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venerdì 1 luglio 2011
Lgbt: Stasera Luciana Littizzetto, Franca Valeri e Boy George: via al Padova Pride Village
Tre nomi d'eccellenza della scena nazionale e internazionale per il primo week end della quarta edizione del Padova Pride Village, l'appuntamento dell'estate gay veneta che si concluderà il 28 agosto.
Un trio d'eccezione apre l'edizione 2011 del Padova Pride Village, l'ormai tradizionale appuntamento dell'estate gay veneta che apre i battenti il prossimo 1 luglio e proporrà attività, eventi e spettacoli fino al 28 agosto.
I nomi, amatissimi dal pubblico lgbt e non solo, sono quelli di Franca Valeri, icona gay da sempre, Luciana Littizzetto, che con i suoi sketch a "Che tempo che fa" ha più volte preso posizione a favore dei diritti delle persone gay, lesbiche e trans, e infine un nome che non ha certo bisogno di presentazione: Boy George.
La quarta edizione del Padova Pride Village, quindi, organizzato dal Circolo Arcigay Tralaltro in collaborazione con PadovaFiere, si annuncia di ottimo livello fin dalle prime battute.
Ad inaugurare, domani primo luglio alle ore 21.30, ci saranno, insieme, Franca Valeri e Luciana Littizzetto a tagliare il nastro e dare inizio ali quasi due mesi di eventi. Sabato 2 luglio, invece, sarà il turno dei dj londinesi Disco Damage, per concludere la tre giorni d’inizio Village con il concerto di Boy George domenica 3 luglio alle ore 22.00.
Franca Valeri, appena incoronata Queen of Comedy 2011 al 25° Mix Milano è uno dei volti storici della comicità di casa nostra.
Luciana Littizzetto, invece, oltre ad essere un appuntamento imperdibile delle domeniche di "Che tempo che fa", è anche attrice cinematografica e televisiva, speaker radiofonica e scrittrice di successo con libri come "La Jolanda furiosa" e "I dolori del giovane Walter" in cui i tabù della sessualità vengono infranti nel sarcastico e dissacrante che fa di Luciana Littizzetto un'artisa unica.
Quest’anno è candidata al premio “Pegaso d’oro 2011" un riconoscimento che Arcigay conferisce ogni anno a una personalità che con dichiarazioni, atti pubblici o interviste si sia distinta nel sostegno della dignità delle persone omosessuali, bisessuali e trans.
La cerimonia d’apertura sarà preceduta, a partire dalle ore 20.00 da Radio Village, momento di infotainment, condotto dalla speaker radiofonica di "Radio Company" Loredana Forleo che animerà le serate del Padova Pride Village per tutta l’estate.
A partire dalle ore 24.00, all’interno del Palavillage, inizierà Disco Village. Il Dj Gianluca Pacini, accompagnato dal gruppo di performer "Dangerous Game", proporrà il remix "AAA Cercasi" di Carmen Consoli. All’esterno farà girare i piatti il Resident Jack Dj, che gli affezionati delle precedenti edizioni del Padova Pride Village conoscono bene.
Musica dance anche sabato 2 luglio, mentre gli appassionati di cinema potranno assistere alla prima proiezione della rassegna "CineVillage" a partire dalle 21.30 organizzata in collaborazione con il Queer Lion Award: "Et in terra pax" (Italia 2010, 89’) di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini.
L’estrema periferia romana fa da sfondo a tre storie prima parallele e successivamente legate tra loro dal filo rosso della droga e della criminalità. Un motorino scambiato per un po’ di cocaina porta le tre storie ad intrecciarsi drammaticamente. I protagonisti, una volta incontratisi, lasceranno dietro di loro una scia di fuoco, sangue e violenza. Alle 22.30 sul Boulevard turbinio è il turno del Drag Show delle Strass.
Domenica 3 luglio dà ufficialmente inizio al programma di concerti Live. A dare il via sarà proprio Boy George icona gay noto come cantante, disc jockey, attore teatrale, fotografo e stilista. Autore, con lo storico gruppo dei Culture Club, di canzoni memorabili quali "Do you really want to hurt me" e "Karma Chameleon", la pop star eseguirà dal vivo brani del suo storico repertorio con le sue più recenti produzioni. A seguire, dalle 23.30 in poi Disco Boulevard con Vittorio DJ.
Il Padova Pride Village rimarrà chiuso il lunedì per riprendere martedì 5 luglio. Ospite della serata, alle ore 19.00 Margherita Hack. Intervistata dal direttore de Il Mattino di Padova Omar Monestier, presenterà il libro Libera Scienza in Libero Stato, edito da Rizzoli.
fonte http://www.gay.it
Libri Lgbt: Intervista in chat con Giorgio Ghibaudo, autore di "Kiss Face"
Questa mattina accendo il computer e incontro virtualmente Giorgio Ghibaudo, così tra una chiacchiera e l’altra nasce un’intervista.
Giorgio è autore di Kiss Face edito da Lineadaria Editore, attivissimo in ambito LGBT, moderatore d’incontri e persona squisita.
Ecco cosa ci siamo detti.
Daze(d): ciao Giorgio! E’ un vero piacere averti qui con noi nella Casa dei Libri!
Giorgio Ghibaudo: grazie a voi che state ospitando!
Daze(d): ne abbiamo già parlato su queste pagine e vogliamo approfondire con te.E’ uscito da poco il tuo primo romanzo Kiss face, ce ne vuoi parlare un po’?
Giorgio Ghibaudo: certo! Si tratta di un romanzo a tematica LGBT. E’ la storia dell’amicizia tra un ragazzo gay, Paolo, e una sua compagna eterosessuale, Francesca, di studi universitari a palazzo Nuovo a Torino. Lui è molto timido e ha paura che in giro si venga a sapere della propria omosessualità. Lei invece è molto disinibita e si prenderà la briga di trascinarlo in varie situazioni per lui assai imbarazzanti con il fine di “dargli una svegliata”
Daze(d):ti sei mai trovato nella situazione di Paolo?
Giorgio Ghibaudo: fortunatamente, no. Di autobiografico non c’è nulla. Paolo ha proprio bisogno di una come lei, per cambiare prospettiva. E ti assicuro che Francesca dovrà fare molta fatica a far uscire finalmente Paolo dal proverbiale “armadio”.
Daze(d): nonostante la tematica importante, sei riuscito a dare un’ironia unica ad ogni personaggio, assolutamente vera e sincera mai sopra alle righe. A cosa ti sei ispirato, cosa hai respirato nei giorni di scrittura? Perchè, magari ti copio e scrivo un libro bello come questo pure io!
Giorgio Ghibaudo: ok, allora ti sfido! A ispirarmi è stato il clima di malcelata omofobia che noi persone della comunità LGBT (gay, lesbiche, bisessuali, transgender) dobbiamo sopportare ogni giorno. Un’omofobia che giunge dall’esterno e dalla quale molti di noi sono in grado di difendersi. Alcuni però introiettano l’omofobia in fondo a se stessi in modo così forte da provare per il proprio orientamento sessuale un motivo di paura e di imbarazzo, la cosiddetta omofobia interiorizzata. Paolo è uno di questi. Quello che volevo fare, con Kiss Face, era di presentare questa effettiva realtà, darle un taglio ironico e far vedere a tutti che ad essere gay, lesbica, etc non c’è nulla di sbagliato
Daze(d): ok, mi sa che dovrò pescare dal mio sentire fuori dal branco per poter scrivere qualcosa di mio!
