sabato 2 gennaio 2021

Dance stars from the UK, US, Europe & Australia judge creativity competition to help students through lockdown

To counter the negative impact of lockdown on the psychological and emotional state of young people, dance stars from the UK, US, Europe, and Australia have come together to judge a creative competition:

  • Cynthia Harvey, Artistic Director of the American Ballet Theatre School and former ABT and Royal Ballet Principal
  • Alexzandra Sarmiento, Dance Captain for the West End Hamilton
  • Steven McRae, Royal Ballet Principal
  • Carrie-Anne Ingrouille, Choreographer of Six the Musical
  • Liam Francis, Rambert Principal
  • Tommy Franzen, Choreographer for Strictly Come Dancing and bbodance alumnus

Hosted by bbodance, the online competition is open to all non-professional dancers of any age and ability. The organisation’s previous competition, held this summer, engaged more than 150 students from seven countries and resulted in a choreographic film about their experience.

“Your competition was just what my daughter needed. Lockdown has been the first time she’s struggled with her confidence, motivation, and inspiration. As a parent, it’s been quite worrying. It’s been so uplifting for us to see her creating, choreographing, and having the confidence to dance again,” one parent said.

The dance film was available on the NHS mental health app, MeeTwo, a safe place where teens discuss their challenges.

A 90-year-old organisation, bbodance has moved its entire educational offering online to help students through lockdown.

Find out how to enter here: https://bbo.dance/news/creativity-unlocked-is-now-open

Competition closes: 18 January 2021   #bbodance

source:  www.onedanceuk.org

Moda: L’irripetibile bolla di Pierre Cardin. Genio della moda e del marketing

Il marchio Pierre Cardin è stato messo a disposizione dei prodotti più disparati, creando un impero ancora oggi ineguagliato.

Photo: Pierre Cardin nel suo museo parigino

Durante la sua attività ha accumulato centinaia di licenze in oltre 120 paesi, mettendo il proprio marchio a disposizione di prodotti che includevano abbigliamento, penne, penne, cioccolato, orologi, rasoi, aeroplani, automobili, parrucche, profumi, occhiali, mobili, tende e cucine: Cardin ha firmato di tutto. L’industria della moda lo ricorderà tanto per il suo stile considerato negli anni ’60 assolutamente d’avanguardia, quanto per le onnipresenti licenze. Cardin, insieme a André Courrège e Paco Rabanne, è stato il couturier dell’era spaziale (il primo allunaggio risale al 1969), inventando uno stile geometrico e colorato unico. Ma lui e solo lui ha dimostrato di avere una mente imprenditoriale per quell’epoca senza paragoni.

UN BUSINESS CHIAMATO CARDIN

Il marchio Pierre Cardin, fondato nel 1950, col passare degli anni si è trasformato in un business costruito intorno a 800 licenze con 200.000 persone a lavorarci direttamente o indirettamente. 

Con la sua moda Cardin ha vestito Salvador Dalì, il suo maestro Christian Dior, Louise Bousquet e persino i Beatles. Con il ricavato delle sue licenze valutato 525 milioni di euro nel luglio 2020 ha costruito un impero economico. Nessun altro designer ha sviluppato un network così vasto e articolato. Ci hanno provato negli anni ’80 e ’90 anche i due più importanti gruppi del lusso (LVMH e Kering) ma il sistema è stato presto abbandonato per mantenere il controllo della qualità dei prodotti e proteggere il valore del marchio. Attualmente, i grandi marchi di lusso affidano licenze solo per occhialeria e prodotti di bellezza. Photo: Pierre Cardin “70 years of innovation” 

CARDIN: COSMOPOLITA E ESULE

Piero Costante Cardin era nato in Italia nel 1922, proveniva da una famiglia originaria della marca trevigiana trasferitasi in Francia per sfuggire alle persecuzioni di Benito Mussolini. Cosmopolita per formazione già nella seconda metà negli anni ’60 aveva saputo cogliere il potenziale della Cina come hub di lusso, e si era inserito in quel mercato immediatamente mentre si aprivano le porte all’Occidente nel 1979; è stato il primo a sfilare sulla Grande Muraglia e ha poi disegnato abiti per i funzionari del governo cinese.  

