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sabato 24 aprile 2010
È nata Orlando, la più grande libreria Lgbt gay italiana online
È nata Orlando, la più grande libreria gay italiana online
Nasce dalla collaborazione tra Gay.it e Feltrinelli ed è la più grande libreria online a tematica lgbt con libri, cd, Dvd e Blu-ray.
Prende vita Orlando, la più completa libreria online a tematica lgbt italiana nata dalla collaborazione tra Feltrinelli, una delle principali case editrici italiane e Gay.it. Orlando è una vetrina con una selezione in continuo aggiornamento dei prodotti più interessanti per la comunità omosessuale e permette di accedere al catalogo completo Feltrinelli costituito da centinaia di titoli. Lo strumento di ricerca con l'inserimento di parole chiave specifiche (gay, omosessuale, famiglie, religione, coppie, adozioni, ecc.) consente di individuare con facilità testi di riferimento, best seller, romanzi e saggi per approfondire tematiche care al mondo gay come psicologia, genitorialità, orientamento sessuale, genere, omofobia, ecc.
Gay.it - È nata Orlando, la più grande libreria gay italiana onlineFeltrinelli è sinonimo di garanzia e di assortimento, basta entrare in uno dei 98 centri presenti su tutto il territorio nazionale per scegliere nella vasta gamma di prodotti sempre disponibili: libri, cd, dvd e dvd blue-ray, magliette e pacchetti viaggio. Un tale numero di punti vendita gli ha conferito il titolo di più grande catena di negozi di libri e musica d'Italia.
Il sodalizio tra Gay.it e Feltrinelli nasce sotto una buona stella, fino al 20 aprile, infatti, tutti libri acquistati online sono scontati del 20%. È quindi il momento giusto per immergersi nella lettura dei propri autori preferiti a prezzi vantaggiosissimi. Per gli amanti della musica, invece, sarà inevitabile scatenarsi con le canzoni delle più grandi icone gay come Lady Gaga, Madonna, Beyoncé e tante altre.
fonte gay.it
A Modena e Bologna l’agenzia di viaggi che confeziona vacanze a misura di gay e lgbt
Anche le agenzie di viaggio fanno “outing”. Robintour – il settore turistico di Coop Adriatica, nato oltre vent’anni fa e diffuso con 291 agenzie su tutto il territorio nazionale – ha lanciato a Bologna e Modena “Travel Friendly”. Si tratta di un progetto pilota che mira a un nuovo ma ben connotato segmento di mercato, quello Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali, trasgender).
“Abbiamo tracciato una mappatura delle mete turistiche gay friendly. Abbiamo stretto accordi con tour operator che si occupano di questo tipo di turismo, ma confezionano anche viaggi su misura”, ha spiegato Nicoletta Lorenzetto, direttrice di Cucets. Robintour, oltre a consigliare pacchetti ad hoc, segnala alle coppie gay le mete pericolose, come Cuba o la Giamaica, o le città di riferimento della movida omosexual, come Puerto Rico e Buenos Aires.
“Siamo i primi sul territorio a offrire questo servizio – ha concluso Paolo Grandi, responsabile marketing di Robintour -. Abbiamo avuto il coraggio di coniugare questo nuovo target con la clientela tradizionale, sia sul sito che nelle vetrine. E il coraggio premia”.
fonte blitzquotidiano di Emiliana Costa*
MondoTrav-pubblicità per il travestitismo il prima e dopo
Cinema, Agora: ancora polemiche in Italia,Il film di Amenàbar sulla filosofa messa a morte dai cristiani
"Agora" un kolossal per Ipazia
Nei film sul mondo antico quasi sempre i cristiani sono vittime miti, piangenti in preghiera, clandestini tremebondi. Agora di Alejandro Amenàbar capovolge questa immagine, i cristiani del quarto secolo dopo Cristo ad Alessandria d’Egitto sono anche fanatici violenti raggruppati in squadracce, ceffi oscuri e crudeli che fanno il peggio: bruciano vive le persone, le malmenano al grido «Il Signore è con noi», perseguitano brutalmente i non cristiani e gli ebrei «macellai di Nostro Signore»; assediano, invadono e devastano la seconda Biblioteca di Alessandria bruciando i rotoli della sapienza, abbattono le statue scandendo «Alleluja», costringono i militari a farsi battezzare, lapidano, decapitano, alzano roghi di cadaveri. Contrasta con simile canaglia la protagonista del film interpretata molto bene da Rachel Weisz: Ipazia, giovane donna sapiente, figlia del rettore della Biblioteca, maestra di discepoli, filosofa della razionalità, matematica, astronoma stimatissima che vive l’amicizia ma rifiuta l’amore di uno schiavo divenuto cristiano per fede, del prefetto della città divenuto cristiano per opportunismo e necessità. Ipazia viene attaccata pubblicamente dal capo dei cristiani con l’accusa anacronistica di stregoneria e fa una morte atroce squartata viva: parti del suo corpo vennero messe in mostra in città, come mònito per gli scienziati della ragione e per gli infedeli (il film non illustra questa fine).
Si capisce che il regista Amenàbar (cileno per nascita e spagnolo per attività, già autore di Mare dentro e The Others) ha inteso mettere a confronto l’intolleranza sanguinaria delle religioni (anche attuali) nei periodi in cui lottano per conquistare o conservare il potere temporale e l’unanimità dei consensi, e la coraggiosa nobile calma della cultura. Le alterazioni storiche, come è ovvio in un film, non sono poche, ma il contrasto è raccontato efficacemente. L’ambientazione è molto accurata (i costumi sono ideati da Gabriella Pescucci); risulta una buona idea quella di imitare ad alto livello lo stile dei kolossal greco-romani dei Cinquanta. Così il film su temi nuovi e non facili scorre fluido e interessante come una buona fiction televisiva; Agora è senz’altro riuscito.LIETTA TORNABUONI
fonte lastampa.
AGORA
di Alejandro Amenàbar
con Rachel Weisz, Max Minghella, Oscar Isaac.
Spagna, 2009
Sale in prima visione
TORINO, Ambrosio, Fratelli Marx, Pathé, Romano, Ugc, Warner
MILANO, Eliseo, Gloria, Plinius, Uci
GENOVA, Ariston, Fiumara
ROMA, Admiral, Ambassade, Andromeda, Atlantic, Cineland, Eurcine, Giulio Cesare, Intrastevere, Nuovo Olimpia, Quattro Fontane, Royal, Tibur, Ugc, Vis Pathé
NAPOLI, Filangieri, Med, Plaza
PALERMO, Metropolitan, King
venerdì 23 aprile 2010
TEATRO LGBT, IL 26 APRILE AL TEATRO QUIRINO CON VALENTINA CORTESE E 'L'AMORE': DALL'AMORE OMOSESSUALE ALL'AMORE FOLLE
Un tema sul quale la grande attrice e il regista Fabio Battistini hanno lavorato lungo sette anni, dal debutto della performance imperniata su alcune poesie della raccolta omonima di Giovanni Testori (1923-1993), allora contrapposta al “Magnificat” di Alda Merini (1931-2009). La vocazione di Valentina Cortese verso la poesia è nota, anche se non aveva mai affrontato prima del 2003 una serata centrata su frammenti di un discorso “amoroso” ed esistenziale, perché presa da impegni cinematografici e teatrali (dai film stranieri con Losey, Truffaut, Aldrich, ad Antonioni, Fellini, Zeffirelli e il lavoro al Piccolo Teatro a fianco di Strehler e poi con Chéreau e Visconti).
