PRINCIPALS OF NEW YORK CITY BALLET
Le Stelle della più famosa compagnia americana in Italia
11/8 Bassano del Grappa, 12/8 Gardone Riviera,
13/8 Torre del Lago, 14/8 Taormina, 18/8 Ravello
Con Tyler Angle, Ashley Bouder, Joaquin DeLuz, Megan Fairchild, Gonzalo Garcia, Megan Lecrone, Amar Ramasar, Ana Sophia Scheller, Andrew Veyette
produzione DANIELE CIPRIANI ENTERTAINMENT
In 5 palcoscenici dei maggiori festival Italiani andranno in scena i Principals del New York City Ballet, le Stelle della più famosa compagnia americana in Italia, organizzato e prodotto da Daniele Cipriani Entertainement.
Se volessimo contare le compagnie di danza “storiche” la cui fama ha raggiunto la leggenda, in cima alla lista ci sarebbe il New York City Ballet, a pari merito solo con poche altre.
Tra le fila del New York City Ballet, si sono contati, nei suoi 62 anni di vita, danzatori leggendari. Ancora oggi la fama della Compagnia è data dalla altissima qualità artistica dei suoi esponenti, impeccabili per tecnica. I Principals del NYCB in particolare sono virtuosi e raffinati interpreti.
Queste cinque serate intendono dare al pubblico italiano la possibilità di vedere alcuni nomi di spicco della Compagnia Principals in vista come Ashley Bouder, Gonzalo Garcia, Joaquin De Luz, Megan Fairchild, Andrew Veyette, Amar Ramasar, Megan Lecrone, Tyler Angle e la neo principal del NYCB, l’argentina Ana Sophia Scheller, considerata dalla stampa americana l’erede delle storiche ballerine di Mister B (George Balanchine).
I Principals del NYCB interpreteranno una serie di coreografie, vere e proprie pietre miliari della loro storia artistica, composte soprattutto da alcuni dei migliori lavori del suo fondatore, il genio George Balanchine. Ancora oggi il repertorio del New York City Ballet annovera alcune delle sue opere come fra i capolavori di tutti i tempi.
I Principals presentaranno inoltre per la prima volta in Italia BARBER VIOLIN CONCERTO di Peter Martins, l’attuale direttore artistico della compagnia che ha ulteriormente arricchito il loro repertorio con alcuni balletti indimenticabili.
Il merito dei Principals del New York City Ballet e anche quello di continuare la tradizione dei classici, portando in scena anche i passi a due dal Don Chisciotte e Fiamme di Parigi.
Daniele Cipriani, curatore di numerosi Gala di danza e balletto nazionali e internazionali fra i quali: “Taormina Arte”, “Mittelfest”, “Ravello Festival” e all’estero come al “Teatro Cervantes di Malaga” e al “Teatro Nazionale di Addis Abeba”, è anche direttore artistico del prestigioso “Premio Positano per la danza dal 2011 ed ideatore e curatore per il Positano Myth Festival dello spettacolo Apollineo e Dionisiaco tenutosi sull’isola di Li Galli, che ha offerto al pubblico, per la prima volta nella storia, uno spettacolo di danza sull’isola appartenuta a L.Massine e R.Nureyev.
PER MAGGIORI INFO PRENOTAZIONI:
http://www.teatrionline.com/2012/08/principals-of-new-york-city-ballet/
fonte http://www.teatrionline.com
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
giovedì 9 agosto 2012
Lgbt Germania: Angela Merkel, svolta per i diritti gay "Si alla parità nei benefit fiscali"
Un gruppo di parlamentari della Cdu, appoggiati dalla cancelliera e dalle donne ministro del suo governo, lancia un appello per una riforma che equipari le coppie omosessuali a quelle eterosessuali in campo tributario.
La legge andrà in discussione a settembre, e si preannuncia un dibattito acceso anche con la conservatrice Csu
Significativa svolta della Cdu, il partito di Angela Merkel, a favore dei gay e del loro diritto alle pari opportunità.
Tredici legislatori della Dc tedesca, incoraggiati dalla giovane ministro della Famiglia Christina Schroeder, hanno lanciato un appello al Bundestag, il Parlamento federale, per concedere alle coppie gay regolarizzate per legge gli stessi benefici fiscali riservati finora alle coppie eterosessuali sposate.
"Le coppie gay e lesbiche sono unioni durature, in cui entrambi si assumono reciprocamente responsabilità per l'altro, e a volte adottano e crescono bambini, quindi vivono secondo i valori conservatori che il nostro partito rappresenta", ha spiegato Christina Schroeder. Ancora una volta insomma, Berlino governata da una donna rompe un tabù etico e di cultura politica.
In Germania le coppie omosessuali sono pienamente legali dal 2001, ma non sono loro estesi importanti vantaggi fiscali riservati alle unioni etero.
In particolare, in un matrimonio tra uomo e donna, se uno solo dei coniugi lavora e mantiene dunque l'altro l'Irpef è significativamente ridotta, quasi dimezzata rispetto a quella che paga un single di pari reddito.
Altri vantaggi sono riservati alle coppie etero regolarmente sposate quanto all'acquisto e vendita di case o ai diritti di eredità. Da tempo le organizzazioni gay tedesche chiedono un'equiparazione delle coppie omosessuali in campo tributario.
L'iniziativa è appoggiata dal nucleo duro "merkeliano" della Cdu, composto soprattutto dal gruppo di signore ministro come Frau Schroeder o la ministro del Welfare Ursula von der Leyen, vicinissime alla cancelliera.
Il gruppo viene chiamato da tempo con disprezzo 'girls camp' (campeggio femminile) dall'ala più tradizionalista (e composta più da maschi) della Cdu, ma ha una posizione determinante. Un dibattito parlamentare per una legge che equipari la posizione tributaria di coppie gay ed etero è quindi all'ordine del giorno col rientro dalle ferie.
Il tema può anche creare problemi ad Angela Merkel: la Csu, Unione cristiano-sociale, cioè il partito fratello bavarese della Cdu, più conservatore e piuttosto euroscettico, è contrario, e può impedire che la coalizione trovi una maggioranza sulle pari opportunità per gli omosessuali.
Ma Merkel e le sue signore-ministro possono sperare in un appoggio delle opposizioni, Spd e Verdi, e del Partito liberale, junior partner nella coalizione di governo.
La riforma - cui è contrario il ministro delle Finanze, il veterano cdu Wolfgang Schaeuble - costerebbe all'erario 30 milioni di euro, ben poco rispetto ai 30 miliardi che sono il peso dello sconto sull'Irpef concesso in nome della famiglia alle coppie etero.
Le unioni gay registrate in Germania sono circa 23mila, inclusi vip di rango come il ministro degli Esteri Guido Westerwelle e il suo compagno Micky Mronz.
L'apertura ai gay potrebbe diventare l'ennesima spinta verso idee di centrosinistra da parte di Angela Merkel.
Le precedenti sono state la 'Dichiarazione di Berlino', il nuovo programma della Cdu europeista e aperturista verso minoranze e realtà multietniche, l'addio al nucleare, il sì al salario minimo. Sono posizioni con cui Merkel ha decisamente differenziato e smarcato il suo partito rispetto al resto del centrodestra europeo.
E che lasciano aperta la porta, dopo le elezioni politiche federali previste per settembre 2013, a un ritorno alla grande coalizione con la Spd, ma soprattutto dànno l'esempio di come un partito cristiano e conservatore può tenersi perfettamente al passo con i tempi.
fonte http://www.repubblica.it/ dal corrispondente ANDREA TARQUINI
La legge andrà in discussione a settembre, e si preannuncia un dibattito acceso anche con la conservatrice Csu
Significativa svolta della Cdu, il partito di Angela Merkel, a favore dei gay e del loro diritto alle pari opportunità.
Tredici legislatori della Dc tedesca, incoraggiati dalla giovane ministro della Famiglia Christina Schroeder, hanno lanciato un appello al Bundestag, il Parlamento federale, per concedere alle coppie gay regolarizzate per legge gli stessi benefici fiscali riservati finora alle coppie eterosessuali sposate.
"Le coppie gay e lesbiche sono unioni durature, in cui entrambi si assumono reciprocamente responsabilità per l'altro, e a volte adottano e crescono bambini, quindi vivono secondo i valori conservatori che il nostro partito rappresenta", ha spiegato Christina Schroeder. Ancora una volta insomma, Berlino governata da una donna rompe un tabù etico e di cultura politica.
In Germania le coppie omosessuali sono pienamente legali dal 2001, ma non sono loro estesi importanti vantaggi fiscali riservati alle unioni etero.
In particolare, in un matrimonio tra uomo e donna, se uno solo dei coniugi lavora e mantiene dunque l'altro l'Irpef è significativamente ridotta, quasi dimezzata rispetto a quella che paga un single di pari reddito.
Altri vantaggi sono riservati alle coppie etero regolarmente sposate quanto all'acquisto e vendita di case o ai diritti di eredità. Da tempo le organizzazioni gay tedesche chiedono un'equiparazione delle coppie omosessuali in campo tributario.
L'iniziativa è appoggiata dal nucleo duro "merkeliano" della Cdu, composto soprattutto dal gruppo di signore ministro come Frau Schroeder o la ministro del Welfare Ursula von der Leyen, vicinissime alla cancelliera.
Il gruppo viene chiamato da tempo con disprezzo 'girls camp' (campeggio femminile) dall'ala più tradizionalista (e composta più da maschi) della Cdu, ma ha una posizione determinante. Un dibattito parlamentare per una legge che equipari la posizione tributaria di coppie gay ed etero è quindi all'ordine del giorno col rientro dalle ferie.
Il tema può anche creare problemi ad Angela Merkel: la Csu, Unione cristiano-sociale, cioè il partito fratello bavarese della Cdu, più conservatore e piuttosto euroscettico, è contrario, e può impedire che la coalizione trovi una maggioranza sulle pari opportunità per gli omosessuali.
