sabato 26 marzo 2022

Mostre: "Pas de deux. Marino Marini, Igor Stravinskij" al Museo Marino Marini di Firenze

Si intitola Pas de deux. Marino Marini Igor Stravinskij la mostra da venerdì 11 marzo e che sarà visitabile fino al 30 maggio presso il Museo Marino Marini di Firenze: cinquanta opere, molte delle quali mai espostmostree in precedenza, a ripercorrere l’amicizia e il legame tra due delle personalità artistiche più influenti del Novecento, Marino Marini e Igor Stravinskij. Foto: Biglietto con note musicali e dedica a Marino Marini di Igor Stravinskij

Con la curatela di Luca Scarlini, scrittore, drammaturgo, performer e voce nota di Radio Tre, l’esposizione documenta le tappe (alcune delle quali inedite) di questo straordinario sodalizio, iniziato nel 1948 presso la galleria d’arte newyorchese Curt Valentine, e proseguito con successivi e costanti incontri illustrati in alcune tra le opere più straordinarie di Marini: dalle acqueforti della serie “Marino to Stravinskij” alle litografie “Personnages du sacre du printemps”, fino all’unica, magnifica scenografia mai realizzata dall’artista, quella per “La sagra della primavera” dello stesso Stravinskij, rappresentata alla Scala di Milano l’8 dicembre 1972. 

Marino Marini aveva rifiutato molte volte di lavorare per il teatro, ed è solo il profondo affetto per l’amico morto l’anno prima (Stravinskij era scomparso a New York il 6 aprile 1971) a persuaderlo. Ne risultano opere straordinarie, che contribuirono a rendere il balletto, diretto da Bruno Maderna con coreografie di John Taras e protagonista l’étoile Natalia Makarova, da poco transfuga in occidente, un netto successo. “Gli incontri tra artisti di diverse discipline generano eredità ricche – spiega Scarlini, collaboratore di numerose istituzioni teatrali italiane e europee (tra cui il National Theatre di Londra) che ha lavorato in varie occasioni su temi di storia della scenografia – Il Novecento è stata epoca di grandi incontri: il lavoro di artisti notissimi con compositori illustri nasceva in base ad affinità elettive. Il ballo per Marino era stato una seduzione importante fin dalla giovinezza, come dimostrano la nutrita sequenza delle danzatrici, di grandi e piccole dimensioni, e i numerosi lavori pittorici e di incisione. “Pas de deux: Marino Marini Igor Stravinskij” narra, attraverso opere inedite o poco viste, la storia di una amicizia che è anche sincera condivisione di un sentimento dell’arte come evocazione di antichi ritmi vitali, che il secolo scorso aveva riscoperto dopo un lungo oblio”.

Al primo piano del Museo saranno esposti dipinti dedicati ad attori, danzatori e giocolieri, oltre ad incisioni originali a tema teatrale. In prestito dalla Fondazione Marino Marini di Pistoia le acqueforti e le litografie realizzate tra il 1972 e il 1974 in ricordo dell’amico scomparso nel 1971, oltre al ritratto in bronzo di Stravinskij che il compositore definì “straordinariamente bello” e una serie di affascinanti materiali – tra biglietti e scambi epistolari – che documentano la stima e l’affinità artistica tra i due. Andati malauguratamente dispersi dopo il debutto dello spettacolo, i fondali dipinti da Marini per il balletto di Stravinskij saranno proiettati in formato digitale, ed uno di essi verrà riprodotto su tela. L’allestimento è a cura di Marisa Coppiano.

Progetto realizzato e sostenuto con il contributo di Fondazione CR Firenze e Intesa Sanpaolo. Si ringraziano la Fondazione Marino Marini di Pistoia e il Teatro alla Scala per i prestiti.

Durante il vernissage Luca Scarlini racconterà in una performance il legame tra i due maestri accompagnato al piano dal Maestro Antonio Artese.

Dal 11 Marzo 2022 al 30 Maggio 2022 Firenze 

Luogo: Museo Marino Marini
Indirizzo: Piazza di S. Pancrazio
Orari: Sabato, Domenica e Lunedì 10-19 (ultimo ingresso ore 18.30)
Curatori: Luca Scarlini

Costo del biglietto: intero: 6 €, ridotto: 4 € (bambini da 7 a 14 anni). Gratuito bambini fino a 6 anni, tessere ICOM, EDU Musei Card, guide turistiche e giornalisti con tesserino in corso di validità, disabili e un loro accompagnatore

Telefono per informazioni: +39 055 219432

E-Mail info: info@museomarinomarini.it

Sito ufficiale: http://museomarinomarini.it

fonte: www.arte.it

Libri: "Il sesso è (quasi) tutto. Evoluzione, diversità e medicina di genere" di Antonella Viola

Viviamo in un mondo di maschi e di femmine. Difficile immaginare qualcosa di più naturale. Ma sappiamo davvero in cosa sono diversi? Cos'è il sesso in biologia? E il genere? Come funziona l'orientamento sessuale? Il mondo è davvero binario? La visione che lo separa sulla base dei due sessi è semplice e ovvia quanto l'idea che fosse il Sole a girare intorno a noi, prima della rivoluzione copernicana. 