Le serate su Testori e la Merini seguirono un percorso che sul filo della memoria dai lirici greci, avvicinava D’Annunzio ai contemporanei (Louis, Lorca, Prevert, Neruda, Radnòti, Schwarz, Macchi, Centinari, Dell’Agnese, Ronfani) con un supporto musicale che dal romanticismo approdava alla musica dodecafonica. “La contrapposizione di due voci così diverse eppure complementari del Novecento, di questi due grandi solitari, innamorati della vita, ci permette un viaggio iniziatico intenso e struggente” – così ne parla Fabio Battistini – “Il suono dell’arpa e del violoncello (per Testori), ci scorta e sparisce, lasciandoci sulla soglia del santuario; là, tolti i sandali, solo i versi nudi risuonano, quando è la voce della Merini a parlare…perché ”le più belle poesie si scrivono sopra pietre coi ginocchi piagati e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono davanti a un altare vuoto, accerchiati da agenti della divina follia”. “Indiscussa è l’importanza di Giovanni Testori, “il più instancabile sperimentatore della letteratura italiana di questi decenni”, autore audace, creatore “di una lingua inaudita e babelica, appresa in un lungo, esaltante corpo a corpo con la poesia e il teatro, con la poesia come teatro interiore …” (Giovanni Raboni, Classici Bompiani, 1996).
Ma con la poesia di Alda Merini, dovremo fare ancora i conti, a lungo, “poesia naturale ed epifanica, dove le letture sedimentano e riemergono per allucinazioni, per illuminazioni, per strappi, in stato di grazia”, come dice Benedetta Centovalli nella prefazione de “La volpe e il sipario”, Rizzoli, 2004.
Nel foyer del Teatro Quirino verrà allestita una mostra fotografica dell’archivio privato della Signora Cortese.
Teatro Quirino, via delle Vergini 7 – Roma – biglietteria 06.6794585
Biglietto €20,00 – ridotto €15,00
Ufficio Stampa Compagnia:
Carla Fabi e Barbara Ghinfanti 06 83608336 – 83608335 - info@fabighinfanti.it
fonte digayproject
Queering Roma: la prima festa del cinema LGBT della Capitale
Da stasera 23 al 25 aprile 2010 - Nuovo Cinema Aquila, via l'Aquila 68, quartiere Pigneto, Roma
www.queeringroma.it - info 339 81 64 158
Queering Roma è la festa del cinema LesboGayBisexTransQueer organizzata nella Capitale dall'associazione Armilla, grazie al sostegno della Provincia di Roma e alla collaborazione del Festival Da Sodoma a Hollywood di Torino.
Sono partner dell'iniziativa il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e il Circolo degli Artisti.
CINEMA. La prima edizione di Queering Roma si svolgerà dal 23 al 25 aprile, nel quartiere Pigneto, presso il Nuovo Cinema Aquila e verranno proposti lungometraggi, corti e documentari, provenienti dall'edizione 2010 del festival Da Sodoma a Hollywood, selezionati dal suo storico direttore, Giovanni Minerba. Le pellicole verranno proiettate nella Capitale a distanza di un solo giorno dalla chiusura della kermesse torinese.
Tra i film presentati, alcuni "indimenticabili" della cinematografia lgbtq, presentati a Torino tra I 25 film che ci hanno cambiato la vita(When Night Is Falling - venerdì 23; The Watermelon Woman - sabato 24; Otra historia de amor - sabato 24; À toute vitesse - domenica 25).
I temi trattati dai film in rassegna sono molti e si incrociano in più di un'occasione. Da quelli dedicati agli amori adolescenziali (Children of God - venerdì 23) alle passioni distruttive (Je te mangerais - domenica 25), dal transgenderismo (Morrer Como Um Homem- sabato 24; Transitando - domenica 25) all'omofobia, dal razzismo alle tossicodipendenze (J’ai rêvé sous l’eau, sabato 24) fino alle riflessioni e ai problemi nati dal rapporto tra religioni monoteiste e omosessualità (Einaym Pkuhot - domenica 25; Cure for love - sabato 24).
Si aggiungono alla programmazione anche spot contro l'omofobia provenienti da Israele; un "focus" di due corti dedicati all'immaginario gay e trans dei videogiochi di ultima generazione; un documentario dedicato alle performance più "gaye" dell'Eurofestival.
ALTRE INIZIATIVE. Alla programmazione cinematografica si aggiungeranno due appuntamenti musicali, venerdì e sabato sera nel foyer del Cinema; un'istallazione video di Alessandra Franco/Miss Frank Lee, sempre all'interno dell'Aquila; una mostra d'arte, Queering Art, dedicata all'identità e alla sessualità e I’M SEXTEEN, performance con djset dj Georgia Lee, con Davide degli -elettronoir-, entrambi gli appuntamenti ospitati al Circolo degli Artisti il 25 aprile.
L'IDEA DELLA MANIFESTAZIONE. L'Associazione Armilla ha già organizzato una rassegna a tematica lgbtq in occasione delle edizioni 2007 e 2008 della manifestazione Cinema al Gay Village, nelle quali è stata proposta una selezione di pellicole provenienti dai più importanti festival italiani dedicati a questa tematica: Da Sodoma a Hollywood di Torino, Festival Mix di Milano, Gender Bender di Bologna. Una manifestazione che ha promosso temi e storie "altre", spesso fuori dal mainstream del mercato cinematografico, con pellicole provenienti da tutto il mondo, la maggior parte delle quali mai viste a Roma. Costruito grazie alla collaborazione dei Festival italiani dedicati a questo genere, oltre che ad altri partner artistici, l'appuntamento ha ricevuto il consenso di spettatori e critica.
Queering Roma è l'ideale prosecuzione di quel progetto: la promozione di pellicole che spesso restano fuori dai circuiti della distribuzione italiana; che ha come obiettivo quello di colmare un vuoto di proposte nella programmazione culturale romana che dura ormai da troppo tempo.
IL LUOGO - IL PIGNETO
Set di storici capolavori cinematografici come Roma Città Aperta di Roberto Rossellini e Accattone di Pier Paolo Pasolini, Queering Roma si svolgerà al Pigneto, uno dei quartieri più multietnici della Capitale, effervescente incubatore artistico, tappa immancabile della nightlife romana più alternativa.
Le proiezioni si terranno al Nuovo Cinema Aquila, una sala cinematografica della fine degli anni Quaranta sottratta alla criminalità organizzata ed oggi tornata al suo splendore grazie a un recente restauro
L'ASSOCIAZIONE ARMILLA
La passione per il cinema ha caratterizzato la nostra produzione di eventi e progetti: dalle iniziali collaborazioni con la storica rassegna di Massenzio a Un'emozione continuamente interrotta, dalla mostra fotografica La Roma di Moretti alla proiezione sotto il Colosseo del Napoleon di Abel Gance, con una platea di 5 mila persone. Ultima delle nostre realizzazioni, la fortunata rassegna Il cinema al Gay Village, progetto nato dalla collaborazione con DiGay Project, realtà importante dell'imprenditoria culturale romana.
I PRESUPPOSTI DI QUEERING ROMA
Il termine inglese queer, dapprima usato in modo denigratorio nei confronti degli omosessuali, poi adottato da teorici del movimento gay e lesbico, viene utilizzato per descrivere un'appartenenza identitaria contraria o comunque diversa dagli stereotipi culturali che connotano maschi e femmine. Proprio per questo il termine, volutamente vago nel definire ruoli e canoni, si oppone alle nuove forme di standardizzazione culturale, quelle che potremmo definire della finta tolleranza, insite nelle definizioni di ruoli, che vogliono affermarsi a loro volta e diventare norma costrittiva per l'incasellamento delle persone, come "eterosessuale", "omosessuale", "lesbica", "transessuale", in Italia gestiti non a caso, e in modo maldestro, dalla televisione.