Giorgio Ghibaudo:temo di sì…
Daze(d): la mia domanda successiva era com’è nata la necessità di scrivere un libro? ma in parte mi hai già risposto…
Giorgio Ghibaudo: più che una necessità, nasce da una voglia, quella di raccontare una storia. Non sapendolo fare oralmente (meglio che nessuno mi ascolti mai mentre racconto una fiaba: un vero disatro!), sento di aver bisogno della parola scritta, di pianificare, di strutturare, di farmi una sorta di “linea del tempo” di ciò che succederà nella vicenda, per avere tutto (ossessivamente) sott’occhio. Invento i personaggi, li modifico, li faccio interagire. E’ tutt molto divertente. Entrare in una realtà parallela (anche se questo non è un romanzo fantasy), costruire un mondo “altro” e viverci dentro, per un po’, diventa una cosa emozionante. E’ bello prendersi cura dei propri personaggi
Daze(d):insomma come un gioco di ruolo!
Giorgio Ghibaudo:possiamo dire così. Di sicuro c’è di mezzo un malcelato delirio di onnipotenza
Daze(d):mi sa che tutti gli scrittori o i master, se parliamo di gdr ce l’hanno! un buon modo per sfogarsi, comunque!
Giorgio Ghibaudo:senza dubbio. La realtà è così spesso senza senso che, se ogni tanto non ce ne costruiamo una parallela (che ci piaccia anche, ovviamente), diventa tutto molto grigio
Daze(d):verissimo. Ma dimmi, com’è passare da intervistatore, moderatore di eventi letterari a intervistato? Con l’attenzione di tutti rivolta verso di te?
Giorgio Ghibaudo:complesso, intrigante, curioso, sorprendente, illuminante. Scopro di aver fatto in passato, agli scrittori di cui presentavo i libri, domande di una cattiveria (ma a fin di bene) senza limiti. Cosa per ora mai successa a me. A meno che voglia cominciare tu proprio oggi…
Daze(d):in realtà io sono buonissima, anche se non sembra! XD Ma la domanda sorge spontanea – e lascia spazio al prossimo intervistatore – quale domanda non vorresti che ti venisse rivolta?
Giorgio Ghibaudo:nessuna in particolare: le temo tutte!
Daze(d):hai prossimi appuntamenti da segnalarci?
Giorgio Ghibaudo:questa sera sarò a Pavia alle ore 21 presso la Feltrinelli di Via XX Settembre in una serata promossa dall’associazine Vivere con lentezza e da Arcigay Pavia. Poi io e Kiss Face ci prendiamo una vacanza e riprenderemo il tour da settembre
Daze(d): ci puoi consigliare un film, un libro e una canzone?
Giorgio Ghibaudo:il film è Chinatown di Roman Polanski, in bellissimo noir degli anni ’70 che si svolge nella Los Angeles degli anni ’30. Un libro? Dune di Frank Herbert, un libro che apre la mente (attenzione a chi lo legge!). la canzone? Tutto il repertorio di Fiorella Mannoia con una menzione speciale per Il cielo d’Irlanda
Daze(d): grazie mille Giorgio per la tua disponibilità è stata una bella chiacchierata!
Giorgio Ghibaudo: grazie ancora a voi per l’ospitalità e a prestissimo!
fonte www.houseofbooks.org Di daze(d)
Lgbt: Nichi Vendola si confessa su GQ
Il governatore della Puglia Nichi Vendola, uno dei pochi politici che hanno fatto ufficialmente coming out, senza nascondersi dietro quell’odioso velo di ipocrita e falsa eterosessualità, ha recentemente rilasciato un’intervista alla rivista GQ, dove ha parlato del suo coming out, dell’omofobia, delle leggi che riguardano la comunità Lgbt, e di molto altro ancora!
Nichi Vendola è senza dubbio un uomo da ammirare, perché a volto scoperto si batte per i diritti di una comunità che, in Italia, non ha praticamente nessun diritto!
Sono molti gli argomenti trattati da Nichi Vendola nel corso della sua intervista. Tra questi, vi è l’insopportabile tendenza ad associare omosessualità e pedofilia, come se fossero due cose consequenziali!
“Il ciclico tentativo di assimilare l’omosessualità alla pedofilia periodicamente produce, nei protagonisti della macchina del fango, delle autentiche scariche d’adrenalina”, dichiara giustamente il governatore della Puglia nella sua intervista.
Detto questo, Vendola parla anche dell’omofobia da parte non solo degli esponenti della destra, ma anche della sinistra, “che rappresenta l’omosessualità come una devianza piccolo-borghese”, tuttavia “oggi vale la pena pagare il prezzo della propria libertà piuttosto che soffrire due volte.
È ingiustificato l’atteggiamento di chi si nasconde, di chi fugge dalla propria verità, perché i tempi sono molto cambiati, perché ci si dà coraggio gli uni con gli altri”.
fonte www.gaywave.it
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giovedì 30 giugno 2011
Lgbt: Sergio Lo Giudice (PD) sposa il suo compagno a Oslo
Nozze gay: il capogruppo del Pd in consiglio comunale sposerà l'avvocato 29enne Michele Giarratano
Il presidente onorario dell'Arcigay e capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Bologna Sergio Lo Giudice, 50 anni, sposera' il suo compagno Michele Giarratano, avvocato 29enne e responsabile dello sportello legale del Cassero di Bologna.
I due stanno insieme da 5 anni e mezzo e hanno deciso di convolare a nozze a Oslo. La cerimonia si terra' il 27 agosto, con gli amici piu' intimi e i parenti. Testimoni di nozze saranno due donne, un'amica d'infanzia per Lo Giudice e la migliore amica, tra l'altro anche wedding planner, per Giarratano.
"Abbiamo scelto Oslo - spiega Giarratano all'agenzia Adnkronos - perche' la Norvegia e' l'unico Paese in Europa dove ci si puo' sposare senza essere residenti. Molti vanno in Spagna fingendo di essere residenti, ma noi non volevamo fare questa forzatura". Per entrambi c'e' un passato di lotte per i diritti del mondo Lgbt.
Per Lo Giudice l'impegno politico e nell'Arcigay, per Giarratano oltre al lavoro nell'associazione anche l'esperienza nel collegio difensivo della trans Alessandra Bernaroli, cui la Corte d'Appello di Bologna ha di fatto imposto il divorzio dalla moglie, dopo aver cambiato sesso.
"E' una vicenda che mi ha molto colpito - racconta l'avvocato promesso sposo - perche' in Italia pur di non permette a due omosessuali di essere sposati si constringe ad un divorzio".
Dopo il matrimonio, che non sara' valido in Italia, "avvieremo una battaglia perche' sia riconosciuto anche nel nostro Paese" spiega Lo Giudice.
Quanto alla cerimonia, Giarratano dice: "Sono un tradizionalista, a maggio ho fatto un sopralluogo con la mia testimone per vedere la sala, ci saranno i confetti e tutto il resto". Entrambi in abito scuro, arriveranno in citta' un paio di giorni prima del 'si''.
Tornati a Bologna faranno una festa per tutti gli amici che non saranno ad Oslo. E intanto, la comunita' Lgbt fa sapere di voler candidare Bologna per il Gay Pride nazionale del 2012. "Io sono pronto a lavorare per questo - conclude Giarratano - poi la candidatura ufficiale dovra' essere votata dalle associazioni Lgbt". L'ultima volta che il Gay Pride si e' svolto a Bologna e' stato nel 2008.
fonte www.ilrestodelcarlino.it via Adnkronos
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Lgbt: Dal 22 al 28 luglio a Pozzallo l’edizione 2011 del “Gay Day”
Si rinnova anche quest’anno, a Pozzallo, l’appuntamento con il “Gay Day” giunto alla terza edizione. Mostre, momenti culturali, musica e spettacolo per una settimana che prenderà il via il 22 luglio e si concluderà il 28 in piazza delle Rimembranze con il “Queer Show”.
