venerdì 6 luglio 2012

Lgbt Toscana Pride: Il 7 luglio attese 20mila persone a Viareggio, Vladimir Luxuria la madrina

Sarà Vladimir Luxuria la madrina della manifestazione dell'orgoglio gay che si terrà il 7 luglio

Tutto pronto per il Toscana Pride, la manifestazione dell'orgoglio gay organizzata per sabato 7 luglio dalle associazioni lgbtiq (lesbica, gay, bisex, transgender, intersex, queer) a Viareggio. La madrina dell'evento sarà Vladimir Luxuria.


Si tratta della prima volta che in Toscana viene celebrata una manifestazione dell'orgoglio gay a carattere regionale. "Il movimento lgbtiq - spiegano gli organizzatori - è radicato sul territorio con numerose associazioni e la richiesta di celebrare pride regionali oltre a quello nazionale è sempre più forte.

Vivere in una regione che ha politiche inclusive non deve farci perdere di vista l'importanza dell'essere visibili; far vedere che ci siamo è di aiuto per i giovani che si scoprono gay e per i meno giovani che ancora faticano ad accettarsi".

Il corteo partirà alle 18 da piazza Dante Alighieri (di fronte alla stazione dei treni).

L'arrivo, invece, è previsto in piazza Giacomo Puccini, (di fronte all'hotel Principe di Piemonte). La manifestazione attraverserà la città passando da via Matteotti, piazza D'Azeglio, per entrare nella Passeggiata di Lungomare (viale Manin e via Carducci). Oltre alle associazioni e singoli cittadini, ci saranno almeno 6 carri amplificati che faranno ballare come nella tradizione mondiale di tutti i Gay Pride.

Sono numerosi gli enti locali che hanno risposto con entusiasmo "al documento politico più articolato mai scritto per un Pride in Italia.

Si tratta di un documento che si rivolge a tutti i livelli di governo: comuni, province, la Regione e anche gli Atenei". Alcuni amministratori saranno presenti anche di persona oltre ad aver accettato di inviare il gonfalone al corteo.

Per la Regione Toscana ci sarà il presidente Enrico Rossi oltre all'assessore al turismo Cristina Scaletti. Sarà presente, inoltre, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi che festeggerà i 15 anni dell’istituzione del Registro delle Unioni Civili nella sua città, prima in Italia ad aver adottato tale provvedimento.

Ad attendere carri e persone al termine del corteo, organizzatori e personalità politiche si alterneranno dal palco allestito per l'occasione.

I saluti lasceranno infine il posto alla musica dell'artista ospite della manifestazione: Neja, che si esibirà, tra l'altro, con la sigla dell'estate gay torrelaghese.


Per la notte, infine, è prevista la festa ufficiale che si svolgerà nei locali della marina di Torre del Lago e a seguire alla discoteca Frau Marlene.
fonte http://www.intoscana.it

Lgbt Londra: La prima trans britannica riceve la medaglia dell’Impero

April Ashley, oggi una signora di 77 anni che vive nel quartiere londinese di Fullham, è stata il primo cittadino britannico ad eseguire l’intervento per cambiare sesso, e ha ricevuto dalla regina Elisabetta II la MBE, la medaglia di membro dell’Impero britannico, la massima onorificenza inglese, per il suo impegno a favore dei diritti dei transgender.

April, nata uomo, si fece operare a Casablanca a 25 anni all’inizio degli anni Sessanta per poi tornare a casa ed iniziare a lavorare come modella per Vogue:
uno dei suoi amici vendette la sua storia alla stampa, creando scandalo nella Londra di Mary Quant e dei Beatles, ma dove erano ancora in vigore le leggi severe contro omosessualità e transgender che a suo tempo erano costate il carcere ad Oscar Wilde.

Ashley ha scritto la sua biografia, Odyssey, ed ha potuto essere riconosciuta come donna solo nel 2004, dopo una vita in cui conobbe da giovanissima, quando era ancora uomo, l’ospedale psichiatrico con l’elettoshock, la depressione, il rifiuto dei familiari, l’annullamento del suo matrimonio con il futuro lord Rowallan, ma anche la stima di migliaia di persone, che le hanno scritto raccontandole le loro vite e spesso ringraziandola per il suo coraggio.

Elisabetta II, che ha festeggiato i sessant’anni di regno, si è mostrata molto aperta verso i diritti delle persone omosessuali e transgender, e recentemente ha annunciato il suo essere a favore del matrimonio gay.

Il 7 luglio prossimo Londra ospiterà l’Euro Pride, e omosessuali e transgender andranno espressamente ad omaggiare fuori Buckingham Palace questa regina che ha saputo destreggiarsi tra tradizione e modernità per ormai oltre mezzo secolo.
fonte http://www.openjournalist.com di Elena Romanello

Lgbt Firenze: Teatro, nel giardino di Palazzo Corsini in scena Romeo and Juliet dal 13 al 21 luglio

Dal 13 al 21 luglio F.E.S.T.A. propone il celebre dramma di Shakespeare

L’intero cartellone delle attività estive di F.E.S.T.A. (Florence English Speaking Theatrical Artists) si è quest’anno spostato all’interno del Giardino Monumentale di Palazzo Corsini (in via il Prato 58), per mettervi in scena il più famoso tra i drammi di Shakespeare: Romeo and Juliet (in lingua originale con sottotitoli).

Tra le limonaie e i roseti secolari di Palazzo Corsini, nel cuore del Rinascimento, dal 13 al 21 luglio, F.E.S.T.A porterà in scena uno spettacolo ricco di duelli, coreografie, passione e colpi di scena, con un cast giovane (i due protagonisti hanno entrambi solo 17 anni) proveniente da Stati Uniti e Gran Bretagna.

Seguendo il consolidato modello di ‘Shakespeare in the Park’ (di grande successo negli USA e UK), sarà possibile accedere al giardino già alcune ore prima dello spettacolo (a partire dalle 19), per godersi un piacevole aperitivo e picnic all’ombra dei grandi alberi secolari che lo rinfrescano.

All’interno sarà inoltre possibile gustare i pregiati vini prodotti dai Principi Corsini.

«Un cast giovane – ha sottolineato l’assessore al turismo Cristina Giachi - una pièce di eterna bellezza, un luogo dal fascino straordinario, mi sembrano ingredienti sicuri perché si realizzi un grande spettacolo e si inauguri una tradizione ch continui ad animare anche in futuro le notti dell’estate fiorentina.

Il lavoro di FESTA arricchisce il panorama culturale cittadino dando voce all'anima internazionale della città».

F.E.S.T.A. (http://www.festatheatre.com/) ha il patrocinio del Comune di Firenze, del Consolato Americano di Firenze, nonché la collaborazione di KME for Dynamo Camp e della famiglia Corsini, nelle persone di Donna Giorgiana e Sabina Corsini.


L’attività dell'associazione è volta alla creazione di un’esperienza teatrale bilingue rivolta all’intera comunità fiorentina, diffondendo la cultura del teatro e la lingua inglese sul territorio.

In collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali, offre un luogo di incontro e di formazione per bambini e giovani, favorisce la costruzione di una rete di scambio intensa e duratura per tutti i residenti, promuovendo il progetto di una città dinamica che si arricchisce del dialogo fra le culture e del lavoro di tecnici e artisti provenienti da tutto il mondo.
fonte http://press.comune.fi.it (fn)

Lgbt: Cina ora le lesbiche possono donare il sangue, i gay ancora no

Una legge emanata nel 1998 impediva alle lesbiche di donare il sangue. Ora possono, ma i gay ancora no

Da domenica scorsa, in Cina le lesbiche possono donare il sangue, mettendo fine ad una discriminazione entrata in vigore con una legge del 1998. Ma l’atto di generosità non è ancora possibile per i gay.

Il nuovo regolamento per le donazioni del sangue in vigore dal primo luglio, infatti, pur non menzionando l’omosessualità, vieta “agli uomini sessualmente attivi con altri uomini” di donare il sangue. Alla base ci sarebbe la paura di diffondere l’Aids verso il quale, secondo i vertici sanitari cinesi, i gay sono più a rischio.

È stato nel 1981 che si è parlato di un caso di Aids in Cina e lo ha fatto il centro americano per il controllo e la prevenzione della malattia, riferendo di cinque uomini, presumibilmente omosessuali, contagiati dall’Aids forse a causa di rapporti sessuali. Il primo caso certificato di Aids in Cina è stato nel 1985 con la morte di un argentino.

Le associazioni per i diritti degli omosessuali in Cina, plaudono alla decisione delle autorità cinesi di permettere alle lesbiche di donare, ma chiedono che gli stessi diritti vengano garantiti anche ai gay. Per questo, sono pronti a manifestare.
fonte ticinonews.ch via http://www.vip.it/

Lgbt San Marino: Michele Pazzini replica al vescovo Negri

La parola “condanna”, utilizzata dal vescovo Negri in riferimento all’istanza d’Arengo a tematica LGBT, riporta ai secoli bui della storia, così come le posizioni in generale della chiesa riguardo alle unioni civili.

Innanzitutto credo sia doveroso non diffondere notizie distorte.

Negri ha parlato di convivenze, di famiglia (tra l’altro, facciamola finita con questa storia dell’ordine naturale delle cose e della famiglia come una realtà “naturale”.

