Christian De Sica e la sua dichiarazione shock a Vero Tv.
L’attore sta promuovendo Colpi di fulmine, il suo film (in realtà due in uno) che ha ottenuto buoni risultati al botteghino, ma ha anche rilasciato un commento sulla Chiesa e i gay che farà sicuramente discutere.
Ospite all’interno della rubrica Storie, Christian De Sica ha presentato insieme agli altri componenti del cast il film Colpi di fulmine, in cui lui interpreta uno psichiatra che scappa a causa dei problemi col fisco e finge di essere un prete in un paesino del Trentino.
Parlando della Chiesa, si è parlato anche della polemica, che va avanti da tempo, sui diritti dei gay che da essa vengono negati e De Sica ha detto la sua:
"Non ci trovo niente di male, di certo preferisco le nozze gay ai cardinali pedofili."
Una dichiarazione forte, ma che forse trova d’accordo molte persone. Cosa ne pensate?
fonte http://www.cinetivu.com di Elide Messineo
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
sabato 5 gennaio 2013
Lgbt Bowling: Usa, bacio gay rivoluziona lo sport professionistico
Miami, Un campione che bacia suo marito: la scena, estranea allo sport professionistico americano, ha attratto oggi l'attenzione dei media degli Stati Uniti.
La catena televisiva ESPN ha fatto vedere domenica "quella che potrebbe essere la prima registrazione di un sportivo apertamente gay che bacia suo marito", ha scritto oggi l'Huffington Post.
Il video gia' su Youtube, mostra Scott Norton, giocatore di bowling professionista che a novembre ha vinto il PBA Chamaleon Campionship a Las Vegas e lo ha festeggiato baciando Craig Woodward, che ESPN definisce suo marito.
Norton ha reso pubblica l'anno scorso la sua omosessualita', non domenica quando la tv ha reso noto il video.
"E' estremamente importante per me mostrare ad altri sportivi attuali o futuri, che e' importante far vedere che siamo come gli altri", ha detto il campione in un comunicato.
"E' importante mostrare alla gente che essere gay non ha niente a che vedere con le capacita' di fare qualcosa come uomo e neanche di competere al massimo livello nello sport", ha aggiunto.
"A differenza del cinema, della cultura e perfino della politica, l'omosessualita' continua ad essere un tabu' nello sport professionistico, specialmente tra gli uomini."
fonte http://www.adnkronos.com/IGN (Adnkronos/Dpa)
La catena televisiva ESPN ha fatto vedere domenica "quella che potrebbe essere la prima registrazione di un sportivo apertamente gay che bacia suo marito", ha scritto oggi l'Huffington Post.
Il video gia' su Youtube, mostra Scott Norton, giocatore di bowling professionista che a novembre ha vinto il PBA Chamaleon Campionship a Las Vegas e lo ha festeggiato baciando Craig Woodward, che ESPN definisce suo marito.
Norton ha reso pubblica l'anno scorso la sua omosessualita', non domenica quando la tv ha reso noto il video.
"E' estremamente importante per me mostrare ad altri sportivi attuali o futuri, che e' importante far vedere che siamo come gli altri", ha detto il campione in un comunicato.
"E' importante mostrare alla gente che essere gay non ha niente a che vedere con le capacita' di fare qualcosa come uomo e neanche di competere al massimo livello nello sport", ha aggiunto.
"A differenza del cinema, della cultura e perfino della politica, l'omosessualita' continua ad essere un tabu' nello sport professionistico, specialmente tra gli uomini."
fonte http://www.adnkronos.com/IGN (Adnkronos/Dpa)
Lgbt Palermo: Ospedale Civico, a febbraio servizio ginecologia dedicato alle trans, tra i testimonial anche il regista Almodovar, ma il "terzo sesso" si divide: ci ghettizzano
Si chiamerà "ambulatorio per l'equità di genere"
Tra i testimonial anche il regista Almodovar.
PALERMO
L’ospedale Civico apre ai trans.
Nasce a Palermo, infatti, il primo servizio pubblico di ginecologia dedicato al "terzo sesso".
Si chiamerà "ambulatorio per l'equità di genere" e sarà coordinato dal ginecologo Giuseppe Scaglione.
