venerdì 10 gennaio 2020

Presto a Venezia una retrospettiva dedicata a Cartier-Bresson

Nell'ambito della programmazione espositiva 2020, Venezia presenta una tripletta di mostre, fra Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Spicca su tutte la grande retrospettiva dedicata a Henri Cartier-Bresson, con cinque curatori d'eccezione...

Dopo avervi annunciato gli appuntamenti espositivi del calendario 2020 della città di Milano, un’altra grande “regina” della nostra penisola alza il sipario sul programma della prossima stagione, annunciando tre eventi “clou” da segnare in agenda. Stiamo parlando di Venezia, che a poche ore dallo scoccare della mezzanotte saluta il nuovo anno sfoderando una serie di progetti in arrivo.
Uno su tutti? La grande personale del fotografo Henri Cartier-Bresson, prossima al debutto negli spazi di Palazzo Grassi.

Aperta a partire dal 22 marzo, la mostra Henri Cartier-Bresson: Le Grand Jeu si preannuncia come un’inedita retrospettiva, dal valore eccezionale per il numero di opere esposte – circa 250 – e soprattutto per il team dei curatori incaricato di selezionare gli scatti. A essere coinvolti nel progetto, infatti, sono la fotografa Annie Leibovitz, il regista Wim Wenders, lo scrittore Javier Cercas, la conservatrice e direttrice del dipartimento di Stampe e Fotografia della Bibliothèque nationale de France Sylvie Aubenas e il collezionista François Pinault.

A ognuno di loro è stato chiesto di vagliare la “Master Collection” del grande fotografo dell’agenzia Magnum, selezionando una cinquantina di scatti in accordo ai propri gusti e alla propria visione artistica. L’intera quantità delle immagini scelte – uno spaccato significativo della ricerca di Cartier-Bresson – sarà esposta a Venezia fino al 10 gennaio 2021, prima di volare alla Bibliothèque nationale de France nella primavera successiva.

 

LE ALTRE MOSTRE 

Ancora Palazzo Grassi sarà il cuore di un secondo grande appuntamento, sempre a partire dal 22 marzo. A occupare gli spazi dello storico edificio veneziano saranno, in questa occasione, le fotografie dell’artista egiziano Youssef Nabil. Curata da Matthieu Humery e Jean-Jacques Aillagon, la mostra – dal titolo Once Upon a Dream – raccoglierà una vasta selezione di immagini realizzate da Nabil nel corso della sua carriera. Un percorso tra ideologie politiche, riflessioni identitarie e sguardi al passato, arricchito dalle proiezioni di tre video recenti dell’artista.
A cinque anni dal progetto a cura di Caroline Bourgeois e Danh Vo, la Pinault Collection torna a essere rivista e interpretata attraverso gli occhi di un artista della celebre collezione. Succederà con Untitled, 2020, la mostra in programma dal 22 marzo al 13 dicembre 2020 nelle sale di Punta della Dogana. Concepita da Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e dall’artista britannico Thomas Houseago, la mostra sarà un’immersione tra le opere di sessanta autori – da Marlene Dumas a Llyn Foulkes, da Paul McCarthy ad Arthur Jafa. Una raccolta di dipinti, sculture e video articolata nei linguaggi e nei temi, e che troverà il suo baricentro nella ricostruzione dello studio dello stesso Houseago: un’installazione site specific in cui l’artista metterà a disposizione del pubblico la sua biblioteca e le sue fonti d’ispirazione.
[Immagine in apertura: Henri Cartier-Bresson, Simiane-la-Rotonde, France, 1969, épreuve gélatino-argentique de 1973 © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos]
fonte:  https://arte.sky.it/

Usa, incendiò la bandiera Lgbt: condannato a 16 anni di carcere. "Crimine d'odio"

Un giudice americano ha condannato a 16 anni di carcere un uomo, colpevole di aver dato alle fiamme una bandiera arcobaleno simbolo della comunità Lgbt. 