Ma Merkel e le sue signore-ministro possono sperare in un appoggio delle opposizioni, Spd e Verdi, e del Partito liberale, junior partner nella coalizione di governo.
La riforma - cui è contrario il ministro delle Finanze, il veterano cdu Wolfgang Schaeuble - costerebbe all'erario 30 milioni di euro, ben poco rispetto ai 30 miliardi che sono il peso dello sconto sull'Irpef concesso in nome della famiglia alle coppie etero.
Le unioni gay registrate in Germania sono circa 23mila, inclusi vip di rango come il ministro degli Esteri Guido Westerwelle e il suo compagno Micky Mronz.
L'apertura ai gay potrebbe diventare l'ennesima spinta verso idee di centrosinistra da parte di Angela Merkel.
Le precedenti sono state la 'Dichiarazione di Berlino', il nuovo programma della Cdu europeista e aperturista verso minoranze e realtà multietniche, l'addio al nucleare, il sì al salario minimo. Sono posizioni con cui Merkel ha decisamente differenziato e smarcato il suo partito rispetto al resto del centrodestra europeo.
E che lasciano aperta la porta, dopo le elezioni politiche federali previste per settembre 2013, a un ritorno alla grande coalizione con la Spd, ma soprattutto dànno l'esempio di come un partito cristiano e conservatore può tenersi perfettamente al passo con i tempi.
fonte http://www.repubblica.it/ dal corrispondente ANDREA TARQUINI
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germania,
politica e diritti lgbt
Lgbt Londra: "Il comitato olimpico si impegni contro l'omofobia"
A rivolgere l'appello al Coi, in occasione dei giochi di Londra, sono le associazioni sportive lgbt internazionali: "La Carta Olimpica vieta le discriminazioni, ma il Comitato non ha mai fatto niente"
Dall'inizio delle Olimpiadi, le associazioni lgbt inglesi rivolgono inviti al Comitato Olimpico Internazionale perché prenda posizione contro l'omofobia nello sport.
L'ultimo richiamo rivolto da Peter Tatchell, presidente dell'associazione Stonewall, riguarda un evento sportivo interamente lgbt previso per sabato prossimo.
L'evento si terrà nella Pride House e gli organizzatori sperano che tutti gli atleti lgbt e coloro a cui sta a cuore la lotta all'omofobia nello sport parteciperanno.
Ed è proprio sulla partecipazione all'evento che il Coi è chiamato ad esprimersi.
Marc Naimark, vicepresidente degli affari esterni della Federation of Gay Games, spera che l'incontro di sabato incoraggi il Coi a mostrare la propria influenza. "Nel 2010 - ha dichiatato Naimark - la Federation of Gay Games ha lanciato una campagna per chiedere al Coi di rispettare i principi della Carta Olimpica e rifiutare ogni forma di discriminazione, ma da allora poco è cambiato".
"La Carta Olimpica - ha aggiunto Tatchell - vieta ogni forma di discriminazione nello sport. Questo include la condanna delle discriminazioni omofobe e transfobiche, ma finora il Coi non ha fatto alcuna azione concreta per fermare questo genere di discriminazione".
"In più di 150 paesi - ha proseguito l'attivista - gli atleti lgbt devoo nascondere la loro sessualità per poter essere selezionati e far parte della squadra olimpica. In caso contrario non solo rischiano di non essere scelti, ma anche la discriminazione sul lavoro, le persecuzioni da parte della polizia e in alcuni casi anche la prigione".
Paul Brummitt, segretario della Gay & Lesbian International Sport Federation ha aggiunto: “Ad ognuna delle nostre conferenze degli OutGames sui diritti umani, torniamo sullo stesso problema: la situazione dell'omofobia in molti stati e in particolare nello sport, priva moltissime donne e moltissimi uomini della partecipazione allo sport".
fonte http://www.gay.it
Dall'inizio delle Olimpiadi, le associazioni lgbt inglesi rivolgono inviti al Comitato Olimpico Internazionale perché prenda posizione contro l'omofobia nello sport.
L'ultimo richiamo rivolto da Peter Tatchell, presidente dell'associazione Stonewall, riguarda un evento sportivo interamente lgbt previso per sabato prossimo.
L'evento si terrà nella Pride House e gli organizzatori sperano che tutti gli atleti lgbt e coloro a cui sta a cuore la lotta all'omofobia nello sport parteciperanno.
Ed è proprio sulla partecipazione all'evento che il Coi è chiamato ad esprimersi.
Marc Naimark, vicepresidente degli affari esterni della Federation of Gay Games, spera che l'incontro di sabato incoraggi il Coi a mostrare la propria influenza. "Nel 2010 - ha dichiatato Naimark - la Federation of Gay Games ha lanciato una campagna per chiedere al Coi di rispettare i principi della Carta Olimpica e rifiutare ogni forma di discriminazione, ma da allora poco è cambiato".
"La Carta Olimpica - ha aggiunto Tatchell - vieta ogni forma di discriminazione nello sport. Questo include la condanna delle discriminazioni omofobe e transfobiche, ma finora il Coi non ha fatto alcuna azione concreta per fermare questo genere di discriminazione".
"In più di 150 paesi - ha proseguito l'attivista - gli atleti lgbt devoo nascondere la loro sessualità per poter essere selezionati e far parte della squadra olimpica. In caso contrario non solo rischiano di non essere scelti, ma anche la discriminazione sul lavoro, le persecuzioni da parte della polizia e in alcuni casi anche la prigione".
Paul Brummitt, segretario della Gay & Lesbian International Sport Federation ha aggiunto: “Ad ognuna delle nostre conferenze degli OutGames sui diritti umani, torniamo sullo stesso problema: la situazione dell'omofobia in molti stati e in particolare nello sport, priva moltissime donne e moltissimi uomini della partecipazione allo sport".
fonte http://www.gay.it
Lgbt Ricerca Medica: Dire le bugie fa male alla salute, ecco perché
Una ricerca condotta su 110 persone dai 18 ai 71 anni, ha messo in relazione il numero di bugie dette con lo stato di benessere delle persone.
Un esperimento presentato all’ultima convention dell’American Psychological Association, che si è chiusa domenica a Orlando in Florida (USA), ed effettuato dagli studiosi americani dell’Università di Notre Dame in Indiana ha dimostrato che ad un minor numero di bugie dette corrisponde un maggiore stato di benessere sia fisico che psicologico. Per giungere a tale risultato, Anita Kelly, docente di psicologia all’University of Notre Dame nell’Indiana ha sottoposto al test della macchina della verità 110 persone dai 18 ai 71 anni, mettendo in relazione il numero di bugie dette con lo stato di benessere delle persone oggetto dello studio.
Le persone sono state divise in due gruppi: al primo è stato chiesto di non mentire mai.
Potevano rifiutare di rispondere oppure omettere la verità, ma, specificamente, mai mentire.
Al secondo gruppo, invece, non sono state date indicazioni particolari sul come comportarsi durante il test con la macchina della verità.
Gli studiosi hanno così potuto osservare che, a minor numero di bugie settimanali dette, corrispondeva un maggiore stato di benessere psico-fisico degli interessati.
I volontari del gruppo dei “sinceri” hanno detto meno di una bugia alla settimana, ed è emerso che nelle settimane più “sincere” la salute ne guadagnava parecchio. Nel dettaglio, ad u numero di bugie 3 volte inferiore rispetto a quello rilevato in altre settimane, corrispondeva un numero di disturbi psicologici riferiti 4 volte minore e un numero di problemi fisici 3 volte inferiore rispetto alle altre settimane.
La cosiddetta sindrome di Pinocchio comporterebbe, secondo gli esperti dell’Indiana, disagio psicologico con nervosismo e malinconia, ma anche dolori fisici come mal di testa e mal di gola.
Lo psicologo Robert Feldman dell’University of Massachusetts di Amherst, ha così commentato i risultati raggiunti:
È sicuramente un obiettivo lodevole che vi siano persone più schiette e genuine, capaci di interagire con gli altri in modo più sincero. Mi lascia invece più scettico pensare che l’onestà possa renderci più sani “fisicamente” ma di certo è così a livello psicologico.
fonte http://attualissimo.it/ di Simona Vitale
Un esperimento presentato all’ultima convention dell’American Psychological Association, che si è chiusa domenica a Orlando in Florida (USA), ed effettuato dagli studiosi americani dell’Università di Notre Dame in Indiana ha dimostrato che ad un minor numero di bugie dette corrisponde un maggiore stato di benessere sia fisico che psicologico. Per giungere a tale risultato, Anita Kelly, docente di psicologia all’University of Notre Dame nell’Indiana ha sottoposto al test della macchina della verità 110 persone dai 18 ai 71 anni, mettendo in relazione il numero di bugie dette con lo stato di benessere delle persone oggetto dello studio.
Le persone sono state divise in due gruppi: al primo è stato chiesto di non mentire mai.
Potevano rifiutare di rispondere oppure omettere la verità, ma, specificamente, mai mentire.
Al secondo gruppo, invece, non sono state date indicazioni particolari sul come comportarsi durante il test con la macchina della verità.
Gli studiosi hanno così potuto osservare che, a minor numero di bugie settimanali dette, corrispondeva un maggiore stato di benessere psico-fisico degli interessati.
I volontari del gruppo dei “sinceri” hanno detto meno di una bugia alla settimana, ed è emerso che nelle settimane più “sincere” la salute ne guadagnava parecchio. Nel dettaglio, ad u numero di bugie 3 volte inferiore rispetto a quello rilevato in altre settimane, corrispondeva un numero di disturbi psicologici riferiti 4 volte minore e un numero di problemi fisici 3 volte inferiore rispetto alle altre settimane.
La cosiddetta sindrome di Pinocchio comporterebbe, secondo gli esperti dell’Indiana, disagio psicologico con nervosismo e malinconia, ma anche dolori fisici come mal di testa e mal di gola.