Alla manifestazione non faranno mancare la propria adesione attivisti del movimento gay italiano e volti noti. Numerose le adesioni dei comitati locali di Arcigay della Sicilia e del resto d’Italia. Il comitato Arcigay Ragusa sta ultimando i dettagli del programma di una manifestazione che si rivolge non solo al mondo gay, ma a tutta la collettività. Un momento di riflessione, ma anche di festa, per gente di tutte le età.
«Il Gay Day, che giunge alla terza edizione, sta diventando una manifestazione del territorio». È quanto afferma il presidente provinciale di Arcigay Ragusa, Salvatore Milana, il quale aggiunge: «Il messaggio che la nostra associazione vuole offrire a tutti, non solo al mondo gay, è che la qualità di una società dipende dal grado di rispetto che sa assicurare ad ogni sua componente a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
Non ci è dato conoscere tutti gli aspetti della natura, ci sono materie della natura a noi sconosciute. Di una cosa, però, siamo certi: non sappiamo né dove l’arcobaleno inizia né dove finisce, sappiamo, però, che ha più di due colori e una miriade di sfumature». Sarà una manifestazione carica di contenuti e ricca di momenti di festa. Proprio in questi giorni, il 28 giugno, è stato ricordato l’anniversario dei moti di Stonewall che, nel 1969, segnarono l’inizio del movimento di liberazione omosessuale e trans.
fonte www.30giorninews.com
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Lgbt Bologna:Emiliano Zaino "È la nostra sfida laica alle istituzioni cittadine"
Emiliano Zaino (il primo a destra) con l'ex assessore Nicoletta Mantovani
Emiliano Zaino, presidente dell'Arcigay, spiega le ragioni della parata dell'orgoglio omosessuale, la terza in quindici anni
Martedì sera, per i ventinove anni del Cassero, è salito sul palco e lo ha annunciato a tutti i presenti: "Vogliamo il Pride 2012 a Bologna".
Emiliano Zaino, presidente locale di Arcigay e responsabile nazionale dell'associazione, ha già parlato con altre associazioni e collettivi Lgbt, "e sono arrivati segnali molto positivi da più parti".
Il Pride 2012 a Bologna: il terzo.
"È un evento importante per la città, che è da sempre il punto di riferimento a livello nazionale per tutto il movimento gay, lesbico e transgender. La più avanzata".
Una "sfida laica" alle istituzioni?
"Definiamola così. Ma bisogna chiarire cosa intendo per "laicità": per me vuol dire condividere spazi con tutti, cattolici, non cattolici, laici. E rispettare i diritti, che devono essere uguali e tutelati. La Curia pare non voglia questo".
Per organizzare il Pride avrete bisogno anche del Comune.
"Anche della Provincia e della Regione. Con Merola i rapporti sono ottimi, speriamo nel suo patrocinio per le nostre iniziative. Perché una manifestazione è fatta di contenuti: noi li porteremo al Sindaco e li discuteremo allo stesso tavolo".
Quali iniziative avete in mente?
"Vogliamo che sia un evento di respiro internazionale, per portare temi e testimonianze che in Italia, per ignoranza, sono trascurate. A partire dalla famiglia, superando il concetto di famiglia "tradizionale" che non esiste più. Parleremo di matrimoni, o di istituti equivalenti che garantiscano pari diritti a tutte le coppie. Lo stesso Merola ha ribadito che proporrà all'Anci di chiedere al Parlamento una legge in materia di unioni per le coppie omosessuali. Vogliamo ottenere un risultato politico.
Non è solo una manifestazione, è un processo lungo fatto di eventi e iniziative culturali. E poi, ovviamente, festeggeremo i trent'anni del Cassero, uno spazio importante per tutta l'Italia.
Necessario, come disse anni fa Renzo Imbeni, "a superare discriminazioni e pregiudizi". Il Cassero ha dato tantissimo, dalla cultura al divertimento, come dimostrano i report che ogni hanno consegniamo al Comune per illustrare le attività che abbiamo svolto".
1995: Walter Vitali sul palco. 2008: Cofferati assente. E Merola nel 2012?
"Lo inviteremo. Ma oltre alla sua presenza ci aspettiamo una maggiore apertura da parte della città rispetto a quello che chiediamo".
fonte http://bologna.repubblica.it, di ROSARIO DI RAIMONDO
Emiliano Zaino, presidente dell'Arcigay, spiega le ragioni della parata dell'orgoglio omosessuale, la terza in quindici anni
Martedì sera, per i ventinove anni del Cassero, è salito sul palco e lo ha annunciato a tutti i presenti: "Vogliamo il Pride 2012 a Bologna".
Emiliano Zaino, presidente locale di Arcigay e responsabile nazionale dell'associazione, ha già parlato con altre associazioni e collettivi Lgbt, "e sono arrivati segnali molto positivi da più parti".
Il Pride 2012 a Bologna: il terzo.
"È un evento importante per la città, che è da sempre il punto di riferimento a livello nazionale per tutto il movimento gay, lesbico e transgender. La più avanzata".
Una "sfida laica" alle istituzioni?
"Definiamola così. Ma bisogna chiarire cosa intendo per "laicità": per me vuol dire condividere spazi con tutti, cattolici, non cattolici, laici. E rispettare i diritti, che devono essere uguali e tutelati. La Curia pare non voglia questo".
Per organizzare il Pride avrete bisogno anche del Comune.
"Anche della Provincia e della Regione. Con Merola i rapporti sono ottimi, speriamo nel suo patrocinio per le nostre iniziative. Perché una manifestazione è fatta di contenuti: noi li porteremo al Sindaco e li discuteremo allo stesso tavolo".
Quali iniziative avete in mente?
"Vogliamo che sia un evento di respiro internazionale, per portare temi e testimonianze che in Italia, per ignoranza, sono trascurate. A partire dalla famiglia, superando il concetto di famiglia "tradizionale" che non esiste più. Parleremo di matrimoni, o di istituti equivalenti che garantiscano pari diritti a tutte le coppie. Lo stesso Merola ha ribadito che proporrà all'Anci di chiedere al Parlamento una legge in materia di unioni per le coppie omosessuali. Vogliamo ottenere un risultato politico.
Non è solo una manifestazione, è un processo lungo fatto di eventi e iniziative culturali. E poi, ovviamente, festeggeremo i trent'anni del Cassero, uno spazio importante per tutta l'Italia.
Necessario, come disse anni fa Renzo Imbeni, "a superare discriminazioni e pregiudizi". Il Cassero ha dato tantissimo, dalla cultura al divertimento, come dimostrano i report che ogni hanno consegniamo al Comune per illustrare le attività che abbiamo svolto".
1995: Walter Vitali sul palco. 2008: Cofferati assente. E Merola nel 2012?
"Lo inviteremo. Ma oltre alla sua presenza ci aspettiamo una maggiore apertura da parte della città rispetto a quello che chiediamo".
fonte http://bologna.repubblica.it, di ROSARIO DI RAIMONDO
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LGBT: PAOLA CONCIA (PD), BUTTIGLIONE SPINTO DA RANCORE PERSONALE CONTRO GAY
Roma, “Le affermazioni di Buttiglione sulle persone omosessuali, non mi sorprendono affatto. Sappiamo tutti che l'esponente dell'UDC è motivato da rancore personale, perché proprio a causa delle sue opinioni discriminatorie nei confronti della comunità LGBT, che tra l'altro ribadisce nell'intervista pubblicata su "A" in edicola domani, il Parlamento Europeo, e non la lobby omosessuale, ha bocciato la sua nomina a Commissario Europeo".