Amante del lusso e di una mondanità che oggi definiremmo un po’ sticky, nel 1971 apre a Parigi l’Espace Cardin che comprende un teatro, un ristorante, una galleria d’arte e uno studio per la creazione di arredamento: e ne fa il luogo preferito per le sue sfilate. 

Nel 1981 acquista la catena di ristoranti Maxim’s e in breve ne esporta il concetto a livello globale a New York, Londra e Pechino. Proprio grazie al ricavato delle sue licenze) Cardin acquisisce e restaura il castello in passato abitato dal Marchese De Sade a Lacoste in Costa Azzurra, organizzandovi regolarmente un festival letterario e teatrale e facendone la sua sontuosa residenza. Photo: featuring a miniskirt and necklace in blue vinyl, worn with a Plexiglas visor, 1970. Image courtesy of Iconic Images. © Terry O’Neill / Iconic Images

CARDIN A VENEZIA

È stato anche il proprietario del Palazzo Cà Bragadin a Venezia dove risiedeva durante i suoi soggiorni nell’amata città lagunare. Ma fra tutte il Palace Bulles nel golfo di Cannes arredato con le sue  Sculptures utilitaires è forse la sua residenza più significativo. 

Nel 1977 Cardin dopo averne concluso la ristrutturazione ha dato vita ad una collezione di mobili dalle forme sinuose tipiche del suo stile. Luci e ombre. Ma indubbiamente Cardin già direttore dell’atelier di Christian Dior e inventore della sua (di Dior) iconica bar jacket ha ispirato dopo di lui generazioni di designer, tra cui Jean Paul Gaultier che ha reso omaggio al suo mentore nella sua sfilata di alta moda nel gennaio 2018.  

La plastica, caschi e visiere  trasparenti, le forme a bolla che caratterizzano tanto del suo stile oggi richiamano altre recenti e drammatiche esperienze. Inoltre analisti e connoisseur si sono spesso lamentati che una cessione di licenze di questa portata avrebbe portato alla svalutazione del suo marchio. Ma a lui delle opinioni altrui è sempre poco importato. Era dotato di un carattere spigoloso, Piero Costante Cardin, e ha sempre ribadito con forza di non avere “alcun debito. Nessuno “. Un pioniere lo è stato indubbiamente, ma di una temperie irripetibile. Photo: La sfilata di Pierre Cardin

fonte: By Aldo Premoli   www.artribune.com

Eventi: Teatro Stabile del Veneto non si ferma e ha in cantiere altri spettacoli streaming

Teatro Stabile del Veneto, in cantiere altri spettacoli streamingTeatro Stabile del Veneto, in cantiere altri spettacoli streaming

In estate 25 titoli per oltre 100 serate di spettacolo e 30 attori e compagnie hanno calcato le scene dei teatri di Venezia, Padova, Treviso e Cortina d’Ampezzo coinvolgendo oltre 5mila spettator

Venticinque titoli per oltre 100 serate di spettacolo e 30 attori e compagnie che nei mesi estivi, da luglio a settembre, hanno calcato le scene dei teatri di Padova, Venezia, Treviso e Cortina d’Ampezzo coinvolgendo oltre 5mila spettatori. Ma anche un palcoscenico virtuale, quello della piattaforma web Backstage del Teatro Stabile del Veneto, che a seguito della chiusura dei teatri per il protrarsi dell’emergenza sanitaria, da ottobre ad oggi ha accolto già 14 produzioni digitali e che nei prossimi mesi del 2021 vedrà il debutto in streaming di altri 4 spettacoli con la partecipazione totale di più di 60 attori e maestranze veneti e la risposta di un pubblico virtuale che ha superato le 4mila visualizzazioni.

Settore penalizzato

Sono numeri, questi, che parlano di successo per un settore come quello dello spettacolo dal vivo fortemente penalizzato dalla pandemia in corso, ma che grazie agli interventi messi in campo dalla Regione Veneto in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto, nell’ambito di un accordo di programma per la “Stagione teatrale 2020-2021” con un finanziamento complessivo di 400mila euro e condiviso al 50%, non ha mai interrotto le attività.