La queer theory si interroga sulle divergenze che possono manifestarsi tra sesso biologico (quello che si ha fin dalla nascita), genere (la forma culturale, il ruolo sociale dell'uomo e della donna) e desiderio sessuale.
La teoria queer nasce in seno al movimento femminista, si sviluppa soprattutto negli Stati Uniti, si intreccia agli studi sulla biopolitica e la differenza di genere e fa proprie le riflessioni di pensatori come Teresa De Lauretis, Michel Foucault, Eve Kosofsky Sedgwick, Judith Butler e molti altri.
Il luogo - Città di flussi di popoli, religioni e culture diverse fin dalla sua fondazione, Capitale della politica italiana, città del cinema, metropoli dell'antichità, laboratorio di sperimentazione artistica negli anni Settanta e Ottanta, Roma sembra oggi cristallizzata in una produzione culturale stantia che non descrive le molteplici trasformazioni che la nostra società sta attraversando; vive i postumi di un collasso di idee, prima che di ideologie, che la depone ai margini della scena europea.
Nonostante questo, nella Capitale è sempre vivo il dibattito intellettuale volto alla ricerca di un modello culturale diverso, che possa gettare le basi per la fioritura di uno spazio creativo e di sperimentazione nuovo, competitivo, all'altezza della sua storia.
Il tempo - Sono passati dieci anni da quel fatidico World Gay Pride, la manifestazione che nell'anno del Giubileo portò nelle vie della Capitale più di un milione di persone. Si trattò di un'incredibile onda emotiva, piena di rabbia, disperazione, gioia e determinazione, che detonò nelle strade e suscitò attenzione mediatica e preoccupazione politica.
Poi si spense.
Nel nostro Paese, negli ultimi dieci anni, l'espulsione del tema del rispetto e della tutela giuridica e culturale delle diversità dal tavolo dei valori idealmente condivisi come base dell'azione politica ha colpevolmente lasciato spazio libero a forme di pericolosa banalizzazione delle questioni che ruotano intorno al tema della biopolitica, nonché a un'insofferenza e ad un astio malcelati per il diverso, in ogni sua forma. Seppur inconsapevolmente, questo clima da guerra fredda ha portato ad atti di aggressione nei confronti delle persone omosessuali, lesbiche e transessuali. Queste e altre minoranze rischiano di diventare capro espiatorio delle frustrazioni di un tessuto sociale che stenta a trovare ragioni positive di aggregazione.
Lo dimostrano numerosi fatti di cronaca ai quali non sono seguiti interventi efficaci, decisi e continuativi da parte delle Istituzioni morali e politiche, per la promozione del rispetto e della conoscenza delle diversità.
L’azione - Un gruppo di "giovani" operatori della cultura, con spirito propositivo e un'esperienza maturata nell'ambito degli eventi, ha pensato a una manifestazione fortemente influenzata dalle riflessioni su spazi e identità, su pratiche quotidiane e racconti personali, che abbia come protagonista assoluto il medium cinematografico.
Queer, coniugato come un verbo (queering), vuole proporsi come istanza culturale contrapposta all'ipocrisia del perbenismo, come azione di rottura rispetto ai discorsi dominanti e banali, per un "infrocimento" della Capitale che come un vento diffonda pollini di contagiosa libertà.
Abbinato al sostantivo festa vuole rievocare lo spirito gioioso, la capacità autoironica e la distanza da ogni forma di istituzionalizzazione che da sempre caratterizzano le esperienze più riuscite della cultura omosessuale.
Queering Roma vuole stimolare il dibattito culturale e la riflessione incrociata sul cinema e sulla sessualità, a partire dalle storie quotidiane ed eccezionali di gay, lesbiche, transgender, bisessuali, e di tutti coloro che vivono la sessualità in modo libero, gioioso e "non conforme"; racconti sempre meno comuni, sempre più nascosti dal perbenismo, relegati in un luogo altro.
Queering Roma vuole essere momento di incontro delle comunità gay e lesbiche della capitale ma nello stesso tempo opportunità di scoperta per coloro che amano il cinema o semplicemente sono alla ricerca di un po’ di aria nuova, di quella sperimentazione vera, non fatta di intellettualismi più o meno tecnologici, ma di capacità di scavare nel profondo dei malesseri e delle potenzialità dell’essere umani oggi.
www.queeringroma.it - infoline 339 81 64 158
Contatti con la stampa: Massimo Iacobelli - 339 29 40 781– iacobellimassimo@libero.it
fonte digayproject
giovedì 22 aprile 2010
GLBT Festival: Sigourney Weaver splendida in Prayers for Bobby
CinemaAll'edizione 2010 del festival torinese Prayers for Bobby, straziante dramma familiare d'impronta gay con una magnifica Sigourney Weaver
E’ in pieno corso di svolgimento a Torino il 25° GLBT Festival, manifestazione come sempre bella, interessante, stratificata, ricca di film “che cambiano la vita”, e piena di spunti per riflettere su temi fondamentali della nostra società. Dopo l’apertura, con la madrina del festival Claudia Cardinale, sono iniziate le proiezioni degli oltre 150 titoli previsti in programma, sparsi tra concorso, retrospettive, omaggi, corti, documentari e varie sezioni collaterali. Uno dei film più significativi mostrati finora è stato senza dubbio Prayers for Bobby, diretto dall’australiano Russell Mulcahy (autore di videoclip per artisti internazionali, e già regista ad esempio di Highlander) e intepretato da Sigourney Weaver, che per questo ruolo ha ricevuto una nomination agli ultimi Golden Globes.
Mary è una donna californiana, con quattro figli e una totale devozione per gli insegnamenti della Chiesa e la parola della Bibbia. Il suo mondo perfetto però crolla in mille pezzi, quando viene a sapere che il figlio Bobby ha capito di essere gay. La madre cerca in tutti i modi di rimetterlo sulla retta via, insistendo sul peccato inaccettabile insito nella sua “diversità”, ma ottiene solo l’effetto opposto: Bobby fugge da lei, e cerca di farsi una vita autonoma lontano dai pregiudizi. Il senso di colpa però lo divora, e il ragazzo non riesce ad accettare del tutto la sua situazione. Finisce per crollare, e suicidarsi. A quel punto Mary, disperata, per combattere l’atroce dolore, inizia poco alla volta ad avvicinarsi al mondo dei gay, fino a modificare completamente le proprie convinzioni.
Il film di Mulcahy è stato realizzato per la televisione, e lo si nota: il ritmo a volte latita, e alcune soluzioni narrative, soprattutto nella prima parte, sono troppo affrettate. Dalla morte di Bobby in poi, però, Prayers for Bobby diventa più solido e coinvolgente, e riesce davvero a commuovere, lanciando al contempo un messaggio fondamentale sull’accettazione dell’omosessualità. Sigourney Weaver (futura regina dei Vampiri) è dolente, struggente, intensa, carismatica, e splendida. Le sue lacrime e il suo strazio ci riempiono il cuore. Una prova sublime per una grande attrice mai abbastanza celebrata.Alessio Gradogna
fonte azur.altervista
SABATO 24 APRILE A ROMA UNA MANIFESTAZIONE CONTRO LA PEDOFILIA Ferma la violenza ora!
