«Risponderemo da Piazza Farnese il 22 giugno con la manifestazione concerto che stiamo organizzando contro le aggressioni omofobe e per i diritti.
Il vile pestaggio di Guido Allegrezza e le numerose denunce di aggressioni e insulti meritano una risposta collettiva della comunità gay e gay friendly oltre che di tutti, istituzioni e opinione pubblica».
È quanto si legge in una nota diffusa dal Coordinamento Arcobaleno che racchiude varie sigle (Arcigay Roma, Arcilesbica Roma, Azione Trans, Dì Gay Project, Gay Center e Gay Lib) che porterà in piazza anche numerosi artisti, musicisti e cantanti. Malika Ayane e Marco Guazzone terranno un concerto gratuito.
«In piazza ci sarà anche Guido Allegrezza, l`attivista aggredito all`Eur »Invito - afferma Allegrezza - tutte le associazioni e tutte le sigle ad essere presenti il 22 giugno per una manifestazione unitaria per i diritti e contro l`omofobia e ogni altra forma di violenza e intolleranza«.
Da Piazza Farnese »faremo appello alla politica perché ci sia una risposta - dicono gli esponenti del Coordinamento Arcobaleno - L'assenza di una legge anti omofobia, il vuoto di leggi sulle coppie costringe lesbiche, gay e trans in una condizione di debolezza di fronte ad attacchi omofobi.
È urgente che il clima politico cambi e abbandoni posizioni ideologiche ostili o d'indifferenza «.
La manifestazione ha il patrocinio di Comune di Roma, Provincia di Roma, Regione Lazio.
fonte http://www.dazebaonews.it
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
sabato 16 giugno 2012
Lgbt: Usa, per la prima volta il Gay Pride al Pentagono, la decisione presa dal segretario di Stato alla Difesa
Svolta storica per l'esercito Usa, che sta organizzando un evento per celebrare anche tra i militari americani il 'gay pride'.
La decisione presa dal segretario di Stato alla Difesa, Leon Panetta, rappresenta la caduta di un vero e proprio tabù e arriva a nove mesi dall'abolizione del 'Don't ask, don't tell', la norma che impediva ai militari omosessuali di fare outing
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Leon Panetta, in un videomessaggio ha espresso gratitudine verso i militari omosessuali per il loro lavoro e ha rinnovato il suo personale impegno a rimuovere tutte le barriere possibili per rendere l'esercito un modello di uguali opportunità: "Dopo l'abrogazione della legge 'Don't ask, don't tell', ora potete essere orgogliosi di servire il vostro Paese ed essere orgogliosi di chi siete"
fonte http://video.repubblica.it
La decisione presa dal segretario di Stato alla Difesa, Leon Panetta, rappresenta la caduta di un vero e proprio tabù e arriva a nove mesi dall'abolizione del 'Don't ask, don't tell', la norma che impediva ai militari omosessuali di fare outing
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Leon Panetta, in un videomessaggio ha espresso gratitudine verso i militari omosessuali per il loro lavoro e ha rinnovato il suo personale impegno a rimuovere tutte le barriere possibili per rendere l'esercito un modello di uguali opportunità: "Dopo l'abrogazione della legge 'Don't ask, don't tell', ora potete essere orgogliosi di servire il vostro Paese ed essere orgogliosi di chi siete"
fonte http://video.repubblica.it
Lgbt: Perchè il Gay Pride? "Il senso, la memoria e lo sguardo" di Paolo Valerio
Da qualche anno il 17 Maggio si celebra anche in Italia la “Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia”, per ricordare un evento che ha rappresentato un importante passo verso il consolidamento e la diffusione della cultura dei diritti e delle pari opportunità.
Il 17 Maggio del 1991 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha, infatti, emesso un documento che esclude l’omosessualità dalle malattie mentali.
In seguito a tale riconoscimento e al progresso degli studi in ambito biologico, psicologico e sociale, gran parte del mondo scientifico considera l’omosessualità una “variante naturale del comportamento umano”.
Nonostante ciò, è tuttora diffuso un atteggiamento di disprezzo, svalutazione e condanna nei confronti delle persone omosessuali, definito “omofobia”.
Per combattere lo stigma e il pregiudizio sottesi a tale atteggiamento, nel mese di giugno in molti paesi del mondo, eccetto quelli in cui le persone omosessuali sono condannate a gravi pene fino alla morte, viene organizzata una manifestazione denominata Gay Pride.
Questa è destinata a riaffermare il riconoscimento di diritti ugualitari e a ricordare un evento avvenuto nel 1969, al quale si può far risalire la nascita del movimento di liberazione LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali).
In quegli anni di fermento politico e intellettuale, molte persone omosessuali e transessuali erano solite incontrarsi a New York, presso il Greenwich Village, tentando di vivere apertamente la propria vita affettiva e sessuale.
Le incursioni della polizia nei bar frequentati da persone LGBT erano all’ordine del giorno. I “Moti di Stonewall”, passati alla storia come Rivolta di Stonewall, ebbero inizio il 27 Giugno del 1969 nel Greenwich Village quando, in occasione di uno dei soliti controlli, la polizia irruppe nello “Stonewall Inn”, un bar di Christofer Street frequentato da persone LGBT.
Per la prima volta i clienti del bar non subirono l’ingiusta violenza ed ebbe inizio una rivolta che coinvolse molte persone e portò alla sopraffazione degli agenti di polizia, che furono costretti a difendersi.
Lo slogan urlato dalla folla era Gay Power, che in qualche modo evocava “Black Power”, lo slogan utilizzato dalle persone afro-americane per rivendicare una sorta di orgoglio razziale. L’evento ha assunto un forte valore simbolico per la popolazione LGBT ed è ricordato ogni anno tramite le colorate parate dei Gay Pride.
Quest’anno in Italia il Gay Pride Nazionale è stato organizzato il 9 giugno a Bologna. A seguito dei recenti eventi sismici il Comitato Pride ha deciso di modificare i connotati della manifestazione e di non annullarla, per denunciare attraverso il Pride il vuoto nei diritti e di conseguenza nelle vite delle persone LGBT che vivono nel nostro Paese.
Il corteo non avrà carri addobbati né impianti per l’amplificazione e diffusione della musica. Saranno promosse una serie di iniziative volte alla raccolta di fondi da destinare alla popolazione delle zone terremotate.
Lo sguardo più corretto con il quale osservare questa manifestazione è di considerarla non solo come una festa o una parata, ma soprattutto come un’occasione per riaffermare l’impegno a lottare contro ogni forma di violenza e di discriminazione agita non solo nei confronti delle persone LGBT, ma anche delle donne e delle persone di diversa provenienza etnica e quest’anno anche come un’occasione per privilegiare il senso dello stare insieme e promuovere un modello concreto di cittadinanza attiva.
Paolo Valerio è Ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università degli studi di Napoli Federico II e direttore del centro di Ateneo SInAPSi (Servizi per l’Inclusione Attiva e Partecipata degli Studenti)
fonte http://www.corriereuniv.it
Il 17 Maggio del 1991 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha, infatti, emesso un documento che esclude l’omosessualità dalle malattie mentali.
In seguito a tale riconoscimento e al progresso degli studi in ambito biologico, psicologico e sociale, gran parte del mondo scientifico considera l’omosessualità una “variante naturale del comportamento umano”.
Nonostante ciò, è tuttora diffuso un atteggiamento di disprezzo, svalutazione e condanna nei confronti delle persone omosessuali, definito “omofobia”.
Per combattere lo stigma e il pregiudizio sottesi a tale atteggiamento, nel mese di giugno in molti paesi del mondo, eccetto quelli in cui le persone omosessuali sono condannate a gravi pene fino alla morte, viene organizzata una manifestazione denominata Gay Pride.
Questa è destinata a riaffermare il riconoscimento di diritti ugualitari e a ricordare un evento avvenuto nel 1969, al quale si può far risalire la nascita del movimento di liberazione LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali).
In quegli anni di fermento politico e intellettuale, molte persone omosessuali e transessuali erano solite incontrarsi a New York, presso il Greenwich Village, tentando di vivere apertamente la propria vita affettiva e sessuale.
Le incursioni della polizia nei bar frequentati da persone LGBT erano all’ordine del giorno. I “Moti di Stonewall”, passati alla storia come Rivolta di Stonewall, ebbero inizio il 27 Giugno del 1969 nel Greenwich Village quando, in occasione di uno dei soliti controlli, la polizia irruppe nello “Stonewall Inn”, un bar di Christofer Street frequentato da persone LGBT.
Per la prima volta i clienti del bar non subirono l’ingiusta violenza ed ebbe inizio una rivolta che coinvolse molte persone e portò alla sopraffazione degli agenti di polizia, che furono costretti a difendersi.
Lo slogan urlato dalla folla era Gay Power, che in qualche modo evocava “Black Power”, lo slogan utilizzato dalle persone afro-americane per rivendicare una sorta di orgoglio razziale. L’evento ha assunto un forte valore simbolico per la popolazione LGBT ed è ricordato ogni anno tramite le colorate parate dei Gay Pride.
Quest’anno in Italia il Gay Pride Nazionale è stato organizzato il 9 giugno a Bologna. A seguito dei recenti eventi sismici il Comitato Pride ha deciso di modificare i connotati della manifestazione e di non annullarla, per denunciare attraverso il Pride il vuoto nei diritti e di conseguenza nelle vite delle persone LGBT che vivono nel nostro Paese.
Il corteo non avrà carri addobbati né impianti per l’amplificazione e diffusione della musica. Saranno promosse una serie di iniziative volte alla raccolta di fondi da destinare alla popolazione delle zone terremotate.
Lo sguardo più corretto con il quale osservare questa manifestazione è di considerarla non solo come una festa o una parata, ma soprattutto come un’occasione per riaffermare l’impegno a lottare contro ogni forma di violenza e di discriminazione agita non solo nei confronti delle persone LGBT, ma anche delle donne e delle persone di diversa provenienza etnica e quest’anno anche come un’occasione per privilegiare il senso dello stare insieme e promuovere un modello concreto di cittadinanza attiva.
Paolo Valerio è Ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università degli studi di Napoli Federico II e direttore del centro di Ateneo SInAPSi (Servizi per l’Inclusione Attiva e Partecipata degli Studenti)
fonte http://www.corriereuniv.it
Lgbt: Presentata a Torino "Vorrei ma non Posso" pro matrimonio gay oggi il pride
Lanciata da Quore e Queever una campagna a favore delle nozze gay con unioni simboliche durante il Pride torinese e invio di cartoline indirizzate a Napolitano per colmare il vuoto legislativo.
Matrimoni gay, qualcosa si muove.
A Torino, città pioniera per quanto riguarda le iniziative sui diritti lgbt, è stata presentata stamattina, presso il circolo dei Lettori, un'interessante campagna a favore del matrimonio omosessuale in Italia dal titolo:
Vorrei, ma non posso. It's wedding time!.
"L'iniziativa ha due momenti fondamentali - spiega Daniele Viotti dell'associazione Quore che promuove la campagna insieme al Queever -.
Il primo consiste nella distribuzione di 15000 cartoline indirizzate al presidente della Repubblica Napolitano in cui, in un modo un po' affettuoso, chiediamo al Presidente di farsi carico della questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
La seconda fase si svolgerà sabato 16 giugno durante il Pride di Torino.
Sul carro del Queever si svolgeranno matrimoni simbolici tra coppie omosessuali ma anche etero celebrati da rappresentanti istituzionali.
Abbiamo avuto anche l'adesione dell'ex Presidente Bresso che ci ha inviato un messaggio di saluto perché è a Roma. Anche la consigliera Fosca Nomis ci saluta e invia gli auguri".
"L'adesione dei rappresentanti politici - prosegue Silvia Magino di 'Quore' - è stata bipartisan, e ciò risulta strategico per produrre obiettivi concreti non solo a livello locale. Di fatto la nostra costituzione non vieta i matrimoni gay in maniera né diretta né indiretta: nell'articolo 29 della Costituzione si parla di coniugi e non di marito e moglie. Abbiamo già firmato un migliaio di cartoline. Stiamo raccogliendo le adesioni delle coppie che celebreranno i matrimoni simbolici".
Il consigliere comunale Mimmo Carretta (PD) ha quindi raccontato un curioso aneddoto: "Mi date una grande possibilità, il 16 giugno: sdebitarmi. Arrivo da un piccolo paese della Basilicata in cui nei primi anni '70 avvenne un episodio narrato nell'ultimo capitolo di un libro di Pratolini, Matrimoni.