Si occuperà di transessuali e transgender.
Tra i testimonial dell'iniziativa, come si legge dall’edizione locale di Repubblica, vi sarebbe anche il regista spagnolo Pedro Almodovar, che ha toccato i problemi legati alla transessualità in numerosi film.
In Italia, fin ora l'unico precedente si è avuto a Bologna, ma l’esito pare sia stato negativo.
SERVIZIO ATTIVO DA FEBBRAIO
Il servizio sarà attivo a partire da febbraio 2013 e si occuperà per lo più di malattie sessualmente trasmissibili, come l'Aids o i condilomi.
La novità è stata accolta positivamente dall'arcigay Palermo, diviso invece, il mondo trans.
Per molti infatti, più che una conquista, il progetto appare un modo per “ghettizzare” chi ha già cambiato sesso e può considerarsi donna a tutti gli effetti.
fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Tra i testimonial anche il regista Almodovar.
PALERMO
L’ospedale Civico apre ai trans.
Nasce a Palermo, infatti, il primo servizio pubblico di ginecologia dedicato al "terzo sesso".
Si chiamerà "ambulatorio per l'equità di genere" e sarà coordinato dal ginecologo Giuseppe Scaglione.
Si occuperà di transessuali e transgender.
Tra i testimonial dell'iniziativa, come si legge dall’edizione locale di Repubblica, vi sarebbe anche il regista spagnolo Pedro Almodovar, che ha toccato i problemi legati alla transessualità in numerosi film.
In Italia, fin ora l'unico precedente si è avuto a Bologna, ma l’esito pare sia stato negativo.
SERVIZIO ATTIVO DA FEBBRAIO
Il servizio sarà attivo a partire da febbraio 2013 e si occuperà per lo più di malattie sessualmente trasmissibili, come l'Aids o i condilomi.
La novità è stata accolta positivamente dall'arcigay Palermo, diviso invece, il mondo trans.
Per molti infatti, più che una conquista, il progetto appare un modo per “ghettizzare” chi ha già cambiato sesso e può considerarsi donna a tutti gli effetti.
fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Lgbt Giamaica: Dove l'omosessualità è vietata. Il viaggio nell'emarginazione documentato da Matteo Armellini nel mini-doc "Boom Bye Bye"
Un viaggio nell'emarginazione giamaicana.
In "Boom Bye Bye", Matteo Armellini racconta il disagio degli omosessuali.
Con interviste a madri, donne e ragazzi, il fotografo ha realizzato un mini-doc di 10 minuti sui battyboys in patois, quelle vittime designate della cultura tutta al maschile che domina in Giamaica, sia musica e nel quotidiano.
Il lavoro, girato lo scorso maggio tra Kingston e Portantonio, ha vinto il Represent homophobia award, indetto da Arcigay e Universita' di Napoli Federico II.
Racconta Matteo Armellini:
"L'articolo 76 del codice penale giamaicano vieta e bandisce i rapporti tra uomini. La Giamaica, che supera di poco i 2 milioni di abitanti, non accetta l'omosessualità a nessun livello.
I gay non trovano comprensione, affetto e appoggio, spesso neanche in famiglia. Subiscono violenze e discriminazioni sessuali.
È un vero e proprio dramma che riguarda i ghetti e le scuole riservate alle elites."
fonte http://www.huffingtonpost.it Adele Sarno
In "Boom Bye Bye", Matteo Armellini racconta il disagio degli omosessuali.
Con interviste a madri, donne e ragazzi, il fotografo ha realizzato un mini-doc di 10 minuti sui battyboys in patois, quelle vittime designate della cultura tutta al maschile che domina in Giamaica, sia musica e nel quotidiano.
Il lavoro, girato lo scorso maggio tra Kingston e Portantonio, ha vinto il Represent homophobia award, indetto da Arcigay e Universita' di Napoli Federico II.
Racconta Matteo Armellini:
"L'articolo 76 del codice penale giamaicano vieta e bandisce i rapporti tra uomini. La Giamaica, che supera di poco i 2 milioni di abitanti, non accetta l'omosessualità a nessun livello.
