Dal 1 maggio 2015 sarà aperta "Magnificent", mostra digitale alla Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, curata da Felice Limosani e con la voce narrante di Andrea Bocelli.
Fino al 31 ottobre 2015 ci sarà un motivo in più per visitare Firenze e le sue sorprendenti bellezze. Palazzo Vecchio, che da sette secoli racchiude la storia della città, oggi aggiunge un nuovo tassello a questo racconto, ospitando nella Sala d'Arme "Magnificent" opera digitale creata da Felice Limosani e narrata dal Maestro Andrea Bocelli.
Magnificent, l'incredibile storia della bellezza che ha rivoluzionato il mondo non è un film, né documentario o una mostra. È un’esperienza visiva e sonora vicina ai nuovi linguaggi espressivi a metà tra l'animazione d'autore e la video-installazione artistica.
Un progetto rivolto a tutti, pensato per essere fruito da un pubblico di ogni età. Magnificent è aperta ogni giorno dal lunedì alla domenica con orario 9-19 (ultimo spettacolo ore 18,30); il giovedì 9-14 (ultimo spettacolo ore 13,30). Saranno alternate, ogni 30 minuti, proiezioni in lingua italiana e in lingua inglese.
Lun-Dom 9-19; Gio 9-14 Versione Italianaore 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18
Acquista il biglietto presso la biglietteria del Museo di Palazzo Vecchio.
Costo 8€ (ridotto 5€; gratuito con Firenze Card).
"Magnificent", mostra digitale a Palazzo Vecchio 1 maggio - 31 ottobre 2015
Mon-Sun 9am-7pm; Thu 9am-2pm
English Version h. 9.30am, 10.30am, 11.30am, 12.30am, 1.30pm, 2.30pm, 3.30pm, 4.30pm, 5.30pm,
6.30pm English version Purchase your ticket at the Ticket Office of the Palazzo Vecchio Museum.
Price 8€ (reduced price 5€; free with Firenze Card)
Convenzione Trenitalia: i possessori di Cartafreccia o di biglietto ferroviario delle Frecce
(Frecciarossa, Frecciargento, Freccia bianca) con destinazione Firenze hanno diritto al biglietto ridotto.
Per ulteriori informazioni: http://museicivicifiorentini.comune.fi.it/
fonte http://www.firenzetoday.it/
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
giovedì 30 aprile 2015
mercoledì 29 aprile 2015
Lgbt: Al via oggi il 30° TGLFF a Torino madrina dell'evento Carolina Crescentini ospite musicale Irene Grandi
Il TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival inaugurerà la propria 30a edizione mercoledì 29 aprile, alle ore 21, nella Multisala Cinema Massimo.
Sul palco, insieme al direttore Giovanni Minerba, ci sarà anche l’attrice Carolina Crescentini, in veste di madrina.
La serata proseguirà con l’esibizione di Irene Grandi, ospite musicale d’eccezione per il trentennale del TGLFF, e si concluderà con la proiezione di 54: The Director’s Cut, diretto da Mark Christopher, che sarà presente in sala e risponderà alle domande del pubblico al termine della proiezione.
Presentato in anteprima al Festival di Berlino, 54: The Director’s Cut è una riedizione della pellicola realizzata dal regista nel 1998 con il titolo di Studio 54. In quell’occasione, la Miramax, che aveva prodotto il film, obbligò Mark Christopher a tagliare circa 36’ di girato e a rimontare la pellicola, edulcorando la bisessualità del protagonista. Di recente, invece, è arrivato il via libera per ripristinare la versione originale del film, a distanza di 17 anni dalla prima uscita. In contemporanea, saranno proiettati Happy End?! di Petra Clever, e Onthakan (The Blue Hour) di Anucha Boonyawatana, quest’ultimo in gara per il Premio Queer.
Giunto alla 30a edizione, il TGLFF si chiuderà il 4 maggio e propone quest’anno 115 titoli. 30 lungometraggi, che concorreranno per il Premio del pubblico, di cui 9 per il Concorso lungometraggi (premio “Ottavio Mai”) e 7 per il Premio Queer. 23 titoli nel Concorso cortometraggi.