Maschio e femmina sono distinti nella sostanza e nei ruoli. Eppure, questa visione non corrisponde alla realtà. Per un tempo troppo lungo abbiamo trovato differenze dove non ce ne sono e le abbiamo trasformate in dogmi. Abbiamo invece ignorato le differenze davvero importanti. La nostra cultura ha strumentalizzato le differenze legate a sesso e genere e le ha esasperate. 

Al contrario, la scienza le ha ignorate troppo a lungo. Il corpo femminile è stato poco studiato, poco considerato e, di conseguenza, curato male. Per secoli la medicina è stata una medicina dei maschi bianchi per i maschi bianchi. Continuare a ignorare questo gravissimo squilibrio significa ridurre la nostra capacità di curare. 

Perché, per esempio, siamo più abili a trattare le malattie cardiovascolari negli uomini e la depressione nelle donne? Una rivoluzione nella scienza, nelle nostre abitudini e nelle parole che usiamo è urgente. Può cominciare con la medicina di genere. Antonella Viola ci guida alla scoperta di una medicina giusta, finalmente attenta alle differenze fisiologiche legate al sesso ma anche alle conseguenze che le disparità di genere esercitano sulla salute. 

"Fare la rivoluzione", scrive Viola, "significa avere occhi nuovi per guardare noi stessi e il resto del mondo. Occhi nuovi per riconoscere le differenze che contano. E per dare loro valore". In biologia il sesso è nato come opportunità di adattamento a un ambiente che cambia in fretta. Oggi è diventato la nostra gabbia, perché viviamo in un mondo rigidamente binario. Senza vedere le differenze che contano. Perché esiste il sesso? Che differenza c'è fra sesso e genere? Maschi e femmine sono diversi? E in cosa? Li stiamo curando nel modo giusto? 

In biologia il sesso è nato come opportunità di adattamento a un ambiente che cambia in fretta. Oggi è diventato la nostra gabbia, perché viviamo in un mondo rigidamente binario. Senza vedere le differenze che contano.

Perché esiste il sesso? Che differenza c’è fra sesso e genere? Maschi e femmine sono diversi? E in cosa? Li stiamo curando nel modo giusto?


La nostra cultura ha strumentalizzato le differenze legate a sesso e genere e le ha esasperate. Al contrario, la scienza le ha ignorate troppo a lungo. Il corpo femminile è stato poco studiato, poco considerato e, di conseguenza, curato male. Per secoli la medicina è stata una medicina dei maschi bianchi per i maschi bianchi. Continuare a ignorare questo gravissimo squilibrio significa ridurre la nostra capacità di curare. Perché, per esempio, siamo più abili a trattare le malattie cardiovascolari negli uomini e la depressione nelle donne? Una rivoluzione nella scienza, nelle nostre abitudini e nelle parole che usiamo è urgente. Può cominciare con la medicina di genere. 

Antonella Viola ci guida alla scoperta di una medicina giusta, finalmente attenta alle differenze fisiologiche legate al sesso ma anche alle conseguenze che le disparità di genere esercitano sulla salute. “Fare la rivoluzione,” scrive Viola, “significa avere occhi nuovi per guardare noi stessi e il resto del mondo. Occhi nuovi per riconoscere le differenze che contano. E per dare loro valore.” 

Conosci l'autrice

Antonella Viola è un’immunologa. È professoressa ordinaria di Patologia generale presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova, dove insegna anche al general course “Generi, saperi e giustizia sociale”. è direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica (irp-Città della Speranza), fa parte del comitato scientifico della Fondazione onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) e del consiglio direttivo del Centro Elena Cornaro per gli studi di genere dell’Università di Padova. Con Feltrinelli ha pubblicato Danzare nella tempesta (2020) e Il sesso è (quasi) tutto (2022). fonte: www.amazon.it

Giornata Mondiale del Teatro 2022: il messaggio di Peter Sellars

In occasione della 60° edizione, il tradizionale messaggio è stato scritto dal regista americano Peter Sellars.

Cambiamento, linguaggio, rinnovamento: sono molti i temi affrontati dal regista Peter Sellars nel suo messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro del 27 Marzo

L'appuntamento annuale è stato istituito dall’International Theatre Institute e da esperti dell’UNESCO, e venne celebrato come "Giornata Mondiale del Teatro" per la prima volta il 27 Marzo 1962. Da quel giorno, in tutto il mondo la Giornata viene celebrata con un messaggio tradotto in tutte le lingue e scritto da artisti o personalità del teatro, della musica e della cultura in genere. Ne viene data lettura nei teatri, nelle scuole, nelle biblioteche, nei luoghi di cultura e di aggregazione umana in tutto il mondo. 