Lo dichiara l’On. Anna Paola Concia, deputata del Partito democratico.
“Vorrei sommessamente ricordare al collega che il Parlamento italiano non si trova dentro la città del Vaticano. L'onorevole Buttiglione parla, infatti, impropriamente di "disordine morale" delle persone gay, che secondo lui - continua Concia - sono uomini che vogliono diventare donne e viceversa, dimostrando ancora una volta di non aver compreso o di non voler comprendere il significato di orientamento sessuale, che non ha nulla a che fare con l'identità di genere.
Inoltre, leggendo le sue dichiarazioni, si intravede un evidente lapsus freudiano quando afferma che " fare finta di essere quello che non sei non ti fa stare bene, perdi una vita in cambio di una finzione.”
E' esattamente quello che il movimento LGBT dice da almeno trent'anni per liberare i tanti omosessuali che non hanno il coraggio di vivere pienamente le loro vite”.
“Il livello di dibattito sull'omosessualità, comunque, è da un paio di mesi, diventato francamente inaccettabile e volgare. Gente come Buttiglione e Giovanardi non perde un'occasione per portare avanti la loro crociata contro le persone gay,lesbiche e trans, nel silenzio assordante dei loro colleghi di partito che evidentemente devono condividere questa linea d pensiero.
E poi hanno pure il coraggio di definirsi moderati, quando invece su queste tematiche dicono le stesse identiche cose dei partiti più estremisti dell'estrema destra europea. Se si è moderati, lo si deve essere sempre.
Aspetto, a breve, conclude la deputata, il giorno in cui il Parlamento italiano si ritroverà un'altra volta a votare la legge contro l'omofobia e la transfobia, e lì gli italiani sapranno giudicare con i loro occhi chi sono i veri moderati e chi invece gli estremisti”.
fonte www.agenparl.it
mercoledì 29 giugno 2011
Lgbt: "Se le trans vanno a Miss Italia chiuderemo il nostro concorso"
La proposta di Regina Satariano (in foto) dopo la diffida della Miren per la dicitura
Viareggio, 22 giugno 2011 - "SE ACCETTANO di ammettere anche le ragazze operate al concorso di Miss Italia sono pronta a fare un passo indietro e chiudere la manifestazione che organizziamo da 19 anni.
Vorrebbe dire che abbiamo vinto la nostra battaglia".
E’ una Regina Satariano che non si dà per vinta quella che commenta l’azione dell’ufficio legale di Miren srl e Miss Italia srl le due società della famiglia Mirigliani che organizzano lo storico concorso di bellezza più seguito nel nostro Paese e fuori dai nostri confini.
Lo studio legale Sammarco di Roma ha intimato agli organizzatori di Miss Trans Italia e dei titoli satellite (Miss Portamento Trans, Miss Trans Italia Sudamerica) a soprassedere dall’organizzare l’edizione 2011 del concorso con questa dicitura, rassegna che secondo calendario si deve concludere il 27 agosto 2011 al Priscilla Caffè di Torre del Lago.
L’avvocato Piermilio Sammarco contesta che l’associazione di qualsiasi parola ai termini Miss Italia ingeneri confusione circa l’identità di chi organizza il concorso di bellezza.
"Noi — spiega il legale — non abbiamo nulla contro i transessuali.
Ci mancherebbe. Stiamo solo conducendo da anni una battaglia per bloccare qualsiasi iniziativa dei concorsi di bellezza che utilizzano impropriamente le parole Miss Italia.
Nel caso specifico non si tratta più di un concorso che ha valenza locale perché nel 2008 è stato registrato il marchio ‘Miss Trans Italia’ e le selezioni vengono organizzate su tutto il territorio nazionale e promozionate via Internet e non solo.
La nostra battaglia legale si rivolge anche verso coloro che associano Miss Italia anche a particolari del corpo femminile come lo sguardo, gli occhi. La scelta del transessuale non c’entra. Il marchio registrato così com’è appare lesivo dei diritti privativi industriali".
PER ORA c’è l’intimaziona a soprassedere ma lo studio legale Sammarco non esclude azioni anche con richieste risarcitorie dei danni.
"Starà alla signora Patrizia Mirigliani decidere — spiega l’avvocato Sammarco — . Intanto c’è la diffida a cessare immediatamente qualsiasi iniziativa commerciale, promozionale o pubblicitaria contenente la dicitura Miss Trans Italia".
La notizia è arrivata ieri mattina a Regina Satariano che ha subito informato il Movimento italiano transessuali di cui è una leader nazionale e anche alcuni personaggi pubblici che in questi 18 anni hanno presenziato se non addirittura presentato il concorso: da Vladimir Luxuria a Platinette, da Paola Concia a Fabio Canino.
"Secondo me — dice Regina — si tratta di una presa di posizione assurda per vari motivi. Inanzitutto il concorso è da sempre nazionale nale e non è nato come selezione locale per poi diventare nazionale".
Regina fa un passo indietro e ricorda quell’estate 1992 quando nacque l’idea di realizzare il concorso.
"SAPEMMO della vicenda che aveva coinvolto Lisa Visconti. Era una ragazza trans operata che aveva partecipato a una selezione di Miss Italia in Campania, vincendola. Poi arrivò la spiata. Le altre ragazze fecero sapere che era operata e le venne tolto il titolo e non potè proseguire il concorso.
Proprio su quella scia decidemmo di realizzare una manifestazione che, al contrario di quanto accade per Miss Italia, è aperta alle ragazze che hanno cambiato sesso subendo un intervento. Facemmo subito delle selezioni in molte regioni italiane.
Ora, dopo 18 anni, c’è questa presa di posizione che da un certo punto di vista mi fa piacere perché vuol dire che il concorso che abbiamo creato si è ritagliato un suo spazio importante".
Ma a livello legale quale sarà la strategia? "Ho passato tutta la documentazione al nostro studio legale — continua Regina — ed entro domani si pronunceranno. Per ora ribadisco che la finale si terrà regolamente al Priscilla.
Tra l’altro il titolo di miss portamento tra le fasce di Miss Italia non esiste".
fonte www.lanazione.it/viareggio
Lgbt: Fiction TV "Un posto al Sole" e l’amore gay: il bacio lesbico di Marina e Aurora
L’amore gay approda anche in “Un posto al sole“!
Ebbene si, nella famosa soap opera in onda RaiTre, due protagoniste scopriranno una reciproca attrazione omosessuale!
La determinata Marina Giordano ha scoperto di essere infatti innamorata della new entry Aurora Iodice!
A commentare questa svolta omosessuale del suo personaggio è stata proprio l’attrice Nina Soldano, che veste i panni della donna senza scrupoli Marina Giordano.
Nei giorni scorsi l’attrice italiana ha commentato questa storia d’amore omosessuale.
“Una vera storia, anche se più raccontata che mostrata: baci, sguardi, carezze… Io credo nell’Amore e nella libertà di pensiero. È anche per questo che sono molto vicina alle battaglie di Paola Concia“, ha spiegato la brava attrice!
Un bel gesto da parte di un’attrice che, ormai da diverso tempo, cerca di fare il possibile per spalleggiare la lunga battaglia della comunità Lgbt alla conquista dei propri sacrosanti diritti, primo fra tutti il riconoscimento delle coppie omosessuali da parte dello Stato!
