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sabato 3 settembre 2011
Lgbt Lucca omotransfobia: Chieste dimissioni al giornalista, e serrature cambiate
La proprietà della rete chiede le dimissioni del giornalista, che però non si rassegna. E in redazione oltre ad attivare la procedura per cambiare il direttore, cambiano anche le serrature
Sta diventando più complicato del previsto per la redazione di "Dì Lucca" sbarazzarsi del giornalista diventato ormai scomodo.
Daniele Vanni, l'autore del minuto più omofobo del giornalismo televisivo italiano, è infatti direttore, oltre che conduttore del telegiornale.
Un nome che la proprietà dell'emittente ha subito chiarito di non voler più associare a quello del canale digitale. Vanni, però, non molla.
Nonostante la redazione abbia già attivato la procedura standard (che prevede la consegna di una dichiarazione al tribunale competente) per assegnare il ruolo di direttore a un'altra persona già individuata, lui le dimissioni, per di più spontanee, non le darà.
In ogni caso «non si è più presentato in redazione», raccontano da "Di Lucca". «Gli abbiamo portato a casa la lettera di dimissioni chiedendogli di firmarla entro lunedì. Noi qua non lo vogliamo».
E se anche avesse voluto di rientrare negli studi dove ha registrato quel minuto che lo ha reso così popolare suo malgrado, non ci sarebbe riuscito. Ci ha pensato il fabbro a scoraggiare ogni tentativo. «Le serrature sono state cambiate già dalle 10 del giorno dopo che Gay.it ha pubblicato il filmato».
Nel frattempo i patron dei concorsi Mister Gay Italia e Miss Trans Italia sono stati invitati per questa sera in quegli stessi studi. Se sarà l'inizio di una serie di tramissioni "a tema" non si sa, ma la pace tra gli organizzatori e l'emittente era già scoppiata ieri, quando sono arrivate le scuse ufficiali di "Dì Lucca".
Intanto martedì 6 settembre alle 21:00 arriverà in provincia di Lucca il vicepresidente del PD Ivan Scafarotto a presentare il suo In nessun Paese perché sui diritti dell'amore l'Italia è fuori dal Mondo (ed. Piemme) insieme a Francesco Bilotta, docente di diritto privato all'Università di Udine e coordinatore della campagna nazionale "Affermazione Civile".
fonte http://www.gay.it
Video del TG per chi non lo avesse visto nei post precedenti...!
Lgbt: Una giornata in Toscana a fianco dell' Assessore al turismo e cultura Cristina Scaletti, promotrice anche delle mete “Gay Friendly”
Si parte con un viaggio tra i coltelli. Al mattino, di buona lena, figlioli al seguito (il marito aveva impegni pregressi), l’ Assessore alla Cultura e al Turismo della regione Toscana Cristina Scaletti monta in auto, alla volta di Scarperia, città delle lame, che ospiterà fino al 24 di settembre una mostra i ferri taglienti. Un’ edizione speciale, in onore dei 150 anni dell’ unità d Italia.
L’ appello che lancia è forte, limato in ogni particolare, come le lame che ha davanti: “le unicità, come quelle rappresentate dai coltelli scarperiesi, rappresentano la risposta giusta alla globalizazione”.
Presenti all’ iniziativa i sindaci del Mugello e l’ occasione per la Scaletti è ghiotta per improvvisare una “chiacchierata”informale, tesa ad organizzare una serie di tavoli che permettano lo sviluppo ed il rilancio del Mugello.
Dopo il doveroso passaggio dei figli al marito ( che, a onor del vero si erano comportati egregiamente per tutta la manifestazione) avvenuto in una piscina, il viaggio dell’ assessore prosegue, alla volta di Massa Carrara, dove, nel centro storico, è attesa per un significativo dibattito sul turismo a Massa, tra tradizione e innovazione.
Il registro cambia, e mentre a Scarperia si plaudiva alla tradizione, qui a Massa, è l’ innovazione a farla da padrone. I dati sono chiari: Nel 2010 la Toscana ha potuto vantare 42milioni di presenze con un incremento del 3% rispetto all'anno precedente.
Sono numeri che, in questi tempi di crisi, dimostrano e fanno riflettere su un elemento significativo: senza ombra di dubbio la Toscana ha saputo scegliere ed adeguarsi a i tempi che cambiano.
Ha investito tanto sul turismo l’ assessore, in termini di proposte e scelte-, ed il coraggio ha pagato.
Lo scioglimento delle APT , la creazione di un nuovo sistema di gestione della promozione con il coordinamento tra regione, province, camere di commercio e associazioni di categoria nonché la creazione di un segmento espressamente dedicato al turismo in Toscana promozione sono il risultato di scelte che in un primo momento hanno destato paura e preoccupazione ma che ora si stanno dimostrando corrette ribadisce qualità del turismo.
Aumenta la domanda di turismo cosiddetto motivazionale ( nelle nostre statistiche definito altro prodotto) rispetto al classico turismo di destinazione. ovvero ad attrarre turisti non è più solo la località, ma il tema che propone ( cultura, enogastronomia, sport, accessibilità, locali gay-friendly)
“Questo dato, che è rivoluzionario, può cambiare le sorti di intere località in cui il turismo era fino a ieri marginale: non conta più la città, il luogo, ma la motivazione”.
E' su questo che bisogna investire, e su internet. Il 93%dei viaggiatori usa internet per scegliere mete e alberghi ed il 65%prenota direttamente da casa con un click, dicendo definitivamente addio ad agenzie di viaggi e tour operator.
Per questo la Toscana, oltre alla mera abolizione delle apt ha potenziato il portale del turismo (www.turismo.intoscana.it) diventando il terzo sito più visitato d'Europa e permettendo al turista non solo di consultare schede, pagine tematiche, ma anche di prenotare direttamente con il sistema di booking online senza costi di intermediazione.
Presidiando inoltre tutti i social networks creando un rapporto continuativo con l'utente.
Sono le 20:30, saltata la cena per questioni di spazi, si corre alla volta di Torre del lago, dove c’ è la chiusura del festival Pucciniano.
Anche li la “sorpresa” :Un grande striscione azzurro con una lunga scritta bianca per chiedere di salvare il Festival Pucciniano di Torre del Lago, sollevato all’accendersi delle luci sul palco da una folta rappresentanza degli oltre 350 lavoratori del teatro; e la lettura di un appello a enti locali e ministero della spettacolo.
Da due anni vi è la mancata corresponsione di fondi da parte del ministero.
La dirigenza, gli orchestrali, tutti, vogliono parlare con Cristina e le pause, tra atto e atto, in cui ci eravamo ripromesse un break saltano.
“Non intendo abbassare la guardia replica a chi le da garanzie sui fondi, sono qui anche per rappresentare il sostegno della Regione ai lavoratori, e ai vertici della Fondazione e non a caso ho inserito il Festival Pucciniano tra i primissimi punti dell’agenda di argomenti che dovrà affrontare con il ministro Galan”.
La Regione sta facendo quanto è nelle sue possibilità perché questa manifestazione possa proseguire con la tranquillità necessaria allo sviluppo della qualità dei suoi prodotti, e continuerà a farlo.
E’ l’ una di notte, scattata qualche foto e assaggiati 2 tortelli si rimonta in auto, alla volta della Torre del Lago by night, dove ad attenderla, con un nuovo ennesimo cambio di registro, dal pianto della Bohème, al sorriso e all’ allegria, c’ è Regina, Luxuria e Paolo Ruffini per l’ elezione a Miss trans 2011.
Anche qui la motivazione della presenza è valida e significativa, non la classica comparsata da politico: La Regione Toscana si è messa al pari dell’Europa e prima in Italia ha inaugurato nel sito ufficiale del turismo www.turismo.intoscana.it
la sezione “Gay Friendly”, in collaborazione con gay.it, il portale con sede a Pisa che è tra i più cliccati d’ Italia. Si tratta di una mappatura delle strutture ricettive dedicate al turismo gay. “.
Peraltro il turismo gay è un settore vivace del mercato, coi suoi circa 70 milioni di turisti all’anno nel mondo secondo le stime dell’istituto di ricerche Tourism Intelligence International.
Ma l’attenzione per questa fascia di pubblico è anche un segnale di “sistema” che mette in atto la vocazione di apertura mentale della Toscana, contraria a discriminazioni e pregiudizi”.
Sono le 3:30 del mattino, io sono cotta, affamata, ma pregusto la domenica che mi permetterà di dormire qualche ora di più.