Il progetto

«Oggi possiamo dire che è un cuore che batte forte quello dello spettacolo dal vivo in Veneto – dichiara l’assessore alla Cultura della Regione Veneto, Cristiano Corazzari –Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti grazie agli interventi della Regione e alla collaborazione delle istituzioni culturali del territorio come lo Stabile del Veneto, che ha saputo adattare alle difficili circostanze un progetto nato all’inizio dell’estate per favorire la ripartenza delle attività culturali dal vivo. Nonostante il protrarsi dell’emergenza questo progetto, infatti, ha consentito di mantenere in vita l’attività nelle sale teatrali, dove gli spettacoli sono stati registrati a porte chiuse e in completa sicurezza e nel rispetto delle normative per la prevenzione dei contagi, generando così un’importante ricaduta occupazionale per artisti, tecnici e compagnie del territorio regionale».

Esperimento riuscito

“Dopo l’impegno per riaprire le sale nei mesi estivi e ripartire con lo spettacolo dal vivo, è ancora una volta grazie alla Regione Veneto e in particolare all’assessore Corazzari se anche a seguito della nuova chiusura dei teatri abbiamo potuto aprire virtualmente il sipario ed entrare nelle case dei nostri spettatori continuando ad intrattenere il pubblico con contenuti di alta qualità – afferma Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto –. Si tratta di un esperimento riuscito e a dimostrarlo sono i numeri. Questi dati, infatti, parlano di soddisfazione e di un grande lavoro fatto con il coinvolgimento di molti attori, maestranze e compagnie del nostro territorio”.

Dalla scena al web, l’evoluzione del progetto “Stagione teatrale 2020-2021”

Il progetto per la “Stagione teatrale 2021-2021” ha avuto inizio nel mese di luglio 2020 svolgendosi in una prima fase nelle sale teatrali, aperte al pubblico con una capienza di circa il 50%, cosa che ha consentito lo svolgimento di un’intensa programmazione nei mesi estivi nei teatri di Venezia, Padova, Treviso, Cortina D’Ampezzo. La recrudescenza del contagio da Coronavirus e la conseguente emanazione dei DPCM del 24 ottobre 2020 e del 3 novembre 2020 ha di fatto impedito, a partire dalla fine del mese di ottobre, lo svolgimento di tutte le attività teatrali aperte al pubblico, non consentendo la prosecuzione ed il completamento del progetto nella forma originaria dal vivo. Per garantire comunque il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di programma la programmazione prevista dal vivo è stata integrata con un programma di spettacoli realizzati per il web trasmessi attraverso la piattaforma streaming Backstage del Teatro Stabile del Veneto: dal Romeo e Giulietta di Babilonia Teatri con Ugo Pagliai e Paola Gassman a I due gemelli veneziani di Carlo Goldoni diretto da Valter Malosti, oltre allo spettacolo Ludwig Van con Luciano Roman e la regia di Giuseppe Emiliani e agli 11 racconti per bambini della rassegna Un mondo di fiabe ideata dalla giovane compagnia Matricola Zero.



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L’accordo di programma con il Teatro Stabile del Veneto, d’altra parte, si inserisce in un più ampio progetto della Regione Veneto con l’obiettivo di favorire una significativa ripartenza delle attività culturali e che ha coinvolto anche l’Associazione regionale per la promozione e la diffusione del teatro e della cultura nelle comunità venete, Arteven di Venezia, la Fondazione Teatro Comunale di Vicenza e la Federazione Italiana Teatro Amatori del Veneto.

fonte: Redazione  www.veneziatoday.it

domenica 27 dicembre 2020

Roberto Bolle in "Danza con me": In prima serata su Rai1 il 1° gennaio 2021, con Francesco Montanari, Stefano Fresi e Miriam Leone

DANZA CON ME un programma di Roberto Bolle

Prodotto da Rai1 in collaborazione con Ballandi e Artedanza srl
Scritto da Roberto Bolle e Pamela Maffioli con Rossella Rizzi, Fabrizio Testini e Marco Silvestri
La direzione artistica è di Roberto Bolle
Le scene sono di Giuseppe Chiara
La fotografia è di Carlo Stagnoli
La regia di Cristiano D’Alisera
Ideazione Grafica e Messa in Scena Cristina Redini
La consulenza musicale è di Giorgio Oreglio
Direttore di produzione Antonio Fontana
A cura di Francesca Bignami. Produttore Esecutivo Rai Michela Amendolea
Produttore Esecutivo Ballandi Claudio Tarquini

Ad aprire un anno carico di speranza e aspettative, ancora una volta, Rai1 ha voluto la bellezza dell’arte e della danza di Roberto Bolle con il suo Danza con me, in onda in prima serata il 1° gennaio 2021 che torna per la quarta edizione. 

