venerdì 9 aprile 2010

CLAUDIA CARDINALE IL 15 APRILE INAUGURA E FESTEGGIA I PRIMI 25 ANNI DEL GLBT FILM FESTIVAL


Il 15 aprile l’attrice presenterà
«Le fil» di Mahdi Ben Attia
«La capretta di Chagall» unico film italiano in concorso

Torino - Sarà Claudia Cardinale ad inaugurare la XXV edizione del Torino Glbt Film Festival, oggi presentato per la prima volta a Roma, nella sede della regione Piemonte. Il 15 aprile, giorno del suo compleanno, l’attrice presenterà il film girato in Tunisia, suo luogo di nascita, ’Le fil’ del tunisino Mahdi Ben Attia in cui interpreta Sara, madre di un ragazzo gay. Da Sodoma a Hollywood - Torino Glbt Film Festival, il più antico Festival d’Europa a Torino dal 15 al 22 aprile, festeggia così le sue nozze d’argento in un’edizione ricca di novità e cambiamenti. Il Festival, diretto da Giovanni Minerba, si propone in una veste in parte rinnovata, a cominciare dall’immagine, realizzata per l’edizione 2010, dal pittore e scultore Ugo Nespolo.

«Il buon cinema che siamo riusciti a far vedere e l’intreccio che si è creato tra il pubblico e il festival -ha spiegato Minerba- ci hanno dato la possibilità di andare avanti in un certo modo. Se non ci fosse stato questo credo che non ci sarebbe ancora il festival». Dal rapporto tra genitori e figli omosessuali alla bisessualità, dalla «fluidità di genere» ai problemi dei gay anziani: sono solo alcune delle tematiche che verranno trattate dal Festival. Tematiche che dal cinema italiano: «non vengono troppo affrontate e laddove lo sono -ha sottolineato Minerba- sono affrontate male».

«5 anni fa -ha ricordato Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del Cinema- gli enti locali hanno chiesto al museo di farsi carico della gestione del Festival e noi abbiamo accettato di buon grado». È stato, ha spiegato Barbera «un passaggio amministrativo per rafforzare e non per controllare la struttura del Festival», proprio perchè il Museo svolge una «funzione di garanzia nei confronti del Festival».

«Avremo dei piccoli film italiani sparsi tra le varie sezioni -ha detto il coordinatore artistico Fabio Bo- però non tali da meritare il concorso, salvo ’La capretta di Chagall’». Nelle selezioni, ha sottolineato Bo: «abbiamo visto pochissimi film italiani», il paragone, non solo con le grandi cinematografie, «è veramente tremendo» e, ha concluso: «In Italia la situazione è demoralizzante».

Una delle novità dell’edizione 2010: il premio alla carriera «Dorian Gray», che sarà consegnato a James Ivory, «per il suo contributo alla causa, un ringraziamento per il suo lavoro», presente al Festival anche con il suo ultimo film «The City of Your Final Destination», tratto dall’omonimo libro di Peter Cameron. Al vincitore verrà consegnata, sabato 17, una statuetta, creata da Ugo Nespolo, che raffigura Oscar Wilde.

Come ogni anno il Festival propone tre sezioni competitive (concorso lungometraggi, concorso documentari, concorso cortometraggi), sottoposte al giudizio di tre giurie internazionali composte, oltre che da Peter Cameron, Ivan Cotroneo ed Eytan Fox, da Patricia Rozema e Cesare Petrillo per i lunghi, da Giovanni Anversa, Maria Beatty e Massimo Fusillo per i Doc, da Massimo Fenati, Zvonimir Dobrovic e Roberto Cuzzillo per i corti.

Ma, come da tradizione, al Torino Glbt Film Festival ci saranno anche i premi attribuiti dal pubblico. Rispetto alle passate edizioni, le sezioni, sono state curate da un nuovo comitato di selezione composto da Fabio Bo (coodinatore artistico) e, tra gli altri, da Angelo Acerbi, Margherita Giacobino e Alessandro Golinelli, tutti capitanati dal direttore e ideatore del Festival, Minerba. L’intento del gruppo è stato quello di andare incontro alle esigenze del pubblico e di riservare una forte attenzione alle istanze socio-culturali della comunità gay.

Sono 175 i film, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari in concorso, omaggi (Open Eyes), Midnight Madness, Retrospettiva e Binari, la nuova sezione che racchiude opere fuori concorso. Circa 30 le nazioni presenti, una vera e propria olimpiade del cinema gay. A fare la parte del leone, escludendo dal conteggio «i film che ci hanno cambiato la vita» e gli omaggi, sono gli Stati Uniti con 32 titoli (ma nessuno nel concorso lunghi). Tra gli europei spiccano la Spagna e la Francia, rispettivamente con 13 e 11 film, mentre gli italiani sono 7 (ma solo uno gareggia per un premio nella competizione che riguarda i corti, «La capretta di Chagall»).

Tra i titoli del concorso lungometraggi: ’El nino pez’ (The Fish Child) di Lucia Puenzo, figlia d’arte del regista argentino, che con il precedente «Xxy», si aggiudicò una menzione della critica a Cannes. Nelle altre sezioni, tra gli altri, ci saranno titoli come Prayers for Bobby, di Russel Mulcahy con Sigourney Weaver, Little Ashes di Paul Morrison con Robert Pattinson (l’attore divo di «Twilight»), Mary Lou di Eytan Fox, House of Boys, di Jean-Claude Schlim, con Udo Kier e Stephen Fry, e il documentario New York memories che è la cronaca del ritorno nella Grande Mela del regista tedesco, Rosa Von Praunheim.
Fonte: www3.lastampa.it

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