In questi giorni in cui si sta tentando di nascondere la verità sugli abusi perpetrati ai danni di minori innocenti tirando in ballo assurdi parallelismi tra omosessualità e pedofilia, Arcigay, ArciLesbica, AGEDO, Famiglie Arcobaleno, MIT, Certi Diritti, Dì Gay Project lanciano un appello ai cittadini e alle associazioni per una manifestazione contro la pedofilia e in sostegno delle vittime per sabato 24 aprile a Roma in Piazza SS Apostoli alle ore 16.30.
Distorcere la questione della pedofilia, come ha fatto il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, porta a scaricare su altri innocenti le gravi accuse che da tutto il mondo piovono sulle gerarchie vaticane. La questione non è identificare o meno l’orientamento sessuale del pedofilo, ma perseguire con fermezza chiunque si macchi di tali abusi, soprattutto se si hanno responsabilità educative o spirituali.
La Chiesa risponda davanti ai tribunali e all’opinione pubblica mondiale dei gravi insabbiamenti avvenuti in tutto il mondo. Per questo il nostro appello va a tutte le donne e gli uomini di qualsiasi fede religiosa o non religiosi, che non possono tacere di fronte alla violazione dell’infanzia: che tutti i casi vengano portati allo scoperto.
Per adesioni e contatti: stop.vaticanabuse@gmail.com
Paolo Patanè – Arcigay
Francesca Polo – ArciLesbica
Rita De Santis – AGEDO
Giuseppina La Delfa – Famiglie Arcobaleno
Porpora Marcasciano – MIT
Sergio Rovasio – Associazione radicale Certi Diritti
Imma Battaglia – Dì Gay Project
fonte DìGayProject
Libri Lgbt, Oltre l'identità sessuale. Teorie queer e corpi transgender
Lo scopo del libro è fare chiarezza sulle definizioni ed 'etichette' attualmente disponibili per identificare le differenze di sesso, genere e sessualità, ricorrendo alla più recente letteratura internazionale sul tema. Ma, più in generale, il suo intento è quello di decostruire le pretese di validitè delle dicotomie di sesso (maschio-femmina), genere (uomo-donna) e sessualità (eterosessualità-omosessualità) sulle quali ancora continua a fondarsi il 'discorso' sull'identità sessuale, tanto in ambito accademico quanto nell'opinione pubblica. Oltre agli aspetti teorici, vengono affrontati anche alcuni casi concreti, in particolare il rapporto fra 'disabilità' e sessualità e il sadomasochismo.
Flavia Monceri è professore associato di Filosofia politica all'Universitè del Molise, dove insegna anche Filosofia delle scienze sociali e della comunicazione e Culture e istituzioni dell'Estremo Oriente. Si occupa, tra l’altro, di teorie queer e transgender, di comunicazione interculturale, di filosofia del film e delle arti e di teorie della complessità e dei sistemi. Fra le sue monografie più recenti: Pensiero e presente. Sei concetti della filosofia, Edizioni ETS, Pisa 2007; Ordini costruiti. Multiculturalismo, complessità, istituzioni, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008.
Pagine: 136
Prezzo: € 13,00
Autore: Flavia Monceri
fonte edizioniets
Teatro Lgbt, “Le 5 rose di Jennifer”:Napoli un nuovo allestimento al Teatro Il Primo
Fino a domenica 24 maggio, sarà in scena al Teatro Il Primo una nuova messa in scena di Le cinque rose di Jennifer, uno dei testi più noti di Annibale Ruccello (da lui stesso diretto e interpretato nel 1980), La regia di questo nuovo allestimento è curata Lucio Piezzo che lo interpreta insieme a Nando Bustelli.
La storia si svolge in un quartiere degradato della periferia di Napoli, nel quale circola un misterioso assassino che uccide i femminielli e lascia sul loro corpo, come firma, cinque rose rosse.
Jennifer, travestito napoletano, è sola in casa, in attesa di una telefonata. Ma in quella zona i numeri rimbalzano da una linea all’altra, ognuno aspetta qualcuno che, anche se volesse, non potrebbe stabilire un contatto.
La serata va avanti in questo modo finché Jennifer riceve la visita di Anna, vicina di casa, travestito anche lei, anche lei in attesa di una telefonata. Le due ragazze in cerca di marito prendono il caffè e chiacchierano di una vita per loro immaginaria. E poco a poco nel mondo di Jennifer irrompe la solitudine…
A più di un quarto di secolo di distanza, Le cinque rose di Jennifer conferma ancora come l’autore, prematuramente scomparso pochi anni dopo in un incidente d’auto, sapesse dispiegare con insolita freschezza creativa e senza strappi, una vasta gamma di toni, dal thriller alla commedia di costume, dall’ironia a un pudico sentore di tragedia.
Il Teatro Il Primo si trova a Napoli, ai Colli Aminei, in Viale del Capricorno 4. Orari spettacoli: venerdì e sabato alle 21.00; domenica alle 19.00.
Per info e biglietti: 331 60 07 040
fonte napoligaypress
mercoledì 21 aprile 2010
Mostre Lgbt, A Verona «A memoria d'arte», la trans resistenza La collettiva del Circolo Pink
Dopo Torino e Roma la mostra "Generi di prima necessità" arriva a Verona
L'Esposizione e Inaugurazione si è tenuta il 17 Aprile 2010 alle ore15.30
in Piazza dei Signori
VERONA
Forse bisogna ringraziare la Provincia di Verona che, rifiutando al Circolo Pink lo spazio richiesto per l'allestimento della mostra fotografica sulla visibilità delle persone transessuali Generi di prima necessità, ha permesso la straordinaria «installazione vivente» in piazza a Verona. Trenta persone, riunite per reggere gli altrettanti coloratissimi pannelli realizzati dal circolo glbt Maurice di Torino, hanno inaugurato così la seconda edizione di A memoria d'arte, la collettiva organizzata dal Circolo Pink di cultura glbte - dove e sta per eterosessuale - per festeggiare il 65° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Pensata per «smontare gli stereotipi e decostruire un immaginario» - come ha sottolineato ieri in piazza il curatore Christian Ballarin - l'esposizione di fotografie a soggetto trans affiancherà, nei dieci spazi a disposizione, le opere della collettiva.
Inaugurata a Torino nel novembre scorso - con qualche problema di danneggiamento e minacce - la mostra ha fatto tappa a Roma per approdare infine nel verdissimo Nordest: «Avevamo chiesto alla Provincia di Verona - spiega Gianni Zardini, presidente del Pink - uno spazio esterno in uno dei suoi palazzi storici. La domanda, consegnata il 13 gennaio scorso, non ha mai avuto una risposta diretta. Giovedì scorso, attraverso il quotidiano locale, la Provincia ha risposto no 'per motivi logistici' e solo l'altro ieri ci hanno chiamato dagli uffici fissandoci un appuntamento con il presidente. Forse c'è qualche problema». Sicuramente c'è, dato che il presidente della Provincia, l'aennino in quota Pdl Giovanni Miozzi, è stato recentemente il bersaglio di una accesa polemica, scatenata dai catto-leghisti, per aver concesso due sale provinciali per un seminario (governativo) di formazione dal titolo Diversità come valore. Polemiche logistico-politiche a parte, quest'anno la collettiva, oltre ad avere una madrina d'eccezione, Lidia Menapace, ha visto raddoppiare il numero degli artisti.