Lo psicologo Robert Feldman dell’University of Massachusetts di Amherst, ha così commentato i risultati raggiunti:
È sicuramente un obiettivo lodevole che vi siano persone più schiette e genuine, capaci di interagire con gli altri in modo più sincero. Mi lascia invece più scettico pensare che l’onestà possa renderci più sani “fisicamente” ma di certo è così a livello psicologico.
fonte http://attualissimo.it/ di Simona Vitale
Lgbt: Vaticano vieta nomina ambasciatore bulgaro per aver scritto un libro gay
Può un libro che racconta una storia omosessuale farti diventare nemico del Vaticano?
Sì, se parliamo di Kiril Maritchkov (in foto), giurista e scrittore bulgaro candidato a diventare ambasciatore in Vaticano. Da Roma non ne vogliono sapere di chiudere un occhio.
Orazio La Rocca su La Repubblica racconta:
Da oltre tre mesi i rapporti tra i due paesi sono diventati tesi perché il diplomatico designato dal ministero degli Esteri di Sofia non ha ricevuto il gradimento della Segreteria di Stato vaticana.
Motivo del rifiuto: il diplomatico nominato — Kiril Maritchov — ha scritto un romanzo, best seller nel suo paese, sulle condizioni di vita degli immigrati in Italia, in cui, tra l’altro, si racconta anche di un rapporto omosessuale a pagamento tra un giovanissimo clandestino dell’Est e un uomo incontrato a Roma.
Una storia sgradita alla Santa Sede che lo ha immediatamente “punito” bocciando — oltre al romanzo — la sua nomina ad ambasciatore presso il Papa. […] Profilo ideale per un candidato a rappresentare la Bulgaria in Vaticano.
Ma la sua designazione ha clamorosamente raffreddato i rapporti tra i due paesi, quasi come al tempo delle polemiche esplose per la cosiddetta pista bulgara, battuta dagli inquirenti italiani che indagarono sull’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 e che, tra l’altro, portò all’incriminazione di Serghei Antonov, responsabile a Roma della compagnia aerea Balkan Air. Antonov (morto nel 2007) fu accusato di complicità dal turco Alì Agca, l’autore dell’attentato, e incarcerato, ma alla fine fu assolto per insufficienza di prove. Col caso Maritchov la tormentata storia diplomatica tra Bulgaria e Vaticano si ripete anche se su un piano prettamente letterario.
Clandestination, il libro di Maritchkov, ha avuto uno straordinario successo nel suo paese.
fonte http://www.gayprider.com by marziano
Sì, se parliamo di Kiril Maritchkov (in foto), giurista e scrittore bulgaro candidato a diventare ambasciatore in Vaticano. Da Roma non ne vogliono sapere di chiudere un occhio.
Orazio La Rocca su La Repubblica racconta:
Da oltre tre mesi i rapporti tra i due paesi sono diventati tesi perché il diplomatico designato dal ministero degli Esteri di Sofia non ha ricevuto il gradimento della Segreteria di Stato vaticana.
Motivo del rifiuto: il diplomatico nominato — Kiril Maritchov — ha scritto un romanzo, best seller nel suo paese, sulle condizioni di vita degli immigrati in Italia, in cui, tra l’altro, si racconta anche di un rapporto omosessuale a pagamento tra un giovanissimo clandestino dell’Est e un uomo incontrato a Roma.
Una storia sgradita alla Santa Sede che lo ha immediatamente “punito” bocciando — oltre al romanzo — la sua nomina ad ambasciatore presso il Papa. […] Profilo ideale per un candidato a rappresentare la Bulgaria in Vaticano.
Ma la sua designazione ha clamorosamente raffreddato i rapporti tra i due paesi, quasi come al tempo delle polemiche esplose per la cosiddetta pista bulgara, battuta dagli inquirenti italiani che indagarono sull’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 e che, tra l’altro, portò all’incriminazione di Serghei Antonov, responsabile a Roma della compagnia aerea Balkan Air. Antonov (morto nel 2007) fu accusato di complicità dal turco Alì Agca, l’autore dell’attentato, e incarcerato, ma alla fine fu assolto per insufficienza di prove. Col caso Maritchov la tormentata storia diplomatica tra Bulgaria e Vaticano si ripete anche se su un piano prettamente letterario.
Clandestination, il libro di Maritchkov, ha avuto uno straordinario successo nel suo paese.
fonte http://www.gayprider.com by marziano
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libri lgbt
Lgbt Cinema: Locarno "Jack e Diane" l’amore tra ragazze a New York, fra le attrici Kylie Minogue nelle vesti di una tatuatrice gay
Il trailer in inglese in cui si vede anche Kylie Minogue nelle vesti di una tatuaggiatrice gay
Con “Jack and Diane”, una romantica storia di due ragazzine adolescenti che si innamorano, si avvicinano e si allontanano, si desiderano follemente ma sono ancora nell’età dei bisticci sentimentali, il Festival del cinema di Locarno apre la tematica gay fra donne con tutti i risvolti e le polemiche che si porta dietro riguardo accettazione di sé e accettazione da parte della società-mondo.
Il regista del film, in gara nel Concorso internazionale, lo statunitense Bradley Rust Gray, confeziona una pellicola sentimentale e dolce che affronta però in maniera anche disinibita l’amore in fiore fra due apparentemente minorenni.
La location è New York, il periodo sembra quello degli anni fra i Settanta e gli Ottanta: Diane, bionda ed esile, va un paio di settimane dalla zia prima di dover partire per Parigi a studiare moda. Per caso, la perdita dei documenti, conosce Jack, lesbica dichiarata, che invece è una “ragazzaccia” mascolina che va in skateboard.
Ne nasce un’immediata attrazione anche se Diane è alla ricerca di se stessa per definire la sua identità sessuale.
Scoppia l’amore fra notti passate a baciarsi appassionatamente ma la partenza di Diane sconvolge Jack.
Questa la storia, per sommi capi e senza svelare il finale per un film romantico che ha anche una “guest star” d’eccezione. Cameo, infatti, per la cantante Kylie Minogue nelle vesti di una tatuatrice gay (video).
fonte http://www.ilsecoloxix.it
Con “Jack and Diane”, una romantica storia di due ragazzine adolescenti che si innamorano, si avvicinano e si allontanano, si desiderano follemente ma sono ancora nell’età dei bisticci sentimentali, il Festival del cinema di Locarno apre la tematica gay fra donne con tutti i risvolti e le polemiche che si porta dietro riguardo accettazione di sé e accettazione da parte della società-mondo.
Il regista del film, in gara nel Concorso internazionale, lo statunitense Bradley Rust Gray, confeziona una pellicola sentimentale e dolce che affronta però in maniera anche disinibita l’amore in fiore fra due apparentemente minorenni.
La location è New York, il periodo sembra quello degli anni fra i Settanta e gli Ottanta: Diane, bionda ed esile, va un paio di settimane dalla zia prima di dover partire per Parigi a studiare moda. Per caso, la perdita dei documenti, conosce Jack, lesbica dichiarata, che invece è una “ragazzaccia” mascolina che va in skateboard.
Ne nasce un’immediata attrazione anche se Diane è alla ricerca di se stessa per definire la sua identità sessuale.
Scoppia l’amore fra notti passate a baciarsi appassionatamente ma la partenza di Diane sconvolge Jack.
Questa la storia, per sommi capi e senza svelare il finale per un film romantico che ha anche una “guest star” d’eccezione. Cameo, infatti, per la cantante Kylie Minogue nelle vesti di una tatuatrice gay (video).
fonte http://www.ilsecoloxix.it
Lgbt Cinema: Locarno "Cercando una trans a Macao"
Pensate a un film senza personaggi, dove l'unico volto che si vede per pochi minuti è quello di una trans.
Per il resto sono 82 minuti di immagini, cose, città, e animali.
Si sviluppa così l'interessante prova dei due registi portoghesi Joao Pedro Rodrigues e Joao Rui Guerra da Mata, che in concorso internazionale hanno presentato "A ultima vez que vi Macau".
Il film racconta di un portoghese, a cui presta la voce o perlomeno il nome Joao Rui Guerra da Mata, costretto trent'anni dopo aver lasciato Macao a farvi ritorno per la chiamata d'aiuto dell'amica Candy, una showgirl transgender.
A bordo della nave che lo trasporta verso l'ex colonia portoghese, l'uomo ricorda gli anni dell'infanzia in cui vi ha vissuto felicemente.
Quel tempo però sopravvive solo nei ricordi: al suo arrivo scopre che Cindy è misteriosamente scomparsa e la città è popolata da un esercito di tigri finte e cani randagi.
Nel film si mescola l'antica cultura orientale con i sui simboli mistici, come i festeggiamenti per l'anno della tigre, la somma delle culture presenti nell'ex città coloniale di Macao e molti generi cinematografici dal documentario passando dal poliziesco al fantastico.
La narrazione, quasi completamente affidata a una voce fuori campo, é del protagonista Guerra da Mata, che ripercorre quei momenti come dei ricordi.
Il resto é affidato a poche parole e a molta inventiva nel linguaggio cinematografico.
Un film che è capace di catturare l'attenzione del pubblico fino al punto più critico senza mai venire meno, e di mescolare con cura e raffinatezza moltissimi elementi. Anche se non sempre si riesce a seguire con chiarezza il filo della storia, rimane sempre la curiosità di capire meglio ciò che succede.
fonte http://www.tio.ch/News pardo
Per il resto sono 82 minuti di immagini, cose, città, e animali.
Si sviluppa così l'interessante prova dei due registi portoghesi Joao Pedro Rodrigues e Joao Rui Guerra da Mata, che in concorso internazionale hanno presentato "A ultima vez que vi Macau".
Il film racconta di un portoghese, a cui presta la voce o perlomeno il nome Joao Rui Guerra da Mata, costretto trent'anni dopo aver lasciato Macao a farvi ritorno per la chiamata d'aiuto dell'amica Candy, una showgirl transgender.
