritto alla trascrizione del matrimonio contratto all’estero, tuttavia - a prescindere dall’intervento del legislatore in materia - quali titolari del diritto alla vita famigliare e nell’esercizio del diritto inviolabile di vivere liberamente una condizione di coppia e del diritto alla tutela giurisdizionale di specifiche situazioni, segnatamente alla tutela di altri diritti fondamentali, possono adire i giudici comuni per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. In questi termini si è pronunciata oggi la prima sezione civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4184.
Pur negando la trascrizione delle nozze celebrate all'estero, la Suprema Corte ha stabilito che per le coppie formate da persone dello stesso sesso devono valere sia il diritto "di vivere liberamente" una condizione di coppia, sia il diritto "alla tutela giurisdizionale di specifiche situazioni, segnatamente alla tutela di altri diritti fondamentali".
La sentenza chiude una vicenda giudiziaria partita da Latina, quando una coppia, che nei Paesi Bassi aveva contratto matrimonio all'Aja, chiese la trascrizione delle nozze nel nostro Paese.
"Ci riserviamo di pubblicare una nota a commento della sentenza dopo aver letto le motivazioni, con le quali i giudici hanno negato la trascrizione.
Da quanto riportato tra virgolette, ci sembra che la Corte compia una rivoluzione copernicana riconoscendo che l'identità di sesso non è presupposto naturalistico e ragione di insesistenza del matrimonio.
Congratulazioni al collega Francesco Bilotta, nostro socio e co-fondatore che ha difeso il caso dinanzi alla Cassazione".
Con queste parole si è espresso l'avv. Antonio Rotelli, Presidente di Avvocatura per i diritti LGBTI - Rete Lenford.
fonte http://www.retelenford.it Ufficio Stampa
Pur negando la trascrizione delle nozze celebrate all'estero, la Suprema Corte ha stabilito che per le coppie formate da persone dello stesso sesso devono valere sia il diritto "di vivere liberamente" una condizione di coppia, sia il diritto "alla tutela giurisdizionale di specifiche situazioni, segnatamente alla tutela di altri diritti fondamentali".
La sentenza chiude una vicenda giudiziaria partita da Latina, quando una coppia, che nei Paesi Bassi aveva contratto matrimonio all'Aja, chiese la trascrizione delle nozze nel nostro Paese.
"Ci riserviamo di pubblicare una nota a commento della sentenza dopo aver letto le motivazioni, con le quali i giudici hanno negato la trascrizione.
Da quanto riportato tra virgolette, ci sembra che la Corte compia una rivoluzione copernicana riconoscendo che l'identità di sesso non è presupposto naturalistico e ragione di insesistenza del matrimonio.
Congratulazioni al collega Francesco Bilotta, nostro socio e co-fondatore che ha difeso il caso dinanzi alla Cassazione".
Con queste parole si è espresso l'avv. Antonio Rotelli, Presidente di Avvocatura per i diritti LGBTI - Rete Lenford.
fonte http://www.retelenford.it Ufficio Stampa
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unioni civili
Lgbt: Unioni gay, Cassazione: "Hanno il diritto alla 'vita familiare' come tutte le coppie etero"
Roma, La Suprema corte dice "no alla trascrizione delle nozze celebrate all'estero" ma le coppie omosessuali possono far valere il loro "diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata".
Superata anche la concezione per cui la diversità di sesso degli sposi è indispensabile all'esistenza delle nozze
La coppia omosessuale è "titolare del diritto alla vita famigliare" come qualsiasi altra coppia coniugata formata da marito e moglie.
L'apertura nei confronti delle coppie omosessuali arriva dalla Cassazione che per la prima volta si trova a dover affrontare il caso di una coppia gay della provincia di Roma che aveva contratto il matrimonio all'Aja nei Paesi Bassi e chiedeva la trascrizione del matrimonio nel nostro Paese.
La prima sezione civile con la sentenza 4184 ha detto no alla trascrizione delle nozze celebrate all'estero ma ha stabilito che anche per le coppie gay devono valere gli stessi diritti assicurati dalla legge a qualsiasi coppia etero.
In particolare, la suprema Corte spiega che "i componenti della coppia omosessuale, conviventi in stabile relazione di fatto, se secondo la legislazione italiana non possono far valere né il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio contratto all'estero, tuttavia - a prescindere dall'intervento del legislatore in materia- quali titolari del diritto alla 'vita famigliare' e nell'esercizio del diritto inviolabile di vivere liberamente una condizione di coppia e del diritto alla tutela giurisdizionale di specifiche situazioni, segnatamente alla tutela di altri diritti fondamentali, possono adire i giudici comuni per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata".
Quanto al fatto che il matrimonio gay celebrato all'estero non può avere validità nel nostro Paese, la suprema Corte chiarisce che "è stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio". Il no alla trascrizione delle nozze gay nel nostro Paese, dunque, chiarisce la Cassazione "non dipende più dalla loro inesistenza e neppure dalla loro invalidità, semplicemente dalla loro inidoneità a produrre, quali atti di matrimonio, qualsiasi effetto giuridico nell'ordinamento italiano".
Il primo caso di trascrizione di matrimonio gay celebrato all'estero riguarda una coppia omosex residente a Latina A.G. e M.O. La trascrizione del matrimonio era già stata negata dal sindaco di Latina l'11 agosto 2004.
La Cassazione, art. 2 della Costituzione alla mano, ricorda che "spetta al Parlamento, nell'esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni" omosessuali, "restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità di intervenire a tutela di specifiche situazioni".
La Suprema Corte, infatti, riconosce che "in relazione ad ipotesi particolari" come per esempio nel caso di assegnazione della casa, è "riscontrabile la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale".
Anche alla luce delle pronunce della Corte costituzionale, la Suprema Corte, pur ricordando che "è escluso il diritto fondamentale di contrarre matrimonio a due persone dello stesso sesso", riconosce che proprio per effetto di queste decisioni sono derivate "importanti conseguenze sul piano della tutela giurisdizionale dell'unione omosessuale".
Quanto alla richiesta, respinta, della coppia gay di portare la vicenda davanti ala Corte di giustizia europea, la Cassazione ha evidenziato che la materia in questione "è del tutto estranea alle competenze dell'Unione europea e priva di qualsiasi legame, anche indiretto, con il diritto dell'Unione".
In ogni caso, piazza Cavour osserva che nei confronti della coppia omosex non si verifica "alcuna lesione della libertà di circolazione e di soggiorno, dipendendo dalla attribuzione a ciascuno Stato membro dell'Unione la libera scelta di garantire o no il diritto al matrimonio omosessuale". La Cassazione, pur respingendo il ricorso della coppia gay e dicendo quindi no alla trascrizione delle nozze contratte in Olanda il 1 giugno 2002, precisa che "la risposta negativa si fonda su ragioni diverse da quella della 'inesistenza' di un matrimonio siffatto per l'ordinamento italiano".
La Suprema Corte, aprendo ai diritti delle coppie gay, mette nero su bianco che è ormai superata la concezione per cui la diversità di sesso sia "indispensabile alla esistenza delle nozze": "Se nel nostro ordinamento è compresa una norma che ha privato di rilevanza giuridica la diversità di sesso dei nubendi, ne segue che la giurisprudenza di questa Corte, secondo la quale la diversità di sesso dei nubendi è, unitamente alla manifestazione di volontà matrimoniale dagli stessi espressa in presenza dell'ufficiale dello stato civile celebrante, requisito minimo indispensabile per la stessa 'esistenza' del matrimonio civile, come atto giuridicamente rilevante - non si dimostra più adeguata alla attuale realtà giuridica, essendo stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio".
fonte http://www.adnkronos.com
Superata anche la concezione per cui la diversità di sesso degli sposi è indispensabile all'esistenza delle nozze
La coppia omosessuale è "titolare del diritto alla vita famigliare" come qualsiasi altra coppia coniugata formata da marito e moglie.
L'apertura nei confronti delle coppie omosessuali arriva dalla Cassazione che per la prima volta si trova a dover affrontare il caso di una coppia gay della provincia di Roma che aveva contratto il matrimonio all'Aja nei Paesi Bassi e chiedeva la trascrizione del matrimonio nel nostro Paese.
La prima sezione civile con la sentenza 4184 ha detto no alla trascrizione delle nozze celebrate all'estero ma ha stabilito che anche per le coppie gay devono valere gli stessi diritti assicurati dalla legge a qualsiasi coppia etero.
In particolare, la suprema Corte spiega che "i componenti della coppia omosessuale, conviventi in stabile relazione di fatto, se secondo la legislazione italiana non possono far valere né il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio contratto all'estero, tuttavia - a prescindere dall'intervento del legislatore in materia- quali titolari del diritto alla 'vita famigliare' e nell'esercizio del diritto inviolabile di vivere liberamente una condizione di coppia e del diritto alla tutela giurisdizionale di specifiche situazioni, segnatamente alla tutela di altri diritti fondamentali, possono adire i giudici comuni per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata".
Quanto al fatto che il matrimonio gay celebrato all'estero non può avere validità nel nostro Paese, la suprema Corte chiarisce che "è stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio". Il no alla trascrizione delle nozze gay nel nostro Paese, dunque, chiarisce la Cassazione "non dipende più dalla loro inesistenza e neppure dalla loro invalidità, semplicemente dalla loro inidoneità a produrre, quali atti di matrimonio, qualsiasi effetto giuridico nell'ordinamento italiano".
Il primo caso di trascrizione di matrimonio gay celebrato all'estero riguarda una coppia omosex residente a Latina A.G. e M.O. La trascrizione del matrimonio era già stata negata dal sindaco di Latina l'11 agosto 2004.
La Cassazione, art. 2 della Costituzione alla mano, ricorda che "spetta al Parlamento, nell'esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni" omosessuali, "restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità di intervenire a tutela di specifiche situazioni".
La Suprema Corte, infatti, riconosce che "in relazione ad ipotesi particolari" come per esempio nel caso di assegnazione della casa, è "riscontrabile la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale".
Anche alla luce delle pronunce della Corte costituzionale, la Suprema Corte, pur ricordando che "è escluso il diritto fondamentale di contrarre matrimonio a due persone dello stesso sesso", riconosce che proprio per effetto di queste decisioni sono derivate "importanti conseguenze sul piano della tutela giurisdizionale dell'unione omosessuale".
Quanto alla richiesta, respinta, della coppia gay di portare la vicenda davanti ala Corte di giustizia europea, la Cassazione ha evidenziato che la materia in questione "è del tutto estranea alle competenze dell'Unione europea e priva di qualsiasi legame, anche indiretto, con il diritto dell'Unione".
In ogni caso, piazza Cavour osserva che nei confronti della coppia omosex non si verifica "alcuna lesione della libertà di circolazione e di soggiorno, dipendendo dalla attribuzione a ciascuno Stato membro dell'Unione la libera scelta di garantire o no il diritto al matrimonio omosessuale". La Cassazione, pur respingendo il ricorso della coppia gay e dicendo quindi no alla trascrizione delle nozze contratte in Olanda il 1 giugno 2002, precisa che "la risposta negativa si fonda su ragioni diverse da quella della 'inesistenza' di un matrimonio siffatto per l'ordinamento italiano".