Saranno settantasei, tra cui alcuni che parteciparono agli eventi di quegli anni - Vittore Bocchetta, scultore e pittore, umanista e critico d'arte, ex internato a Flossenbürg ed Hersbruck, i partigiani Francesco Saverio Bussola e Tonino Migaldi, purtroppo scomparsi - e, tra gli altri, ventisei allievi/e dei corsi liberi dell'Accademia d'arte «Cignaroli» di Verona. Quadri, sculture, opere grafiche e fotografiche, lavori realizzati con materiali di recupero, immagini affiancate a testi e viceversa, libri decorati, installazioni, un crogiuolo di forme espressive chiamate a declinare un unico soggetto, la vittoria dei partigiani antifascisti protagonisti della Resistenza. Nella settimana che si chiude con il 25 aprile, nei dieci spazi «liberati», tra librerie, osterie, bar e sedi di associazioni, si susseguiranno le inaugurazioni, l'ultima proprio il giorno della Liberazione durante la consueta festa dell'Istituto Storico per la Resistenza di Verona. La collettiva chiuderà l'8 maggio con il Liberation Party" presso l'ex area Enel di Basso.
fonte Il Manifesto Paola Bonatelli
Qui di seguito alcuni scatti della Manifestazione tenutasi a Verona, colti dalla fotografa
Antonella Giovampietro
Mondo Trans,Francia un libro sullo steward diventata hostess
PARIGI - ''Ho sempre sognato un terzo sesso. Un sesso tutto per me. Non quell'invivibile mezzo e mezzo. Qualcosa di diverso''. Così Bruno, 35 anni, steward di Air France, racconta la sua storia in un libro dal titolo "Carnet de bord d'un steward devenu hotesse de l'air", dedicato alla sua particolare esperienza. Già perché Bruno-Andrea Colliaux, il prestante giovanotto di 1 metro e 85 è diventato finalmente donna, come sognava fin da bambino. Ma non solo. Non ha dovuto rinunciare al lavoro di steward, anzi hostess. E' questo grazie all'Air France che, mostrandosi comprensiva sin dall'inizio, gli consentito di conservare il suo posto. Bruno-Andrea, così, potrà lo stesso aggirarsi tra i sedili degli aerei, anche se in gonnella.
Il libro-verità, destinato a far parlare molto, è il diario degli ultimi tre anni di percorso prima del passaggio da Bruno ad Andrea. I viaggi continui a Los Angeles per le varie depilazioni e cure ormonali, l'appoggio di alcuni amici, la difficoltà di comprensione di altri, la morte del nonno-genitore e infine il riconoscimento della vittoria da parte delle istituzioni ufficiali, Air France in testa.
fonte Il Nuovo
Luciana Littizzetto attacca il cardinal Bertone e ripete "Il pedofilo è malato, chi nasce gay sta benissimo!" E sostiene i matrimoni gay
io personalmente, adoro Luciana Littizzetto. Sarà per il suo accento piemontese, per la sua aria da saggia monella, ma resta il fatto che quando affronta lei certi argomenti è solo un piacere sentirli. Riesce a non essere mai banale e stupirti con dichiarazioni che sembrano ovvietà ma non lo sono mai. Durante la puntata di “Che tempo che fa“, in un dialogo con Fabio Fazio, ha ricordato le parole del cardinal Bertone. E che cosa aggiungere a questo scempio pronunciato dal “presunto” uomo di Chiesa? La cosa più semplice: paragonando i gay ai pedofili ha detto la cosa peggiore a discolpa della Chiesa, ciò che poteva far girare le balle al maggior numero di persone. E gli consiglia, la prossima volta, di contare fino a 600 prima di dire certe assurdità:
“La pedofilia è una malattia, una patologia psichiatrica grave che deve essere curata. Il gay non è malato, il gay sta benissimo, è nato finocchio e bene che sta! È pieno di pedofili eterosessuali padri di famiglia, lo sanno anche i bambini. Anzi… lo sanno sopratutto i bambini, purtroppo!”
E poi continua, lanciando un messaggio aperto e finalmente diretto (come potrete anche sentire direttamente dal video
“Ma io non capisco perché se la prendono sempre con i gay! Ma cosa gli han fatto di male? Ma lasciateli vivere in pace! Sono ormai una categoria, stanno bene così come sono. Tra l’altro si moltiplicano sempre di più, non so se avete notato… Una volta si moltiplicavano i pani e i pesci, adesso si moltiplicano i Village People…”
Infine, ripete il suo sostegno per i matrimoni gay.
fonte queerblog
Lgbt, A Roma tavola rotonda sulla comunicazione e la questione omosessuale e transessuale.
Il movimento glbtqi e la società: come acquistare efficacia nel supportare le istanze delle persone omosessuali, transessuali e intersessuali presso la società e i media?
La difficoltà dell’affermazione della “questione omosessuale e transessuale” è generata solo dal pregiudizio e dall’omofobia, difficili da scalfire, oppure ci sono anche delle dinamiche interne al movimento che possono essere smussate per invertire questa situazione di stallo?
Il linguaggio e la comunicazione utilizzati all’interno del movimento glbtqi sono forse autoreferenziati, comprensibili e metabolizzabili solamente dalle persone glbtqi stesse? E’ possibile un lavoro che porti a comunicare con la società parlando un linguaggio che sia facilmente metabolizzabile, senza snaturare la propria identità?.
E’ arrivato il momento, come movimento glbtqi nel suo complesso, per serrare le fila, fare massa critica e trovae un minimo comun denominatore su cui lavorare in maniera convergente?
A questi quesiti cercheranno di dare una risposta alcuni esponenti di spicco del movimento Lgbtq del nostro paese convocati per una tavola rotonda da “Nuova proposta” a Roma sabato 28 aprile alle ore 21.30 presso l’Aula Magna della facoltà di Teologia Valdese in via Pietro Cossa 42. Moderati da Stefano Campagna, giornalista del Tg1 sono stati invitati, l’on.le Anna Paola Concia, Aurelio Mancuso, Guido Allegrezza, Imma Battaglia, E. Mondini, Paolo Patanè, Francesca Polo, L. Possenti, Sergio Rovasio, C. Terriaca, Fabianna Tozzi.
fonte gaynews24
martedì 20 aprile 2010
Paola Concia parla a ruota libera del Pd "Non credono alla battaglia per i diritti gay !" e sulle associazioni Lgbt..
Paola Concia parla a ruota libera del Pd "Non credono alla battaglia per i diritti gay!". E sulle associazioni Lgbt... In un’intervista sul nuovo numero del magazine ‘Babilonia’, Paola Concia ripercorre le ore che hanno portato al nulla sulla legge contro l’omofobia. E, coraggiosamente ed onestamente, punta il dito contro i proprio colleghi del Pd:
“Il Partito Democratico non crede fino in fondo alle battaglie per i diritti di gay, lesbiche e transessuali. Se per la libera informazione il partito si è mosso scendendo in piazza e mobilitando la gente, ‘a noi’ non ci si fila nessuno. Mi hanno lasciata letteralmente sola a gestire questa battaglia, per poi accoltellarmi in aula. Il Pd sui diritti gay deve cambiare altrimenti non è più credibile”
E infine si rivolge anche al movimento Lgbt italiano, accusando anche loro di poca collaborazione e appoggio:
“I capi dei movimenti sono stati molto rigidi nei confronti di questa mia legge, per poi - e questo non me lo spiego se non come atteggiamento della politica - gridare allo scandalo perché questa legge non era stata approvata. Me se poi erano loro stessi che non volevano quella legge! Parlo dei dirigenti, di quelli che son stati in Parlamento, di coloro che mal sopportano l’idea che io lavori per gli omosessuali e le transessuali. Gente che sta dentro e fuori i movimenti”
fonte queerblog
Attenzione, il cervello non è multitasking
Se mentre state leggendo quest'articolo scaricate la posta elettronica o bevete un caffè, sappiate che il vostro cervello sta facendo molta fatica perché non è multitasking, ossia non sa gestire più attività simultaneamente. La tendenza un po'schizofrenica del multitasking non è nella natura dell'uomo e il massimo che il cervello può arrivare a sostenere sono due mansioni alla volta. Lo sostiene uno studio condotto da Etienne Koechlin della Ecole Normale Supérieure di Parigi.
