martedì 10 marzo 2015

Lgbt: L'attore premio Oscar Eddie Redmayne alza il tiro: sarà la prima trans della storia

Ha vinto il premio Oscar 2015 come Miglior attore protagonista nel film La teoria del tutto (e ancor prima il premio Bafta e il Golden Globe), vestendo i panni del fisico Stephen Hawking e recitando su una sedia a rotelle, e adesso Eddie Redmayne(in foto)è pronto a dare una nuova prova della sua versatilità. Questo ragazzo si trasforma con una destrezza ammirevole, che lascia incantati.
E stavolta si fa davvero fatica a riconoscerlo. Interpreta infatti il ruolo di una transessuale in The Danish girl, nuova pellicola di Tom Hooper (Il discorso del Re). Biopic su Lili Elbe, la prima transessuale storicamente riconosciuta.
La prima persona che, negli anni Trenta, si sottopose a un’operazione per cambiare sesso.

Pur essendo molto complessa, questa parte non creerà alcun disagio nell’attore britannico: come lui stesso ha raccontato, infatti, nel college per soli uomini che ha frequentato con il principe William gli venivano spesso affidati ruoli femminili a causa della mancanza di attrici. Il motivo va senz’altro cercato nei suoi lineamenti molto delicati. Lineamenti che però lui sa utilizzare nei modi più svariati. Sta nascendo una stella?
fonte http://velvetcinema.it/2015/03/01/eddie-redmayne-e-una-trans-nel-nuovo-film/ FOTO by twitter

Lgbt: The Voice of Italy 3, il trans Daniel Petrarulo incanta con la sua voce

Grande sorpresa a The Voice of Italy 3, dove i coach si sono girati all’unisono, ascoltando la voce di Daniel Petrarulo, transgender che ha incantanto con la sua voce lo studio del programma musicali.

Le Blind Auditions stupiscono ancora con l’arrivo di un talento sicuramente unico, che affascina anche per la storia di vita particolare che c’è dietro alle sue spalle. Dopo Suor Cristina, all’interno del programma arriva una nuova personalità che ha tanto da raccontare e da dare. Daniel Petrarulo ha 29 anni e viene da Grottaglie, un paese in provincia di Taranto. All’anagrafe, il ragazzo si chiama Daniela. La “a” finale, però, al giovane è stata sempre stretta e, con tante difficoltà, è riusciuto ad intraprendere un percorso di transizione per diventare ciò che lui aveva sempre desiderato: un uomo.

I coach non si sarebbero mai aspettati che, dietro quella voce calda e accattivante, ci fosse un transgender. Daniel ha colpito davvero tutti e, alla fine, ha scelto di far parte del team Noemi. Prima dell’esibizione Daniel ha spiegato la sua decisione di cambiare sesso e identità: “Il mio è un percorso di transizione da donna a uomo, è molto delicato e duro da affrontare. All’inizio pensavo che la mia voce sarebbe sparita, invece adesso sono convinto che l’avrò per sempre. Sogno di realizzarmi e comunicare con la musica: partecipare a The Voice potrebbe voler dire aprire delle menti. Vado a testa alta perché non rinnego nulla di come sono, alla fine sono sempre me stesso“.
Dopo l’esibizione ha raccontato ai coach la sua storia: “All’anagrafe sono Daniela, ma sto cercando di eliminare quell’ultima vocale che mi stava scomoda“. Sul palco, Daniel si è esibito portando la canzone Always di Bon Jovi. Ecco il video dell’esibizione di Daniel a The Voice of Italy 3
A QUESTO LINK IL VIDEO DELL'ESIBIZIONE DI DANIEL
https://www.youtube.com/watch?v=sRFFsxoqov8

FONTE: Daniela Caruso http://www.quotidianamente.net/65691/life-style/the-voice-of-italy-3-il-trans-daniel-petrarulo-incanta-con-la-sua-voce-video/

Lgbt: Arriva al cinema il film sulla "nobile rivoluzione" della trans Marcella Di Folco

La straordinaria vita dell'attivista e fondatrice del Mit raccontata in un film diretto da Simone Cangelosi, in prima visione sabato al Lumière. In esclusiva ecco i primi quattro minuti del film

BOLOGNA - "Ho conosciuto Marcella alla fine degli anni Novanta e mi è stato subito chiaro che avevo di fronte un personaggio che sarebbe passato alla storia". A dirlo è Simone Cangelosi, regista bolognese, che quella storia l’ha poi affidata al grande schermo. Si intitola “Una nobile rivoluzione”, è il doc su Marcella Di Folco, transessuale, militante, consigliera comunale, fondatrice a Bologna della prima associazione italiana transgender, una vita avventurosa tra i set di Fellini (era lei il Principe di Amarcord) e l’attivismo a favore del movimento Lgbt italiano. Una vita che si è conclusa nel settembre 2010, e che il film ripercorre. Un viaggio che comincia nella Roma dei Parioli, dove Di Folco è nata Marcello nel ‘43.