Tra gli extra, oltre ai film di apertura e di chiusura, ci saranno gli omaggi ad Amos Guttman e a Max Croci, la sezione dedicata ai film di animazione scelti da Massimo Fenati, i film per Torino incontra Berlino, Torino capitale europea dello sport 2015 e una selezione di circa 20 film italiani.
FulboyIl Torino Gay & Lesbian Film Festival si svolge con il patrocinio del Mibac – Direzione generale per il Cinema, della Regione Piemonte e del Comune di Torino e dal 2005 è amministrato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino.
I numeri del TGLFF rendono immediatamente comprensibile perché il festival sia oggi una delle principali rassegne cinematografiche del mondo a tematica GLBT: 30 edizioni, 115 titoli in programma di cui 49 anteprime italiane, 5 anteprime europee, 3 anteprime internazionali e ben 9 anteprime mondiali. Circa 30 i Paesi di provenienza delle pellicole: dagli Usa alla Francia, dal Messico alle Filippine, dal Senegal al Sudafrica.
4 saranno invece i premi: il Premio Ottavio Mai, individuato da una giuria d’eccezione composta dall’attore Lorenzo Balducci, da Yair Hochner, direttore del Tel Aviv LGBT International Film Festival, e dalla mecenate Beatrice Merz, presidente del Premio internazionale Mario Merz; il Premio del Pubblico, assegnato a uno dei 30 lungometraggi in concorso; il Premio Queer e il Premio al miglior Cortometraggio, con due giurie – entrambe guidate da un “tutor” – composte da studenti del Dams dell’Università di Torino e dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
La giovane giuria del Premio Queer sarà guidata dal regista Sebastiano Riso mentre Antony Hickling, regista e attore anglo-francese, coordinerà invece i giurati del Premio al miglior Cortometraggio.
fonte: http://www.terzapagina.it/2015/04/tglff-2015/
Sul palco, insieme al direttore Giovanni Minerba, ci sarà anche l’attrice Carolina Crescentini, in veste di madrina.
La serata proseguirà con l’esibizione di Irene Grandi, ospite musicale d’eccezione per il trentennale del TGLFF, e si concluderà con la proiezione di 54: The Director’s Cut, diretto da Mark Christopher, che sarà presente in sala e risponderà alle domande del pubblico al termine della proiezione.
Presentato in anteprima al Festival di Berlino, 54: The Director’s Cut è una riedizione della pellicola realizzata dal regista nel 1998 con il titolo di Studio 54. In quell’occasione, la Miramax, che aveva prodotto il film, obbligò Mark Christopher a tagliare circa 36’ di girato e a rimontare la pellicola, edulcorando la bisessualità del protagonista. Di recente, invece, è arrivato il via libera per ripristinare la versione originale del film, a distanza di 17 anni dalla prima uscita. In contemporanea, saranno proiettati Happy End?! di Petra Clever, e Onthakan (The Blue Hour) di Anucha Boonyawatana, quest’ultimo in gara per il Premio Queer.
Giunto alla 30a edizione, il TGLFF si chiuderà il 4 maggio e propone quest’anno 115 titoli. 30 lungometraggi, che concorreranno per il Premio del pubblico, di cui 9 per il Concorso lungometraggi (premio “Ottavio Mai”) e 7 per il Premio Queer. 23 titoli nel Concorso cortometraggi.
Tra gli extra, oltre ai film di apertura e di chiusura, ci saranno gli omaggi ad Amos Guttman e a Max Croci, la sezione dedicata ai film di animazione scelti da Massimo Fenati, i film per Torino incontra Berlino, Torino capitale europea dello sport 2015 e una selezione di circa 20 film italiani.
FulboyIl Torino Gay & Lesbian Film Festival si svolge con il patrocinio del Mibac – Direzione generale per il Cinema, della Regione Piemonte e del Comune di Torino e dal 2005 è amministrato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino.
I numeri del TGLFF rendono immediatamente comprensibile perché il festival sia oggi una delle principali rassegne cinematografiche del mondo a tematica GLBT: 30 edizioni, 115 titoli in programma di cui 49 anteprime italiane, 5 anteprime europee, 3 anteprime internazionali e ben 9 anteprime mondiali. Circa 30 i Paesi di provenienza delle pellicole: dagli Usa alla Francia, dal Messico alle Filippine, dal Senegal al Sudafrica.