Adolfo Martinez, 30 anni, secondo il tribunale è reo di molestie per crimini d'odio, uso sconsiderato del fuoco e offesa abituale. 



L'incidente è avvenuto intorno a mezzanotte dell'11 giugno nel centro di Ames, in Iowa, nel Midwest degli Stati Uniti. La polizia ha riferito di essere stata avvertita che in uno strip club locale un uomo, Adolfo Martinez, stava infastidendo e minacciando i presenti. Ma all'arrivo degli agenti, l'uomo era già stato buttato fuori dal personale del locale.  In foto: Una bandiera arcobaleno bruciata durante una manifestazione anti Lgbt 

Dopo aver lasciato il club, Martinez si era recato davanti alla United Church of Christ e lì aveva strappato la bandiera. Quindi era tornato davanti allo strip club, e aveva dato fuoco al vessillo in strada, minacciando anche di bruciare il bar.

A quel punto era stato arrestato. Più tardi, dalla prigione parlando con la stampa, si era detto colpevole dei fatti di cui era accusato. "È stato un onore farlo. È una benedizione del Signore", aveva detto, spiegando che lo aveva fatto per la sua avversione "all'omosessualità". "Ho bruciato il loro orgoglio, chiaro e semplice", aveva detto a KCCI-TV. L'intervista era stata poi inserita nel processo come prova contro di lui.

Il pastore della United Church of Christ, Eileen Gebbie, una donna gay, ha detto di essere d'accordo sul fatto che le azioni di Martinez siano state motivate dall'odio. "Ho spesso sperimentato che Ames non è così progressista come molte persone credono che sia e c'è ancora una grande comunità 'queer' nascosta qui", ha detto il pastore alla stampa.

"Ma 12 persone (la giuria ndr) che non conosco, che non hanno relazioni dirette con me o con questa congregazione - ha poi aggiunto la religiosa - hanno riconosciuto che quest'uomo ha commesso un crimine e che è stato un crimine a causa del bigottismo e dell'odio".

Il procuratore Jessica Reynolds ha sottolineato che Martinez è stato il primo, nella storia della contea, ad essere condannato per un crimine d'odio. "La dura realtà è che ci sono persone che prendono di mira altre persone e commettono crimini contro di loro per motivi di razza, genere, orientamento sessuale", ha spiegato alla stampa. "E quando ciò accade - ha concluso - è importante che come società ci alziamo in piedi e che i colpevoli abbiano gravi conseguenze per le azioni che hanno commesso".

fonte:    Adolfo Venturini

Firenze: CELEBLUEATION – la Mostra antologica di abiti e bozzetti di Renato Balestra

La Fondazione Franco Zeffirelli si accende di “Blu Balestra” in occasione di Pitti Immagine Uomo 97

Dall’8 gennaio al 2 febbraio 2020 
Sala Musica, Fondazione Zeffirelli
Ingresso libero con il biglietto del Museo Zeffirelli


Celeblueation è la mostra antologica di bozzetti, disegni e abiti di Renato Balestra che dall’8 gennaio al 2 febbraio 2020 sarà esposta nella Sala Musica della Fondazione Zeffirelli.
In occasione della tappa fiorentina, la Maison Balestra ha voluto ampliare la selezione delle opere esposte in Celeblueation.

L ’allestimento
Site Specific nella Sala Musica della Fondazione Zeffirelli prevede infatti una selezione inedita degli esordi, quando ancora lo stilista adottava un’espressione pittorica per dare vita alle sue creazioni.

La sezione teatrale sarà inoltre impreziosita dai costumi disegnati per il Teatro dell’Opera di Belgrado de “Il Lago dei Cigni”, produzione per la quale Renato Balestra ha firmato per la prima volta anche le scene.