I gay non trovano comprensione, affetto e appoggio, spesso neanche in famiglia. Subiscono violenze e discriminazioni sessuali.
È un vero e proprio dramma che riguarda i ghetti e le scuole riservate alle elites."
fonte http://www.huffingtonpost.it Adele Sarno
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Lgbt Regno Unito: Il calciatore che si spoglia contro l’omofobia, Matt Thomas Jarvis della Nazionale inglese in copertina su Attitude
Il calciatore Matt Jarvis posa sulla copertina di Attitude per rompere il tabù sull’omosessualità, invitando i calciatori a fare coming out.
IL CASO
Sull’onda di Francesco Coco (leggi qui: http://www.giornalettismo.com/archives/372658/gay-in-nazionale-meglio-hanno-una-marcia-in-piu/),
ex terzino del Milan, un altro calciatore mostra la sua apertura verso la comunità omosessuale.
Ala del West Ham e della Nazionale inglese, Matthew Thomas Jarvis è apparso nudo sulla copertina della rivista Attitude per manifestare la sua solidarietà ai calciatori che per paura non rivelano l’orientamento sessuale, spiega il Guardian:
http://www.guardian.co.uk/society/2013/jan/03/football-homophobia-attitude
LA SCELTA
Un segnale di apertura forte, nel tentativo di spezzare la catena che impone il rigore del silenzio se si ha un compagno dello stesso sesso “È la vita quotidiana, non è uno shock. Sono sicuro che ci sono tantissimi calciatori gay ma quando decidono di confessarlo fanno fatica.
L’ho pensato tante volte, deve essere una cosa dura da fare per loro” ha rivelato Jarvis.
PAURA
I motivi che potrebbero aiutare gli atleti a sentirsi maggiormente a loro agio sarebbero da ricercarsi anche nell’aumento delle prestazioni sportive: “Non è possibile convivere con un pensiero che ti preoccupa continuamente, se è possibile bisogna risolvere la cosa e concentrarsi sui propri obiettivi.
È così che si dà allo sport il meglio delle proprie capacità, potrebbe aiutare. Davvero”. E sul timore della reazione dei colleghi avverte: “I tempi sono cambiati, ci sarebbe sostegno ovunque, sia tra i calciatori che tra i tifosi”.
Matthew Todd, direttore di Attitude ha dichiarato:
“È ridicolo che tra i calciatori professionisti non ci siano apertamente dei gay.
Si è fatto tanto per liberare il gioco dal razzismo ma non è stato fatto abbastanza per l’omofobia“.
fonte http://www.giornalettismo.com di Alessandra Cristofari
IL CASO
Sull’onda di Francesco Coco (leggi qui: http://www.giornalettismo.com/archives/372658/gay-in-nazionale-meglio-hanno-una-marcia-in-piu/),
ex terzino del Milan, un altro calciatore mostra la sua apertura verso la comunità omosessuale.
Ala del West Ham e della Nazionale inglese, Matthew Thomas Jarvis è apparso nudo sulla copertina della rivista Attitude per manifestare la sua solidarietà ai calciatori che per paura non rivelano l’orientamento sessuale, spiega il Guardian:
http://www.guardian.co.uk/society/2013/jan/03/football-homophobia-attitude
LA SCELTA
Un segnale di apertura forte, nel tentativo di spezzare la catena che impone il rigore del silenzio se si ha un compagno dello stesso sesso “È la vita quotidiana, non è uno shock. Sono sicuro che ci sono tantissimi calciatori gay ma quando decidono di confessarlo fanno fatica.
L’ho pensato tante volte, deve essere una cosa dura da fare per loro” ha rivelato Jarvis.
PAURA
I motivi che potrebbero aiutare gli atleti a sentirsi maggiormente a loro agio sarebbero da ricercarsi anche nell’aumento delle prestazioni sportive: “Non è possibile convivere con un pensiero che ti preoccupa continuamente, se è possibile bisogna risolvere la cosa e concentrarsi sui propri obiettivi.
È così che si dà allo sport il meglio delle proprie capacità, potrebbe aiutare. Davvero”. E sul timore della reazione dei colleghi avverte: “I tempi sono cambiati, ci sarebbe sostegno ovunque, sia tra i calciatori che tra i tifosi”.