La Giornata Mondiale del Teatro quest’anno è giunta alla 60° edizione e per l’occasione il messaggio è stato scritto dal regista americano Peter Sellars. 

Il messaggio

Cari Amici,

mentre il mondo è sospeso di ora in ora, di minuto in minuto su un flusso quotidiano di notizie, posso invitare tutti noi, in qualità di creatori, ad entrare nel nostro ambito, nella nostra sfera e nella nostra prospettiva di tempo epico, di cambiamento epico, di consapevolezza epica, di riflessione e visione epica?

Stiamo vivendo in un periodo epico della storia umana e i cambiamenti profondi e significativi che stiamo vivendo nelle relazioni degli esseri umani con se stessi, tra di loro e con i mondi non umani sono quasi al di là delle nostre capacità di comprendere, articolare, parlarne ed esprimerci. 

Non stiamo vivendo in un ciclo di notizie 24 ore su 24, stiamo vivendo al bordo del tempo. I giornali e i media sono completamente impreparati ed incapaci di affrontare ciò che stiamo vivendo. 

Dov'è il linguaggio, quali sono i movimenti e quali sono le immagini che potrebbero permetterci di comprendere i profondi cambiamenti e le rotture che stiamo vivendo? E come trasmettere in questo momento il contenuto delle nostre vite non come reportage ma come esperienza? 

Il teatro è la forma d’arte dell'esperienza. 

In un mondo travolto da enormi campagne stampa, da esperienze simulate, da previsioni terrificanti, come possiamo andare oltre l'infinito ripetersi di numeri per fare esperienza del carattere sacro ed infinito di una singola vita, di un singolo ecosistema, di un'amicizia o della qualità della luce in un cielo strano? Due anni di COVID-19 hanno offuscato i sensi delle persone, ristretto la vita delle persone, interrotto le connessioni e ci hanno messo in uno strano ground zero dell'insediamento umano. 

Quali semi bisogna piantare e ripiantare in questi anni, e quali sono le specie invasive e troppo cresciute che devono essere completamente e definitivamente eliminate? Così tante persone si sentono al limite. Tanta violenza sta divampando, irrazionalmente o inaspettatamente. Tanti sistemi consolidati si sono rivelati strutture di crudeltà continua. 

Dove sono le nostre cerimonie della memoria? Che cosa dobbiamo ricordare? Quali sono i rituali che ci permettono finalmente di reimmaginare e cominciare a provare passi che non abbiamo mai fatto prima? 

Il teatro della visione epica, dello scopo epico, del recupero, della riparazione e della cura ha bisogno di nuovi rituali. Non abbiamo bisogno di essere intrattenuti. Dobbiamo metterci insieme. Abbiamo bisogno di condividere lo spazio e di nutrire lo spazio condiviso. Abbiamo bisogno di spazi protetti di ascolto profondo e di uguaglianza. 

Il teatro è la creazione sulla terra dello spazio dell’uguaglianza tra umani, dèi, piante, animali, gocce di pioggia, lacrime e rigenerazione. Lo spazio dell'uguaglianza e dell'ascolto profondo è illuminato da una bellezza nascosta, mantenuta viva da una profonda interazione col pericolo, l’equanimità, la saggezza, l’azione e la pazienza. 

Nel Sutra dell’Ornamento Fiorito Buddha elenca dieci tipi di grande pazienza nella vita umana. Uno dei più potenti si chiama Pazienza nel Percepire Tutto come Miraggio. Il teatro ha sempre presentato la vita di questo mondo come somigliante a un miraggio, consentendoci di vedere, attraverso l'illusione umana, la delusione, la cecità e la negazione con chiarezza e forza liberatorie. 

Siamo così certi di ciò che stiamo guardando e del modo in cui lo guardiamo che non siamo in grado di vedere e sentire realtà alternative, nuove possibilità, approcci diversi, relazioni invisibili e connessioni senza tempo. 

Questo è un tempo per una profonda rivitalizzazione delle nostre menti, dei nostri sensi, delle nostre immaginazioni, delle nostre storie e dei nostri futuri. Questo lavoro non può essere fatto da persone isolate che lavorano da sole. Questo è un lavoro che dobbiamo fare insieme. 

Il teatro è l'invito a fare insieme questo lavoro. 
Un sentito grazie per il vostro lavoro

- PETER SELLARS -
(Traduzione dal testo originale inglese di Roberta Quarta del Centro Italiano dell’International Theatre Institute)

Biografia di Peter Sellars 

Considerato uno dei più innovativi e audaci registi contemporanei, Sellars ha ormai all’attivo oltre cento produzioni, tra teatro, opera, cinema e televisione. Nato a Pittsburgh nel 1957, egli giunge infatti al successo molto giovane, grazie a una serie di scelte decisamente anticonformiste e ad un’attenzione non comune verso i nuovi linguaggi e le forme espressive della tradizione orientale: non a caso, dopo la laurea ad Harvard, egli approfondisce la propria formazione in Cina, Giappone e India, prima di tornare in patria e vedersi affidare la direzione della Boston Shakespeare Company e, nel 1983, dell’American National Theatre di Washington.