Due cattolici chiedono a don Marco Bisceglia di essere sposati: era un raggiro, si trattava di due giornalisti de Il Borghese. Ma il sacerdote disse sì al matrimonio di coscienza, unico esempio in Italia. Poi fu cacciato. Io celebrerò matrimoni di coscienza per svegliare le coscienze".
A riprova della trasversalità politica della proposta, è particolarmente significativo l'intervento di Fabrizio Comba, consigliere regionale del gruppo PDL: "Ritengo che l'ipocrisia abbia molti genitori, non si deve riconoscere in un ambito politico piuttosto che un altro.
Queste battaglie sono assolutamente sostenibili, sono azioni di civiltà. Difficilmente questo Parlamento sarà ancora in grado di affrontare battaglie e azioni di questo tipo. Siamo in grande ritardo, non esistono famiglie di serie A o di serie B. Mia madre mi ha insegnato che ad amare non si sbaglia mai, in qualsiasi direzione si vada".
"Devo ringraziare tutte le associazioni che mi hanno aiutato nel percorso per approfondire queste tematiche - ha infine concluso Maria Cristina Spinosa, assessore comunale alle Pari Opportunità -. Abbiamo un servizio lgbt in Comune che è un fiore all'occhiello della città. Il nostro dovere è di impegnarci quotidianamente su questi temi e non limitarlo a uno o due giorni di celebrazione".
Le coppie che desiderano essere unite simbolicamente in matrimonio sul carro del Queever durante il Pride di Torino che si svolgerà sabato 16 giugno (la partenza è prevista alle ore 16 da piazza Arbarello) possono inviare una mail all' indirizzo vorreimanonposso2012@gmail.com.
fonte http://www.gay.it/ di Roberto Schinardi
Matrimoni gay, qualcosa si muove.
A Torino, città pioniera per quanto riguarda le iniziative sui diritti lgbt, è stata presentata stamattina, presso il circolo dei Lettori, un'interessante campagna a favore del matrimonio omosessuale in Italia dal titolo:
Vorrei, ma non posso. It's wedding time!.
"L'iniziativa ha due momenti fondamentali - spiega Daniele Viotti dell'associazione Quore che promuove la campagna insieme al Queever -.
Il primo consiste nella distribuzione di 15000 cartoline indirizzate al presidente della Repubblica Napolitano in cui, in un modo un po' affettuoso, chiediamo al Presidente di farsi carico della questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
La seconda fase si svolgerà sabato 16 giugno durante il Pride di Torino.
Sul carro del Queever si svolgeranno matrimoni simbolici tra coppie omosessuali ma anche etero celebrati da rappresentanti istituzionali.
Abbiamo avuto anche l'adesione dell'ex Presidente Bresso che ci ha inviato un messaggio di saluto perché è a Roma. Anche la consigliera Fosca Nomis ci saluta e invia gli auguri".
"L'adesione dei rappresentanti politici - prosegue Silvia Magino di 'Quore' - è stata bipartisan, e ciò risulta strategico per produrre obiettivi concreti non solo a livello locale. Di fatto la nostra costituzione non vieta i matrimoni gay in maniera né diretta né indiretta: nell'articolo 29 della Costituzione si parla di coniugi e non di marito e moglie. Abbiamo già firmato un migliaio di cartoline. Stiamo raccogliendo le adesioni delle coppie che celebreranno i matrimoni simbolici".
Il consigliere comunale Mimmo Carretta (PD) ha quindi raccontato un curioso aneddoto: "Mi date una grande possibilità, il 16 giugno: sdebitarmi. Arrivo da un piccolo paese della Basilicata in cui nei primi anni '70 avvenne un episodio narrato nell'ultimo capitolo di un libro di Pratolini, Matrimoni.
Due cattolici chiedono a don Marco Bisceglia di essere sposati: era un raggiro, si trattava di due giornalisti de Il Borghese. Ma il sacerdote disse sì al matrimonio di coscienza, unico esempio in Italia. Poi fu cacciato. Io celebrerò matrimoni di coscienza per svegliare le coscienze".
A riprova della trasversalità politica della proposta, è particolarmente significativo l'intervento di Fabrizio Comba, consigliere regionale del gruppo PDL: "Ritengo che l'ipocrisia abbia molti genitori, non si deve riconoscere in un ambito politico piuttosto che un altro.
Queste battaglie sono assolutamente sostenibili, sono azioni di civiltà. Difficilmente questo Parlamento sarà ancora in grado di affrontare battaglie e azioni di questo tipo. Siamo in grande ritardo, non esistono famiglie di serie A o di serie B. Mia madre mi ha insegnato che ad amare non si sbaglia mai, in qualsiasi direzione si vada".
"Devo ringraziare tutte le associazioni che mi hanno aiutato nel percorso per approfondire queste tematiche - ha infine concluso Maria Cristina Spinosa, assessore comunale alle Pari Opportunità -. Abbiamo un servizio lgbt in Comune che è un fiore all'occhiello della città. Il nostro dovere è di impegnarci quotidianamente su questi temi e non limitarlo a uno o due giorni di celebrazione".
Le coppie che desiderano essere unite simbolicamente in matrimonio sul carro del Queever durante il Pride di Torino che si svolgerà sabato 16 giugno (la partenza è prevista alle ore 16 da piazza Arbarello) possono inviare una mail all' indirizzo vorreimanonposso2012@gmail.com.
fonte http://www.gay.it/ di Roberto Schinardi
No all’omofobia, sì ai diritti umani delle persone lgbti in Italia
Come accade purtroppo in diverse parti del mondo e dell’Europa, anche in Italia i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti) sono messi a rischio dalla discriminazione e da altri fattori, legislativi, sociali e culturali.
Le istituzioni hanno l’obbligo di prevenire e contrastare la discriminazione, perché qualsiasi eccezione all’universalità dei diritti umani è inaccettabile.
È necessario che le autorità italiane assicurino alle persone Lgbti il diritto a esprimere la loro identità di genere e il loro orientamento sessuale, il diritto a una vita affettiva e familiare libera da interferenze e un equo accesso a tutti i diritti umani riconosciuti dalle convenzioni e dagli standard internazionali.
PUOI FIRMARE L'APPELLO A QUESTO LINK:
http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/229
Negli ultimi anni, attacchi verbali e fisici nei confronti delle persone Lgbti si sono verificati con preoccupante frequenza, mentre diversi esponenti politici e istituzionali hanno continuato a fomentare un clima di intolleranza e di odio verso le persone Lgbti con dichiarazioni palesemente discriminatorie.
La legge penale italiana antidiscriminazione prevede pene aggravate per crimini di odio basati sull’etnia, razza, nazionalità, lingua o religione, ma non tratta allo stesso modo quelli motivati da finalità di discriminazione per l’orientamento sessuale e l’identità di genere (c.d. legge Mancino-Reale, n. 654 del 1975, come modificata e integrata dal decreto legge n. 122 del 1993 e successive modificazioni).
A causa di questa lacuna, le persone che subiscono discriminazione, odio e violenza a causa del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere non hanno la stessa tutela garantita alle vittime di reati motivati da altri fattori che la legge identifica come discriminatori; per lo stesso motivo, l’incitamento verbale all’omofobia e alla transfobia, i cui casi purtroppo non sono mancati in questi anni, non è perseguibile come crimine motivato da odio.
Questa lacuna è in contrasto con la legislazione internazionale ed europea sulla discriminazione e rischia di favorire l’aumento di atteggiamenti di intolleranza e violenza verso le persone Lgbti.
Il principio di non discriminazione, sancito dall’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, trattato vincolante per l’Italia, garantisce parità di trattamento tra le persone e stabilisce il divieto di qualsiasi forma di discriminazione basata su sesso, razza o origine etnica, lingua, religione o credo, disabilità, età e orientamento sessuale.
Ciononostante, nel luglio 2011, come già accaduto nel 2009, il parlamento italiano ha respinto proposte di legge tese a colmare questa lacuna.
Inoltre, nella legislazione italiana manca qualsiasi riconoscimento della rilevanza sociale delle famiglie costituite da persone dello stesso sesso – alle quali non viene consentito di sposarsi – e dai loro figli.
In tutto il mondo, Amnesty International si oppone alla discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere nell’accesso al matrimonio civile e chiede agli stati che riconoscano diritti anche alle famiglie di fatto e alle unioni formate all’estero sulla base delle leggi locali.
Negare il riconoscimento alle coppie omosessuali impedisce a molte persone di godere di tutta una serie di diritti, necessari per l’autorealizzazione, e alimenta ulteriormente la stigmatizzazione, la discriminazione e gli abusi nei confronti delle persone Lgbti.
Le autorità italiane hanno la responsabilità di proteggere e garantire la realizzazione dei diritti umani delle persone Lgbti affinché esse non siano vittime di discriminazione, possano godere degli stessi diritti di ogni individuo e possano esprimere liberamente il loro orientamento sessuale e identità di genere senza il rischio di subire altre violazioni e abusi dei loro diritti umani.
PUOI FIRMARE L'APPELLO A QUESTO LINK:
http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/229
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fonte http://rainbowman56.wordpress.comrainbowman56
Le istituzioni hanno l’obbligo di prevenire e contrastare la discriminazione, perché qualsiasi eccezione all’universalità dei diritti umani è inaccettabile.
È necessario che le autorità italiane assicurino alle persone Lgbti il diritto a esprimere la loro identità di genere e il loro orientamento sessuale, il diritto a una vita affettiva e familiare libera da interferenze e un equo accesso a tutti i diritti umani riconosciuti dalle convenzioni e dagli standard internazionali.
PUOI FIRMARE L'APPELLO A QUESTO LINK:
http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/229
Negli ultimi anni, attacchi verbali e fisici nei confronti delle persone Lgbti si sono verificati con preoccupante frequenza, mentre diversi esponenti politici e istituzionali hanno continuato a fomentare un clima di intolleranza e di odio verso le persone Lgbti con dichiarazioni palesemente discriminatorie.
La legge penale italiana antidiscriminazione prevede pene aggravate per crimini di odio basati sull’etnia, razza, nazionalità, lingua o religione, ma non tratta allo stesso modo quelli motivati da finalità di discriminazione per l’orientamento sessuale e l’identità di genere (c.d. legge Mancino-Reale, n. 654 del 1975, come modificata e integrata dal decreto legge n. 122 del 1993 e successive modificazioni).
A causa di questa lacuna, le persone che subiscono discriminazione, odio e violenza a causa del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere non hanno la stessa tutela garantita alle vittime di reati motivati da altri fattori che la legge identifica come discriminatori; per lo stesso motivo, l’incitamento verbale all’omofobia e alla transfobia, i cui casi purtroppo non sono mancati in questi anni, non è perseguibile come crimine motivato da odio.
Questa lacuna è in contrasto con la legislazione internazionale ed europea sulla discriminazione e rischia di favorire l’aumento di atteggiamenti di intolleranza e violenza verso le persone Lgbti.
Il principio di non discriminazione, sancito dall’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, trattato vincolante per l’Italia, garantisce parità di trattamento tra le persone e stabilisce il divieto di qualsiasi forma di discriminazione basata su sesso, razza o origine etnica, lingua, religione o credo, disabilità, età e orientamento sessuale.
Ciononostante, nel luglio 2011, come già accaduto nel 2009, il parlamento italiano ha respinto proposte di legge tese a colmare questa lacuna.
Inoltre, nella legislazione italiana manca qualsiasi riconoscimento della rilevanza sociale delle famiglie costituite da persone dello stesso sesso – alle quali non viene consentito di sposarsi – e dai loro figli.
In tutto il mondo, Amnesty International si oppone alla discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere nell’accesso al matrimonio civile e chiede agli stati che riconoscano diritti anche alle famiglie di fatto e alle unioni formate all’estero sulla base delle leggi locali.
Negare il riconoscimento alle coppie omosessuali impedisce a molte persone di godere di tutta una serie di diritti, necessari per l’autorealizzazione, e alimenta ulteriormente la stigmatizzazione, la discriminazione e gli abusi nei confronti delle persone Lgbti.
Le autorità italiane hanno la responsabilità di proteggere e garantire la realizzazione dei diritti umani delle persone Lgbti affinché esse non siano vittime di discriminazione, possano godere degli stessi diritti di ogni individuo e possano esprimere liberamente il loro orientamento sessuale e identità di genere senza il rischio di subire altre violazioni e abusi dei loro diritti umani.