La Suprema Corte, aprendo ai diritti delle coppie gay, mette nero su bianco che è ormai superata la concezione per cui la diversità di sesso sia "indispensabile alla esistenza delle nozze": "Se nel nostro ordinamento è compresa una norma che ha privato di rilevanza giuridica la diversità di sesso dei nubendi, ne segue che la giurisprudenza di questa Corte, secondo la quale la diversità di sesso dei nubendi è, unitamente alla manifestazione di volontà matrimoniale dagli stessi espressa in presenza dell'ufficiale dello stato civile celebrante, requisito minimo indispensabile per la stessa 'esistenza' del matrimonio civile, come atto giuridicamente rilevante - non si dimostra più adeguata alla attuale realtà giuridica, essendo stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio".
fonte http://www.adnkronos.com
giovedì 15 marzo 2012
Lgbt Toscana: Il Renaissance Tuscany Il Ciocco Resort & Spa è membro di IGLTA International Gay & Lesbian Travel Association
Il primo Resort toscano della catena Renaissance e il Renaissance Tuscany Il Ciocco Resort & Spa di Barga (Lucca) annuncia la sua affiliazione all’International Gay & Lesbian Travel Association, l’organizzazione internazionale punto di riferimento per turisti e operatori turistici nella comunità LGBT ed invita tutti a scoprire questa nuova location aderendo alla politica Internazionale della catena Renaissance Hotels & Resorts.
Di recentissima ristrutturazione nell’inconfondibile design modern chic, l’esclusivo complesso turistico della Garfagnana gode di un’ottima posizione tra le colline della Valle del Serchio, lontano dai rumori e dal caos cittadino ma facilmente raggiungibile da Lucca, Pisa, Firenze e dalla Versilia.
Una destinazione ideale per abbinare relax e benessere al divertimento, in un’atmosfera elegante ma sempre calda e accogliente.
Immerso nel verde di un parco di 2000 ettari in cui è possibile praticare qualsiasi tipo di attività sportiva e ricreativa, il Renaissance Tuscany Il Ciocco Resort & Spa conta in totale ben 180 camere, incluse le 11 suite e le 65 nuove camere lifestyle, appena ristrutturate in una perfetta fusione tra classico e moderno, due ristoranti (La Veranda e il raffinato Le Salette), una completa Area Wellness composta da palestra, piscina riscaldata interna, sauna, calidarium, doccia con cromoterapia, cascata di ghiaccio ed esclusiva zona relax, la Beauty Spa firmata Daniela Steiner e un’ampia aera eventi che può ospitare fino a 900 persone.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.renaissancetuscany.com
o il profilo del Renaissance Tuscany Il Ciocco Resort & Spa sul sito IGLTA al link www.iglta.org/common/details.cfm?id=5307#.T0dIAXIvEfo.email.
Ufficio Stampa e P.R.
CBO – Communication by Objectives
19, via Foppa – Milano
0285458311 – ilciocco@cbopr.com
fonte http://www.corriereinformazione.it
Di recentissima ristrutturazione nell’inconfondibile design modern chic, l’esclusivo complesso turistico della Garfagnana gode di un’ottima posizione tra le colline della Valle del Serchio, lontano dai rumori e dal caos cittadino ma facilmente raggiungibile da Lucca, Pisa, Firenze e dalla Versilia.
Una destinazione ideale per abbinare relax e benessere al divertimento, in un’atmosfera elegante ma sempre calda e accogliente.
Immerso nel verde di un parco di 2000 ettari in cui è possibile praticare qualsiasi tipo di attività sportiva e ricreativa, il Renaissance Tuscany Il Ciocco Resort & Spa conta in totale ben 180 camere, incluse le 11 suite e le 65 nuove camere lifestyle, appena ristrutturate in una perfetta fusione tra classico e moderno, due ristoranti (La Veranda e il raffinato Le Salette), una completa Area Wellness composta da palestra, piscina riscaldata interna, sauna, calidarium, doccia con cromoterapia, cascata di ghiaccio ed esclusiva zona relax, la Beauty Spa firmata Daniela Steiner e un’ampia aera eventi che può ospitare fino a 900 persone.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.renaissancetuscany.com
o il profilo del Renaissance Tuscany Il Ciocco Resort & Spa sul sito IGLTA al link www.iglta.org/common/details.cfm?id=5307#.T0dIAXIvEfo.email.
Ufficio Stampa e P.R.
CBO – Communication by Objectives
19, via Foppa – Milano
0285458311 – ilciocco@cbopr.com
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Lgbt Russia: Una legge istituisce multe per chi esterna la propria omosessualità
Sono notizie sconvolgenti e tristi quelle che arrivano dalla Russia, dove il consiglio di San Pietroburgo ha varato oggi un provvedimento legislativo in pieno stile omofobo.
Secondo quanto previsto dalla normativa tutti i cittadini che faranno esplicito riferimento al proprio orientamento omosessuale a individui che non hanno compiuto la maggiore età saranno soggetti ad una sanzione pecuniaria.
Qualsiasi tipo di esternazione che tradisca una tendenza ritenuta poco rispettosa dei dogmi dell’eterosessualità sarà quindi proibita nei luoghi pubblici.
La società russa non si è mai dimostrata particolarmente propensa ad accogliere le istanze dei movimenti che si battono per i diritti dei cosiddetti LGBT (Lesbians, Gays, Bisex, Trans), tanto che una legge che nel Paese prevedeva l’estromissione dell’omosessualità dalla rosa dei reati perseguibili è stata introdotta solamente nel 1993.
Addirittura fino al 1999, meno di quindici anni fa, gli omosessuali erano considerati dalla giurisdizione medica degli individui psichicamente instabili.
A dimostrazione del grado di omofobia che ancora serpeggia all’interno di certe aree della Russia, sta il fatto che durante la votazione del provvedimento a San Pietroburgo solo in 5 tra i votanti hanno espresso parere contrario (29 sono stati coloro che hanno espresso un giudizio positivo, 15 coloro che hanno disertato e 1 astenuto).
I militanti peri diritti LGBT russi hanno esternato il proprio disappunto ed hanno promesso di fare appello alla Corte Europea per i diritti dell’uomo al fine di fronteggiare un provvedimento che hanno giudicato a buon diritto “medioevale”.
Da notare anche il fatto che la multa prevista dalla legge non è assolutamente irrisoria e introduce sanzioni per 120 euro circa a carico dei singoli, fino ad arrivare ai 12.000 euro previsti in caso di manifestazioni organizzate sul genere del Gay Pride.
fonte http://www.direttanews.it
Secondo quanto previsto dalla normativa tutti i cittadini che faranno esplicito riferimento al proprio orientamento omosessuale a individui che non hanno compiuto la maggiore età saranno soggetti ad una sanzione pecuniaria.
Qualsiasi tipo di esternazione che tradisca una tendenza ritenuta poco rispettosa dei dogmi dell’eterosessualità sarà quindi proibita nei luoghi pubblici.
La società russa non si è mai dimostrata particolarmente propensa ad accogliere le istanze dei movimenti che si battono per i diritti dei cosiddetti LGBT (Lesbians, Gays, Bisex, Trans), tanto che una legge che nel Paese prevedeva l’estromissione dell’omosessualità dalla rosa dei reati perseguibili è stata introdotta solamente nel 1993.
Addirittura fino al 1999, meno di quindici anni fa, gli omosessuali erano considerati dalla giurisdizione medica degli individui psichicamente instabili.
A dimostrazione del grado di omofobia che ancora serpeggia all’interno di certe aree della Russia, sta il fatto che durante la votazione del provvedimento a San Pietroburgo solo in 5 tra i votanti hanno espresso parere contrario (29 sono stati coloro che hanno espresso un giudizio positivo, 15 coloro che hanno disertato e 1 astenuto).
I militanti peri diritti LGBT russi hanno esternato il proprio disappunto ed hanno promesso di fare appello alla Corte Europea per i diritti dell’uomo al fine di fronteggiare un provvedimento che hanno giudicato a buon diritto “medioevale”.
Da notare anche il fatto che la multa prevista dalla legge non è assolutamente irrisoria e introduce sanzioni per 120 euro circa a carico dei singoli, fino ad arrivare ai 12.000 euro previsti in caso di manifestazioni organizzate sul genere del Gay Pride.
fonte http://www.direttanews.it
Apre a New York il nuovo centro sociale per gli “anziani LGBT”
Il 1 di Marzo ha aperto le sue porte, a New York, il SAGE Innovative Senior Center, il primo centro sociale negli Stati Uniti destinato in modo specifico alle necessità degli “anziani” GLBT”.
SAGE si somma agli altri 258 centri per anziani della città, e sarà amministrato dal dipartimento del welfare. All’interno della struttura gli anziani appartenenti alla comunità LGBT potranno trovare un’ambiente dove socializzare, assistere a corsi d’informatica e ginnastica, a seminari riguardanti salute e sicurezza e partecipare ad uscite culturali.
Per molti anziani omosessuali, questo posto, rappresenta un’ambiente accogliente, con quella famigliarità che non hanno mai potuto trovare altrove, per colpa del loro orientamento sessuale.
Secondo Michael Adams, direttore esecutivo del SAGE, il centro cambierà la vita degli anziani LGBT di New York, e sarà un raggio di luce in lungo e in largo per tutto il paese.
Secondo Christine Quinn, presidente del consiglio comunale, nonché omosessuale con la carica più alta in città, l’apertura del centro, rappresenta una nuova pietra miliare per gli omosessuali newyorchesi, insieme all’approvazione del matrimonio egualitario lo scorso anno.
fonte http://gaymagazine.likepage.it da Daniele
SAGE si somma agli altri 258 centri per anziani della città, e sarà amministrato dal dipartimento del welfare. All’interno della struttura gli anziani appartenenti alla comunità LGBT potranno trovare un’ambiente dove socializzare, assistere a corsi d’informatica e ginnastica, a seminari riguardanti salute e sicurezza e partecipare ad uscite culturali.
Per molti anziani omosessuali, questo posto, rappresenta un’ambiente accogliente, con quella famigliarità che non hanno mai potuto trovare altrove, per colpa del loro orientamento sessuale.
Secondo Michael Adams, direttore esecutivo del SAGE, il centro cambierà la vita degli anziani LGBT di New York, e sarà un raggio di luce in lungo e in largo per tutto il paese.
Secondo Christine Quinn, presidente del consiglio comunale, nonché omosessuale con la carica più alta in città, l’apertura del centro, rappresenta una nuova pietra miliare per gli omosessuali newyorchesi, insieme all’approvazione del matrimonio egualitario lo scorso anno.
fonte http://gaymagazine.likepage.it da Daniele
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Parlamento Europeo approva due importanti documenti in difesa delle persone Lgbt, respinti emendamenti contro matrimonio same-sex
Il coniuge spagnolo dello stesso sesso sposato, sulla base della legge spagnola, ad un italiano potrà ereditare i suoi beni, nonostante l'Italia non preveda il matrimonio tra le persone dello stesso sesso.
Il Parlamento Europeo ha approvato oggi due relazioni che difendono i diritti delle persone LGBTI. La relazione Lechner sulla "giurisdizione, la legge, il riconoscimento e l'applicazione delle decisioni e degli strumenti relativi alla successione e la creazione di un Certificato Europeo di Successione".