Ma diciamo le cose come stanno: non vi è nulla di naturale nelle istituzioni sociali, sono prodotti dell’uomo, non della natura) mentre l’istanza d’Arengo è molto più specifica, perché riguarda la regolamentazione dei permessi di soggiorno e residenze per le coppie in cui uno dei due componenti è di cittadinanza non sammarinese.

Ci tengo a sottolineare questo perché da quando l’istanza è passata, pare che a breve a San Marino anche le coppie dello stesso sesso possano unirsi civilmente o sposarsi (come invece dovrebbe già accadere) ma non è così. L’istanza d’arengo, chiede che le coppie composte da persone dello stesso sesso possano richiedere permesso per convivenza così come accade già per le coppie composte da persone di sesso opposto.

Ma perché tanta condanna al governo di San Marino da parte di Negri? Forse non sa che due uomini o due donne, entrambi sammarinesi, possono, senza alcuna legge specifica, convivere tranquillamente sotto lo stesso tetto e avere pure lo stato di famiglia insieme, senza l’obbligo di dover dichiarare la specificità della loro relazione a nessun ufficio?

E forse non sa che (dato che di frequente noi sammarinesi ci innamoriamo anche di persone non sammarinesi) questo genera un trattamento differenziato per cittadini che svolgono tutti i giorni, così come tutti gli altri, il loro dovere di cittadini e cittadine? In caso di discriminazione e di ingiustizie, è il governo che deve farsi carico dei problemi e risolverli quando, come spesso accade, “la legge NON è uguale per tutti”.

E’ un compito politico questo, non della chiesa, che pertanto potrebbe, come è concesso a tutti, solo esprimere la sua opinione, ma senza condannare nessuno.

Qual è l’obiettivo di questa condanna? Suppongo, provocare il senso di colpa in qualche consigliere devoto che, magari, ha votato “sì” a quella istanza? Io non ho mai capito e continuerò a non capire mai il perché di tanto accanimento da parte della chiesa verso persone.

Ma non si rendono conto che a sentenziare contro le persone, solo perché il loro orientamento sessuale è differente da quello etero, contribuiscono a fomentare l’odio, la violenza omofoba, la rabbia, il mancato rispetto della differenza? E’ questo che la chiesa vuole? Odio e violenza contro le persone gay? Aggressioni per la strada e ragazzini/e vittime dei bulli a scuola?

Ho avuto anche io un’educazione cattolica e non mi è di certo stato insegnato questo.
Ma poi, quanta ipocrisia c’è in tutto questo? Quanto controsenso? La chiesa propone l’amore, il rispetto, poi condanna a vita due persone dello stesso sesso che vogliono amarsi. Ma l’amore non era un valore cristiano?

Ecco perché la laicità dello Stato, anche a San Marino, diventa una questione sempre più importante. Perché con certe ipocrisie, con la fede che diventa ideologia, si vanno a creare ingiustizie tra la cittadinanza, che agli occhi dello Stato deve essere tutta uguale.

Prima di tutto siamo esseri umani che si regolano con le leggi dell’umanità, e poi esseri sociali che si regolano con le leggi della società. La spiritualità deve essere qualcosa di esterno e personale a tutto questo.

Non si giudicano le persone in base al loro orientamento sessuale, anzi, non si giudica. Cosa è successo in quegli Stati in cui a tutte le persone, e sottolineo tutte, è permesso dalla legge di unirsi civilmente? Epidemie, peste, colera? Si è scatenata su di loro l’ira degli dei? E’ sparita la religione? Nulla di tutto questo.

Così San Marino, con l’approvazione di questa istanza, ha dimostrato di voler andare avanti, ha dimostrato di avere a cuore la felicità, la serenità, la dignità di tutta la cittadinanza.

E a me, che sono il promotore di quell’istanza, e a tutti i firmatari e le firmatarie della stessa, ora spetta il compito di vigilare sull’operato della politica affinché si adoperi per apportare le dovute modifiche all’art. 15 della legge 118/2010 “permessi di soggiorno e residenze” entro i termini previsti, ovvero entro sei mesi dall’approvazione dell’istanza
fonte http://www.libertas.sm

mercoledì 4 luglio 2012

Lgbt: Facebook, nuove icone per le coppie di fatto

Facebook aggiunge nuove icone per le coppie gay che dichiarano di essere unite, mossa utile anche a combattere la discriminazione contro la comunità LBGT.

Facebook ha appena introdotto nelle Timeline dei propri utenti una nuova icona dedicata alle coppie di fatto.

Trattasi di una piccola rivoluzione sul social network poiché, in questo modo, Facebook offre alle coppie omosessuali la possibilità di onorare pubblicamente il proprio matrimonio.

Le coppie LGBT che specificheranno tra le impostazioni della Timeline di essere unite vedranno automaticamente sostituita la classica icona per il matrimonio tra le coppie etero con una nuova icona che presenta due uomini o due donne, dipendentemente dal sesso della coppia di fatto.

Facebook va in questo modo a sdoganare le coppie gay, dando ufficialità alle unioni civili e al contempo mostrando il proprio appoggio alla battaglia contro la discriminazione della comunità LGBT.

Il team di Mark Zuckerberg ha peralto stretto una partnership con GLAAD, l’organizzazione contro la discriminazione di coppie omosessuali, la quale esprime soddisfazione per quanto attuato da Facebook.

A suo parere, questo sarà infatti un modo per limitare la violenza nei confronti delle coppie gay e soprattutto per aiutare la società a prendere una maggiore consapevolezza del loro diritto di manifestare pubblicamente la loro unione.

Ha infatti dichiarato Allison Palmer di GLAAD: «dopo le opzioni profilo su convivenza e unioni civili aggiunte l’anno scorso da Facebook, queste nuove icone per la Timeline sono un altro importante elemento di riconoscimento per le coppie tra persone dello stesso sesso.

Questa mossa è l’ultima di una serie di misure che Facebook ha adottato per supportare la comunità LGBT, al punto da essere il primo social network a ricevere un GLAAD Media Award».
Fonte: GLAAD Via The Verge via http://www.webnews.it/ di Floriana Giambarresi

Lgbt: Veneto, Santino Bozza (Lega Nord): I gay? purtroppo esistono, sono malati, diversi

Antonio De Poli (Udc) ha parlato «di ragionamenti da Medioevo: l’omosessualità è stata cancellata dall’elenco delle malattie ormai da parecchio tempo

Venezia - «I gay? purtroppo esistono, sono malati, diversi»: parola del consigliere veneto della Lega Nord Santino Bozza.

Concetti espressi con uso di metafore che non lasciano nulla all’immaginazione e che hanno fatto fare un salto sulla sedia in casa Carroccio.

Immediate le prese di distanza espresse dal segretario regionale Flavio Tosi e dal governatore del Veneto Luca Zaia. Il sindaco di Verona ha usato poche parole che pesano più di una condanna: «il movimento non condivide né la forma né la sostanza delle dichiarazioni».

A innescare la miccia la sintesi dell’intervento di Bozza alla Zanzara su Radio24 e diffuso dall’emittente.
«Due uomini che si baciano - ha detto il consigliere ai microfoni di Cruciani e Parenzo - mi fanno effetto, mi viene da sputare per terra.

Se manca la coppia vera e propria, che produce, dove andiamo a finire? Finisce il mondo». Come un fiume in piena, Bozza ha caricato le parole: «se li vedo baciarsi, mi giro e poi sputo per la schifezza».

Al centro del suo pensiero, il fatto che uomo e donna sono fatti diversi: «la donna ha la vagina e l’uomo ha il pene, tutto il resto è solo porcherie. Ma quale amore, tra due uomini che fanno l’amore è solo schifezza».

E per far meglio capire il suo stato d’animo, Bozza ha offerto all’interlocutore sotto forma di domanda un’immagine carica di sottointesi: «lei la penna dove la mette? Nel calamaio no?».

Per il consigliere, poi, quelli che ha chiamato «malati, diversi» non dovrebbero «farsi vedere», non in mezzo ai bambini.
«Li ho visti in pubblico - ha rilevato - fare atti osceni. Non è che vanno in giro a toccare i bambini, ma si toccano fra di loro, vi sembra poco?».

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha espresso totale distanza dalle parole di Bozza sia sul piano personale: «personalmente non concordo con una parola detta dal consigliere regionale» che politico «dico che questa non è la posizione della Lega».

Commentando le affermazioni di Bozza, Antonio De Poli (Udc) ha parlato «di ragionamenti da Medioevo: l’omosessualità è stata cancellata dall’elenco delle malattie ormai da parecchio tempo ed evidentemente lui, così come il Carroccio, ignorano questo fatto».

De Poli si è detto stanco di sentire «queste sparate: prima l’ironia sulla bambina disabile ucraina, ora l’attacco sui gay malati che non dovrebbero farsi vedere in pubblico. Mi sembra di rileggere le dinamiche di una triste pagina del passato».
fonte di Il Secolo XIX via http://www.gaynews.it/

Lgbt: "TRANS" Un mondo complesso, un documentario riuscito di Chris Arnold

Fondamentale approfondimento sul mondo trans, il documentario di Chris Arnold è toccante e coinvolgente

Doveroso e interessante approfondimento sull’universo “trans”, il documentario di Chris Arnold presentato al Mix di Milano è l’ideale strumento per fare piazza pulita in pochi minuti di anni di stereotipi e (beceri) luoghi comuni.