A bordo della nave che lo trasporta verso l'ex colonia portoghese, l'uomo ricorda gli anni dell'infanzia in cui vi ha vissuto felicemente.
Quel tempo però sopravvive solo nei ricordi: al suo arrivo scopre che Cindy è misteriosamente scomparsa e la città è popolata da un esercito di tigri finte e cani randagi.
Nel film si mescola l'antica cultura orientale con i sui simboli mistici, come i festeggiamenti per l'anno della tigre, la somma delle culture presenti nell'ex città coloniale di Macao e molti generi cinematografici dal documentario passando dal poliziesco al fantastico.
La narrazione, quasi completamente affidata a una voce fuori campo, é del protagonista Guerra da Mata, che ripercorre quei momenti come dei ricordi.
Il resto é affidato a poche parole e a molta inventiva nel linguaggio cinematografico.
Un film che è capace di catturare l'attenzione del pubblico fino al punto più critico senza mai venire meno, e di mescolare con cura e raffinatezza moltissimi elementi. Anche se non sempre si riesce a seguire con chiarezza il filo della storia, rimane sempre la curiosità di capire meglio ciò che succede.
fonte http://www.tio.ch/News pardo
mercoledì 8 agosto 2012
Lgbt: Gay, Matteo Renzi: "Sì, alle unioni civili, l'adozione per le coppie omosessuali resta una questione aperta"
Il sindaco a 'Capalbio Libri 2012'
"A settembre dovrebbe essere sciolto il nodo sui nomi dei candidati alle primarie"
Firenze, "Entro la fine dell'anno potrete scegliere quale sarà il candidato del Pd. A dicembre si voterà e a settembre dovrebbe essere sciolto il nodo sui nomi dei candidati".
E siccome "se io perdo sosterrò chi vincerà, mi aspetterei che venisse fatto lo stesso nei miei confronti" perchè "chi vince è il candidato, ma chi perde deve avere il coraggio, il gusto, la dignità e l'onore di saper perdere" Lo ha affermato il Sindaco di Firenze che ha presentato ieri sera a 'Capalbio Libri 2012' il suo libro 'Stil Novo', edito da Rizzoli.
"Nello statuto del mio partito - ha detto ancora fra l'altro Renzi- c'è una regola ben precisa: tutti quelli che hanno fatto tre mandati vanno a casa. Ai miei posso chiedere che venga rispettato l'articolo dello statuto. Agli altri
posso solo dare suggerimenti. Ma finché l'Italia sarà fondata sulle deroghe e non sulle regole non si andrà avanti".
Più in generale, "mi piace la sinistra - ha detto Renzi- che vince con Blair, con Cinton, con Obama: una sinistra che vince e governa". Perché "se sei di sinistra, sei progressista e non è accettabile aver paura del futuro".
Soprattutto perchè "il compito della politica è offrire speranze, alternative, non continuare a dire che le cose vanno male, altrimenti pare di essere a una riunione degli alcolisti anonimi".
Insomma, ha affermato ancora, poichè "il compito della politica è offrire speranze, alternative e non continuare a dire che le cose vanno male altrimenti pare di essere a una riunione degli alcolisti anonimi, votate chi vi pare, ma tornate e torniamo a credere nella
politica".
Infine, da parte del sindaco fiorentino, una battuta sulle coppie di fatto: "Un uomo e una donna hanno già uno strumento civile che sancisce la loro unione. Anche due persone dello stesso sesso che vogliono stare assieme hanno il diritto di avere un istituto giuridico che garantisca loro dei diritti e dei doveri", ha affermato Renzi.
"C'è invece una questione per me ancora aperta- ha sottolineato il sindaco - che riguarda la possibilità di adozione per le coppie omosessuali.
Prima di discutere di questo, credo, che in Italia bisognerà affrontare e rivedere l'attuale legge sulle adozioni".
fonte http://www.lanazione.it
"A settembre dovrebbe essere sciolto il nodo sui nomi dei candidati alle primarie"
Firenze, "Entro la fine dell'anno potrete scegliere quale sarà il candidato del Pd. A dicembre si voterà e a settembre dovrebbe essere sciolto il nodo sui nomi dei candidati".
E siccome "se io perdo sosterrò chi vincerà, mi aspetterei che venisse fatto lo stesso nei miei confronti" perchè "chi vince è il candidato, ma chi perde deve avere il coraggio, il gusto, la dignità e l'onore di saper perdere" Lo ha affermato il Sindaco di Firenze che ha presentato ieri sera a 'Capalbio Libri 2012' il suo libro 'Stil Novo', edito da Rizzoli.
"Nello statuto del mio partito - ha detto ancora fra l'altro Renzi- c'è una regola ben precisa: tutti quelli che hanno fatto tre mandati vanno a casa. Ai miei posso chiedere che venga rispettato l'articolo dello statuto. Agli altri
posso solo dare suggerimenti. Ma finché l'Italia sarà fondata sulle deroghe e non sulle regole non si andrà avanti".
Più in generale, "mi piace la sinistra - ha detto Renzi- che vince con Blair, con Cinton, con Obama: una sinistra che vince e governa". Perché "se sei di sinistra, sei progressista e non è accettabile aver paura del futuro".
Soprattutto perchè "il compito della politica è offrire speranze, alternative, non continuare a dire che le cose vanno male, altrimenti pare di essere a una riunione degli alcolisti anonimi".
Insomma, ha affermato ancora, poichè "il compito della politica è offrire speranze, alternative e non continuare a dire che le cose vanno male altrimenti pare di essere a una riunione degli alcolisti anonimi, votate chi vi pare, ma tornate e torniamo a credere nella
politica".
Infine, da parte del sindaco fiorentino, una battuta sulle coppie di fatto: "Un uomo e una donna hanno già uno strumento civile che sancisce la loro unione. Anche due persone dello stesso sesso che vogliono stare assieme hanno il diritto di avere un istituto giuridico che garantisca loro dei diritti e dei doveri", ha affermato Renzi.
"C'è invece una questione per me ancora aperta- ha sottolineato il sindaco - che riguarda la possibilità di adozione per le coppie omosessuali.
Prima di discutere di questo, credo, che in Italia bisognerà affrontare e rivedere l'attuale legge sulle adozioni".
fonte http://www.lanazione.it
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politica e diritti lgbt
Lgbt: Salerno, città dell’innovazione teatrale con Greenaway e Ruccello
Il Ministero delle Attività Culturali individua Salerno come la città dell’innovazione e della sperimentazione teatrale.
Merito anche della Fondazione Salerno Contemporanea - Teatro Stabile d’Innovazione, una struttura operativa che unisce il Comune di Salerno, l’Università degli Studi di Salerno e l’Associazione Assoli di Napoli nella creazione e nella programmazione di un nuovo polo culturale.
Un’intensa programmazione che, dal prossimo settembre, che si dividerà tra Salerno e Napoli, tra gli spazi dell’ex Salid, il Teatro d’Ateneo dell’Università di Salerno e la storica sala Assoli.
Nel recuperato spazio dell’altoforno sarà prodotto (in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival) il “Peter Greenaway’s special project” che impegnerà il grande regista gallese nella messinscena di un’installazione esclusiva, unica e irripetibile (a cui sarà affiancata una selezione dei suoi film e in un’incontro dedicato agli studenti dell’Università).
Sempre presso l’ex Salid prenderà il via il progetto dedicato ad Annibale Ruccello, con la messa in scena (a Napoli e Salerno) di “Anna Cappelli, uno studio” di Pierpaolo Sepe e “Ferdinando” di Arturo Cirillo ed il ciclo di incontri “Il corpo della lingua” a Fisciano.
Studenti e corpo docenti del campus saranno protagonisti della programmazione che interesserà lo spazio del Teatro di Ateneo (300 posti all’interno del campus universitario di Fisciano) che accoglierà anche importanti momenti di formazione. Alla Sala Assoli di Napoli, invece, ben dieci titoli in abbonamento con le nuove proposte di Laura Curino, Andrea Renzi, Tommaso Tuzzoli, Arturo Cirillo, Enrico Ianniello, Massimiliano Civica, Renato Carpentieri, Pietro Bontempo, Stefano Massini.
Nell’ottica di un’intesa sinergica con altre strutture teatrali attive a Salerno, s’inserisce la collaborazione con il Teatro Nuovo, che ospiterà la rassegna “Rigenerazione”, dedicata ai giovani ed ai nuovi talenti della scena contemporanea, mentre il Teatro del Giullare ospiterà lo spettacolo “Dongiovanna_corpo senza qualità” diretto e interpretato da Giovanna Giuliani.
> La sala ex Salid si trova in via Lungoirno a Salerno.
Per info: Numero verde 800. 188958 | botteghino@fondazionesalernocontemporanea.it
> il Teatro d’Ateneo si trova nel campus di Fisciano dell’Università di Salerno. Per info: Numero verde 800 188958
> La sala Assoli si trova in vico Lungo Teatro Nuovo a Napoli. Per info: 081 19563943 | botteghino@associazioneassoli.it
fonte http://www.napoligaypress.it/
Merito anche della Fondazione Salerno Contemporanea - Teatro Stabile d’Innovazione, una struttura operativa che unisce il Comune di Salerno, l’Università degli Studi di Salerno e l’Associazione Assoli di Napoli nella creazione e nella programmazione di un nuovo polo culturale.
Un’intensa programmazione che, dal prossimo settembre, che si dividerà tra Salerno e Napoli, tra gli spazi dell’ex Salid, il Teatro d’Ateneo dell’Università di Salerno e la storica sala Assoli.
Nel recuperato spazio dell’altoforno sarà prodotto (in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival) il “Peter Greenaway’s special project” che impegnerà il grande regista gallese nella messinscena di un’installazione esclusiva, unica e irripetibile (a cui sarà affiancata una selezione dei suoi film e in un’incontro dedicato agli studenti dell’Università).