Lei ha ancora più di un ora di auto e domenica un incontro sulla montagna pistoiese.
Tempo fa scrissi un articolo in riferimento ai papaveri della politica dal titolo “guadagnano poco e si sentono depressi”…Beh, non mi sembra il caso di Cristina, che sempre col sorriso sulle labbra, lavora tanto ed ha sempre una mano tesa per tutti.
http://www.turismo.intoscana.it/
fonte http://www.0564news.it, di Sgambellone Daniela
Doc su 1° gay pride in India inaugura festival LGBT a Firenze
A FIRENZE DAL 7 ALL'11 SETTEMBRE
La prima manifestazione gay in India dopo l'abolizione, nel 2009, della legge che criminalizzava gli atti omosessuali nel documentario 'Section 377' di Adele Tulli inaugurera' 'In the mood for Queer' la prima edizione della manifestazione a tematica gay, lesbico e transgender che si svolgera' dal 7 all'11 settembre sulla spiaggia dell'Arno tra cinema, musica e letteratura.
La manifestazione e' organizzata dall'associazione Ireos e Firenze Creativa in collaborazione con Arcilesbica, Piazzart e con il sostegno della Regione Toscana, Provincia, Comune e Quartiere 1 di Firenze.
'Questa citta' - ha detto Claudio Rossi di Firenze Creativa - e' all'avanguardia per i diritti civili e la cultura delle differenze. Il veicolo culturale e' un ottimo strumento per combattere discriminazioni e pregiudizi'.
Il cartellone presenta cinque documentari in anteprima: 'En Nino Pez' di Lucia Penzo (8 settembre), una versione queer di Thelma e Louise; 'Diversamente etero' di Marica Lizzardo (9 settembre) ispirato all'amore nato tra le concorrenti eterosessuali del Grande Fratello edizione sette; 'Strella' di Koutras Panos sull'amore fra transessuali e infine 'Bear city' di Douglas Langway, un 'Sex and the city' in chiave omosessuale.
'Finalmente - ha detto Bruno Casini, direttore del Florence Queer Festival - anche Firenze si allinea alle citta' internazionali con uno spazio estivo dedicato alle comunita' gay, lesbico e transgender'.
Tra gli eventi collaterali la manifestazione prevede presentazioni di libri tra cui 'Siamo solo amici' del giornalista e scrittore Luca Bianchini e 'Felice e maledetti' di Bruno Casini sugli anni '80 a Firenze tra moda e clubbing.
Tra gli eventi speciali si terra' una pittoresca corsa sui tacchi per soli uomini che competeranno per il premio dedicato a Sylvia Rivera, icona mondiale del movimento omosessuale.
Vai al sito del Festival:
http://www.florencequeerfestival.it/?p=2650
Fonte: ANSA, via http://www.digayproject.org
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Lgbt, Mostra del Cinema di Venezia: Madonna, pochi applausi per l’amore regale di “W.E.”
Madonna arriva alla Mostra dell'Arte Cinematografica di Venezia con un abito nero sexy ed una camicia succinta stretta in vita.
Fuori concorso, Lady Ciccone presenta il suo nuovo lavoro alla regia, il film romantico “W.E.”, che racconta storie d'amore tormentate che si incentrano sulla base dell'amore regale tra Edoardo VIII e la famosa Wallis Simpson.
Madonna, la meravigliosa e trasgressiva Lady Ciccone, dopo il debutto alla regia nel 2008 con il film “Sacro e Profano”, arriva alla 68esima Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia con un nuovo lavoro di regia: “W.E.”.
Il nuovo film della sorprendente showgirl ha ricevuto un plauso ridotto, ed è una scoppiettante commedia romantica che si basa sulla storia di due donne, che a decenni di distanza, intrecciano le loro storie per il comune desiderio di libertà ed amore.
La protagonista del film è Andrea Riseborough che interpreta Wallis Simpson, detta “Wally”, una divorziata americana, molto famosa, innamorata di Edoardo VIII, giovane sovrano che abdicò.
La storia d’amore regale è rivisitata dagli occhi e dal cuore di una giovane newyorkese dei nostri giorni, Madonna, regista non più in erba, ha detto ai giornalisti della Biennale che si ritrova molto nei panni della Simpson e nella sua nuova pellicola ha cercato di tracciare un ritratto veritiero della donna.
Lo scopo del film è raccontare una storia d’amore con mille sfaccettature per dimostrare l’umanità di una donna che era diventata un vero e proprio stereotipo senza anima.
Lady Ciccone si è presentata sul “Red Carpet” con un succinto e sexy abito nero ed una camicia bianca stretta in vita. Un omaggio allo stile dell’icona del film “W.E.”, Wally Simpson
La sexy cantante ed attrice italoamericana racconta in questo film l’amore vero e non nasconde ai giornalisti il suo vero lato spirituale; da circa un anno, infatti, Madonna è una attentissima studiosa della Cabala.
I giornalisti l’hanno allora provocata sulle sue storie finite con gli ex mariti, Sean Penn e Guy Ritchie, ma la cinquantenne bionda si difende rispondendo che il suo amore è sempre andato verso uomini creativi.
Il film romantico “W.E.” sarà distribuito in Italia da Archibald Enterprise Film. Madonna riuscirà a conquistare il pubblico italiano dimostratosi un po’ freddino a Venezia? La classe di Wally Simpson farà aumentare gli incassi?
fonte http://www.igossip.it, da emanuele.ameruso
Madonna arrives at Venezia Airport
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LGBT San Marino all’evento internazionale “Come out & play”
La location e’ quella del regno unito ma la regia e’ tutta sammarinese.
Proprio oggi infatti ha avuto inizio “Come Out & Play” , il primo summit internazionale sui diritti umani delle persone LGBT organizzato dalla LGBT Excellence Centre, l’impresa che Federico Podeschi, cittadino Sammarinese, ha fondato circa quattro fa in Galles per promouovere e dare supporto alle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (da cui l’acronimo LGBT).
A differenza del nostro paese, in cui le tematiche inerenti l’identita’ di genere sono poco conosciute, il Regno unito e’ molto attivo e la politica da’ ampio spazio e collaborazione alla popolazione LGBT per la quale porta avanti iniziative legislative di tutela e supporto.
Come Out & Play, che si tiene presso il municipio di Cardiff dal 31 agosto al 2 settembre, prevede un fitto programma di workshop e conferenze, con oltre settanta relatori provenienti da tutto il mondo.
“Questo Summit sui diritti umani delle persone LGBT –ha dichiarato Federico Podeschi – è una importante occasione per politici, imprenditori e organizzazioni di tutti i settori di connettersi con esperti nel Regno Unito e da tutto il mondo al fine di sviluppare una più profonda comprensione e una maggiore uguaglianza per i diritti umani delle persone appartenenti a minoranze di genere “.
Anche l’Associazione LGBT San Marino ha partecipato ai lavori. Nella giornata odierna infatti, il Segretario Michele Pazzini e Marianna Bucci hanno tenuto un workshop specifico sul tema “Essere gay nella piu’ antica e piccola Repubblica del mondo” durante il quale hanno illustrato le difficolta’ e le discriminazioni che le persone LGBT devono affrontare nel nostro paese, mettendo l’accento sulla mancanza di cultura e di informazione che ruota intorno a tutte le questioni inerenti la sessualita’, la prevenzione, l’identita’ di genere, la diversita’.
Il vertice ha ricevuto il sostegno dei personaggi politici e celebrità di tutto il Regno Unito.
Tra gli altri, ci sembra interessante citare l’On.le Theresa May MP, Ministro degli Interni e Ministro per le Donne e le Uguaglianze, che ha dichiarato: “Mentre celebriamo il vero progresso verso l’uguaglianza in questi ultimi anni, non dobbiamo essere compiacenti e stiamo lavorando duramente per ottenere di più.
A marzo, il Governo ha pubblicato di lavoro per lesbiche, gay, bisessuali e transgender “Uguaglianza: Moving Forward” in cui abbiamo delineato passi per affrontare il bullismo omofobico e transfobico, per incoraggiare la segnalazione di crimini d’odio e di vedere come la legislazione in grado di sviluppare in materia di pari matrimonio civile e partnership , solo per citarne alcuni. ”
Come Out & Play diventerà un evento internazionale con cadenza annuale per dimostrare che siamo in grado di trasformare la società, abbracciare tutti e di accettare le diversità di cui tutti facciamo parte.