Matthew Todd, direttore di Attitude ha dichiarato:
“È ridicolo che tra i calciatori professionisti non ci siano apertamente dei gay.
Si è fatto tanto per liberare il gioco dal razzismo ma non è stato fatto abbastanza per l’omofobia“.
fonte http://www.giornalettismo.com di Alessandra Cristofari
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Lgbt: La sospensione dell’adolescenza nei giovani transessuali
Sul tema del transessualismo si fa spesso una gran confusione; c’è chi ancora lo confonde con l’omosessualità, laddove la persona transessuale è colui o colei che sente di appartenere al sesso opposto a quello biologico e l’omosessuale è invece colui o colei che è attratto/a principalmente od esclusivamente da persone del proprio sesso; c’è chi associa automaticamente il transessualismo alla prostituzione, mentre questa è una realtà molto limitata; altri poi ritengono che sia una grave patologia mentale, mentre invece si sta lavorando attivamente affinché anche all’interno del DSM-V (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) le persone transessuali non si sentano più patologizzate.
Un’altra questione che sicuramente non tutti sanno è che il Disturbo dell’Identità di Genere (DIG) -così per ora è definito- si presenta anche in infanzia: alcuni bambini sentono di essere del sesso opposto a quello biologico e vorrebbero appartenervi a tutti gli effetti.
Questo sentimento, però, non sempre si protrae fino all’età adulta, anzi, nella maggior parte di questi casi con l’arrivo della pubertà la percezione che si ha di sé cambia.
Cosa succede quando si affaccia ormai l’età puberale ed il soggetto continua a sentire fortemente di appartenere al sesso opposto?
In Europa, precisamente ad Amsterdam, abbiamo un centro d’eccellenza diretto da Peggy T. Cohen-Kettenis, la quale si occupa specificatamente di preadolescenti ed adolescenti con diagnosi di DIG.
Numerose sue ricerche vertono su quella che è diventata a livello internazionale la linea guida principale in questi casi: la terapia ormonale precoce. In particolare si tratta di una sospensione reversibile della pubertà, mediante analoghi ormonali del fattore di rilascio delle gonadotropine (GnRH), che viene somministrata ai giovani tra i 12 e i 16 anni di età. Lo scopo di questo intervento è quello di alleviare le sofferenze causate dallo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, che i soggetti rifiutano perché non percepiscono come armonici col proprio essere, e fornisce loro il tempo di prendere una decisione ponderata ed equilibrata sull’effettivo cambiamento di sesso.
Una ricerca del 2011 pubblicata sul Journal of Sexual Medicine, riguarda 70 candidati che hanno ricevuto la soppressione della pubertà tra il 2000 e il 2008, e ne valuta il funzionamento psicologico e la disforia di genere sia prima che dopo il trattamento. I risultati ci dicono che i problemi comportamentali ed emotivi ed i sintomi depressivi sono diminuiti, mentre il funzionamento generale è migliorato in modo significativo durante la soppressione della pubertà. È importante sottolineare che secondo la Cohen-Kettenis, i sentimenti di ansia e di rabbia che vivono gli adolescenti con DIG non sono connessi direttamente alla disforia di genere, bensì all’impatto negativo che ha su queste persone l’atteggiamento della società.
Nessun adolescente della suddetta ricerca si è ritirato dalla soppressione della pubertà, e tutti hanno in seguito cominciato ad assumere gli ormoni del sesso a cui sentivano di voler appartenere, sviluppando così i caratteri sessuali secondari che desideravano ed ottenendo un corpo ed un volto più armonici di quello che di solito raggiungono i transessuali che iniziano le cure ormonali dopo la fine dello sviluppo. In conclusione, la sospensione della pubertà può essere considerato un valido contributo nella gestione clinica della disforia di genere negli adolescenti, un primo passo verso un percorso che prevede ancora diverse altre tappe e verifiche per poter raggiungere l’identità a cui si aspira.
A cura della professoressa Chiara Simonelli
fonte http://sesso.blogautore.espresso.repubblica.it
Un’altra questione che sicuramente non tutti sanno è che il Disturbo dell’Identità di Genere (DIG) -così per ora è definito- si presenta anche in infanzia: alcuni bambini sentono di essere del sesso opposto a quello biologico e vorrebbero appartenervi a tutti gli effetti.