PUOI FIRMARE L'APPELLO A QUESTO LINK:
http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/229
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fonte http://rainbowman56.wordpress.comrainbowman56
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diritti umani,
lotta all'omofobia
venerdì 15 giugno 2012
Lgbt: Ventiquattro coppie "Sabato ci sposiamo al Gay Pride" A Torino domani 16 giugno
A sostegno della campagna, sono state spedite 4000 cartoline al presidente Napolitano «affinché si impegni per allargare l'istituto del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali»
In veste di officianti alcuni politici di Pd, Pdl, Sel
L’assessore comunale alle Pari Opportunità Mariacristina Spinosa ha assicurato che impegnerà il Comune in un percorso istituzionale che spinga il legislatore verso la «parificazione oggettiva delle persone omosessuali.
Anche con il matrimonio, se questa è la richiesta». E questa è la richiesta del popolo lgbt.
Ieri le associazioni lgbt Quore e Queever, che in occasione del Pride hanno promosso la campagna per il matrimonio omosessuale in Italia «Vorrei, ma non posso! It’s wedding time», hanno annunciato che 24 coppie - 16 di donne, 8 di uomini e tra loro Giovanni Minerba, direttore del Festival «Da Sodoma a Hollywood», con il suo compagno Damiano Andresano - saliranno sul carro per unirsi in un matrimonio simbolico celebrato da politici di Pd, Pdl, Sel.
Una coppia di lesbiche porterà i figli a fare da paggetti.
In veste di officianti ci saranno i consiglieri regionali Laus, Comba, Cantore, Cerutti, i consiglieri comunali Marta Levi, Nomis, Carretta, Centillo, Grimaldi, Berthier, Stara, Levi Montalcini, gli assessori comunali Spinosa, Curti, Passoni. Saranno loro a firmare la pergamena che verrà rilasciata ad ogni coppia.
«Abbiamo coinvolto amministratori locali di ogni schieramento - spiega Silvia Magino, di Quore - per testare la loro disponibilità su una tematica tanto dibattuta.
Questo ci darà la possibilità di consolidare e unire le reti costruite in passato per fare fronte comune contro chi tenta di impedire anche solo il dibattito sui diritti civili, fondamento di una società basata sulla laicità».
Agli organizzatori, in questi giorni, sta arrivando una grande quantità di messaggi. «Sono testimonianze commoventi - racconta Daniele Viotti di Quore -, dicono quanto le persone stiano prendendo sul serio l’iniziativa.
Ci sono le due donne che porteranno i loro bambini, altre che si scambieranno le fedi. Una ragazza farà la festa di addio al nubilato, una coppia ha prenotato il pranzo con amici e parenti, un ragazzo sta convincendo la madre ad accompagnarlo sul carro, due ragazze hanno creato un evento su Facebook per le amiche.
E c’è chi ci scrive ogni giorno per allentare la tensione...».
Le unioni simboliche
(è ancora possibile aderire scrivendo vorreimanonposso2012@gmail.com)
saranno celebrate in piazza Arbarello e lungo il percorso del Pride fino a piazza Vittorio.
A sostegno della campagna, sono state spedite ad oggi quattromila cartoline al Presidente della Repubblica Napolitano: un appello «affinché si impegni - ricorda Alessandro Battaglia di Queever - per allargare l’istituto del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali nel pieno rispetto della Costituzione, di cui è garante».
fonte http://www3.lastampa.it/torino di MARIA TERESA MARTINENGO
In veste di officianti alcuni politici di Pd, Pdl, Sel
L’assessore comunale alle Pari Opportunità Mariacristina Spinosa ha assicurato che impegnerà il Comune in un percorso istituzionale che spinga il legislatore verso la «parificazione oggettiva delle persone omosessuali.
Anche con il matrimonio, se questa è la richiesta». E questa è la richiesta del popolo lgbt.
Ieri le associazioni lgbt Quore e Queever, che in occasione del Pride hanno promosso la campagna per il matrimonio omosessuale in Italia «Vorrei, ma non posso! It’s wedding time», hanno annunciato che 24 coppie - 16 di donne, 8 di uomini e tra loro Giovanni Minerba, direttore del Festival «Da Sodoma a Hollywood», con il suo compagno Damiano Andresano - saliranno sul carro per unirsi in un matrimonio simbolico celebrato da politici di Pd, Pdl, Sel.
Una coppia di lesbiche porterà i figli a fare da paggetti.
In veste di officianti ci saranno i consiglieri regionali Laus, Comba, Cantore, Cerutti, i consiglieri comunali Marta Levi, Nomis, Carretta, Centillo, Grimaldi, Berthier, Stara, Levi Montalcini, gli assessori comunali Spinosa, Curti, Passoni. Saranno loro a firmare la pergamena che verrà rilasciata ad ogni coppia.
«Abbiamo coinvolto amministratori locali di ogni schieramento - spiega Silvia Magino, di Quore - per testare la loro disponibilità su una tematica tanto dibattuta.
Questo ci darà la possibilità di consolidare e unire le reti costruite in passato per fare fronte comune contro chi tenta di impedire anche solo il dibattito sui diritti civili, fondamento di una società basata sulla laicità».
Agli organizzatori, in questi giorni, sta arrivando una grande quantità di messaggi. «Sono testimonianze commoventi - racconta Daniele Viotti di Quore -, dicono quanto le persone stiano prendendo sul serio l’iniziativa.
Ci sono le due donne che porteranno i loro bambini, altre che si scambieranno le fedi. Una ragazza farà la festa di addio al nubilato, una coppia ha prenotato il pranzo con amici e parenti, un ragazzo sta convincendo la madre ad accompagnarlo sul carro, due ragazze hanno creato un evento su Facebook per le amiche.
E c’è chi ci scrive ogni giorno per allentare la tensione...».
Le unioni simboliche
(è ancora possibile aderire scrivendo vorreimanonposso2012@gmail.com)
saranno celebrate in piazza Arbarello e lungo il percorso del Pride fino a piazza Vittorio.
A sostegno della campagna, sono state spedite ad oggi quattromila cartoline al Presidente della Repubblica Napolitano: un appello «affinché si impegni - ricorda Alessandro Battaglia di Queever - per allargare l’istituto del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali nel pieno rispetto della Costituzione, di cui è garante».
fonte http://www3.lastampa.it/torino di MARIA TERESA MARTINENGO
Lgbt: Il giornalista di RaiNews fa coming out in diretta
Per la prima volta in diretta durante un telegiornale, un giornalista italiano fa il suo coming out.
Si tratta di Alessandro Baracchini, conduttore di punta del canale all news della Rai.
"Se non fossi favorevole al matrimonio gay non potrei sposarmi nemmeno io".
È con estrema naturalezza che Alessandro Baracchini, uno dei giornalisti di punta di RaiNews, ha fatto il suo coming out televisivo.
L'occasione è stata quella del collegamento che il telegiornale diretto da Corradino Mineo fa quotidianamente con la trasmissione radio Un Giorno Da Pecora.
Quando i due conduttori hanno chiesto a Baracchini un commento sulle parole di Cassano, il giornalista ha abbozzato un "lui quelli come me non li vorrebbe in nazionale".
Quando poi, più avanti nel collegamento, gli viene chiesto un parere sui matrimoni gay, ecco il coming out spontaneo: "Se non fossi favorevole al matrimonio gay non potrei sposarmi nemmeno io".
Baracchini è il terzo giornalista a fare coming out, dopo Stefano Campagna del Tg1 e Paolo Colombo de La7.
Si tratta però del primo a farlo in diretta, addirittura durante la conduzione del telegiornale.
Il collega di RaiUno, infatti, affidò il suo coming out al sito telegiornaliste.com mentre quello sportivo de La7 rivelò di essere gay al sito gaynews.it.
Baracchini, che ha partecipato molte volte a dibattiti organizzati da associazioni gay in veste di ospite o moderatore, non ha mai fatto mistero della propria omosessualità ma oggi ha fatto il suo coming out pubblicamente.
È stata sua, inoltre, la cronaca dell'Europride di Roma dello scorso anno e agli addetti ai lavori parve positivamente strano come durante tutto il corso della lunga diretta, il giornalista evitò qualsiasi insidia linguistica in cui solitamente cadono i colleghi eterosessuali come ad esempio declinare al maschile le persone trans o conoscere il significato della sigla lgbt (lesbica, gay, bisessuale e transgender)
fonte http://www.gay.it/ di Daniele Nardini
Si tratta di Alessandro Baracchini, conduttore di punta del canale all news della Rai.
"Se non fossi favorevole al matrimonio gay non potrei sposarmi nemmeno io".
È con estrema naturalezza che Alessandro Baracchini, uno dei giornalisti di punta di RaiNews, ha fatto il suo coming out televisivo.
L'occasione è stata quella del collegamento che il telegiornale diretto da Corradino Mineo fa quotidianamente con la trasmissione radio Un Giorno Da Pecora.
Quando i due conduttori hanno chiesto a Baracchini un commento sulle parole di Cassano, il giornalista ha abbozzato un "lui quelli come me non li vorrebbe in nazionale".
Quando poi, più avanti nel collegamento, gli viene chiesto un parere sui matrimoni gay, ecco il coming out spontaneo: "Se non fossi favorevole al matrimonio gay non potrei sposarmi nemmeno io".
Baracchini è il terzo giornalista a fare coming out, dopo Stefano Campagna del Tg1 e Paolo Colombo de La7.
Si tratta però del primo a farlo in diretta, addirittura durante la conduzione del telegiornale.
Il collega di RaiUno, infatti, affidò il suo coming out al sito telegiornaliste.com mentre quello sportivo de La7 rivelò di essere gay al sito gaynews.it.
Baracchini, che ha partecipato molte volte a dibattiti organizzati da associazioni gay in veste di ospite o moderatore, non ha mai fatto mistero della propria omosessualità ma oggi ha fatto il suo coming out pubblicamente.
È stata sua, inoltre, la cronaca dell'Europride di Roma dello scorso anno e agli addetti ai lavori parve positivamente strano come durante tutto il corso della lunga diretta, il giornalista evitò qualsiasi insidia linguistica in cui solitamente cadono i colleghi eterosessuali come ad esempio declinare al maschile le persone trans o conoscere il significato della sigla lgbt (lesbica, gay, bisessuale e transgender)
fonte http://www.gay.it/ di Daniele Nardini
Lgbt: Ridley Scott torna con un nuovo colossal “Prometheus” dal 19 ottobre nei cinema
Mancano pochi mesi all’uscita nelle sale italiane del nuovo capolavoro di Ridley Scott, ossia “Prometheus”, che ha letteralmente sbancato i botteghini americani.
In Italia la pellicola uscirà il 19 Ottobre 2012 ma i fan di Scott non sono nella pelle. Nel cast del film c’è anche la rivelazione Michael Fassbender.
Secondo le prime indiscrezioni, “Prometheus” è addirittura più avvincente di colossal del calibro di “Blade Runner” e “Alien”, per la sua trama inedita e particolare, che vede impegnato un gruppo di esploratori alla scoperta delle origini del genere umano sulla Terra.
Il cast è composto da attori famosissimi, come Charlize Theron, Idris Elba e Guy Pearce, oltre al suddetto Fassbender.
fonte http://www.altopascio.info/Larry Mendoza
In Italia la pellicola uscirà il 19 Ottobre 2012 ma i fan di Scott non sono nella pelle. Nel cast del film c’è anche la rivelazione Michael Fassbender.
Secondo le prime indiscrezioni, “Prometheus” è addirittura più avvincente di colossal del calibro di “Blade Runner” e “Alien”, per la sua trama inedita e particolare, che vede impegnato un gruppo di esploratori alla scoperta delle origini del genere umano sulla Terra.
Il cast è composto da attori famosissimi, come Charlize Theron, Idris Elba e Guy Pearce, oltre al suddetto Fassbender.
fonte http://www.altopascio.info/Larry Mendoza
Lgbt: La Germania contro l'omofobia nel calcio "Picchieresti il tuo calciatore preferito perchè gay?"
Mentre Antonio Cassano, tra i sorrisini dei giornalisti, mostra la radicata omofobia del calcio italiano
(anche se, a onor del vero, ha chiesto scusa dicendo, all’italiana! di essere stato frainteso), in Germania c’è una campagna contro l’omofobia nel calcio.