Di sicuro e’ un punto di orgoglio che al timone ci sia un cittadino sammarinese.
l’evento e’ visibile in streaming sul sito www.lgbtec.org.uk
fontehttp://www.sanmarinonotizie.com
giovedì 1 settembre 2011
Lgbt: Adinolfi amico di Lehner su trans e gay, articolo di Matteo Winkler, Avvocato e socio di Rete Lenford
Le vacanze sono sempre una parentesi. Prima di loro, c’è la dichiarazione dei redditi.
Dopo, la manovra e la manovra bis, e magari quella ter, in modo da non farci mai mancare niente.
E in questa parentesi, di cose ne possono succedere molte.
Succede, ad esempio, che la deputata Paola Concia, nota promotrice del disegno di legge contro l’omofobia purtroppo affossato per ben due volte alla Camera, l’ultima non molto tempo fa, si unisca alla sua compagna Ricarda Trautman a Francoforte, in Germania, celebrando un’unione solidale (Lebenspartnerschaft) secondo la disciplina in vigore in quel Paese dal 2001. Succede anche che il capogruppo del Pd al Comune di Bologna, Sergio Lo Giudice, si sposi a Oslo con il suo compagno Michele Giarratano, responsabile dello sportello legale di Arcigay.
E succede anche che infurino le polemiche.
Anzi, che chi fa polemica sul matrimonio tra persone dello stesso sesso accusi le persone ora menzionate di fare polemica. Sì, perché qualcuno ha dichiarato sui giornali che sposarsi all’estero è solo “una baracconata“, un modo per attirare l’attenzione su di sé e per “scatenare l’ennesimo, sterile, scontro“.
E io mi sento proprio stupido, dico ingenuo per non svilirmi, per aver pensato per un solo istante che ci si sposasse per amore. Magari quelli che accusano i gay di fare propaganda sono poi gli stessi che vanno a sposarsi a Las Vegas.
Così, perché “è fico”. E quello che “è fico” per alcuni, si sa, per gli altri è solo una baracconata, ovviamente.
Succede poi, sempre parlando della “pausa estiva” – metto le virgolette perché in realtà il peggio non conosce pause – che Mario Adinolfi, già candidato alle primarie del Pd, quindi non proprio l’ultimo arrivato, accusi le persone transessuali di essere dei “moderni ircocervi” (per chi non lo sapesse, l’ircocervo designa un essere mitologico per metà caprone e per metà cervo).
Adinolfi non è nuovo agli attacchi alle persone omosessuali e transessuali, e quindi può ben dirsi iscritto tra i soci della ben nota Lobby omofobica (e transfobica) del Parlamento.
Tra i soci c’è anche Giancarlo Lehner, che recentemente ha definito il sesso tra uomini “un’azione tecnicamente violenta” (tecnicamente?!), indipendentemente dal fatto che sia “amorevole nelle intenzioni” (ma questo non vale per il sesso tra donne). E mi fermo qui, perché trovo già abbastanza inquietante che un esponente di spicco del Pd si collochi accanto a uno del Pdl su idee che si potrebbero definire sconcertanti in una società veramente aperta e democratica.
Mi fermo perché penso che offendere le persone transessuali qualificandole come delle bestie mitologiche e denigrare le persone omosessuali perché decidono di autoesiliarsi per ottenere all’estero quello che questo Paese ipocrita non riesce a concedere, sia un atto profondamente ingiusto e, ripeto, offensivo. Le persone hanno una dignità indipendentemente dal fatto di essere gay, lesbiche, bisessuali o transessuali.
Anche loro sono persone. Il fatto che due uomini o due donne vogliano sposarsi, e lo facciano all’estero nella consapevolezza, coraggiosa e tragica al contempo, che quella licenza coniugale non vale nulla nel loro Paese, non toglie nulla a nessuno. Gli eterosessuali che lo desiderano continueranno a potersi sposare con l’uomo o con la donna di loro scelta.
Mi chedo cosa vogliano ottenere persone come Adinolfi e Lehner con le loro dichiarazioni.
Dare dei caproni e dei violenti a una classe di cittadini è dignitoso?
No, non lo è, ed anzi è politicamente molto pericoloso, perché alimenta l’odio nei confronti dell’intera classe.
Mi chiedo, soprattutto, se costoro si rendano conto che tutt’intorno a noi ci sono Paesi che riconoscono certi diritti alle persone transessuali e omosessuali, diritti negati qui in Italia.
Loro sanno benissimo che il grado di civiltà di una nazione si misura nella capacità, anche giuridica, di riconoscere valore alle differenze: ed è grazie a loro che il nostro Paese, proprio in questo ambito, è tuttora fermo alla preistoria dei diritti.
Per questo, e solo per questo, li ringraziamo.
Matteo Winkler, Avvocato e socio di Rete Lenford
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/30/adinolfi-amico-di-lehner-su-trans-e-gay/154193/
Lgbt: Non si può licenziare un/a transessuale perché ha cambiato sesso
LA NORMATIVA COMUNITARIA VIETA IL LICENZIAMENTO DI UN TRANSESSUALE PER MOTIVI INERENTI IL CAMBIAMENTO DEL SESSO
A promuovere la pronuncia della Corte di Giustizia della Comunità Europea è stata un'ordinanza di un tribunale del Regno Unito, ed in particolare dell’Industrial Tribunal di Truro, che ha ritenuto che fosse necessaria una pronuncia pregiudiziale della Corte di Giustizia della Comunità Europea, ai sensi dell’art 177 del Trattato Cee, circa l’effettivo contenuto dell’art. 5 n. 1 della direttiva n.76/207.
Ad avviso del Tribunale inglese, è necessario accertare se la norma ed il divieto di discriminazione per motivazioni di carattere sessuale, in esso contenuto, debba o meno essere riferito anche alle discriminazioni conseguenti alla modifica della propria identità sessuale.
In particolare il signor P., cittadino del Regno Unito, aveva effettuato la modifica della propria identità sessuale, con la transizione verso un'identità di sesso femminile.
Tuttavia a seguito dell’avvenuta modifica dei propri caratteri sessuali, esso era stato licenziato, posto che il datore di lavoro, sia pure avendo apparentemente motivato la cessazione del rapporto di lavoro sulla base di un presunto esubero nel personale dell’istituto scolastico presso il quale il signor P. prestava la propria attività di lavoro, aveva in realtà ritenuto di rescindere il rapporto con il signor P. a seguito della modifica della sua identità sessuale.
Il Tribunale Industrial di Truro adito in primo grado, dal cittadino britannico, constata anzitutto l'indiscutibile dato normativo, che il Sex Discrimination Act (legge che vieta le discriminazioni fondate sul sesso nell’ordinamento britannico) riguarda solo ed esclusivamente le discriminazioni che hanno origine dall’appartenenza di un cittadino all’uno ovvero all’altro sesso; pertanto non riguarda il caso di specie connotato da una transizione dall’una all’altra identità sessuale, e dalla conseguente discriminazione in ragione di essa.
Tuttavia il Tribunale inglese, consapevole che tali casi trovano una forma di tutela nell’ordinamento europeo sovranazionale, e cosciente che l’ art. 5 della direttiva n. 76/207, nulla si dice in punto al caso specifico, non poteva fare altro che richiedere l’intervento della Corte di Giustizia della Comunità Europea, sull’esatta interpretazione della norma.
Dal dettato normativo immediatamente emerge che nulla si dice circa l’ipotesi del transessualismo, lasciando pertanto all'interprete, la questione circa la ricomprensione, o meno del predetto caso tra quelli vietati dalla norma.
La posizione della Corte è netta, e non ammetta repliche, al punto 22 della sentenza, si legge infatti che un'eventuale esclusione dai casi vietati dal n.1 art. 5 delle discriminazioni, cui possa essere fatto oggetto chi abbia modificato la propria identità sessuale equivarrebbe a ledere in maniera decisiva, la dignità e la libertà del transessuale, valori, prosegue la Corte, che sempre debbono essere tutelati e la cui protezione è compito precipuo di tale Corte.
Pertanto da quanto detto sopra, la questione sollevata in merito al n. 1 dell’ art 5 della direttiva 76/ 207, deve essere risolta nel senso di ritenere che il divieto contenuto nella norma riguardi tutte le discriminazione fondate sul sesso di una persona senza escludere il caso del transessualismo.