 “Annuncio con grande entusiasmo che la mia Celeblueation sarà esposta durante la 97° edizione di Pitti Uomo, nella prestigiosa Fondazione Zeffirelli a Firenze. Franco Zeffirelli è stato un grandissimo artista ed anche un grande uomo. Ho avuto l’onore di essergli amico e la gioia di aver collaborato ai costumi di scena di : “E’così se vi pare” di Pirandello. Ricordo quanta passione metteva nel suo lavoro ed i suoi risultati così eclatanti . Grazie a Pitti Uomo ed alla Fondazione del più grande Maestro del Teatro , della cultura, vera gloria italiana ed un grazie particolare a Pippo Zeffirelli che ha creduto e collaborato a questa prestigiosa iniziativa.”  Renato Balestra

 

Info

L’accesso alla mostra è
compreso nel biglietto d’ingresso al Museo Zeffirelli
tel. +39 055.265.843.5
ticket@fondazionefrancozeffirelli.com
fonte:www.fondazionefrancozeffirelli.com

Lgbt: Il Parlamento UE sollecita l’Italia a fare una legge contro l’OmoTransFobia: “Basta odio”

 Dal Parlamento europeo ci giungono analisi e solleciti sul fenomeno dell’omotransfobia che è opportuno che il governo italiano, così come gli altri governi degli Stati membri, raccolgano con molta attenzione“: Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, commenta la risoluzione approvata lo scorso 18 dicembre da un’ampia maggioranza del Parlamento europeo (463 i voti a favore, qui il documento: http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0101_EN.pdf), attraverso la quale si esprime condanna nei confronti delle cosiddette “LGBTI free zones” propagandate in Polonia e apprensione per i sempre più frequenti fenomeni di omotransfobia, anche istituzionale, che si registrano negli Stati che compongono l’Unione europea.

“Nella risoluzione – spiega Roberto Muzzetta, delegato alle politiche internazionali nella segreteria di Arcigay – si affronta in modo esplicito il problema degli attacchi omotransfobici provenienti da politici di Paesi europei che spesso, in modo irresponsabile e spregiudicato, utilizzano un linguaggio violento e discriminatorio per guadagnare facile consenso. La risoluzione, tuttavia, ha un obiettivo chiaro: la proliferazione in Polonia della deprecate “free LGBTI zones”.

Negli ultimi mesi in Polonia attacchi verbali e fisici nei confronti della comunità LGBTI locale sono stati giustificati come un tentativo di resistenza e liberazione della nazione polacca dai dannosi influssi della cosiddetta ideologia LGBTI. È perciò un segnale importante la condanna che il Parlamento europeo ha espresso, con una maggioranza ampia e trasversale, nei confronti di questa deriva, inscrivendola in un contesto generale allarmante e da non sottovalutare.
La risoluzione riconosce infatti, nelle premesse, che il fenomeno della violenza omotransfobica purtroppo riguarda tutto il continente e tutti gli ambiti sociali e politici. Questi attacchi, si legge nell’istanza, rappresentano una minaccia seria ai diritti fondamentali nell’Unione europea e vanno di pari passo con gli attacchi rivolti alle donne e alle minoranze. 

Non solo: essi, assieme alla propaganda xenofoba, contribuiscono a creare un clima insicuro per tutti e tutte e in particolare per le persone che si battono per l’affermazione di questi diritti. E ancora: il Parlamento europeo, attraverso questa risoluzione, denuncia l’assenza di un monitoraggio sistematico di questi crimini, e il persistere di rischi e paure legati allo svelamento dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, fenomeno che rappresenta un potente deterrente alla denuncia dei crimini”.