Questo sentimento, però, non sempre si protrae fino all’età adulta, anzi, nella maggior parte di questi casi con l’arrivo della pubertà la percezione che si ha di sé cambia.
Cosa succede quando si affaccia ormai l’età puberale ed il soggetto continua a sentire fortemente di appartenere al sesso opposto?
In Europa, precisamente ad Amsterdam, abbiamo un centro d’eccellenza diretto da Peggy T. Cohen-Kettenis, la quale si occupa specificatamente di preadolescenti ed adolescenti con diagnosi di DIG.
Numerose sue ricerche vertono su quella che è diventata a livello internazionale la linea guida principale in questi casi: la terapia ormonale precoce. In particolare si tratta di una sospensione reversibile della pubertà, mediante analoghi ormonali del fattore di rilascio delle gonadotropine (GnRH), che viene somministrata ai giovani tra i 12 e i 16 anni di età. Lo scopo di questo intervento è quello di alleviare le sofferenze causate dallo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, che i soggetti rifiutano perché non percepiscono come armonici col proprio essere, e fornisce loro il tempo di prendere una decisione ponderata ed equilibrata sull’effettivo cambiamento di sesso.
Una ricerca del 2011 pubblicata sul Journal of Sexual Medicine, riguarda 70 candidati che hanno ricevuto la soppressione della pubertà tra il 2000 e il 2008, e ne valuta il funzionamento psicologico e la disforia di genere sia prima che dopo il trattamento. I risultati ci dicono che i problemi comportamentali ed emotivi ed i sintomi depressivi sono diminuiti, mentre il funzionamento generale è migliorato in modo significativo durante la soppressione della pubertà. È importante sottolineare che secondo la Cohen-Kettenis, i sentimenti di ansia e di rabbia che vivono gli adolescenti con DIG non sono connessi direttamente alla disforia di genere, bensì all’impatto negativo che ha su queste persone l’atteggiamento della società.
Nessun adolescente della suddetta ricerca si è ritirato dalla soppressione della pubertà, e tutti hanno in seguito cominciato ad assumere gli ormoni del sesso a cui sentivano di voler appartenere, sviluppando così i caratteri sessuali secondari che desideravano ed ottenendo un corpo ed un volto più armonici di quello che di solito raggiungono i transessuali che iniziano le cure ormonali dopo la fine dello sviluppo. In conclusione, la sospensione della pubertà può essere considerato un valido contributo nella gestione clinica della disforia di genere negli adolescenti, un primo passo verso un percorso che prevede ancora diverse altre tappe e verifiche per poter raggiungere l’identità a cui si aspira.
A cura della professoressa Chiara Simonelli
fonte http://sesso.blogautore.espresso.repubblica.it
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mercoledì 2 gennaio 2013
Lgbt Musica: Giorgia critica le parole del parroco di Lerici e del Papa che attribuisce ai gay colpe che non hanno
Proprio pochi giorni fa, su Queerblog, vi abbiamo parlato delle parole del parroco di Lerici sul femminicidio:
http://www.queerblog.it/post/40225/il-volantino-di-don-piero-corsi-quando-lincompetenza-di-genere-e-dannosa
Un commento che ha fatto infuriare le donne della città e di tutta Italia.
Il religioso, inoltre, aveva attirato ancora ulteriori critiche parlando con un giornalista:
"Non so se è un frocio anche lei o meno: cosa prova quando vede una donna nuda?"
A entrare in merito alla vicenda è stata la cantante Giorgia che,
nella sua pagina Facebook, ha espresso una riflessione sull’accaduto:
"Sopravvissuti al natale?!Volevo con voi dissentire col parroco di Lerici e il suo volantino che afferma che se le donne vengono ammazzate un pò se la cercano..io, da una persona che nella vita fa la religione, mi aspetto anzi pretendo una spiegazione più profonda e più ampia ai mali di una società compromessa, e che soprattutto non avalli in qualche modo l’omicidio, e aggiungo che sarebbe illuminante se il Papa, invece di attribuire ai Gay colpe che non hanno, parlasse dell’episodio e a favore della dignità umana di ogni sesso, anzi a prescindere dal sesso. La religione dovrebbe insegnare alle persone la vita interiore, con le condanne e i giudizi non si migliora niente, eppure mi sembrava che Gesù lo avesse detto chiaro.G”SENONORAQUANDO”
Qui il post originale clicca per ingrandire:
https://www.facebook.com/giorgiaufficiale
In breve tempo, oltre 6000 likes sul post.