La Relazione si richiama alla Carta Europea dei Diritti Fondamentali ed in particolare si esprime sulla proibizione di tutte le discriminazioni, incluse quelle basate sull'orientamento sessuale: il coniuge spagnolo dello stesso sesso sposato, sulla base della legge spagnola, ad un italiano potrà ereditare i suoi beni, nonostante l'Italia non preveda il matrimonio tra le persone dello stesso sesso.
Il Parlamento Europeo ha inoltre approvato la relazione della deputata Sophie In't Veld sull'eguaglianza tra le donne e gli uomini nella UE per il 2011. La relazione, nonostante il tentativo fallito da parte del PPE di cancellare i paragrafi più importanti sui diritti LGBTI, chiede alla Commissione ed agli Stati membri di "elaborare proposte per il mutuo riconoscimento delle unioni civili e delle famiglie dello stesso sesso".
Il documento approvato critica le definizioni restrittive adottate da in alcuni Stati membri sulla famiglia, ricordando il divieto di discriminazione previsto dalla Carta dei Diritti Fondamentali e chiede al Consiglio Europeo di sbloccare la direttiva anti-discriminazione ferma ormai da oltre tre anni.
Il testo chiede alla Commissione di lanciare una Roadmap per i diritti delle persone LGBTI e richiama il fatto che le famiglie nella UE sono diverse e composite, includendo anche le coppie dello stesso sesso, e che meritano uguale protezione all’interno dell’Unione Europea.
Il passaggio piu' nettamente a favore dei matrimoni gay e' contenuto nel paragrafo 7 della Relazione, che un emendamento di alcuni deputati del Ppe, respinto dall'aula, voleva cancellare.
L’Associazione Radicale Certi Diritti ringrazia i membri del Parlamento europeo per l'approvazione delle due relazioni che tutelano i diritti delle persone LGBTI, e chiede al Governo ed al Parlamento italiano di adottare leggi e politiche in questo senso, al di là degli Alfano e delle Bindi di turno, specularmente e vaticanamente conservatori rispetto alle tendenze più moderne che si affermano sempre più in Europa sul diritto di famiglia.
Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti
fonte http://www.certidiritti.it/
Il Parlamento Europeo ha approvato oggi due relazioni che difendono i diritti delle persone LGBTI. La relazione Lechner sulla "giurisdizione, la legge, il riconoscimento e l'applicazione delle decisioni e degli strumenti relativi alla successione e la creazione di un Certificato Europeo di Successione".
La Relazione si richiama alla Carta Europea dei Diritti Fondamentali ed in particolare si esprime sulla proibizione di tutte le discriminazioni, incluse quelle basate sull'orientamento sessuale: il coniuge spagnolo dello stesso sesso sposato, sulla base della legge spagnola, ad un italiano potrà ereditare i suoi beni, nonostante l'Italia non preveda il matrimonio tra le persone dello stesso sesso.
Il Parlamento Europeo ha inoltre approvato la relazione della deputata Sophie In't Veld sull'eguaglianza tra le donne e gli uomini nella UE per il 2011. La relazione, nonostante il tentativo fallito da parte del PPE di cancellare i paragrafi più importanti sui diritti LGBTI, chiede alla Commissione ed agli Stati membri di "elaborare proposte per il mutuo riconoscimento delle unioni civili e delle famiglie dello stesso sesso".
Il documento approvato critica le definizioni restrittive adottate da in alcuni Stati membri sulla famiglia, ricordando il divieto di discriminazione previsto dalla Carta dei Diritti Fondamentali e chiede al Consiglio Europeo di sbloccare la direttiva anti-discriminazione ferma ormai da oltre tre anni.
Il testo chiede alla Commissione di lanciare una Roadmap per i diritti delle persone LGBTI e richiama il fatto che le famiglie nella UE sono diverse e composite, includendo anche le coppie dello stesso sesso, e che meritano uguale protezione all’interno dell’Unione Europea.
Il passaggio piu' nettamente a favore dei matrimoni gay e' contenuto nel paragrafo 7 della Relazione, che un emendamento di alcuni deputati del Ppe, respinto dall'aula, voleva cancellare.
L’Associazione Radicale Certi Diritti ringrazia i membri del Parlamento europeo per l'approvazione delle due relazioni che tutelano i diritti delle persone LGBTI, e chiede al Governo ed al Parlamento italiano di adottare leggi e politiche in questo senso, al di là degli Alfano e delle Bindi di turno, specularmente e vaticanamente conservatori rispetto alle tendenze più moderne che si affermano sempre più in Europa sul diritto di famiglia.
Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti
fonte http://www.certidiritti.it/
mercoledì 14 marzo 2012
Lgbt ONU: Ban Ki-moon alle lesbiche, gay, bisessuali e transgender: "Non siete soli"
Il segretario dell'Onu apre la prima assemblea plenaria che affonta il tema dei diritti lgbt e si rivolge direttamente agli omosessuali di tutto il mondo con un toccante discorso
Si è aperto a Ginevra, presso la sede della Commissione ONU per i Diritti Umani, la prima assemblea plenaria sui diritti lgbt, l'orientamento sessuale e l'identità di genere.
Mentre i paesi arabi e africani hanno deciso di non partecipare, dentro si faceva la storia.
Davanti ai 47 paesi membri della commissione, infatti, il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon ha tenuto un importante discorso in video sui diritti gay rivolgendosi direttamente alle persone lgbt.
"Alle lesbiche, gay, bisessuali o transgender, lasciatemi dire: non siete soli. La vostra battaglia per la fine della violenza e della discriminazione è una battaglia condivisa", ha detto Ban Ki-moon.
"Ogni attacco a voi è un attacco ai valori universali delle Nazioni Unite che ho giurato di difendere e promuovere. Oggi sto con voi e invito tutti i paesi e i popoli a stare dalla vostra parte".
In 76, dei 192 paesi membri delle Nazioni Unite i rapporti dello stesso esso rimangono illegali e in almeno 5 di questi Iran, Mauritania, Arabia Saudita, Sudan e Yemen è prevista la pena di morte.
Il commissario per i diritti umani Navi Pillay ha chiesto a tutti i paesi di abolire le leggi che discriminano o penalizzano l'omosessualità o peggio ancora che prevedono la pena di morte.
L'incontro di oggi arriva dopo che nel giugno dello scorso anno, l'assemblea votò una risoluzione in questa direzione. Ad opporsi al testo, in quella occasione, furono fra gli altri il Pakistan, l'Arabia Saudita e la Russia.
fonte http://www.gay.it/
Si è aperto a Ginevra, presso la sede della Commissione ONU per i Diritti Umani, la prima assemblea plenaria sui diritti lgbt, l'orientamento sessuale e l'identità di genere.
Mentre i paesi arabi e africani hanno deciso di non partecipare, dentro si faceva la storia.
Davanti ai 47 paesi membri della commissione, infatti, il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon ha tenuto un importante discorso in video sui diritti gay rivolgendosi direttamente alle persone lgbt.
"Alle lesbiche, gay, bisessuali o transgender, lasciatemi dire: non siete soli. La vostra battaglia per la fine della violenza e della discriminazione è una battaglia condivisa", ha detto Ban Ki-moon.
"Ogni attacco a voi è un attacco ai valori universali delle Nazioni Unite che ho giurato di difendere e promuovere. Oggi sto con voi e invito tutti i paesi e i popoli a stare dalla vostra parte".
In 76, dei 192 paesi membri delle Nazioni Unite i rapporti dello stesso esso rimangono illegali e in almeno 5 di questi Iran, Mauritania, Arabia Saudita, Sudan e Yemen è prevista la pena di morte.
Il commissario per i diritti umani Navi Pillay ha chiesto a tutti i paesi di abolire le leggi che discriminano o penalizzano l'omosessualità o peggio ancora che prevedono la pena di morte.
L'incontro di oggi arriva dopo che nel giugno dello scorso anno, l'assemblea votò una risoluzione in questa direzione. Ad opporsi al testo, in quella occasione, furono fra gli altri il Pakistan, l'Arabia Saudita e la Russia.
fonte http://www.gay.it/
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Lgbt: E' on line il bando 2012 del Premio 'Maria Baiocchi' per le migliori tesi di laurea in gender studies
Il Premio “Maria Baiocchi” e post-laurea in gender studies è arrivato alla sua VIII edizione.
Il suo presupposto è che la ricerca sulle identità di genere e sugli orientamenti sessuali costituisca un potenziale innovativo in tutti i campi del sapere e, al tempo stesso, che la ricerca sia un elemento di crescita culturale e civile ad ogni livello.
L’iniziativa del Premio intende censire e raccogliere, ma soprattutto incoraggiare e valorizzare, i lavori LGBT che vengono realizzati negli atenei italiani.
Le classi di concorso e i rispettivi premi:
* 1 premio di € 1.000 per la migliore tesi di laurea di II° livello;
* 1 borsa di studio di € 2.000 per la migliore tesi di master o di dottorato di ricerca.
Possono partecipare giovani studiosi laureatisi sui temi dell’orientamento sessuale gay, lesbico, bi- e trans-sessuale, in campo umanistico (storico, giuridico e sociale), economico, medico e psicologico, e in particolare:
* alla prima classe di concorso (II livello) chi abbia discusso una tesi di laurea specialistica, magistrale o vecchio ordinamento, dall’anno accademico 2009/2010, presso università italiane o presso sedi italiane di università straniere/internazionali con sedi in Italia;
* alla seconda classe di concorso (Ricerca) chi abbia discusso una tesi di master (I° o II° livello) o dottorato di ricerca, senza limitazioni temporali, presso università italiane o straniere oppure presso sedi italiane di università straniere/internazionali con sedi in Italia.
Non può essere ammesso con la stessa tesi, chi abbia già partecipato alle precedenti edizioni del Premio “Maria Baiocchi”
Le tesi dovranno pervenire alla sede dell’associazione – DGP, Via Costantino 82, 00145 Roma – sia in formato cartaceo (rilegato) in duplice copia, sia in formato digitale (word/pdf) su CD o DVD, entro e non oltre la data del 14 maggio 2012 (fa fede il timbro postale), con l’indicazione sul plico «concorso lgbt studies».
Per conoscere la documentazione necessaria alla partecipazione, scaricare il bando allegato a questo link:
http://www.digayproject.org/coddocumento/475/Bando%20Maria%20Baiocchi%202012.pdf
Eventuali proroghe nella data di consegna verranno segnalate a tempo debito su questo sito, nella presente sezione.
Per informazioni:
06.5134741
premiotesi@digayproject.org
fonte http://www.digayproject.org
Il suo presupposto è che la ricerca sulle identità di genere e sugli orientamenti sessuali costituisca un potenziale innovativo in tutti i campi del sapere e, al tempo stesso, che la ricerca sia un elemento di crescita culturale e civile ad ogni livello.
L’iniziativa del Premio intende censire e raccogliere, ma soprattutto incoraggiare e valorizzare, i lavori LGBT che vengono realizzati negli atenei italiani.
Le classi di concorso e i rispettivi premi:
* 1 premio di € 1.000 per la migliore tesi di laurea di II° livello;
* 1 borsa di studio di € 2.000 per la migliore tesi di master o di dottorato di ricerca.