La campagna – che era stata lanciata in occasione dei mondiali di calcio tenutisi nel 2006 in Germania, mostra due calciatori che si baciano accompagnati dalla scritta: Picchieresti il tuo calciatore preferito per questo?
Purtroppo credo che da noi un linciaggio verbale il “calciatore preferito” che fa coming out se lo prenderebbe tutto.
Del resto se un calciatore “campione” come Cassano non riesce a parlare di omosessualità senza offendere, figurarsi chi vede lui e i suoi compagni come modelli cosa è capace di dire o fare.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo
(anche se, a onor del vero, ha chiesto scusa dicendo, all’italiana! di essere stato frainteso), in Germania c’è una campagna contro l’omofobia nel calcio.
La campagna – che era stata lanciata in occasione dei mondiali di calcio tenutisi nel 2006 in Germania, mostra due calciatori che si baciano accompagnati dalla scritta: Picchieresti il tuo calciatore preferito per questo?
Purtroppo credo che da noi un linciaggio verbale il “calciatore preferito” che fa coming out se lo prenderebbe tutto.
Del resto se un calciatore “campione” come Cassano non riesce a parlare di omosessualità senza offendere, figurarsi chi vede lui e i suoi compagni come modelli cosa è capace di dire o fare.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo
Lgbt: Allarme omofobia a Roma e provincia ancora aggressioni, 5 in pochi giorni
Nuovi casi nella Capitale, ad Ardea e Velletri: le vittime sono una trans, due lesbiche e un attivista gay
Ancora tre aggressioni omofobe a Roma e provincia dopo i due casi dei giorni scorsi nella capitale, a Campo de' Fiori e alla Gay Street di San Giovanni.
Una transessuale e una coppia di ragazze lesbiche sono state aggredite rispettivamente adArdea e a Velletri.
A Roma, nel quartiere Eur, in una zona abitualmente frequentata da gay, Guido Allegrezza, noto attivista gay romano è stato vittima la notte scorsa di un'aggressione da parte di quattro ragazzi tra i 25 e i 30 anni.
Le aggressioni alla trans.
«La trans che ha sporto anche denuncia ai carabinieri di Ardea ha subito ripetute minacce, ingiurie, e danneggiamenti tra il 1° e il 4 giugno scorsi, si legge in un comunicato del portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo e del presidente di Arcigay Roma Roberto Stocco.
La prima aggressione è avvenuta sulla spiaggia libera di Ardea dove è stata avvicinata da un gruppo di quattro ragazzi che hanno iniziato a insultarla con frasi tipo "fai schifo, noi i travestiti li uccidiamo" e altri epiteti e che l'hanno minacciata con racchette di legno.
Nei giorni immediatamente successivi, poi, le è stata danneggiata l'auto, le hanno rotto un vetro e rovesciato sul tetto feci e banane».
Le due lesbiche aggredite a Velletri.
«L'aggressione ai danni di una coppia di ragazze lesbiche è avvenuta invece a Velletri - proseguono Marrazzo e Stocco - dove le due giovani donne sono state insultate mentre erano in un pub da alcuni ragazzi, inseguite e minacciate con calci e pugni sulla loro auto al grido di "sporche lesbiche".
Siamo di fronte ancora una volta a casi violenti. Quello che ci preoccupa è il ripetersi quasi quotidianamente di episodi di insulti e aggressioni.
E se si pensa che quelli denunciati sono solo una parte dei casi che accadono realmente c'è di che allarmarsi. Secondo i dati di Gay Help Line, solo due aggressioni su dieci vengono denunciate.
Per questo chiediamo a tutti di reagire e di partecipare numerosi alla manifestazione concerto di Piazza Farnese il 22 giugno.
Da quella piazza può venire una significativa risposta collettiva contro l'omofobia».
Attivista gay aggredito all'Eur.
«Guido Allegrezza, noto attivista gay romano è stato vittima di un'aggressione da parte di quattro ragazzi tra i 25 e i 30 anni la scorsa notte nel quartiere Eur in una zona abitualmente frequentata da gay.
Gli sono state scagliate contro pietre che gli hanno procurato ferite alla testa, frattura delle costole e varie contusioni con una prognosi di 30 giorni».
Lo denunciano, in una nota, il Coordinamento Arcobaleno, composto da Arcigay Roma, Arcilesbica Roma, Azione Trans, Dì Gay Project, Gay Center e Gay Lib.
L'aggressione - informano - è stata segnalata all'Oscad, l'osservatorio contro le discriminazioni della Polizia di Stato e dei Carabinieri.
«Allegrezza - si legge ancora nella nota - è impegnato in questi giorni nell'organizzazione della Settimana della Cultura Arcobaleno che culminerà il 22 con la manifestazione concerto a piazza Farnese. L'aggressione chiaramente omofoba si aggiunge a quelle denunciate in questi giorni e sta suscitando allarme e sconcerto in tutta la comunità gay romana.
Chiediamo pene esemplari per gli aggressori dopo gli episodi di questi giorni e ribadiamo la necessità di una legge contro l'omofobia: le istituzioni si facciano portatrici di questo messaggio al Parlamento.
Ad Allegrezza va tutta la nostra solidarietà e l'impegno affinché le manifestazioni in corso saranno ancor di più un momento per una reazione di tutti alla violenza omofoba».
fonte http://www.ilmessaggero.it/roma
Ancora tre aggressioni omofobe a Roma e provincia dopo i due casi dei giorni scorsi nella capitale, a Campo de' Fiori e alla Gay Street di San Giovanni.
Una transessuale e una coppia di ragazze lesbiche sono state aggredite rispettivamente adArdea e a Velletri.
A Roma, nel quartiere Eur, in una zona abitualmente frequentata da gay, Guido Allegrezza, noto attivista gay romano è stato vittima la notte scorsa di un'aggressione da parte di quattro ragazzi tra i 25 e i 30 anni.
Le aggressioni alla trans.
«La trans che ha sporto anche denuncia ai carabinieri di Ardea ha subito ripetute minacce, ingiurie, e danneggiamenti tra il 1° e il 4 giugno scorsi, si legge in un comunicato del portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo e del presidente di Arcigay Roma Roberto Stocco.
La prima aggressione è avvenuta sulla spiaggia libera di Ardea dove è stata avvicinata da un gruppo di quattro ragazzi che hanno iniziato a insultarla con frasi tipo "fai schifo, noi i travestiti li uccidiamo" e altri epiteti e che l'hanno minacciata con racchette di legno.
Nei giorni immediatamente successivi, poi, le è stata danneggiata l'auto, le hanno rotto un vetro e rovesciato sul tetto feci e banane».
Le due lesbiche aggredite a Velletri.
«L'aggressione ai danni di una coppia di ragazze lesbiche è avvenuta invece a Velletri - proseguono Marrazzo e Stocco - dove le due giovani donne sono state insultate mentre erano in un pub da alcuni ragazzi, inseguite e minacciate con calci e pugni sulla loro auto al grido di "sporche lesbiche".
Siamo di fronte ancora una volta a casi violenti. Quello che ci preoccupa è il ripetersi quasi quotidianamente di episodi di insulti e aggressioni.
E se si pensa che quelli denunciati sono solo una parte dei casi che accadono realmente c'è di che allarmarsi. Secondo i dati di Gay Help Line, solo due aggressioni su dieci vengono denunciate.
Per questo chiediamo a tutti di reagire e di partecipare numerosi alla manifestazione concerto di Piazza Farnese il 22 giugno.
Da quella piazza può venire una significativa risposta collettiva contro l'omofobia».
Attivista gay aggredito all'Eur.
«Guido Allegrezza, noto attivista gay romano è stato vittima di un'aggressione da parte di quattro ragazzi tra i 25 e i 30 anni la scorsa notte nel quartiere Eur in una zona abitualmente frequentata da gay.
Gli sono state scagliate contro pietre che gli hanno procurato ferite alla testa, frattura delle costole e varie contusioni con una prognosi di 30 giorni».
Lo denunciano, in una nota, il Coordinamento Arcobaleno, composto da Arcigay Roma, Arcilesbica Roma, Azione Trans, Dì Gay Project, Gay Center e Gay Lib.
L'aggressione - informano - è stata segnalata all'Oscad, l'osservatorio contro le discriminazioni della Polizia di Stato e dei Carabinieri.
«Allegrezza - si legge ancora nella nota - è impegnato in questi giorni nell'organizzazione della Settimana della Cultura Arcobaleno che culminerà il 22 con la manifestazione concerto a piazza Farnese. L'aggressione chiaramente omofoba si aggiunge a quelle denunciate in questi giorni e sta suscitando allarme e sconcerto in tutta la comunità gay romana.
Chiediamo pene esemplari per gli aggressori dopo gli episodi di questi giorni e ribadiamo la necessità di una legge contro l'omofobia: le istituzioni si facciano portatrici di questo messaggio al Parlamento.
Ad Allegrezza va tutta la nostra solidarietà e l'impegno affinché le manifestazioni in corso saranno ancor di più un momento per una reazione di tutti alla violenza omofoba».
fonte http://www.ilmessaggero.it/roma
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Lgbt Canarie: il Parlamento chiede alle televisioni di rispettare la diversità sessuale
Le Canarie, lo sappiamo bene, sono molto accoglienti nei confronti della comunità lgbt di tutto il mondo.
Senza dubbio lo fanno per un ritorno economico, visto che il turismo gay è fiorente.
Ma non è solo una mera questione di soldi.
Il Parlamento della Canarie, infatti, ha approvato all’unanimità la proposta di eliminare dalla programmazione della Televisión Canaria tutti quei contenuti che fomentano stereotipi sull’orientamento sessuale delle persone.
Tale misura – che riguarda tutti i programmi e gli spazi pubblicitari della catena televisiva – vuole evitare l’uso di linguaggio discriminatorio o dispregiato nel riferirsi al collettivo gay, che, come ben sappiamo, viene spesso chiamato in causa in barzellette o frasi fatte.
Víctor Moreno, deputato del Partido Popular ideatore della proposta, ha sottolineato che la lotta contro la discriminazione non riguarda solo l’uguaglianza uomo-donna, ma tocca anche l’insieme della società, e, in maniera singolare, il collettivo omosessuale.
Magari un corso di aggiornamento in tal senso per tutte le reti televisive che trasmettono in Italia non sarebbe poi così male…
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo,Via | Dos Manzanas
Senza dubbio lo fanno per un ritorno economico, visto che il turismo gay è fiorente.
Ma non è solo una mera questione di soldi.
Il Parlamento della Canarie, infatti, ha approvato all’unanimità la proposta di eliminare dalla programmazione della Televisión Canaria tutti quei contenuti che fomentano stereotipi sull’orientamento sessuale delle persone.
Tale misura – che riguarda tutti i programmi e gli spazi pubblicitari della catena televisiva – vuole evitare l’uso di linguaggio discriminatorio o dispregiato nel riferirsi al collettivo gay, che, come ben sappiamo, viene spesso chiamato in causa in barzellette o frasi fatte.
Víctor Moreno, deputato del Partido Popular ideatore della proposta, ha sottolineato che la lotta contro la discriminazione non riguarda solo l’uguaglianza uomo-donna, ma tocca anche l’insieme della società, e, in maniera singolare, il collettivo omosessuale.
Magari un corso di aggiornamento in tal senso per tutte le reti televisive che trasmettono in Italia non sarebbe poi così male…
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo,Via | Dos Manzanas
Lgbt Musica: Firenze, arriva Madonna sabato 16 il concerto
A Firenze Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna.
La citta' e' in fibrillazione da giorni.
Il concerto e' in programma sabato 16 allo stadio Artemio Franchi, dove sono stati venduti gia' 40mila biglietti.
La popstar dovrebbe alloggiare al St Regis in piazza Ognissanti, un cinque stelle che da qualche mese risulta 'tutto completo' proprio nel prossimo weekend.
La cantante italoamericana girera' poi, tra domenica e lunedi', a Firenze, il video del single 'Turn up the radio'.
Le riprese sono previste tra piazza Signoria, piazza della Repubblica, e poi piazza Pitti e i lungarni. Al Mandela Forum ha fatto allestire la sua palestra personale.
Il cibo, rigorosamente macrobiotico, le verra' preparato, secondo indiscrezioni riportate dalla stampa locale, dallo chef Fabio Picchi, proprietario del Cibreo, che avrebbe in programma di farle assaggiare anche una bistecca alla fiorentina.