“Mai come in un momento come questo – dichiara Bolle – siamo stati convinti dell’importanza di esserci. In un periodo terribile in cui lo spettacolo, l’arte e il mondo sono paralizzati, tenuti in ostaggio dalla paura, mi piace pensare a Danza con Me come ad una trincea di resistenza, dove custodire e difendere l’Arte e la bellezza, nell’attesa di poter tornare a riprenderci i nostri spazi.  L’Arte è vita, è la custode della nostra umanità migliore, è la spinta che ci ricorda quello che siamo e ci fa vedere quello che potremmo e potremo tornare ad essere, pensare, creare. L’arte e lo spettacolo sono ristoro per l’anima e per lo spirito. È importante non dimenticarlo ed era importante dare un segnale forte in questo senso. Che sia un tempo sospeso, ma al quale non bisogna abituarsi”.

Danza con me – prodotto da Rai1 in collaborazione con Ballandi e Artedanza srl – è una bella abitudine a cui non ci si abitua mai. 
Pur nelle difficoltà del fare spettacolo di questi tempi, Danza con me va in scena anche quest’anno e viaggia, incontra, abbraccia portando gli spettatori con leggerezza in un mondo altro. 

Gli ospiti che hanno accettato l’invito di Roberto Bolle a esibirsi con lui sono molti. 
Tra loro Vasco Rossi, che manca dagli studi televisivi dal 2005 e che ha scelto proprio Danza con me per lanciare in esclusiva la sua nuova canzone nel segno e nella speranza della rinascita: “Una canzone d’amore buttata via”. 
Il brano è stato coreografato da Mauro Bigonzetti per Roberto Bolle insieme con Virna Toppi, Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano, Agnese Di Clemente e Gioacchino Starace, della Compagnia della Scala, in un incrocio di passi a due, momenti corali e assoli per raccontare l’amore in ogni sua forma. La coreografia è ambientata nel Laboratorio Ansaldo del Teatro Alla Scala di Milano dove l’arte viene costruita e custodita in attesa che tutto riprenda. Questo nuovo brano e la danza costruita su di esso, non solo apriranno la serata come sigla, ma potranno poi essere rivisti in Danza ancora con me alla fine del programma, con contenuti inediti che raccontano l’incontro storico tra Bolle e il rocker.  

La conduzione della serata è affidata agli attori Francesco Montanari e Stefano Fresi. Un duo inedito, che richiama la televisione di un tempo, elegante e divertente. I due, armati anche di un pianoforte, presenteranno, interpreteranno, suoneranno e balleranno. Accanto a loro Miriam Leone, che con grazia e ironia non mancherà di rivelare doti nascoste di ballerina. 
Ospite d’eccezione della puntata Michelle Hunziker che si esibirà con Bolle in un numero di musical. A lei inoltre Roberto ha affidato la presentazione di un pezzo contro la violenza sulle donne, tema ad entrambi molto caro.

La musica è come sempre tra gli ingredienti principali di Danza con me.
Quest’anno per la prima volta ospite Ghali, che offrirà al pubblico la sua musica, ma anche un’interpretazione toccante della poesia dell’attivista per i diritti civili Maya Angelou “Still I Rise” che verrà interpretata dalla danza di Carlos Kamizele, il ballerino congolese di street dance che ha conquistato per l’Italia il titolo di Campione del Mondo, pur non avendo mai ottenuto la cittadinanza italiana. 

Ed ancora Diodato, l’artista più premiato dell’anno che regalerà ai suoi fan un lato inedito dando vita a performance inaspettate. 
Tra gli ospiti anche Fabio Caressa per un esperimento che conquisterà anche i calciofili più impermeabili alla danza. 
L’arte di Roberto Bolle – come sempre non solo protagonista, ma anche ideatore e direttore artistico del programma – rimane al centro di un sistema che mescola l’arte, l’ironia e la contemporaneità.

C’è la danza classica rappresentata da grandi titoli del repertorio come “L’Histoire de Manon” di Kenneth MacMillan che Roberto Bolle interpreta accanto a Nicoletta Manni con la quale esegue anche il passo a due del Cigno Nero dal celeberrimo “Lago dei Cigni”. Con Virna Toppi invece Bolle darà vita alla “Carmen” nella versione di Amedeo Amodio. 
Spicca in questo ambito “Cacti” dell’astro nascente della coreografia mondiale Alexander Ekman, che Bolle interpreta insieme alla Compagnia del Teatro dell’Opera di Roma. Un pezzo prezioso, acclamato e richiesto in tutto il mondo che l’Étoile scaligera ha voluto fortemente offrire al pubblico di Rai1 nonostante tutte le difficoltà causate dalle limitazioni del periodo pandemico. 
Tra i pezzi contemporanei anche “Step Addition” di Sébastien Galtier, interpretato da Bolle e Nicoletta Manni. 

Come sempre molte sono le coreografie originali che accolgono le istanze della contemporaneità lette dal coreografo Mauro Bigonzetti. 
In primis “Violenza”, con Antonella Albano, Solista del Teatro alla Scala di Milano, contro la violenza sulle donne con un Bolle inedito e la presentazione di Michelle Hunziker. 
Poi “Dante” per Bolle e Agnese Di Clemente insieme con la MM Contemporary Dance Company, brano evocativo che interpreta gli echi infernali danteschi sempre attuali. E ancora, un “Ghali Divertissement” in cui, sulle note di un medley costruito dal cantante appositamente per il programma, Bigonzetti ha costruito un colorato balletto per Bolle, Virna Toppi e la MM Contemporary Dance Company. Infine una rivisitazione caleidoscopica di uno “Schiaccianoci” moderno che mescola realtà e sogno, musica e danza. 
Non mancano poi i pezzi costruiti ad hoc con gli ospiti insieme al coreografo Massimiliano Volpini per Michelle Hunziker, Miriam Leone e Diodato. 

Un altro elemento prezioso che colpisce immediatamente lo spettatore è la scenografia di Giuseppe Chiara, un atto artistico sospeso tra l’ideazione e il compiersi, metafora di questo tempo. Realizzato su un’architettura destrutturata wireframe – come una sorta di disegno tecnico tridimensionale – lo spazio scenico è attraversabile in ogni suo lato per non circoscrivere la danza, ma dialogare con essa lasciando che domini lo spazio. La struttura e la performance artistica sono accese e valorizzate dalla bellezza delle luci di Carlo Stagnoli. 

Un grande show al quale non si può rinunciare per emozionarsi, cibarsi di bellezza e arte, riflettere, ridere e anche abbracciarsi, toccarsi, sorridersi e commuoversi senza maschere attraverso un’arte antica che sempre rinasce, ricordandoci la nostra natura, quello che possiamo e dobbiamo tornare ad essere. 

Anche quest’anno il pubblico avrà la possibilità di seguire il programma con una serie di contenuti extra studiati per i social: immagini di backstage, video inediti, interviste ai protagonisti e una sorta di Libretto di Sala virtuale nel quale trovare curiosità e informazioni sulla danza rappresentata. Già gli anni passati l’hashtag #danzaconme si è imposto come programma più discusso sui social nella settimana dal 1° al 7 gennaio. 
fonte:  www.rai.it

TV: How Ellen DeGeneres Inspired ‘The Masked Dancer’ and Why Paula Abdul is Its Secret Weapon

The Masked Dancer” sounds like a good idea on paper: Take megahit “The Masked Singer,” but the disguised celebrities get their groove — instead of their croon — on. But while Fox and executive producer Craig Plestis kicked around the idea of a spin-off in the wake of “Masked Singer’s” boffo ratings, they still weren’t sure it would work. Photo Courtesy of Fox

On “The Masked Singer,” panelists and viewers try to guess who’s under the costume via clues — but it’s ultimately their singing voices that help give it away or not. A dance show would take away that key component — how could anyone even try to make a guess?

Enter “The Ellen DeGeneres Show,” which had also capitalized on the popularity of “Masked Singer” to create its own “Masked Dancer” stunt. After those segments became viral hits and the “Masked Singer” team saw how well they played, Fox alternative entertainment and specials president Rob Wade said he was finally convinced.

“The segments that Ellen had done was really the thing that persuaded me to do it,” he said. “You saw from the way that [‘Ellen’ DJ Stephen ‘Twitch’ Boss] and her kind of figured out who people were underneath these costumes that we could actually build a proper format around it.”

That’s why DeGeneres was also recruited to serve an executive producer on “The Masked Dancer,” which premieres on Fox this Sunday night, immediately following the NFL. Craig Robinson hosts “The Masked Dancer,” which features panelists Paula Abdul, Brian Austin Green, Ashley Tisdale and “Singer’s” Ken Jeong.

Plestis noted how DeGeneres and Twitch were able to guess some of the people from a Q&A that they did with the disguised celebrities. “It was a little bit of a proof of concept for us,” he said. “Then we went into development mode. What would make ‘Dancer’ stand out and be different than ‘Singer’?”

That led to some of the differences between the two “Masked” shows. On “Dancer,” clue packages are more story-oriented, with more in-depth, detailed hints. And the producers also added a feature they call “Word Up,” in which the contestant says one word, in their own voice. That word is also a major clue to their identity.

“We were really debating it, is this too big of a clue?” Plestis said. “Once you hear someone’s voice, you kind of really narrow it down. It turned out to be a great element in the show. Some of [the panelists] picked up on a lot of facts, old, young, whatever it might be. But also through some interesting misdirects that took them into other directions.”

Plestis said he believed “Masked Dancer” actually became an easier show for the panelists to guess the celebrity’s identity. “Once you’re observant it just starts clicking in,” he said. Plestis points especially to Abdul, the former “American Idol” judge whose choreography background made her the show’s “secret weapon.”

“She just might be too good at this game, which was fun for her to start looking at the way they walked out on the stage or dancing,” he said. “She started going in into the computer in her head, going It could be x, y or z.”

Among other differences between “Masked Singer” and “Masked Dancer,” the costumes aren’t as gigantic and inflexible on “Dancer” as they might be on “Singer.”

“If you need to do a jump, it can survive without the mask falling off. If you need to take someone above your head, you can do it,” Plestis said.

Even the stage is a bit different from “Singer”: “The set had to be changed because you can’t dance on an egg-shaped set,” Wade said. “And you have to change the lighting configuration. You have to make it look different. Because you don’t want it to be identical. A lot of work goes into that and designing that. It looks similar but it’s actually very different once you actually have to take the time to make the creative changes.”

As for the panelists, besides bringing her dance experience to the show, Abdul also returns to Fox after her successful 2000s run as a judge on “American Idol” (and later, on “The X-Factor”).

“Obviously, it took a minute to sort of talk that this isn’t a judging show, it’s now about how good or bad people are,” Wade said. “They’re panelists, they’re not judges. There’s commentary on performance but you’re not judging the dance. And she’s great. She’s great at guessing, she’s very funny she’s fantastic chemistry with the rest of the panel.”

Green was cast partly because of his experience performing on “The Masked Singer,” as Season 4’s Giraffe. Tisdale brought a performing background and a young perspective to the show, while Jeong remains Fox’s reality TV good luck charm.

“Ken’s getting better at the game,” Plestis said. “Everyone does play the game for real. He’s getting the groove of it now.” Added Wade: “We love Ken and we wanted to have someone from the ‘Masked’ franchise on there because he’s almost like a teacher. He knows how the judging works, so he is incredibly useful from just a teaching point of view for others.”

As for Robinson, the network had been in talks with the comedian for years on a wide variety of projects. “He’s never done this type of competition show, so he just brings a fresh flavor to ‘Dancer,'” Plestis said.

In casting “Masked Dancer,” the show went back to pitch celebrities who had passed on “Singer” but had previously said they’d be open to a dance show.

“There are certain people that want to dance, and there are other persons who want to sing,” Plestis said. “We were approached by many people as well, but also we were looking for individuals who you didn’t know who could dance. That it was either their secret weapon or hobby. And I think we were very successful in uncovering a pretty good selection of celebrities.”