Sempre presso l’ex Salid prenderà il via il progetto dedicato ad Annibale Ruccello, con la messa in scena (a Napoli e Salerno) di “Anna Cappelli, uno studio” di Pierpaolo Sepe e “Ferdinando” di Arturo Cirillo ed il ciclo di incontri “Il corpo della lingua” a Fisciano.
Studenti e corpo docenti del campus saranno protagonisti della programmazione che interesserà lo spazio del Teatro di Ateneo (300 posti all’interno del campus universitario di Fisciano) che accoglierà anche importanti momenti di formazione. Alla Sala Assoli di Napoli, invece, ben dieci titoli in abbonamento con le nuove proposte di Laura Curino, Andrea Renzi, Tommaso Tuzzoli, Arturo Cirillo, Enrico Ianniello, Massimiliano Civica, Renato Carpentieri, Pietro Bontempo, Stefano Massini.
Nell’ottica di un’intesa sinergica con altre strutture teatrali attive a Salerno, s’inserisce la collaborazione con il Teatro Nuovo, che ospiterà la rassegna “Rigenerazione”, dedicata ai giovani ed ai nuovi talenti della scena contemporanea, mentre il Teatro del Giullare ospiterà lo spettacolo “Dongiovanna_corpo senza qualità” diretto e interpretato da Giovanna Giuliani.
> La sala ex Salid si trova in via Lungoirno a Salerno.
Per info: Numero verde 800. 188958 | botteghino@fondazionesalernocontemporanea.it
> il Teatro d’Ateneo si trova nel campus di Fisciano dell’Università di Salerno. Per info: Numero verde 800 188958
> La sala Assoli si trova in vico Lungo Teatro Nuovo a Napoli. Per info: 081 19563943 | botteghino@associazioneassoli.it
fonte http://www.napoligaypress.it/
Lgbt: "Io trans, in guerra per un lavoro"
Per le persone che cambiano sesso un colloquio è una battaglia persa in partenza. Tenersi l'impiego di origine è una micro tortura quotidiana.
E spesso la prostituzione diventa l'unico sbocco. Viaggio tra l'ennesima dicriminazione di genere
Nella complicata vita dei transessuali, cambiare sesso è solo il primo passo. Poi comincia la parte difficile, quella in cui fare i conti con la vita vera.
Tra le cose più complicate c'è quella di cercare, o mantenere se già lo si ha, un lavoro, considerando che il cambio di sesso coinvolge, per la stragrande maggioranza, persone che non hanno né vogliono avere niente a che fare con il mondo della prostituzione. Anzi.
Lo dimostrano, se ce ne fosse bisogno, i dati diffusi dal Servizio di adeguamento tra identità fisica e identità psichica del San Camillo di Roma, che rivelano come dei mille interventi che si sono tenuti nella capitale dal '92 a oggi solo il 16,2% riguardasse persone legate al mondo della prostituzione.
Per tutti gli altri, cioè l'84%, non resta che giocare, ad armi assai poco pari, la partita del lavoro, fatta di curricula, colloqui e, quasi sempre, rifiuti.
I problemi sono radicalmente diversi a seconda che si tratti di tenersi stretto un lavoro che già si ha o di cercarsene uno nuovo.
"La tutela del lavoro dei transessuali – dice Maria Grazia Tognollo dello sportello nuovi diriti della Cgil - arriva dal caro vecchio articolo 18 che dal 2003 ha inserito tra le ragioni considerate inammissibili per il licenziamento anche tutto quello che ha a che fare con la sfera del sesso e dell'orientamento sessuale".
La norma, però, spesso rimane lettera morta, soprattutto in quella zona di confine che riguarda i transessuali. "Se i gay e le lesbiche sono discriminati, i trans lo sono ancora di più- confermano da Arcigay-.
Nel 2011 abbiamo pubblicato una ricerca, "Io sono io lavoro", dalla quale emergeva che il 19% del campione LGBT intervistato aveva subito trattamenti a vario titolo ingiusti, e di questi gran parte erano trans".
Matteo, che una volta era una donna, per esempio, racconta una storia di discriminazione e testardaggine al termine della quale è riuscito a mantenere il suo posto da dirigente in una multinazionale nel nord est, nonostante una lunga guerra di nervi: "Nessuno sarà mai tanto stupido da fare apertamente mobbing o da non trovare una scusa plausibile per mascherare il fatto che ti stiano discriminando. La strada, se vogliono, la trovano. Bisogna resistere. Io ero in una posizione dirigenziale quando ho iniziato la transizione e, contemporaneamente, una carriera al contrario, in ruoli di sempre minore rilievo, con un progressivo demansionamento Ma non ho mollato mai. Era una guerra di posizione. L'ho vinta io".
Anche Alessandra, nata Alessandro, è riuscita a tenersi stretto il suo lavoro in banca e anche a fare carriera: "Non è stato tutto facile, anzi. Il mio cambio non fu subito bene accetto, ma a parte qualche perplessità personale e un percorso farraginoso e non ancora completamente risolto per quel che riguarda gli aspetti più pratici della transizione come badge, biglietti da visita e assegnazione del bagno, il mio lavoro non ne ha risentito. Certo, dalla mia parte c'era il fatto che non solo ero ampiamente laureata e masterizzata, ma anche che sono sempre stata sindacalista, e tra le più toste".
Ma non a tutti va cosi.
C'è anche chi lascia e abbandona il campo, stremato dalle continue, silenti angherie. Come Daniela: "Quando ero uomo ero sposato e avevo due figli, facevo l'operaio turnista. Poi ho cominciato il mio percorso e sono cominciati i guai. Non ci sono stati esempi eclatanti di vessazione, ma di sottile isolamento, di micro tortura quotidana, di continua messa in difficoltà. Così a un certo punto non ce l'ho fatta più e me ne sono andata. Ora sono disoccupata e tiro vanti come meglio posso".
Nonostante la presenza di aziende poi che, per policy, hanno grande sensibilità nei confronti di chi è, in vario modo, 'diverso' come quelle che aderiscono all'associazione Parks (tra i cui soci fondatori compaiono Ikea, Johnson & Johnson e City Group) e altre che aderiscono al forum Diversitàlavoro che mette in comunicazione soggetti legati a categorie tradizionalmente discriminate e aziende, le difficoltà per chi un lavoro non ce lo ha e deve cercarselo ex novo, sono significative.
fonte http://espresso.repubblica.it di Luciana Grosso
E spesso la prostituzione diventa l'unico sbocco. Viaggio tra l'ennesima dicriminazione di genere
Nella complicata vita dei transessuali, cambiare sesso è solo il primo passo. Poi comincia la parte difficile, quella in cui fare i conti con la vita vera.
Tra le cose più complicate c'è quella di cercare, o mantenere se già lo si ha, un lavoro, considerando che il cambio di sesso coinvolge, per la stragrande maggioranza, persone che non hanno né vogliono avere niente a che fare con il mondo della prostituzione. Anzi.
Lo dimostrano, se ce ne fosse bisogno, i dati diffusi dal Servizio di adeguamento tra identità fisica e identità psichica del San Camillo di Roma, che rivelano come dei mille interventi che si sono tenuti nella capitale dal '92 a oggi solo il 16,2% riguardasse persone legate al mondo della prostituzione.
Per tutti gli altri, cioè l'84%, non resta che giocare, ad armi assai poco pari, la partita del lavoro, fatta di curricula, colloqui e, quasi sempre, rifiuti.
I problemi sono radicalmente diversi a seconda che si tratti di tenersi stretto un lavoro che già si ha o di cercarsene uno nuovo.
"La tutela del lavoro dei transessuali – dice Maria Grazia Tognollo dello sportello nuovi diriti della Cgil - arriva dal caro vecchio articolo 18 che dal 2003 ha inserito tra le ragioni considerate inammissibili per il licenziamento anche tutto quello che ha a che fare con la sfera del sesso e dell'orientamento sessuale".
La norma, però, spesso rimane lettera morta, soprattutto in quella zona di confine che riguarda i transessuali. "Se i gay e le lesbiche sono discriminati, i trans lo sono ancora di più- confermano da Arcigay-.
Nel 2011 abbiamo pubblicato una ricerca, "Io sono io lavoro", dalla quale emergeva che il 19% del campione LGBT intervistato aveva subito trattamenti a vario titolo ingiusti, e di questi gran parte erano trans".
Matteo, che una volta era una donna, per esempio, racconta una storia di discriminazione e testardaggine al termine della quale è riuscito a mantenere il suo posto da dirigente in una multinazionale nel nord est, nonostante una lunga guerra di nervi: "Nessuno sarà mai tanto stupido da fare apertamente mobbing o da non trovare una scusa plausibile per mascherare il fatto che ti stiano discriminando. La strada, se vogliono, la trovano. Bisogna resistere. Io ero in una posizione dirigenziale quando ho iniziato la transizione e, contemporaneamente, una carriera al contrario, in ruoli di sempre minore rilievo, con un progressivo demansionamento Ma non ho mollato mai. Era una guerra di posizione. L'ho vinta io".
Anche Alessandra, nata Alessandro, è riuscita a tenersi stretto il suo lavoro in banca e anche a fare carriera: "Non è stato tutto facile, anzi. Il mio cambio non fu subito bene accetto, ma a parte qualche perplessità personale e un percorso farraginoso e non ancora completamente risolto per quel che riguarda gli aspetti più pratici della transizione come badge, biglietti da visita e assegnazione del bagno, il mio lavoro non ne ha risentito. Certo, dalla mia parte c'era il fatto che non solo ero ampiamente laureata e masterizzata, ma anche che sono sempre stata sindacalista, e tra le più toste".
Ma non a tutti va cosi.
C'è anche chi lascia e abbandona il campo, stremato dalle continue, silenti angherie. Come Daniela: "Quando ero uomo ero sposato e avevo due figli, facevo l'operaio turnista. Poi ho cominciato il mio percorso e sono cominciati i guai. Non ci sono stati esempi eclatanti di vessazione, ma di sottile isolamento, di micro tortura quotidana, di continua messa in difficoltà. Così a un certo punto non ce l'ho fatta più e me ne sono andata. Ora sono disoccupata e tiro vanti come meglio posso".