4 saranno invece i premi: il Premio Ottavio Mai, individuato da una giuria d’eccezione composta dall’attore Lorenzo Balducci, da Yair Hochner, direttore del Tel Aviv LGBT International Film Festival, e dalla mecenate Beatrice Merz, presidente del Premio internazionale Mario Merz; il Premio del Pubblico, assegnato a uno dei 30 lungometraggi in concorso; il Premio Queer e il Premio al miglior Cortometraggio, con due giurie – entrambe guidate da un “tutor” – composte da studenti del Dams dell’Università di Torino e dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
La giovane giuria del Premio Queer sarà guidata dal regista Sebastiano Riso mentre Antony Hickling, regista e attore anglo-francese, coordinerà invece i giurati del Premio al miglior Cortometraggio.
fonte: http://www.terzapagina.it/2015/04/tglff-2015/
Lgbt: Il caso di Alessandra & Alessandra: il sì dei giudici alle "nozze trans"
I giudici: "Il matrimonio è valido anche dopo il cambio di sesso". Ma solo finché ci sarà una legge sulle unioni omosessuali
Rimane valido a tutti gli effetti il matrimonio di una coppia eterosessuale anche nel caso in cui uno dei due coniugi cambi la sua identità sessuale.
A stabilirlo è stata la Cassazione, ma solo in attesa che il parlamento legiferi sulle unioni omosessuali. Il verdetto, tuttavia, non determina "l'estensione del modello di unione matrimoniale alle unioni omoaffettive".
La vicenda è quella di una coppia emiliana - Alessandro B. e Alessandra T. -, sposata con nozze concordatarie, nei confronti della quale su reclamo del Viminale era stata dichiarata la cessazione degli effetti civili del matrimonio in seguito alla "domanda di rettificazione e attribuzione di sesso femminile" avanzata dal marito al quale il "prenome" era stato modificato in Alessandra.
La coppia si è battuta contro il "divorzio imposto", andando anche alla Consulta, la Cassazione le ha dato la massima tutela. Nel 2014 la Consulta aveva già dichiarato l'illegittimità del divorzio "forzato" in casi come questo.
Per gli ermellini non è stata solo un "monito" ma una decisione "autoapplicativa e non meramente dichiarativa". Pertanto l’adeguamento alle indicazioni della Consulta "non può che comportare la rimozione degli effetti della caducazione automatica del vincolo matrimoniale sul regime giuridico di protezione dell’unione, fino a che il legislatore non intervenga a riempire il vuoto normativo, ritenuto costituzionalmente intollerabile, costituito dalla mancanza di un modello di relazione tra persone dello stesso sesso all’interno del quale far confluire le unioni matrimoniali contratte originariamente da persone di sesso diverso e divenute, mediante la rettificazione del sesso di uno dei componenti, del medesimo sesso".
Secondo la Cassazione, quindi, "tale opzione ermeneutica è costituzionalmente obbligata e non determina l’estensione del modello di unione matrimoniale alle unioni omoaffettive, svolgendo esclusivamente la funzione temporalmente definita, e non eludibile, di non creare quella condizione di massima indeterminatezza stigmatizzata dalla Corte Costituzionale in relazione ad un nucleo affettivo e familiare che, avendo goduto legittimamente dello statuto matrimoniale, si trova invece in una condizione di assenza radicale di tutela".
Così la Suprema corte ha ritenuto "necessario" accogliere il ricorso delle due "Alessandre" e "conservare" loro "il riconoscimento dei diritti e doveri conseguenti al vincolo matrimoniale legittimamente contratto fino a quando il legislatore non consenta ad esse di mantenere invita il rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza registrata che ne tuteli adeguatamente diritti ed obblighi".
fonte: di Sergio Rame http://www.ilgiornale.it/
Rimane valido a tutti gli effetti il matrimonio di una coppia eterosessuale anche nel caso in cui uno dei due coniugi cambi la sua identità sessuale.