"La sua vita è stata eccezionale – osserva Cangelosi – anche prima di quella di attivista del Movimento transessuale. Negli anni sessanta lavora al Piper e conosce Fellini, che le affida prima un piccolo ruolo nel ‘Satyricon’, poi il personaggio del principe in ‘Amarcord’. Da lì intraprende una brillante carriera nell’epoca d’oro della nostra cinematografia che la porta a lavorare con Rossellini, Petri e Risi". Poi nel 1980 la svolta cruciale. Marcello va a Casablanca, torna Marcella e inseguendo l’amore si trasferisce sotto le Due Torri. "È nell’incontro con la città di Bologna che si compie il suo destino – osserva Cangelosi – che la sua vita prende una direzione pubblica. Nel nome dei diritti o meglio del diritto che tutti hanno all’amore. Che la porta prima a fondare il Mit, il movimento italiano transessuali e poi a diventare consigliere comunale, prima trans a rivestire una carica pubblica".

Diventando punto di riferimento per moltissime persone. Sono molte di queste a testimoniarlo sul grande schermo. Dalla sorella Liliana a Eva Robin’s e Valdimir Luxuria. Il film prodotto da Kiné e Pierrot e la rosa sarà distribuito dalla Cineteca di Bologna, che lo propone oltre a Bologna, dove il film sarà in prima visione da sabato 7 marzo al Lumière,
a Roma lunedì 9 marzo al Cinema Alcazar (in una serata speciale organizzata in collaborazione con il Piccolo Cinema America, alla presenza di Vladimir Luxuria e Bianca Berlinguer). Sempre lunedì 9 a Firenze (Cinema Spaziouno). Martedì 10 e mercoledì 11 a Torino (Cinema Fratelli Marx). Di nuovo in tenitura a Roma, questa volta al Cinema Aquila dal 26 al 29 marzo. Il calendario completo delle proiezioni è consultabile al sito www.unanobilerivoluzione.it.
fonte di EMANUELA GIAMPAOLI http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/03/06/news/di_folco-108919487/

Lgbt: Nozze gay, Tar: "Solo tribunali possono annullare trascrizioni, non i prefetti"

I giudici amministrativi hanno disposto che i provvedimenti di annullamento di matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero non sono validi perché il potere compete solo all'autorità giudiziaria. Vendola: "Alfano e Pecoraro siano rimossi". L'Italia si è impegnata con l'Onu per il riconoscimento delle unioni omosessuali

ROMA - Le disposizioni stabilite da alcuni prefetti per l'annullamento delle trascrizioni di nozze gay celebrate all'estero non sono valide. Lo ha deciso il Tar del Lazio che ha accolto il ricorso di alcune coppie contro l'annullamento disposto dal prefetto della trascrizione della loro unione contratta all'estero nel registro dell'Unioni Civili del Comune di Roma. Per i giudici amministrativi l'annullamento può arrivare solo dal tribunale civile. Una sentenza che coincide con la notizia dell'impegno assunto dall'Italia con le Nazioni Unite a riconoscere le unioni e il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

La sentenza del Tar si riferisce, nello specifico, al decreto del prefetto di Roma del 31 ottobre 2014 con cui Giuseppe Pecoraro aveva annullato le trascrizioni nel registro dello stato civile presso il Comune di Roma di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all'estero, e alla circolare del Ministro dell'Interno del 7 ottobre 2014, nel quale il titolare del Viminale Angelino Alfano invitava i prefetti a "rivolgere ai sindaci formale invito al ritiro di tali disposizioni ed alla cancellazione delle conseguenti trascrizioni" procedendo "all'annullamento d'ufficio degli atti illegittimamente adottati". Una decisione che aveva provocato la reazione dei sindaci che avevano proceduto al riconoscimento, come avvenuto a Milano, Bologna, Empoli e Roma.