Non possiamo che applaudirla e per il aver rilasciato questo commento sul social network.
Sarebbe bello leggere parole simili su tante bacheche virtuali…
https://www.facebook.com/giorgiaufficiale
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola
http://www.queerblog.it/post/40225/il-volantino-di-don-piero-corsi-quando-lincompetenza-di-genere-e-dannosa
Un commento che ha fatto infuriare le donne della città e di tutta Italia.
Il religioso, inoltre, aveva attirato ancora ulteriori critiche parlando con un giornalista:
"Non so se è un frocio anche lei o meno: cosa prova quando vede una donna nuda?"
A entrare in merito alla vicenda è stata la cantante Giorgia che,
nella sua pagina Facebook, ha espresso una riflessione sull’accaduto:
"Sopravvissuti al natale?!Volevo con voi dissentire col parroco di Lerici e il suo volantino che afferma che se le donne vengono ammazzate un pò se la cercano..io, da una persona che nella vita fa la religione, mi aspetto anzi pretendo una spiegazione più profonda e più ampia ai mali di una società compromessa, e che soprattutto non avalli in qualche modo l’omicidio, e aggiungo che sarebbe illuminante se il Papa, invece di attribuire ai Gay colpe che non hanno, parlasse dell’episodio e a favore della dignità umana di ogni sesso, anzi a prescindere dal sesso. La religione dovrebbe insegnare alle persone la vita interiore, con le condanne e i giudizi non si migliora niente, eppure mi sembrava che Gesù lo avesse detto chiaro.G”SENONORAQUANDO”
Qui il post originale clicca per ingrandire:
https://www.facebook.com/giorgiaufficiale
In breve tempo, oltre 6000 likes sul post.
Non possiamo che applaudirla e per il aver rilasciato questo commento sul social network.
Sarebbe bello leggere parole simili su tante bacheche virtuali…
https://www.facebook.com/giorgiaufficiale
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola
Lgbt: Parlamentari e mondo gay, chi passa e chi non ce l'ha fatta
Primarie Pd e Sel, nonostante il trionfo del presidente onorario di Arcigay Sergio Lo Giudice a Bologna, sono davvero magri i risultati delle candidature arcobaleno.
Non sono state benevole con i candidati gay queste primarie di sinistra: nel prossimo Parlamento, a meno che non ci saranno outsider che faranno coming out all'ultimo minuto, di candidati in partiti diversi da Pd e SeL o di parlamentari arcobaleno direttamente nominati da Bersani, non ci sarà una vera e propria squadra di onorevoli che aiuterebbe certo la battaglia per i diritti civili di omosessuali lesbiche e trans.
È probabile, infatti, che assisteremo ancora, senza voler essere profeti di sventura, ad una corsa solitaria di questo o quel parlamentare sui temi dei diritti lgbt, esattamente come quella di Paola Concia.
Stando ai risultati delle primarie si apriranno finalmente le porte di Montecitorio al bolognese Sergio Lo Giudice, consigliere comunale della città presidente onorario di Arcigay, una lunga militanza nel Partito democratico.
È un trionfo il suo, con ben 4814 preferenze, che conferma che l'elettorato premia l'impegno sia sulle politiche lgbt sia su quelle generaliste (e la visibilità sul territorio) e riporta la città delle due torri al ruolo di culla di personalità politiche di rilievo nazionale.
E per Lo Giudice, che contattiamo telefonicamente, non c'è nemmeno il tempo di festeggiare il successo.
Già si pensa all'immediato futuro: "Intanto c'è da fare una campagna elettorale perché il centro sinistra vinca e vinca bene con numeri necessari perché possa governare bene da sola", spiega.