Nonostante la presenza di aziende poi che, per policy, hanno grande sensibilità nei confronti di chi è, in vario modo, 'diverso' come quelle che aderiscono all'associazione Parks (tra i cui soci fondatori compaiono Ikea, Johnson & Johnson e City Group) e altre che aderiscono al forum Diversitàlavoro che mette in comunicazione soggetti legati a categorie tradizionalmente discriminate e aziende, le difficoltà per chi un lavoro non ce lo ha e deve cercarselo ex novo, sono significative.
fonte http://espresso.repubblica.it di Luciana Grosso
Lgbt Social Network: Facebook 83 milioni di profili falsi
Facebook ha calcolato la stima dei profili fake: 4,8% sono duplicati, 2,4% mal classificati e 1,5% gli account indesiderati.
Sono 83 milioni i profili falsi su Facebook, corrispondenti all’8,7% della popolazione totale. La stima, depositata presso la SEC (Securities and Exchange Commission) è della stessa società di Menlo Park che ogni trimestre porta nuovi dati per la sua quotazione in Borsa.
L’aspetto più interessante di questa stima è la classificazione tripartita di questi 83 milioni di fake: Facebook ha calcolato che il 4,8% è composto da profili duplicati, per esempio persone che aprono due profili identici, uno per i colleghi di lavoro e altri conoscenti, l’altro per gli amici più stretti e i famigliari (in barba alla possibilità di filtrare gli accessi ai diversi contenuti del proprio profilo); il 2,4% è composto da profili nella categoria sbagliata, cioè account di profili
aziendali oppure animali, residuo della fase in cui il social non aveva ancora adeguatamente sviluppato le Pagine apposite per i profili di questo tipo. Il restante 1,5%, secondo Facebook, è quello che vìola più gravemente i termini di servizio: falsi account con lo scopo di spammare sul network.
Secondo l’analisi, la percentuale degli account duplicati o falsi è significativamente più bassa nei mercati sviluppati come gli Stati Uniti, l’Australia (ma anche l’Europa), mentre è più elevata nei mercati in via di sviluppo come il sud est asiatico e il medioriente.
Si tratta di stime corrette: Big F è un sito in grado più di altri di calcolare con una certa precisione il proprio numero di utenti (Twitter non lo fa, ad esempio, generando anche in Italia stucchevoli polemiche) su una base di campioni rappresentativi, soprattutto cercando di segnalare soltanto quelli attivi.
Anche perché ovviamente vantando numeri giganteschi non ha certo bisogno di gonfiarli o di nascondersi, anzi necessita di appurare qualitativamente l’effettiva attività degli utenti registrati.
Tuttavia, resta sempre il problema della metrica applicata a siti come i social network.
Il caso della startup musicale che ha sostenuto che l’80 per cento di clic sulla sua campagna pubblicitaria di Facebook sia venuto dai bots la dice lunga su quanto questi numeri non rappresentino ancora una piena garanzia dal punto di vista dell’advertising, ed è soprattutto agli investitori che Mark Zuckerberg deve qualche spiegazione in più.
Fonte: CNet via http://www.webnews.it/ Marco Viviani
Sono 83 milioni i profili falsi su Facebook, corrispondenti all’8,7% della popolazione totale. La stima, depositata presso la SEC (Securities and Exchange Commission) è della stessa società di Menlo Park che ogni trimestre porta nuovi dati per la sua quotazione in Borsa.
L’aspetto più interessante di questa stima è la classificazione tripartita di questi 83 milioni di fake: Facebook ha calcolato che il 4,8% è composto da profili duplicati, per esempio persone che aprono due profili identici, uno per i colleghi di lavoro e altri conoscenti, l’altro per gli amici più stretti e i famigliari (in barba alla possibilità di filtrare gli accessi ai diversi contenuti del proprio profilo); il 2,4% è composto da profili nella categoria sbagliata, cioè account di profili
aziendali oppure animali, residuo della fase in cui il social non aveva ancora adeguatamente sviluppato le Pagine apposite per i profili di questo tipo. Il restante 1,5%, secondo Facebook, è quello che vìola più gravemente i termini di servizio: falsi account con lo scopo di spammare sul network.
Secondo l’analisi, la percentuale degli account duplicati o falsi è significativamente più bassa nei mercati sviluppati come gli Stati Uniti, l’Australia (ma anche l’Europa), mentre è più elevata nei mercati in via di sviluppo come il sud est asiatico e il medioriente.
Si tratta di stime corrette: Big F è un sito in grado più di altri di calcolare con una certa precisione il proprio numero di utenti (Twitter non lo fa, ad esempio, generando anche in Italia stucchevoli polemiche) su una base di campioni rappresentativi, soprattutto cercando di segnalare soltanto quelli attivi.
Anche perché ovviamente vantando numeri giganteschi non ha certo bisogno di gonfiarli o di nascondersi, anzi necessita di appurare qualitativamente l’effettiva attività degli utenti registrati.
Tuttavia, resta sempre il problema della metrica applicata a siti come i social network.
Il caso della startup musicale che ha sostenuto che l’80 per cento di clic sulla sua campagna pubblicitaria di Facebook sia venuto dai bots la dice lunga su quanto questi numeri non rappresentino ancora una piena garanzia dal punto di vista dell’advertising, ed è soprattutto agli investitori che Mark Zuckerberg deve qualche spiegazione in più.
Fonte: CNet via http://www.webnews.it/ Marco Viviani
Lgbt: Donne attratte da altre donne, Rihanna rilancia la questione: eterosessuali, bisessuali o flexisexual?
Poche cose mandano in visibilio il gossip come le voci di corridoio sulla bisessualità delle star.
Rihanna è stata l'ultima in ordine di tempo a riaccendere la miccia: i tabloid ci informano che durante la recente vacanza a Porto Cervo si è lasciata andare in atteggiamenti molto intimi con una delle amiche che l'accompagnavano.
Al di là del fatto che né i gossippari né i paparazzi hanno chiarito cosa intendessero esattamente per "atteggiamenti molto intimi", i dati certi sono due: Rihanna è decisamente attratta dagli uomini ma non disdegna le attenzioni delle donne e continua a giocare con dichiarazioni ambigue che non sai mai se preludano un coming out oppure siano un'abile mossa per far parlare di sé e rilanciare la sua immagine sexy (che è una delle ragioni del suo successo).
Ad esempio, a che gioco sta giocando quando esalta la sensualità della cantante Cheryl Cole? A fine maggio di quest'anno ha confessato al magazine Esquire di trovare la collega "davvero molto sexy. Mi piacerebbe osservarla mentre pulisce il pavimento, oppure raccoglie qualcosa da terra. È così bella!". Cosa sta dicendo veramente Rihanna? È una mossa commerciale, un coming out, oppure un complimento che implica attrazione ma non bisessualità?
Uno potrebbe rispondere che son fatti suoi, ma è innegabile che negli ultimi anni molte star dello showbiz si siano lasciate andare a dichiarazioni più o meno piccanti. Vengono in mente Adele e Katy Perry che giurano di trovare molto eccitante Rihanna (sempre lei), Cameron Diaz che si dice attratta dal corpo femminile, dichiarando di aver avuto partner donne e infine Lindsay Lohan e Anna Paquin che si confessano apertamente bisessuali.
È chiaro che se parlano vip di questo livello le loro parole risultano necessariamente altisonanti. Chiacchierando però con le amiche "normali" (che star non sono), o navigando nei forum al femminile, salta fuori che le star non sono sole e che anzi l'attrazione fra donne è tutt'altro che un fenomeno isolato.
Del resto, ormai più di un anno fa un pezzo di Abc News ha portato fuori dalle accademie alcuni studi interessanti, contribuendo a sdoganare per il grande pubblico il termine flexisexual. Cioè: psicologi e sessuologi hanno rilevano un cambiamento nella figura femminile tradizionale e la nascita di un atteggiamento molto più flessibile, per cui alcune donne possono essere attratte da persone dello stesso sesso e spingere questa attrazione fino alle vie di fatto (per esempio baciarsi), ma al momento di dover scegliere un partner sessuale si affidano al maschio.
Insomma, la tendenza sbandierata dalle star della musica sembra avere molta più sostanza di quanto possa apparire a prima vista, fatta ovviamente la tara alla malizia da marketing. Non si disperino i maschietti, perché c'è ancora posto per loro.
fonte http://societa.panorama.it/la-mela-tentatrice/l-amore-tra-due-donne-e-l-attrazione-verso-il-corpo-femminile
Rihanna è stata l'ultima in ordine di tempo a riaccendere la miccia: i tabloid ci informano che durante la recente vacanza a Porto Cervo si è lasciata andare in atteggiamenti molto intimi con una delle amiche che l'accompagnavano.
Al di là del fatto che né i gossippari né i paparazzi hanno chiarito cosa intendessero esattamente per "atteggiamenti molto intimi", i dati certi sono due: Rihanna è decisamente attratta dagli uomini ma non disdegna le attenzioni delle donne e continua a giocare con dichiarazioni ambigue che non sai mai se preludano un coming out oppure siano un'abile mossa per far parlare di sé e rilanciare la sua immagine sexy (che è una delle ragioni del suo successo).
Ad esempio, a che gioco sta giocando quando esalta la sensualità della cantante Cheryl Cole? A fine maggio di quest'anno ha confessato al magazine Esquire di trovare la collega "davvero molto sexy. Mi piacerebbe osservarla mentre pulisce il pavimento, oppure raccoglie qualcosa da terra. È così bella!". Cosa sta dicendo veramente Rihanna? È una mossa commerciale, un coming out, oppure un complimento che implica attrazione ma non bisessualità?