Alla fine degli anni ottanta viene alla ribalta grazie a lavori come Nixon in China (1987), con musiche di John Adams e coreografie di Mark Morris, ma soprattutto con la messa in scena della trilogia operistica di Mozart e Da Ponte, sotto la direzione musicale di Craig Smith: Sellars scandalizza il pubblico americano ambientando Don Giovanni tra i neri del Bronx, Le nozze di Figaro in un grattacielo di New York e Così fan tutte in un postribolo. La trilogia viene accolta con entusiasmo nei principali festival europei e inaugura una serie di allestimenti fortunati, che negli anni novanta lo confermano uno dei pochi registi capaci di confrontarsi in modo innovativo con l’opera e la tragedia classica, rivitalizzandole con un mai sopito impegno civile e sociale: Giulio Cesare in Egitto da Haendel (1990), La morte di Klinghoffer, tratto dalla cronaca del sequestro dell’Achille Lauro, San Francesco d’Assisi di Olivier Messiaen (1992, direzione musicale di Esa-Pekka Salonen), Mathis der Maler di Paul Hindemith, Le Grand Macabre di György Ligeti, Il mercante di Venezia di Shakespeare (ironicamente ambientato a Venice, in California), I Persiani di Eschilo, in una rilettura che allude esplicitamente alla Guerra del Golfo. 

Nel cinema, intanto, oltre a lavorare con Godard nel leggendario King Lear, che lo vede nei panni improbabili di William Shakespeare V, dirige nel 1991 The Cabinet of Dr. Ramirez, pellicola ispirata a Il gabinetto del dottor Caligari e interpretata da John Cusack, Peter Gallagher e Mikhail Baryshnikov. Egli cura, inoltre, la regia della versione televisiva di alcune delle sue produzioni teatrali, raggiungendo un pubblico sempre più ampio, mentre sul palcoscenico si conferma uno dei più richiesti e apprezzati protagonisti della scena contemporanea, firmando, tra gli altri, nuovi lavori con il fido musicista John Adams (I Was Looking at the Ceiling and Then I Saw the Sky e El Niño, quest’ultimo in prima al Théâtre du Châtelet di Parigi nel 2000), Peony Pavillion (1998), tratto dall’opera del poeta cinese del ‘500 Tang Xianzu, The Story of a Soldier (1999), da Stravinskij, The Screens, di Jean Genet, L’Amour de Loin, di Kaija Saariaho, Children of Herakles (2002), da Euripide, e i due monologhi For an End to the Judgment of God e Kissing God Goodbye, rispettivamente di Artaud e June Jordan. 

Direttore artistico del Los Angeles Festival (1990-1993), che ha saputo trasformare in un luogo di incontro privilegiato per culture ed etnie diverse, Sellars è professore ospite all’Ucla e ha inoltre diretto a Venezia la Biennale Teatro nel 2003 (dove ha allestito anche il suo The Love Cloud, tratto da un testo del poeta indiano Kalidasa). In occasione dell’anniversario per i 250 anni della nascita di Mozart, dirigerà a Vienna nel 2006 il New Crowned Hope, evento celebrativo destinato a coinvolgere l’intera città.

Per maggiori informazioni: https://www.world-theatre-day.org/

fonte:

venerdì 25 marzo 2022

Arte > Firenze: A Palazzo Strozzi la mostra "Donatello, il Rinascimento" Dal 19 marzo al 31 luglio 2022

Dal 19 marzo 2022 Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello presentano Donatello, il Rinascimento, una mostra storica e irripetibile che mira a ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori di artisti come Brunelleschi, Masaccio, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Raffaello e Michelangelo.

A cura di Francesco Caglioti e concepita come un’unica mostra su due sedi, Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello, il progetto nasce come una celebrazione di Donatello in dialogo con musei, collezioni e istituzioni di Firenze e di tutto il territorio italiano oltre che tramite fondamentali collaborazioni internazionali, per allargare la riflessione su questo maestro nel tempo e nello spazio, nei materiali, nelle tecniche e nei generi, e ad abbracciare finalmente le dimensioni dell’universo donatelliano.

Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello. In collaborazione con Staatliche Museen di Berlino e Victoria and Albert Museum di Londra e con F.E.C. – Fondo Edifici di Culto. 
Main Supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. 
Main Partner: Intesa Sanpaolo. 
Con il supporto di: Maria Manetti Shrem, Bank of America, ENEL. 
Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. 
Si ringrazia Beyfin S.p.A.