In vista del concerto di Madonna, il prefetto ha disposto il divieto di vendita di alcolici e di bevande in vetro o in lattina nell'area dello stadio.
fonte Adnkronos
La citta' e' in fibrillazione da giorni.
Il concerto e' in programma sabato 16 allo stadio Artemio Franchi, dove sono stati venduti gia' 40mila biglietti.
La popstar dovrebbe alloggiare al St Regis in piazza Ognissanti, un cinque stelle che da qualche mese risulta 'tutto completo' proprio nel prossimo weekend.
La cantante italoamericana girera' poi, tra domenica e lunedi', a Firenze, il video del single 'Turn up the radio'.
Le riprese sono previste tra piazza Signoria, piazza della Repubblica, e poi piazza Pitti e i lungarni. Al Mandela Forum ha fatto allestire la sua palestra personale.
Il cibo, rigorosamente macrobiotico, le verra' preparato, secondo indiscrezioni riportate dalla stampa locale, dallo chef Fabio Picchi, proprietario del Cibreo, che avrebbe in programma di farle assaggiare anche una bistecca alla fiorentina.
In vista del concerto di Madonna, il prefetto ha disposto il divieto di vendita di alcolici e di bevande in vetro o in lattina nell'area dello stadio.
fonte Adnkronos
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giovedì 14 giugno 2012
Lgbt: Toscana Pride, Regione annuncia su FB: daremo il patrocinio, l'assessore alla Cultura Cristina Scaletti "evento utile per affermazione del rispetto"
Il presidente della Toscana Enrico Rossi annuncia du Facebook di aver concesso il patrocinio al Gay Pride regionale che si terrà a Viareggio.
L'assessore alla Cultura
(in foto) Cristina Scaletti:
"evento utile per affermazione del rispetto"
"Abbiamo convintamente fatto la scelta di concedere il patrocinio al Gay Pride che si terrà a Viareggio, considerandolo un evento utile per l'affermazione del rispetto e dei valori delle differenze".
Così l'assessore regionale alla Cultura e al turismo della Regione Toscana, Cristina Scaletti, ha detto in Consiglio regionale rispondendo a un'interrogazione dei consiglieri del gruppo Misto che avevano chiesto i motivi per cui la Regione aveva deciso di concedere il patrocinio alla manifestazione in programma il 7 luglio.
L'assessore Scaletti ha motivato la scelta con i principi sanciti dallo Statuto regionale, laddove "prevede di tutelare tutti i cittadini, indipendentemente dai loro orientamenti politici, religiosi o sessuali", e richiamando la legge regionale 63/2004 contro ogni discriminazione circa gli orientamenti sessuali delle persone, la Carta internazionale dei diritti dell'uomo e la stessa Costituzione italiana.
Era stato lo stesso presidente (in foto) poco prima ad annunciare la sua decisione su Facebook.
Enrico Rossi ha scritto come suo status: "La Toscana ha dato il patrocinio al Gay Pride e si occupa di crescita, giovani e famiglie. Non vedo contraddizioni."
fonte http://www.gay.it/
L'assessore alla Cultura
(in foto) Cristina Scaletti:
"evento utile per affermazione del rispetto"
"Abbiamo convintamente fatto la scelta di concedere il patrocinio al Gay Pride che si terrà a Viareggio, considerandolo un evento utile per l'affermazione del rispetto e dei valori delle differenze".
Così l'assessore regionale alla Cultura e al turismo della Regione Toscana, Cristina Scaletti, ha detto in Consiglio regionale rispondendo a un'interrogazione dei consiglieri del gruppo Misto che avevano chiesto i motivi per cui la Regione aveva deciso di concedere il patrocinio alla manifestazione in programma il 7 luglio.
L'assessore Scaletti ha motivato la scelta con i principi sanciti dallo Statuto regionale, laddove "prevede di tutelare tutti i cittadini, indipendentemente dai loro orientamenti politici, religiosi o sessuali", e richiamando la legge regionale 63/2004 contro ogni discriminazione circa gli orientamenti sessuali delle persone, la Carta internazionale dei diritti dell'uomo e la stessa Costituzione italiana.
Era stato lo stesso presidente (in foto) poco prima ad annunciare la sua decisione su Facebook.
Enrico Rossi ha scritto come suo status: "La Toscana ha dato il patrocinio al Gay Pride e si occupa di crescita, giovani e famiglie. Non vedo contraddizioni."
fonte http://www.gay.it/
Lgbt: Bologna "Il Festival delle Differenze" Dal 13 al 16 giugno al Parco della Montagnola
Dal 13 al 16 giugno al Parco della Montagnola: musica, teatro, dibattiti, socialità, ballo e fantasia per celebrare le differenze.
Si aprono le danze con i Global Kan Kan e sabato 16 dalle 18,30 tutti al Gran Ballo delle Differenze, ingresso gratuito.
http://festivalofdiversities.eu
Il Festival nasce nel 2008 come manifestazione artistica e culturale che ha l’obiettivo di sollecitare l’incontro tra le soggettività “fuori norma” e potenzialmente a rischio di discriminazione.
A realizzarlo è il MIT (Movimento Identità Transessuale, in collaborazione con CESD* (Centro Europeo di Studi sulla Discriminazione), YODA, ARCI Bologna, Comunicamente, TO / LET, LA ZONA, PROGRE’, SCOSSE.
Mercoledi 13 giugno
Ore 20.00 DATECI QUALCOSA DI DIVERSO
Aperitivo + Dj set Alice Malice
Ore 21.30: GLOBAL KAN KAN IN CONCERTO
Un collettivo di Dj e musicisti che ci farà ballare con un
metissage di generi: musica strumentale, basi house ed
elettroniche, melodie balcaniche, swing e sue evoluzioni
digitali.
http://soundcloud.com/global-kankan
Giovedi 14 giugno
Ore 20.00: LIBERTA’ E‘ DIFFERENZA
Aperitivo con Dibattito
Perché la di!erenza è uno stigma? Come si formano
l’esclusione sociale, i pregiudizi e la discriminazione?
Come nasce la violenza misogina, sessista, omofoba,
transfobica e razzista?
Ne discutono:
Michela Fusaschi
Anna Simone
Renato Busarello
Stefania Voli
a seguire QUERRILLA
Queerilla – la consolle egoSintonica di Radio Kairos
Incursione artistica – site specific di TO / LET.
Ore 22.30: GOLIARDA Live trailer
Goliarda Sapienza, voce potente sopravvissuta a decenni di censura, incarna un nuovo modello di libertà: la libertà di dire, di scrivere, di pensare, di ricordare, di essere; la libertà di essere nonostante le costrizioni, i divieti, le
censure, i rifiuti. Uno spettacolo di dialoghi, suggestioni sonore, video e
creazioni grafiche per immergere lo spettatore nell’esperienza vissuta dalla donna. Scritto, diretto e interpretato da Cristiana Raggi.
Venerdi 15 giugno
Ore 20.00: MEDIAMENTE DIVERSI
Aperitivo con Dibattito -DjSet VITAMINIK
Straniero, ospite, migrante, extracomunitario, clandestino: soggetto o oggetto del comunicare? Miseria, paura, angoscia, disperazione, pietas, compassione, indi!erenza: come viene percepito il fenomeno? Racconti mediali a confronto per comprendere la costruzione discorsiva dell’immigrazione. Ne discutono:
Said Chaibi
Darien Levani
Mohamed Malih
Azeb Lucà Trombetta
Pierluigi Musarò
Ore 21.30: ON THE MOVE
Live e selecta Hip Hop, Laboratorio On the Move
Con la partecipazione di CHIODO (FNO – Fuoco Negli Occhi)
ON THE MOVE – Collettivo Hip Hop nato all’interno dello spazio XM24 sotto la supervisione del Coordinamento Migranti di Bologna e Provincia. Ragazzi migranti e italiani, nativi e non, insieme contro il razzismo che li vorrebbe divisi.
SABATO 16 giugno
Ore 18.30 IL GRAN BALLO DELLE DIFFERENZE
Sotto l’influsso del ritmo e delle melodie zingare, africane, brasiliane, balcaniche e italiane, decine di musicisti contamineranno la città con stili, generi e intrecci musicali.
Lo stile e l’atmosfera del Gran Ballo vi faranno danzare tutta la notte. Una Festa, ma allo stesso qualcosa di più. Una celebrazione, un mix perfetto fra musica, socialità, ballo e fantasia. Si esibiranno:
irumAmuri, La Menina Sin Nombre, Mototrabbasso, Marakatimba, Minor Swing Quartet
Otto Bassotto, Rumba De Bodas, Voodoo Sound Club, Dj”Farrapo
Vj set Antonio Martino e Umberto Saraceni
fonte http://www.mit-italia.it
Si aprono le danze con i Global Kan Kan e sabato 16 dalle 18,30 tutti al Gran Ballo delle Differenze, ingresso gratuito.
http://festivalofdiversities.eu
Il Festival nasce nel 2008 come manifestazione artistica e culturale che ha l’obiettivo di sollecitare l’incontro tra le soggettività “fuori norma” e potenzialmente a rischio di discriminazione.
A realizzarlo è il MIT (Movimento Identità Transessuale, in collaborazione con CESD* (Centro Europeo di Studi sulla Discriminazione), YODA, ARCI Bologna, Comunicamente, TO / LET, LA ZONA, PROGRE’, SCOSSE.
Mercoledi 13 giugno
Ore 20.00 DATECI QUALCOSA DI DIVERSO
Aperitivo + Dj set Alice Malice
Ore 21.30: GLOBAL KAN KAN IN CONCERTO
Un collettivo di Dj e musicisti che ci farà ballare con un
metissage di generi: musica strumentale, basi house ed
elettroniche, melodie balcaniche, swing e sue evoluzioni
digitali.
http://soundcloud.com/global-kankan
Giovedi 14 giugno
Ore 20.00: LIBERTA’ E‘ DIFFERENZA
Aperitivo con Dibattito
Perché la di!erenza è uno stigma? Come si formano
l’esclusione sociale, i pregiudizi e la discriminazione?
Come nasce la violenza misogina, sessista, omofoba,
transfobica e razzista?
Ne discutono:
Michela Fusaschi
Anna Simone
Renato Busarello
Stefania Voli
a seguire QUERRILLA
Queerilla – la consolle egoSintonica di Radio Kairos
Incursione artistica – site specific di TO / LET.
Ore 22.30: GOLIARDA Live trailer
Goliarda Sapienza, voce potente sopravvissuta a decenni di censura, incarna un nuovo modello di libertà: la libertà di dire, di scrivere, di pensare, di ricordare, di essere; la libertà di essere nonostante le costrizioni, i divieti, le
censure, i rifiuti. Uno spettacolo di dialoghi, suggestioni sonore, video e
creazioni grafiche per immergere lo spettatore nell’esperienza vissuta dalla donna. Scritto, diretto e interpretato da Cristiana Raggi.
Venerdi 15 giugno
Ore 20.00: MEDIAMENTE DIVERSI
Aperitivo con Dibattito -DjSet VITAMINIK
Straniero, ospite, migrante, extracomunitario, clandestino: soggetto o oggetto del comunicare? Miseria, paura, angoscia, disperazione, pietas, compassione, indi!erenza: come viene percepito il fenomeno? Racconti mediali a confronto per comprendere la costruzione discorsiva dell’immigrazione. Ne discutono:
Said Chaibi
Darien Levani
Mohamed Malih
Azeb Lucà Trombetta
Pierluigi Musarò
Ore 21.30: ON THE MOVE
Live e selecta Hip Hop, Laboratorio On the Move
Con la partecipazione di CHIODO (FNO – Fuoco Negli Occhi)
ON THE MOVE – Collettivo Hip Hop nato all’interno dello spazio XM24 sotto la supervisione del Coordinamento Migranti di Bologna e Provincia. Ragazzi migranti e italiani, nativi e non, insieme contro il razzismo che li vorrebbe divisi.
SABATO 16 giugno
Ore 18.30 IL GRAN BALLO DELLE DIFFERENZE
Sotto l’influsso del ritmo e delle melodie zingare, africane, brasiliane, balcaniche e italiane, decine di musicisti contamineranno la città con stili, generi e intrecci musicali.