Uno potrebbe rispondere che son fatti suoi, ma è innegabile che negli ultimi anni molte star dello showbiz si siano lasciate andare a dichiarazioni più o meno piccanti. Vengono in mente Adele e Katy Perry che giurano di trovare molto eccitante Rihanna (sempre lei), Cameron Diaz che si dice attratta dal corpo femminile, dichiarando di aver avuto partner donne e infine Lindsay Lohan e Anna Paquin che si confessano apertamente bisessuali.
È chiaro che se parlano vip di questo livello le loro parole risultano necessariamente altisonanti. Chiacchierando però con le amiche "normali" (che star non sono), o navigando nei forum al femminile, salta fuori che le star non sono sole e che anzi l'attrazione fra donne è tutt'altro che un fenomeno isolato.
Del resto, ormai più di un anno fa un pezzo di Abc News ha portato fuori dalle accademie alcuni studi interessanti, contribuendo a sdoganare per il grande pubblico il termine flexisexual. Cioè: psicologi e sessuologi hanno rilevano un cambiamento nella figura femminile tradizionale e la nascita di un atteggiamento molto più flessibile, per cui alcune donne possono essere attratte da persone dello stesso sesso e spingere questa attrazione fino alle vie di fatto (per esempio baciarsi), ma al momento di dover scegliere un partner sessuale si affidano al maschio.
Insomma, la tendenza sbandierata dalle star della musica sembra avere molta più sostanza di quanto possa apparire a prima vista, fatta ovviamente la tara alla malizia da marketing. Non si disperino i maschietti, perché c'è ancora posto per loro.
fonte http://societa.panorama.it/la-mela-tentatrice/l-amore-tra-due-donne-e-l-attrazione-verso-il-corpo-femminile
Lgbt: La giornalista Megyn Kelly a favore dei diritti gay
Megyn Kelly, da sempre sostenitrice dei diritti gay, ha ribadito il suo pensiero durante il suo programma.
La giornalista di Fox News ha dichiarato che non si possono discriminare le persone solo perché lo dice la Bibbia:
"Questo paese ha una lunga storia di discriminazione nei confronti di certi gruppi. Alla fine finiamo per farlo. Giusto? Contro le donne, contro i neri, il movimento per i diritti civili e così via.
E per giustificare queste discriminazione alcune persone religiose si giustificano dicendo che “è tutto scritto nella Bibbia”.
Le donne devono essere cittadini di seconda classe perché è nella Bibbia. Bianchi e neri non possono sposarsi perché è nella Bibbia […] perché il matrimonio gay deve essere diverso?"
Un po’ come se la nostra Susanna Petruni si schierasse apertamente a favore delle unioni gay. Pura fantascienza, eh?
fonte http://www.gayprider.com
La giornalista di Fox News ha dichiarato che non si possono discriminare le persone solo perché lo dice la Bibbia:
"Questo paese ha una lunga storia di discriminazione nei confronti di certi gruppi. Alla fine finiamo per farlo. Giusto? Contro le donne, contro i neri, il movimento per i diritti civili e così via.
E per giustificare queste discriminazione alcune persone religiose si giustificano dicendo che “è tutto scritto nella Bibbia”.
Le donne devono essere cittadini di seconda classe perché è nella Bibbia. Bianchi e neri non possono sposarsi perché è nella Bibbia […] perché il matrimonio gay deve essere diverso?"
Un po’ come se la nostra Susanna Petruni si schierasse apertamente a favore delle unioni gay. Pura fantascienza, eh?
fonte http://www.gayprider.com
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domenica 5 agosto 2012
Lgbt TV: "Uomini nati donna" il programma sul canale Cielo, le storie toccanti di quattro transessuali, a partire dal 14 agosto
Docu-reality in arrivo per Cielo (canale 26 del digitale terrestre e 126 su Sky): si chiama ‘Uomini nati donna‘ e racconterà la storia di donne che hanno deciso di cambiare sesso, sfidando tutti, non soltanto la società e gli immancabili pregiudizi, ma anche e soprattutto se stesse e le proprie paure, superando le difficoltà oggettive di riconoscersi nel proprio corpo.
Il programma sarà completamente incentrato sulle vicende personali di ben quattro donne – Nidia, Serena, Rosanna e Rosalia, sulle motivazioni che le hanno spinte a un passo così importante e, non ultimo, su tutto l’iter burocratico che comporta una decisione del genere; tutte, infatti, si sono recate al Saifip – il Servizio per l’Adeguamento tra identità fisica e identità psichica – dell’Ospedale S.Camillo-Forlanini di Roma, dove hanno dovuto chiedere la ‘rettificazione di attribuzione di sesso’, secondo quanto previsto dalla normativa vigente (in particolare, dalla legge n.164 del 1982).
Il docu-reality partirà il 14 agosto in seconda serata e affronta una questione che, pur scandalizzando ancora non poche persone, è di una rilevanza sociale indiscutibile (ma purtroppo discussa fin troppo).
Strutturato in ben quattro episodi, il programma non sottovaluterà nulla delle storie dei quattro transessuali: David, quella che un tempo era Nadia, vuole farsi suora a quindici anni; non per niente, entra in convento per circa un biennio, ma, innamoratasi di una ragazza, decide di abbandonare la vita monastica e intraprende un importante percorso di introspezione, alla fine del quale capisce che è il momento di dare una svolta alla propria vita e, cioè, di diventare uomo. Oggi vive a Roma con l’ex fidanzata e si mantiene facendo le pulizie.
Gabriele era Serena, invece. Oggi ha 32 anni ed è soddisfatto della sua scelta: iniziata nel 2007, la terapia ormonale gli ha permesso di abbandonare il lavoro di ristrutturatore di interni e di iniziare un nuovo percorso nel mondo dello sport; Gabriele, infatti, sta allenando diverse squadre di rugbisti a Villa Pamphili (nel frattempo, cerca un avvocato per presentare al giudice la richiesta di cambio di sesso: su questa parte dell’iter burocratico ci si soffermerà moltissimo, visto che i più – anche transessuali – ignorano cosa bisogna fare per cambiare ufficialmente identità).
Mirko era Rosanna. Nel 2004 cambia la voce, dopo un’intensa cura di testosterone, e nel 2007 si sottopone a un difficile intervento di asportazione del seno, dell’utero e delle ovaie; oggi è pronto per la falloplastica, anche se aspetta ancora i documenti da uomo (per adesso, ha solo una carta di identità che certifica il suo nome da donna; sotto la voce segni particolari c’è ‘sembianze da uomo’).
Rosalia ha voluto diventare Davide. 46 anni, impiegata in una fabbrica di pelletteria, deve ancora completare il suo percorso operatorio; è diventato uomo, spinto dalla sua ragazza, che, però, presa coscienza del cambiamento, ha deciso di mollarlo.
Non sono le classiche storie, dunque: un programma del genere – per quanto destinato a far discutere – servirebbe senz’altro ai nostri palinsesti, arenatisi da tempo, ormai, sulle spiagge dell’audience.
fonte http://www.televisionando.it
Il programma sarà completamente incentrato sulle vicende personali di ben quattro donne – Nidia, Serena, Rosanna e Rosalia, sulle motivazioni che le hanno spinte a un passo così importante e, non ultimo, su tutto l’iter burocratico che comporta una decisione del genere; tutte, infatti, si sono recate al Saifip – il Servizio per l’Adeguamento tra identità fisica e identità psichica – dell’Ospedale S.Camillo-Forlanini di Roma, dove hanno dovuto chiedere la ‘rettificazione di attribuzione di sesso’, secondo quanto previsto dalla normativa vigente (in particolare, dalla legge n.164 del 1982).
Il docu-reality partirà il 14 agosto in seconda serata e affronta una questione che, pur scandalizzando ancora non poche persone, è di una rilevanza sociale indiscutibile (ma purtroppo discussa fin troppo).
Strutturato in ben quattro episodi, il programma non sottovaluterà nulla delle storie dei quattro transessuali: David, quella che un tempo era Nadia, vuole farsi suora a quindici anni; non per niente, entra in convento per circa un biennio, ma, innamoratasi di una ragazza, decide di abbandonare la vita monastica e intraprende un importante percorso di introspezione, alla fine del quale capisce che è il momento di dare una svolta alla propria vita e, cioè, di diventare uomo. Oggi vive a Roma con l’ex fidanzata e si mantiene facendo le pulizie.
Gabriele era Serena, invece. Oggi ha 32 anni ed è soddisfatto della sua scelta: iniziata nel 2007, la terapia ormonale gli ha permesso di abbandonare il lavoro di ristrutturatore di interni e di iniziare un nuovo percorso nel mondo dello sport; Gabriele, infatti, sta allenando diverse squadre di rugbisti a Villa Pamphili (nel frattempo, cerca un avvocato per presentare al giudice la richiesta di cambio di sesso: su questa parte dell’iter burocratico ci si soffermerà moltissimo, visto che i più – anche transessuali – ignorano cosa bisogna fare per cambiare ufficialmente identità).
Mirko era Rosanna. Nel 2004 cambia la voce, dopo un’intensa cura di testosterone, e nel 2007 si sottopone a un difficile intervento di asportazione del seno, dell’utero e delle ovaie; oggi è pronto per la falloplastica, anche se aspetta ancora i documenti da uomo (per adesso, ha solo una carta di identità che certifica il suo nome da donna; sotto la voce segni particolari c’è ‘sembianze da uomo’).
Rosalia ha voluto diventare Davide. 46 anni, impiegata in una fabbrica di pelletteria, deve ancora completare il suo percorso operatorio; è diventato uomo, spinto dalla sua ragazza, che, però, presa coscienza del cambiamento, ha deciso di mollarlo.