Un lavoro che (in Italia soprattutto) dovrebbe essere mostrato nelle scuole, in prima serata sulla tv pubblica e a tutti coloro che ancora oggi, e purtroppo sono tanti affrontano la tematica trans con pregiudizi e ignoranza.

Arnold si concentra in particolare su due storie, sicuramente le più “forti” per lo spettatore: quella del comandante Christopher McGinn, in passato medico della Marina militare americana e selezionato per due missioni NASA, che dopo il congedo ha iniziato il percorso per diventare donna e ora è felice, realizzata, con una compagna e una figlia (avuta con inseminazione artificiale grazie al suo stesso sperma congelato).

E quella di Danaan, sette anni e le idee chiare: nato come un bambino, si è sempre sentito una bambina e dopo le prime resistenze i suoi genitori hanno deciso di seguirla nel suo complesso percorso di identificazione.

Girato e montato con grande professionalità, “Trans” ha il pregio ulteriore di escludere completamente dal discorso i concetti di trasgressione, prostituzione e spettacolarizzazione, cosa a cui invece i media di solito non sanno resistere.
fonte http://www.cinemaitaliano.info di Carlo Griseri

Lgbt: Anderson Cooper, giornalista della CNN "Sono gay, amo e sono amato"

Anderson Cooper è uno dei presentatori più importanti della CNN.

Da tempo si rumoreggia sulla sua chiacchierata omosessualità ma lui non ha mai negato nè confermato.

Fino ad oggi, con una lunga lettera al collega Andrew Sullivan, gay e sieropositivo, che l’ha pubblicata sul suo blog, The Daily Dish.


Non è stata una missiva privata resa pubblica, nè un outing forzato. Ecco la premessa di Sullivan:

Conosco Anderson da vent’anni. Gli ho chiesto un’opinione sui diritti degli omosessuali e questa è stata la sua e-mail di risposta, che mi ha dato il permesso di pubblicare qua

E questo è il contenuto della lettera:

Come sai questa è una questione a cui ho pensato per anni. Anche se il mio lavoro mi mette davanti agli occhi del pubblico, ho provato a mantenere un qualche livello di privacy nella mia vita, per ragioni soprattutto personali, ma anche per motivi professionali.

Ho sempre pensato che sapere per chi voti un reporter, di che religione sia o chi ami non siano argomenti da discutere pubblicamente.
Finché un giornalista dimostra equità e onestà nel proprio lavoro, la sua vita privata non dovrebbe interessare.

Ultimamente però ho capito che mantenendo il silenzio su certi aspetti della mia vita privata così a lungo potrei aver dato l’impressione errata che sto provando a nascondere qualcosa, qualcosa che mi mette a disagio, mi fa vergognare o addirittura mi spaventa. Questo è doloroso, semplicemente perché non è vero.

Il fatto è che sono gay, lo sono sempre stato, lo sarò per sempre e non potrei essere più felice, più a mio agio con me stesso e orgoglioso. Sono sempre stato molto aperto e onesto riguardo questa parte della mia vita con i miei amici, la mia famiglia e i miei colleghi. In un mondo perfetto non penso riguardi nessun altro, ma ritengo che c’è un valore nel prendere posizione. Amo e sono amato.

fonte http://www.queerblog.it Via | La Stampa

Lgbt: L'assessore Cristina Scaletti al Toscana Pride: "celebrerò unioni civili in piazza"

L'assessore al Commercio della Toscana, autrice del primo portale turistico gay sul sito istituzionale di una Regione italiana, annuncia il suo sì ad una cerimonia "simbolica solo per ora".

L'assessore al Turismo e al Commercio della Regione Toscana Cristina Scaletti ha detto sì: celebrerà nella piazza di arrivo del Pride regionale che si terrà sabato pomeriggio a Viareggio una cerimonia civile per le coppie dello stesso sesso.

Non nuova a iniziative in favore dei diritti lgbt come, ad esempio, il portale per il turismo lgbt sul sito istituzionale della Regione, l'assessore Scaletti spiega a Gay.it che questo è il suo contributo "per unioni che simboliche lo sono solo adesso ma che si spera possano presto essere matrimoni veri in linea con un andamento europeo consolidato.

Noi, invece, su questo siamo lontani anni luce rispetto agli altri paesi europei e non è tollerabile.
A preoccupare dovrebbe essere non solo lo spread economico ma anche lo spread dei diritti civili. Un gay Pride in un momento come questo in Italia è non solo utile ma addirittura indispensabile."

Chi è il politico nazionale di centrosinistra meno coraggioso su questi temi?
Io ho anche la cittadinanza francese e quando ho votato per Hollande l'ho fatto anche perché promise in campagna elettorale - e ieri ha annunciato che manterrà questa promessa - di dire sì ai matrimoni gay e alle adozioni.

Senza fare singoli nomi, anche in Italia tutto il centrosinistra dovrebbe fare dei diritti civili e dei matrimoni gay un punto qualificante delle sue politiche. Invece sento che spesso si assumono posizioni politicamente arretrate.

Fare un Pride serve anche a questo, a ricordare a tutti "senza se e senza ma" quanto sia miserevole che in Italia manchi un clima di libertà per l'affettività delle persone.

Nella sua Regione come vivono gay e lesbiche?
Spero meglio che in altre. La Toscana e' la regione dei diritti e della lotta ad ogni tipo di discriminazione, lo sancisce lo Statuto, le nostre leggi e l'azione concreta della Regione in tutti i campi. Personalmente ho sempre fatto tutto il possibile per garantire integrazione e dignità come il portale sul turismo gay per dire a tutti che qua si devono sentire accolti e benvenuti.

Come procede quell'esperienza?

Procede molto bene. Il portale turistico gay è molto cliccato sui motori di ricerca e siamo contenti perché si tratta di un turismo di qualità che porta vantaggi anche economici alla Regione.

C'è qualcosa che, oltre al portale turistico, vorrebbe che la Giunta di cui fa parte facesse per i diritti lgbt prima che termini il mandato in Regione?
C'è sempre tanto da fare. Credo però sia urgente fare pressioni verso il Governo nazionale per una una legge sulle coppie gay e le adozioni.

Sul suo profilo Facebook ha come immagine principale quella di lei con sua figlia. Se avesse in classe un compagno con due genitori dello stesso sesso, cosa le direbbe per farle capire?
Mia figlia ha 9 anni. Quando le parlo dell'amore le parlo di un sentimento che non ha nessun tipo di colore da ogni punto di vista. Le direi che si possono amare due persone dello stesso sesso o di sesso diverso. Le farei capire che tutti hanno diritto a vivere la loro storia d'amore.

E se fosse proprio sua figlia un giorno a fare coming out?
Ci ho pensato spesso, per mia figlia voglio la felicità, che dia seguito a tutto ciò che sente nel suo cuore: dalle sue inclinazioni professionali a quelle spiriturali fino a quelle sessuali. Non credo ci sia danno peggiore per un uomo di quello di sentirsi limitato nei suoi afflati principali e il mio compito sarebbe quello di aiutarla a realizzarsi in tutto.

C'è spazio in futuro per una donna Presidente della Regione Toscana?
Direi di sì.

E per una donna Presidente del Consiglio?
Anche.

Le piacerebbe?
Mi piacerebbe, cosi' proporrei subito una legge sui matrimoni gay e maggiori tutele dei diritti civili.
fonte http://www.gay.it di Daniele Nardini/ Foto Penta foto

Toscana: Arcigay Arezzo, Arci e Oltre le Differenze presentano una giornata per i diritti LGBTQ giovedì 5 luglio a Cecina (LI)

Giovedì 5 luglio a Cecina, nell'ambito del XVIII Meeting Internazionale Antirazzista, tra gli ospiti anche Nichi Vendola e Rosy Bindi intervistati da Dario Vergassola

Diritti LGBTQI: per un paese senza discriminazioni.
Questo il tema della tavola rotonda organizzata da Arcigay e Arci Arezzo, con la collaborazione della redazione del format radiofonico “Oltre le Differenze”, che si terrà giovedì 5 luglio a Cecina Mare (Li) nell'ambito della XVIII edizione del Meeting Internazionale Antirazzista “Generazione Diritti!” promosso da Arci Toscana.

Alle ore 16, presso l'Area espositiva “I Pini” località La Cecinella, avrà inizio il workshop sui diritti delle persone gay, lesbiche, bisex e transgender al quale parteciperanno: Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, Mario Romani, membro del direttivo nazionale di Famiglie Arcobaleno, l'associazione delle famiglie con figli composte da genitori dello stesso sesso, Marco Buzzetti di Agedo Toscana, l'associazione di genitori e parenti degli omosessuali, Regina Satariano, referente del Consultorio Transgenere della Toscana, Giacomo Viggiani di Rete Lenford, l'avvocatura per i diritti LGBT e Helen Ibry della segreteria nazionale di Arcilesbica.

Interverranno anche Cristina Betti, presidente del comitato provinciale Arcigay Arezzo e Francesco Romizi, presidente di Arci Arezzo, modera e coordina il dibattito la giornalista Natascia Maesi, ideatrice e conduttrice del programma radiofonico sul mondo LGBT “Oltre le Differenze” in onda sulle frequenze di Antenna Radio Esse.