“Nel mio piccolo faccio quel che posso per contribuire a sensibilizzare il pubblico che mi segue sul tema dei diritti civili per le coppie omosessuali, l’amore tra due donne o due uomini è comunque amore con la A maiuscola”, ha spiegato l’attrice, e noi la apprezziamo molto per questo!
fonte www.gaywave.it
Lgbt Pisa, Luxuria: "Una legge contro l'omofobia è una legge a favore della civiltà"
PISA, 28 giugno - Una bandiera con i colori dell’arcobaleno, simbolo del movimento “lgbt” sventola oggi sul ponte di mezzo di Pisa, nella giornata del 28 giugno nella quale si ricordano i moti di Stonewall (http://it.wikipedia.org/wiki/Moti_di_Stonewall)
e si rivendica in tutto il mondo - ma non a Lucca - il diritto alla libera espressione dei propri orientamenti sessuali, senza discriminazioni.
Presente a Pisa anche uno dei maggiori esponenti italiani per la legge contro l'omofobia, Vladimir Luxuria, che con molta disponibilità ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.
“Omofobia vituperio delle genti”, quanta importanza hanno questo genere di manifestazioni in un contesto come quello italiano?
"Queste manifestazioni sono molto importanti. Non è da sottovalutare il fatto che siano organizzate, come in questo caso, in collaborazione con l'amministrazione comunale perchè dimostra che non siamo soli a combattere a schiaffi o a parole contro la violenza.
Il successo dell'europride di Roma, Napoli, Milano, Palermo, Rimini, dimostra che abbiamo un popolo dalla nostra parte.
Quindi credo che tutte le persone che sono vittime di omofobia debbano avere la forza di denunciarla perchè non devono sentirsi soli anche se abitano in un paese dove c'è ancora un governo restio a fare una legge contro l'omofobia".
Dal prossimo 25 luglio, le coppie gay potranno sposarsi nello Stato di New York. La legge è stata approvata per la prima volta in un senato locale a maggioranza repubblicana, con il voto determinante di quattro senatori del Great Old Party che si sono espressi a favore.
"Qui siamo a New York: se ce la fai qui, ce la puoi fare ovunque" dice Jack Nicholson in "Qualcosa è cambiato". Ci sono delle inversioni di rotta in proposito anche nella destra italiana?
"Effettivamente ci sono dei settori all'interno della destra che stanno cominciando a cambiare idea su alcune questioni. Avrei delle fette di salame sugli occhi o sarei vittima di pregiudizio anch'io se non lo ammettessi.
Fino ad oggi si è pensato che una legge sulle unioni civili e contro l'omofobia fosse una legge a favore della sinistra e non a favore della civiltà: voglio ricordare che la maggior parte degli stati europei, quasi tutti, hanno leggi a riguardo e sono quasi tutti governati dalla destra. Diciamoci la verità non possiamo sperare di avere una legge che ci tuteli se non accettiamo che ci diano una mano anche settori di destra".
Ci sono stati casi in cui episodi di violenza verso gay, che niente avevano a che fare con il loro orientamento sessuale, sono stati etichettati come omofobia.
Qual è la tua idea in proposito?
"La questione è molto delicata. Il reato di omofobia si concretizza quando un'aggressione fisica o verbale avviene per odio nei confronti dell'omosessualità di un individuo. Un gay che tifa Roma e un etero che tifa Lazio che fanno a botte per la squadra del cuore, non rientrano certo nell'omofobia e questo è ovvio. Credo che una legge adeguata porterebbe chiarezza anche in questi casi. Che posso dire: speriamo e non disperiamo".
“Omofobia vituperio delle genti”, suggestione dantesca per la manifestazione pisana che ha avuto inizio con una conferenza stampa, tenuta nella Sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti. Presenti il sindaco Marco Filippeschi, il presidente del Consiglio Comunale Titina Maccioni e l’assessore Marilù Chiofalo.
Alla cerimonia sono intervenuti Marco Michelucci, presidente Arcigay Pisa, Cinzia Bucchioni presidente Arcilesbica Pisa, Regina Satariano esponente associazioni transessuali, Marco Buzzetti Associazione Genitori di Omosessuali (AGEDO) toscana, Alessio De Giorgi, presidente portale gay.it.
Dopo la conferenza, i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, accompagnati dalle delegazioni delle associazioni “lgbt” si sono recate sul Ponte di Mezzo dove il sindaco ha issato la bandiera “rainbow”.
All'evento, come detto, ha preso parte anche Luxuria che ha tenuto una lezione pubblica, insieme all’Onorevole Anna Paola Concia e al presidente nazionale di Arcigay Paolo Patané, alle Logge dei Banchi, proprio davanti alla sede del Comune di Pisa e che stasera presenterà il suo libro bla bla bla
fonte www.loschermo.it Interviste di Brunella Menchini
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Iniziative lgbt, Caccia al libro: ad Aosta domani arriva il primo Bookcrossing Day
I simboli del bookcrossing utilizzati per il Bookcrossing Day
Giovedì 30 ci sarà un gioco collettivo: lo scambio di libri "liberati" in giro per la città. Chiunque può rilasciare libri o prenderli.
Alle 18, appuntamento alla libreria "A la page".
Organizza "Articolo3", con la collaborazione di otto case editrici.
Domani potrebbe succedervi, camminando per Aosta, di imbattervi in un cartello con disegnato sopra un libro che corre.
E’ il simbolo del bookcrossing: cercate lì vicino, e troverete dei libri.
Sono per voi, o meglio, per tutti quelli che vorranno leggerli.
Sono stati liberati espressamente da qualcuno, affinché viaggino da un lettore all’altro, attraversando città, regioni, e perché no, i confini nazionali.
Giovedì 30 giugno ad Aosta c’è il Bookcrossing Day, ovvero tutta una giornata dedicata a un gioco che ha già conquistato il mondo, coinvolgendo milioni di lettori.
In fondo non c’è gesto più rivoluzionario, e più lontano dalle logiche del mercato, del prestito gratuito da sconosciuto a sconosciuto.
Ad organizzare l’evento è Arcigay “Articolo 3” Valle d’’Aosta.
Tra gli scopi dell’associazione c’è la proposta di iniziative culturali per la promozione dell’uguaglianza sociale, al di là dei differenti orientamenti sessuali e delle identità di genere, perciò parte dell’iniziativa è dedicata allo scambio di libri cartacei ed e-book scritti da gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (lgbt) e di libri a tematica omosessuale. Ci saranno però libri di ogni tipo, e ciascuno potrà trovare qualcosa di suo interesse.
Tutti possono partecipare, in vari modi. Andando a caccia di libri in giro per la città, ad esempio – la mappa delle temporary bookcrossing zone si trova sul sito di Arcigay Valle d’Aosta – ma anche rilasciando libri a propria volta, oppure recandosi, dalle 18 in poi, alla libreria A la page, in via Maillet 5.
Qui ci sarà una postazione speciale, i soci dell’Arcigay libereranno libri e offriranno un piccolo omaggio a chi porterà testi da liberare.
Ad ogni libro viene attribuito un codice, in modo tale da renderlo rintracciabile attraverso il sito Bookcrossing.com, il portale dove i “bookcorsari” segnalano le liberazioni e commentano le letture.
Liberare libri in giro per la città è un modo per utilizzare creativamente gli spazi urbani, giocando con elementi come la casualità, la curiosità e la fiducia, trasformando i passanti distratti in temporanei cacciatori di libri o di lettori.
I libri rilasciati domani provengono dalle librerie dei volontari e degli amici,
dagli scaffali delle biblioteche – che periodicamente ricevono testi non prestabili, vecchie edizioni e altro, ma non solo: otto case editrici hanno accettato di fornire testi gratuitamente, per promuoverli presso il pubblico valdostano.
fonte www.aostasera.it, di Massimiliano Riccio
Giovedì 30 ci sarà un gioco collettivo: lo scambio di libri "liberati" in giro per la città. Chiunque può rilasciare libri o prenderli.