Avv. Sergio Armaroli, Via Solferino, 30 - 40124 Bologna Tel(+39)051.6447838
fonte http://www.avvocatoabologna.it/news-116-non-si-pua-licenziare-un-transessuale-percha-ha-cambiato-sesso.html
Lgbt Eventi: Dalle piazze ai supermercati, la Danza Urbana invade Bologna
Ogm Mon Amour. La location? Un supermercato
La città è spesso vista come il luogo del caos e dell’alienazione, in cui tra automobili, semafori, vetrine e rumori si può perdere il contatto con gli altri e smarrire l’attenzione verso gli scorci, talvolta bellissimi, che caratterizzano certe realtà urbane. E allora ci si dice che bisognerebbe guardarsi attorno con più attenzione, lasciando che vie e piazze riacquistino una vita e una bellezza dimenticate ma sorprendenti.
Questo è quello che accade a Bologna ormai da 15 anni nelle prime settimane di settembre grazie al festival Danza Urbana: strade, portici, piazze e palazzi del capoluogo felsineo si trasformano nei luoghi deputati per accogliere performance di artisti italiani e internazionali, che si confrontano con la necessità di creare in contesti non convenzionali e dotati di carattere, storia e identità ben definite.
Numerose quindi le sfide che da sempre si propone Danza Urbana che, sotto la direzione di Massimo Carosi, cerca di portare l’arte elitaria per eccellenza fuori da teatri spesso poco frequentati e di collocarla in luoghi accessibili a chiunque, dando vita ad esperienze di condivisione e socializzazione che poggiano su una visione democratica della danza e della cultura. Un incentivo in più per lasciarsi incuriosire? L'entrata gratuita a tutti gli spettacoli.
Sperimentazione, qualità e internazionalità dunque: il festival, infatti, offre da sempre spazio ad artisti emergenti, dando loro visibilità e possibilità di un importante contatto col pubblico. Inoltre è inserito nel network internazionale CDQ Città che danzano, anch’esso attivo nella promozione della giovane danza in contesti non teatrali.
Diamo uno sguardo agli appuntamenti dell’edizione 2011 del festival, che si svolgerà da domani, 1° settembre, fino al 10.
Una prima nazionale ai Giardini del Cavaticcio darà il via alla rassegna: si tratta di “Cette immense intimité”, un assolo coreografato dal francese Fabrice Guillot (compagnia Retouramont) e interpretato da Olivia Cubero, che danzerà appesa a un muro su cui verranno proiettate immagini cangianti e multiformi, il tutto mentre le sequenze danzate vengono catturate dal video in una sorta di riscrittura parallela.
Dedicata al Collettivo Cinetico della ferrarese Francesca Pennini è invece la giornata del 3 settembre, articolata in un doppio appuntamento: si parte alle 17 e si compie un itinerario tra la Stazione Centrale e Porta Galliera per assistere a “XD- 5 vignette sfuse per uso topico”, ironico lavoro sui miti della società di massa e della cultura pop diviso in azioni e situazioni frammentate e dislocate in ambientazioni diverse.
Alle 19, presso il quadrivio di Palazzo Re Enzo, segue “0+< scritture viziose sull’inarrestabilità del tempo-studio#9”, una ricerca sulla relazione tra due diverse forme di effimero: quella del corpo in movimento e quella dell’istante, dell’attimo.
Ancora con un artista italiano si chiude il primo week end di Danza Urbana: si tratta di Biagio Caravano di MK che il 3 settembre presenterà, a ulteriore riprova del legame tra il festival e la comunità cittadina, l’esito di un laboratorio di 5 mesi condotto con danzatori e performer bolognesi. “Park” è infatti il risultato di uno studio che mette in rapporto il corpo con qualsiasi tipo di contesto spaziale, producendo un accumulo di vissuti, situazioni, ma anche nuove possibilità di movimento.
Bologna sarà poi invasa da due appuntamenti infrasettimanali: martedì 6 settembre piazza Liber Paradisius accoglierà un’improvvisazione a quattro voci dal titolo “Fragments Choréographiques”, con i tre danzatori della compagnia Styil’ o’ Styl. Mescolando tecnica contemporanea e hip hop, danzeranno sulle note di un musicista che mixerà dal vivo percussioni e musica elettronica.
Un mezzogiorno al supermercato il 7/9, precisamente alla Coop Minganti, per “Ogm mon amour” della coreografa umbra Paola Lattanzi e il suo Progetto Aska che, tra carrelli e scaffali, proporrà un lavoro che intende sviscerare le implicazioni politiche legate agli acquisti quotidiani, insieme alle questioni relative alla biodiversità e alle filiere alimentari.
Nuovo appuntamento con Lattanzi (ma in piazza XX settembre, alle ore 20) per “Crash test”: coinvolgendo attivamente il pubblico, la performance si trasformerà in riflessione sulle componenti della rappresentazione e sullo spazio in cui quest’ultima ha luogo.
Nell’ultimo fine settimana del festival, nell'ambito del progetto Intercity, si svolgeranno performance coreografiche, più o meno in contemporanea, non solo a Bologna ma anche a Ravenna e Ferrara, dando vita a un collage quanto mai variegato di danze, suoni, provenienze e ambientazioni.
Performance a ripetizione per il pomeriggio multietnico del 9 settembre firmato Masdanza, piattaforma internazionale per la promozione coreografica in spazi non teatrali che indice ogni anno un concorso arrivato alla sedicesima edizione.
Bologna ospiterà le creazioni vincitrici dell’ultima edizione: “The gentleness was in her hands” della canadese Helen Simoneau, “Bachelor Day” dell’ungherese Zoltàn Grecsò, “Un ricamo fatto sul nulla” del coreografo bolognese Fabrizio Favale e infine “Tao Te” dell’ungherese Ferenc Fehér.
Il Parco della Montagnola sarà invece il luogo per la performance conclusiva del festival, sabato 10 settembre, che vedrà come protagonista la finalista del premio Gd’A (giovani danz’autori dell’Emilia Romagna) Francesca Burzacchini con “Garage Kit”. Singolare il soggetto del lavoro: gli Otaku, gli appassionati di fumetti e animazione giapponesi, spesso così presi da questo mondo fantastico da perdere il contatto con quello reale.
Un’offerta ricca e poliedrica quella di Danza Urbana, che intende fare del confronto fra le diversità uno dei propri punti di forza, trasformando per qualche giorno Bologna in accogliente e affascinante crocevia per danze dal mondo.
fonte http://www.klpteatro.it di Giulia Taddeo
La città è spesso vista come il luogo del caos e dell’alienazione, in cui tra automobili, semafori, vetrine e rumori si può perdere il contatto con gli altri e smarrire l’attenzione verso gli scorci, talvolta bellissimi, che caratterizzano certe realtà urbane. E allora ci si dice che bisognerebbe guardarsi attorno con più attenzione, lasciando che vie e piazze riacquistino una vita e una bellezza dimenticate ma sorprendenti.
Questo è quello che accade a Bologna ormai da 15 anni nelle prime settimane di settembre grazie al festival Danza Urbana: strade, portici, piazze e palazzi del capoluogo felsineo si trasformano nei luoghi deputati per accogliere performance di artisti italiani e internazionali, che si confrontano con la necessità di creare in contesti non convenzionali e dotati di carattere, storia e identità ben definite.
Numerose quindi le sfide che da sempre si propone Danza Urbana che, sotto la direzione di Massimo Carosi, cerca di portare l’arte elitaria per eccellenza fuori da teatri spesso poco frequentati e di collocarla in luoghi accessibili a chiunque, dando vita ad esperienze di condivisione e socializzazione che poggiano su una visione democratica della danza e della cultura. Un incentivo in più per lasciarsi incuriosire? L'entrata gratuita a tutti gli spettacoli.
Sperimentazione, qualità e internazionalità dunque: il festival, infatti, offre da sempre spazio ad artisti emergenti, dando loro visibilità e possibilità di un importante contatto col pubblico. Inoltre è inserito nel network internazionale CDQ Città che danzano, anch’esso attivo nella promozione della giovane danza in contesti non teatrali.
Diamo uno sguardo agli appuntamenti dell’edizione 2011 del festival, che si svolgerà da domani, 1° settembre, fino al 10.
Una prima nazionale ai Giardini del Cavaticcio darà il via alla rassegna: si tratta di “Cette immense intimité”, un assolo coreografato dal francese Fabrice Guillot (compagnia Retouramont) e interpretato da Olivia Cubero, che danzerà appesa a un muro su cui verranno proiettate immagini cangianti e multiformi, il tutto mentre le sequenze danzate vengono catturate dal video in una sorta di riscrittura parallela.