In copertina: Donatello, Madonna col Bambino (Madonna Pazzi), 1420-1425 circa, Staatliche Museen zu Berlin – Preußischer Kulturbesitz. Skulpturensammlung und Museum für Byzantinische Kunst. Photo Antje Voigt

Per info: www.palazzostrozzi.org

Dal 19 marzo 2022 al 31 luglio 2022
Orario mostra Tutti i giorni 10.00-20.00 Giovedì fino alle 23.00

fonte: www.palazzostrozzi.org

Libri: "Ne ho fatte di tutti i colori. Vita e fortuna di un situazionista" di Oliviero Toscani

“Io non ho nessuna idea ma non ho paura di guardare. Tutto il mio lavoro è stato questo, tutta la mia vita. Finché, guardando il cielo, non noterò due nuvole identiche, io continuerò a osservare, fiducioso che qualcosa mi cadrà in testa e mi colpirà.” 

Fotografo, portatore di un pensiero sovversivo e irriverente, Oliviero Toscani ha rivoluzionato il mondo della moda e della comunicazione in oltre mezzo secolo di carriera. In questo libro si racconta per la prima volta in un’autobiografia deflagrante come le sue idee. 

Dagli studi d’arte a Zurigo all’avventura da esordiente sfrontato negli Stati Uniti, rincorrendo un servizio per “Harper’s Bazaar”, andando alle feste con Andy Warhol, fotografando Muhammad Ali e imponendo un nuovo modo di raccontare la bellezza. E poi le prime campagne pubblicitarie, in cui rompe ogni regola portando una ventata di aria fresca e sconvolgendo i benpensanti, fino alla comunicazione sociale innovativa con Fabrica e la rivista “Colors”, le provocazioni della politica e lo sguardo ostinatamente rivolto ai giovani e al futuro. Dalla più grande pop star dell’iconografia italiana, un racconto divertente, esplosivo, pieno di sorprese.

L'autore
Oliviero Toscani, nato a Milano, dopo gli studi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo (1961-65) si è dedicato inizialmente al fotogiornalismo, per poi orientare la sua ricerca verso la moda e la comunicazione. Ideatore di campagne pubblicitarie molto note (tra cui la promozione, iniziata nel 1982 e terminata nel 2000, del marchio Benetton), si è distinto per la creazione e la manipolazione di immagini che uniscono alla ricerca innovativa sul linguaggio pubblicitario un discorso ideologico dichiaratamente provocatorio. 

Dopo la creazione di “Colors” (1990), primo giornale globale al mondo, Toscani ha concepito e diretto il centro internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione moderna Fabrica (1993). Nel 2003 ha coordinato la pubblicazione di 30 ans de Libération, volume che ripercorre gli ultimi trent’anni di storia sulla base degli articoli del quotidiano francese “Libération”. 

Nel 2012 è stata edita la sua biografia, Moriremo eleganti, mentre è del 2015 il libro Cinquant’anni di magnifici fallimenti. Dal 2016 al 2020 ha partecipato come giudice alla prima edizione di Master of Photography, talent show europeo riservato ai fotografi amatoriali e professionisti.

fonte: www.lanavediteseo.eu

Danza: Scala, ci sarà Bolle ma niente Zakharova al Gala Fracci

Parata di stelle per la prima edizione del tributo a Carla

(ANSA) - MILANO, 23 MAR - Svetlana Zakharova, una delle ballerine più famose al mondo, étoile del Bolshoi, non parteciperà al gala in memoria di Carla Fracci in programma alla Scala il prossimo 9 aprile con grandi star del calibro di Roberto Bolle, Alessandra Ferri e Marianela Nuñez e Carsen Jung.

Dal teatro hanno spiegato che vista la situazione politica mondiale e il conflitto fra Russia e Ucraina, Zakharova "ha deciso di ridurre i suoi impegni e, di comune accordo con il Teatro alla Scala, di rinviare la sua presenza" a Milano.

Al Gala Fracci non potrà essere presente nemmeno un'altra danzatrice russa, Olga Smirnova, in questo caso però il motivo è che da poco è stata nominata prima ballerina Dutch National Ballet, incarico che non le lascia il tempo per le prove. Si tratta solo del primo Gala dedicato a una donna che "è stata e rimane una figura cardine della storia della danza, personaggio di riferimento per il Teatro alla Scala e per tutta la cultura italiana" come hanno spiegato dal Piermarini.

Il programma è un tributo ai balletti che Carla Fracci ha saputo rendere unici: Excelsior, Giselle, Chéri, Romeo e Giulietta, la Vedova allegra, ma anche La strada, Cachucha. Per la prima volta alla Scala, Ferri e Jung si esibiranno un estratto da L'heure exquise, ma non mancherà La bella addormentata e nemmeno Onegin con protagonisti Bolle e Nuñez. 

fonte: www.ansa.it RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Istat: Discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ (in unione civile o già in unione) - Anni 2020-2021

Comunicato Stampa: Istat e UNAR presentano i principali risultati della rilevazione condotta nel 2020-2021 sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ rivolta alle persone in unione civile o che si sono unite civilmente in passato (ma che non lo sono più per scioglimento dell’unione civile o per decesso del partner).

Sono oltre 20 mila, pari al 95,2% del totale, le persone in unione civile o già in unione che vivono in Italia e dichiarano un orientamento omosessuale o bisessuale. Per il restante 4,8%, lo 0,2% dichiara un orientamento asessuale, l’1,3% un altro orientamento, la quota restante preferisce non rispondere.