A seguire “Scrittori contro il razzismo”, alle ore 18,30 circa la scrittrice Maura Chiulli presenta il suo ultimo libro “OUT – la discriminazione degli omosessuali” edito nel 2012 da Editori Riuniti. L'iniziativa è a cura di Arcigay Arezzo e l'autrice del libro sarà intervistata da Natascia Maesi, ci chiederemo: Il racconto delle “diversità” offerto da Maura Chiulli fotografa un Paese in cui ignoranza, sessismo e discriminazione sono gli unici colori.

La serata si concluderà alle 22 con uno spettacolo del comico Dario Vergassola che intervisterà Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia e Rosy Bindi, presidente nazionale del Partito Democratico.
fonte redazione.oltreledifferenze

martedì 3 luglio 2012

Lgbt: Gay Pride a Bari nel 2013? L'assessore Godelli convoca le associazioni

Il prossimo 5 luglio l'incontro con l'assessore al Mediterraneo per discutere della proposta, mentre lunedì prossimo si riunirà in Comune il primo tavolo tecnico LGBTQI per la lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere



Portare anche a Bari la manifestazione dell'orgoglio gay: la proposta, affacciatasi
lo scorso 17 maggio in occasione della giornata internazionale contro l'omofobia, sembra adesso concretizzarsi.

Secondo quanto riportato oggi dal Corriere del Mezzogiorno, il prossimo 5 luglio l'assessore al Mediterraneo e al turismo Silvia Godelli incontrerà le associazioni LGBTQI per vagliare l'effettiva possibilità di dar vita all'evento per l'anno prossimo.

Ma l'incontro in Regione non è l'unico segnale di attenzione lanciato dalle istituzioni locali nei confronti della comunità gay.

Lunedì prossimo, infatti, a Palazzo di Città si insedierà il primo tavolo tecnico LGBTQI, con l'obiettivo di elaborare un programma di interventi per la lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere sul territorio cittadino.
La richiesta era stata avanzata dalle stesse associazioni LGBTQI baresi, in accordo con la Commissione consiliare per le Pari Opportunità del Comune, lo scorso 17 maggio in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia.
fonte http://www.baritoday.it/

Lgbt: Matteo Renzi e il "programma gay" le reazioni

Sentimenti contrastanti per le dichiarazioni di Matteo Renzi.

Seppure si apprezza l'apertura verso i diritti delle coppie gay e dei loro figli il movimento chiede altri passi in avanti.

Le Civil Partership, Ha provocato sentimenti contrastanti, come spesso accade quando a parlare è lui.


La proposta di Civil Partership di Matteo Renzi

a questo LINK:
http://www.gay.it/channel/attualita/33860/Matteo-Renzi-Ecco-il-mio-programma-per-i-diritti-gay.html
e di tutela ai figli delle coppie gay affidata a Gay.it da Matteo Renzi incontra le critiche di qualcuno;
altri apprezzano i passi in avanti delle posizioni del Sindaco di Firenze.

Il presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè, ad esempio, "apprezza il tentativo del sindaco di Firenze di ragionare in modo articolato e chiaro su un tema troppo spesso frantumato a scapito della vita delle persone" ma "Notoriamente Arcigay è posizionata altrove, restando ferma sostenitrice dell'estensione del matrimonio civile alle persone dello stesso sesso: unica modalità possibile di dare concretezza al principio di eguaglianza".

Per la collega di partito Paola Concia "Di sicuro non bisogna fare propaganda sulla pelle dei cittadini omosessuali e transessuali, ma è necessario approvare le leggi.
Il segretario Bersani questo lo sa bene e mi sembra che anche Renzi lo abbia capito.
Grazie alle numerose battaglie che in questi anni sono state fatte per aprire un dibattito nel partito, oggi fra i dirigenti Democratici c'è la consapevolezza diffusa che i diritti dei cittadini omosessuali e transessuali fanno parte delle priorità del paese e questo rappresenta un decisivo passo in avanti".

Secondo il responsabile diritti civili dell'Italia dei Valori Franco Grillini "Ogni politico che si pronuncia a favore dei diritti delle coppie omosessuali prendendosi impegni precisi costituisce un fatto positivo e un avanzamento per tutti.

Quindi bene Renzi quando dice che è ora di smetterla di fare tavoli e gruppi di studio ma occorre passare ai fatti e fare leggi e che su questo terreno il suo partito, il Pd, deve finalmente garantire fatti e non parole, per citare il famoso Cevoli.
Vedremo se e quando Renzi saprà essere coerente con ciò che dice nell'intervista al portale Gay.it".

"Va detto che il movimento lgbt chiede la parità dei diritti tra omo ed eterosessuali - prosegue - e quindi l'accesso a tutti gli istituti giuridici esistenti, matrimonio e adozioni comprese.
La Civil partneship è stata una conquista importante dell'Inghilterra laburista ed è un istituto molto simile al matrimonio tuttavia nella stessa gran Bretagna ora sono persino i conservatori a farsi paladini dell'estensione del matrimonio civile anche alle persone omosessuali e in Europa sono già 7 i paesi dove ciò è possibile."

Per il senatore radicale Marco Perduca "Le dichiarazioni del sindaco Renzi sulla civil partnership, da estendere anche alle coppie omosessuali e alla tutela dei loro figli sono le benvenute e credo che dimostrino come quando il dibattito è affrontato laicamente e in modo pubblico, esso consente di poter fare passi avanti nella direzione della tutela dei diritti costituzionalmente garantiti".

"Matteo Renzi di ieri - prosegue Perduca - molto probabilmente non la pensava come il Matteo Renzi di oggi e, se la sua attenzione alle istanze politiche e sociali che lo circondano rimarra' tale, il Renzi di domani potrà esser ancora più avanti di molti suoi compagni di partito. Adesso però, visto che si presenta come uomo 'del fare', occorre che là dove la sua carica glielo consente, adegui le politiche cittadine a quanto affermato oggi".

Il tema dei figli delle coppie lgbt - Quanto al tema dei figli delle coppie gay "è fondamentale - dice Patanè - una trattazione complessiva perché non si può parlare di coppie omosessuali, senza parlare di famiglie, e non si può parlare di famiglie omosessuali senza parlare di figli e di omogenitorialità".

Per Paola Concia "Renzi propone nel suo programma la Civil Partnership. Bene, il sindaco deve sapere che quell'istituto prevede la possibilità di adottare da parte delle coppie omosessuali. E su questo lo invito a riflettere. Com'è noto, io sono per la piena uguaglianza tra le coppie omosessuali ed eterosessuali".

Per il presidente di Equality Italia Aurelio Mancuso "se da una parte sono positive le affermazioni a favore di un modello all'inglese per il riconoscimento giuridico delle coppie gay e la tutela dei bambini nati nelle famiglie omogenitoriali, rimane inspiegabile la netta contrarietà all'accesso all'istituto delle adozioni da parte delle coppie gay.

Se si è capaci di allevare figli propri, non si comprende perché non si sia in grado di donare amore a bambini e minori, che hanno diritto ad avere figure genitoriali adulte e stabili.

Purtroppo anche Renzi, cade in questa contraddizione e, probabilmente non conoscendo bene la materia, incappa in luoghi comuni più affini al pregiudizio, che al necessario approfondimento che dovrebbe operare chi si candida a governare un Paese complesso".

L'alleanza con Casini - "Dal PD non arriva una posizione chiara e l'annunciata alleanza con l'UDC non lascia per nulla presagire risvolti progressisti", secondo il presidente di Arcigay.

"Ad oggi prendiamo atto che le posizioni di Renzi sono più avanzate di quelle di tanta parte delle nomenklatura del partito e rivelano una sensibilità politica alle questioni. L'Europa dell'eguaglianza e della cittadinanza senza distinzioni e discriminazioni resta però un pò più in là".

Per Franco Grillini "l'esperienza ci insegna che l'Udc si è da sempre schierata contro le persone omosessuali con interventi terribili in aula alla Camera e al Senato facendo il cane da guardia del peggior conservatorismo vaticano.

Onestamente per il Parlamento che uscirà dalle prossime urne preferiremmo un'alleanza laica per il paese che è decisamente più in linea con il comune sentire della popolazione che non il solito fritto misto di un centrosinistra clericale che sarebbe tutto fuorché laico e a favore dei diritti".
fonte http://www.gay.it/

Lgbt: Il coming out

Da dizionario, il "coming out" è il dichiarare agli altri la propria omosessualità, bisessualità o identità di genere.

Questa espressione deriva dalla frase inglese coming out of the closet (letteralmente "uscire dall'armadio a muro"), intesa nel senso di "uscire allo scoperto".
Questo processo avviene in due fasi distinte.

La prima è chiamata "coming out interiore" ed è il momento in cui una persona, dopo aver essersi resa conto di provare sentimenti per persone dello stesso sesso o di avere un'identità di genere psichica non corrispondente a quella fisica, raggiunge uno stato di consapevolezza che gli consente di accettare quelle caratteristiche come una parte integrante della propria personalità.

Non si tratta di un processo semplice: nell'età in cui ci si ritrova ad esplorare la propria identità sessuale si ha già la piena consapevolezza di una certa avversione della società nei confronti dell'omosessualità.