"Solo con una coalizione autosufficiente sarà più semplice realizzare il programma elettorale – continua - e soprattutto i temi specifici dei diritti degli omosessuali e delle coppie dello stesso sesso. L'impegno del centro sinistra è per un istituto analogo al matrimonio sul modello di quello tedesco compresi i diritti per i figli delle coppie. Il mio obiettivo rimane quello di costruire le condizioni per matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Tenere aperta questa possibilità è assolutamente necessario".
Si infrangono, al contrario, le speranze di tutti gli altri candidati arcobaleno. Sempre a Bologna e in area Pd non bastano 2223 voti Benedetto Zacchiroli, teologo e gay che su Facebook ringrazia chi ha visto in lui "un segno di rinnovamento e lo ha scritto chiaro nella scheda", per assicurarsi un posto in lista in posizione eleggibile. Enrico Fusco, ex presidente di Arcigay Bari, affida a Twitter il suo amaro "ci abbiamo provato, ho perso". Ancora incerto il destino di Alessandro Zan, assessore a Padova.
Non passano i candidati lombardi di SeL: lo scrittore Alessandro Golinelli, praticamente senza campagna elettorale si ferma a 138 voti e promette che farà comunque campagna elettorale per il partito "perché solo se SEL avrà molti voti, si potrà fare a meno di Casini e quindi riuscire ad ottenere diritti civili per gay, coppie di fatto e immigrati. Modernizzare questo paese si può". L'affermazione personale non basta a Paolo Oddi, tra i primi a iscriversi nel registro delle Unioni civili approvato quest'anno a Milano, per essere in posizione eleggibile: si ferma a 854 preferenze. Non ci sarà nemmeno Carlo Cremona, presidente dell'associazione lgbt I-Ken Napoli e candidato come "esterno" per SeL in Campania, raggranella 228 preferenze.
Enrico Pizza, assessore alla Mobilità a Udine del Pd, l'unico dichiaratamente gay d'Italia in carica, non sarà in corsa per il parlamento nonostante i 319 voti in città e gli 807 presi in provincia.
Prova a spiegare questa debacle: "Sono state primarie di partito. La regola, decisa il 25 novembre, di non aprirle a tutto l'elettorato ha penalizzato noi outsider di partito. Ho l'impressone che noi omosessuali ci siamo mossi da soli. Il mio impegno continua, sono secondo per preferenze in città, e la cosa è comunque un piccolo grande motivo di soddisfazione".
Dario Ballini, di Portoferraio, il più giovane tra i candidati lgbt, con 892 preferenze conferma quanto queste primarie siano state vissute come appuntamento interno "di partito": "Mi scontravo contro la parlamentare uscente e il presidente dell'Autorità Portuale. Ho avuto solo una settimana di tempo per farmi conoscere fuori dall'Elba. Per me quello raggiunto è un risultato che va oltre ogni più rosea aspettativa. Continuerò a fare quello che facevo prima. Il soccorritore sulle ambulanze impegnato nelle battaglie dei diritti civili e darò una mano affinché il PD vinca le elezioni di febbraio".
In attesa della composizione definitiva delle liste - i rumors vogliono che Franco Grillini corra in buona posizione di lista in Emilia Romagna - è certo che in Parlamento ci sarà spazio per Rosy Bindi e la sua omofobia, e onorevoli del calibro di Stefano Fassina che solo due giorni fa confermava a Arcigay la voglia di mettere il freno a mano al matrimonio e a "iniziative incomprese o troppo avanzate rischiano di produrre effetti negativi" per restare nell'alveo di più accettabili "unioni civili" alla tedesca.
Insomma, la prossima legislatura non sarà certo un pride.
fonte http://www.gay.it di Stefano Bolognini
Non sono state benevole con i candidati gay queste primarie di sinistra: nel prossimo Parlamento, a meno che non ci saranno outsider che faranno coming out all'ultimo minuto, di candidati in partiti diversi da Pd e SeL o di parlamentari arcobaleno direttamente nominati da Bersani, non ci sarà una vera e propria squadra di onorevoli che aiuterebbe certo la battaglia per i diritti civili di omosessuali lesbiche e trans.