Nella decisione i giudici della Prima Sezione Ter del Tar del Lazio affermano che l'attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei registri dello stato civile. Tuttavia l'annullamento di trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all'estero, può essere disposto solo dall'Autorità giudiziaria ordinaria e non da ministro e prefetto, così come era avvenuto nei mesi scorsi.

"Avevo sempre affermato - ha commentato il sindaco di Roma, Ignazio Marino - pur non essendo un esperto di giurisprudenza, che sulla base delle normative nazionali e comunitarie fosse un dovere del sindaco trascrivere un documento di un'unione avvenuta all'estero di due cittadini della mia città. Per me non è assolutamente una sorpresa, non credo ci sia stato mai un momento in cui ho mostrato un minimo dubbio sulla mia certezza". Il leader di Sel Nichi Vendola ha chiesto che il prefetto di Roma Pecoraro e il ministro Alfano "siano rimossi".

Il ministero dell'Interno commenta la sentenza ripetendo di aver sempre coerentemente garantito il quadro normativo attuale in materia di stato civile, un quadro normativo che non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, né di trascrivere quelli celebrati all'estero. Secondo il Viminale, la pronuncia del Tar conferma tale principio, così come la sentenza della Corte di Cassazione del febbraio scorso.

L'impegno con l'Onu. In un documento che il governo presenterà alla 28.ma sessione del Consiglio dei Diritti Umani che terminerà il 27 marzo prossimo l'Italia si è impegnata con le Nazioni Unite a riconoscere le unioni e anche il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Nell'ottobre scorso il Consiglio dei diritti umani dell'Onu aveva rivolto al nostro Paese una serie di raccomandazioni, ben 186, su materie che spaziano dalla prevenzione della tortura alla discriminazione dei rom. Tra queste, la richiesta - sollecitata dall'Olanda - di "fare passi concreti per adottare la legislazione necessaria a dare seguito all'annuncio del premier Renzi di lavorare al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, come parte degli sforzi dell'Italia per rafforzare le misure per combattere la discriminazione e la violenza basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere". L'altra raccomandazione, su richiesta di Regno Unito e Irlanda del Nord, chiede di "assicurare eguali diritti alle persone lesbiche, omosessuali, bisessuali e transgender (lgbt) riconoscendo legalmente il matrimonio e la civil partnership (partenariato civile) tra persone dello stesso sesso".

L'Italia ha risposto in questi giorni, accettando di ottemperare a 176 raccomandazioni, tra cui le due relative al matrimonio e alle civil partnership tra persone dello stesso sesso. Un impegno preciso, dunque, contratto con un organismo internazionale, a fare passi concreti su questi temi. Ma le associazioni che si occupano dei diritti delle persone lgbt e di diritti umani reagiscono con scetticismo. "Si tratta di una notizia importante a cui speriamo seguano fatti legislativi significativi" ha detto Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone e della neonata Coalizione italiana per i diritti e le libertà civili.

"Se veramente il governo italiano ha detto sì all'Onu sul matrimonio ugualitario, allora lo annunci anche al Paese" è il commento di Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia. "Sono anni - aggiunge - che aspettiamo una notizia di questo tipo. Se il governo ha preso questo impegno, a livello internazionale, ora sia conseguente e porti una legge in Parlamento".

Anche Flavio Romani, presidente di Arcigay, mette le mani avanti: "attendiamo la prova dei fatti". "Gli impegni presi dall'Italia tracciano obiettivi per noi assolutamente condivisibili" premette. "L'auspicio è che questo sia davvero l'obiettivo - precisa - e che, ad esempio, il principio di uguaglianza non lo si voglia ridimensionare a formule parziali e comunque discriminatorie, ma anzi rimanga il faro che guida questa discussione". "E soprattutto attendiamo che, dopo anni di annunci infruttuosi, si possa dare per chiusa la fase delle parole per passare finalmente a quella dei fatti, perché il tempo, quando si parla di diritti fondamentali, non è una questione secondaria. Quindi il governo si responsabilizzi non solo rispetto agli obiettivi ma anche rispetto all'urgenza con cui essi devono essere raggiunti", conclude Romani.
fonte http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/cronaca/2015/03/09/news/nozze_gay_tar_solo_tribunali_possono_annullare_trascrizioni_non_i_prefetti_-109131892/?ref=fbpr