Questo può portare a sviluppare sentimenti di negazione verso la propria identità o a sviluppare comportamenti in cui ci si ritrova ad isolarsi, sentendosi diversi e inadeguati. La difficoltà nell'accettarsi è direttamente proporzionale all'avversione che si percepisce nel proprio ambiente o all'assenza di esempi positivi da seguire.

Solo una volta raggiunta la piena consapevolezza ed accettazione di sé (un processo che può concludersi in fasce d'età anche molto diverse tra loro a seconda dei soggetti e dei contesti), può aver luogo la seconda fase del coming out, ossia il dichiararsi alla società.

Il punto di partenza è generalmente una situazione in cui si si ritrova ad essersi nascosti dietro uno stile di vita "convenzionale" e in cui esiste un divario tra l'identità pubblica e identità privata. Ciò porta inevitabilmente al doversi rimettere in discussione con gli altri, con eventuali timori riguardo ad un possibile rifiuto.

Si tratta di un processo graduale e mai concluso (si verrà sempre a contatto con nuove conoscenze e di volta in volta si potrà decidere se dichiararsi o meno), che può avvenire in momenti diversi della propria vita e che non necessariamente avviene con tutti. I prerequisiti fondamentali sono l'aver concluso il processo di auto-accettazione e che ci si senta pronti a farlo.

Le motivazioni possono essere molteplici (spesso si tratta delle voglia di eliminare lo stress legato al doversi nascondere o il desiderio di poter vivere la propria vita alla luce del sole) e generalmente risulta più semplice in età adulta, quando un individuo è psicologicamente più forte e le motivazioni hanno a che fare con il proprio vissuto.

Pur non esistendo regole sulle modalità del proprio coming out, si è soliti suggerire di farlo gradualmente, magari prima con un amico o un familiare fidato, e successivamente con gli altri.

C'è chi sceglie di valutare i singoli ambiti in cui ci si trova o di dichiararsi in ufficio e non in in famiglia e viceversa. Come ribadito più volte, l'importante è che ci si senta pronti e motivati a farlo, in caso contrario non è da escludere l'ipotesi di attendere il momento in cui lo si sarà (ammesso che la situazione non ci faccia star male, in quel caso non c'è nulla da vergognarsi nel chiedere aiuto a qualcuno).

Il buonsenso suggerisce anche di evitare di fare coming out momenti di stress (ad esempio durante un litigio) o nel caso in cui si rischino delle gravi conseguenze (come nel caso di adolescenti senza indipendenza economica che hanno il sentore di potersi vedersi togliere il sostentamento o il supporto necessario al proseguo dei propri studi).

Nella comunità gay sono in molti a ritenere che il coming out favorisca la propria salute e stabilità, oltre a portare a benefici per la società (maggiore è il numero di gay e lesbiche dichiarati, minore è l'influenza che può essere esercitata da moralisti e bigotti).

Altri credono, invece, che fare coming out nel modo tradizionale non sia sempre l'opzione più appropriata dal punto di vista personale o culturale (da qui nascono pratiche come il cosiddetto "coming home", ossia il presentare il proprio partner omosessuale a famiglia e amici come un amico stretto).

Alla fine dei conti, però, è importante ribadire come sia il singolo individuo a dover decidere quale opzione sia per lui la più adatta.
fonte http://gayburg.blogspot.it

Lgbt: Il libro “Mamma, papà: devo dirvi una cosa” per parlare di omosessualità in famiglia di Paola e Giovanni Dall’Orto

Un libro gay per parlare di omosessualità in famiglia.

Questa è l’ultima fatica ad opera di Paola e Giovanni Dall’Orto, che hanno presentato un libro scritto a quattro mani, dal titolo
“Mamma, papà: devo dirvi una cosa“, un libro nato per la voglia di offrire un valido aiuto a tutti quei ragazzi e a quelle ragazze che per la prima volta devono affrontare il tema dell’omosessualità in famiglia.

Sembra incredibile, ma ancora oggi, nel nostro Paese, fare coming out in famiglia rappresenta in molti casi un’esperienza davvero difficile.

Più volte abbiamo parlato di ragazzi e ragazze italiane cacciate dalla propria casa, dai propri genitori, padri e madri che non riuscivano a comprendere ed accettare con amore l’omosessualità dei propri figli.

“Mamma, papà: devo dirvi una cosa” mira ad offrire un valido aiuto non solo ai ragazzi che vogliono affrontare tale tema insieme alla famiglia, ma anche ai genitori, ai quali si cerca di fornire gli strumenti adatti per comprendere e – se necessario – aiutare, i propri figli.

Paola Dall’Orto, mamma e autrice (insieme a Giovanni Dall’Orto) del libro presentato in occasione della 26° edizione del FESTIVAL MIX Milano, ha parlato del suo ultimo libro in un’intervista rilasciata a ”Vanity Fair”, dove la donna parla giustamente della necessità di conoscere un libro come quello da lei realizzato, soprattutto in un Paese come il nostro, dove i diritti lgbt scarseggiano ancora!

“Senz’altro. Continuano a mancare i diritti fondamentali, e questa è una violenza. Tutti noi ragioniamo seguendo stereotipi; se non riusciamo a incasellare una persona nei nostri cliché, non la vediamo”, ammette giustamente la scrittrice, dipingendo un quadro che non riguarda solo l’omosessualità, ma ogni aspetto della nostra vita.

Dal canto suo, Paola racconta di aver deciso di scrivere un libro del genere perché reduce dalla sua personalissima esperienza: “Nei primi anni 80, quando mio figlio mi parlò della sua omosessualità, caddi dalle nuvole.
Un’eventualità del genere non l’avevo neppure messa in conto, era un periodo in cui parlarne era un’eccezione.

Non avevo modelli, non sapevo cosa fare e inoltre, come madre cattolica, ero piena di pregiudizi”, ammette la donna.

Di certo la situazione sarà radicalmente cambiata per Paola, che dopo aver avuto una reazione molto forte, è comunque riuscita a superare la diffidenza, facendo ciò che ogni genitore al mondo dovrebbe fare di fronte al coming out del proprio figlio o della propria figlia.

Ma oggi le condizioni di vita degli adolescenti gay, saranno più semplici rispetto che al passato? La Dall’Orto ritiene di no: “Non proprio.

Parlarne resta un tabù e in un’età già complicata come l’adolescenza i ragazzi spesso tendono alla fuga, si chiudono, non riescono a vivere la loro sessualità alla luce del sole, spiega giustamente la donna e mamma.
Un manuale come questo può aiutare genitori e figli a comprenderla e viverla con più serenità”.
fonte http://www.gaywave.it

Lgbt Musica: Sabato 7 luglio nella splendida Villa Corridi un appuntamento imperdibile Kaki King al Livorno Rock Village, in un evento targato The Cage

Da quando ha fatto coming out in alcune interviste è diventata un’icona rock del mondo gay, amatissima da pubblico e critica

Suona la sua chitarra a sei corde come se fosse una batteria.
Per sopravvivere a New York, dove si era trasferita dalla nativa Atlanta, si esibiva nelle stazioni della metropolitana, lungo le linee L o F nel Village.

Dopo la prima demo “fatta in casa” e il lavoro come cameriera al Mercury Lounge, club famoso per aver lanciato nuove band della scena rock newyorkese, arriva la grande occasione: ad ascoltare Kaki King al Tap Bar c’era anche la persona che le avrebbe cambiato la vita, con la pubblicazione nel 2004 dell’album di esordio "Everybody Loves You".

All’epoca il LA Weekly la definì "la più giovane e sorprendente musicista che emerge dopo decenni". E da allora Katherine Elizabeth King, questo il suo vero nome ha suonato incessantemente con una serie di headliners quali Marianne Faithful, David Byrne, Robert Randolph, Keb Mo, Soulive, Mike Gordon Charlie Hunter e Stanley Jordan per nominarne alcuni.

Ha suonato al Bonaroo e si è esibita al Late Night Show di David Letterman e al Conan O'Brien Show, collezionando una fitta agenda di impegni in tutto il mondo e riportando l'arte della chitarra acustica solista, alle sue origini, con una frenesia che si identifica con il temperamento della sua generazione.

Nel 2007 appare nel film “La musica nel cuore” e collabora alle musiche di “Into the Wild” di Sean Penn, con i brani del suo secondo album “Legs to Make Us Longer”. Seguono “Dreaming of Revenge” (2008) e “Junior” (2010).

Da quando ha fatto coming out in alcune interviste, è diventata un’icona rock del mondo gay, amatissima da pubblico e critica.

Sabato 7 luglio, sarà al Livorno Rock Village nella splendida cornice di Villa Corridi (via di Collinaia / Quartiere La Leccia - a pochi metri dal The Cage Theatre) per un concerto da non perdere targato THE CAGE (ingresso € 12 - apertura porte ore 21.00 - inizio show ore 22.00 - no prevendita).

Sul palco di Livorno, la vedremo cantare e suonare ed essere un tutt’uno con la sua chitarra che accarezza, percuote, pizzica, tirandone fuori tutti i suoni possibili. Buona parte della sua ispirazione, infatti, deriva dalla musica classica del 20° secolo, che come le stessa ha confessato in un’intervista, non aveva mai sentito prima di arrivare a New York.