Possono partecipare giovani studiosi laureatisi sui temi dell’orientamento sessuale gay, lesbico, bi- e trans-sessuale, in campo umanistico (storico, giuridico e sociale), economico, medico e psicologico, e in particolare:
* alla prima classe di concorso (II livello) chi abbia discusso una tesi di laurea specialistica, magistrale o vecchio ordinamento, dall’anno accademico 2009/2010, presso università italiane o presso sedi italiane di università straniere/internazionali con sedi in Italia;
* alla seconda classe di concorso (Ricerca) chi abbia discusso una tesi di master (I° o II° livello) o dottorato di ricerca, senza limitazioni temporali, presso università italiane o straniere oppure presso sedi italiane di università straniere/internazionali con sedi in Italia.
Non può essere ammesso con la stessa tesi, chi abbia già partecipato alle precedenti edizioni del Premio “Maria Baiocchi”
Le tesi dovranno pervenire alla sede dell’associazione – DGP, Via Costantino 82, 00145 Roma – sia in formato cartaceo (rilegato) in duplice copia, sia in formato digitale (word/pdf) su CD o DVD, entro e non oltre la data del 14 maggio 2012 (fa fede il timbro postale), con l’indicazione sul plico «concorso lgbt studies».
Per conoscere la documentazione necessaria alla partecipazione, scaricare il bando allegato a questo link:
http://www.digayproject.org/coddocumento/475/Bando%20Maria%20Baiocchi%202012.pdf
Eventuali proroghe nella data di consegna verranno segnalate a tempo debito su questo sito, nella presente sezione.
Per informazioni:
06.5134741
premiotesi@digayproject.org
fonte http://www.digayproject.org
Lgbt: Boss gay, oggi si può. Per la mafia non è un tabù, lo ha detto il procuratore generale di Ancona, Enzo Macrì
"La mafia ha sdoganato i boss gay.
Ora non si nascondono più e se hanno potere le 'cupole' li accettano".
Lo ha detto il procuratore generale di Ancona, Enzo Macrì, ex Procuratore nazionale antimafia aggiunto, intervenendo a '"KlausCondicio", il talk show di Klaus Davi in onda su You Tube. "Non è che un boss, ha aggiunto Macrì possa fare coming out in modo plateale.
L'omosessualità nella mafia è ancora un tabù sotto il profilo del costume, ma il grande boss può permettersi di essere omosessuale senza temere di essere ucciso. Dipende dai rapporti di potere: i mafiosi di piccolo calibro devono tenersi nascosti altrimenti vengono espulsi anche in maniera violenta.
Ma se è un capo, allora se lo può permettere. Nessuno osa toccarlo: questa è la vera novità. Si può essere gay e mafiosi".
Sul tema, sempre sollecitato da Klaus Davi, è intervenuto anche il magistrato della Corte di cassazione, Raffaele Cantone, ex pm della Dda di Napoli.
"La camorra, ha detto Cantone, è la meno omofoba tra le varie organizzazioni.
Anche se non c'é una sola camorra.
Diciamo che quella urbana è la più 'aperta' sessualmente, ricalcando in questo senso un certo spirito napoletano da sempre tollerante verso le minoranze".
fonte http://www.metropolisweb.it/Notizie/Cronaca/boss_gay_oggi_si_puo_mafia_non_tabu.aspx
fonte video KlausCondicioyoutube
Ora non si nascondono più e se hanno potere le 'cupole' li accettano".
Lo ha detto il procuratore generale di Ancona, Enzo Macrì, ex Procuratore nazionale antimafia aggiunto, intervenendo a '"KlausCondicio", il talk show di Klaus Davi in onda su You Tube. "Non è che un boss, ha aggiunto Macrì possa fare coming out in modo plateale.
L'omosessualità nella mafia è ancora un tabù sotto il profilo del costume, ma il grande boss può permettersi di essere omosessuale senza temere di essere ucciso. Dipende dai rapporti di potere: i mafiosi di piccolo calibro devono tenersi nascosti altrimenti vengono espulsi anche in maniera violenta.
Ma se è un capo, allora se lo può permettere. Nessuno osa toccarlo: questa è la vera novità. Si può essere gay e mafiosi".
Sul tema, sempre sollecitato da Klaus Davi, è intervenuto anche il magistrato della Corte di cassazione, Raffaele Cantone, ex pm della Dda di Napoli.
"La camorra, ha detto Cantone, è la meno omofoba tra le varie organizzazioni.
Anche se non c'é una sola camorra.
Diciamo che quella urbana è la più 'aperta' sessualmente, ricalcando in questo senso un certo spirito napoletano da sempre tollerante verso le minoranze".
fonte http://www.metropolisweb.it/Notizie/Cronaca/boss_gay_oggi_si_puo_mafia_non_tabu.aspx
fonte video KlausCondicioyoutube
Lgbt: "Priscilla" Carlo Giovanardi odia anche i musical
L’ex sottosegretario contro “Priscilla”, sempre “per colpa” dei gay
“Credo che un padre che si rivela gay al proprio figlio di otto anni possa creargli dei problemi”. Parola di Carlo Giovanardi, deputato del Pdl che, al microfono di Klaus Davi, si è espresso così in merito a ‘Priscilla’, il musical attualmente in scena al teatro Ciak di Milano e in arrivo a Roma ad aprile.
Lo show tratto dal famoso film australiano del 1994 di Stephen Elliott con Terence Stamp narra le vicende di tre cantanti travestiti, di cui uno con un figlio di otto anni; non ha trovato il gradimento del politico, già noto alle cronache per alcune dichiarazioni sull’omosessualità.
BIMBO CON PROBLEMI
“Può capitare anche che un bambino abbia un padre o una madre che possono avere dei problemi, delle patologie – ha affermato Giovanardi a KlausCondicio -. Chi si trova a vivere situazioni di questo tipo, anche nei confronti delle altre famiglie e degli altri bambini, qualche problema ce l’ha.
Credo che un bambino di otto anni faccia fatica a orientarsi e a capire la situazione in cui si trova a vivere, confrontandola con altre.
Secondo me qualche domanda se la pone”.
Nello spettacolo, il bambino accetta il padre gay.
Può succedere solo su un palco di un teatro? “Un conto è la finzione, un conto la realtà, ha concluso l’ex ministro. Una situazione simile qualche problema al minore lo crea”.
fonte http://www.giornalettismo.com di Ferma Restando
Il Video: Klaus Davi intervista l'Onorevole Carlo Giovanardì,
fonte KlausCondicioyoutube
“Credo che un padre che si rivela gay al proprio figlio di otto anni possa creargli dei problemi”. Parola di Carlo Giovanardi, deputato del Pdl che, al microfono di Klaus Davi, si è espresso così in merito a ‘Priscilla’, il musical attualmente in scena al teatro Ciak di Milano e in arrivo a Roma ad aprile.
Lo show tratto dal famoso film australiano del 1994 di Stephen Elliott con Terence Stamp narra le vicende di tre cantanti travestiti, di cui uno con un figlio di otto anni; non ha trovato il gradimento del politico, già noto alle cronache per alcune dichiarazioni sull’omosessualità.
BIMBO CON PROBLEMI
“Può capitare anche che un bambino abbia un padre o una madre che possono avere dei problemi, delle patologie – ha affermato Giovanardi a KlausCondicio -. Chi si trova a vivere situazioni di questo tipo, anche nei confronti delle altre famiglie e degli altri bambini, qualche problema ce l’ha.
Credo che un bambino di otto anni faccia fatica a orientarsi e a capire la situazione in cui si trova a vivere, confrontandola con altre.
Secondo me qualche domanda se la pone”.
Nello spettacolo, il bambino accetta il padre gay.
Può succedere solo su un palco di un teatro? “Un conto è la finzione, un conto la realtà, ha concluso l’ex ministro. Una situazione simile qualche problema al minore lo crea”.
fonte http://www.giornalettismo.com di Ferma Restando
Il Video: Klaus Davi intervista l'Onorevole Carlo Giovanardì,
fonte KlausCondicioyoutube
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martedì 13 marzo 2012
Lgbt: Bologna dice sì a una via intitolata alla trans Marcella Di Folco
"Più ovvio pensare di intitolare una via della città a Lucio Dalla", così il Pdl davanti l'approvazione dell'ordine del giorno per omaggiare la prima trans al mondo eletta a una carica pubblica
E' costato parecchie polemiche e l'astensione del suo amico Daniele Carella dal voto "Per non strumentalizzarla", ma alla fine il Consiglio Comunale ha approvato l'ordine del giorno per l'intitolazione di una via cittadina alla memoria di Marcella di Folco presentato dalla consigliera SEL Cathy La Torre e firmato da Sergio Lo Giudice.
MARCELLA DI FOLCO
Ma chi è Marcella Di Folco? Battezzato Marcello alla nascita, nel 1987 cambiò sesso e nel 1988 diventò Presidente del Movimento Identità Transessuale (MIT); più volte candidata alle elezioni parlamentari, nel 1997 venne eletta vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere.
Romana di nascita, Marcella scelse Bologna e qui, è stata consigliere comunale alle politiche sociali dal 1995 al 1999.
L'esito della votazione per l'intitolazione di una via cittadina: favorevoli 17 (Pd, Amelia per Bo, M5S); contrari 5 (Pdl, Lega Nord).
LA SODDISFAZIONE DI SEL
"Domani son certa che sui giornali farà notizia che il Consiglio non abbia votato all'unisono per l'intitolazione di una via a Marcella di Folco.
Certo, anche a me sarebbe piaciuto che tutte le forze politiche riconoscessero l'impegno di Marcella e del MIT per la tutela della dignità delle persone trans ma tant'è che in Italia la politica esercita raramente quella straordinaria cosa che si chiama verità e riconoscimento dei meriti!
Ciò nonostante, io sono orgogliosa e felice che la mia città avrà una strada che porterà il nome di Marcella a futura memoria e tutti potremmo dire che una persona trans, una grande persona come Marcella, non è meno degna di altre grandi persone. Di questo voglio espressamente ringraziare Sergio Lo Giudice che con me ha presentato questa proposta e tutta la maggioranza che l'ha sostenuta. Ma anche Massimo Bugani del M5S, l'unico della opposizione a votarla. E' stata una battaglia faticosa ma la rifarei mille e mille volte...e come sarebbe fiera Marcella...".
L'ASTENSIONE DI CARELLA
Daniele Carella, Pdl, si è astenuto dal voto: "Non mi piace che Marcella divenga oggetto di discussione in questa città. E' un discorso di rispetto della persona e si potevano prendere scelte diverse, senza bisogno di arrivare a una proposta che è di un altro spessore. Sono perplesso perché immaginavo che dopo una serie di rinvii si arrivasse a un confronto più informale e una conclusione più consona. Voi siete la maggioranza e potete fare quel cavolo che vi pare, io personalmente mi rifiuto di esprimere un voto".
SI FA IL NOME DI LUCIO DALLA
Sempre Cathy La Torre commenta l'intervento di Michele Facci, Pdl, che in seduta fa il nome di Lucio Dalla, a cui è più ovvio pensare di intitolare una via della città: "Il centro destra sostiene che sia un abominio intitolare una strada a Marcella di Folco nei giorni in cui si discute di intitolarne una a Lucio Dalla! Ma voi il nesso lo vedete? Perchè io no. Da quando in qua l'una cosa esclude l'altra?"