Non siamo in grado di gestire tutto contemporaneamente, come invece crediamo, infatti il cervello dà sempre la priorità all'azione o al pensiero che reputa più importante o necessario in quel momento. E chi, invece, ha il vizio di svolgere mille lavori contemporaneamente, da una parte impara a elaborare più velocemente tutte le informazioni che acquisisce ma dall'altra riduce le funzioni di memorizzazione a lungo termine. La risposta arriva dai ricercatori francesi, che hanno osservato e studiato un campione di 32 volontari, affidando loro prima un compito e successivamente due compiti differenti ma simili. I volontari sono stati osservati nel corso dell'esperimento con la risonanza magnetica e i ricercatori hanno notato che, mentre nello svolgimento di un'unica mansione venivano coinvolte più zone neurali di entrambi gli emisferi cerebrali, nello svolgimento di più funzioni il cervello si divideva a metà, deputando a ciascun emisfero un incarico
Secondo lo psichiatra Edward M. Hallowell, sottoporre continuamente il nostro cervello a queste situazioni crea uno stress fisico che a lungo andare provoca disturbi dell'attenzione, problemi nell'apprendimento di nuove informazioni, minor prontezza di riflessi e, soprattutto, danneggia l'umore.
fonte style
Ellen DeGeneres è il personaggio gay più influente d'America
La presentatrice lesbica Ellen DeGeneres è stata nominata personaggio gay più influente d’America. La star, che adesso è giudica ad American Idol, ha vinto la gara sulla rivista Out su 50 celebrità, tra cui Adam Lambert e la giornalista Rachel Maddow.
Proprio questa settimana, la Denegeres ha sottolineato come il matrimonio con l’attrice Portia DeRossi stia procedendo nel migliore dei modi e come sia ancora alto e costante l’amore tra le due donne, con l’invito della DeRossi alla compagna ad ingrassare un po’ di più:
“Lei mi ama comunque. Anche quando sono in un periodo buio o difficile, lei costantemente mi dice di non farci caso e che sembro bellissima comunque. Mi preferisce più robusta piuttosto che troppo magra e odia quando dubito di me stessa. Mi ama per come sono, vuole che io sia felice e che non mi faccia mai prendere dallo sconforto”
fonte queerblog
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lunedì 19 aprile 2010
UN LIBRO SULL'OMOSESSUALITÀ FEMMINILE E SUL MONDO LGBTQ
Presentazione del Libro e Dvd sono intervenute
Maria Laura Annibali, autrice del documentario
Edda Billi, presidente dell'A.F.F.I.
Susanna Lollini, avvocato e autrice di uno dei tre saggi
Paola Donnini, giornalista
Per info: info@digayproject.org - Tel. 06.5134741 – www.digayproject.org
Il documentario
Maria Laura Annibali intervista se stessa e altre donne omosessuali alla ricerca di spunti e di riflessioni che guardano il passato per cogliere il presente ed andare oltre. Tra conquiste di nuove libertà e aperture di nuove contraddizioni e frammentazioni, la presa di parola pubblica di donne diverse per storia, provenienza, collocazione politica.
Un documentario pensato e voluto dall’autrice per tradurre in strumento e narrazione politici l’esperienza fatta durante gli anni di volontariato all’interno di associazioni LGBT.
Il libro
L'antropologa e psicoterapeuta Antonella Montano si assume il compito di rivisitare il lavoro di Maria Laura Annibali, con una rilettura profonda che evidenzia le ragioni del successo del film/documentario.
Il contributo di Monica Cristina Storini è invece quello di una testimone, mentre quello di Susanna Lollini è specificamente connesso al suo lavoro di avvocata che si occupa di problematiche e diritti relativi alla famiglia, che coinvolgono persone del mondo LGBTQ.
Maria Laura Annibali, 63 anni, laureata in Scienze politiche, ha lavorato come funzionario coordinatore al Ministero delle Finanze e, dopo la pensione, si sta dedicando a tempo pieno al volontariato.
Ha ideato il soggetto e la sceneggiatura per L´altra altra metà del cielo. Quest’opera è il suo testamento spirituale, affinché non vada perduta la sua esperienza personale e tutto ciò che è venuto alla luce durante gli anni di volontariato prestato all’interno dell’associazione Di'Gay Project del cui organo direttivo fa parte.
fonte digayproject
Gay pride a Treviglio, e la città si divide
Dal 27 giugno al 3 luglio nella città bergamasca di Treviglio si terrà la manifestazione del Gay Pride. Una scelta di certo non casuale, assodato che Treviglio è considerata una città piuttosto “difficile” per quanto riguarda la componente omosessuale della società, a causa del clima omofobico che vi si respira. Il Gay Pride di Treviglio sta indubbiamente dividendo un’intera città, che sembra non accettare la manifestazione per i diritti Lgbt. Nonostante tutte le difficoltà che nascono dalla paura del diverso, gli organizzatori del pride hanno già le idee chiare sulle modalità della manifestazione: «Abbiamo scelto di compiere un percorso nel pieno centro storico di questa cittadina di provincia esclusivamente a piedi, – spiega uno degli organizzatori - accompagnati dal suono festoso di una banda di paese, in modo che l’attenzione di chi ci guarderà sia tutta attratta dai nostri volti e dai nostri cartelloni, striscioni, slogan”.
“Sarebbe bello se riuscissimo - per veicolare in modo forte il messaggio e non disperderlo - ad esprimere la nostra fantasia concentrandoci principalmente sulle tre tematiche proposte: la nostra quotidianità , l’omofobia, la bellezza e ricchezza delle differenze». Siamo consapevoli che molte lesbiche, gay e trans della zona non potranno essere in piazza con noi a causa dei pregiudizi di cui sono oggetto. Il nostro obiettivo è diminuire le distanze permettendo alle persone di conoscerci per quel che siamo e non per gli stereotipi dominanti».
Intanto si è già assicurato che il Treviglio Pride non presenterà alcuna nudità, come ha spiegato una delle organizzatrici: “Il Pride di Treviglio sarà supportato da un regolamento che non permetterà nudità o balletti a chiappe all’aria. Sarà destinato al dialogo con le famiglie, ci sarà animazione per i bambini, mostre fotografiche, eventi culturali supportati dall’università”.
Chissà se questo basterà a calmare coloro che tanto aspramente si oppongono a questa manifestazione dell’orgoglio Lgbt.
fonte gaywave
Calcio inglese. Il bacio gay della vittoria tra Scholes e Neville
È bastato quel bacio sì dolce e naturale, a far scatenare le ridde di mille ipotesi tra i tifosi della squadra di Ferguson e quella guidata dall’italiano Mancini. Gli inglesi son fatti per stupire, e così, dopo il gol della vittoria, l’autore del gol, Paul Scholes ha espresso tutta la sua gioia stampando sulle labbra di Gary Neville, un bel bacio pare accettato con grande piacere e aplomb. E così, qualcuno ha subito bollato il calciatore come gay, altri hanno fatto un sorriso di gusto, lasciando la discussione alla passione agonistica piuttosto che a quella delle illazioni. I due, tra l’altro potrebbero essere i futuri allenatori del Manchester United, secondo il patron della squadra, Alex Ferguson.
