lunedì 30 giugno 2025

Libri: "Perduto è questo mare" di Elisabetta Rasy

Libro incluso nella cinquina finalista del Premio Strega 2025

Presentato da Giorgio Ficara nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.

Un libro in cui esperienze e ricordi riaffiorano dolci ma taglienti, mentre Elisabetta Rasy si interroga: è possibile reinventarsi una paternità ideale, altrove? E ancora: nella memoria incontriamo davvero di nuovo le persone amate e scomparse? E i conti finalmente tornano?

«Ero entrata nel regno senza padri. Senza sapere che, in quel regno, l'ombra del padre si nasconde ovunque.»

«Una prova di stile che rasenta la perfezione. Un lavoro di scavo nella sua storia e la costante attitudine a interrogare le proprie radici, senza mai accontentarsi delle risposte più facili ed evidenti.» - Emanuele Trevi, Corriere della Sera

«Perduto è questo mare è fatto di questa materia sottile, in tutte le sue possibili declinazioni: sonno, sogno, ricordo, rimpianto.» - Gabriele Pedullà, Domenica-Il Sole 24 Ore

«Tra memoir, romanzo biografico e autobiografico al tempo stesso, Perduto è questo mare di Elisabetta Rasy sfugge alle comuni etichette di genere per i contenuti. E vi sfugge anche per lo stile: raffinato e nostalgico nella cura lessicale per il dettaglio, è invece moderno nella sintassi svelta, perlopiù asindetica. I quadri di vita qui rappresentati coniugano così l'arte del cesello antico e l'iconicità della cinematografia moderna.» - Critica Letteraria

"Napoli, anni Cinquanta. Una città tanto piena di luce da sembrare quasi fatata. Ma anche devastata dalla guerra e dimenticata dalla storia. Da lì, all’improvviso, una ragazzina viene portata via, lasciando per sempre il padre nell’ombra di una casa elegante e fatiscente. Lei crede di dimenticarlo ma, molti decenni dopo, la morte di un amico e maestro amato, lo scrittore napoletano Raffaele La Capria, fa riemergere dal fondo della memoria l’immagine di lui. Della stessa generazione, i due uomini hanno avuto un diverso destino: l’uno realizzato nei suoi libri, l’altro murato nella sua solitudine. Eppure entrambi sono stati ammaliati e respinti da quella città di incanto e desolazione, entrambi scossi e feriti da intimi segreti. Così sullo sfondo dei loro desideri e tormenti comincia un viaggio nella terra straniera del passato, e si snoda la storia di quella ragazzina che cresce e si forma sotto il segno della diversità, in un’Italia poco accogliente per le donne che non si adeguano alle regole del gioco femminile. ""Perduto è questo mare"" è un romanzo profondo ed emozionante su un difficile affetto filiale e su un potente sentimento d’amicizia, un’immersione nel regno remoto dei padri, costellato di amori intensi, abbandoni, allegrie e malinconie, che rimanda a echi lontani: da Enea sceso negli Inferi per cercare Anchise, a Kafka con la sua lettera al genitore carica di risentimento.

Proposto da Giorgio Ficara al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
«La definizione stessa di “romanzo”, in effetti, appare insufficiente per descrivere un libro straordinariamente composito in cui l’arte del ritratto, l’affresco memoriale e la riflessione (sottilissima) su un’epoca difficile, si legano in un dettato originale. Due personaggi, un padre sognatore, allegro, sventato, inconcludente, evanescente, e a suo modo funesto, e un amico famoso e intelligentissimo, Raffaele La Capria, tengono la scena. Se il padre – aviatore sotto il fascismo, poi avvilito fainéant nella Napoli del dopoguerra – rappresenta una specie di fatale sottrazione nella vita della figlia, l’amico scrittore, uno dei sommi del nostro tempo, è il “di più” di spirito, stile e ispirazione cui ogni vita ambirebbe. La forma stessa del libro si piega con grande naturalezza ora alla vicenda del padre, progressivamente tortuosa, ora al magnifico ritratto, per quadri pressoché slegati e fermi, di La Capria: un uomo affascinato dalla “riposante superficie della vita” come dai suoi abissi; uno scrittore-filosofo che osserva il dolore nelle cose stesse; un camminatore, come Palomar, tormentato dalla nostalgia del “paesaggio perduto”… Perduto è questo mare contiene sullo stesso piano narrazione e meditazione, e memoria classica, appunti, sospensioni critiche, come in un vero romanzo. Particolarmente prezioso oggi, nel tempo della sua (decisiva?) reductio all’unum della cronaca e del resoconto.»

fonte: www.lafeltrinelli.it

Rivoluzione a Vogue, Anna Wintour lascia la guida. Resterà in Condé Nast come responsabile dei contenuti globali

Anna Wintour - RIPRODUZIONE RISERVATA ANSA
Anna Wintour lascia la direzione di Vogue.

Dopo aver dettato la moda per 37 anni, la regina che ha ispirato Hollywood e una delle giornaliste più potenti al mondo fa un passo indietro. L'annuncio lo ha dato di persona nel corso di una riunione con il suo staff, al quale ha comunicato di essere alla ricerca di un nuovo leader per l'edizione americana del magazine. Wintour continuerà comunque a ricoprire i suoi incarichi di responsabile dei contenuti globali di Condé Nast e di direttore editoriale globale di Vogue.

La sua uscita è trapelata con indiscrezioni riportate da diversi media e poi confermata da Condé Nast al New York Post. Londinese di Hampstead, ma dagli anni'70 negli Usa, la 75enne Anna è un'icona nel mondo della moda e non solo. Iconico è il taglio a caschetto, iconici sono gli occhiali da sole indossati anche in ufficio, e iconiche sono le fughe dai party abbandonati dopo solo venti minuti con la sola eccezione di quello del primo lunedì di maggio sul tappeto rosso del Metropolitan Museum. Iconica anche la passione per il tennis (gioca all'alba, prima di andare in ufficio), iconici i "September issues".

La sua prima copertina ha immortalato la modella Michaela Bercu con un paio di jeans da 50 dollari: era la prima volta che un capo denim arrivava sulla cover di Vogue. Uno dei suoi primi lavori da fashion editor fu con Viva, una rivista erotica per "donne adulte" creata dall'allora moglie dell'editore di Penthouse Bob Guccione. Fu a Viva che Anna per la prima volta potè assumere una segretaria personale, da cui la reputazione di essere una boss esigente e difficile come in "Il Diavolo Veste Prada", il film da lei ispirato con Meryl Streep e Anne Hathaway. Sguardi glaciali, giudizi trancianti e insindacabili.

La Wintour è stata al timone di Vogue dal 1988, dal 2013 direttore artistico di tutti i mensili del gruppo e da dall'estate del 2019 global content advisor, un titolo che le ha consentito di cementare il suo ruolo di protettrice del Dna di Conde' Nast dopo la morte dell'editore storico e mecenate Si Newhouse. Durante i cambiamenti che si sono succeduti nel corso degli anni, Anna è rimasta una costante in Condé Nast e nell'editoria, riuscendo a salvaguardare il suo posto anche di fronte alle profonde crisi di settore che si sono succedute.

fonte: di Redazione ANSA   www.ansa.it  RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati