La Corte ha stabilito che il nostro Paese deve versare indennizzi per 120 milioni di euro a causa delle violazioni dei diritti dei propri cittadini. Si tratta della cifra più alta mai pagata da uno dei 47 stati membri del Consiglio d’Europa
Sui diritti l’Italia è fanalino di coda in Europa: maglia nera nel 2012 per entità di violazioni dei diritti dei propri cittadini riscontrate dalla Corte di Strasburgo. Il nostro Paese è infatti stato condannato a versare indennizzi per 120 milioni di euro, la cifra più alta mai pagata da uno dei 47 stati membri del Consiglio d’Europa.
Inoltre resta, sempre nel 2012, il paese col più alto numero di sentenze emesse dalla Corte di Strasburgo e non ancora eseguite: ben 2569, contro le 1780 della Turchia e le 1087 della Russia che seguono in graduatoria. A causa dei giudizi inapplicati, poi, l’Italia è in testa ai paesi “sorvegliati speciali” dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa.
Secondo i rilevamenti dell’associazione Ilga Europe il Regno Unito risulta il paese in cui la popolazione Lgbt viene più rispettata, col 77% di atteggiamenti non discriminanti, mentre l’Italia è tra le ultime classificate, con un 19% che la vede al livello di Bulgaria, Bosnia, Turchia, Lituania e Lettonia. Nel 2010 la Consulta ha emanato una sentenza (numero 138) che esclude l’incostituzionalità delle norme che impediscono il matrimonio a persone dello stesso sesso, ma affermando che l’unione omosessuale ha il diritto al “riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri” secondo quanto sancito dall’articolo 2 della Carta, esortando perciò il parlamento a “individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette”. Il che significa che se le camere non legiferano, le coppie omosessuali potranno rivolgersi ai giudici ordinari per rivendicare un trattamento omogeneo con le coppie eterosessuali sposate.
Dalla Consulta si attende inoltre un pronunciamento in merito all’incostituzionalità del “divorzio automatico” previsto nel caso in cui uno dei coniugi cambi sesso. D’altronde la Cassazione si è già espressa con una sentenza in cui afferma che un matrimonio contratto all’estero non può produrre effetti in Italia perché manca una disciplina sulle coppie omosessuali, ma i coniugi, “quali titolari del diritto alla vita familiare” garantito dalla Convenzione europea dei diritti umani, possono rivolgersi “ai giudici comuni per far valere il diritto a un trattamento omogeneo”. E i fronti sono molti: dalla tutela giuridica per i figli nati con la procreazione assistita fino ai matrimoni contratti all’estero.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it di Cosimo Rossi
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
sabato 6 luglio 2013
Lgbt: L'attrice Tilda Swinton sfida la legge anti-gay di fronte al Cremlino
La nota attrice Tilda Swinton sfida la legge anti-gay di recente promulgazione posando per una foto mentre mostra con orgoglio la bandiera arcobaleno proprio di fronte al Cremlino.
Si tratta di un gesto di solidarietà nei confronti dei cittadini russi e in particolare degli omosessuali, che dal 30 giugno potrebbero incorrere in sanzioni amministrative (da €100 a €25.000) in caso di “propaganda gay” in presenza di minori.
A pubblicare l’immagine è stato Christian Hodell, agente dell’attrice, il quale ha chiesto a tutti i suoi follower di condividere il messaggio di Tilda:
"In solidarietà. Dalla Russia con amore."
fonte http://aftersantana.altervista.org
Si tratta di un gesto di solidarietà nei confronti dei cittadini russi e in particolare degli omosessuali, che dal 30 giugno potrebbero incorrere in sanzioni amministrative (da €100 a €25.000) in caso di “propaganda gay” in presenza di minori.
A pubblicare l’immagine è stato Christian Hodell, agente dell’attrice, il quale ha chiesto a tutti i suoi follower di condividere il messaggio di Tilda:
"In solidarietà. Dalla Russia con amore."
fonte http://aftersantana.altervista.org
Viareggio: Sfila oggi 6 luglio a Torre del Lago il Gay Pride toscano. Al via la stagione estiva del movimento Lgbt
L'assessore Augier: "Confermo e rinnovo il pieno appoggio della nostra amministrazione per questo genere di eventi.
Vogliamo una città di diritti di tutte e tutti"
Torna per tutta l'estate, con 5 palchi autorizzati e 12 eventi, la movida notturna a Marina di Torre del Lago. Ad aprire il programma domani la Gay parade organizzata dal Consorzio Friendly Versilia con il Patrocinio del Comune di Viareggio.
'Mostra il tuo orgoglio con noi' lo slogan della manifestazione nata per dare un nuovo impulso al turismo gay in Versilia e al tessuto economico locale del paese, "fermo restando - ha spiegato alla conferenza stampa di presentazione dell'evento Regina Satariano, presidente del Consorzio Friendly Versilia - che i punti chiave rimangono la lotta alla discriminazione di orientamento e della violenza di genere e il tema del riconoscimento delle nostre coppie. Un grazie sia al Comune di Viareggio che al Parco Migliarino-San Rossore".
"Confermo e rinnovo il pieno appoggio della nostra amministrazione per questo genere di eventi - ha dichiarato Alessandro Augier, assessore comunale al turismo -: Viareggio deve diventare città dei diritti di tutte e tutti. Per noi la presenza storica del mondo Lgbt è importante non solo dal punto di vista culturale, ma anche su quello turistico: insieme alla Regione Toscana, il nostro obiettivo è ospitare negli anni prossimi la conferenza annuale della Iglta, l'Associazione di turismo gay e lesbico internazionale".
Fra le presenze annunciate per domani fra l'altro quelle della senatrice del Movimento 5 Stelle Laura Bottici, dell'assessore alla cultura della Toscana Cristina Scaletti e del sindaco di Viareggio Leonardo Betti. Alla sfilata, è stato inoltre spiegato, chiunque potrà contribuire a colorare la Gay parade sfilando con la propria auto "truccata e imparruccata". L'auto più 'pride', si aggiudicherà un premio offerto dal Consorzio Friendly Versilia.
Fonte: ANSA via http://www.gonews.it
Vogliamo una città di diritti di tutte e tutti"
Torna per tutta l'estate, con 5 palchi autorizzati e 12 eventi, la movida notturna a Marina di Torre del Lago. Ad aprire il programma domani la Gay parade organizzata dal Consorzio Friendly Versilia con il Patrocinio del Comune di Viareggio.
'Mostra il tuo orgoglio con noi' lo slogan della manifestazione nata per dare un nuovo impulso al turismo gay in Versilia e al tessuto economico locale del paese, "fermo restando - ha spiegato alla conferenza stampa di presentazione dell'evento Regina Satariano, presidente del Consorzio Friendly Versilia - che i punti chiave rimangono la lotta alla discriminazione di orientamento e della violenza di genere e il tema del riconoscimento delle nostre coppie. Un grazie sia al Comune di Viareggio che al Parco Migliarino-San Rossore".
"Confermo e rinnovo il pieno appoggio della nostra amministrazione per questo genere di eventi - ha dichiarato Alessandro Augier, assessore comunale al turismo -: Viareggio deve diventare città dei diritti di tutte e tutti. Per noi la presenza storica del mondo Lgbt è importante non solo dal punto di vista culturale, ma anche su quello turistico: insieme alla Regione Toscana, il nostro obiettivo è ospitare negli anni prossimi la conferenza annuale della Iglta, l'Associazione di turismo gay e lesbico internazionale".
Fra le presenze annunciate per domani fra l'altro quelle della senatrice del Movimento 5 Stelle Laura Bottici, dell'assessore alla cultura della Toscana Cristina Scaletti e del sindaco di Viareggio Leonardo Betti. Alla sfilata, è stato inoltre spiegato, chiunque potrà contribuire a colorare la Gay parade sfilando con la propria auto "truccata e imparruccata". L'auto più 'pride', si aggiudicherà un premio offerto dal Consorzio Friendly Versilia.
Fonte: ANSA via http://www.gonews.it
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Lgbt Veneto: Omofobia, parte il corso di autodifesa per gay e lesbiche
Il programma di allenamento è stato elaborato dal personal trainer vicentino Andrea Carollo sull’onda degli ultimi episodi violenti
VICENZA. E' il primo in Italia e farà discutere. Si tratta di un corso di autodifesa contro insulti e aggressioni omofobiche, dedicato espressamente alla comunità lgbt sempre più vittima di episodi di intolleranza e violenza come dimostrano gli ultimi dati.
L'Italia in particolare è il paese dell'Unione Europea con il maggior tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale. Troppo anche per il personal trainer dei vip (ha lavorato tra gli altri con Madonna) e maestro di arti marziali Andrea Carollo, che ha pensato quindi di lanciare un corso di autodifesa, aperto a tutti, ma dedicato specificamente ai gay.
In una realtà come quella veneta dove la comunità LGBT è molto attiva (ad esempio il Padova Village, che replica l'omonima kermesse romana), parallelamente sono numerosissimi gli episodi di intolleranza e ghettizzazione.
Il risultato di questo progetto sarà la realizzazione di un report col duplice intento di diffondere i dati e supportare azioni di advocacy. “Di fronte a questa spaventosa deriva – spiega Carollo – mentre i politici discutono ancora circa l'opportunità di promulgare una legge anti-omofobia ho pensato che non potevo più restarmene con le mani in mano e che, vista anche l’attuale perdurante latitanza legislativa, sia giunta l’ora di offrire uno strumento pratico di difesa a tutte quelle persone che rischiano ogni giorno di essere aggredite a causa del loro orientamento sessuale”.
Il corso è basato su un mix di semplici regole di attenzione e di difesa personale. La prima sessione sarà focalizzata specificamente sui rischi che possono correre gli omosessuali e si concentrerà quindi sulle tecniche base di auto-difesa, sul riconoscimento dei segnali di pericolo e sulla definizione dello spazio personale. Carollo aggiunge: “I gay notoriamente sono attenti alla forma fisica e questo certamente aiuta. Per cui alla base del corso, la cui durata sarà trimestrale, ci sarà un piano di allenamento generale con particolare attenzione alla corsa, che resta una delle risorse non violente per sottrarsi allo scontro.
Per quanto riguarda le arti marziali, le mosse difensive saranno tratte dai fondamenti del ju jitsu. Una serie di mosse difensive mescolate a tecniche di attacco saranno illustrate e allenate nel terzo periodo del corso prendendo spunto dallo “Shaolin Quan”, una boxe offensiva che è insieme terribile come un’arma e utile come uno sport e le cui mosse comprendono esercizi con i calci, l’attacco, la lotta e la cattura degli avversari e le cui caratteristiche sono i ripetuti cambiamenti, la velocità e la continuità dei salti.
fonte http://mattinopadova.gelocal.it
VICENZA. E' il primo in Italia e farà discutere. Si tratta di un corso di autodifesa contro insulti e aggressioni omofobiche, dedicato espressamente alla comunità lgbt sempre più vittima di episodi di intolleranza e violenza come dimostrano gli ultimi dati.
L'Italia in particolare è il paese dell'Unione Europea con il maggior tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale. Troppo anche per il personal trainer dei vip (ha lavorato tra gli altri con Madonna) e maestro di arti marziali Andrea Carollo, che ha pensato quindi di lanciare un corso di autodifesa, aperto a tutti, ma dedicato specificamente ai gay.
In una realtà come quella veneta dove la comunità LGBT è molto attiva (ad esempio il Padova Village, che replica l'omonima kermesse romana), parallelamente sono numerosissimi gli episodi di intolleranza e ghettizzazione.
Il risultato di questo progetto sarà la realizzazione di un report col duplice intento di diffondere i dati e supportare azioni di advocacy. “Di fronte a questa spaventosa deriva – spiega Carollo – mentre i politici discutono ancora circa l'opportunità di promulgare una legge anti-omofobia ho pensato che non potevo più restarmene con le mani in mano e che, vista anche l’attuale perdurante latitanza legislativa, sia giunta l’ora di offrire uno strumento pratico di difesa a tutte quelle persone che rischiano ogni giorno di essere aggredite a causa del loro orientamento sessuale”.
Il corso è basato su un mix di semplici regole di attenzione e di difesa personale. La prima sessione sarà focalizzata specificamente sui rischi che possono correre gli omosessuali e si concentrerà quindi sulle tecniche base di auto-difesa, sul riconoscimento dei segnali di pericolo e sulla definizione dello spazio personale. Carollo aggiunge: “I gay notoriamente sono attenti alla forma fisica e questo certamente aiuta. Per cui alla base del corso, la cui durata sarà trimestrale, ci sarà un piano di allenamento generale con particolare attenzione alla corsa, che resta una delle risorse non violente per sottrarsi allo scontro.
Per quanto riguarda le arti marziali, le mosse difensive saranno tratte dai fondamenti del ju jitsu. Una serie di mosse difensive mescolate a tecniche di attacco saranno illustrate e allenate nel terzo periodo del corso prendendo spunto dallo “Shaolin Quan”, una boxe offensiva che è insieme terribile come un’arma e utile come uno sport e le cui mosse comprendono esercizi con i calci, l’attacco, la lotta e la cattura degli avversari e le cui caratteristiche sono i ripetuti cambiamenti, la velocità e la continuità dei salti.
fonte http://mattinopadova.gelocal.it
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Roma "Tributo a Rudolf Nureyev. Il mito e la passione" Gala Internazionale di danza domenica 28 luglio ore 21
Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Daniele Cipriani Entertainment presenta
Gala Internazionale di danza
a cura di Daniele Cipriani
consulenza artistica Valeria Crippa
video artisti Ginevra Napoleoni e Massimiliano Siccardi
danzano
Silvia Azzoni (Hamburg Ballett)
Ashley Bouder (New York City Ballet)
Oscar Chacon (Béjart Ballet Lausanne)
Denys Cherevychko (Opera di Vienna)
Claudio Coviello (Teatro alla Scala)
Joaquin De Luz (New York City Ballet)
Marlon Dino (Bayerisches Staatsballett di Monaco)
Liudmila Konovalova (Opera di Vienna)
Lucia Lacarra (Bayerisches Staatsballett di Monaco)
Maurizio Nardi (Martha Graham Dance Company)
Evgenia Obraztsova (Teatro Bolshoi)
Giuseppe Picone (étoile internazionale)
Denis Rodkin (Teatro Bolshoi)
Oleksandr Ryabko (Hamburg Ballett)
Maria Shirinkina (Kirov – Teatro Mariinsky di San Pietroburgo)
Vladimir Shklyarov (Kirov – Teatro Mariinsky di San Pietroburgo)
Friedemann Vogel (Stuttgarter Ballett)
"La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. E’ la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei "quando finirò di vivere". Rudolf Nureyev
Nel ventesimo anno della scomparsa, un gala rende omaggio a Rudolf Nureyev attraverso i molti amori di una personalità poliedrica che ha rivoluzionato il balletto. Le grandi passioni della star russa rivivono attraverso le tappe che ne hanno segnato la vita e la carriera, dal Kirov di San Pietroburgo all’Opéra di Parigi.
L'evento è ideato e realizzato da Daniele Cipriani con la consulenza di Valeria Crippa (critico di danza del Corriere della Sera, già assistente di Nureyev, autrice del libro Nureyev – Rizzoli, 2003): il gala sarà un viaggio antologico attraverso i balletti più significativi della carriera dell'artista, con étoile e primi ballerini provenienti dai Teatri più celebri del mondo.
Una rosa di talenti per un evento italiano unico, interpreti meravigliosi di alcuni balletti creati appositamente per Nureyev come Chant du compagnon errant di Maurice Béjart, Don Juan di John Neumeier, Lucifer di Martha Graham, insieme ad altri “classici di repertorio” che hanno visto protagonista il mitico danzatore in tutto il mondo, dal Corsaro alla Bella addormentata, da La Bayadère a Spectre de la rose, o di cui è stato coreografo, come Don Chisciotte e Il lago dei cigni.
Ad arricchire la scena, creando uno spazio complesso e denso di significati, saranno le proiezioni multimediali dei video-artisti Ginevra Napoleoni e Massimiliano Siccardi.
"Tributo a Rudolf Nureyev.Il mito e la passione"
Biglietti: da 25 a 60 euro
Biglietteria 892982 (Clicca e visualizza i costi del servizio:
http://www.listicket.it/callcenter.php?lang=IT&S
PER MAGGIORI INFO:
http://www.auditorium.com/eventi/5566772
Riduzioni: Parco della Musica Card, giovani fino a 26 anni, over 65 anni, American Express, Feltrinelli, Carta Per Due, Interclub, ACI, Bibliocard, Carta Giovani, CTS e cral convenzionati
Conferenza il 27 luglio Sala Ospiti ore 18.30
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Danzare con Nureyev incontro/conferenza con Luciana Savignano e Elisabetta Terabust
conduce Valeria Crippa
fonte http://www.auditorium.com
Gala Internazionale di danza
a cura di Daniele Cipriani
consulenza artistica Valeria Crippa
video artisti Ginevra Napoleoni e Massimiliano Siccardi
danzano
Silvia Azzoni (Hamburg Ballett)
Ashley Bouder (New York City Ballet)
Oscar Chacon (Béjart Ballet Lausanne)
Denys Cherevychko (Opera di Vienna)
Claudio Coviello (Teatro alla Scala)
Joaquin De Luz (New York City Ballet)
Marlon Dino (Bayerisches Staatsballett di Monaco)
Liudmila Konovalova (Opera di Vienna)
Lucia Lacarra (Bayerisches Staatsballett di Monaco)
Maurizio Nardi (Martha Graham Dance Company)
Evgenia Obraztsova (Teatro Bolshoi)
Giuseppe Picone (étoile internazionale)
Denis Rodkin (Teatro Bolshoi)
Oleksandr Ryabko (Hamburg Ballett)
Maria Shirinkina (Kirov – Teatro Mariinsky di San Pietroburgo)
Vladimir Shklyarov (Kirov – Teatro Mariinsky di San Pietroburgo)
Friedemann Vogel (Stuttgarter Ballett)
"La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. E’ la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei "quando finirò di vivere". Rudolf Nureyev
Nel ventesimo anno della scomparsa, un gala rende omaggio a Rudolf Nureyev attraverso i molti amori di una personalità poliedrica che ha rivoluzionato il balletto. Le grandi passioni della star russa rivivono attraverso le tappe che ne hanno segnato la vita e la carriera, dal Kirov di San Pietroburgo all’Opéra di Parigi.
L'evento è ideato e realizzato da Daniele Cipriani con la consulenza di Valeria Crippa (critico di danza del Corriere della Sera, già assistente di Nureyev, autrice del libro Nureyev – Rizzoli, 2003): il gala sarà un viaggio antologico attraverso i balletti più significativi della carriera dell'artista, con étoile e primi ballerini provenienti dai Teatri più celebri del mondo.
Una rosa di talenti per un evento italiano unico, interpreti meravigliosi di alcuni balletti creati appositamente per Nureyev come Chant du compagnon errant di Maurice Béjart, Don Juan di John Neumeier, Lucifer di Martha Graham, insieme ad altri “classici di repertorio” che hanno visto protagonista il mitico danzatore in tutto il mondo, dal Corsaro alla Bella addormentata, da La Bayadère a Spectre de la rose, o di cui è stato coreografo, come Don Chisciotte e Il lago dei cigni.
Ad arricchire la scena, creando uno spazio complesso e denso di significati, saranno le proiezioni multimediali dei video-artisti Ginevra Napoleoni e Massimiliano Siccardi.
"Tributo a Rudolf Nureyev.Il mito e la passione"
Biglietti: da 25 a 60 euro
Biglietteria 892982 (Clicca e visualizza i costi del servizio:
http://www.listicket.it/callcenter.php?lang=IT&S
PER MAGGIORI INFO:
http://www.auditorium.com/eventi/5566772
Riduzioni: Parco della Musica Card, giovani fino a 26 anni, over 65 anni, American Express, Feltrinelli, Carta Per Due, Interclub, ACI, Bibliocard, Carta Giovani, CTS e cral convenzionati
Conferenza il 27 luglio Sala Ospiti ore 18.30
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Danzare con Nureyev incontro/conferenza con Luciana Savignano e Elisabetta Terabust
conduce Valeria Crippa
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mercoledì 3 luglio 2013
Si fa sempre più importante l'impegno di Google in favore della comunità LGBT: il motore di ricerca ha partecipato ai Gay Pride 2013 di tutto il mondo
Anche Google, così come Facebook, ha partecipato ai Gay Pride che si sono svolti di recente in tutto il mondo: da San Francisco a New York, da Londra a Budapest, passando per Dublino, Tel Aviv, Amsterdam, Sydney e Singapore e Tokyo.
Oltre 1.300 Gayglers (così sono soprannominati i Googlers appartenenti alla comunità LGBT) sono scesi nelle strade della città californiana, più di 500 nella grande mela, per festeggiare la cancellazione di provvedimenti come Defense of Marriage Act e Proposition 8 da parte della Corte Suprema statunitense.
I nostri sforzi in favore della community LGBT non si limitano a un evento ogni anno. Di recente abbiamo collaborato con i dipendenti di Creative Lab per la realizzazione di un video destinato a TheFour.com, un’organizzazione che supporta i matrimoni tra persone dello stesso sesso in quattro stati americani dove la questione è stata messa al voto. Google ha anche contribuito a un articolo indirizzato alla Corte Suprema degli Stati Uniti che spiega perché i matrimoni gay siano un bene per il business. Abbiamo supportato cittadini francesi ospitando le loro cerimonie tramite Hangouts e lanciato una campagna su YouTube chiamata #ProudtoLove, dedicata a celebrare l’orgoglio LGBT.
Sulla pagina Google+ dell’evento è stata caricata una galleria contenente immagini delle manifestazioni, dove spiccano le t-shirt realizzate per l’occasione dal gruppo di Mountain View. Nel post comparso ieri sul blog ufficiale il motore di ricerca elenca anche alcune iniziative messe in campo di recente sul tema. Eccole di seguito.
Alcuni dei numerosi Gayglers che hanno partecipato ai Pride 2013 di tutto il mondo
I Gayglers hanno ospitato una Pride@Google Speaker Series in giugno, con interventi di giocatori NFL e personalità che si sono battute contro Prop 8;
per la prima volta l’azienda ha partecipato all’evento in India, nella regione Hyderabad, con un gruppo di circa 30 persone;
il Pride di San Paolo non solo ha visto la partecipazione di bigG, ma il gruppo è stato anche lo sponsor principale della manifestazione;
Google ha preso parte per la prima volta alle celebrazioni di Mexico City, Parigi e Amburgo;
è stata attivata una collaborazione con i due fondatori ungheresi di We Are Open, realtà che ha come scopo quello di riunire tutte le comunità e le organizzazioni impegnate contro ogni sorta di discriminazione o pregiudizio.
fonte http://www.webnews.it/Cristiano Ghidotti
Oltre 1.300 Gayglers (così sono soprannominati i Googlers appartenenti alla comunità LGBT) sono scesi nelle strade della città californiana, più di 500 nella grande mela, per festeggiare la cancellazione di provvedimenti come Defense of Marriage Act e Proposition 8 da parte della Corte Suprema statunitense.
I nostri sforzi in favore della community LGBT non si limitano a un evento ogni anno. Di recente abbiamo collaborato con i dipendenti di Creative Lab per la realizzazione di un video destinato a TheFour.com, un’organizzazione che supporta i matrimoni tra persone dello stesso sesso in quattro stati americani dove la questione è stata messa al voto. Google ha anche contribuito a un articolo indirizzato alla Corte Suprema degli Stati Uniti che spiega perché i matrimoni gay siano un bene per il business. Abbiamo supportato cittadini francesi ospitando le loro cerimonie tramite Hangouts e lanciato una campagna su YouTube chiamata #ProudtoLove, dedicata a celebrare l’orgoglio LGBT.
Sulla pagina Google+ dell’evento è stata caricata una galleria contenente immagini delle manifestazioni, dove spiccano le t-shirt realizzate per l’occasione dal gruppo di Mountain View. Nel post comparso ieri sul blog ufficiale il motore di ricerca elenca anche alcune iniziative messe in campo di recente sul tema. Eccole di seguito.
Alcuni dei numerosi Gayglers che hanno partecipato ai Pride 2013 di tutto il mondo
I Gayglers hanno ospitato una Pride@Google Speaker Series in giugno, con interventi di giocatori NFL e personalità che si sono battute contro Prop 8;
per la prima volta l’azienda ha partecipato all’evento in India, nella regione Hyderabad, con un gruppo di circa 30 persone;
il Pride di San Paolo non solo ha visto la partecipazione di bigG, ma il gruppo è stato anche lo sponsor principale della manifestazione;
Google ha preso parte per la prima volta alle celebrazioni di Mexico City, Parigi e Amburgo;
è stata attivata una collaborazione con i due fondatori ungheresi di We Are Open, realtà che ha come scopo quello di riunire tutte le comunità e le organizzazioni impegnate contro ogni sorta di discriminazione o pregiudizio.
fonte http://www.webnews.it/Cristiano Ghidotti
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A Settembre a Bergamo l’Expo Turismo Gay, il workshop per i viaggiatori lgbt che fa girare l’economia
La terza edizione di quest’anno dell’Expo Turismo Gay si apre al mondo; il workshop dedicato agli operatori del expo lgbt turistiturismo Lesbo, gay, bisex e trans gender si svolgerà il prossimo 27 e 28 settembre a Bergamo presso la fiera Nofrills. L’Expo vedrà quest’anno la partecipazione significativa dell’Iglta, l’International gay e Lesbian Travel Association.
Una ricerca dell’ente ha dimostrato che un viaggiatore gay spende il 57% in più di un normale viaggiatore; a beneficiarne sono dunque gli alberghi, i ristoratori e lo shopping, naturalmente; il fatturato che deriverebbe da una maggiore attenzione verso questo tipo di turismo sarebbe dunque per l’Italia molto alto, in considerazione del fatto che il nostro paese riceve il 6% dei turisti Lgbt di tutto il mondo. Il mondo Lgbt approccia in modo selettivo al settore turistico, per motivi legati alla tolleranza degli operatori verso questo tipo di coppie.
Secondo il diciassettesimo rapporto di Community Marketing il 44% degli uomini e il 43% delle donne si rivolge a operatori turistici che siano apertamente gay friendly. L’Italia si posiziona al sesto posto nella classifica mondiale delle destinazioni Lgbt, preceduta da Canada, Inghilterra, Francia, Messico e Spagna. Il Belpaese non è però considerato una destinazione gay Friendly; Roma, grazie alla gay street vicina al Colosseo è in grado di garantire divertimento e serenità ai turisti, come spiega Annalisa Scamera del noto locale Coming Out.
fonte http://www.meridiananotizie.it by Domenico Lista Il servizio di Luisa Deiola
Una ricerca dell’ente ha dimostrato che un viaggiatore gay spende il 57% in più di un normale viaggiatore; a beneficiarne sono dunque gli alberghi, i ristoratori e lo shopping, naturalmente; il fatturato che deriverebbe da una maggiore attenzione verso questo tipo di turismo sarebbe dunque per l’Italia molto alto, in considerazione del fatto che il nostro paese riceve il 6% dei turisti Lgbt di tutto il mondo. Il mondo Lgbt approccia in modo selettivo al settore turistico, per motivi legati alla tolleranza degli operatori verso questo tipo di coppie.
Secondo il diciassettesimo rapporto di Community Marketing il 44% degli uomini e il 43% delle donne si rivolge a operatori turistici che siano apertamente gay friendly. L’Italia si posiziona al sesto posto nella classifica mondiale delle destinazioni Lgbt, preceduta da Canada, Inghilterra, Francia, Messico e Spagna. Il Belpaese non è però considerato una destinazione gay Friendly; Roma, grazie alla gay street vicina al Colosseo è in grado di garantire divertimento e serenità ai turisti, come spiega Annalisa Scamera del noto locale Coming Out.
fonte http://www.meridiananotizie.it by Domenico Lista Il servizio di Luisa Deiola
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Lgbt: Matrimonio di Ingrid e Lorenza, messaggio al mondo gay: "Vivete l'unione con gioia"
Si chiama "Lei disse sì" (www.leidissesi.net) il sito internet che racconta la vita di Ingrid Lammiinpaa e Lorenza Soldani, due ragazze che raccontano la loro vita insieme e il loro matrimonio.
Dando una speranza a tutti coloro che vogliono vivere in libertà una relazione omosessuale.
La quotidianità di una coppia omosessuale, i problemi e le speranze sono affidate a questa sorta di diario virtuale. Un sito internet che ha ricevuto ampi consensi e polemiche, per un argomento che in molte zone d'Italia è ancora controverso. Ingrid ha la cittadinanza svedese, pur essendo nata a Firenze come Lorenza.
Passano molto del loro tempo a Piombino, dove Lorenza ha una casa e dove realizza progetti con il Comune, mentre Ingrid si occupa di grafica ed è l'artefice materiale del sito. Lo scorso 21 giugno le due ragazze si sono sposate in Svezia "In riva ad un lago svedese di fronte ad un funzionario del Comune di Hallefors e a un centinaio tra amici e parenti", raccontano sul sito.
In Italia non sono possibili i matrimoni omosessuali ma in Svezia sì e dunque, sfruttando la cittadinanza di Ingrid, il loro "Ja" è stato possibile.E dunque il sogno si è realizzato, dopo che sul nostro giornale avevamo raccontato della raccolta fondi che le due ragazze avevano promosso per far sì che la loro vita fosse raccontata in video.
Tanti sono i filmati che fanno riflettere. C'è ad esempio la gioia del padre di Lorenza, che racconta di come sia orgoglioso di questa unione che a prima vista altri genitori potrebbero non vedere di buon occhio."Da quando ho cominciato a comunicare la notizia del prossimo matrimonio di Ingrid e Lorenza, mi sono aumentate le amicizie, il consenso dei parenti e, addirittura, ho aumentato la clientela. Non ho trovato, almeno per ora, nessuno che si sia dimostrato meno che lieto dell’annuncio, fino ad arrivare all’entusiasmo e, addirittura, alla commozione. Anche troppo", racconta papà Giovanni.
Ingrid e Lorenza non hanno realizzato questo blog tanto per raccontare la loro storia in maniera fine a sé stessa.
L'intento è far prendere coraggio a tutti coloro che vogliono vivere apertamente la loro storia omosessuale.
fonte http://m.lanazione.itfire
Dando una speranza a tutti coloro che vogliono vivere in libertà una relazione omosessuale.
La quotidianità di una coppia omosessuale, i problemi e le speranze sono affidate a questa sorta di diario virtuale. Un sito internet che ha ricevuto ampi consensi e polemiche, per un argomento che in molte zone d'Italia è ancora controverso. Ingrid ha la cittadinanza svedese, pur essendo nata a Firenze come Lorenza.
Passano molto del loro tempo a Piombino, dove Lorenza ha una casa e dove realizza progetti con il Comune, mentre Ingrid si occupa di grafica ed è l'artefice materiale del sito. Lo scorso 21 giugno le due ragazze si sono sposate in Svezia "In riva ad un lago svedese di fronte ad un funzionario del Comune di Hallefors e a un centinaio tra amici e parenti", raccontano sul sito.
In Italia non sono possibili i matrimoni omosessuali ma in Svezia sì e dunque, sfruttando la cittadinanza di Ingrid, il loro "Ja" è stato possibile.E dunque il sogno si è realizzato, dopo che sul nostro giornale avevamo raccontato della raccolta fondi che le due ragazze avevano promosso per far sì che la loro vita fosse raccontata in video.
Tanti sono i filmati che fanno riflettere. C'è ad esempio la gioia del padre di Lorenza, che racconta di come sia orgoglioso di questa unione che a prima vista altri genitori potrebbero non vedere di buon occhio."Da quando ho cominciato a comunicare la notizia del prossimo matrimonio di Ingrid e Lorenza, mi sono aumentate le amicizie, il consenso dei parenti e, addirittura, ho aumentato la clientela. Non ho trovato, almeno per ora, nessuno che si sia dimostrato meno che lieto dell’annuncio, fino ad arrivare all’entusiasmo e, addirittura, alla commozione. Anche troppo", racconta papà Giovanni.
Ingrid e Lorenza non hanno realizzato questo blog tanto per raccontare la loro storia in maniera fine a sé stessa.
L'intento è far prendere coraggio a tutti coloro che vogliono vivere apertamente la loro storia omosessuale.
fonte http://m.lanazione.itfire
martedì 2 luglio 2013
Lgbt: Al Ravenna Festival, il Lago dei cigni versione gay nella danza di Dada Masilo coreografa e danzatrice sudafricana
Arriva per la prima volta in Italia "The Swann Lake" con le coreografie della grande danzatrice sudafricana: una estrosa rilettura con musiche di vari autori e l'ombra dell'omosessualità nella storia. L'appuntamento al Ravenna Festival.
Poi in autunno sarà ospite del festival Romaeuropa
Dalle sue origini il Ravenna Festival ha espresso la determinata volontà di scambio e confronto con le diversità culturali, al punto da farle diventare in molte sue edizioni passate un punto centrale, esperienze essenziali nel cartellone.
Quest' anno suscita interesse l' apertura verso la cultura africana con concerti e spettacoli e soprattutto la presenza di alcuni degli artisti più interessanti che hanno rispecchiato le proprie origini nere nel confronto con l' Europa. Autentica star, è Dada Masilo, ventisettenne coreografa e danzatrice di origini sudafricane, vero portento della natura: fascinosa nel gesto e nella presenza, studi di danza a Città del Capo, perfezionamento a Bruxelles, è una delle nuove personalità più sorprendenti del balletto contemporaneo, invitata in tutto il mondo, con collaborazioni eccellenti a cominciare da quella con il multi-artista William Kentridge.
La cultura africana. A Ravenna porta una sua versione audace del Lago dei cigni di Ciaikovskij, Swan Lake già applaudita in Europa e ora in esclusiva per l' Italia il 2 luglio a Palazzo Mauro De André, che intreccia omofobia e amore e già si annuncia iconoclasta rispetto alla tradizione, carica dell' esotismo e dell' energia della cultura gestuale africana senza cancellare la memoria del balletto classico.
«Mi piace vedere come due culture totalmente diverse possano coesistere», dice Dada Masilo.«È chiaro che il mio lavoro sia influenzato dal fatto di vivere in Sud Africa. Quando mi alleno, indubbiamente nel mio training c'è un po' di danza africana. E quando poi lavoro a uno spettacolo è come se estraessi dalla mia scatola artistica parti della danza africana che diventano la base della mia creazione. Ma il Sud Africa è ricca di tante culture da cui imparare. Io poi sono molto influenzata anche dalle culture popolari, voglio dire dall'ultimo genere di danza che la gente balla ai party, ai matrimoni.Credo che un artista debba stare attento a quello che accade intorno a lui» .
Il cambiamento. Il risultato di tutto questo in scena è radicale. «È un cambiamento nel balletto classico e dà al movimento una dinamica interessante. In questo Swan Lake mi ha influenzato anche la musica di Ciaikovskij, così universale, a cui ho aggiunto brani di Steve Reich, Camille Saint Saens, Arvo Part». Buffo, pazzo, malinconico, eccessivo, il suo Swan lake stupisce anche per il Siegfried dichiaratemente gay.
Omosessualità. «Non l' ho fatto per fare un balletto "politico". È che cercavo uno spunto narrativo: chi guarda il balletto pensa sempre chei ballerini siano gay, Ciaikovskij lo era. Dunque mi sono detta che l' omosessualità non era estranea alla storia. L' omosessualità di Siegfried è così diventata il punto di partenza narrativo. La scelta del tutù, di far danzare maschi e femmine in tutù, se vogliamo è conseguente: mi interessava rompere altri stereotipi, compreso quello degli uomini in tight che sollevano per tutto il tempo le ballerine. Volevo creare degli androgini, in modo che il pubblico non capisca il genere del danzatore, e trovi nuovi sentimenti».
Contaminazioni e ibridazioni sono lo stile stesso della meravigliosa danza di Dada Masilo che ha un corpo scenico unico, snodato, carico di energia. Un maestro che l'ha influenzata più di tutti? «Credo che la persona che più mi ha influenzato è Suzette le Sueur, il mio più grande supporto organizzativo e la persona più importante della mia vita».
fonte http://www.repubblica.it di ANNA BANDETTINI
Poi in autunno sarà ospite del festival Romaeuropa
Dalle sue origini il Ravenna Festival ha espresso la determinata volontà di scambio e confronto con le diversità culturali, al punto da farle diventare in molte sue edizioni passate un punto centrale, esperienze essenziali nel cartellone.
Quest' anno suscita interesse l' apertura verso la cultura africana con concerti e spettacoli e soprattutto la presenza di alcuni degli artisti più interessanti che hanno rispecchiato le proprie origini nere nel confronto con l' Europa. Autentica star, è Dada Masilo, ventisettenne coreografa e danzatrice di origini sudafricane, vero portento della natura: fascinosa nel gesto e nella presenza, studi di danza a Città del Capo, perfezionamento a Bruxelles, è una delle nuove personalità più sorprendenti del balletto contemporaneo, invitata in tutto il mondo, con collaborazioni eccellenti a cominciare da quella con il multi-artista William Kentridge.
La cultura africana. A Ravenna porta una sua versione audace del Lago dei cigni di Ciaikovskij, Swan Lake già applaudita in Europa e ora in esclusiva per l' Italia il 2 luglio a Palazzo Mauro De André, che intreccia omofobia e amore e già si annuncia iconoclasta rispetto alla tradizione, carica dell' esotismo e dell' energia della cultura gestuale africana senza cancellare la memoria del balletto classico.
«Mi piace vedere come due culture totalmente diverse possano coesistere», dice Dada Masilo.«È chiaro che il mio lavoro sia influenzato dal fatto di vivere in Sud Africa. Quando mi alleno, indubbiamente nel mio training c'è un po' di danza africana. E quando poi lavoro a uno spettacolo è come se estraessi dalla mia scatola artistica parti della danza africana che diventano la base della mia creazione. Ma il Sud Africa è ricca di tante culture da cui imparare. Io poi sono molto influenzata anche dalle culture popolari, voglio dire dall'ultimo genere di danza che la gente balla ai party, ai matrimoni.Credo che un artista debba stare attento a quello che accade intorno a lui» .
Il cambiamento. Il risultato di tutto questo in scena è radicale. «È un cambiamento nel balletto classico e dà al movimento una dinamica interessante. In questo Swan Lake mi ha influenzato anche la musica di Ciaikovskij, così universale, a cui ho aggiunto brani di Steve Reich, Camille Saint Saens, Arvo Part». Buffo, pazzo, malinconico, eccessivo, il suo Swan lake stupisce anche per il Siegfried dichiaratemente gay.
Omosessualità. «Non l' ho fatto per fare un balletto "politico". È che cercavo uno spunto narrativo: chi guarda il balletto pensa sempre chei ballerini siano gay, Ciaikovskij lo era. Dunque mi sono detta che l' omosessualità non era estranea alla storia. L' omosessualità di Siegfried è così diventata il punto di partenza narrativo. La scelta del tutù, di far danzare maschi e femmine in tutù, se vogliamo è conseguente: mi interessava rompere altri stereotipi, compreso quello degli uomini in tight che sollevano per tutto il tempo le ballerine. Volevo creare degli androgini, in modo che il pubblico non capisca il genere del danzatore, e trovi nuovi sentimenti».
Contaminazioni e ibridazioni sono lo stile stesso della meravigliosa danza di Dada Masilo che ha un corpo scenico unico, snodato, carico di energia. Un maestro che l'ha influenzata più di tutti? «Credo che la persona che più mi ha influenzato è Suzette le Sueur, il mio più grande supporto organizzativo e la persona più importante della mia vita».
fonte http://www.repubblica.it di ANNA BANDETTINI
Lgbt: Omofobia e transfobia, convegno a Salerno venerdì 5 luglio alle ore 18 presso il Museo dello Sbarco
Omofobia e Transfobia, la lunga strada verso la libertà è il titolo del convegno che si terrà venerdì 5 luglio presso il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale organizzato dall’antenna territoriale UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui Lorenzo Forte è operatore regionale Arcigay.
Il convegno vuole contribuire positivamente al dibattito relativo alla necessità di una legge nazionale contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Sarà l’occasione per realizzare, negli enti locali, iniziative e scelte politiche per migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini e le cittadine lgbt.
All’incontro interverranno, tra gli altri, l’On. Ivan Scalfarotto, PD, primo firmatario della proposta di legge n° 245 su Omofobia e Transfobia; l’On. Annalisa Pannarale, SEL, segretario dell’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati; il Sen. Andrea Cioffi, Movimento 5stelle; Michele Giarratano, responsabile sportello legale Arcigay nazionale; Paolo Patanè, già presidente Arcigay nazionale; l’avv. Miguel Coraggio, esecutivo “Rete Lenford”, Avvocatura dei diritti LGBT; Ottavia Voza, segretario nazionale Arcigay delegata ai diritti delle persone trans.
Inoltre, il convegno sarà momento di riflessione e commemorazione delle vittime dell’omocausto, l’eccidio degli omosessuali operato per mano nazista durante il secondo conflitto bellico: in ricordo di una delle pagine più tristi della nostra storia, verrà deposta una corona di fiori davanti a uno dei vagoni utilizzati dai nazifascisti per la deportazione ad Auschwitz di ebrei, zingari, omosessuali, disabili, e presente al Museo di Via Generale Clark.
Per permettere la partecipazione alla cittadinanza, è prevista una navetta gratuita che effettuerà tre corse a partire dalle ore 17.00 in direzione Museo dello Sbarco con le seguenti fermate: Piazza Malta (XXIV Maggio), Lungomare Trieste (altezza Palazzo di Città), piazza della Concordia, Torrione (altezza Forte la Carnale), Pastena (altezza Ristorante Cinese Giapponese), Mercatello (di fronte la Cornetteria).
Lo stesso servizio di mobilità sostenibile è previsto a fine convegno, con le stesse modalità, a partire dalle ore 20.00.
Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare al 3311460221.
Inizio convegno: ore 18.00. Il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale si trova in via Generale Clark a Salerno.
fonte http://www.napoligaypress.it
Il convegno vuole contribuire positivamente al dibattito relativo alla necessità di una legge nazionale contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Sarà l’occasione per realizzare, negli enti locali, iniziative e scelte politiche per migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini e le cittadine lgbt.
All’incontro interverranno, tra gli altri, l’On. Ivan Scalfarotto, PD, primo firmatario della proposta di legge n° 245 su Omofobia e Transfobia; l’On. Annalisa Pannarale, SEL, segretario dell’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati; il Sen. Andrea Cioffi, Movimento 5stelle; Michele Giarratano, responsabile sportello legale Arcigay nazionale; Paolo Patanè, già presidente Arcigay nazionale; l’avv. Miguel Coraggio, esecutivo “Rete Lenford”, Avvocatura dei diritti LGBT; Ottavia Voza, segretario nazionale Arcigay delegata ai diritti delle persone trans.
Inoltre, il convegno sarà momento di riflessione e commemorazione delle vittime dell’omocausto, l’eccidio degli omosessuali operato per mano nazista durante il secondo conflitto bellico: in ricordo di una delle pagine più tristi della nostra storia, verrà deposta una corona di fiori davanti a uno dei vagoni utilizzati dai nazifascisti per la deportazione ad Auschwitz di ebrei, zingari, omosessuali, disabili, e presente al Museo di Via Generale Clark.
Per permettere la partecipazione alla cittadinanza, è prevista una navetta gratuita che effettuerà tre corse a partire dalle ore 17.00 in direzione Museo dello Sbarco con le seguenti fermate: Piazza Malta (XXIV Maggio), Lungomare Trieste (altezza Palazzo di Città), piazza della Concordia, Torrione (altezza Forte la Carnale), Pastena (altezza Ristorante Cinese Giapponese), Mercatello (di fronte la Cornetteria).
Lo stesso servizio di mobilità sostenibile è previsto a fine convegno, con le stesse modalità, a partire dalle ore 20.00.
Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare al 3311460221.
Inizio convegno: ore 18.00. Il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale si trova in via Generale Clark a Salerno.
fonte http://www.napoligaypress.it
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Lgbt: Nozze gay, quel dibattito da Washington a Bologna
Oggi le coppie omosessuali si possono sposare negli Stati Uniti (lo stato di Washington, il Maryland e il Maine hanno appena detto sì tramite referendum), in Spagna, in Francia, in Portogallo, in Argentina, in Norvegia, in Danimarca e pure in Albania.
Il fatto che se ne parli anche a Bologna, e che un sindaco invochi il riconoscimento delle unioni gay come auspicio (oltre non può fare), francamente non sembra degno di scomunica. Eppure ieri il vescovo Caffarra - fresco di riconferma - lo ha duramente ripreso per quella tutto sommato innocua (nel senso di inefficace) dichiarazione.
Ognuno fa il suo mestiere, quindi niente di sorprendente nelle diverse posizioni. Più sorprendente semmai che il dibattito apertosi in città come nel resto del mondo, per altro -, prosegua ancora a colpi di anatemi.
La Chiesa forse difenderà fino allo stremo il matrimonio tradizionale, per intendersi, ma certo non può non accorgersi che tutto intorno quella convinzione si va via via sgretolando. È nei fatti, ancor più e ancor prima che nelle opinioni.
Analoga scomunica toccò in sorte alla regione, quando varò una sorta di "Dico" all'emiliana, per sostenere e agevolare le coppie di semplici conviventi a vario titolo. E da lì, in questi 4 anni, non ci siamo mossi. Gli amministratori - di tutto il mondo, vale ripeterlo - spingono per cercare di adeguarsi almeno un po' alla società civile (senza mai riuscire a prenderla, più che mai su questo tema) e le gerarchie ecclesiastiche gli tuonano contro.
Non vogliamo, come scrive Caffarra, "riempirci la bocca di laicità dello Stato", argomento in effetti sempre molto sbandierato e sempre poco vissuto. Vogliamo solo augurarci che a Bologna si possa discutere, anche se da posizioni opposte e probabilmente inconciliabili, su un dibattito così globale e sentito. Crediamo che un sindaco, o più in generale un amministratore pubblico, abbia il diritto di esprimere la propria opinione senza essere incenerito.
Crediamo anche che da un vescovo di cultura spessa come lo è Carlo Caffarra, sarebbe bello sentire usare i moltissimi argomenti che certo possiede - oltre all'anatema - per mettere in difficoltà le ragioni di chi sostiene unioni e adozioni gay. Per ora, però, il dibattito resta sostanzialmente bloccato al botta e risposta.
Anche se a leggere fino in fondo la nota di via Altabella, si scopre che Caffarra aggiunge con rammarico: "Siamo giunti a un tale oscuramento della ragione, da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose". Leggi che non spettano a un sindaco, ma a uno Stato. E che in effetti sì, dovrebbero anche stabilire alcune verità delle cose, degli usi, dei costumi. Negli stati non confessionali, naturalmente.
fonte http://bologna.repubblica.it/di GIOVANNI EGIDIO
Il fatto che se ne parli anche a Bologna, e che un sindaco invochi il riconoscimento delle unioni gay come auspicio (oltre non può fare), francamente non sembra degno di scomunica. Eppure ieri il vescovo Caffarra - fresco di riconferma - lo ha duramente ripreso per quella tutto sommato innocua (nel senso di inefficace) dichiarazione.
Ognuno fa il suo mestiere, quindi niente di sorprendente nelle diverse posizioni. Più sorprendente semmai che il dibattito apertosi in città come nel resto del mondo, per altro -, prosegua ancora a colpi di anatemi.
La Chiesa forse difenderà fino allo stremo il matrimonio tradizionale, per intendersi, ma certo non può non accorgersi che tutto intorno quella convinzione si va via via sgretolando. È nei fatti, ancor più e ancor prima che nelle opinioni.
Analoga scomunica toccò in sorte alla regione, quando varò una sorta di "Dico" all'emiliana, per sostenere e agevolare le coppie di semplici conviventi a vario titolo. E da lì, in questi 4 anni, non ci siamo mossi. Gli amministratori - di tutto il mondo, vale ripeterlo - spingono per cercare di adeguarsi almeno un po' alla società civile (senza mai riuscire a prenderla, più che mai su questo tema) e le gerarchie ecclesiastiche gli tuonano contro.
Non vogliamo, come scrive Caffarra, "riempirci la bocca di laicità dello Stato", argomento in effetti sempre molto sbandierato e sempre poco vissuto. Vogliamo solo augurarci che a Bologna si possa discutere, anche se da posizioni opposte e probabilmente inconciliabili, su un dibattito così globale e sentito. Crediamo che un sindaco, o più in generale un amministratore pubblico, abbia il diritto di esprimere la propria opinione senza essere incenerito.
Crediamo anche che da un vescovo di cultura spessa come lo è Carlo Caffarra, sarebbe bello sentire usare i moltissimi argomenti che certo possiede - oltre all'anatema - per mettere in difficoltà le ragioni di chi sostiene unioni e adozioni gay. Per ora, però, il dibattito resta sostanzialmente bloccato al botta e risposta.
Anche se a leggere fino in fondo la nota di via Altabella, si scopre che Caffarra aggiunge con rammarico: "Siamo giunti a un tale oscuramento della ragione, da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose". Leggi che non spettano a un sindaco, ma a uno Stato. E che in effetti sì, dovrebbero anche stabilire alcune verità delle cose, degli usi, dei costumi. Negli stati non confessionali, naturalmente.
fonte http://bologna.repubblica.it/di GIOVANNI EGIDIO
Lgbt Stati Uniti: Concessa la carta verde alle coppie gay, nessuna discriminazione per la domanda di residenza permanente
La carta verde, che concede diritto di soggiorno permanente negli Stati Uniti, potrà essere richiesta ora anche da coppie omosessuali.
Questa decisione governativa è una conseguenza di quella che la Corte suprema aveva preso la settimana precedente e che estende diritti e aiuti sociali anche alle coppie gay.
"Ho domandato ai servizi dell'immigrazione di esaminare ogni domanda in maniera imparziale", ha comunicato la segretaria alla sicurezza interna. Il documento è stato concesso a una coppia gay colombiana residente a New York. I due sarebbero stati altrimenti espulsi.
fonte http://info.rsi.ch/ (Red.MM/afp)
Questa decisione governativa è una conseguenza di quella che la Corte suprema aveva preso la settimana precedente e che estende diritti e aiuti sociali anche alle coppie gay.
"Ho domandato ai servizi dell'immigrazione di esaminare ogni domanda in maniera imparziale", ha comunicato la segretaria alla sicurezza interna. Il documento è stato concesso a una coppia gay colombiana residente a New York. I due sarebbero stati altrimenti espulsi.
fonte http://info.rsi.ch/ (Red.MM/afp)
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Eventi Venezia: All'Hotel Cipriani il Fotografo Marco Rizzo presenta "Città sommersa" dal 1 all’8 luglio 2013
L’Hotel Cipriani ha il piacere di dedicare uno dei suoi spazi ad una rassegna fotografica dell’artista Marco Rizzo, giovane interprete veneziano di una città surreale.
Con una innata propensione all’arte ed un master in Scenografia e scenotecnica, realizzò ancora giovanissimo Nero Pece, un documentario sperimentale che indagava la Venezia notturna filtrata dalle emozioni attraverso immagini rappresentanti un viaggio meditativo in una città fatta di luci, ombre suoni, colori e sfumature, come in una sorta di intimo dialogo con i palazzi che emergevano dalla laguna.
Dopo aver creato il documentario Roma e i Barbari per il Palazzo Grassi e la realizzazione di un corto per Francois Pinault che approfondiva il restauro di Punta della Dogana, venne ricercato da Furla per la realizzazione di un video prodotto dalla Fondazione Furla in onore della nota artista Mona Hatoum.
All’Hotel Cipriani, per una sola settimana, espone alcune fotografie di grande impatto emotivo dedicate a Venezia che portano il titolo Città sommersa.
La sua interpretazione a riguardo si percepisce nelle seguenti parole:
“Nell’ultimo periodo guardo la mia città con uno sguardo diverso, cerco luoghi da immergere. Una grande massa di “Acqua purificatrice” lava lo sporco che ci attanaglia, rendendo Venezia un paradiso sommerso e irraggiungibile. Il tempo e la natura logora la città che conosciamo, lasciando intatto solo ciò che merita essere ricordato.
Una breve pausa, causata dalla paura di ciò che è avvenuto, per poi scatenare una nuova ondata di turismo subacqueo curioso e inarrestabile.
Non amo la realtà, spesso mi immergo nei miei sogni e nuoto in un mondo liquido. Poi mi sveglio e torno alla realtà, mi guardo allo specchio e osservo i miei occhi lucidi e rossi di cloro. Sogno o realtà? Quello che rimane dei miei sogni sono questi scatti, un opaco e annacquato ricordo di quel mondo magico. Armonia, condivisione del mondo, ma essenzialmente, pace. “
I quadri saranno 6 su carta fotografica 50x70 e 10 su plexiglas ed alluminio.
La visita è aperta a tutti coloro che abbiano il desiderio di conoscere Venezia attraverso gli occhi onirici e sognanti di Marco Rizzo.
Per ulteriori informazioni
Laura Di Bert
Public Relations Manager Hotel Cipriani
ldibert@hotelcipriani.it
fonte hotel Cipriani evento
Con una innata propensione all’arte ed un master in Scenografia e scenotecnica, realizzò ancora giovanissimo Nero Pece, un documentario sperimentale che indagava la Venezia notturna filtrata dalle emozioni attraverso immagini rappresentanti un viaggio meditativo in una città fatta di luci, ombre suoni, colori e sfumature, come in una sorta di intimo dialogo con i palazzi che emergevano dalla laguna.
Dopo aver creato il documentario Roma e i Barbari per il Palazzo Grassi e la realizzazione di un corto per Francois Pinault che approfondiva il restauro di Punta della Dogana, venne ricercato da Furla per la realizzazione di un video prodotto dalla Fondazione Furla in onore della nota artista Mona Hatoum.
All’Hotel Cipriani, per una sola settimana, espone alcune fotografie di grande impatto emotivo dedicate a Venezia che portano il titolo Città sommersa.
La sua interpretazione a riguardo si percepisce nelle seguenti parole:
“Nell’ultimo periodo guardo la mia città con uno sguardo diverso, cerco luoghi da immergere. Una grande massa di “Acqua purificatrice” lava lo sporco che ci attanaglia, rendendo Venezia un paradiso sommerso e irraggiungibile. Il tempo e la natura logora la città che conosciamo, lasciando intatto solo ciò che merita essere ricordato.
Una breve pausa, causata dalla paura di ciò che è avvenuto, per poi scatenare una nuova ondata di turismo subacqueo curioso e inarrestabile.
Non amo la realtà, spesso mi immergo nei miei sogni e nuoto in un mondo liquido. Poi mi sveglio e torno alla realtà, mi guardo allo specchio e osservo i miei occhi lucidi e rossi di cloro. Sogno o realtà? Quello che rimane dei miei sogni sono questi scatti, un opaco e annacquato ricordo di quel mondo magico. Armonia, condivisione del mondo, ma essenzialmente, pace. “
I quadri saranno 6 su carta fotografica 50x70 e 10 su plexiglas ed alluminio.
La visita è aperta a tutti coloro che abbiano il desiderio di conoscere Venezia attraverso gli occhi onirici e sognanti di Marco Rizzo.
Per ulteriori informazioni
Laura Di Bert
Public Relations Manager Hotel Cipriani
ldibert@hotelcipriani.it
fonte hotel Cipriani evento
lunedì 1 luglio 2013
Lgbt San francisco: Al Gay Pride spunta anche Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook per la prima volta prende parte alla manifestazione con i dipendenti di Menlo Park
Tra i carri che sono sfilati domenica per Market Street, a San Francisco, in occasione del Gay Pride ce n'era uno che ha attirato l'attenzione più di altri. Era una carrozza dei celebri cable car, i tram trainati a cavo che si inerpicano per le salite della città californiana, e a bordo aveva un passeggero-manifestante di prim'ordine: Mark Zuckerberg. Il fondatore di Facebook non era solo, con lui circa settecento dipendenti del libro delle facce, riconoscibili da una maglietta creata per l'occasione con lo slogan PrideConnectUs, l'orgoglio ci unisce.
HI-TECH GLBT
Da sempre sia Facebook che l'industria hi-tech hanno dimostrato larghe vedute in fatto di tolleranza, di qualunque genere e specie. E le partecipazioni ufficiose e ufficiali da parte di rappresentanze dei colossi tecnologici alle parate di orgoglio delle differenze di orientamento sessuale (Gay-Lesbian-Bisex-Transgender, o GLBT) sono quasi routine. Anche Xerox e Apple hanno sfilato a San Francisco e i dipendenti Google erano numericamente il doppio di quelli di Facebook. Però c'era Zuckerberg, per la prima volta, e gli altri no; e ha partecipato ballando e dispensando timbri con il celebre Like blu accompagnato dal pollice in su.
SOSTEGNO
Il committment dell'azienda a sostegno del Gay Pride è stato totale, con una campagna sotto il vessillo (in hashtag) #PrideConnectUs, iniziata qualche giorno fa e un bel video che racconta la storia di un outing, faticoso e doloroso come tutti gli altri. Sull'insegna che campeggia sul quartier generale dell'azienda a Menlo Park è stato affissa una bandiera con l'arcobaleno (simbolo della libertà e della pace) e un anello – sempre arcobaleno – è stato disegnato sul cartello con il pollice in su all'ingresso del campus. Ci si interroga in rete sul motivi di tale partecipe adesione, visto che solo due anni fa allo stesso Gay Pride la presenza di Facebook era stata picaresca: una settantina di dipendenti, una jeep e un impianto hi-fi scassato e inutilizzabile (la playlist che avrebbe dovuto suonare era di fatto l'unica prova di una programmazione della partecipazione).
POLITICA
Cosa è cambiato in due anni? Sicuramente l'azienda è più consapevole e matura, sicuramente le esperienze passate hanno convinto Zuckerberg a esplicitare il sostegno. Certo è anche che prendere parte a questo Gay Pride era più semplice che tutte le altre volte. La parata è avvenuta a tre giorni dalla storica sentenza della Corte Suprema statunitense che ha bocciato il disegno di legge che legittimava esclusivamente il matrimonio eterosessuale. Questa volta salire su quel carro era un po' salire sul carro dei vincitori. L'attivismo politico che Zuckerberg ha manifestato da qualche mese a questa parte, con la creazione del gruppo di interesse FWD.us, spiegherebbe tanta consapevolezza da parte di un genio del software che sta imparando anche il mestiere del politico. Molto in fretta.
fonte http://www.corriere.it/ di Gabriele De Palma
HI-TECH GLBT
Da sempre sia Facebook che l'industria hi-tech hanno dimostrato larghe vedute in fatto di tolleranza, di qualunque genere e specie. E le partecipazioni ufficiose e ufficiali da parte di rappresentanze dei colossi tecnologici alle parate di orgoglio delle differenze di orientamento sessuale (Gay-Lesbian-Bisex-Transgender, o GLBT) sono quasi routine. Anche Xerox e Apple hanno sfilato a San Francisco e i dipendenti Google erano numericamente il doppio di quelli di Facebook. Però c'era Zuckerberg, per la prima volta, e gli altri no; e ha partecipato ballando e dispensando timbri con il celebre Like blu accompagnato dal pollice in su.
SOSTEGNO
Il committment dell'azienda a sostegno del Gay Pride è stato totale, con una campagna sotto il vessillo (in hashtag) #PrideConnectUs, iniziata qualche giorno fa e un bel video che racconta la storia di un outing, faticoso e doloroso come tutti gli altri. Sull'insegna che campeggia sul quartier generale dell'azienda a Menlo Park è stato affissa una bandiera con l'arcobaleno (simbolo della libertà e della pace) e un anello – sempre arcobaleno – è stato disegnato sul cartello con il pollice in su all'ingresso del campus. Ci si interroga in rete sul motivi di tale partecipe adesione, visto che solo due anni fa allo stesso Gay Pride la presenza di Facebook era stata picaresca: una settantina di dipendenti, una jeep e un impianto hi-fi scassato e inutilizzabile (la playlist che avrebbe dovuto suonare era di fatto l'unica prova di una programmazione della partecipazione).
POLITICA
Cosa è cambiato in due anni? Sicuramente l'azienda è più consapevole e matura, sicuramente le esperienze passate hanno convinto Zuckerberg a esplicitare il sostegno. Certo è anche che prendere parte a questo Gay Pride era più semplice che tutte le altre volte. La parata è avvenuta a tre giorni dalla storica sentenza della Corte Suprema statunitense che ha bocciato il disegno di legge che legittimava esclusivamente il matrimonio eterosessuale. Questa volta salire su quel carro era un po' salire sul carro dei vincitori. L'attivismo politico che Zuckerberg ha manifestato da qualche mese a questa parte, con la creazione del gruppo di interesse FWD.us, spiegherebbe tanta consapevolezza da parte di un genio del software che sta imparando anche il mestiere del politico. Molto in fretta.
fonte http://www.corriere.it/ di Gabriele De Palma
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Lgbt: «Il governo francese inserisca nel diritto l’identità di genere per porre fine alla discriminazione delle persone trans»
L’appello della Commissione nazionale consultiva per i diritti dell’uomo perché Hollande sostituisca l’espressione “identità sessuale” con “identità di genere”. Esultano le lobby LGBT
Il governo di Francois Hollande deve inserire la nozione di “identità di genere” nel diritto francese insieme ad altre proposizioni per porre fine alla discriminazione dei transessuali e rendere più semplice la modifica del loro stato civile. Il richiamo perentorio ai socialisti non arriva da un’associazione LGBT ma dalla Commissione nazionale consultiva per i diritti dell’uomo (Cncdh).
«DIRITTI DEI TRANS».
Il Cncdh, il cui parere è molto influente in Francia, è stato interpellato dal ministro della Giustizia Christiane Taubira, prima relatrice della legge sul matrimonio gay, e il ministro dei diritti delle donne Najat Vallaud. Nicolas Gougain, portavoce di Inter-LGBT, ha esultato: «È un parere storico perché è la prima volta che un’istituzione francese così importante si pronuncia in modo positivo per migliorare i diritti dei trans».
«IDENTITÀ DI GENERE».
Il Cncdh, «cosciente della situazione estremamente precaria e di discriminazione notoria delle persone transessuali, inquietata dalla grande vulnerabilità sociale di questa categoria della popolazione, troppo spesso stigmatizzata, per rimediare a questa situazione e ridare ai trans la loro dignità ritiene necessario» che il governo francese sostituisca nel diritto «i termini “identità sessuale” con “identità di genere”» come indicato anche «dalla giurisprudenza europea e internazionale».
STATO CIVILE.
Oltre a questo richiamo, dettato dalla consapevolezza che «dichiararsi uomo o donna non è una decisione arbitraria ma legata a convinzioni profonde», chiede anche al governo di facilitare le procedure giuridiche e civili per quelle persone che vogliano farsi riconoscere il cambiamento di sesso. Oggi il trans per cambiare stato civile deve presentarsi davanti al giudice con tutti le cartelle mediche che indichino l’avvenuto cambio di sesso.
Domani, propone il Cncdh, bisogna separare il processo medico da quello giuridico: deve bastare presentarsi dal giudice con due testimoni per farsi riconoscere il cambio di sesso, in vista di un controllo da parte delle autorità.
PROTESTE.
Se, come detto, da una parte le associazioni LGBT e il governo esultano per il primo passo della «liberazione transessuale», Olivier Vial, a capo dell’Osservatorio della teoria del gender, ha reagito duramente affermando che il Cncdh «nega il legame tra il corpo e l’identità sessuale e considera la natura come un ostacolo alla libertà».
fonte http://www.tempi.it/Leone Grotti
Il governo di Francois Hollande deve inserire la nozione di “identità di genere” nel diritto francese insieme ad altre proposizioni per porre fine alla discriminazione dei transessuali e rendere più semplice la modifica del loro stato civile. Il richiamo perentorio ai socialisti non arriva da un’associazione LGBT ma dalla Commissione nazionale consultiva per i diritti dell’uomo (Cncdh).
«DIRITTI DEI TRANS».
Il Cncdh, il cui parere è molto influente in Francia, è stato interpellato dal ministro della Giustizia Christiane Taubira, prima relatrice della legge sul matrimonio gay, e il ministro dei diritti delle donne Najat Vallaud. Nicolas Gougain, portavoce di Inter-LGBT, ha esultato: «È un parere storico perché è la prima volta che un’istituzione francese così importante si pronuncia in modo positivo per migliorare i diritti dei trans».
«IDENTITÀ DI GENERE».
Il Cncdh, «cosciente della situazione estremamente precaria e di discriminazione notoria delle persone transessuali, inquietata dalla grande vulnerabilità sociale di questa categoria della popolazione, troppo spesso stigmatizzata, per rimediare a questa situazione e ridare ai trans la loro dignità ritiene necessario» che il governo francese sostituisca nel diritto «i termini “identità sessuale” con “identità di genere”» come indicato anche «dalla giurisprudenza europea e internazionale».
STATO CIVILE.
Oltre a questo richiamo, dettato dalla consapevolezza che «dichiararsi uomo o donna non è una decisione arbitraria ma legata a convinzioni profonde», chiede anche al governo di facilitare le procedure giuridiche e civili per quelle persone che vogliano farsi riconoscere il cambiamento di sesso. Oggi il trans per cambiare stato civile deve presentarsi davanti al giudice con tutti le cartelle mediche che indichino l’avvenuto cambio di sesso.
Domani, propone il Cncdh, bisogna separare il processo medico da quello giuridico: deve bastare presentarsi dal giudice con due testimoni per farsi riconoscere il cambio di sesso, in vista di un controllo da parte delle autorità.
PROTESTE.
Se, come detto, da una parte le associazioni LGBT e il governo esultano per il primo passo della «liberazione transessuale», Olivier Vial, a capo dell’Osservatorio della teoria del gender, ha reagito duramente affermando che il Cncdh «nega il legame tra il corpo e l’identità sessuale e considera la natura come un ostacolo alla libertà».
fonte http://www.tempi.it/Leone Grotti
Lgbt: Milano, nasce la Casa dei diritti contro le discriminazioni sessuali
Dopo il registro delle unioni civili, arriva lo sportello di prevenzione e contrasto alla discriminazione di identità e di genere. Ospiterà anche un ufficio Lgbt. Sabato per le vie della città sfila il corteo della 'Milano Pride Week', da piazza Duca D'Aosta a piazza Oberdan
Milano avrà una 'Casa dei diritti', ospiterà associazioni e coordinerà le attività di prevenzione e contrasto alla discriminazione di identità di genere e orientamento sessuale. Aprirà in autunno in uno spazio del Comune e sarà anche la sede di uno sportello Lgbt (lesbiche, gay, bisex e transgender), realizzato in collaborazione con l'Unar (Ufficio nazionale per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica). Lo annuncia l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino in occasione della "Milano Pride Week" che ha ricevuto il patrocinio del Comune.
Sabato 29 giugno dalle 16.30 per le vie della città sfilerà la decima edizione della "parade", da piazza Duca D'Aosta a piazza Oberdan, lungo corso Buenos Aires. E' organizzata dal Coordinamento Arcobaleno delle associazioni Lgbt di Milano. "Dopo anni di buio e di silenzio la nostra città si conferma laboratorio di diritti civili e punto di riferimento per la lotta alle discriminazioni - ha detto Majorino - Il Comune riconferma il suo impegno a rendere Milano sempre più aperta e attiva nel contrastare ogni forma di discriminazione, anche di genere e di identità sessuale".
A settembre il Comune ha istituito il registro delle unioni civili che conta già più di 1.300 iscritti, tra cui 168 coppie omosessuali. A gennaio Palazzo Marino ha aperto la casella di posta elettronica antidiscriminazioni@comune.milano.it per segnalare casi di discriminazione. Lo scorso maggio, inoltre, il Consiglio comunale ha approvato, dopo più di vent'anni, una delibera di iniziativa popolare per la realizzazione di un Piano contro le discriminazioni che intende attuare entro l'anno.
fonte http://milano.repubblica.it
Milano avrà una 'Casa dei diritti', ospiterà associazioni e coordinerà le attività di prevenzione e contrasto alla discriminazione di identità di genere e orientamento sessuale. Aprirà in autunno in uno spazio del Comune e sarà anche la sede di uno sportello Lgbt (lesbiche, gay, bisex e transgender), realizzato in collaborazione con l'Unar (Ufficio nazionale per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica). Lo annuncia l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino in occasione della "Milano Pride Week" che ha ricevuto il patrocinio del Comune.
Sabato 29 giugno dalle 16.30 per le vie della città sfilerà la decima edizione della "parade", da piazza Duca D'Aosta a piazza Oberdan, lungo corso Buenos Aires. E' organizzata dal Coordinamento Arcobaleno delle associazioni Lgbt di Milano. "Dopo anni di buio e di silenzio la nostra città si conferma laboratorio di diritti civili e punto di riferimento per la lotta alle discriminazioni - ha detto Majorino - Il Comune riconferma il suo impegno a rendere Milano sempre più aperta e attiva nel contrastare ogni forma di discriminazione, anche di genere e di identità sessuale".
A settembre il Comune ha istituito il registro delle unioni civili che conta già più di 1.300 iscritti, tra cui 168 coppie omosessuali. A gennaio Palazzo Marino ha aperto la casella di posta elettronica antidiscriminazioni@comune.milano.it per segnalare casi di discriminazione. Lo scorso maggio, inoltre, il Consiglio comunale ha approvato, dopo più di vent'anni, una delibera di iniziativa popolare per la realizzazione di un Piano contro le discriminazioni che intende attuare entro l'anno.
fonte http://milano.repubblica.it
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