“Alla faccia di chi dice che il calcio è uno sport anti-gay, persino omofobo“, ha scritto un tifoso inglese su un sito di discussione. Alla partita del derby tra Manchester United e Manchester City, sembrava che tutto si dovesse risolvere con uno zero a zero, ma al 93° Scholes segna il gol della vittoria e l’esultanza si fa quasi tenerezza fino ad incontrare le giovani labbra del suo compagno di squadra Neville. Chissà cosa avrà pensato il rivale Mancini, abituato in patria a un calcio virile,a una tifoseria che non perdonerebbe un gesto così naturale e plateale. Ma per il Manchester United è altra cosa.
Un altro giocatore allenato al bacio gay, sempre in servizio nel Manchester United, pare fosse un certo Rooney che ad ogni gol si scaraventa su qualche compagno festante e concede quel delicato piacere. Si racconta anche di Cristiano Ronaldo che ingaggiato nella stessa squadra, festeggiò la sua prima vittoria nella sua villa con cinque dolci pulzelle e il compagno di squadra Anderson, dichiaratamente omosessuale e per molti bravo come Ronaldinho. Ma è la stessa squadra ad aver attuato da parecchio una politica a favore delle persone omosessuali, cercando di combattere l’omofobia nello sport. Qualcuno, sornione, chiede ora il bis di quel bacio dolcissimamente gay. Chissà cosa ne pensano calciatori nostrani come Gattuso.
fonte queerblog
Amore: come capire se lui è l’uomo giusto
Bella domanda, vero? Come capire se il proprio fidanzato è l’uomo giusto? A volte basta una piccola crisi, una frase sbagliata un momento di stress per farci assalire dai dubbi più pesanti. A volte però questi dubbi si rivelano fondati e ci portano a chiudere definitivamente: attenzione però alle decisioni avventate. Da certe situazioni non si può più tornare indietro e vi ritrovereste a rimpiangere l’uomo che avete lasciato per la vita intera. La verità è che un momento di crisi può essere facilmente confuso con la fine dell’amore, cosa non sempre vera.
Prima di tutto fate un bel respiro e datevi tempo. Se è una settimana che le cose non vanno più come prima sarebbe assurdo decidere di chiudere una storia di anni in pochi giorni. Cercate di darvi un termine e, ovviamente, di impegnarvi in prima persona per mettere tutto a posto.
Forse lo stress dell’ultimo periodo vi ha rese più nervose e vorreste più appoggio? La cosa più semplice da fare è dirglielo chiaramente. Gli uomini non ci leggono nel pensiero e per loro decifrare quello che ci passa per la mente è davvero complicato.
Ma la cosa fondamentale che vi fa capire se lui è l’uomo giusto è, anche nei momento peggiori, quella sensazione, magari flebile, che vi suggerisce che senza di lui non potreste proprio vivere.
Per qualche giorno provate ad immaginare la vostra vita se lui non ci fosse, dal momento in cui vi svegliate a quando andate a letto la sera. Cosa fareste? La risposta ve la siete già date da sole.
fonte coppia.pourfemme
domenica 18 aprile 2010
Lgbt, Nichi Vendola: "Più facile dire la mia omosessualità ai preti che al partito"
In tempi di riflessione sul cattolicesimo, sul rapporto tra chiesa e fede, sull’essere cristiani e cattolici non rinnegando la propria condizione omosessuale, una delle voci più autorevoli del Movimento lgbtq, un poeta dei ragionamenti, parla del suo rapporto con i sacerdoti e il cattolicesimo, in forme quasi nuove di ecumenismo. In una intervista pubblicata dal “Corriere della Sera”, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, eletto per la seconda volta, nonostante gli strali di una certa sinistra, si lascia andare a riflessioni che riguardano la sua omosessualità e il rapporto con preti illuminati come il cardinal Carlo Maria Martini che, da arcivescovo di Milano, difese gli omosessuali; come il suo vescovo, Tonino Bello, ma anche figure femminili con cui ha cercato di relazionare il suo essere omosessuale con la fede. Un giovane omosessuale di altri tempi, Nichi; un politico dalle sensazioni forti, irrinunciabili, che riesce a dar valore, raccontando se stesso, alla vita degli altri.
Pietre di paragone uomini di altri tempi e riflessioni: Sergio Quinzio, Pier Paolo Pasolini, Fassbinder e Giovanni Testori; ovvero la cultura fatta passione e raccontata audacemente con la carnalità e la spiritualità. Soggetti fatti propri da Nichi che, però avverte di rifiutare la loro visione del senso di colpa. Lo ebbe Pasolini che quella omosessualità la incarnò nella madre verso il Golgota; e lo ebbe Testori nelle sue tante preghiere-teatro che cercano un pudore, quasi un perdono. Per non parlare di Fassbinder che trascinava tutto nell’autodistruzione dei sensi.
“Sono sempre stato cattolico e omosessuale, non l’ho mai nascosto - dice Nichi -. E dichiararsi non è pettegolezzo. È carne, fatica, sangue, dolore, emarginazione, offese, violenza. Sono sempre stato anche cattolico e comunista, come la mia famiglia. Ed è stato forse più facile dire la mia omosessualità ai preti che al partito. Ho parlato della mia omosessualità con molti preti, con uomini e anche con donne di Chiesa — racconta Vendola —. Non mi sono mai sentito rifiutato. Sono state anzi interlocuzioni belle, profonde. La Chiesa è un universo ricchissimo e complicato, non riducibile a nessuna delle categorie politiche che usa la cronaca. Nella Chiesa ci sono molte sensibilità, molte cose; e qualcuna crea dolore e tristezza, quando evoca stereotipi pseudomorali che non hanno solo l’effetto di indicare identità ideologiche, ma anche di ferire la vita delle persone”.
La dice lunga sull’epicità storica tra omosessualità e partiti; sui lontani rifiuti che toccarono a Pasolini, cacciato negli anni ‘50 dal Pci per “indegnità morale”, finito ad essere quello che oggi non si potrebbe azzardare: il peccato e l’espiazione del peccato (”Lui si percepisce come il Cristo della diversità: una condizione vocata al martirio, a causa del senso di colpa“).
Loro, i grandi della cultura, per caso omosessuali, forse non a caso cattolici credenti di una chiesa diversa da quella di recenti commistioni, hanno secondo Vendola: “Il grande merito di tirare la condizione di omosessuale fuori dall’oscurità“; anche se nello specifico Pasolini: “l’ha illuminata con le fiamme dell’inferno“.
Non credo sia blasfemia, trattandosi sempre di un politico, affermare che oggi, Nichi Vendola, rappresenta la speranza di una sinistra persa dentro se stessa e fuori, nel rapporto con la gente. Potrebbe persino far le scarpe al Pdl e a Berlusconi, se in quel Pd la smettessero di scannarsi come Bruti. Se una nuova sinistra si facesse portatrice e incanto di rivendicazioni sociali, culturali, di vita e desideri delle persone. L’omosessualità di Nichi non gli ha impedito di essere il politico che sappiamo e non può continuare ad essere un ostacolo perché omosessuale. A tal proposito, Nichi racconta di quella volta che:
“Un dirigente nazionale di An venne a fare campagna elettorale nel ‘94 e tentò di stroncarmi accusandomi di andare con i ragazzini, peraltro pagati per dirlo. Andò via con le pive nel sacco, mentre io ricevevo migliaia di lettere di ragazzi che mi dicevano grazie per avergli dato coraggio”.
Più recentemente, un politico della levatura di Massimo D’Alema, cercò di frenare la sua rielezione mettendogli contro un altro avversario. Primarie e voto ristabilirono quel che una certa sinistra non voleva, chissà mai perché!