Dedicata al Collettivo Cinetico della ferrarese Francesca Pennini è invece la giornata del 3 settembre, articolata in un doppio appuntamento: si parte alle 17 e si compie un itinerario tra la Stazione Centrale e Porta Galliera per assistere a “XD- 5 vignette sfuse per uso topico”, ironico lavoro sui miti della società di massa e della cultura pop diviso in azioni e situazioni frammentate e dislocate in ambientazioni diverse.
Alle 19, presso il quadrivio di Palazzo Re Enzo, segue “0+< scritture viziose sull’inarrestabilità del tempo-studio#9”, una ricerca sulla relazione tra due diverse forme di effimero: quella del corpo in movimento e quella dell’istante, dell’attimo.
Ancora con un artista italiano si chiude il primo week end di Danza Urbana: si tratta di Biagio Caravano di MK che il 3 settembre presenterà, a ulteriore riprova del legame tra il festival e la comunità cittadina, l’esito di un laboratorio di 5 mesi condotto con danzatori e performer bolognesi. “Park” è infatti il risultato di uno studio che mette in rapporto il corpo con qualsiasi tipo di contesto spaziale, producendo un accumulo di vissuti, situazioni, ma anche nuove possibilità di movimento.
Bologna sarà poi invasa da due appuntamenti infrasettimanali: martedì 6 settembre piazza Liber Paradisius accoglierà un’improvvisazione a quattro voci dal titolo “Fragments Choréographiques”, con i tre danzatori della compagnia Styil’ o’ Styl. Mescolando tecnica contemporanea e hip hop, danzeranno sulle note di un musicista che mixerà dal vivo percussioni e musica elettronica.
Un mezzogiorno al supermercato il 7/9, precisamente alla Coop Minganti, per “Ogm mon amour” della coreografa umbra Paola Lattanzi e il suo Progetto Aska che, tra carrelli e scaffali, proporrà un lavoro che intende sviscerare le implicazioni politiche legate agli acquisti quotidiani, insieme alle questioni relative alla biodiversità e alle filiere alimentari.
Nuovo appuntamento con Lattanzi (ma in piazza XX settembre, alle ore 20) per “Crash test”: coinvolgendo attivamente il pubblico, la performance si trasformerà in riflessione sulle componenti della rappresentazione e sullo spazio in cui quest’ultima ha luogo.
Nell’ultimo fine settimana del festival, nell'ambito del progetto Intercity, si svolgeranno performance coreografiche, più o meno in contemporanea, non solo a Bologna ma anche a Ravenna e Ferrara, dando vita a un collage quanto mai variegato di danze, suoni, provenienze e ambientazioni.
Performance a ripetizione per il pomeriggio multietnico del 9 settembre firmato Masdanza, piattaforma internazionale per la promozione coreografica in spazi non teatrali che indice ogni anno un concorso arrivato alla sedicesima edizione.
Bologna ospiterà le creazioni vincitrici dell’ultima edizione: “The gentleness was in her hands” della canadese Helen Simoneau, “Bachelor Day” dell’ungherese Zoltàn Grecsò, “Un ricamo fatto sul nulla” del coreografo bolognese Fabrizio Favale e infine “Tao Te” dell’ungherese Ferenc Fehér.
Il Parco della Montagnola sarà invece il luogo per la performance conclusiva del festival, sabato 10 settembre, che vedrà come protagonista la finalista del premio Gd’A (giovani danz’autori dell’Emilia Romagna) Francesca Burzacchini con “Garage Kit”. Singolare il soggetto del lavoro: gli Otaku, gli appassionati di fumetti e animazione giapponesi, spesso così presi da questo mondo fantastico da perdere il contatto con quello reale.
Un’offerta ricca e poliedrica quella di Danza Urbana, che intende fare del confronto fra le diversità uno dei propri punti di forza, trasformando per qualche giorno Bologna in accogliente e affascinante crocevia per danze dal mondo.
fonte http://www.klpteatro.it di Giulia Taddeo
Lgbt: OmoTransfobia in diretta al TG: "Miss Trans? Mi rifiuto!"
Il conduttore di un telegiornale locale in diretta: "Mi rifiuto di trasmettere le immagini di Miss Trans Italia".
E ancora: "Ingiusto tenere in casa i diversi, ma niente concorsi di bellezza"
Grazie alla segnalazione di un lettore abbiamo trovato in rete un'interessante spezzone di "Dì Lucca", un telegiornale locale che si occupa di notizie della piana lucchese e che va in onda sul digitale terrestre oltre che sul web (Guarda il video in basso).
Durante l'edizione di lunedì scorso dopo aver dato una notizia sul concorso di Miss Italia che si svolgerà nei prossimi giorni a Montecatini, il conduttore - e direttore della testata - Daniele Vanni parla di un concorso "di altro tipo", e cioè di Miss Trans Italia che si era svolto il sabato precedente.
"Mi rifiuto di passare le immagini (del concorso, ndr), pur avendocele, così come abbiamo fatto per Mister Gay Italia", dice il giornalista come se fosse la cosa più normale del mondo. "Se è considerato ingiusto tenere in casa i diversi - è il ragionamento - fare i Gay Pride o organizzare dei concorsi di bellezza mi sembra eccessivo".
"Torre del Lago - conclude il conduttore riferendosi alla visibilità di gay e lesbiche - da questo punto di vista, sta diventando un problema di ordine pubblico. Ma forse non ce ne accorgiamo".
Opinioni personali, dunque, mischiate a notizie senza quel minimo di separazione tra le due come vorrebbe la deontologia professionale. Immagini che sono ancora lì, ben visibili sul sito dell'emittente e sul canale Youtube di Gay.it sul quale abbiamo caricato solo lo spezzone "incriminato".
Vanni, che oltre ad essere giornalista è anche psicologo, si è detto sorpreso per essere stato contattato da Gay.it al quale non ha però voluto dare spiegazioni né confermare - o al limite smentire - quanto affermato durante il TG.
Gli organizzatori dei due concorsi, invece, non rinunciano a dire la loro e, anzi, preannunciano azioni giudiziarie.
"Le dichiarazioni volgarmente omofobe di Daniele Vanni - affermano Alessio De Giorgi, patron del concorso di Mister Gay Italia, e Regina Satariano, organizzatrice di Miss Trans Italia - dimostrano quanto in questo paese sia necessario tenere alta la guardia su questi temi e quanto sia urgente una legge che punisca severamente l'omofobia, anche quella verbale".
"Come organizzatori dei due concorsi citati da questo giornalista nonché psicologo - proseguono - non possiamo che annunciare un esposto all'Ordine dei Giornalisti, a quello degli Psicologi di Lucca nonché al CORECOM regionale, che secondo la legge regionale contro le discriminazioni sessuali approvata nel 2004 dalla Regione Toscana, ha precise competenze in materia di controllo della correttezza di informazione da parte dei media regionali su questi temi".
fonte http://www.gay.it/ di Daniele Nardini
Lo spezzone del telegiornale locale in cui il conduttore, che è anche psicologo, dichiara di rifiutarsi di mandare in onda il servizio su Miss Trans Italia
mercoledì 31 agosto 2011
Lgbt Modena: Stasera alle 19.30 allo spazio Arci Cabò si proietta il documentario ‘Diversamente Etero’
Stasera 31 agosto Cabò aperitivo presenta il documentario ‘Diversamente etero’, alle 19:30 allo spazio Cabò GD/Arci della Festa del PD di Modena.
La notte di Capodanno del 2010 Sarah Nile e Veronica Ciardo, due concorrenti del Grande fratello, si baciano in diretta tv. Mentre le associazioni LGBT (acronimo che sta per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) le giudicano come l’ennesimo episodio di trash televisivo, molte donne iniziano a seguirle, denunciando la differenza tra la versione ufficiale della storia e quella ricostruita con gli estratti dei loro video.
Il documentario ‘Diversamente Etero’ racconta un fenomeno esteso, riflettendo sul trattamento delle tematiche lgbt da parte dei media attraverso filmati censurati dalla tv, interviste a fan, attivisti, giornalisti ed esperti di comunicazione.
Alla proiezione seguirà il dibattito con Elena Tebano e Milena Cannavacciuolo – autrici del filmato, Fabio Astrobello – Responsabile Nazionale Gd Diritti Civili – e Giorgio Dell’Amico – Presidente ARCIGAY Modena.
L’iniziativa, organizzata da Arci Comitato Provinciale di Modena, rientra nel programma dello Spazio Cabò Giovani Democratici/Arci per la festa del PD a Modena, stradello Anesino Nord.