“Nelle passate settimane – riprende Piazzoni – si è avviato nel nostro Parlamento l’iter per la discussione di una legge contro l’omotransfobia: questa risoluzione può rappresentare un contributo importante e concreto a questo percorso. Le cosiddette “lgbti free zones” non sono un mito lontano: durante il passato Governo, il Conte 1, abbiamo toccato con mano, in occasione del Congresso delle Famiglie a Verona, la saldatura oscura tra alcuni partiti italiani e i movimenti che in Polonia reiterano pratiche e discorsi d’odio ai danni delle persone LGBTI. E sappiamo che esiste un network internazionale che organizza questi movimenti, anche nel nostro Paese. Più che legittima quindi la preoccupazione degli euodeputati, che è anche la nostra e che ci auguriamo sia anche quella degli eletti e delle elette del Parlamento italiano”, conclude.
fonte:  www.spyit.it

Rai Uno: I segreti di Palazzo Vecchio tra le Meraviglie

Ci sarà anche Gianna Nannini nella puntata dedicata alle stanze segrete della Signoria, grande successo per il ritorno di "Meraviglie" su Rai Uno
 
FIRENZE — La terza stagione di Meraviglie, il programma condotto da Alberto Angela entrerà attraverso le porte segrete di Palazzo Vecchio, quelle che sfruttando invisibili intercapedini conducono alle stanze inaccessibili del potere fiorentino. A portare una testimonianza toscana sarà Gianna Nannini che da giovanissima vedeva Firenze come "la libertà" rispetto alla piazza senese dove era molto conosciuta.

"Il viaggio tra le Meraviglie d’Italia continua sabato prossimo sui tetti della Basilica di San Marco a Venezia, seguiremo le orme dei grandi viaggiatori del passato a Paestum ed entreremo a Palazzo Vecchio a Firenze" è quanto ha annunciato lo stesso Angela al termine della prima puntata della nuova serie che ha riscosso un alto gradimento da parte del pubblico "Esordio da grandi numeri. Sono stati 4 milioni 649 mila i telespettatori che hanno seguito Alberto Angela in giro tra le bellezze italiane nella prima serata di Rai1, con il 23 di share. Grande seguito anche sui social con oltre 94mila interazioni, è stato il programma più commentato dell'intera giornata secondo Nielsen Italia" è quanto recita una nota della Rai.

Una anteprima del viaggio attraverso gli ambienti intimi del potere è stata la visita all'interno del Palazzo Reale di Torino, residenza dei Savoia prima del trasferimento della capitale a Firenze e poi al Quirinale, a Roma. Una straordinaria Aurora Ruffino, nei panni della regina Margherita, ha accolto i telespettatori tra le sfarzose stanze di famiglia che sono state attraversate sfruttando i passaggi nascosti riservati alla servitù.
fonte:  www.quinewsfirenze.it

martedì 7 gennaio 2020

A marzo 2020 debutterà al Teatro dell'Opera di Roma la Turandot con la regia di Ai Weiwei

La Turandot di Giacomo Puccini, in programma al Teatro dell’Opera di Roma a marzo 2020, avrà la regia, le scene e i costumi di Ai Weiwei (Pechino, 1957).

L’artista e attivista cinese si dedicherà infatti all’opera lirica ambientata a Pechino.

"Sarà una Turandot dal mio punto di vista“ ha affermato Ai Weiwei. ”Un’opera immersa nel mondo contemporaneo, nel presente culturale e politico rappresentato attraverso la storia di Puccini".

Lo scorso giugno l’artista ha fatto visita a Roma ai laboratori di scenografia e alla sartoria del Teatro per proporre una nuova regia. Ha accettato l’offerta di occuparsi della regia, dei costumi e della scenografia della Turandot al Teatro dell’Opera poiché quest’opera ha per lui un significato speciale: nel 1987 Ai Weiwei e suo fratello fecero le comparse in una speciale produzione della Turandot al Metropolitan Opera House diretta da Franco Zeffirelli.

"Non avrei mai accettato se non si fosse trattato della Turandot“ ha commentato ”perché mi sento piuttosto lontano dalla musica. Due sono gli aspetti che però mi hanno convinto. Uno generale, perché credo che l’opera racconti la contemporaneità, i problemi culturali e politici di oggi narrati, in questo caso, attraverso Turandot".

Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera, ha dichiarato: "Credo sia indispensabile programmare un teatro attento a tutti i fermenti artistici contemporanei e sempre alla ricerca del nuovo. E così, volendo proporre una nuova regia di un lavoro amatissimo come Turandot, ho ritenuto che la rilettura attuale da parte di uno degli artisti contemporanei più affermati, Ai Wei Wei, nato e cresciuto in Cina, potesse risultare di grandissimo interesse”.
fonte:  www.finestresullarte.info

Teatro: A Perugia "Caligola-Assolo.1" di e con Bernardo Casertano. Il 18 gennaio ore 21.00 • Sala Cutu

In scena alle ore 21.00 Caligola-Assolo.1, spettacolo di e con Bernardo Casertano, light designer Chiara Saiella, con il sostegno del Teatro del Lemming.

L’intento è quello di spostare l’obbiettivo dall’opera al pensiero di Albert Camus, al suo esistenzialismo mai accettato.

È un atto che celebra l’eroicità dell’uomo malgrado la sua condizione. Un inno alla “spaventosa libertà” che si raggiunge prendendo coscienza della solitudine.

CALIGOLA-ASSOLO.1  
di e con Bernardo Casertano
light designer Chiara Saiella
con il sostegno del Teatro del Lemming
18 gennaio ore 21.00 - Sala Cutu Teatro di Sacco

Per Albert Camus è una tragedia esistenziale quella che attraversa Caligola. “Caligola-Assolo.1” è il completamento di un processo lavorativo iniziato con “Assolo di un ipotetico studio su Caligola”, grazie ad una residenza artistica presso Teatro Akropolis di Genova e proseguita all’Ex-Asilo Filangieri di Napoli. Questa parte del lavoro si completa grazie ad una produzione del Teatro del Lemming di Rovigo.

L’intento è quello di spostare l’obbiettivo dall’opera al pensiero di Camus, al suo esistenzialismo mai accettato. È un atto che celebra l’eroicità dell’uomo malgrado la sua condizione. Un inno alla “spaventosa libertà” che si raggiunge prendendo coscienza della solitudine. 

❮ Lo spettacolo di e con Bernardo Casertano, è un lacerante grido in una tenebra in cui tagli di luce feriscono il corpo e l’anima dell’attore, trascinando lo spettatore in un vortice di emozioni e istinti che perseguitano l’uomo dai primordi: chi percepisce il distacco dal cordone ombelicale della natura come una frattura si ritrova nudo sul palco ad invocare un Dio assente e sadicamente cosciente del dolore che provoca la sua stessa supposta presenza dietro quella nube che si chiama: dubbio. ❯
(Enrico Bernard - SaltinAria.it) 

☎️INFO e PRENOTAZIONI: info@teatrodisacco.it | 320.6236109

Bernardo Casertano
Nasce a Caserta e si trasferisce presto a Roma ove si diploma presso l’accademia del Teatro dei Cocci sotto la guida di Isabella Del Bianco e Cristiano Censi. La sua formazione artistica inizia con una impostazione classica, ma presto prosegue attraverso il teatro contemporaneo e la ricerca teatrale. Continua a formarsi, fra gli altri, con Giancarlo e Pierpaolo Sepe, Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco, Ilaria Drago. In seguito, mette in scena “Dino” la sua prima regia tratta da Il re del plagio di Jan Fabre.  Al cinema ed in televisione ha lavorato con Alessandro Dalatri, Paolo Genovese, Manetti bros, Carlo Verdone, Francesco Vicario, Michele Soavi. Nel 2017 è diretto da Alessio Cremonini in “Sulla mia Pelle” e da Michele Soavi in “Rocco Chinnici” nel ruolo di Paolo Borsellino.
fonte:  Organizzato da Teatro Di Sacco e Sala Cutu Teatro di Sacco