SERGIO LO GIUDICE
"Secondo quali criteri Bologna assegna i nomi delle strade? Non solo grandi scienziati e quelli che hanno fatto la storia. La Di Folco ha lasciato un'impronta su Bologna e probabilmente 50 anni fa nessuno avrebbe pensato di dedicarle una strada".
IL NO DELLA LEGA
"La lega nord dice no alla intitolazione di una via alla trans Marcella di Folco. Una strumentalizzazione politica della diversità' di SEL" questo il commento di Manes Bernardini durante il consiglio comunale.“
fonte http://www.bolognatoday.it
E' costato parecchie polemiche e l'astensione del suo amico Daniele Carella dal voto "Per non strumentalizzarla", ma alla fine il Consiglio Comunale ha approvato l'ordine del giorno per l'intitolazione di una via cittadina alla memoria di Marcella di Folco presentato dalla consigliera SEL Cathy La Torre e firmato da Sergio Lo Giudice.
MARCELLA DI FOLCO
Ma chi è Marcella Di Folco? Battezzato Marcello alla nascita, nel 1987 cambiò sesso e nel 1988 diventò Presidente del Movimento Identità Transessuale (MIT); più volte candidata alle elezioni parlamentari, nel 1997 venne eletta vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere.
Romana di nascita, Marcella scelse Bologna e qui, è stata consigliere comunale alle politiche sociali dal 1995 al 1999.
L'esito della votazione per l'intitolazione di una via cittadina: favorevoli 17 (Pd, Amelia per Bo, M5S); contrari 5 (Pdl, Lega Nord).
LA SODDISFAZIONE DI SEL
"Domani son certa che sui giornali farà notizia che il Consiglio non abbia votato all'unisono per l'intitolazione di una via a Marcella di Folco.
Certo, anche a me sarebbe piaciuto che tutte le forze politiche riconoscessero l'impegno di Marcella e del MIT per la tutela della dignità delle persone trans ma tant'è che in Italia la politica esercita raramente quella straordinaria cosa che si chiama verità e riconoscimento dei meriti!
Ciò nonostante, io sono orgogliosa e felice che la mia città avrà una strada che porterà il nome di Marcella a futura memoria e tutti potremmo dire che una persona trans, una grande persona come Marcella, non è meno degna di altre grandi persone. Di questo voglio espressamente ringraziare Sergio Lo Giudice che con me ha presentato questa proposta e tutta la maggioranza che l'ha sostenuta. Ma anche Massimo Bugani del M5S, l'unico della opposizione a votarla. E' stata una battaglia faticosa ma la rifarei mille e mille volte...e come sarebbe fiera Marcella...".
L'ASTENSIONE DI CARELLA
Daniele Carella, Pdl, si è astenuto dal voto: "Non mi piace che Marcella divenga oggetto di discussione in questa città. E' un discorso di rispetto della persona e si potevano prendere scelte diverse, senza bisogno di arrivare a una proposta che è di un altro spessore. Sono perplesso perché immaginavo che dopo una serie di rinvii si arrivasse a un confronto più informale e una conclusione più consona. Voi siete la maggioranza e potete fare quel cavolo che vi pare, io personalmente mi rifiuto di esprimere un voto".
SI FA IL NOME DI LUCIO DALLA
Sempre Cathy La Torre commenta l'intervento di Michele Facci, Pdl, che in seduta fa il nome di Lucio Dalla, a cui è più ovvio pensare di intitolare una via della città: "Il centro destra sostiene che sia un abominio intitolare una strada a Marcella di Folco nei giorni in cui si discute di intitolarne una a Lucio Dalla! Ma voi il nesso lo vedete? Perchè io no. Da quando in qua l'una cosa esclude l'altra?"
SERGIO LO GIUDICE
"Secondo quali criteri Bologna assegna i nomi delle strade? Non solo grandi scienziati e quelli che hanno fatto la storia. La Di Folco ha lasciato un'impronta su Bologna e probabilmente 50 anni fa nessuno avrebbe pensato di dedicarle una strada".
IL NO DELLA LEGA
"La lega nord dice no alla intitolazione di una via alla trans Marcella di Folco. Una strumentalizzazione politica della diversità' di SEL" questo il commento di Manes Bernardini durante il consiglio comunale.“
fonte http://www.bolognatoday.it
Lgbt Lecco: L’associazione gruppo giovani Renzo e Lucio ora ha un blog "Innominati"
Il gruppo giovani di Renzo e Lucio, nato più di un anno fa dalla volontà di alcuni ragazzi di mettere in comune le proprie esperienze, ha ora ha un nome e blog ufficiale: il nome è Innominati:
http://innominati.wordpress.com/
E’ uno spazio interamente creato e gestito da adolescenti lgbt (gay-lesbiche-tramsessuali e bisessuali ) e pensato per gli adolescenti lgbt (e non solo): uno spazio in cui condividere idee, esperienze, storie e progetti con la massima libertà, uno spazio in cui trovare reciproco sostegno e in cui sentirsi meno soli.
Ma anche uno spazio dove leggere e commentare notizie, parlare di cinema, tv, musica, sport… e di tutti gli interessi che possono unire i ragazzi di una generazione, al di là dell’orientamento sessuale.
E’ un nuovo servizio che si affianca a quelli già offerti da Renzo e Lucio, associazione lgbt presente nella provincia di Lecco con diverse iniziative, tra cui gli interventi nelle scuole per combattere il bullismo omofobico.
“Gli innominati è un progetto ideato dal gruppo giovani Renzo e Lucio di Lecco spiegano i ragazzi che hanno ideato il blog.
Il nostro obiettivo è quello di informare, sensibilizzare e condividere con altri ragazzi le nostre idee relative al mondo Lgbts.
Il blog nasce per dare un appoggio a tutti coloro che non hanno ultimato il cosiddetto coming out o che semplicemente desiderano condividere, commentare e lottare insieme a noi.
Il titolo del blog è stato scelto per rimanere in linea con le scelte dell’associazione ReL nel dare importanza alla più grande opera del nostro territorio, “I promessi sposi”.
Sia chiaro, con un pizzico di ironia che non guasta mai.
Il nostro “Innominato”, rivisitato in chiave moderna, lotta per formarsi un’identità propria e per distruggere uno stereotipo che lo rende inesistente come singolo individuo.
La “salvezza” del nostro “Innominato” potrà essere ottenuta attraverso una totale libertà di espressione.
Il blog, dopo qualche sforzo ed aiuto, è finalmente partito.
Al riguardo volevamo ringraziare l’associazione Renzo e Lucio che ci ha sostenuto e incoraggiato fino all’ultimo, in particolare un grazie a Franco e Mauro”.
fonte http://www.lecconotizie.com
http://innominati.wordpress.com/
E’ uno spazio interamente creato e gestito da adolescenti lgbt (gay-lesbiche-tramsessuali e bisessuali ) e pensato per gli adolescenti lgbt (e non solo): uno spazio in cui condividere idee, esperienze, storie e progetti con la massima libertà, uno spazio in cui trovare reciproco sostegno e in cui sentirsi meno soli.
Ma anche uno spazio dove leggere e commentare notizie, parlare di cinema, tv, musica, sport… e di tutti gli interessi che possono unire i ragazzi di una generazione, al di là dell’orientamento sessuale.
E’ un nuovo servizio che si affianca a quelli già offerti da Renzo e Lucio, associazione lgbt presente nella provincia di Lecco con diverse iniziative, tra cui gli interventi nelle scuole per combattere il bullismo omofobico.
“Gli innominati è un progetto ideato dal gruppo giovani Renzo e Lucio di Lecco spiegano i ragazzi che hanno ideato il blog.
Il nostro obiettivo è quello di informare, sensibilizzare e condividere con altri ragazzi le nostre idee relative al mondo Lgbts.
Il blog nasce per dare un appoggio a tutti coloro che non hanno ultimato il cosiddetto coming out o che semplicemente desiderano condividere, commentare e lottare insieme a noi.
Il titolo del blog è stato scelto per rimanere in linea con le scelte dell’associazione ReL nel dare importanza alla più grande opera del nostro territorio, “I promessi sposi”.
Sia chiaro, con un pizzico di ironia che non guasta mai.
Il nostro “Innominato”, rivisitato in chiave moderna, lotta per formarsi un’identità propria e per distruggere uno stereotipo che lo rende inesistente come singolo individuo.
La “salvezza” del nostro “Innominato” potrà essere ottenuta attraverso una totale libertà di espressione.
Il blog, dopo qualche sforzo ed aiuto, è finalmente partito.
Al riguardo volevamo ringraziare l’associazione Renzo e Lucio che ci ha sostenuto e incoraggiato fino all’ultimo, in particolare un grazie a Franco e Mauro”.
fonte http://www.lecconotizie.com
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Lgbt: Omofobia a Sanremo 2012: Gaylib proclama un telesciopero il 17 marzo giorno dell’anniversario dell’Unita’ d’Italia
Continua la polemica intorno a Sanremo 2012, dove, come ben saprete, l’omofobia ha fatto il suo ingresso, lasciando senza parole presenti e telespettatori.
Sanremo è terminato già da parecchi giorni, ma a quanto pare le polemiche non sono ancora state sepolte, e come potrebbero esserlo, dal momento che quello dell’omofobia non è un problema circoscritto al palco dell’Ariston, ma un problema che riguarda il nostro intero Paese?
Al centro delle polemiche è ancora una volta la gag portata sul palco dell’Ariston dal duo “I soliti Idioti”, che con un “umorismo” banale e piuttosto “bassino”, hanno fatto inalberare l’intera comunità lgbt e gay friendly.
Ad aumentare il malumore della comunità lgbt, vi sono state poi le parole pronunciate da Gianni Morandi, che nel tentativo di “mettere una toppa” ad una situazione che faceva acqua da tutte le parti, aveva continuato a ripetere di non avere “nulla contro i gay”, ma anzi, “di adorarli” addirittura!
Ebbene, ad inserirsi in un dibattito che, fino a poche settimane fa, aveva tenuto banco nel nostro Paese, è stata adesso l’associazione lgbt Gaylib, che ha invitato tutti a spegnere la tv, per ‘boicottare’ per un giorno il sistema radiotelevisivo, al grido dello slogan “L’omofobia fa schifo, non fa audience”.
“Lo faremo il 17 marzo (il giorno dell’anniversario dell’Unita’ d’Italia, Ndr) per dimostrare ancora una volta come all’Italia, anche nelle sue rappresentazioni verbali, manchi la normalizzazione della condizione omoaffettiva per cui chiunque si sente libero di insultarci come meglio crede, fanno sapere i membri dell’associazione – Siamo indignati [...] lo faremo per far capire a autori e conduttori che l’omofobia non e’ bella.
Non fa ridere. Non e’ corsara, politically uncorrect. No, e’ solo volgare.
Ai giornalisti, autori e conduttori radiotelevisivi chiederemo: mettereste mai insulti razzisti, antisemiti o bestemmie durante la vostra trasmissione? Ecco, pensate che state facendo la stessa sgradevole cosa.