Il programma integrale è disponibile sul sito www.arcimodena.org. Per ulteriori informazioni contattare: 059 2924764 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 19) o scrivere a arcimix@gmail.com
FONTE http://www.sassuolo2000.it
LGBT: I VINCITORI DEL GENDER DOCUFILM FESTIVAL 2011
Mille presenze di pubblico in tre giorni, 50 accreditati tra registi, produttori, studenti italiani e stranieri, operatori culturali, direttori di festival e giornalisti.
Sono i dati che registra la seconda edizione del “Gender DocuFilm Fest” diretta dal critico cinematografico Giona A. Nazzaro che si è conclusa il 27 agosto a Roma.
“Questo piccolo festival – ha detto Giona A. Nazzaro, direttore artistico – ha confermato il ruolo chiave del documentario che non è un format televisivo pigro ma la forma cinematografica per eccellenza; la forma più viva.
L’equivalente della new wave nel cinema. Autoproduzione, sguardi leggeri, capacità di sfidare e interrogare il presente fanno del documentario il genere cinematografico più stimolante e eccitante.
Questo festival ha come missione e ambizione di porsi al cuore di uno snodo politico, formale e dialettico di sempre maggiore apertura. Il documentario è vita e il GENDER DOCUFILM FEST uno dei luoghi dove questa vita è possibile toccarla con mano”.
Premio della giuria
La giuria internazionale - presieduta dal cineasta Luca Guadagnino e composta da Sonja Henrici (produttrice, regista e sceneggiatrice, attualmente lavora come direttore di produzione presso lo Scottish Documentary Institute di Edinburgo), Robert Greene (uno dei registi più innovativi del nuovo documentario statunitense) e Alberto Lastrucci (co-direttore del Festival dei Popoli di Firenze) – ha assegnato il premio “Miglior Film” a Kathakali di Cédric Martinelli e Julien Touati.
“Il film vincitore – si legge nelle motivazioni - trasporta il concetto di gender in un nuovo territorio.
E’ un film di corpi sul portare se stessi al limite della propria esperienza.
E’ un film sulla perseveranza e sulla forza fisica ed è infine un film che contribuisce a formulare una metafora completamente nuova che illumina il genere come entità a sé stante.
La ricerca del sé in questo film viene attuata contro e nonostante le differenze culturali e le limitazioni fisiche. La giuria sente che questa opera è la più audace nella visione di cosa l’identità significa per l’individuo”.
Menzione speciale
La menzione speciale è stata assegnata a “Regretters” di Marcus Lindeen. Un film che racconta due storie uniche che sfidano i nostri preconcetti attraverso uno stile minimale che riesce a ottenere il massimo effetto.
La prossimità emotiva di questi due essere umani e l’esplorazione cinematografica del paesaggio dei volti illumina le loro storie radicalmente singolari permettendoci di passare dal particolare all’universale.
Inoltre il film di Lindeen ha conquistato anche il premio del pubblico risultando il film più amato della seconda edizione.
Visita il sito: www.genderdocufilmfest.org
fonte http://www.digayproject.org
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Lgbt: RAI 3 PRESENTA TRANSITI "CON GLI OCCHI DI UNA TRANS" IL PRIMO PROGETTO TRANSMEDIALE DEL NETWORK PUBBLICO, STASERA ALLE 23:45
Per avvicinarci con sensibilità al mondo transgender
Italia Un documentario tv, una serie radiofonica, un video blog, una mini-serie web e uno sportello telematico di approfondimento Per avvicinarci con sensibilità al mondo transgender Essere trans è una condizione esistenziale. Molte volte archiviata con facili etichette, bollata di immoralità. Questo documentario è un invito a scendere sotto la crosta mediatica, a entrare in un microcosmo per lo più conosciuto attraverso giudizi scontati e quasi sempre denigranti.
Dietro a un/una trans, solitamente visto/a come ‘oggetto’ grottesco, innaturale, facile bersaglio di derisione, esiste una personalità: con i suoi sogni, le sue paure, le sue difficoltà, le sue aspirazioni. In poche parole: realizzare il desiderio di una vita normale. Alessandra, Angelo e Kathrina hanno deciso di raccontarsi in prima persona, senza filtri, commenti o giudizi esterni fuorvianti. Non rispondono alle solite domande, ma attraverso i loro percorsi simili e nello stesso tempo diversi, pongono delle domande a tutti noi.
Ci invitano a meditare con più profondità sulla loro condizione e, soprattutto, sulla nostra capacità di andare oltre la superficialità del pregiudizio. La domanda che resta alla fine della visione è: cosa è la normalità, chi puo' dirsi normale?
il primo progetto di sensibilizzazione transmediale
/ web / radio / tv / della Radiotelevisione Italiana
una produzione FargoFilm 2+1 e DocAbout
in associazione con Oltre lo Specchio/ Gruppo Abele
con la collaborazione di Rai 3, Radio 3, Rai Net
ideazione e direzione artistica Davide Tosco
coordinamento editoriale Alessandro Bernard
social media and transmedia strategist Giovanni Calia
testi di Alessandra Tria, Angelo Correale, Katherina Stecher
Alessandro Bernard, Paolo Ceretto, Davide Tosco
collaborazione ai testi Nicola Rondolino creative consultant Francesco Lanucara
musiche originali di Umberto Fantini mix audio Vito Martinelli
website Timmytag superficie di navigazione Carlo Emilio Zummo
produttori associati Roberto Stradella e Francesca Portalupi
prodotto da Davide Tosco e Ladis Zanini
capostruttura RAI 3 Annamaria Catricalà
capo progetto DOC3 Lorenzo Hendel produttrice esecutiva Monica Pacini
responsabile editoriale TRE SOLDI per Radio RAI 3 Fabiana Carobolante
responsabile editoriale per RAI NET Claudio Baldino
responsabile marketing e innovazione RAI 3 Federica Pitascio
TRANSITI è un percorso partecipato di creazione narrativa multipiattaforma che vuole porci di fronte ad una prospettiva estremamente personale sul mondo transgender. Lo sguardo è 'dal di dentro', il punto di vista diventa uno spazio 'conquistato' dai/dalle protagonisti/e che si impossessano di un ruolo mediatico nel quale essere in controllo della propria immagine. TRANSITI vuole essere un veicolo strumentale a riaffermare la dignità senza la paura del giudizio, abolendo o esaltando lo stereotipo a seconda della rappresentazione consapevole di se.
TRANSITI intende essere un aiuto a comprendere la complessità di un microcosmo conosciuto principalmente attraverso una dimensione mediatica limitata e troppo spesso discriminante. Concepito come un meccanismo di auto- rappresentazione transmediale TRANSITI è un dispositivo di documentazione dove eventi autobiografici diventano funzionali a stimolare nello spettatore un senso di empatia e prossimità.
TRANSITI, per la prima volta in Italia, si articola attraverso le piattaforme Web della RAI (radio, Web, tv) e un sito dedicato che diventa risorsa permanente di approfondimento e discussione. In anteprima assoluta per il network pubblico italiano viene sviluppato e presentato al pubblico, un nuovo genere narrativo nato dall´incontro tra Web, la produzione televisiva, radiofonica e l´Augmented Reality Game, che presuppone la transmedialità e l´interazione con il pubblico, insieme ad un documentario partecipato dal basso, la cui essenza è il racconto di tre personaggi che, quotidianamente hanno raccontato la loro condizione di transito.
I contenuti sono stati progettati e realizzati non per essere spostati da una piattaforma ad un´altra, bensi per integrarsi in un perfetto equilibrio comunicativo, offrendo di volta in volta nuovi spunti di riflessione ed approfondimento allo spettatore TV, all´utente Web e al radioascoltatore che diventano così i veri protagonisti di una storia vissuta in prima persona. La forte caratterizzazione Web del progetto e la sua nativa predisposizione al confronto e alla multicanalità, non ha potuto esimersi dal vivere anche sui principali social network, dove è stata attinta ulteriore capacità di scambio e riflessione.
Le discussioni, oltre che sul sito dedicato transiti.eu, sul sito di Rai 3 e durante 3Soldi, il programma radiofonico di Radio 3 dedicato all'audio documentario, sono state dunque sviscerate anche sui social network come Facebook e Twitter, in cui il progetto ha trovato ulteriore linfa vitale per spunti creativi e sociali, diventando a tutti gli effetti una lente di ingrandimento sulla società italiana e sul rapporto suo rapporto con queste tematiche.