Tra quanti dichiarano un orientamento omosessuale o bisessuale e sono occupate o ex-occupate, il 26% dichiara che il proprio orientamento ha rappresentato uno svantaggio nel corso della propria vita lavorativa in almeno uno dei tre ambiti considerati (carriera e crescita professionale, riconoscimento e apprezzamento, reddito e retribuzione).

La stragrande maggioranza delle persone omosessuali o bisessuali (in unione civile o già in unione), occupate attualmente o in passato, dichiara che il proprio orientamento sessuale è o era noto almeno a una parte delle persone del proprio ambiente lavorativo (92,5%), con un’incidenza minore tra le persone bisessuali (l’86,2%).

Tuttavia, il 40,3% riferisce, in relazione all’attuale (per gli occupati) o ultimo lavoro svolto (per gli ex-occupati), di aver evitato di parlare della vita privata per tenere nascosto il proprio orientamento sessuale (41,5% tra le donne, 39,7% tra gli uomini). Una persona su cinque afferma di aver evitato di frequentare persone dell’ambiente lavorativo nel tempo libero per non rischiare di rivelare il proprio orientamento sessuale.

Circa sei persone su dieci hanno sperimentato almeno una micro-aggressione, tra quelle rilevate, nell’attuale (per gli occupati) o ultimo lavoro svolto (per gli ex-occupati). Per micro-aggressione si intendono brevi interscambi ripetuti che inviano messaggi denigratori ad alcuni individui in quanto facenti parte di un gruppo, insulti sottili diretti alle persone spesso in modo automatico o inconscio. La più diffusa è “aver sentito qualcuno definire una persona come frocio o usare in modo dispregiativo le espressioni lesbica, è da gay o simili”.

Relativamente alle discriminazioni subite e ascrivibili a una pluralità di caratteristiche (es. origini straniere, condizione di salute, convinzioni religiose o idee politiche, genere, orientamento sessuale etc.), una persona su tre, tra le persone omosessuali e bisessuali in unione civile o già in unione che vivono in Italia, dichiara di aver subito almeno un evento di discriminazione mentre cercava lavoro. Circa una persona su cinque, occupata o ex-occupata in Italia, afferma di aver vissuto almeno un evento di clima ostile o aggressione nel proprio ambiente di lavoro. Con riferimento ai soli dipendenti o ex-dipendenti, il 34,5% riferisce di aver subito almeno un evento di discriminazione, tra quelli rilevati, durante lo svolgimento del proprio lavoro (attuale per i dipendenti, ultimo lavoro svolto per gli ex-dipendenti).

La percentuale di coloro che dichiarano di aver subito, nell’ambito dell’attuale o ultimo lavoro un’aggressione fisica, non necessariamente ricondotta dal rispondente a motivi legati all’orientamento sessuale, da persone dell’ambiente lavorativo è dell’1,1% sul totale degli occupati o ex-occupati.

Quasi una persona omosessuale o bisessuale su due (46,9%) dichiara di aver subito almeno un evento di discriminazione a scuola/università.

Passando ad altri ambiti di vita il 38,2% delle persone in unione civile o già in unione che si sono definiti omosessuali o bisessuali e che vivono abitualmente in Italia, dichiara di aver subito, per motivi legati al proprio orientamento sessuale, almeno un episodio di discriminazione in altri contesti di vita (ricerca casa, rapporti di vicinato, fruizione servizi socio-sanitari, uffici pubblici uffici pubblici, mezzi di trasporto negozi o altri locali).

Oltre il 68,2% ha dichiarato che è capitato di evitare di tenere per mano in pubblico un partner dello stesso sesso per paura di essere aggredito, minacciato o molestato. Il 52,7% di esprimere il proprio orientamento sessuale per paura di essere aggredito, minacciato o molestato.

Con riferimento agli ultimi tre anni, l’incidenza di chi ha affermato di aver subito minacce, per motivi legati all’orientamento sessuale, escludendo episodi avvenuti in ambito lavorativo, è pari al 3,9%; le aggressioni di tipo violento vengono segnalate invece dal 3,1%. Le offese legate all’orientamento sessuale ricevute via web sono riportate dal 13% delle persone omosessuali e bisessuali in unione civile o già in unione che vivono in Italia.

 Tag: diritti, disuguaglianza, genere, inserimento lavorativo, lavoro, occupazione, rilevazione, società

fonte: Comunicato stampa  www.istat.it

TV series: And Just Like That... We’re Getting Another Season

Courtesy of HBO Max
 After a slightly bumpy road, And Just Like That... ended with a bat mitzvah, a questionable move to LA, and a reuniting of old friends. All three of the series’ protagonists finished off the ten episodes on a high note, but as the closing credits rolled, it didn’t feel like Carrie, Miranda, and Charlotte’s story was necessarily over, and now, we have confirmation that it’s not. HBO Max just announced And Just Like That... has been renewed for a second season. 