Speriamo il paragone per nulla forzato li aiuti a riflettere.”
fonte http://www.gaywave.it
Sanremo è terminato già da parecchi giorni, ma a quanto pare le polemiche non sono ancora state sepolte, e come potrebbero esserlo, dal momento che quello dell’omofobia non è un problema circoscritto al palco dell’Ariston, ma un problema che riguarda il nostro intero Paese?
Al centro delle polemiche è ancora una volta la gag portata sul palco dell’Ariston dal duo “I soliti Idioti”, che con un “umorismo” banale e piuttosto “bassino”, hanno fatto inalberare l’intera comunità lgbt e gay friendly.
Ad aumentare il malumore della comunità lgbt, vi sono state poi le parole pronunciate da Gianni Morandi, che nel tentativo di “mettere una toppa” ad una situazione che faceva acqua da tutte le parti, aveva continuato a ripetere di non avere “nulla contro i gay”, ma anzi, “di adorarli” addirittura!
Ebbene, ad inserirsi in un dibattito che, fino a poche settimane fa, aveva tenuto banco nel nostro Paese, è stata adesso l’associazione lgbt Gaylib, che ha invitato tutti a spegnere la tv, per ‘boicottare’ per un giorno il sistema radiotelevisivo, al grido dello slogan “L’omofobia fa schifo, non fa audience”.
“Lo faremo il 17 marzo (il giorno dell’anniversario dell’Unita’ d’Italia, Ndr) per dimostrare ancora una volta come all’Italia, anche nelle sue rappresentazioni verbali, manchi la normalizzazione della condizione omoaffettiva per cui chiunque si sente libero di insultarci come meglio crede, fanno sapere i membri dell’associazione – Siamo indignati [...] lo faremo per far capire a autori e conduttori che l’omofobia non e’ bella.
Non fa ridere. Non e’ corsara, politically uncorrect. No, e’ solo volgare.
Ai giornalisti, autori e conduttori radiotelevisivi chiederemo: mettereste mai insulti razzisti, antisemiti o bestemmie durante la vostra trasmissione? Ecco, pensate che state facendo la stessa sgradevole cosa.
Speriamo il paragone per nulla forzato li aiuti a riflettere.”
fonte http://www.gaywave.it
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Lgbt: Equality Italia a Bindi: Da Pd sempre no, quali sono i sì? Aurelio Mancuso: "Umiliate milioni di persone"
Tensione fra la comunità gay e il Pd, dopo le parole di Rosy Bindi, che ha negato l'intenzione di voler promuovere 'matrimoni' omosessuali.
"Oggi, commenta in una nota Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia - la presidente del Pd Rosy Bindi su Sky Tg24 ha dichiarato che il Pd ritiene il matrimonio eterosessuale l'unico possibile.
Quindi no al matrimonio gay, e come sempre si riattiva il ritornello di contrapporre la famiglia tradizionale alle coppie omosessuali".
Secondo Mancuso "dentro il Pd una parte consistente dei militanti è a favore dei matrimoni gay, e la totalità è assolutamente d'accordo affinché si sostenga una legislazione di riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie gay.
Allora cara Rosy Bindi, poiché presiedi l'apposita commissione che deve formulare delle proposte, queste dove sono?
A partire dalla sentenza della Corte Costituzionale 138 dell'aprile 2010, che sollecita il Parlamento a legiferare, cosa pensa di proporre il Pd?
E' ora che ai no, che umiliano milioni di persone, il più grande partito del centro sinistra li sostituisca con i sì e non trincerandosi dietro contrapposizioni di modelli ideologici che non hanno alcuna attinenza con la realtà.
In Spagna, Germania, Francia, Portogallo e tutti gli altri Paesi Europei, matrimoni gay, Pacs, unioni civili, convivono con le famiglie tradizionali, aiutano all'assunzione di responsabilità, a un più giusto intervento degli Stati in materia di welfare e riconoscimento dei diritti umani e civili".
fonte http://economia.virgilio.it via TMNews
"Oggi, commenta in una nota Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia - la presidente del Pd Rosy Bindi su Sky Tg24 ha dichiarato che il Pd ritiene il matrimonio eterosessuale l'unico possibile.
Quindi no al matrimonio gay, e come sempre si riattiva il ritornello di contrapporre la famiglia tradizionale alle coppie omosessuali".
Secondo Mancuso "dentro il Pd una parte consistente dei militanti è a favore dei matrimoni gay, e la totalità è assolutamente d'accordo affinché si sostenga una legislazione di riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie gay.
Allora cara Rosy Bindi, poiché presiedi l'apposita commissione che deve formulare delle proposte, queste dove sono?
A partire dalla sentenza della Corte Costituzionale 138 dell'aprile 2010, che sollecita il Parlamento a legiferare, cosa pensa di proporre il Pd?
E' ora che ai no, che umiliano milioni di persone, il più grande partito del centro sinistra li sostituisca con i sì e non trincerandosi dietro contrapposizioni di modelli ideologici che non hanno alcuna attinenza con la realtà.
In Spagna, Germania, Francia, Portogallo e tutti gli altri Paesi Europei, matrimoni gay, Pacs, unioni civili, convivono con le famiglie tradizionali, aiutano all'assunzione di responsabilità, a un più giusto intervento degli Stati in materia di welfare e riconoscimento dei diritti umani e civili".
fonte http://economia.virgilio.it via TMNews
Lgbt: Colin Farrell si unisce a una campagna contro il bullismo omofobico
"Se potessi esprimere un desiderio per il mio paese, una terra che amo, abitata da persone che venero, sarebbe che il bullismo diventasse una cosa del passato.
Sia gli attacchi a studenti gay, dei quali sono stato testimone in prima persona per via di mio fratello – o altri atti di bullismo contro studenti che fanno parte di una minoranza, sia essa religiosa o di qualunque altro tipo che li separa dalla cosiddetta “normalità”.
Colin Farrell è uno di quegli attori impegnati nella causa lgbt, anche perché, tra gli altri motivi, ha un fratello gay, Eamon.
Colin è stato testimone, da piccolo, delle burle di cui era vittima suo fratello e (anche) per questo motivo è solidale con le persone lgbt di tutto il mondo.
Non ha esitato, quindi, a unirsi alla campagna Stand Up! Don’t Stand for Homophobic Bullying, lanciata dall’associazione irlandese BeLong To che cerca di sradicare l’omofobia in Irlanda. Anche suo fratello Eamon collabora con quest’associazione.
La campagna Stand Up!, attraverso conferenze e attività varie in scuole e centri di formazione, cerca di rendere coscienti i giovani sul problema dell’omofobia e anche di rinsaldare i legami tra le persone perché la si smetta con gli insulti e l’intimidazione.
Colin Farrell già in passato era stato testimonial di campagne contro l’omofobia.
fonte http://www.queerblog.it Foto | Flickr
Lgbt Torino: Al Festival "Da Sodoma a Hollywood" anteprima europea di "Matthew Bourne's Swan Lake 3D"
Da Sodoma a Hollywood, anteprima europea di "Matthew Bourne's Swan Lake 3D"
Il Festival ospita in collaborazione con TorinoDanza l'anteprima Europea di
"Matthew Bourne's Swan Lake 3D", coreografia di Matthew Bourne e regia di Ross Mc Gibbon.
Un evento per il festival Da Sodoma a Hollywood di Torino, che si sposa quest'anno con la danza attraverso uno dei coreografi più considerati al mondo, e sicuramente il più vicino al mondo Lgbt.
Infatti Bourne è famoso per la sua rivistazione in tema completamente maschile di balletti famosi come appunto "Il Lago dei Cigni" o "Lo Schiaccianoci" ( il balletto classico per eccellenza nel mondo anglosassone) che ha ripensato per una compagnia esclusivamente maschile, con uno spirito creativo ma rispettoso delle tradizioni, senza alcuna velleità grottesca o ironica.
Il suo contatto con il cinema inizia con il film "Billy Elliott", la cui sequenza di danza finale del trionfo di Billy su un palcoscenico era appunto tratta dal suo "The Swan Lake".
E il cerchio si chiude quindi a Torino, dove con l'anteprima nella versione 3D di The Swan Lake si potrà rivivere la magia di questo balletto, con nuovi punti di vista e alcune rivisitazioni che Matthew ha compiuto sulla versione originale del 1995.
Matthew Bourne sarà presente a Torino in occasione dell'evento e incontrerà il pubblico e gli appassionati domenica 22 aprile alle 11 presso il Teatro Vittoria di Torino, Via Gramsci 4.
Nell'occasione saranno proiettati estratti dalle sue più celebri realizzazioni. Coordinerà l'incontro Sergio Trombetta, giornalista e critico di danza.
fonte http://www.cinemaitaliano.info
Il Festival ospita in collaborazione con TorinoDanza l'anteprima Europea di
"Matthew Bourne's Swan Lake 3D", coreografia di Matthew Bourne e regia di Ross Mc Gibbon.
Un evento per il festival Da Sodoma a Hollywood di Torino, che si sposa quest'anno con la danza attraverso uno dei coreografi più considerati al mondo, e sicuramente il più vicino al mondo Lgbt.
Infatti Bourne è famoso per la sua rivistazione in tema completamente maschile di balletti famosi come appunto "Il Lago dei Cigni" o "Lo Schiaccianoci" ( il balletto classico per eccellenza nel mondo anglosassone) che ha ripensato per una compagnia esclusivamente maschile, con uno spirito creativo ma rispettoso delle tradizioni, senza alcuna velleità grottesca o ironica.
Il suo contatto con il cinema inizia con il film "Billy Elliott", la cui sequenza di danza finale del trionfo di Billy su un palcoscenico era appunto tratta dal suo "The Swan Lake".
E il cerchio si chiude quindi a Torino, dove con l'anteprima nella versione 3D di The Swan Lake si potrà rivivere la magia di questo balletto, con nuovi punti di vista e alcune rivisitazioni che Matthew ha compiuto sulla versione originale del 1995.
Matthew Bourne sarà presente a Torino in occasione dell'evento e incontrerà il pubblico e gli appassionati domenica 22 aprile alle 11 presso il Teatro Vittoria di Torino, Via Gramsci 4.
Nell'occasione saranno proiettati estratti dalle sue più celebri realizzazioni. Coordinerà l'incontro Sergio Trombetta, giornalista e critico di danza.
fonte http://www.cinemaitaliano.info
lunedì 12 marzo 2012
Lgbt : "365 without 377" in India con la documentarista Adele Tulli
La documentarista italiana, ospite in Messico, racconta l'esperienza nel realizzare il suo film in India. Prodotto da Ivan Cotroneo
L'occasione dell'appena concluso 27. Festival di Guadalajara ha visto una giovane documentarista italiana, Adele Tulli, presentare il suo primo lavoro "365 without 377" nell'ambito del Premio Maguey, sezione dedicata alla cultura e ai film LGBT.
Il documentario che ha ottenuto una eccellente risposta, indaga attraverso le storie d tre persone il processo di depenalizzazione dell'omosessualità in India, dove fino al 2010, grazie all'articolo 377 appunto, si veniva incarcerati per anni se trovati "colpevoli".
Reato, sia ben chiaro, introdotto dall'occupazione inglese.