The show touts a cast of 10 celebrities that have “amassed more than 38 million albums sold worldwide, 20 Emmy Award wins, 20 Grammy Award nominations, 10 World Dancing titles, five New York Times Best-Selling Author titles, four Olympic gold medals and three Broadway show appearances.”

“It’s not easy overall for the celebrities, singing has its own weight but dancing, you’re inside of a costume doing multiple dance routines and a lot of intricate dance routines as well, and telling stories with dance,” Plestis said. “There’s a lot of sweat equity our celebrities put into the show.”

For the producers, there was also the added stress of creating and launching a new competition in the middle of the COVID-19 pandemic.

“With ‘Masked Singer,’ for instance, it was really hard to make in COVID but we knew what the show was, we just had to figure out how to make that show in COVID,” Wade said. “If you’re making a new show, you don’t even know what show you’re making. And you have to make it in COVID. You’re trying to figure out this format in a time when no one can see each other. Training for a dance competition is really difficult when you can obviously be too close to people.”

The pandemic also wound up limiting the involvement of DeGeneres: “The intention was to be a lot more but obviously with COVID happening, it just became an impossibility,” Wade said. “She’s been very helpful obviously with the promotion of the show and very engaged in that. We were going to do a lot with that but unfortunately, obviously she contracted COVID. So in the last few weeks that meant a few things we had planned couldn’t be done. She’s been really supportive and her team have really supported the show.”

Like Season 4 of “The Masked Singer,” the first season of “Masked Dancer” will rely on archived audience reaction shots as well as augmented reality to give the feel of a crowd in the studio.

“These shows, you need audience, you need reaction shots.” Wade said. “You need that to get the story told properly. And it’s still not as good as having them there. The big problem is that there’s a different level of performance from every one — host, panelists, dancers, or singers. When they’re in front of 200-300 screaming people, it’s a very different energy.”

Fox and Plestis are looking at “The Masked Dancer” as a limited series companion to “The Masked Dancer” for now, an opportunity to bridge two cycles of “Dancer.” But long term, “we’ll see how Dancer does, and then ascertain after that if we want to bring that back or whether this is just like a special series,” Wade said. “The hope is obviously we can bring it back in some shape or form.”

Both Plestis and Wade are very aware of the danger of oversaturation. “We just need to pour as much effort into sustaining as much of that as we can,” Wade said. “I think you’ve got something that’s working then of course it’s difficult not to put it on. It’s good to have something on the air that’s really working.”

Added Plestis: “Don’t become predictable, always strive to be different and embrace the bizarre. We can change our format on a dime from season to season, and try different things out. We don’t want to rest on our laurels.”

source: Michael Schneider  https://variety.com

Netflix Sets Pope Francis Documentary Series Based on Award-Winning Book ‘Sharing the Wisdom of Time’

Netflix has announced an original documentary series based on “Sharing the Wisdom of Time,” the award-winning book written by Pope Francis.

 

The series will recount tales of elders and their lived experiences, told through the eyes of the younger generation. Women and men above the age of 70 from all around the world will journey with and share their diverse experiences with young filmmakers under the age of 30 who are from the same country.

The elders represent various ethnicities, socio-economic backgrounds and religions around the globe. They’ll touch upon key themes that all human beings have in common: love, struggle, work and dreams.

The series will feature Pope Francis in an exclusive interview, offering a unique point of view that will serve as the common thread throughout the four-episode series.

The book is edited by Father Antonio Spadaro and was first published by Loyola Press in the U.S. in 2018 and won several awards in 2019. At the Catholic Press Association Book Awards, the title won six awards across various categories and the book also won at the Illumination Book Awards, Living Now Book Awards, Independent Press Awards and Best Book Awards.

The series, by Simona Ercolani (“Dottori in Corsia”), is produced by Stand By Me, partner of Asacha Media Group, and will be made available globally on Netflix in 2021.

“The elderly have wisdom. They are entrusted with a great responsibility: to transmit their life experience, their family history, the history of a community, of a people,” wrote Pope Francis in “Sharing the Wisdom of Time.”

Netflix’s “The Two Popes,” directed by Fernando Meirelles, bowed on Netflix in 2019.

source: by  Naman Ramachandran  https://variety.com