Non sono le classiche storie, dunque: un programma del genere – per quanto destinato a far discutere – servirebbe senz’altro ai nostri palinsesti, arenatisi da tempo, ormai, sulle spiagge dell’audience.
fonte http://www.televisionando.it
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Lgbt: Hillary Clinton a Uganda: "Non discriminare i gay. Violazione diritti per un singolo e' violazione diritti di tutti"
KAMPALA, Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha chiesto all'Uganda di lottare contro le discriminazioni, nel corso di una visita ufficiale a Kampala dove ha premiato una coalizione di ong che lotta contro un progetto di legge che aggrava le pene contro i gay in questo Paese. ''Non si tratta di garantire speciali privilegi per un gruppo, ma di assicurare che i diritti universali siano garantiti a tutti.
Violare i diritti di un singolo e' come violare i diritti di tutti'', ha detto Clinton.
fonte http://www.ansa.it
Violare i diritti di un singolo e' come violare i diritti di tutti'', ha detto Clinton.
fonte http://www.ansa.it
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diritti civili,
politica e diritti lgbt
Lgbt Roma Gay Village "GENDER DOCUFILM FEST 2012" 23-24-25 Agosto
SETTE DOCUMENTARI DA TUTTO IL MONDO PER UNA NUOVA DEFINIZIONE DELL' IDENTITA' DI GENERE.
Il Gender DocuFilm Fest è il primo festival in Italia a raccontare le forme mutevoli dell'identità di genere. Ampliando i confini del transessualismo e dell'omosessualità, il festival vuole costruire una visione più aperta e malleabile dei nostri corpi e dei nostri ruoli sociali, mettendo in discussione la logica binaria del maschile/femminile.
Giunto alla sua terza edizione, il GDFF si apre ad altre forme artistiche e comunicative: il video promozionale è un'opera in grafica generativa del designer Giuseppe Randazzo sulla costruzione e la trasmutazione dell'identità sessuale, mentale e fisica del soggetto, attraverso il confronto e a volte la collisione con la realtà esterna.
Nella serata inaugurale, Julien Touati, regista del film vincitore 2011 Kathakali, presenta in anteprima italiana il suo spettacolo Ovunque poggi la mia testa, un assolo di danza in cui oriente e occidente, arte e recitazione, corpo maschile e corpo femminile si fondono liberamente.
A inizio della seconda serata, il regista Jonathan Skurnik terrà un seminario su Adolescenti e identità di genere per presentare un quadro ampio su un tema controverso e ancora poco conosciuto, specialmente in Italia.
GIOVEDI 23 AGOSTO
20:30 • LE CARPE [Les carpes remontent les fleuves avec courage et persévérance]
di Florence Mary, Francia 2011, 60 mins.
La lotta di due donne per costruire una famiglia.
21:30 • SONO ANNEKE E BASTA [I'm just Anneke]
di Jonathan Skurnik, USA 2011, 12 mins
Adolescenti alle prese con questioni di genere.
22:00 • TRANSIZIONE SPIRALIFORME [Spiral transition]
di Ewan Duarte, USA 2010, 6 mins
Confronto familiare in vista della transizione.
22:30 • OVUNQUE POGGI LA MIA TESTA [N'importe où je repose ma tête]
di Julien Touati
Assolo di danza su testi di Charles Bukowski, Edouard Limonov e Allen Ginsberg.
VENERDI 24 AGOSTO
20:00 • ADOLESCENTI E IDENTITA' DI GENERE
Seminario di Jonathan Skurnik
Il tema ancora poco conosciuto degli adolescenti con identità di genere non conforme e le storie delle loro famiglie.
20:30 • GLI UOMINI INVISIBILI [The invisible men]
di Yariv Mozer, Israele 2012, 67 mins.
La dura vita dei gay palestinesi profughi in Israele.
21:45 • TRA UOMINI: FROCI NELLA DDR [Unter Männern: Schwul in der DDR]
di Ringo Rösener, Markus Stein, Germania 2012, 90 mins.
Omosessualità nella Germania dell'Est.
SABATO 25 AGOSTO
20:30 • AVANA MUTA [Habana muda]
di Eric Brach, Francia/Cuba 2011, 67 mins.
Un amour fou tra prostituzione e mutismo.
21:45 • OUTING [Das outing]
di Sebastian Meise, Thomas Reider, Austria 2012, 60 mins.
Confessarsi pedofili e aprire una voragine.
GIURIA INTERNAZIONALE:
JULIEN TOUATI: regista, performer, vincitore dell'Edizione 2011 con Kathakali
CECILIA ERMINI: giornalista
ALESSANDRO RAIS: direttore artistico Sicilia Queer Filmfest
Il Gender DocuFilm Fest è un evento Gay Village diretto da Giona A. Nazzaro e realizzato da Di'Gay Project con il patrocinio della Provincia di Roma.
L'ingresso al Gay Village è libero dalle 20:00 alle 21:00.
Info e trailer sul sito ufficiale del festival:
http://www.genderdocufilmfest.org/
GENDER DOCUFILM FEST 2012
23-24-25 Agosto
Gay Village
Parco del Ninfeo
Via delle Tre Fontane, Roma EUR
fonte http://www.digayproject.org
Il Gender DocuFilm Fest è il primo festival in Italia a raccontare le forme mutevoli dell'identità di genere. Ampliando i confini del transessualismo e dell'omosessualità, il festival vuole costruire una visione più aperta e malleabile dei nostri corpi e dei nostri ruoli sociali, mettendo in discussione la logica binaria del maschile/femminile.
Giunto alla sua terza edizione, il GDFF si apre ad altre forme artistiche e comunicative: il video promozionale è un'opera in grafica generativa del designer Giuseppe Randazzo sulla costruzione e la trasmutazione dell'identità sessuale, mentale e fisica del soggetto, attraverso il confronto e a volte la collisione con la realtà esterna.
Nella serata inaugurale, Julien Touati, regista del film vincitore 2011 Kathakali, presenta in anteprima italiana il suo spettacolo Ovunque poggi la mia testa, un assolo di danza in cui oriente e occidente, arte e recitazione, corpo maschile e corpo femminile si fondono liberamente.
A inizio della seconda serata, il regista Jonathan Skurnik terrà un seminario su Adolescenti e identità di genere per presentare un quadro ampio su un tema controverso e ancora poco conosciuto, specialmente in Italia.
GIOVEDI 23 AGOSTO
20:30 • LE CARPE [Les carpes remontent les fleuves avec courage et persévérance]
di Florence Mary, Francia 2011, 60 mins.
La lotta di due donne per costruire una famiglia.
21:30 • SONO ANNEKE E BASTA [I'm just Anneke]
di Jonathan Skurnik, USA 2011, 12 mins
Adolescenti alle prese con questioni di genere.
22:00 • TRANSIZIONE SPIRALIFORME [Spiral transition]
di Ewan Duarte, USA 2010, 6 mins
Confronto familiare in vista della transizione.
22:30 • OVUNQUE POGGI LA MIA TESTA [N'importe où je repose ma tête]
di Julien Touati
Assolo di danza su testi di Charles Bukowski, Edouard Limonov e Allen Ginsberg.
VENERDI 24 AGOSTO
20:00 • ADOLESCENTI E IDENTITA' DI GENERE
Seminario di Jonathan Skurnik
Il tema ancora poco conosciuto degli adolescenti con identità di genere non conforme e le storie delle loro famiglie.
20:30 • GLI UOMINI INVISIBILI [The invisible men]
di Yariv Mozer, Israele 2012, 67 mins.
La dura vita dei gay palestinesi profughi in Israele.
21:45 • TRA UOMINI: FROCI NELLA DDR [Unter Männern: Schwul in der DDR]
di Ringo Rösener, Markus Stein, Germania 2012, 90 mins.
Omosessualità nella Germania dell'Est.
SABATO 25 AGOSTO
20:30 • AVANA MUTA [Habana muda]
di Eric Brach, Francia/Cuba 2011, 67 mins.
Un amour fou tra prostituzione e mutismo.
21:45 • OUTING [Das outing]
di Sebastian Meise, Thomas Reider, Austria 2012, 60 mins.
Confessarsi pedofili e aprire una voragine.
GIURIA INTERNAZIONALE:
JULIEN TOUATI: regista, performer, vincitore dell'Edizione 2011 con Kathakali
CECILIA ERMINI: giornalista
ALESSANDRO RAIS: direttore artistico Sicilia Queer Filmfest
Il Gender DocuFilm Fest è un evento Gay Village diretto da Giona A. Nazzaro e realizzato da Di'Gay Project con il patrocinio della Provincia di Roma.
L'ingresso al Gay Village è libero dalle 20:00 alle 21:00.
Info e trailer sul sito ufficiale del festival:
http://www.genderdocufilmfest.org/
GENDER DOCUFILM FEST 2012
23-24-25 Agosto
Gay Village
Parco del Ninfeo
Via delle Tre Fontane, Roma EUR
fonte http://www.digayproject.org
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Lgbt: Vietnam primo Gay pride ad Hanoi
Decine di biciclette decorate con palloncini e bandiere con il simbolo dell'arcobaleno hanno sfilato per le strade di Hanoi per il primo 'gay pridè organizzato in Vietnam.
Nel paese, caratterizzato dalla morale confuciana basata su tradizione e famiglia, l'omosessualità rimane un tabù con i gay comunemente oggetto di caricature.
A fine di luglio, il ministro della Giustizia Ha Hung Cuong ha però annunciato, a sorpresa, che sono maturi i tempi per esaminare la possibilità di cambiare la legge, permettendo il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
La legge attualmente lo vieta e in caso fosse cambiata, il Vietnam diverrebbe il primo paese in Asia a consentire le nozze gay.
fonte http://www.unionesarda.it
Nel paese, caratterizzato dalla morale confuciana basata su tradizione e famiglia, l'omosessualità rimane un tabù con i gay comunemente oggetto di caricature.
A fine di luglio, il ministro della Giustizia Ha Hung Cuong ha però annunciato, a sorpresa, che sono maturi i tempi per esaminare la possibilità di cambiare la legge, permettendo il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
La legge attualmente lo vieta e in caso fosse cambiata, il Vietnam diverrebbe il primo paese in Asia a consentire le nozze gay.
fonte http://www.unionesarda.it
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