La cultura indiana mai prima dell'invasione aveva ritenuto giusto punire un tale comportamento.
Il lavoro della Tulli parte dai 365 giorni senza l'articolo 377, ovvero dalla celebrazione di un anno di libertà da parte della comunità LGBT che tuttavia incontra ogni giorno difficoltà di ogni tipo, nonostante tutto.
Come mai ti trovavi in India e come hai incontrato i tuoi protagonisti?
"Mi sono laureata in studi orientali e da anni mi occupo di movimenti sociali in India contemporanea, in particolare di movimenti femministi. Quando la Corte di Delhi ha emesso il verdetto sull'articolo 377 del Codice Penale Indiano, finalmente abolendo questo retaggio coloniale che criminalizzava l'omosessualità, i movimenti LGBT, finora molto sotterranei, hanno cominciato ad imporsi nel dibatto nazionale, rivendicando visibilità e diritti.
Io in quel momento ho deciso di andare a Bombay/Mumbai a conoscere dal vivo queste realtà. Arrivata a Mumbai sono entrata in contatto con la scena LGBT, anche partecipando al Kashish festival, il primo festival di cinema queer della città.
Quando sono arrivata le varie realtà lgbt erano impegnate nell’ organizzazione delle celebrazioni per il primo anniversario dello storico verdetto della Corte di Delhi. Così è nata l’idea del documentario, abbastanza spontaneamente. Inizialmente pensavamo di fare solamente un piccolo reportage della giornata di piazza, poi il progetto si è allargato, anche grazie ad Ivan Cotroneo.
Si è deciso di seguire delle persone che partecipassero alle celebrazioni dell'anniversario, ed ho proposto l'idea a vari amici ed amiche. La scelta finale dei tre protagonisti è stata determinata dal fatto che Beena Pallav e Abheena presentano una prospettiva abbastanza eterogenea sull'esperienza di una esistenza queer nella città di Mumbay, ognuno/a di loro aveva una storia importante da raccontare ed erano pronti a farlo esponendosi in video".
Che difficoltà hai avuto nel girare e produrre? Com'è stato l'incontro con Cotroneo?
"Ivan aveva appena fondato una piccola casa di produzione, la 21, con la quale si poneva la sfida di dare a progetti come il mio la possibilità di vedere la luce... Quando ha saputo che ero in India e cercavo di realizzare un film su questa storia, gli è piaciuta l'idea, ha creduto nel progetto e mi ha proposto la produzione. Il suo contributo è stato fondamentale per la realizzazione del documentario. Non ho incontrato grandi difficoltà nel girare e produrre, a parte quelle generali che puo presentare una città come Mumbai durante il monsone...
Ma ho avuto la fortuna di essere affiancata da persone fantastiche che hanno lavorato con me e senza il quale aiuto non avremmo realizzato il film. Kush Badhwar, direttore della fotografia, in grado di manovrare la camera anche sotto le piogge monsoniche, Andrea Iannetta, mio caro amico dai tempi del liceo, che ha studiato cinema alla Film and Television Institute of India e mi ha assistito nella produzione, e tanti altri amici e amiche del collettivo QAM (Queer Azaadi Mumbai, che riunisce tutte le realta queer della citta) che hanno creduto nel progetto e mi hanno sostenuto".
Che situazione c'è oggi in India? Alla fine il doc lascia una porta aperta... alla chiusura!
"Dopo più di 2 anni dalla sentenza della Corte di Delhi, l'articolo 377 e' ancora in discussione alla corte Suprema. Perché il sistema giudiziario indiano prevede che se un articolo della costituzione viene modificato da una corte di uno stato (in questo caso la corte di Delhi), la modifica ha effetto su tutto il territorio nazionale, fino a che una corte di un altro stato non si opponga al verdetto.
Questo vuol dire che al momento la legge è valida in tutta l'India, ma potrebbe essere soggetta in ogni momento a nuovi cambiamenti. Solo la sentenza definitiva della corte suprema sancisce l'approvazione definitiva della modifica costituzionale e questa sentenza non è ancora arrivata. La corte suprema ha rimandato per mesi la discussione sull'articolo 377 e proprio in questi giorni sta affrontando la questione. Speriamo che la sentenza della corte suprema arrivi a breve e ovviamente che appoggi la sentenza della corte di Delhi".
Che progetti stai seguendo ora?
"365 without 377" e' stato il mio primo lavoro documentario ed ho scoperto una passione. Al momento sto sviluppando la ricerca per un nuovo progetto, questa volta in Europa, a proposito delle realta migratorie nel mediterraneo e della sempre piu severa militarizzazione dei confini Europei..
Ma tutto il lavoro è in fase embrionale".
fonte http://www.cinemaitaliano.info/ di Elena Dal Forno
L'occasione dell'appena concluso 27. Festival di Guadalajara ha visto una giovane documentarista italiana, Adele Tulli, presentare il suo primo lavoro "365 without 377" nell'ambito del Premio Maguey, sezione dedicata alla cultura e ai film LGBT.
Il documentario che ha ottenuto una eccellente risposta, indaga attraverso le storie d tre persone il processo di depenalizzazione dell'omosessualità in India, dove fino al 2010, grazie all'articolo 377 appunto, si veniva incarcerati per anni se trovati "colpevoli".
Reato, sia ben chiaro, introdotto dall'occupazione inglese.
La cultura indiana mai prima dell'invasione aveva ritenuto giusto punire un tale comportamento.
Il lavoro della Tulli parte dai 365 giorni senza l'articolo 377, ovvero dalla celebrazione di un anno di libertà da parte della comunità LGBT che tuttavia incontra ogni giorno difficoltà di ogni tipo, nonostante tutto.
Come mai ti trovavi in India e come hai incontrato i tuoi protagonisti?
"Mi sono laureata in studi orientali e da anni mi occupo di movimenti sociali in India contemporanea, in particolare di movimenti femministi. Quando la Corte di Delhi ha emesso il verdetto sull'articolo 377 del Codice Penale Indiano, finalmente abolendo questo retaggio coloniale che criminalizzava l'omosessualità, i movimenti LGBT, finora molto sotterranei, hanno cominciato ad imporsi nel dibatto nazionale, rivendicando visibilità e diritti.
Io in quel momento ho deciso di andare a Bombay/Mumbai a conoscere dal vivo queste realtà. Arrivata a Mumbai sono entrata in contatto con la scena LGBT, anche partecipando al Kashish festival, il primo festival di cinema queer della città.
Quando sono arrivata le varie realtà lgbt erano impegnate nell’ organizzazione delle celebrazioni per il primo anniversario dello storico verdetto della Corte di Delhi. Così è nata l’idea del documentario, abbastanza spontaneamente. Inizialmente pensavamo di fare solamente un piccolo reportage della giornata di piazza, poi il progetto si è allargato, anche grazie ad Ivan Cotroneo.
Si è deciso di seguire delle persone che partecipassero alle celebrazioni dell'anniversario, ed ho proposto l'idea a vari amici ed amiche. La scelta finale dei tre protagonisti è stata determinata dal fatto che Beena Pallav e Abheena presentano una prospettiva abbastanza eterogenea sull'esperienza di una esistenza queer nella città di Mumbay, ognuno/a di loro aveva una storia importante da raccontare ed erano pronti a farlo esponendosi in video".
Che difficoltà hai avuto nel girare e produrre? Com'è stato l'incontro con Cotroneo?
"Ivan aveva appena fondato una piccola casa di produzione, la 21, con la quale si poneva la sfida di dare a progetti come il mio la possibilità di vedere la luce... Quando ha saputo che ero in India e cercavo di realizzare un film su questa storia, gli è piaciuta l'idea, ha creduto nel progetto e mi ha proposto la produzione. Il suo contributo è stato fondamentale per la realizzazione del documentario. Non ho incontrato grandi difficoltà nel girare e produrre, a parte quelle generali che puo presentare una città come Mumbai durante il monsone...
Ma ho avuto la fortuna di essere affiancata da persone fantastiche che hanno lavorato con me e senza il quale aiuto non avremmo realizzato il film. Kush Badhwar, direttore della fotografia, in grado di manovrare la camera anche sotto le piogge monsoniche, Andrea Iannetta, mio caro amico dai tempi del liceo, che ha studiato cinema alla Film and Television Institute of India e mi ha assistito nella produzione, e tanti altri amici e amiche del collettivo QAM (Queer Azaadi Mumbai, che riunisce tutte le realta queer della citta) che hanno creduto nel progetto e mi hanno sostenuto".
Che situazione c'è oggi in India? Alla fine il doc lascia una porta aperta... alla chiusura!
"Dopo più di 2 anni dalla sentenza della Corte di Delhi, l'articolo 377 e' ancora in discussione alla corte Suprema. Perché il sistema giudiziario indiano prevede che se un articolo della costituzione viene modificato da una corte di uno stato (in questo caso la corte di Delhi), la modifica ha effetto su tutto il territorio nazionale, fino a che una corte di un altro stato non si opponga al verdetto.
Questo vuol dire che al momento la legge è valida in tutta l'India, ma potrebbe essere soggetta in ogni momento a nuovi cambiamenti. Solo la sentenza definitiva della corte suprema sancisce l'approvazione definitiva della modifica costituzionale e questa sentenza non è ancora arrivata. La corte suprema ha rimandato per mesi la discussione sull'articolo 377 e proprio in questi giorni sta affrontando la questione. Speriamo che la sentenza della corte suprema arrivi a breve e ovviamente che appoggi la sentenza della corte di Delhi".
Che progetti stai seguendo ora?
"365 without 377" e' stato il mio primo lavoro documentario ed ho scoperto una passione. Al momento sto sviluppando la ricerca per un nuovo progetto, questa volta in Europa, a proposito delle realta migratorie nel mediterraneo e della sempre piu severa militarizzazione dei confini Europei..
Ma tutto il lavoro è in fase embrionale".
fonte http://www.cinemaitaliano.info/ di Elena Dal Forno
Lgbt Milano: “Esserci. Adesso” il sesto Congresso Nazionale di Arcilesbica dal 23 al 25 marzo
Si terrà a Milano, dal 23 al 25 marzo il 6° Congresso nazionale di ArciLesbica.
L’associazione che da 15 anni riunisce lesbiche di tante città italiane segnala l’appuntamento con la campagna di comunicazione Esserci.
Adesso, che circola sui social media ed è stata ripresa anche da testate importanti.
“Dichiararsi. La più grande vittoria contro l’omofobia”
è uno degli slogan della campagna.
L’omosessualità femminile non ci sta a rimanere nell’ombra del non detto e così sono sul web videointerviste, slideshow, manifesti che fanno appello alle lesbiche ancora prudenti affinche’ escano allo scoperto e rendano sempre piu’ chiara la nostra voglia di libertà e diritti.
In questo passato 8 marzo, ancora segnato dai femminicidi e dalle discriminazioni contro tutte le donne nel lavoro, ArciLesbica è parte del movimento delle donne che pretende rispetto e pari responsabilita’ nella guida del paese.
fonte http://gaymagazine.likepage.it
L’associazione che da 15 anni riunisce lesbiche di tante città italiane segnala l’appuntamento con la campagna di comunicazione Esserci.