• TRANSITI Documentario TV, 1 x 50min.
• POSIZIONI DI TRANSITO Serie radiofonica e podcast
interattivI, 5 x 20min.
• SPORTELLO TELEMATICO www.transiti.eu
• IO TRANS Mini-serie web, 5 x 3min.
• TU TRANS Video Blog
Non so se vi ho già detto che sto scrivendo un'autobiografia. Scrivo quello che mi accade o quello che mi è accaduto. Autobiografia... Non immaginavo dove poi sarei andata a finire. Non puoi inventare perchè non è un libro di fiabe o un libro di avventure. E' un libro della tua vita, di quello che hai fatto, di quello che vorresti fare e via dicendo. Noi vediamo le cose da ambo le parti, dalla parte maschile e dalla parte femminile, a volte siamo agevolati su questo caso e a volte ci crea dei seri problemi.
ALESSANDRA TRIA
Beh, prima di decidere di diventare uomo. Prima mi sono vissuto l'ambiguità, quella fase di 'non sai ne di carne ne di pesce'. E la gente ti guardava e non sapeva se eri uomo o donna... Perchè vivere in ambiguità non è bello. Cioè se hai un corpo che non ti appartiene... dentro sei un uomo... non è facile da combattere.
Ti devi comunque accettare. Sin da piccolino volevo essere un maschietto uomo, maschio... Questa cosa del seno e della vagina non fanno parte del mio corpo. Sarò solo uomo, non più ambiguo o trans che sia, uomo, basta, punto.
ANGELO CORREALE
Sono stata tutta la notte a pensare, ho avuto un po' di difficoltà a prendere sonno perchè io ho una certa sensibilità, mi preoccupo tante volte troppo per certe cose. io ho pensato che uno dei possibili responsabili di questa cosa puo' essere la cura ormonale che, mi è stato detto, influisce in modo anche rilevante. Certe volte io ho pensato di non riuscire a farcela.
Non bisogna mai perdere la speranza, darsi per vinti. Una volta tornata a casa mi sono sentita abbastanza presa dalla disperazione, il giorno dopo le cose sono andate decisamente meglio, sono tornata a pensare in modo più positivo. Anche grazie alla bella giornata e al piccolo giro in bici che mi è venuto da fare nel pomeriggio.
KATERINA STECHER
Facciamo un viaggio. Lo facciamo tutti. Da un luogo all’altro, da un passato a un futuro, da come eravamo prima a come siamo oggi… Un passaggio, un percorso, un movimento. Per qualcuno questo viaggio è più lungo, più difficile… Da uomo a donna, da donna a uomo. Un passaggio tra due persone che sono una sola…
TRANSITI è la storia di questi viaggi. Alessandra, Katherina, Angelo, del loro percorso da un sesso all’altro. Ogni viaggio ha le sue insidie, i suoi momenti bui. E ogni viaggio ha le sue gioie, quando vedi la meta, la senti, sai che sei vicino e non l’hai ancora raggiunta…
I nostri viaggiatori sono solo in transito. Il loro viaggio non è finito. Nelle valigie hanno vite, amori, amici, famiglie. Cercano di portare tutto con loro, da com’erano a come saranno. In mezzo, qui, c’è il loro ritratto di oggi, paure, timidezze, determinazione, le conquiste di una tappa intermedia, il sapore dell’arrivo.
Li vedrete raccontarsi, spostare la telecamera, guardarsi allo specchio nello stesso modo in cui il viaggiatore guarda una mappa del suo percorso. Con gli ostacoli e gli incidenti di ogni viaggio. Con l’orgoglio del viaggiatore che sa dove vuole andare, che conosce l’itinerario, e non si fermerà prima per niente al mondo… Ma ogni viaggio è anche un racconto di viaggio, un diario, uno scoprirsi, un rivelarsi.
Per ogni corpo da cui si vuole uscire c’è un nuovo corpo da costruire, da fabbricare, da abitare con naturalezza. In questi passaggi, e intorno a loro, c’è semplicemente la vita. Una vita fotografata nel lungo momento del passaggio, tra ieri e domani, cioè in una parola sola, oggi, durante il transito tra il prima e il dopo.
http://rumors.blog.rai.it/2011/08/29/%E2%80%9Ctransiti%E2%80%9D-il-primo-progetto-transmediale-rai/
fonte http://www.sassiland.com
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lunedì 29 agosto 2011
Lgbt: Nasce Queer24.it, gli auguri di Paolo Patanè, Presidente di Arcigay
L’obiettivo è quello di liberare il profondo senso di bellezza di parole come omosessuale, lesbica, bisessuale e transessuale.
E’ per questo che Arcigay guarda alla nascita del nuovo portale lgbt nazionale con estremo piacere.
Non sono e non saranno mai abbastanza infatti, i nostri spazi di dibattito, analisi, incontro e discussione in un momento di forte arretramento per il Paese, e di recrudescenza di omofobia e discriminazione.
Ma i segnali che riceviamo non sono fortunatamente solo negativi. Proviamo ad accostare due eventi che hanno riguardato le nostre vite e che hanno prodotto emozioni contrapposte: l’Europride di Roma e il naufragio della Legge contro l’omofobia del luglio scorso.
La loro vicinanza cronologica e la prima apparenza porterebbero a concludere che l’uno ha smentito l’altro, e che l’entusiasmo di un grandioso Europride sia stato bruciato dal cinismo di quel voto parlamentare.
Europride ha ricostituito l’orizzonte emotivo che solo i grandi eventi di massa riescono a cementare; ha mostrato nuove capacità del Movimento di consegnarsi una profonda emozione anche coinvolgendo attori inediti ad un livello mai prima raggiunto (ambasciate, aziende internazionali, la stessa città di Roma con un Europark nel cuore della Capitale) e di porsi in relazione ad una serie di grandi “scossoni” che il Paese ha vissuto (movimento degli studenti, amministrative e referendum).
Da questo punto di vista è stato e resta un clamoroso successo.
La mia speranza è che questa nuova iniziativa editoriale, nata esattamente a ridosso di questi due eventi, parta dall’emozione del successo di Europride per emozionarci ancora. A Queer24.it il nostro più sentito augurio di buon lavoro e, perché no, di migliaia e migliaia di lettori!
Paolo Patanè, Presidente nazionale Arcigay
fonte http://www.queer24.it
Film lgbt : Festival del Cinema di Venezia, torna il Queer Lion Award 2011
Per tutti gli amanti dei film gay, torna il Queer Lion Award 2011!
In occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, anche quest’anno, per la quinta volta, si terrà il tanto atteso evento cinematografico, che nel 2011 ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Provincia di Venezia.
Quest’anno saranno dieci i film a tematica Lgbt che concorreranno per vincere il Queer Lion, a cominciare dal film
Jultak Dongshi di Kyungmook Kim (della Corea del Sud),
Palácios de pena di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt (Portogallo),
Sal di James Franco (Stati Uniti),
Marécages di Guy Édoin (Canada).
Insomma, anche quest’anno si promette un evento assolutamente da non perdere! Di seguito troverete il video dello spot ufficiale, ad opera di Daniele Sartori.
fonte http://www.gaywave.it/
Cyndi Lauper: True Colors diventa una residenza per Homeless, LGBT e i giovani di Harlem
L'icona pop degli anni 80, Cyndi Lauper, contribuirà alla costruzione della prima residenza permanente a Manhattan destinata ad accogliere i tantissimi giovani senza tetto, gay, lesbiche e i ragazzi difficili di Harlem.
Il residence porterà il nome della celebre canzone di Cyndi Lauper, True Colors, e aprirà in inverno 2011, fornirà ai giovani tra i 18 e i 24 anni un posto per vivere, mentre cercano di rimettersi in piedi.
La residenza, che sarà costruito sulla 154 W. Street vicino Frederick Douglas Boulevard, è stata il frutto di Lauper, la sua pubblicista Lisa Barbaris, e Colleen Jackson, direttore esecutivo del Residence West End intergenerazionale, una struttura sulla West Side orientata verso le giovani famiglie e i più anziani a basso reddito.
Ci sono tra 15.000 e 20.000 giovani senzatetto a New York City, secondo le stime del National Gay Task Force e lesbiche. Attualmente, ci sono quattro rifugi di emergenza e due rifugi di transizione dove i giovani trovano casa per un massimo di due anni.
Il Residence True Colors offrirà ai giovani una residenza permanente.