 The news isn’t too shocking, considering AJLT is the streaming platform’s most watched original, despite its lukewarm reception. Plus, the creatives behind the show made it clear from the beginning that they were open to doing another season. As of now, there isn’t too much information when it comes to the what, when, and who of season two, but we’ll keep updating you as more comes in. 

What will season two of And Just Like That... be about? 

Since the show’s renewal was just announced, we don’t yet know what the next installment will cover, but we can assume it will pick up not long after the finale left off. That means, we will likely see Carrie as she continues to mourn Big and move on with her life, as well as start working on her own podcast (and possibly explore a relationship with her producer). We will also likely see the fallout from Miranda’s big move to LA, which, let’s be honest, no one expects to work out.

Who will be in And Just Like That... season two.

As of now, it seems the only confirmed cast of the second season are the big three—Sarah Jessica Parker, Cynthia Nixon and Kristin Davis, though the promotional tweet from the show also featured some secondary characters like Mario Cantone’s Anthony, as well as some of the season one newcomers like Sarita Choudhury, Nicole Ari Parker, Karen Pittman, and, notably, Sara Ramirez.

As for the fourth musketeer, Kim Cattrall, don’t get your hopes up about her involvement. Talk of the actress returning for season two was being discussed as early as November 2021, before the show even aired, but in February, the AJLT’s executive producer, Michael Patrick King, all but confirmed that Cattrall will not be returning.

When will And Just Like That... season two come out?

We don’t have a release date quite yet, and we likely won’t get one for awhile, but the end of 2022 seems like a safe guess considering season one premiered in December 2021. Parker is currently busy starring in Plaza Suite on Broadway alongside her husband, Matthew Broderick, with the scheduled to end in late June. Season one started filming in July 2021, though, so they could still possibly make that schedule work. There are, of course, other schedules to take into consideration as well, like that of Nixon, whose other HBO show, The Gilded Age has also been renewed for a second season. Kristen Davis, too, is still attached to star in yet another HBO Max show, Deeds, but we’re sure the corporate powers that be will make sure all the scheduling runs smoothly.

This article was originally published on

by Carolyn Twersky   www.wmagazine.com

Torino: Lovers, il più antico festival sui temi LGBTQI+ d'Europa dal 26 aprile al 1° maggio 2022 | l'immagine guida e l'omaggio a Pasolini

Il più antico festival sui temi LGBTQI+ d’Europa e terzo nel mondo si svolgerà dal 26 aprile al 1° maggio 2022 (Torino, Cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema)

L’immagine 2022 donata da ConiglioViola che firma anche la mostra “ConiglioViola Teorema Pasolini” (11 aprile - 4 settembre 2022, Cancellata esterna Mole Antonelliana) A Pier Paolo Pasolini Lovers dedica anche una sezione speciale.


Il Lovers Film Festival, il più antico festival sui temi LGBTQI+ (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali), si svolgerà dal 26 aprile al 1° maggio 2022 presso il Cinema Massimo, la multisala del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Il festival, diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio Mai, durerà 6 giorni ritornando a svolgersi nelle sue date storiche.

ConiglioViola per il Lovers Film Festival

È ConiglioViola a firmare l’immagine 2022.

L’immagine della trentasettesima edizione del Lovers Film Festival è la celebrazione delle più grandi icone della cinematografia LGBTQI+, da Marlene Dietrich a Rocky Horror, dal Portiere di notte a Querelle passando per Brokeback Mountain e Priscilla. Sono infinitamente grata per la rielaborazione grafica a Coniglio Viola che io considero tra le menti più interessanti, sorprendenti e creative del panorama artistico internazionale.  Il nostro Festival sarà altrettanto iconico, colorato ed emozionante commenta la direttrice Vladimir Luxuria.

“Lavorare a stretto contatto con la direttrice Vladimir Luxuria ha consentito di poter ragionare e dar voce e corpo ad alcune delle icone pop che da sempre ispirano il nostro percorso artistico” dichiara ConiglioViola.

Omaggio a Pier Paolo Pasolini

Nel centesimo anniversario dalla sua nascita il Museo Nazionale del Cinema dedica un tributo a Pier Paolo Pasolini con un progetto artistico alla Mole Antonelliana e un omaggio durante il Lovers Film Festival con una sezione speciale che prevede la proiezione di 4 pellicole.

La mostra

Il progetto artistico ConiglioViola Teorema Pasolini – sempre di ConiglioViola – ospitato dall’11 aprile al 4 settembre 2022 sulla cancellata esterna della Mole Antonelliana, vuole essere un omaggio a Pasolini e al tempo stesso svelare un’inedita lettura del suo cinema che ancora oggi offre nuove e inaspettate chiavi interpretative. La mostra propone una reinterpretazione di alcune fotografie iconiche scattate sul set di Teorema (1968), uno dei film più forti e controversi di Pasolini, da Angelo Frontoni (1929-2002) il cui archivio è conservato dal Museo Nazionale del Cinema e dalla Cineteca Nazionale.