Alle 18, appuntamento alla libreria "A la page".
Organizza "Articolo3", con la collaborazione di otto case editrici.
Domani potrebbe succedervi, camminando per Aosta, di imbattervi in un cartello con disegnato sopra un libro che corre.
E’ il simbolo del bookcrossing: cercate lì vicino, e troverete dei libri.
Sono per voi, o meglio, per tutti quelli che vorranno leggerli.
Sono stati liberati espressamente da qualcuno, affinché viaggino da un lettore all’altro, attraversando città, regioni, e perché no, i confini nazionali.
Giovedì 30 giugno ad Aosta c’è il Bookcrossing Day, ovvero tutta una giornata dedicata a un gioco che ha già conquistato il mondo, coinvolgendo milioni di lettori.
In fondo non c’è gesto più rivoluzionario, e più lontano dalle logiche del mercato, del prestito gratuito da sconosciuto a sconosciuto.
Ad organizzare l’evento è Arcigay “Articolo 3” Valle d’’Aosta.
Tra gli scopi dell’associazione c’è la proposta di iniziative culturali per la promozione dell’uguaglianza sociale, al di là dei differenti orientamenti sessuali e delle identità di genere, perciò parte dell’iniziativa è dedicata allo scambio di libri cartacei ed e-book scritti da gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (lgbt) e di libri a tematica omosessuale. Ci saranno però libri di ogni tipo, e ciascuno potrà trovare qualcosa di suo interesse.
Tutti possono partecipare, in vari modi. Andando a caccia di libri in giro per la città, ad esempio – la mappa delle temporary bookcrossing zone si trova sul sito di Arcigay Valle d’Aosta – ma anche rilasciando libri a propria volta, oppure recandosi, dalle 18 in poi, alla libreria A la page, in via Maillet 5.
Qui ci sarà una postazione speciale, i soci dell’Arcigay libereranno libri e offriranno un piccolo omaggio a chi porterà testi da liberare.
Ad ogni libro viene attribuito un codice, in modo tale da renderlo rintracciabile attraverso il sito Bookcrossing.com, il portale dove i “bookcorsari” segnalano le liberazioni e commentano le letture.
Liberare libri in giro per la città è un modo per utilizzare creativamente gli spazi urbani, giocando con elementi come la casualità, la curiosità e la fiducia, trasformando i passanti distratti in temporanei cacciatori di libri o di lettori.
I libri rilasciati domani provengono dalle librerie dei volontari e degli amici,
dagli scaffali delle biblioteche – che periodicamente ricevono testi non prestabili, vecchie edizioni e altro, ma non solo: otto case editrici hanno accettato di fornire testi gratuitamente, per promuoverli presso il pubblico valdostano.
fonte www.aostasera.it, di Massimiliano Riccio
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martedì 28 giugno 2011
Lgbt, Politecnico di Torino: gli studenti transessuali sceglieranno come apparire sul proprio libretto
Seguendo la stessa iniziativa intrapresa dall’Università di Torino nel 2003, anche il Politecnico della città inaugura un’iniziativa a favore degli studenti transessuali: il libretto doppio.
Quest’ultimo permette agli studenti di scegliere l’identità con la quale apparire sul libretto degli studi, con il quale ci si presenta agli esami, per non dover subire il trauma di mantenere nome e dati originari pur avendo cambiato sesso.
La fase di transizione tra una sessualità e l’altra intrapresa dai ragazzi trans è estremamente delicata e la legge italiana, ancora non matura da questo punto di vista, li obbliga a mantenere il nome ricevuto alla nascita, destando problemi burocratici e imbarazzi di vario genere.
L’università di Torino e il Politecnico hanno deciso di aiutare i giovani in queste fasi complesse, fornendo dei documenti consoni al proprio aspetto fisico del momento. Secondo il racconto di Christian Ballarin, vice presidente del Circolo glbtq Maurice del Politecnico, l’esigenza è nata quando:
Uno studente transessuale del Politecnico di Torino ha posto la questione, perché lui studiando Informatica lì, aveva questo problema; sta affrontando un percorso di cambiamento fisico, e successivamente chirurgico.
Però per la legge italiana ancora non può avere i documenti con il nome scelto, con i nomi da uomo. E quindi doveva andare in giro per l’università con i documenti che portavano ancora il nome femminile. Questo ovviamente gli procurava problemi, dal semplice imbarazzo allo sguardo dei compagni, le battute, etc.
Un’iniziativa davvero encomiabile, da imitare in tutti gli atenei italiani.
fonte www.queerblog.it, Via | UStation
Lgbt, Certi Diritti scrive a Majorino: anagrafe diritti come a Torino
Dopo l’intervento dell’Assessore alle Politiche sociali e Servizi per la salute davanti alle migliaia di persone che hanno affollato il Pride di Milano, l’Associazione Radicale Certi Diritti - Milano gli rivolge la seguente lettera aperta chiedendogli un incontro per discutere insieme dell’istituzione a Milano dell’anagrafe dei diritti, che dovrebbe avere come modello Torino e non Padova.
L’Associazione Radicale Certi Diritti - Milano si augura che gli impegni elettorali si traducano presto in fatti concreti per segnare un cambio di passo decisivo dalle scorse amministrazioni e ridare speranza alla nostra città e al nostro paese tutto.
Carlo Cargnel e Yuri Guaiana
Associazione Radicale Certi Diritti - Milano
Ecco la lettera:
Gentile assessore Majorino,
L’abbiamo ascoltata con grande interesse sabato scorso al Gay Pride di Milano e abbiamo molto apprezzato il suo discorso, soprattutto nella parte in cui dice: “Iniziamo col dire che il registro delle unioni civili lo faremo - ha detto -, lo do' per scontato perché e' nel programma, poi ragioneremo su cos'altro fare. Sul terreno delle politiche sociali per il riconoscimento dei diritti civili Milano deve fare tutto perché non e' stato fatto nulla. Ci confronteremo ma ci auguriamo che anche il Parlamento si muova”.
Ha ragione, tante sono le cose da fare e bisogna iniziare con ciò che è già compreso nel programma elettorale votato da migliaia di cittadini milanesi. Come lei stesso ricorda in un intervista ad Alessia Gallione su Repubblica (http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/06/24/news/coppie_di_fatto_piano_del_comune_sar_un_cantiere_per_i_diritti_civili-18144266/),
in quel programma si dice testualmente che “il registro delle unioni civili che il Comune intende istituire non è un atto simbolico, ma funzionale all’adozione di politiche e di atti non discriminatori” e si aggiunge che servirà a “riconoscere la pluralità delle forme di comunione di vita, con l’impegno dell’amministrazione a promuovere la parità e contrastando ogni discriminazione in tutti i settori dell’attività del Comune”.
Come Associazione Radicale Certi Diritti abbiamo, unici tra le associazioni LGBT milanesi, partecipato al workshop “La città dei diritti” dell’Officina Pisapia portando varie proposte tra le quali è stata accolta proprio l’Anagrafe dei diritti, che prevede appunto la piena parificazione con la coppia sposata (nell'ambito delle competenze comunali, ovviamente) di ogni comunità di affetto e di stile di vita che desideri registrarsi.
Nella medesima intervista a Repubblica lei prende a modello “quanto fatto a Padova da Flavio Zanonato che ha formalizzato una sorta di anagrafe dove si possono registrare le coppie di fatto”.
Il modello padovano però non è assolutamente sufficiente per ottemperare agli impegni presi in campagna elettorale e inseriti nel programma.