Adesso, che circola sui social media ed è stata ripresa anche da testate importanti.
“Dichiararsi. La più grande vittoria contro l’omofobia”
è uno degli slogan della campagna.
L’omosessualità femminile non ci sta a rimanere nell’ombra del non detto e così sono sul web videointerviste, slideshow, manifesti che fanno appello alle lesbiche ancora prudenti affinche’ escano allo scoperto e rendano sempre piu’ chiara la nostra voglia di libertà e diritti.
In questo passato 8 marzo, ancora segnato dai femminicidi e dalle discriminazioni contro tutte le donne nel lavoro, ArciLesbica è parte del movimento delle donne che pretende rispetto e pari responsabilita’ nella guida del paese.
fonte http://gaymagazine.likepage.it
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È stato “licenziato” il prete che ha osato difendere i diritti della comunità LGBT
Mario Bonfanti, 42enne, sacerdote cattolico, è stato “licenziato” dalla curia milanese per aver difeso i diritti delle coppie omosessuali e le unioni di fatto.
Pare però che a Perego, il paesino del lecchese dove il prete aveva la sua parrocchia, ci siano ancora molte persone che lo sostengono.
In ogni angolo del paesino lecchese, infatti, sono comparsi cartelli e striscioni a sostegno del prete dissidente su balconi, muri, bacheche e cavalcavia, grazie a un incessante tam tam porta a porta.
Da un semplice «Lasciateci don Mario», fino al più cerebrale «Grazie per le tue aperture mentali».
Ma nonostante le proteste dei fedeli, le dimissioni hanno avuto effetto immediato e già la messa domenicale è stata officiata dall’imbarazzato sostituto don Luca Pozzi.
La bagarre si è anche trasferita su Facebook, dove ha avuto una grandissima portata virale.
La paura dei vertici ecclesiastici è ora alta; molti fedeli sarebbero pronti a disertare la parrocchia, schierandosi a fianco di Don Mario, che per il momento ha deciso di allontanarsi dalla scena e chiudersi in raccoglimento.Commosso e gratificato dalle migliaia di attestati di stima, ha semplicemente detto:
“Preferisco non pronunciarmi, ritengo doveroso rimanere in silenzio “.
La cittadinanza, è stata invitata a sottoscrivere una lettera aperta, che verrà inviata all’Arcivescovo Angelo Scola, nel tentativo di sollecitare la cancellazione del provvedimento.
fonte http://gaymagazine.likepage.it
Pare però che a Perego, il paesino del lecchese dove il prete aveva la sua parrocchia, ci siano ancora molte persone che lo sostengono.
In ogni angolo del paesino lecchese, infatti, sono comparsi cartelli e striscioni a sostegno del prete dissidente su balconi, muri, bacheche e cavalcavia, grazie a un incessante tam tam porta a porta.
Da un semplice «Lasciateci don Mario», fino al più cerebrale «Grazie per le tue aperture mentali».
Ma nonostante le proteste dei fedeli, le dimissioni hanno avuto effetto immediato e già la messa domenicale è stata officiata dall’imbarazzato sostituto don Luca Pozzi.
La bagarre si è anche trasferita su Facebook, dove ha avuto una grandissima portata virale.
La paura dei vertici ecclesiastici è ora alta; molti fedeli sarebbero pronti a disertare la parrocchia, schierandosi a fianco di Don Mario, che per il momento ha deciso di allontanarsi dalla scena e chiudersi in raccoglimento.Commosso e gratificato dalle migliaia di attestati di stima, ha semplicemente detto:
“Preferisco non pronunciarmi, ritengo doveroso rimanere in silenzio “.
La cittadinanza, è stata invitata a sottoscrivere una lettera aperta, che verrà inviata all’Arcivescovo Angelo Scola, nel tentativo di sollecitare la cancellazione del provvedimento.
fonte http://gaymagazine.likepage.it
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Lgbt: Vaticano, Santa Sede no a diritti ad hoc per omosessuali e a teoria "gender"
I diritti ad hoc per gli omosessuali o per chi ha "comportamenti sessuali diversi", cosi' come la teoria del "gender", ''non portano nella direzione giusta''
I diritti ad hoc per gli omosessuali o per chi ha "comportamenti sessuali diversi", cosi' come la teoria del "gender, non portano nella direzione giusta".
Per questo la Chiesa torna a dire il suo no anche ai matrimoni omosessuali.
Tuttavia si ribadisce l'impegno contro le discriminazioni e le violenze di cui possono essere vittime gli omosessuali.
E' quanto ha ribadito l'Osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu di Ginevra, monsignor Silvano Mari Tomasi, che ha tenuto due discorsi alla sessione del Consiglio per i diritti umani in corso nella citta' elvetica: il primo, ieri, sul tema della violenza contro i bambini nel mondo, il secondo, pronunciato stamane, sulla questione delle discriminazioni in base agli orientamenti sessuali e all'identita' di genere.
"Ho voluto ribadire, a nome della Santa Sede - ha detto alla Radio Vaticana monsignor Tomasi - che i nuovi tentativi di creare diritti per minoranze, per piccoli gruppi non portano nella direzione giusta, nel senso che mentre vogliamo rispettare la dignita' e prevenire violenza e discriminazione contro qualsiasi persona, incluse le persone che hanno un comportamento sessuale diverso, si vuole insistere sul fatto che i principi proclamati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo gia' prevedono e gia' provvedono che non ci sia questa discriminazione, per cui arrivare a proporre eventualmente dei diritti particolari va a indebolire il principio dell'universalita' dei diritti come e' stata finora intesa".
"Questo - ha aggiunto - e' il punto cruciale, mi sembra, da dover tenere in considerazione. E poi, adesso parliamo di risposta a tendenze che alcuni Stati e alcuni gruppi di pressione stanno promuovendo, cioe' il diritto non solo al rispetto e alla non discriminazione delle persone che hanno comportamenti sessuali diversi, ma addirittura in alcuni Stati e' stato introdotto il matrimonio tra persone dello stesso sesso che comporta una interpretazione nuova di questa istituzione".
fonte http://www.gaynews.it via Adnkronos
I diritti ad hoc per gli omosessuali o per chi ha "comportamenti sessuali diversi", cosi' come la teoria del "gender, non portano nella direzione giusta".
Per questo la Chiesa torna a dire il suo no anche ai matrimoni omosessuali.
Tuttavia si ribadisce l'impegno contro le discriminazioni e le violenze di cui possono essere vittime gli omosessuali.
E' quanto ha ribadito l'Osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu di Ginevra, monsignor Silvano Mari Tomasi, che ha tenuto due discorsi alla sessione del Consiglio per i diritti umani in corso nella citta' elvetica: il primo, ieri, sul tema della violenza contro i bambini nel mondo, il secondo, pronunciato stamane, sulla questione delle discriminazioni in base agli orientamenti sessuali e all'identita' di genere.
"Ho voluto ribadire, a nome della Santa Sede - ha detto alla Radio Vaticana monsignor Tomasi - che i nuovi tentativi di creare diritti per minoranze, per piccoli gruppi non portano nella direzione giusta, nel senso che mentre vogliamo rispettare la dignita' e prevenire violenza e discriminazione contro qualsiasi persona, incluse le persone che hanno un comportamento sessuale diverso, si vuole insistere sul fatto che i principi proclamati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo gia' prevedono e gia' provvedono che non ci sia questa discriminazione, per cui arrivare a proporre eventualmente dei diritti particolari va a indebolire il principio dell'universalita' dei diritti come e' stata finora intesa".
"Questo - ha aggiunto - e' il punto cruciale, mi sembra, da dover tenere in considerazione. E poi, adesso parliamo di risposta a tendenze che alcuni Stati e alcuni gruppi di pressione stanno promuovendo, cioe' il diritto non solo al rispetto e alla non discriminazione delle persone che hanno comportamenti sessuali diversi, ma addirittura in alcuni Stati e' stato introdotto il matrimonio tra persone dello stesso sesso che comporta una interpretazione nuova di questa istituzione".
fonte http://www.gaynews.it via Adnkronos
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VERONA: INCONTRO DI PSICODRAMMA LGBT "LE VOCI DELL'OMOFOBIA" DAL 22 MARZO
Si propongono 3 incontri di PSICODRAMMA centrati sulle tematiche LGBT (Lesbico, Gay, Bisessuale, trans) e sulle famiglie coinvolte.
Lo psicodramma è un metodo ideato da J. L. Moreno che consente alle persone che partecipano di esprimere, attraverso la messa in scena, alcuni aspetti della propria vita passata, presente e futua.
E' un modo per affrontare e ri-viere aspetti di sè utilizzando gli altri componenti del gruppo attraverso la modalità "teatrale" propria dello psicodramma.
Gli incontri si terranno di giovedi alle 21.00 nelle seguenti date (a lato della data è riportato il titolo della serata):
22 marzo 2012: LE VOCI DELL'OMOFOBIA
19 aprile 2012: VORREI MA NON POSSO
24 maggio 2012: MAMMA SONO GAY
Gli incontri sono gratuiti, però si richiede la prenotazione telefonando
al nr. 349 4641139 oppure scrivendo a formazionelgbt@yahoo.it
poichè la disponibilità dei posti è limitata.
Gli incontri sono aperti anche a genitori, familiari, amici e a chiunque sia interessato/a/* a mettersi in gioco sul piano dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere.
E' possibile partecipare anche ad un solo incontro poichè ogni incontro è a sè stante.
Luogo: Via Santa Felicita, 9 (zona ponte pietra) - Verona.
Il conduttore degli incontri è Ermanno Marogna che da anni conduce gruppi di sviluppo e crescita in vari ambiti LGBT
Ermanno Marogna
Formazione LGBT - Verona
tel. 349 4641139
email: formazionelgbt@yahoo.it
fonte http://www.digayproject.org
Lo psicodramma è un metodo ideato da J. L. Moreno che consente alle persone che partecipano di esprimere, attraverso la messa in scena, alcuni aspetti della propria vita passata, presente e futua.
E' un modo per affrontare e ri-viere aspetti di sè utilizzando gli altri componenti del gruppo attraverso la modalità "teatrale" propria dello psicodramma.
Gli incontri si terranno di giovedi alle 21.00 nelle seguenti date (a lato della data è riportato il titolo della serata):
22 marzo 2012: LE VOCI DELL'OMOFOBIA
19 aprile 2012: VORREI MA NON POSSO
24 maggio 2012: MAMMA SONO GAY
Gli incontri sono gratuiti, però si richiede la prenotazione telefonando
al nr. 349 4641139 oppure scrivendo a formazionelgbt@yahoo.it
poichè la disponibilità dei posti è limitata.
Gli incontri sono aperti anche a genitori, familiari, amici e a chiunque sia interessato/a/* a mettersi in gioco sul piano dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere.
E' possibile partecipare anche ad un solo incontro poichè ogni incontro è a sè stante.
Luogo: Via Santa Felicita, 9 (zona ponte pietra) - Verona.
Il conduttore degli incontri è Ermanno Marogna che da anni conduce gruppi di sviluppo e crescita in vari ambiti LGBT
Ermanno Marogna
Formazione LGBT - Verona
tel. 349 4641139
email: formazionelgbt@yahoo.it
fonte http://www.digayproject.org
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