A stabilirlo è stata la Cassazione, ma solo in attesa che il parlamento legiferi sulle unioni omosessuali. Il verdetto, tuttavia, non determina "l'estensione del modello di unione matrimoniale alle unioni omoaffettive".
La vicenda è quella di una coppia emiliana - Alessandro B. e Alessandra T. -, sposata con nozze concordatarie, nei confronti della quale su reclamo del Viminale era stata dichiarata la cessazione degli effetti civili del matrimonio in seguito alla "domanda di rettificazione e attribuzione di sesso femminile" avanzata dal marito al quale il "prenome" era stato modificato in Alessandra.
La coppia si è battuta contro il "divorzio imposto", andando anche alla Consulta, la Cassazione le ha dato la massima tutela. Nel 2014 la Consulta aveva già dichiarato l'illegittimità del divorzio "forzato" in casi come questo.
Per gli ermellini non è stata solo un "monito" ma una decisione "autoapplicativa e non meramente dichiarativa". Pertanto l’adeguamento alle indicazioni della Consulta "non può che comportare la rimozione degli effetti della caducazione automatica del vincolo matrimoniale sul regime giuridico di protezione dell’unione, fino a che il legislatore non intervenga a riempire il vuoto normativo, ritenuto costituzionalmente intollerabile, costituito dalla mancanza di un modello di relazione tra persone dello stesso sesso all’interno del quale far confluire le unioni matrimoniali contratte originariamente da persone di sesso diverso e divenute, mediante la rettificazione del sesso di uno dei componenti, del medesimo sesso".
Secondo la Cassazione, quindi, "tale opzione ermeneutica è costituzionalmente obbligata e non determina l’estensione del modello di unione matrimoniale alle unioni omoaffettive, svolgendo esclusivamente la funzione temporalmente definita, e non eludibile, di non creare quella condizione di massima indeterminatezza stigmatizzata dalla Corte Costituzionale in relazione ad un nucleo affettivo e familiare che, avendo goduto legittimamente dello statuto matrimoniale, si trova invece in una condizione di assenza radicale di tutela".
Così la Suprema corte ha ritenuto "necessario" accogliere il ricorso delle due "Alessandre" e "conservare" loro "il riconoscimento dei diritti e doveri conseguenti al vincolo matrimoniale legittimamente contratto fino a quando il legislatore non consenta ad esse di mantenere invita il rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza registrata che ne tuteli adeguatamente diritti ed obblighi".
fonte: di Sergio Rame http://www.ilgiornale.it/
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Lgbt: Ecco Andreja Pejic, la prima modella transessuale in copertina di Vogue
“La società non ti dice che puoi essere trans. Ho pensato di essere gay, ma non andava bene… Ho pensato – Beh, magari il pensiero di vivere come una donna era solo una cosa su cui stavo fantasticando – Ho pensato prova ad essere un ragazzo e ad essere normale”.
Queste sono le parole di Andreja Pejic, modella serba ventitreenne, la prima modella transgender a posare per la rivista di moda Vogue. Nonostante le sia stato più volte sconsigliato, Andreja si è sottoposta all’intervento chirurgico che l’ha resa definitivamente donna l’anno scorso.
“Mi dicevano di non farlo, che di belle ragazze in giro ce ne sono tante e in questo modo avrei perso quel che c’era di speciale in me”. Ma i consigli sono serviti a poco.
Presto potrete vederla immortalata da Patrick Demarchelier su Vogue, nel numero di maggio che uscirà negli USA.
fonte http://www.darlin.it/
Queste sono le parole di Andreja Pejic, modella serba ventitreenne, la prima modella transgender a posare per la rivista di moda Vogue. Nonostante le sia stato più volte sconsigliato, Andreja si è sottoposta all’intervento chirurgico che l’ha resa definitivamente donna l’anno scorso.
“Mi dicevano di non farlo, che di belle ragazze in giro ce ne sono tante e in questo modo avrei perso quel che c’era di speciale in me”. Ma i consigli sono serviti a poco.
Presto potrete vederla immortalata da Patrick Demarchelier su Vogue, nel numero di maggio che uscirà negli USA.
fonte http://www.darlin.it/
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