Per quanto riguarda il registro, nel quale non si esaurisce il tema dell’anagrafe dei diritti, occorre invece riferirsi al modello torinese.
Per questo le inviamo la delibera del Comune di Torino e le chiediamo al più presto un incontro per discutere insieme dell’istituzione a Milano dell’anagrafe dei diritti e di cos’altro fare per, come ha ben detto lei, “far uscire Milano dallo scantinato dei diritti civili”.
Fonte: http://www.certidiritti.it/tutte-le-notizie/1182-certi-diritti-scrive-a-majorino-anagrafe-diritti-come-a-torino.html
Lgbt: Quarantadue anni fa ci furono i moti di Stonewall
Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 la polizia di New York fece irruzione nello Stonewall Inn, bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village.
Fu una delle tante irruzioni che la polizia era solita fare, anche se l’orario era decisamente inconsueto. Ma quella volta le persone presenti nel bar reagirono e non rimasero in balia delle forze dell’ordine. E fu orgoglio.
Diverse sono le versioni su cosa sia effettivamente successo quella notte, su chi abbia reagito e come si siano comportati gli altri avventori del bar. L’ipotesi più accreditata è che la transessuale Sylvia Rae Rivera abbia lanciato una bottiglia contro un agente; un’altra versione vuole che, invece, abbia lanciato un tacco a spillo (che poi è divenuto uno dei simboli della rivolta).
Quello che è certo è che il 28 giugno è stato scelto dal movimento lgbt come “giornata mondiale dell’orgoglio lgbt”.
La comunità lgbt newyorchese si è ritrovata presso lo Stonewall Inn qualche giorno fa, per celebrare l’approvazione dei matrimoni gay.
L’anniversario di Stonewall deve anche farci uscire dalle ghettizzazioni di vario genere che, anche nel mondo gay, esistono. A tal proposito ricordo che in occasione di una celebrazione del Pride, Sylvia Rae Rivera si scagliò contro la memoria corta di molti membri del collettivo lgbt americano, dicendo:
“La scintilla della rivoluzione l’abbiamo iniziata noi checche, travestiti e puttane. Dove stavate voi, ch’eravate nascosti allora, e venite a raccogliere gli allori adesso, di una rivolta della quale non avete alcun merito?”.
Ricordiamocene ogni volta che ci permettiamo di porre stupide domande sul chi partecipa ai Gay Pride e su come vi partecipa, nudo, vestito o mascherato.
Perché è proprio grazie a un pugno di “checche, travestiti e puttane” che noi, oggi, abbiamo qualche diritto (pochi, in Italia, è vero, ma li abbiamo).
fonte www.queerblog.it, Foto | Diana Davies
LGBT: PAOLA CONCIA (PD), PISA DIVENTI CAPITALE DIRITTI CIVILI IN AUTUNNO CONVENTION NAZIONALE COMUNI CON REGISTRO UNIONI
"Pisa diventi la capitale dei diritti civili e accolga qui, in autunno, una convention di tutti i comuni italiani che hanno istituito il registro delle Unione civili, per rilanciare dal basso una battaglia di civiltà".
E' la proposta lanciata dalla deputata del Pd, Paola Concia, a Pisa, durante un dibattito organizzato nella città toscana in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia, e subito accolta dal sindaco Marco Filippeschi.
"Un appuntamento come quello di autunno, ha spiegato Concia, servirà a rilanciare il dibattito intorno alle unione civili e a smuovere il Parlamento su un tema che non si può continuare a dimenticare".
L'iniziativa pisana, a cui ha partecipato anche Vladimir Luxuria, si è conclusa
con la collocazione della bandiera con i colori dell'arcobaleno, simbolo del
movimento gay, sul pennone del Ponte di Mezzo da parte di Filippeschi, che
nell'occasione ha indossato una fascia arcobaleno al posto di quella tricolore,
come aveva già fatto lo scorso anno.
fonte ANSA
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lunedì 27 giugno 2011
Lgbt: Sulla bizzarra richiesta degli avvocati di Miss Italia
E dopo 19 anni le trans non possono più essere miss e le miss non possono più essere trans.
Strano ma vero, Miss Italia diffida Miss Trans! Apparentemente per una questione di marchio, o meglio, di etichetta (piccola etica) !
Miss Trans nacque perché una bellissima signorina era stata esclusa dal concorso più famoso d’Italia, Miss Italia appunto, perchè transessuale.
Regina Satariano insieme al MIT raccolse la provocazione e la trasformò in un favoloso evento che ogni anno ci rallegra, ci aggrada e dona visibilità al mondo transessuale!
Letture della bizzarra richiesta potrebbero essercene tante ma, per quanto ci riguarda, la più attendibile è quella che un pregiudizio duro e resistente continua ad escludere migliaia di persone trans da ogni possibilità di inserimento e realizzazione.
Nel paese che ha basato tutta la sua politica sulla sicurezza e il decoro, le trans incutono paura e offendono il decoro. Nel paese che ha sostituito il moralismo alla moralità e lo spettacolo alla politica, nel paese in Europa ultimo per i diritti e primo per la violenza, si tenta di respingere le persone trans nel buio in cui sono state recluse per secoli.
Quello che abbiamo ce lo siamo conquistato con le nostre lotte e le nostre battaglie e lo difenderemo tutto costi quel che costi.
La diffida di annullare Miss Trans ferisce il nostro orgoglio, quel “Pride”che abbiamo festeggiato 10 giorni fa a Roma portando in piazza centinaia di migliaia di persone da tutta Europa per dire “vergogna” all’Italia trans fobica, omofoba e razzista.
Rimandiamo al mittente la bislacca richiesta, con la preghiera di non offendere e soprattutto di rispettare la dignità di migliaia di persone.
Il MIT (Movimento Identità Transessuale)
qui il sito del concorso:
http://www.misstrans.net/home.asp
fonte: http://www.friendlyroma.it/plugins/News?nid=3095
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Lgbt: "DIVERGENTI" il festival internazionale di cinema trans
Il titolo dell'edizione 2011 di DIVERGENTI – Festival Internazionale di Cinema Trans, era “Essere all'altezza di un universo senza risposte”.
http://www.mit-italia.it/divergenti2011/index.htm
Giunto alla quarta edizione, svoltasi a Bologna, presso il cinema Lumière, nei giorni dal 20 al 22 maggio 2011, questa particolare rassegna ha visto la proiezione di tanti lavori che hanno per tema il transessualismo ed il transgenderismo, sia sotto forma di medio che di cortometraggi.
Chi si attendesse un concorso rimarrebbe deluso, dal momento che il festival DIVERGENTI è un'importante vetrina che affronta, ogni anno, il delicato tema delle esperienze di molte donne e di tanti uomini, nel nostro Paese, che nascono in un corpo di femmina pur sentendosi maschi o in un corpo di maschio pur sentendosi femmine.
All'interno della sezione di presentazione della rassegna bolognese, sul sito ufficiale di DIVERGENTI, si può leggere: «il transessualismo è una patologia o un’esperienza umana significativa?
Non è facile strapparsi di dosso quella camicia di forza imposta da una cultura che non prevede spazi oltre quelli concessi dalla norma eteropatriarcale, che pretende uniformità e corrispondenza a sesso e genere dati.»
L'edizione 2011 del festival è partita proprio dalla volontà di superare la scelta obbligata, imposta da una società a senso unico, dell'essere uomini in corpo si maschio e donne in corpo di femmina.