Lo stile e l’atmosfera del Gran Ballo vi faranno danzare tutta la notte. Una Festa, ma allo stesso qualcosa di più. Una celebrazione, un mix perfetto fra musica, socialità, ballo e fantasia. Si esibiranno:
irumAmuri, La Menina Sin Nombre, Mototrabbasso, Marakatimba, Minor Swing Quartet
Otto Bassotto, Rumba De Bodas, Voodoo Sound Club, Dj”Farrapo
Vj set Antonio Martino e Umberto Saraceni
fonte http://www.mit-italia.it
Lgbt: Janet Jackson produttrice esecutiva in un film sulla vita e il percorso delle persone Transgender
Janet Jackson sembra sempre dormiente, almeno per quello che riguarda la sua carriera musicale.
Tuttavia la Jackson non ha nessuna intenzione di ritirarsi nel silenzio o anticipare una pensione a livello artistico, anzi..
La cantante di “Feedback” dopo aver recitato con successo in alcune pellicole, aver scritto un libro, e diventata testimonial di NutriSystem, ora si lancerà in una nuova avventura come produttrice esecutiva di un film-documentario intitolato “Truth”.
Il film diretto da Robert Jason esplora la vita, i problemi, le esperienze ed il riconoscimento spesso difficile nella società degli individui transgender.
La pellicola verrà girata quest’estate, e Ms. Jackson, sempre molto vicina da sempre alla comunità LGBT ha dichiarato:
“Tutte le persone sono molto importanti per me. Sono stata fortunata ad aver avuto amici molto diversi tra loro, e capire le dinamiche delle loro vite. “Truth” è una piccola opportunità per riuscire a comprendere qualcuno che vive la sua vita in maniera differente dalla tua, e nonostante ciò capire che tutti i cuori sono fatti della stessa pasta. Tentiamo di fermare l’odio per ritrovare la comprensione e l’apertura”.
Insomma, pur non essendo focalizzata sulla musica, Ms.Jackson si sta rimboccando le maniche, e non posso che essere felice di questa nuova avventura, visto anche il tema trattato. Janet sarà anche produttrice di una pellicola con la Lionsgate, ma ancora non vi sono dettagli in merito.
fonte http://www.rnbjunk.com/ R&B Junkie
Tuttavia la Jackson non ha nessuna intenzione di ritirarsi nel silenzio o anticipare una pensione a livello artistico, anzi..
La cantante di “Feedback” dopo aver recitato con successo in alcune pellicole, aver scritto un libro, e diventata testimonial di NutriSystem, ora si lancerà in una nuova avventura come produttrice esecutiva di un film-documentario intitolato “Truth”.
Il film diretto da Robert Jason esplora la vita, i problemi, le esperienze ed il riconoscimento spesso difficile nella società degli individui transgender.
La pellicola verrà girata quest’estate, e Ms. Jackson, sempre molto vicina da sempre alla comunità LGBT ha dichiarato:
“Tutte le persone sono molto importanti per me. Sono stata fortunata ad aver avuto amici molto diversi tra loro, e capire le dinamiche delle loro vite. “Truth” è una piccola opportunità per riuscire a comprendere qualcuno che vive la sua vita in maniera differente dalla tua, e nonostante ciò capire che tutti i cuori sono fatti della stessa pasta. Tentiamo di fermare l’odio per ritrovare la comprensione e l’apertura”.
Insomma, pur non essendo focalizzata sulla musica, Ms.Jackson si sta rimboccando le maniche, e non posso che essere felice di questa nuova avventura, visto anche il tema trattato. Janet sarà anche produttrice di una pellicola con la Lionsgate, ma ancora non vi sono dettagli in merito.
fonte http://www.rnbjunk.com/ R&B Junkie
Teatro: Cultura è ironia, Alessandro Riccio & i Medici, il Mese Mediceo è la messa in scena dalla casa di produzione fiorentina Tedavi’98
Il Mese Mediceo è la messa in scena dalla casa di produzione fiorentina Tedavi’98
Decima e ultima rassegna, ha fatto conoscere la famiglia De’ Medici, ha divulgato la storia di Firenze con ironia e intelligenza e questo l’ha reso famoso, conteso e applaudito: Alessandro Riccio (in foto) è una felice certezza del teatro fiorentino.
Tanto felice, anche troppo, che spesso le istituzioni non contemplano, sbagliando, il suo grande lavoro di teatrante nel senso più alto del termine. Teatrante colto, sensibile e intelligente come pochi ce ne sono oggi. Dunque Alessandro Riccio festeggia la sua decima e ultima edizione della rassegna teatrale dedicata alla famiglia De’ Medici. Altro record: di festival che durano così tanto ce ne sono pochi.
IL MESE MEDICEO è la messa in scena dalla casa di produzione fiorentina Tedavi’98: presenta come sempre un ricco cartellone, ma anche un evento d’eccezione.
Quest’anno uno degli spettacoli andrà in scena al Teatro Romano di Fiesole 11 e 12 luglio alle 21 “1478: congiura”.
«Ho immaginato il sospiro di sollievo sapendo che si trattava dell’ultima edizione della rassegna, scherza Riccio.
Il Mese Mediceo è un’esperienza di grande successo: 5.000 presenze in media per ogni edizione. Vorrei sottolineare che il Mese si è sempre sostenuta senza finanziamenti, ma siamo giunti alla fine di un ciclo».
Ultima occasione per seguire i personaggi interpretati in modo straodinario della famosa casata.
Riccio non ci abbandonerà al nostro destino senza un ricordo: si potranno ripercorrere questi 10 anni con un dvd che è stato presentato il 7 giugno alle 21 allo Stensen. ‘Last’ rassegna inizierà con uno spettacolo comico itinerante, “Bestia d’un Medici” (dall’11 giugno alla Villa Medicea di Lilliano Malenchini a Grassina.
Altro spettacolo è “A saperlo prima (nascevo altrove).
Storie di Piccoli Principi e de’ loro grandi destini” con le musiche dal vivo a villa Peyron, via di Vincigliata 2, Fiesole, dal 30 giugno.
E qui spazio anche per i più piccoli, con un divertentissimo evento “Granduchi al Veleno” nella Villa Medicea di Poggio a Caiano (Piazza dei Medici, 14 a Poggio a Caiano il dal 16 giugno alle 17,30
Tutte le info: 055/6120205.
fonte http://www.lanazione.it/ di Titti Giuliani Foti
Decima e ultima rassegna, ha fatto conoscere la famiglia De’ Medici, ha divulgato la storia di Firenze con ironia e intelligenza e questo l’ha reso famoso, conteso e applaudito: Alessandro Riccio (in foto) è una felice certezza del teatro fiorentino.
Tanto felice, anche troppo, che spesso le istituzioni non contemplano, sbagliando, il suo grande lavoro di teatrante nel senso più alto del termine. Teatrante colto, sensibile e intelligente come pochi ce ne sono oggi. Dunque Alessandro Riccio festeggia la sua decima e ultima edizione della rassegna teatrale dedicata alla famiglia De’ Medici. Altro record: di festival che durano così tanto ce ne sono pochi.
IL MESE MEDICEO è la messa in scena dalla casa di produzione fiorentina Tedavi’98: presenta come sempre un ricco cartellone, ma anche un evento d’eccezione.
Quest’anno uno degli spettacoli andrà in scena al Teatro Romano di Fiesole 11 e 12 luglio alle 21 “1478: congiura”.
«Ho immaginato il sospiro di sollievo sapendo che si trattava dell’ultima edizione della rassegna, scherza Riccio.
Il Mese Mediceo è un’esperienza di grande successo: 5.000 presenze in media per ogni edizione. Vorrei sottolineare che il Mese si è sempre sostenuta senza finanziamenti, ma siamo giunti alla fine di un ciclo».
Ultima occasione per seguire i personaggi interpretati in modo straodinario della famosa casata.
Riccio non ci abbandonerà al nostro destino senza un ricordo: si potranno ripercorrere questi 10 anni con un dvd che è stato presentato il 7 giugno alle 21 allo Stensen. ‘Last’ rassegna inizierà con uno spettacolo comico itinerante, “Bestia d’un Medici” (dall’11 giugno alla Villa Medicea di Lilliano Malenchini a Grassina.
Altro spettacolo è “A saperlo prima (nascevo altrove).
Storie di Piccoli Principi e de’ loro grandi destini” con le musiche dal vivo a villa Peyron, via di Vincigliata 2, Fiesole, dal 30 giugno.
E qui spazio anche per i più piccoli, con un divertentissimo evento “Granduchi al Veleno” nella Villa Medicea di Poggio a Caiano (Piazza dei Medici, 14 a Poggio a Caiano il dal 16 giugno alle 17,30
Tutte le info: 055/6120205.
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UN DIVIETO LUNGO UN SECOLO La comunità «lgbt» moscovita sfida le autorità cittadine, che rispondono con un «no» al corteo da qui al 2111
Che tenere una manifestazione del Gay Pride a Mosca sia difficile, è cosa che i rappresentanti della comunità «lgbt» moscovita hanno imparato a proprie spese da tempo, a furia di divieti e di tentativi stroncati o dalla polizia o da gruppi di attivisti di destra e ultra-ortodossi a suon di botte.
Pure, un divieto esteso per la durata di un secolo rappresenta qualcosa di nuovo e sconcertante: ed è esattamente quello che è avvenuto nei giorni scorsi - anche se in qualche modo si tratta di una forzatura voluta da parte dello stesso movimento lgbt.
Esasperati dal sistematico «no» opposto dalle autorità della capitale (da notare che in altre città russe la situazione è a volte diversa), alcuni rappresentanti del movimento gay (in particolare uno dei "leader" più in vista, Nikolai Alekseyev, con cui peraltro alcuni settori del movimento sono in aperta polemica, ritenendo le sue provocatorie iniziative più dannose che utili) hanno presentato 100 richieste di sfilata gay pride tutte insieme, una per ogni anno da qui al 2111.
Dato che la legge obbliga il municipio a rispondere comunque, con un sì o con un no, alle richieste di autorizzazione, i funzionari della capitale per coerenza non hanno potuto far altro che dire no a tutte e 100 le richieste e il tribunale, cui gli attivisti si sono immediatamente rivolti per far valutare la legittimità del rifiuto "secolare", ha dovuto sentenziare che la decisione non violava nessuna legge.
Con questi atti in mano gli attivisti, come avevano progettato, si rivolgono ora alla Corte europea per i Diritti umani di Strasburgo, nella speranza di ottenere una sentenza che metterebbe in grave imbarazzo le autorità russe.
Tanto più alla luce della nuova legge locale, appena approvata dalla città di San Pietroburgo e in discussione alla Duma per diventare legge federale, che in nome della protezione dei minori trasforma in un reato la «propaganda di orientamento sessuale» svolta in pubblico vicino a luoghi frequentati da minorenni: una legge talmente vaga da prestarsi all'incriminazione di chiunque - e certamente di chi partecipa o organizza una manifestazione gay.
Una sentenza di Strasburgo che parlasse chiaramente contro la discriminazione a proposito delle manifestazioni gay sarebbe ovviamente un forte argine alla deriva clericale e maschilista in atto nelle alte sfere della Russia putiniana.
Non va dimenticato che l'omosessualità ha smesso di essere considerata un crimine solo nel 1993, e che tuttora nella legge russa non esiste nessuna specifica misura contro la discriminazione basata sull'orientamento sessuale.
fonte http://www.ilmanifesto.it
Pure, un divieto esteso per la durata di un secolo rappresenta qualcosa di nuovo e sconcertante: ed è esattamente quello che è avvenuto nei giorni scorsi - anche se in qualche modo si tratta di una forzatura voluta da parte dello stesso movimento lgbt.
Esasperati dal sistematico «no» opposto dalle autorità della capitale (da notare che in altre città russe la situazione è a volte diversa), alcuni rappresentanti del movimento gay (in particolare uno dei "leader" più in vista, Nikolai Alekseyev, con cui peraltro alcuni settori del movimento sono in aperta polemica, ritenendo le sue provocatorie iniziative più dannose che utili) hanno presentato 100 richieste di sfilata gay pride tutte insieme, una per ogni anno da qui al 2111.
Dato che la legge obbliga il municipio a rispondere comunque, con un sì o con un no, alle richieste di autorizzazione, i funzionari della capitale per coerenza non hanno potuto far altro che dire no a tutte e 100 le richieste e il tribunale, cui gli attivisti si sono immediatamente rivolti per far valutare la legittimità del rifiuto "secolare", ha dovuto sentenziare che la decisione non violava nessuna legge.
Con questi atti in mano gli attivisti, come avevano progettato, si rivolgono ora alla Corte europea per i Diritti umani di Strasburgo, nella speranza di ottenere una sentenza che metterebbe in grave imbarazzo le autorità russe.
Tanto più alla luce della nuova legge locale, appena approvata dalla città di San Pietroburgo e in discussione alla Duma per diventare legge federale, che in nome della protezione dei minori trasforma in un reato la «propaganda di orientamento sessuale» svolta in pubblico vicino a luoghi frequentati da minorenni: una legge talmente vaga da prestarsi all'incriminazione di chiunque - e certamente di chi partecipa o organizza una manifestazione gay.
Una sentenza di Strasburgo che parlasse chiaramente contro la discriminazione a proposito delle manifestazioni gay sarebbe ovviamente un forte argine alla deriva clericale e maschilista in atto nelle alte sfere della Russia putiniana.
Non va dimenticato che l'omosessualità ha smesso di essere considerata un crimine solo nel 1993, e che tuttora nella legge russa non esiste nessuna specifica misura contro la discriminazione basata sull'orientamento sessuale.
fonte http://www.ilmanifesto.it
Lgbt: Commissione europea, nuovo rapporto sulle discriminazioni contro le persone transgender e intersessuali
La Commissione europea ha pubblicato in questi giorni un nuovo rapporto sulle discriminazioni contro le persone transgender e intersessuali in tutta l’Unione Europea.
Certamente è la prima volta che l’identità di genere ed espressione di genere vengono esaminate in modo approfondito.
Il rapporto è stato scritto da due esperti provenienti da ILGA-Europe e l’Università di Leiden. A tal proposito Michael Cashman MEP, Co-Presidente dell’intergruppo LGBT, ha detto:
"Accolgo con grande favore questa nuova relazione.
È un’analisi approfondita, un contributo molto potente politicamente e giuridicamente."
fonte www.gayprider.com di Valeria Scotti, Photo Credits | Non-discrimination.net
Certamente è la prima volta che l’identità di genere ed espressione di genere vengono esaminate in modo approfondito.
Il rapporto è stato scritto da due esperti provenienti da ILGA-Europe e l’Università di Leiden. A tal proposito Michael Cashman MEP, Co-Presidente dell’intergruppo LGBT, ha detto:
"Accolgo con grande favore questa nuova relazione.
È un’analisi approfondita, un contributo molto potente politicamente e giuridicamente."
fonte www.gayprider.com di Valeria Scotti, Photo Credits | Non-discrimination.net
domenica 10 giugno 2012
Lgbt, Gay pride 2012 Bologna: il sindaco Merola "Orgoglio anche dell'Emilia, grazie"
Ieri Pride sobrio, composto, 'maturo'.
Il sindaco entusiasta, presenzia e propone: 'Necessaria legge sulle unioni di fatto". Luxuria: 'Ci saremmo aspettati sobrietà anche dal Papa'
Quello che si è svolto ieri per le strade per le strade di Bologna è stato - come promesso - un Gay Pride all'insegna della sobrietà e soprattutto della solidarietà con l'Emilia colpita dal sisma.
Senza rinunciare a quello spirito provocatorio che è la cifra della principale manifestazione dell'orgoglio lgbt. Ecco allora accanto a barbuti ragazzi in abito da sposa, copricapi piumati in stile toro seduto e trampolieri.
In migliaia presenti all'appello. E' stata la manifestazione sì dell'orgoglio lgbt, ma anche, come ha detto il sindaco di Bologna Virginio Merola, nel suo saluto a una piazza Maggiore piena di gente, "il Pride dell'orgoglio emiliano.".
Il primo cittadino si è poi sbottonato: "E' necessario - ha dichiarato alla folla - che il Parlamento approvi una legge contro l'omofobia e la transfobia come una legge sulle unioni di fatto.
Ma è necessaria anche una legge sul matrimonio civile tra persone dello stesso sesso e mi auguro che quel giorno possa arrivare". Il presidente Arcigay, Paolo Patané, l'ha definito "il pride della maturità, anche se il pride non si scopre all' improvviso vicino al Paese".
Affondo vs Papa. "Abbiamo dedicato il Pride all'Emilia colpita dal terremoto e abbiamo rinunciato ai carri. Noi siamo orgogliosi di essere gay, trans e lesbiche sensibili. Ci sarebbe piaciuto se un tocco di sobrietà ci fosse stato anche alla cosiddetta festa della famiglia del Papa. One family é uno slogan vecchio.
Esistono tante famiglie, tanti colori", così Vladimir Luxuria, madrina della manifestazione, "Il Pride - ha continuato l'ex deputata - dimostra che noi viviamo in questo mondo, siamo in questa terra che sta soffrendo. Il Pride non poteva prescindere da questa continua tragedia". Luxuria ha spiegato anche di aver "molto apprezzato le parole di Bersani.
Purtroppo, ogni volta che un sindaco di una giunta di centrosinistra fa qualcosa in questo senso, c'é qualcuno nel Pd che rema contro. Spero che questo tipo di opinioni nel Pd vengano tenute ai margini".
Il corteo, partito proprio dalla ex sede del circolo gay - lo storico Cassero di porta Saragozza - ha compiuto un percorso più breve del previsto e ha rinunciato ai carri allegorici, un' altra cifra della manifestazione.
Soddisfatti gli organizzatori, che non hanno voluto dare numeri precisi sulla partecipazione. "Di sicuro - ha detto Emiliano Zaino, presidente del comitato Bologna Pride - c'é stata una risposta grandiosa della città.
E una risposta meravigliosa della comunità" Sul palco, oltre al sindaco e a Luxuria, si sono alternati gli ospiti musicali (Mario Venuti, Silvia Mezzanotte, Antonella Lo Coco e L'Aura) e le parole 'politiche', come quelle - forti - di Ivan Zamudio, padre di Daniel, 24enne cileno torturato e ucciso lo scorso marzo da un gruppo di neo-nazisti.
Tanta solidarietà: oltre ai banchetti, gli organizzatori devolveranno alle vittime del sisma anche una parte degli utili raccolti nella festa conclusiva di questa sera al Parco Nord - prima periferia della città - mentre è stata organizzata un'asta online per dieci biglietti 'Vip' del concerto di Madonna a Firenze.
Ma anche allegria e musica. In alcuni momenti, tra grida, cori (in particolare sotto finestre con bandiere arcobaleno e sotto la sede cittadina della Cgil che esponeva lo striscione 'La Cgil sostiene i diritti e saluta il pride') e suoni di bande, non sembrava neanche si fosse rinunciato a qualcosa.
In altri momenti, con le persone in silenzio, che sfilavano attente, sembrava una sobrissima manifestazione.
Con qualche ala d'angelo e qualche corna da diavolo qua a là a ricordare che un pride è sempre un pride.
fonte e foto http://www.bolognatoday.it
Il sindaco entusiasta, presenzia e propone: 'Necessaria legge sulle unioni di fatto". Luxuria: 'Ci saremmo aspettati sobrietà anche dal Papa'
Quello che si è svolto ieri per le strade per le strade di Bologna è stato - come promesso - un Gay Pride all'insegna della sobrietà e soprattutto della solidarietà con l'Emilia colpita dal sisma.
Senza rinunciare a quello spirito provocatorio che è la cifra della principale manifestazione dell'orgoglio lgbt. Ecco allora accanto a barbuti ragazzi in abito da sposa, copricapi piumati in stile toro seduto e trampolieri.
In migliaia presenti all'appello. E' stata la manifestazione sì dell'orgoglio lgbt, ma anche, come ha detto il sindaco di Bologna Virginio Merola, nel suo saluto a una piazza Maggiore piena di gente, "il Pride dell'orgoglio emiliano.".
Il primo cittadino si è poi sbottonato: "E' necessario - ha dichiarato alla folla - che il Parlamento approvi una legge contro l'omofobia e la transfobia come una legge sulle unioni di fatto.
Ma è necessaria anche una legge sul matrimonio civile tra persone dello stesso sesso e mi auguro che quel giorno possa arrivare". Il presidente Arcigay, Paolo Patané, l'ha definito "il pride della maturità, anche se il pride non si scopre all' improvviso vicino al Paese".
Affondo vs Papa. "Abbiamo dedicato il Pride all'Emilia colpita dal terremoto e abbiamo rinunciato ai carri. Noi siamo orgogliosi di essere gay, trans e lesbiche sensibili. Ci sarebbe piaciuto se un tocco di sobrietà ci fosse stato anche alla cosiddetta festa della famiglia del Papa. One family é uno slogan vecchio.
Esistono tante famiglie, tanti colori", così Vladimir Luxuria, madrina della manifestazione, "Il Pride - ha continuato l'ex deputata - dimostra che noi viviamo in questo mondo, siamo in questa terra che sta soffrendo. Il Pride non poteva prescindere da questa continua tragedia". Luxuria ha spiegato anche di aver "molto apprezzato le parole di Bersani.
Purtroppo, ogni volta che un sindaco di una giunta di centrosinistra fa qualcosa in questo senso, c'é qualcuno nel Pd che rema contro. Spero che questo tipo di opinioni nel Pd vengano tenute ai margini".
Il corteo, partito proprio dalla ex sede del circolo gay - lo storico Cassero di porta Saragozza - ha compiuto un percorso più breve del previsto e ha rinunciato ai carri allegorici, un' altra cifra della manifestazione.
Soddisfatti gli organizzatori, che non hanno voluto dare numeri precisi sulla partecipazione. "Di sicuro - ha detto Emiliano Zaino, presidente del comitato Bologna Pride - c'é stata una risposta grandiosa della città.
E una risposta meravigliosa della comunità" Sul palco, oltre al sindaco e a Luxuria, si sono alternati gli ospiti musicali (Mario Venuti, Silvia Mezzanotte, Antonella Lo Coco e L'Aura) e le parole 'politiche', come quelle - forti - di Ivan Zamudio, padre di Daniel, 24enne cileno torturato e ucciso lo scorso marzo da un gruppo di neo-nazisti.
Tanta solidarietà: oltre ai banchetti, gli organizzatori devolveranno alle vittime del sisma anche una parte degli utili raccolti nella festa conclusiva di questa sera al Parco Nord - prima periferia della città - mentre è stata organizzata un'asta online per dieci biglietti 'Vip' del concerto di Madonna a Firenze.
Ma anche allegria e musica. In alcuni momenti, tra grida, cori (in particolare sotto finestre con bandiere arcobaleno e sotto la sede cittadina della Cgil che esponeva lo striscione 'La Cgil sostiene i diritti e saluta il pride') e suoni di bande, non sembrava neanche si fosse rinunciato a qualcosa.
In altri momenti, con le persone in silenzio, che sfilavano attente, sembrava una sobrissima manifestazione.
Con qualche ala d'angelo e qualche corna da diavolo qua a là a ricordare che un pride è sempre un pride.
fonte e foto http://www.bolognatoday.it
Lgbt Bologna: Il Pride ricorda Daniel Zamudio il papà: "Mai più uccisi perché gay"
Massacrato in Cile durante un pestaggio omofobo.
In sua memoria, il governo di Santiago ha approvato un provvedimento contro le discriminazioni sessuali.
"Non li perdonerò mai, devono essere condannati"
Daniel Zamudio è morto d'omofobia, lo scorso 27 marzo, dopo essere stato brutalmente torturato per sei ore in un parco di Santiago del Cile, da quattro giovani con simpatie neonaziste.
Hanno martoriato il suo corpo, tracciandovi una svastica con dei pezzi di vetro, dopo avergli strappato un pezzo di orecchio e rotto una gamba con delle pietre.
Le sue condizioni sono apparse da subito irreversibili e dopo più di tre settimane di agonia in un letto d'ospedale, Daniel ha smesso di lottare.
La notizia della sua morte ha fatto il giro del mondo, scuotendo l'opinione pubblica e spingendo il Cile ad approvare una legge contro le discriminazioni, subito ribattezzata "Legge Zamudio".
Il papà di Daniel, Ivan, è arrivato in Italia grazie all'impegno di Agedo (l'Associazione di genitori di omosessuali) per prendere parte al Pride di Bologna.
"Dal giorno della morte di Daniel abbiamo avviato i contatti con la famiglia Zamudio - spiega la presidente di Agedo, Rita De Santis - perché per noi era importante portare la sua testimonianza in Italia, soprattutto perché questa rappresenti un monito".