“È un tributo che sentivamo di dover fare - sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema -, per ricordare un artista così importante e controverso, un fine conoscitore dell’animo umano e delle sue debolezze, capace di raccontare la società con diversi livelli di lettura. L’interpretazione artistica, nuova e inusuale rispetto al passato, lo rende unico nel suo genere: la volontà di questo duplice omaggio, sia sulla cancellata della Mole Antonelliana sia con le proiezioni durante il Lovers Film Festival, si muove proprio in questa direzione, comunicando in maniera visiva e reinterpretata uno dei più importanti autori del Novecento”.

Cinque tableaux vivants di grande formato, che, come sottolinea ConiglioViola, “raccontano la forte sacralità del messaggio pasoliniano, una ricerca di Dio anche attraverso la carnalità e la fisicità, provando a rendere sopportabile la difficoltà di vivere dell’essere umano, dotandolo anche di un paio di ali. L’utilizzo della tecnica pittorica classica rende ancora più forte questo messaggio, con un tratto molto grafico che ne esalta la bellezza e al tempo stesso la drammaticità”.


Le proiezioni

Comizi d’amore, lo storico film del 1964 che affronta i temi, spinosi per l’epoca, del divorzio, della verginità, della prostituzione e dell’omosessualità. Un’indagine sfaccettata, in cui il regista raccoglie le testimonianze, tra Nord e Sud, di proletari, personaggi noti, intellettuali, muovendosi fra campagne, fabbriche, spiagge, e salotti culturali.

Il Decameron: nove novelle e una cornice, in cui Pier Paolo Pasolini si ritaglia anche il ruolo di un allievo di Giotto. Il film ha portato sul grande schermo il Medioevo vitale e beffardo, sboccato e promiscuo, dell’antologia boccaccesca in un affresco esuberante e suggestivo, che guarda alla pittura trecentesca e non solo e in cui si intrecciano amplessi e morte, escrementi e religione, con esiti grotteschi e giocosi. Il primo capitolo della “Trilogia della vita”, vincitore dell’Orso d’argento alla Berlinale 1971, denunciato e processato, ebbe un enorme successo al botteghino e fu il capostipite del cosiddetto filone “decamerotico”.

I racconti di Canterbury. Geoffrey Chaucer (interpretato da Pasolini stesso) intrattiene gli altri pellegrini diretti al sepolcro di Santo Thomas Beckett con una serie di racconti licenziosi e salaci. Secondo capitolo della “Trilogia della vita”, tratto dall’omonimo testo fondamentale della letteratura britannica, prosegue nella ricostruzione pasoliniana del Medioevo trecentesco: cambia lo scenario ma non la rappresentazione, volutamente provocatoria, di un’umanità ilare, arraffona e lubrica.

Infine, il Fiore delle mille e una notte con cui Pasolini conclude la Trilogia della vita adattando per il grande schermo una selezione di novelle tratte dall’omonima antologia araba. Ultima esplorazione del regista sul Medioevo, che qui diviene esotico e misterioso in un caleidoscopio di immagini, in cui ritornano protagonisti i temi del sesso, in tutte le sue forme, e della morte come controparte di esso.

“Il Lovers Film Festival con il Museo Nazionale del Cinema ricorda il genio di Pasolini in un anniversario dedicato al suo essere ancora straordinariamente attuale. Un unico rimpianto: non poter avere una sua opinione sui fatti di oggi che ci avrebbe aiutato ad avere una visione mai scontata e banale della nostra realtà” commenta Vladimir Luxuria

I film e le sezioni competitive

Oltre 60 titoli tra lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo, di cui circa 50 in concorso.

3 sezioni competitive: All The Lovers, concorso internazionale lungometraggi; Real Lovers, concorso internazionale documentari e Future Lovers, concorso internazionale cortometraggi.

Una giuria di giovani studenti assegnerà poi il premio Young Lovers scegliendo un film del Concorso Internazionale Lungometraggi. 

Verrà assegnato un premio speciale dedicato a Giò Stajano che Lovers, da un’idea dello scrittore Willy Vaira e di Claudio Carossa, dedica alla memoria di Giò Stajano, una delle figure più importanti e significative della cultura LGBTQI italiana.

Tornano il premio Riflessi nel Buio, dedicato a un film realizzato in un Paese dove la condizione omosessuale è un pericolo e un rischio a volte per la vita.

Si rinnova anche il premio Torino Pride, assegnato dal Coordinamento Torino Pride, in collaborazione con l’associazione Amiche e amici della cultura e del Festival del Cinema LGBT, a un film che rappresenti al meglio la lotta e la militanza della comunità LGBTQI+.

Il Lovers Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MiC, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

La conferenza stampa di presentazione del Lovers Film Festival si svolgerà a Torino, mercoledì 13 aprile 2022 alle 11,30, presso l’Aula del Tempio del Museo Nazionale del Cinema.

fonte: ufficio stampa Lovers Film Festival  www.loversff.com