La struttura verrà costruita a risparmio energetico, sarà costituita da sei piani e conterrà 30 appartamenti studio, uno spazio comune, una biblioteca e una sala computer.
Dovrebbe costare circa 11 milioni di dollari.
I residenti firmeranno un anno di locazione, e pagarenno l'affitto in base al loro reddito.
fonte http://www.musicsense.it/
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LGBT, FABRIZIO MARRAZZO: SODDISFATTO PER DECISIONE GIUDICI, MIO IMPEGNO RILANCIARE ARCIGAY
''Sono felice e soddisfatto per la decisione del Tribunale Civile di Bologna che ha fatto giustizia e disposto il mio reintegro come socio e consigliere nazionale di Arcigay.
Nei mesi scorsi c’è stato verso di me e altri dirigenti dell'associazione un vero e proprio processo politico che mirava a colpire ed eliminare chi ha un'idea diversa di associazione. Ora la magistratura ristabilisce, finalmente, la chiarezza, anche rispetto alla macchina del fango allestita e basata su dossier costruiti ad arte per mettere in cattiva luce molte persone.
Vicenda per la quale già due persone sono indagate dalla procura di Roma per false dichiarazioni e furto. Arcigay rappresenta un patrimonio per lesbiche, gay e trans italiani ed è piena di energie, entusiasmo e talenti: non può essere trattata così.
Per questo il mio impegno continuerà per ridare linfa ad Arcigay: servono trasparenza, condivisione, più coinvolgimento dei territori e dei suoi diversi settori e una governance collegiale, insieme a una profonda e incisiva riforma statutaria.
Solo se Arcigay è forte e guidata con equilibrio, autorevolezza ed esperienza, può contribuite a un'Italia più giusta. Su questo tornerò a dare il mio contributo''.
fonte: Fabrizio Marrazzo
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LGBT, ARCIGAY ROMA: MAGISTRATURA DA' RAGIONE A FABRIZIO MARRAZZO, CHE TORNA SOCIO ARCIGAY
''Fabrizio Marrazzo torna socio e consigliere nazionale di Arcigay.
A deciderlo il Tribunale Civile di Bologna che, con un'ordinanza ha annullato il provvedimento voluto dalla dirigenza nazionale dell'associazione che, nel febbraio scorso, aveva avviato l'epurazione di alcuni soci e dirigenti di Arcigay, tra i quali anche l'ex vice presidente di Arcigay Roma, Alessandro Poto, tutti espressione della mozione congressuale di minoranza. Pertanto risulta evidente che non c’è alcuna giustificazione né alcun motivo per espellere i soci''.
E' quanto si legge in un nota di Arcigay Roma.
''A nome mio e di tutta l'associazione esprimo grande soddisfazione e gioia per questa decisione della magistratura - afferma il presidente di Arcigay Roma, Roberto Stocco - che fa finalmente chiarezza su questa pagina davvero triste per Arcigay tutta.
Fabrizio Marrazzo ha guidato per molti anni il comitato romano di Arcigay costruendo una realtà solida sul territorio che ha dialogato con la città e con le istituzioni in modo politicamente bipartisan e che e' diventata un punto di riferimento per la comunità lesbica, gay e trans anche per l'eccellenza dei suoi servizi sociali.
Ringrazio Fabrizio Marrazzo perché nonostante l'attacco di cui e' stato vittima non si è mai fermato e ha sempre proseguito il suo impegno contro l'omofobia e per i diritti della comunità gay, come il recente Congresso del nostro comitato ha riconosciuto all'unanimità'.
Sono certo che il suo rientro in Arcigay potrà dare un contributo fortissimo al rilancio e al rinnovamento dell'associazione, di cui le socie e i soci sentono forte necessità.
La dirigenza nazionale - conclude Stocco - ha commesso un atto davvero molto grave ed e' necessario che se ne assuma tutta la responsabilità con atti conseguenti.
Da parte nostra, come sempre, saremo al fianco di tutti coloro che hanno subito ingiustizie anche nelle prossime azioni legali e di risarcimento danni''.
fonte Ufficio Stampa Arcigay Roma
Lgbt: L'alto costo di come diventare una donna
Si iniettano silicone in quantità in centri estetici improvvisati pur di realizzare il proprio desiderio. Ma gli effetti sono devastanti.
Sono decine, ormai, purtroppo i casi segnalati negli States di uomini che cercano di realizzare il proprio desiderio di diventare donna, ma non avendo i soldi per farlo si prestano a pratiche improvvisate di pseudochirurgia estetica facendosi iniettare silicone in quantità industriali, sino a rischiare le conseguenze peggiori, tra cui la morte.
Il fenomeno riguarda ormai sempre più soggetti che non avendo un'assicurazione sanitaria o il denaro per pagare gli interventi chirurgici che possono costare fino a 70.000 dollari e che richiederebbero altrimenti processi lunghi e innumerevoli sedute, si rivolgono ai cosiddetti “pumper“ che sono soggetti che iniettano illegalmente il silicone per modificare il corpo.
Si stendono su lettini da massaggio improvvisati, in piccole stanze dei sobborghi specie di New York, dopo aver pagato 1.200 dollari per quattro tazze di silicone iniettato nei fianchi e nei glutei - senza anestesia.
E così, dopo poco tempo le conseguenze sono quasi sempre disastrose per la salute ed il prezzo pagato per una gioia temporanea è troppo spesso troppo pesante.
Col tempo, il silicone all’interno del corpo in molti casi ha cominciato a spostarsi e calcificarsi, causando una serie infinita di ricoveri anche in conseguenza delle pressochè ovvie infezioni scaturenti. Infine, se non sono deceduti, il loro corpo è rimasto segnato e deforme.
La pelle delle natiche e delle gambe è scolorita, e pezzi di silicone indurito delle dimensioni anche di una pallina da golf rimangono appesi all‘interno del corpo.
Per venire poi alle cifre, di quanti transgender abbiano adottato tali pratiche nella sola New York, si è arrivati a parlare di ben il 22% su una popolazione stimata in 12.500, secondo il dipartimento di salute dello stato americano.
Chiaramente per queste donne il desiderio di apparire più femminile è più forte dei rischi connessi anche perché come detto nella gran parte dei casi, non sono in grado di permettersi le costosissime operazioni per cambiare sesso, e il sistema di “pompaggio” del silicone può apparire una scorciatoia relativamente economica e facile.
Tale sistema viene comunicato attraverso un “passaparola” e i “pumpers” operano in team, essendo soliti affittare camere d'albergo per iniettare il silicone a 10 o 20 donne alla volta.
Come detto, si tratta di pericolose e talvolta fatali, pratiche che utilizzano silicone sfuso che può spostarsi all’interno del corpo e causare deturpazione o significative cicatrici.
Alcuni pumpers, senza il minimo scrupolo, iniettano al posto del silicone l'olio da cucina o quello industriale per auto e aerei, poiché quello per uso medico può essere difficile da reperire.
Sebbene un certo numero di pumpers dicono di essere stati formati come infermieri, la maggior parte non hanno una formazione medica e non sono autorizzati a svolgere procedure chirurgiche, ha sostenuto il Dr. Paul R. Weiss, un chirurgo plastico e docente presso l'Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University - e spesso operano in ambienti che non sono sterili, aumentando il rischio di infezioni.
Se il silicone viene iniettato nel flusso sanguigno per errore, può causare una lunga lista di gravi problemi medici, tra cui insufficienza respiratoria acuta, gravi disturbi autoimmuni o del tessuto connettivo, embolia polmonare e quindi morte.
Vi è da dire, inoltre, che poiché si tratta di un vero e proprio mondo sotterraneo ed illegale quello di questi “laboratori clandestini di femminilità”, è impossibile sapere esattamente quante persone siano morte a causa di queste “operazioni“, anche se decessi sono stati segnalati in tutti gli Stati Uniti.
In Italia ed in Europa, sostiene Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, non si hanno notizie di casi del genere, ma probabilmente questo è dovuto al fatto che ancor più che negli USA, il mondo dei transgender è ancora troppo nascosto e celato da troppi pregiudizi anche perché i diritti fondamentali di persone umane non sono quasi mai rispettati dagli altri cittadini né la legislazione italiana ha fatto alcun passo in avanti per la loro tutela che è sempre più necessaria anche in forma di assistenza sanitaria per chi sceglie volontariamente di realizzare il desiderio di modificare il proprio corpo, per evitare che ricorra a pratiche illegali e pericolose come quelle appena descritte.
fonte http://www.infooggi.it/ (notizia segnalata da giovanni d'agata)
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