Quest'anno è stata l'Italia ad ospitare la versione europea del Gay Pride, che ha riproposto alle istituzioni europee ed italiane l'annosa questione del mancato riconoscimento dei diritti civili alle persone LGBT (acronimo di: Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali), inoltre fra non molto verrà rivista la definizione, contenuta nel DSM (l'acronimo di: Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders, il manuale medico diagnostico, divulgato negli Stati Uniti, che contiene il più dettagliato elenco delle patologie mentali) della definizione di malattia transessuale – la cosiddetta disforia di genere.
La domanda, mai pronunciata, che è serpeggiata per l'intera durata del festival è, infatti, la seguente: “Il transessualismo è una patologia o un'esperienza umana significativa?” Il comitato organizzatore dell'evento ha provato a dare una risposta, proponendo alcune significative opere di media e corta lunghezza che sono state presentate al cinema Lumière, a cominciare dall'omaggio a Marcella di Folco, storica presidente del MIT, il Movimento di Identità Transessuale, deceduta da pochi mesi, protagonista nel corto Mitica Marcella, cui è stato assegnato un premio speciale al miglior film contro la discriminazione, con il contributo dell'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).
Il festival divergenti è prodotto dal MIT in collaborazione con l'Università degli studi di Napoli Federico II, il Comune di Bologna, la Provincia di Bologna, la Cineteca di Bologna, la Regione Emilia Romagna, la CGIL e l'UNAR, che hanno fornito i patrocini per l'anno 2011 e viene organizzato, ogni anno, da un nutrito staff di persone: la presidente è Porpora Marcasciano, la curatrice Luki Massa, le valide collaboratrici Valeria Toro e Valerie Taccarelli, mentre a Marta Bencich sono affidate le delicate e lunghe operazioni di traduzione e sottotitolatura dei film.
Di seguito elenco le opere che sono state programmate, fra le quali segnalo il corto Sono sempre stata Chiara, al quale ho dedicato un intero post QUI:
http://www.cortometraggiblog.it/generici/i-corti-%E2%80%9Caltri%E2%80%9D-il-caso-di-sono-sempre-stata-chiara/
MITICA MARCELLA – Italia, 20'
DEAR DAD LOVE MARIA – USA, 2009, 5'
GLEN OR GLENDA – USA, 1953, 65'
SEÑORITA – Filippine, 2009, 15'
NEL LAVORO DI SANDRA – Italia, 2006, 30'
LA VISITA – Cile, 2010, 15'
ÅNGRARNA – REGRETTERS – Svezia, 2010, 58'
REMEMBER ME IN RED – USA, 2010, 16'
SONO SEMPRE STATA CHIARA – Italia, 2010, 5'
T4-2 – USA, 2009, 4'
GUN HILL ROAD – USA, 2011, 88'
GUERRILLER@S – Spagna, 2010, 54'
MAKE A MATE – USA, 2009, 4', animazione
ANGEL – Francia, 2011, 62'
Più volte ho sottolineato, dalle pagine elettroniche di questo blog, la forza prorompente di una forma espressiva come quella del cortometraggio. Questo tipo di arte visiva riesce a tirar fuori dalle vicende narrate l'anima dei suoi personaggi in un tempo assai condensato, il che ha reso i corti uno dei modi privilegiati di narrazione per immagini, anche nel nostro Paese, prova ne sia il proliferare di festival e concorsi, tutti assai validi per qualità e contenuti, spesso patrocinati dalle istituzioni locali.
Vai alla pagina Facebook:
https://www.facebook.com/group.php?gid=68009724526
fonte http://lidiaborghi.blogspot.com
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Lgbt "X-Man Generation Hope" il fumetto contro il bullismo omofobo
Gli X-Man sono contro il bullismo omofobo. Gli autori di X-Men Generation Hope:
http://www.espaciomarvelita.com/noticias-usa/el-suicidio-gay-adolescente-en-los-x-men-17236,
Kieron Gillen e Jamie McKelvie, hanno deciso di inserire questo tema di forte attualità all’interno del volume numero 9.
Nel fumetto si racconta la storia di un giovane omosessuale che viene spinto al suicidio da un gruppo di bulli. Jamie McKelvie, in merito al racconto ha dichiarato:
X-Men è un fumetto di mutanti, usato come metafora per parlare del pregiudizio. Il fumetto di X-Men Generation Hope parla proprio persone che devono accettare il fatto che sono mutanti.
Con questa metafora si può parlare di queste storie, anzi, oserei dire che si deve raccontare questo tipo di storie all’interno. Se non possiamo raccontare questa storia e soprattutto raccontarla nel miglior modo possibile, il fumetto non esisterebbe.
Supereroi che non utilizzano solo superpoteri e muscoli, ma anche il cervello.
fonte www.gayprider.com
Lgbt, Gianni Vattimo: “I politici italiani sono codardi per affrontare la questione delle unioni civili gay”
A pochi giorni dall’approvazione dei matrimoni gay a New York, il filosofo Gianni Vattimo ha motivato, a Repubblica, il mancato riconoscimento (per non parlare dell’interesse quasi nullo) dei dirtti lgbt, in Italia, da parte della nostra classe dirigente:
"Il problema dell’Europa si chiama Italia, non per colpa degli italiani, ma per la colonizzazione portata avanti dal Vaticano e per la codardia dei politici.
Il problema è l’intreccio tra l’arretratezza politica e una Chiesa che considera i suoi principi come principi di diritto naturale, non solo sulle unioni omosessuali, ma sulla bioetica, sul fine vita, sul divorzio. Principi non negoziabili, anche se la Chiesa si dichiara democratica."
Cosa accade allora?
"Il politico, pur di non perdere un voto del vescovo o del parroco, preferisce evitare di affrontare la questione, anche se nel Paese la posizione è diversa. In Italia c’è una separazione tra politica politichese e opinione pubblica corrente, basti pensare a tanti sondaggi dove anche i cattolici praticanti sono largamente favorevoli al riconoscimento delle unioni civili gay.
Mi fa rabbia che la politica ufficiale abbia così paura di dispiacere al papa da fregarsene di dispiacere ai cattolici. Purtroppo l’etica familiare e sessuale resta il terreno principale su cui la Chiesa esercita il suo potere, e su questo non cede."
Dobbiamo arrenderci all’egemonia del Vaticano o continuare a lottare sperando nel miracolo?
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Lgbt, Pisapia al Gay Pride 2011 in video: “NO esclusi e ghetti!”
Pisapia ha le idee chiare – questo, almeno, è quanto abbiamo capito dalla lettera che ha indirizzato a tutti i presenti al Gay Pride di Milano.
Non ha potuto esserci purtroppo, ma non per questo ha dimenticato il popolo LGBT, a sua volta felice delle parole spese dal sindaco, e lette dall’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino: “È con soddisfazione e orgoglio che accolgo la vostra manifestazione, [...] perché, dopo diciotto anni di chiusure e ostracismo, è stato approvata all’unanimità dalla giunta comunale la concessione del patrocinio a quello che consideriamo un momento importante di accoglienza e riconoscimento di una parte della cittadinanza“.
Tutto fa sperare in una Milano diversa, e non soltanto per le bandiere arcobaleno, i manifesti e gli striscioni che hanno colorato il percorso del Pride.
Le foto parlano chiaro: la partecipazione di migliaia e migliaia di omosessuali non consiste soltanto in sculettamenti selvaggi e provocazioni gratuite.
C’è dell’altro: forti delle rassicurazioni del sindaco e della posizione unanime della giunta, e verso la vera cittadinanza, i manifestanti chiedono a gran voce qualcosa in più. E questo qualcosa porta il nome di “diritti”.
Come sempre, restiamo uniti! Il momento è favorevole.
Continuate a seguirci anche su Facebook. Alla prossima!
fonte www.gaywave.it
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