Cinquant'anni, Ivan lavora la latta e l'alluminio. Separato, ha altri tre figli.
E' la sua prima volta in Italia, anche perché non ha mai preso un aereo in vita sua.
A casa, in Cile, ha appena finito di disegnare un monumento che raffigura il figlio, di profilo, mentre si libera da una prigione (quella dell'omofobia), e vola verso il cielo: sarà collocato nel parco dove Daniel è stato seviziato.
Perché ci teneva così tanto a partecipare al Pride italiano?
Voglio testimoniare quello che è successo a mio figlio, anche a nome della madre, che non se l'è sentita di venire. Una morte così non va dimenticata, e dobbiamo tutti impegnarci perché casi del genere non si ripetano di nuovo.
Cosa ricorda delle tre settimane passate da Daniel in ospedale? Le ha detto qualcosa?
Sono state tre settimane di dolore, controllavo ogni giorno l'evoluzione delle sue condizioni. I medici hanno optato per il coma indotto e solo per due giorni è stato cosciente. Non riusciva a parlare, ma ricordo che una volta ha riconosciuto la madre. Ce ne siamo accorti, perché l'espressione del viso è cambiata. Ha aperto gli occhi e ha sorriso, ma si vedeva che stava soffrendo.
Qual è una frase che suo figlio le ripeteva più spesso?
L'ho visto due settimane prima che venisse picchiato, a pranzo, perché in quel periodo viveva dalla madre. Mi ricordo che mi ripeteva che da grande si voleva prendere cura di me.
Cosa prova nei confronti degli assassini di suo figlio?
Odio e solo odio. Non starò tranquillo fino a quando non verranno condannati. Non li perdonerò mai, devono essere condannati, così come è stato condannato mio figlio. Nel processo, che inizierà a luglio, voglio che vengano puniti con la pena del carcere a vita.
Quando ha fatto coming out suo figlio?
Ci ha detto di essere gay a 18 anni, presentandoci il fidanzato. Noi, però, lo avevamo capito da tempo e la cosa non ci ha stupiti.
Quali sono le condizioni dei gay, in Cile, oggi?
Ai ragazzi che vivono nel mio Paese dico di fare ancora attenzione, perché c'è una mentalità chiusa. Devono dare il tempo alle persone di cambiare il loro modo di pensare. In Cile c'è un prima e un dopo la morte di Daniel: nel dopo, i genitori hanno iniziato a comunicare con i figli e a proteggerli di più. Se non fosse stato per lui, inoltre, l'iter per l'approvazione della legge contro le discriminazioni sarebbe stato ancora più lungo. Se ne parlava da molti anni. Non a caso l'hanno chiamata "legge Zamudio".
In Italia manca una legge contro l'omofobia.
Punire chi si rende protagonista di violenze di questo genere è fondamentale, e una legge del genere può essere molto utile, perché così è più facile condannarli. Gli Stati, a partire da quello in cui vivo, devono proteggere i loro giovani, e dare loro sicurezza. Ma vorrei anche dire che bisogna proteggere non solo gli omosessuali, ma tutte le minoranze, dagli stranieri a quanti professano culti religiosi diversi.
Come vuole ricordare, oggi, Daniel?
Mio figlio era un ragazzo puro, che non faceva del male a nessuno. Per questo è stato più facile colpirlo. Voglio ricordarlo per quello che è stato: un ragazzo disordinato e pigro, ma anche un gran lavoratore.
Quale sarà il messaggio che lancerà dal Pride di Bologna?
Voglio che i ragazzi stiano sempre attenti, e ai loro genitori dico di amare i figli per quello che sono e di lasciarli liberi.
Fidatevi di loro e proteggeteli.
Spero che la morte di Daniel non sia capitata invano, e che adesso sia possibile scongiurare altri casi del genere.
fonte http://m.repubblica.it/mobile/ di MARCO PASQUA
In sua memoria, il governo di Santiago ha approvato un provvedimento contro le discriminazioni sessuali.
"Non li perdonerò mai, devono essere condannati"
Daniel Zamudio è morto d'omofobia, lo scorso 27 marzo, dopo essere stato brutalmente torturato per sei ore in un parco di Santiago del Cile, da quattro giovani con simpatie neonaziste.
Hanno martoriato il suo corpo, tracciandovi una svastica con dei pezzi di vetro, dopo avergli strappato un pezzo di orecchio e rotto una gamba con delle pietre.
Le sue condizioni sono apparse da subito irreversibili e dopo più di tre settimane di agonia in un letto d'ospedale, Daniel ha smesso di lottare.
La notizia della sua morte ha fatto il giro del mondo, scuotendo l'opinione pubblica e spingendo il Cile ad approvare una legge contro le discriminazioni, subito ribattezzata "Legge Zamudio".
Il papà di Daniel, Ivan, è arrivato in Italia grazie all'impegno di Agedo (l'Associazione di genitori di omosessuali) per prendere parte al Pride di Bologna.
"Dal giorno della morte di Daniel abbiamo avviato i contatti con la famiglia Zamudio - spiega la presidente di Agedo, Rita De Santis - perché per noi era importante portare la sua testimonianza in Italia, soprattutto perché questa rappresenti un monito".
Cinquant'anni, Ivan lavora la latta e l'alluminio. Separato, ha altri tre figli.
E' la sua prima volta in Italia, anche perché non ha mai preso un aereo in vita sua.
A casa, in Cile, ha appena finito di disegnare un monumento che raffigura il figlio, di profilo, mentre si libera da una prigione (quella dell'omofobia), e vola verso il cielo: sarà collocato nel parco dove Daniel è stato seviziato.
Perché ci teneva così tanto a partecipare al Pride italiano?
Voglio testimoniare quello che è successo a mio figlio, anche a nome della madre, che non se l'è sentita di venire. Una morte così non va dimenticata, e dobbiamo tutti impegnarci perché casi del genere non si ripetano di nuovo.
Cosa ricorda delle tre settimane passate da Daniel in ospedale? Le ha detto qualcosa?
Sono state tre settimane di dolore, controllavo ogni giorno l'evoluzione delle sue condizioni. I medici hanno optato per il coma indotto e solo per due giorni è stato cosciente. Non riusciva a parlare, ma ricordo che una volta ha riconosciuto la madre. Ce ne siamo accorti, perché l'espressione del viso è cambiata. Ha aperto gli occhi e ha sorriso, ma si vedeva che stava soffrendo.
Qual è una frase che suo figlio le ripeteva più spesso?
L'ho visto due settimane prima che venisse picchiato, a pranzo, perché in quel periodo viveva dalla madre. Mi ricordo che mi ripeteva che da grande si voleva prendere cura di me.
Cosa prova nei confronti degli assassini di suo figlio?
Odio e solo odio. Non starò tranquillo fino a quando non verranno condannati. Non li perdonerò mai, devono essere condannati, così come è stato condannato mio figlio. Nel processo, che inizierà a luglio, voglio che vengano puniti con la pena del carcere a vita.
Quando ha fatto coming out suo figlio?
Ci ha detto di essere gay a 18 anni, presentandoci il fidanzato. Noi, però, lo avevamo capito da tempo e la cosa non ci ha stupiti.
Quali sono le condizioni dei gay, in Cile, oggi?
Ai ragazzi che vivono nel mio Paese dico di fare ancora attenzione, perché c'è una mentalità chiusa. Devono dare il tempo alle persone di cambiare il loro modo di pensare. In Cile c'è un prima e un dopo la morte di Daniel: nel dopo, i genitori hanno iniziato a comunicare con i figli e a proteggerli di più. Se non fosse stato per lui, inoltre, l'iter per l'approvazione della legge contro le discriminazioni sarebbe stato ancora più lungo. Se ne parlava da molti anni. Non a caso l'hanno chiamata "legge Zamudio".
In Italia manca una legge contro l'omofobia.
Punire chi si rende protagonista di violenze di questo genere è fondamentale, e una legge del genere può essere molto utile, perché così è più facile condannarli. Gli Stati, a partire da quello in cui vivo, devono proteggere i loro giovani, e dare loro sicurezza. Ma vorrei anche dire che bisogna proteggere non solo gli omosessuali, ma tutte le minoranze, dagli stranieri a quanti professano culti religiosi diversi.
Come vuole ricordare, oggi, Daniel?
Mio figlio era un ragazzo puro, che non faceva del male a nessuno. Per questo è stato più facile colpirlo. Voglio ricordarlo per quello che è stato: un ragazzo disordinato e pigro, ma anche un gran lavoratore.
Quale sarà il messaggio che lancerà dal Pride di Bologna?
Voglio che i ragazzi stiano sempre attenti, e ai loro genitori dico di amare i figli per quello che sono e di lasciarli liberi.
Fidatevi di loro e proteggeteli.
Spero che la morte di Daniel non sia capitata invano, e che adesso sia possibile scongiurare altri casi del genere.
fonte http://m.repubblica.it/mobile/ di MARCO PASQUA
Lgbt Gay Pride a Bologna: Emiliano Zaino Pres. Arcigay BO ”Un successo! Piazza VIII agosto piena”
“Non diamo numeri, li facciamo dare agli altri, ma possiamo dire di essere quanti eravamo nel 2008, quando alla fine piazza VIII agosto era piena”.
Cosi’ Emiliano Zaino, presidente dell’Arcigay di Bologna e del comitato organizzatore del Bologna Pride, quando la manifestazione del movimento Lgbt
sta per concludersi in piazza Maggiore.
Per gli organizzatori stessa partecipazione del 2008, quindi, “tolto magari qualcuno- aggiunge Zaino- che non e’ venuto perche’ non c’erano i carri”.
In quell’occasione i promotori parlarono di 200.000 partecipanti.
Oggi la manifestazione non sembra paragonabile, ma di certo c’e’ che sicuramente i manifestanti sono diverse migliaia, tanti da riempire alcune delle strade piu’ grandi del centro di Bologna, come via Marconi.
Proprio in via Marconi c’e’ la sede della Cgil bolognese, che accoglie cosi’ il corteo: “La Cgil sostiene i diritti- si legge su uno striscione arcobaleno esposto dalle finestre- e saluta il Pride”.
Messaggio a cui la testa della manifestazione risponde fermandosi e lanciando un forte applauso. Tra i manifestanti, c’e’ chi sulla maglietta cita Lucio Dalla: “Si fara’ l’amore, ognuno come gli va”.
Un cartello, invece, prende di mira il parlamentare Carlo Giovanardi, con il disegno del “cervello di Giovanardi” ed “un neurone” che chiede: ”C’e’ qualcuno?”.
Anche dal palco di piazza Maggiore si prende di mira il parlamentare: “Qualcuno lo ha visto in via D’Azeglio mentre faceva la danza della pioggia, ma purtroppo per lui gli e’ andata male”.
fonte Dire.it via http://www.giornale.sm/
Cosi’ Emiliano Zaino, presidente dell’Arcigay di Bologna e del comitato organizzatore del Bologna Pride, quando la manifestazione del movimento Lgbt
sta per concludersi in piazza Maggiore.
Per gli organizzatori stessa partecipazione del 2008, quindi, “tolto magari qualcuno- aggiunge Zaino- che non e’ venuto perche’ non c’erano i carri”.
In quell’occasione i promotori parlarono di 200.000 partecipanti.
Oggi la manifestazione non sembra paragonabile, ma di certo c’e’ che sicuramente i manifestanti sono diverse migliaia, tanti da riempire alcune delle strade piu’ grandi del centro di Bologna, come via Marconi.
Proprio in via Marconi c’e’ la sede della Cgil bolognese, che accoglie cosi’ il corteo: “La Cgil sostiene i diritti- si legge su uno striscione arcobaleno esposto dalle finestre- e saluta il Pride”.
Messaggio a cui la testa della manifestazione risponde fermandosi e lanciando un forte applauso. Tra i manifestanti, c’e’ chi sulla maglietta cita Lucio Dalla: “Si fara’ l’amore, ognuno come gli va”.
Un cartello, invece, prende di mira il parlamentare Carlo Giovanardi, con il disegno del “cervello di Giovanardi” ed “un neurone” che chiede: ”C’e’ qualcuno?”.
Anche dal palco di piazza Maggiore si prende di mira il parlamentare: “Qualcuno lo ha visto in via D’Azeglio mentre faceva la danza della pioggia, ma purtroppo per lui gli e’ andata male”.
fonte Dire.it via http://www.giornale.sm/
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