Ma è grande la sua capacità di sperimentare e spaziare fino all’ascolto di Vespertine di Bjork o Rid of Me di PJ Harvey o The Rite of Spring. Kaki King che - da giovane promessa è diventata ormai una realtà - non smette mai di sorprendere nella sua continua ricerca di orizzonti nuovi per la sua musica.
Ufficio stampa The Cage Theatre
Agenzia Freelance Siena
tel. 0577-219228 o 272123 info@agfreelance.it
fonte redazione di "Oltre le Differenze"

lunedì 2 luglio 2012

Omofobia: Amnesty International Italia sollecita interventi sul piano legislativo, appello al ministro Fornero per la difesa della comunità Lgbti

Amnesty International Italia si è detta profondamente turbata per le notizie relative ad atti di violenza che, ancora una volta in Italia, hanno colpito la comunita’ delle persone Lgbti
(lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate), gia’ oggetto nei giorni scorsi di affermazioni palesemente discriminatorie da parte del calciatore della nazionale Antonio Cassano, largamente amplificate dagli organi d’informazione.

L’organizzazione per i diritti umani ha piu’ volte espresso preoccupazione, in questi anni, per gli attacchi fisici e verbali che in Italia ripetutamente colpiscono persone e gruppi discriminati perche’ ritenuti diversi dalla maggioranza della popolazione.

In questo contesto, Amnesty International Italia ha apprezzato l’istituzione dell’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, incardinato presso la Direzione centrale di polizia criminale, all’interno del Dipartimento di pubblica sicurezza.

“È piu’ che mai urgente che si agisca anche a livello legislativo: se le istituzioni italiane intendono mostrare una sincera fermezza contro questo tipo di violenza, che in Italia colpisce persone inermi con allarmante frequenza, devono fare tutto quanto nelle proprie responsabilita’ affinche’ le vittime di reati motivati da odio verso l’orientamento sessuale o l’identita’ di genere abbiano la stessa tutela garantita alle vittime di reati motivati da altri fattori di discriminazione” – ha dichiarato Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia.

Al momento, l’incitamento verbale all’omofobia e alla transfobia non è perseguibile sul piano penale.
Inoltre, i crimini di odio omofobico e transfobico non sono puniti con pene aggravate, a differenza di quelli basati su etnia, razza, nazionalita’, lingua o religione.

Questo favorisce l’aumento di atteggiamenti di intolleranza verso le persone Lgbti ed è contrario al principio di non discriminazione sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, vincolante per l’Italia.

In occasione dell’ultimo Pride nazionale a Bologna, Amnesty International Italia ha lanciato un appello al ministro del Lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunita’ Elsa Fornero e ai presidenti delle Camere per chiedere che questo pericoloso vuoto legislativo sia colmato al piu’ presto e che le vittime di omofobia e transfobia siano protette al pari di tutte le altre vittime di discriminazione, anche attraverso indagini efficaci che assicurino i responsabili alla giustizia.

Amnesty International Italia si è detta profondamente turbata per le notizie relative ad atti di violenza che, ancora una volta in Italia, hanno colpito la comunita’ delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate), gia’ oggetto nei giorni scorsi di affermazioni palesemente discriminatorie da parte del calciatore della nazionale Antonio Cassano.
di Amnesty International Italia
fonte http://www.senigallianotizie.it

Lgbt: "Stonewall" Sylvia Rivera e un grazie alle transessuali

Penso che tutti, qui dentro, abbiano sentito parlare dei Moti di Stonewall
(http://www.civilrights.org/archives/2009/06/449-stonewall.html)
e dell’inizio della ribellione di gay e transgender all’oppressione da parte della polizia di New York.

La rivolta – che segna simbolicamente la nascita del movimento Glbt,
avviene la notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969.


A guidarla è Sylvia Rivera, attivista deceduta nel 2002.
In questo video, ricorda quella notte, gli scontri con la polizia, la loro rabbia, ma, cosa assai più importante, risponde ai gay che vorrebbero dei Gay Pride “sobri”, senza le “carnevalate”.

Rivera rivendica il ruolo delle persone transgender nella nascita del movimento:
“Mi fa arrabbiare il fatto che la comunità gay non rispetti il fatto che una delle persone che lottò per la libertà di ogni omosessuale fosse una transessuale.

Capisco che molti gay abbiano dei problemi, ma se quelle persone non fossero state quella sera allo Stonewall, non sarebbe mai esistita alcuna liberazione gay”.
Il Gay Pride deve essere libertà: di sfilare in giacca e cravatta e con le tette al vento. E nessuno persona deve ergersi a giudice. Abbiamo tutt* la stessa dignità.
fonte http://www.river-blog.com/

Londra: Vladimir Luxuria al Global LGBT Workplace Summit

In occasione del World Pride a Londra, venerdì 6 luglio,
Luxuria interverrà al Global LGBT Workplace Summit, dibattito sul lavoro organizzato da OUT and EQUAL l’organizzazione americana che lavora per l’uguaglianza LGBT nei luoghi di lavoro.

Oltre a Vladimir Luxuria, tra gli ospiti anche:
Martina Navratilova (attivista e atleta)
Jane Hill (corrispondente BBC)
Anna Grodzka (parlamentare trans polacca)
John License (VP Sales & Mkt Marriott Int.)
Judy Dlugacz (CEO, Olivia Travel)
Michael Cashman (Capo dell’Esecutivo del Partito Laburista inglese)
John Amaechi (Star del basketball e allenatore)

Si ringrazia Ivan scalfarotto per il contatto
Per maggiori informazioni il sito ufficiale:
www.globallgbtworkplacesummit.org

fonte http://www.vladimirluxuria.it/

Lgbt Cinema: "Outing, fidanzati per sbaglio" il film gay con Nicolas Vaporidis

“Outing. Fidanzati per sbaglio“
è questo il titolo del nuovo film diretto da Matteo Vicino, un film che vedrà cimentarsi in ruoli nuovi e divertenti alcuni dei più famosi attori del nostro Paese, da Nicolas Vaporidis ad Andrea Bosca, da Massimo Ghini a Claudia Potenza, Giulia Michelini e Camilla Ferranti, per un film che si preannuncia davvero brillante e divertente.


Sono cominciate proprio pochissimi giorni fa le riprese romane del nuovo film di Vicino (vincitore del premio «Miglior Regia» al ”Film Festival Internazionale di Milano 2012” per il lungometraggio ”Young Europe”), che ha registrato il suo primo ciak a Roma, ma che presto si trasferirà in Puglia, tra Monopoli e Polignano a Mare, per poi ritornare, ad Agosto, a Roma e a Milano per completare le riprese del film che segna il suo ‘debutto in sala’.

Ma scopriamo insieme la trama di questa attesissima commedia gay!
Il film “Outing. Fidanzati per sbaglio” narra la storia di Federico e Riccardo (rispettivamente interpretati dall’attore Nicolas Vaporidis e dal collega Andrea Bosca), due amici entrambi originari della Puglia, due ragazzi molto diversi l’uno dall’altro, ma fra i quali vi sarebbe un profondissimo rapporto di amicizia che dura praticamente da tutta la vita.

Mentre Federico conduce la sua vita da eterno scapestrato playboy nella sua Puglia, Riccardo vive invece a Milano, dove – nonostante sia un vero e proprio talento del design – non svolge un lavoro che lo gratifica.

“Venuti a conoscenza della possibilità di ottenere un finanziamento della Regione Puglia a sostegno delle attività imprenditoriali nel campo della moda,- si legge nella sinossi ufficiale nel film – i due amici decidono di tentare la grande avventura. Solo in un secondo momento capiranno che il bando era riservato alle coppie di fatto omosessuali e, a quel punto, l’unico modo per non far crollare tutto sarà quello di fingersi gay per ottenere i sovvenzionamenti e realizzare il sogno di Riccardo: aprire un atelièr di moda“.

Come potrete immaginare, i due giovani amici saranno protagonisti di una serie di divertenti avventure, avventure che li vedranno alle prese anche con un tema molto delicato, quello della dilagante discriminazione sessuale.

Il tutto verrà trattato con un “umorismo dissacrante”, che permetterà però di riflettere su alcuni argomenti di grande importante.

Il film “Outing. Fidanzati per sbaglio” uscirà nelle sale cinematografiche a Natale, e sarà distribuito da “AI Entertainment“. Voi cosa ne pensate ragazzi? Siete curiosi di scoprire come andrà a finire la vicenda?
fonte http://www.gaywave.it/

Lgbt: A Buenos Aires "Mocha Celis" una scuola per trans, e per tutte le persone che hanno abbandonato gli studi a causa di discriminazione o di altri problemi

In Argentina, primo Paese latinoamericano che ha riconosciuto il matrimonio gay (con i voti dei parlamentari cattolici), e che consente di cambiare nome e sesso sui documenti con una semplice procedura amministrativa, ha aperto la prima scuola per trans.

Gli insegnamenti sono specifici: in biologia, per esempio, ci si concentra sul sistema ormonale, l’utilizzo di ormoni sintetici, l’ermafroditismo…

BUENOS AIRES
È un edificio anonimo accanto alla stazione ferroviaria di avenida Lacroze, a Buenos Aires.
Ma all’entrata, un cartello colorato testimonia la volontà di essere visibili e di farsi trovare.