Parlando di un tema caro a molti come l’omogenitorialità, Vendola percepisce e comunica un rifiuto che appare insensato, incomprensibile, per molti un’affabulazione:
“Mi sento di ribadire i l mio desiderio di genitorialità. Sento molto la tutela della vita, la difesa del vivente. Sono contro la mercificazione e la privatizzazione della vita. Il tema fondativo del futuro è la costruzione della vita nelle forme di comunità. Il sangue non c’entra: per me la paternità non è un dato fisiologico, limitato al proprio seme. Allevare un figlio significa accudirlo, conoscerlo, ascoltarlo; amarlo. Dev’essere una cosa bellissima. Per questo, ogni volta che leggo di un neonato abbandonato, provo una stretta al cuore”.
Vallo a raccontare a certi altri politici che raccontano di famiglie desuete, persino violente, di fronte ad un desiderio così cristallino.
fonte queerblog
Omofobia. Paola Concia: Istituzioni italiane celebrino giornata mondiale.
La deputata del Pd scrive a Napolitano, Schifani e Fini.
“Il prossimo 17 maggio si celebrerà in tutto il mondo la VI Giornata mondiale contro l’omofobia, istituita dal parlamento Europeo. Oggi ho scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e ai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, per chiedere che le istituzioni celebrino con apposite iniziative questa importante ricorrenza”. Lo dichiara in una nota Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico.
“Una ricorrenza – aggiunge – che assume un valore particolare in Italia, Paese i cui organi legislativi stanno discutendo, e con grande fatica, un progetto di legge che punisca più severamente i reati contro la persona quando alla base di essi vi sia una motivazione omofobica”.
“Il Parlamento Europeo – ricorda la deputata – ha affermato, nell’istituire questa ricorrenza, che l’Europa è innanzitutto una comunità di valori, in cui il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, l’uguaglianza e la non discriminazione sono fra i valori che più contano. Per questo motivo ha invitato tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni dei cittadini omosessuali”.
“Spero che le istituzioni italiane – conclude Concia – vogliano raccogliere questo mio appello a celebrare la Giornata mondiale contro l’omofobia, gesto che rappresenterebbe un significativo stimolo affinché l’Italia si allinei ai partner europei nella lotta contro tutte le discriminazioni”.
fonte gaynews24
Poeti, Una casa-museo per ricordare la Merini
Individuare nell’area dei Navigli uno spazio dedicato alla poesia dove ricostruire la casa di Alda Merini. Una casa-museo «che possa diventare un centro studi e un punto di riferimento per i giovani poeti». Lo ha proposto l’assessore alla Cultura del Comune Massimiliano Finazzer Flory che, ieri pomeriggio, ha partecipato alla cerimonia di scoprimento della targa in onore di Alda Merini in Ripa di Porta Ticinese 49, là dove la poetessa ha vissuto fino al giorno della sua morte, lo scorso primo novembre all’età di 78 anni. «Ad Alda Merini. Nell’intimità dei misteri del mondo» è il testo scelto da Finazzer Flory e tratto da «Anima innamorata», della stessa poetessa.
Alla cerimonia hanno partecipato due delle quattro figlie della poetessa, Emanuela e Flavia Carniti, e il fratello Ezio Merini. Il pomeriggio è proseguito con l’esibizione, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, di Valentina Cortese che ha interpretato il «Magnificat» scritto da Alda Merini, mentre in serata al Teatro Dal Verme andrà in scena «Una piccola ape furibonda», recital di poesie e canzoni con Valentina Cortese e Giovanni Nuti, per la regia di Marco Rampoldi, con la partecipazione straordinaria di Milva. A quattro mesi dalla sua morte intanto le figlie Emanuela, Flavia, Barbara e Simona hanno aperto il sito ufficiale della poetessa, hanno voluto riunire lì tutti i documenti e gli avvenimenti legati alla madre. Sull’homepage uno dei versi più famosi della Merini, «sono una piccola ape furibonda mi piace cambiare di colore, mi piace cambiare di misura». A lei dunque è stata dedicata a Milano la Giornata mondiale della poesia, che ieri è stata festeggiata con un ricco calendario di iniziative. Nella Sala delle Otto colonne a Palazzo Reale ad esempio i consiglieri della Commissione Cultura del Comune sono stati invitati a leggere al pubblico la propria poesia più amata. Sempre a Palazzo Reale è stato presentato il volume «Contro l’ora di matematica» di Paul Lockhart. Le manifestazioni rientrano nella rassegna «Alza il Volume. Se leggi fatti Sentire!» delle Giornate della Lettura 2010,che sono tenute dal 6 al 28 marzo in diversi luoghi della città.
fonte ilgiornale
Brano tratto da "L'anima innamorata" di Alda Merini
"Il mio amore rovente come una lacrima è la stessa legge della vita. Pensavo che nei miei nascondigli, nei miei occhi pieni di canto, tu trovassi questo libro meraviglioso, che io ho scritto per te e che è la summa teologica dei miei desideri.
Ti vorrei parlare dei desideri delle fanciulle, dei loro prati, delle loro selvagge giacenze e di come toccano le corde dell'amore con mani così silenziose che neppure Amore si sveglia. Tu hai sempre dormito e non ti sei mai accorto che sono venuta da te in forma d'anima e che non ti ho mai baciato perché un bacio ti avrebbe risvegliato dalla morte dell'uomo. Ma io che ti amo sono diventata immortale, e non m'importa se tu mi prendi per una mosca inutile, un insetto che ti logora il sonno. Sono io che sono logorata da te e sono diventata un tessuto così rovinato e logoro che se tu mi vedessi non mi baceresti certo. Sono in fondo l'infula di un morto e non so come faccia a vivere perché tu non mi baci mai e non puoi baciarmi perché sono la tua anima."
Diritti Lgbt, Ferzan Ozpetek: “Siano tutelati i conviventi”
La sentenza della Corte Costituzionale ha fatto ovviamente il giro del mondo, e molti personaggi hanno espresso la loro opinione in merito alla scelta dell’Italia di continuare ad ostacolare l’approvazione del matrimonio omosessuale. Tuttavia, secondo Ferzan Ozpetek, regista di fama internazionale, il vero problema «non è la sentenza sull´incostituzionalità delle nozze gay. Naturalmente rispetto la libertà di scelta di chi aspira ad un´unione matrimoniale, ma personalmente sono contro le nozze, è il mio pensiero».
Il regista, famoso per le sue pellicole incentrate spesso sul tema dell’omosessualità, afferma che il vero punto cruciale non è quindi quello delle nozze omosessuali, ma il fatto che “i diritti di una persona non dovrebbero essere decisi in base alle sue scelte sessuali”.
“Quello che conta è il rispetto delle unioni di fatto e il riconoscimento dei diritti di convivenza. Vediamo troppi drammi di persone - a prescindere dal sesso - che dopo anni di vita in coppia alla scomparsa di uno dei due l´altro si ritrovano nei guai, senza diritti, senza rispetto. Donna o uomo che siano. E poiché viviamo in un momento di grande tensione, le prime persone su cui si scarica sono gli omosessuali, chi ha la pelle di colore diverso, chi crede in un´altra religione. C´è perfino chi arriva a identificare la pedofilia con l´omosessualità».
Purtroppo questo lo sappiamo già, e non è altro che l’ennesima prova dell’ignoranza delle persone, che non ha proprio limiti. Alla domanda su cosa ne pensasse del ministro turco che ha definito l’omosessualità come una malattia, il regista ha semplicemente risposto: “con un´aspirina al giorno per dieci giorni si può guarire dall´omosessualità, ma per l´omofobia non conosco nessuna terapia efficace. Per ora».
fonte gaywave
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