È il bachillerato popular (scuola superiore per adulti che hanno abbandonato precedentemente gli studi) Mocha Celis, rivolto in particolare a transessuali, transgender, travestiti, ma aperto a tutte le persone che, dopo i 16 anni, vogliono recuperare gli anni scolastici persi e ottenere un titolo di studio valido per l’iscrizione all’università. La frequenza è totalmente gratuita.

Succede in Argentina, primo Paese latinoamericano che ha riconosciuto il matrimonio tra coppie dello stesso sesso, grazie a una legge approvata anche con i voti di parlamentari cattolici («Si trattava solo di porre fine a vecchie ingiustizie verso coppie che oggi sono garantite dalla legge in tutti i loro diritti e di garantire il pieno diritto al rispetto della scelta sessuale di ogni persona, non solo a livello informale, in penombra, ma nella piena luce pubblica», ha dichiarato a questo proposito la presidente del Senato Beatriz Rojkés de Alperovich). Succede in un Paese che – poche settimane fa – ha approvato una nuova legge sull’identità di genere che consente di cambiare nome e indicazione del sesso, all’anagrafe e sui documenti, con una semplice procedura amministrativa, senza bisogno del decreto di un giudice.

«L’idea di questo bachillerato è nata vari mesi fa», spiega David Cáceres Bergonzi, professore di matematica che, come tutti gli altri colleghi, collabora gratuitamente. «Abbiamo ottenuto l’approvazione del ministero dell’Educazione e siamo partiti con questo primo anno di corso. La scuola è intitolata a un’attivista per i diritti dei trans, uccisa dalla polizia, che era analfabeta. Ci siamo chiesti quali risultati avrebbe potuto raggiungere se avesse ricevuto un’educazione. Anche se il nostro progetto è indipendente dall’approvazione della legge sull’identità di genere, lavoriamo per darle contenuti, per far sì che i diritti siano reali e non solo sulla carta».

L’insegnamento delle varie materie è orientato a tematiche trans. In biologia, per esempio, ci si concentra sul sistema ormonale, l’utilizzo di ormoni sintetici, l’ermafroditismo.

«Viviamo in una cultura che tende a patologizzare tutto ciò che si discosta dalla cosiddetta normalità», dice David. «Nascere con due sessi, per esempio, non è una patologia. È una condizione rara, ma che in natura esiste». Oltre alle materie classiche (lingua e letteratura, storia e geografia, matematica…) si studia la storia del movimento trans, diritti umani, cooperativismo, arte ed espressione corporea.

«L’idea non è costruire un nuovo ghetto, ma offrire pari opportunità», continua David. «A tutti piacerebbe che la scuola secondaria fosse inclusiva e accogliente per tutti e che non ci fosse bisogno di creare una struttura rivolta specificamente a persone trans o travesti. Ma sappiamo che non è così. Il nostro sogno è che tra qualche anno di una scuola come la nostra fosse più bisogno del nostro bachillerato. Nel frattempo offriamo la possibilità di studiare chi ha già vissuto una storia di abbandono scolastico – e non solo per questioni legate al genere sessuale – e rischierebbe di restare fuori da qualsiasi percorso educativo».

È la storia, ad esempio della trans Laura, 28 anni, della provincia di Corrientes, che ha lasciato l’istituto tecnico al terzo anno «perché non mi permettevano di entrare con abiti femminili. Vengo da una famiglia di politici, molto in vista, ho infranto tutte le regole della mia famiglia, ma alla fine sono stata accettata. Ora sono pronta a conquistare il mondo».

Arrivata a Buenos Aires per cercare lavoro, è stata indirizzata al Mocha Celis, dove sta recuperando gli anni scolastici perduti. «Questa scuola è una seconda casa, il ‘nostro’ posto. I professori sono attenti a noi, ai nostri progressi, ai nostri ritmi, ai nostri problemi. Con altre compagne stiamo formando una cooperativa per la produzione e la vendita di abiti.

Sto anche frequentando un corso per tecnico di radiologia e spero che questo diventi il mio lavoro futuro».
Sono le cinque del pomeriggio, i ragazzi e le ragazze del Mocha Celis finiscono le lezioni ed escono a gruppetti, come accade nelle scuole di tutto il mondo. «Non ci riferiamo a loro come alumnos e alumnas», dice David.

«Usiamo un termine generale e neutro: lxs alumnxs».
Ognuno, in quella x, ci metta ciò che crede.
fonte http://www.linkiesta.it/trans di Francesca Capelli

A margine di questo articolo il blog riporta un commento e replica dell'insegnante intervistato, che troverete allegato all'articolo originale leggibile a questo link:
http://www.linkiesta.it/trans
in quanto il titolo iniziale era:
"A Buenos Aires a scuola si studia da trans"

"Inviato da SirLOGOS il 1 luglio 2012 - 19:21

Cari lettori,
Il mio nome è A. David Caceres Bergonzi e io sono l'insegnante che è stato intervistato dal giornalista.
Volevo chiarire che il titolo non è corretto. Né Argentina né in alcun altro paese del mondo stanno studiando per essere trans. Trans è nato.
Come viene spiegato nell'articolo, la scuola è stata creata per i travestiti e altre persone che hanno abbandonato gli studi a causa di discriminazione o di altri problemi.
Spero che il nostro è un esempio di parità di diritti e che non c'è nessuno al mondo che ad essere negati i loro diritti a causa de i loro orientamento sessuale o altre questione.
Grazie."

Lgbt: Aspettando il Toscana Pride "Riconoscete i nostri diritti"

In attesa del Gay Pride di Viareggio, è stato presentato il documento Toscana Pride.
Un testo importante, nella Giornata Mondiale dei diritti LGBT Giornata mondiale diritti LGBT Pisa 28 giugno 2012(lesbiche, gay, bisessuali e transgender)"

"Le battaglie per i diritti superano le identità di appartenenza delle singole comunità e diventano patrimonio comune - ha affermato il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, durante la presentazione del documento - A Pisa abbiamo una lunga tradizione nell'impegno per l'affermazione dei diritti e proprio il 7 luglio prossimo saranno 15 anni dall'istituzione del registro delle Unioni Civili. Proprio quel giorno sarò a Viareggio per testimoniare che Pisa nel tempo è stata, e continua a essere, un luogo legato alla promozione dei diritti e del rispetto".“

"Manifesteremo - si legge nel documento Toscana Pride - perché siano riconosciuti i nostri amori e sia garantita la nostra salute: vogliamo i matrimoni, i registri delle unioni civili e l'equiparazione anagrafica per nuclei familiari dello stesso sesso vogliamo riconosciuto il nostro pieno diritto e ruolo di genitori, quali che siano le nostre famiglie vogliamo un personale sanitario formato alle differenze".

Nel testo si guarda anche a fatti concreti e si criticano fortemente i divieti imposti ai locali gay della Marina di Torre del Lago: "Ricorrere all'accusa di incompatibilità ambientale per mettere i sigilli ai locali è odioso.

Fa specie vedere il tema ineludibile e complesso della tutela del'ambiente e della biodiversità ridotto a un groviglio di divieti usati come dolce manganello".

Infine, sui registri civili si chiedono impegni concreti da parte dei Comuni: "Istituirli senza promuoverli con provvedimenti che diano alle coppie che vi si iscrivono diritti su sanità, welfare, accesso alla pubblica amministrazione o altri servizi comunali, rende tale iscrizione un atto meramente simbolico che sul lungo periodo si svuota di significato, portando al fallimento del registro sotto il profilo del numero delle coppie iscritte".
Fonte Ansa via http://www.pisatoday.it/

Lgbt: L'Università Cattolica di Milano non discrimina i gay? Il Giornale grida allo scandalo

Nell'articolo 1 del nuovo Codice Etico dell'Università Cattolica di Milano, che dovrà necessariamente essere sottoscritta da docenti e studenti dell'ateneo, si legge:

«Tutti i membri dell'Università Cattolica hanno il diritto ad essere trattati come soggetti portatori di diritti e di valori, con spirito di comprensione ed eguale rispetto e considerazione, e a non essere ingiustamente discriminati, direttamente o indirettamente, in ragione di uno o più fattori, inclusi la religione, il genere. l'orientamento sessuale, la coscienza e le convinzioni personali, l'aspetto fisico e il colore della pelle, la lingia, le origine etniche o sociali, la cittadinanza, le condizioni personali e di salute, la gravidanza, le scelte familiari, l'età».


Un articolo semplice, basato su diritti fondamentali e che pare quasi impossibile non condividere.
Eppure questa volta Il Giornale ha superato sé stesso ed è riuscito a dirsi scandalizzato da quel testo.

In un articolo apparso sul quotidiano della famiglia Berlusconi, infatti, quelle parole vengono così riassunte: «All'articolo 1 del Codice Etico si assume il principio di non discriminazione, nel quale si fa rientrare il genere e l'orientamento sessuale, che notoriamente è un modo per tacciare di omofobia chiunque metta in discussione la cultura gay».

Insomma, secondo l'autore dell'articolo le aggressioni omofobe, il bullismo, i pestaggi e tutta un'altra serie di realtà non esistono e l'omofobia sarebbe solo un termine "inventato" per impedire a chiunque di poter criticare una fantomatica "cultura gay".

E non sono: il delirio dell'articolo non si ferma qui ed arriva ad affermare che
«È un chiaro cedimento all'ideologia dominante, in palese contrasto con l'insegnamento della Chiesa» e che «includere la "tendenza omosessuale" fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l'omosessualità quale fonte positiva di diritti umani, vale a dire si traduce facilmente nella promozione dell'omosessualità».
Pura follia.

Nell'articolo non mancano anche attacchi al Codice Etico per l'assenza di cenni al Papa e al Magistero, nonché per la presenza di riferimenti al Trattato di Lisbona, un documento che a parere del quotidiano non sarebbe da tenere in considerazione dato che non include i riferimenti espliciti alle origini cristiane dell'Europa richiesti ai tempi dai Vescovi.

In altre parole, si tratta di una cozzaglia di offese gratuite, opinioni discutibili spacciate come verità assolute e di un vero e proprio incitamento all'odio che non si capisce bene dove voglia andare a parare.

La speranza è che non si tratti di una strategia atta ad ottenere il favore dei Vescovi nel caso di un ritorno sulla scena politica di Silvio Berlusconi, magari ottenuta attraverso la promozione dell'ingerenza vaticana nella politica interna e la diffamazione della comunità gay (e delle carte che stabiliscono i loro diritti) in modo da tentare di bloccare ogni eventuale processo di legalizzazioni delle unioni fra persone dello stesso sesso.
fonte http://gayburg.blogspot.it/2012/06/luniversita-cattolica-di-milano-non.html

domenica 1 luglio 2012

Lgbt "Amare, volare, sposare": a Napoli la sfilata del Gay Pride 2012

Un momento del Gay Pride 2012 © Tm NewsInfophoto

Gay Pride 2012 a Napoli: la parata Cinque carri, il primo quello di I-Ken, associazione organizzatrice presieduta da Carlo Cremona.

E poi bandiere arcobaleno, striscioni colorati, drag queen e tanti giovani

È partito sotto il sole cocente il corteo del Napoli Made in Pride 2012.

Cinque carri, il primo quello di I-Ken, associazione organizzatrice presieduta da Carlo Cremona.

E poi bandiere arcobaleno, striscioni colorati, drag queen e tanti giovani.

Lo slogan scelto quest'anno è 'Amare, volare, sposare' per rivendicare, come spiega Cremona, "il diritto delle coppie lgbtqi di vivere come tutti gli altri".

"Sosteneteli, aiutateli, accettateli".
Lucia ha 70 anni e tra le mani un cartello: "Etero o gay sono figli miei".
"Ne ho cinque - racconta - e uno di loro, il secondo, è gay".
Si chiama Marco, continua, e "da 19 anni ha una storia con Carlo".
"Una coppia molto unita - sottolinea - una relazione, la loro, stabile".
"Mi piange il cuore quando sento di ragazzi trattati male perché omosessuali - afferma - Alle loro mamme dico di stare vicino ai propri figli, senza avere paura".


"È una manifestazione straordinaria", ha commentato Luigi De Magistris che rivendica "con orgoglio" l'istituzione del registro delle unioni civili che "colma il vuoto di una legge" che non c'é.

Arrivati sul lungomare, il sindaco è salito sul carro che ha fatto da palco, indossando una corona a fiori arcobaleno.

"Ci sono pervenute molte richieste di iscrizione al registro, ha fatto sapere Pina Tommasielli, assessore del Comune di Napoli alle Pari opportunità
La sua istituzione è un passo avanti nell'attuale che arrivi finalmente una legge nazionale".

L'auspicio del vicesindaco Tommaso Sodano è che "anche altre città, dopo le tante che l'hanno già fatto, istituiscano il registro", che considera un "punto di partenza per il Governo pet seguite quello che hanno fatto già molti Paesi". Madrina della manifestazione Ornella Muti, accompagnata dalla figlia Naike Rivelli.
fonte Ansa via http://www.napolitoday.it/

Lgbt: Gay Pride Parigi, affluenza record dopo le promesse del governo

Record di affluenza previsto per l'evento più colorato dell'anno.

Il gay pride di Parigi si è svolto questo pomeriggio, all'indomani delle dichiarazioni del Primo ministro francese Jean-Marc Ayrault, che ha promesso matrimonio e adozione alle coppie omosessuali.

È una giornata speciale per il mondo lgbt.

Non è soltanto un giorno di allegria, di solidarietà e di orgoglio. Quello del 2012 non sarà un gay pride della speranza, ma un gay pride della possibilità.

Poprio ieri, Jean- Marc Ayrault, Primo ministro e Dominique Bertinotti, ministro della Famiglia, hanno assicurato che, nel corso del quinquennio governativo, le coppie omosessuali vedranno concretizzato il loro diritto al matrimonio e l'opportunità di adottare dei bambini.

Un sapore diverso si intuisce nelle voci dei manifestanti, che già si apprestano a raggiungere Montparnasse, dove intorno alle 14 avrà inizio la marcia.

È il sapore di qualcosa che si è atteso a lungo e che finalmente s'intravede alla fine della strada.

Il percorso si snoderà su Boulevard Royal, Boulevard Saint-Michel, passando poi per Boulevard Saint-Germain, Pont de Sully e Boulevard Henry IV.

Il corteo si fermerà a Place de la Bastille e da lì si dividerà per raggiungere i vari club dove la festa si protrarrà fino a notte inoltrata.

Vi prenderanno parte ben 80 assciazioni, tra cui Les Gaie retraités, omosessuali della terza età, Têtu, associazione di genitori e futuri genitori omosessuali, Beit Haverim, gruppo ebreo gay e lesbico, Homosexualité et socialisme e molti altri.

Quella di oggi sarà l'ultima parata prima dell'uguaglianza? Certamente sarà un evento indimenticabile, vissuto con la sensazione di un sogno che si sta per avverare.
E spesso le vigilie, come sappiamo, sono più belle dei giorni di festa.
fonte http://www.net1news.org
video François Hollande: «Nous ouvrons une voie de liberté et d'égalité»

Lgbt: Sì convinto del PD della Versilia e provincia di Pisa al Toscana Pride per il 7 luglio

Il Partito Democratico vuole fare sentire il sostegno "senza ambiguità alcuna" e proseguire nella sensibilizzazione sociale su questi temi

Sabato 7 luglio Viareggio ospiterà la prima edizione del Toscana Pride, iniziativa cui come Pd della provincia di Pisa e della Versilia aderiamo in maniera convinta.

È importante che la comunità Lgbt senta la vicinanza e il sostegno di tutti i cittadini toscani, senza ambiguità alcuna.

Anche nella nostra regione c'è bisogno di rafforzare l'impegno sul fronte dei diritti, in un momento in cui l'attenzione pubblica è concentrata sull'economia e le "altre" emergenze restano ai margini. Eppure non c'è alcun contrasto tra l'impegno per il diritto al lavoro e quello per i diritti civili.

L'Italia soffre di un grave ritardo sull'intero fronte dei diritti, dal voto agli immigrati al testamento biologico, dal mancato riconoscimento dell'omofobia come reato, unico paese in Europa, alla disciplina delle unioni civili per le coppie eterosessuali ed omosessuali.

Siamo indietro rispetto alle altre democrazie occidentali e abbassiamo continuamente l'asticella, pensiamo ad esempio alla sterile discussione sui Pacs e sui Dico, che non ha portato a nulla.

Recentemente la Corte di Cassazione ha espresso la necessità che le persone omosessuali siano "considerate titolari del diritto alla vita familiare".

E il Parlamento europeo si è rammaricato "dell'adozione da parte di alcuni Stati membri di definizioni restrittive di famiglia con lo scopo di negare la tutela giuridica alle coppie dello stesso sesso e ai loro figli".

Viviamo tutt'ora nell'onda lunga del ventennio della destra berlusconiana, che ci ha lasciato in eredità un Paese degradato dal punto di vista etico e regredito sul piano dei diritti e della dignità delle persone.

Non possiamo dimenticare come poco più di un anno fa la Lega e il Pdl affossarono in commissione la proposta di legge del Pd contro l'omofobia, nonostante il palese dissenso dell'allora ministra Carfagna.

Ma anche al centrosinistra, che si candiderà a governare l'Italia, chiediamo di avere più coraggio. Di segnare un avanzamento sul piano della tutela dei cittadini e della piena affermazione del principio di uguaglianza.

È il coraggio che ha mostrato ancora una volta la città di Pisa, dove anche quest'anno la bandiera rainbow sventolerà sul Ponte di Mezzo, la stessa Pisa che aderisce convintamente al Pride di Viareggio al pari della Regione Toscana.

Il coraggio di Cascina, dove qualche giorno fa due uomini, conviventi da più di dieci anni, hanno sancito la loro unione firmando il registro delle Unioni civili.

L'impegno in questa lotta dei comuni della Versilia che si è concretizzata nell'approvazione della mozione contro l'omofobia.
Ne siamo orgogliosi, ancor di più perché si tratta di amministrazioni di centrosinistra, e ci auguriamo che altre adesioni al Pride si aggiungano a breve.

Ma chiaramente, ancorché importanti, gli atti amministrativi non bastano.

C'è bisogno di un impegno sul piano legislativo che può avvenire solo a livello nazionale; per questo come Partito Democratico vogliamo e dobbiamo proseguire nella formazione politica e sensibilizzazione sociale su questi temi.
Alberto Corsetti, segretario PD Versilia e Francesco Nocchi, segretario PD Provincia di Pisa
fonte http://www.gonews.it