È probabile, infatti, che assisteremo ancora, senza voler essere profeti di sventura, ad una corsa solitaria di questo o quel parlamentare sui temi dei diritti lgbt, esattamente come quella di Paola Concia.
Stando ai risultati delle primarie si apriranno finalmente le porte di Montecitorio al bolognese Sergio Lo Giudice, consigliere comunale della città presidente onorario di Arcigay, una lunga militanza nel Partito democratico.
È un trionfo il suo, con ben 4814 preferenze, che conferma che l'elettorato premia l'impegno sia sulle politiche lgbt sia su quelle generaliste (e la visibilità sul territorio) e riporta la città delle due torri al ruolo di culla di personalità politiche di rilievo nazionale.
E per Lo Giudice, che contattiamo telefonicamente, non c'è nemmeno il tempo di festeggiare il successo.
Già si pensa all'immediato futuro: "Intanto c'è da fare una campagna elettorale perché il centro sinistra vinca e vinca bene con numeri necessari perché possa governare bene da sola", spiega.
"Solo con una coalizione autosufficiente sarà più semplice realizzare il programma elettorale – continua - e soprattutto i temi specifici dei diritti degli omosessuali e delle coppie dello stesso sesso. L'impegno del centro sinistra è per un istituto analogo al matrimonio sul modello di quello tedesco compresi i diritti per i figli delle coppie. Il mio obiettivo rimane quello di costruire le condizioni per matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Tenere aperta questa possibilità è assolutamente necessario".
Si infrangono, al contrario, le speranze di tutti gli altri candidati arcobaleno. Sempre a Bologna e in area Pd non bastano 2223 voti Benedetto Zacchiroli, teologo e gay che su Facebook ringrazia chi ha visto in lui "un segno di rinnovamento e lo ha scritto chiaro nella scheda", per assicurarsi un posto in lista in posizione eleggibile. Enrico Fusco, ex presidente di Arcigay Bari, affida a Twitter il suo amaro "ci abbiamo provato, ho perso". Ancora incerto il destino di Alessandro Zan, assessore a Padova.
Non passano i candidati lombardi di SeL: lo scrittore Alessandro Golinelli, praticamente senza campagna elettorale si ferma a 138 voti e promette che farà comunque campagna elettorale per il partito "perché solo se SEL avrà molti voti, si potrà fare a meno di Casini e quindi riuscire ad ottenere diritti civili per gay, coppie di fatto e immigrati. Modernizzare questo paese si può". L'affermazione personale non basta a Paolo Oddi, tra i primi a iscriversi nel registro delle Unioni civili approvato quest'anno a Milano, per essere in posizione eleggibile: si ferma a 854 preferenze. Non ci sarà nemmeno Carlo Cremona, presidente dell'associazione lgbt I-Ken Napoli e candidato come "esterno" per SeL in Campania, raggranella 228 preferenze.
Enrico Pizza, assessore alla Mobilità a Udine del Pd, l'unico dichiaratamente gay d'Italia in carica, non sarà in corsa per il parlamento nonostante i 319 voti in città e gli 807 presi in provincia.
Prova a spiegare questa debacle: "Sono state primarie di partito. La regola, decisa il 25 novembre, di non aprirle a tutto l'elettorato ha penalizzato noi outsider di partito. Ho l'impressone che noi omosessuali ci siamo mossi da soli. Il mio impegno continua, sono secondo per preferenze in città, e la cosa è comunque un piccolo grande motivo di soddisfazione".
Dario Ballini, di Portoferraio, il più giovane tra i candidati lgbt, con 892 preferenze conferma quanto queste primarie siano state vissute come appuntamento interno "di partito": "Mi scontravo contro la parlamentare uscente e il presidente dell'Autorità Portuale. Ho avuto solo una settimana di tempo per farmi conoscere fuori dall'Elba. Per me quello raggiunto è un risultato che va oltre ogni più rosea aspettativa. Continuerò a fare quello che facevo prima. Il soccorritore sulle ambulanze impegnato nelle battaglie dei diritti civili e darò una mano affinché il PD vinca le elezioni di febbraio".
In attesa della composizione definitiva delle liste - i rumors vogliono che Franco Grillini corra in buona posizione di lista in Emilia Romagna - è certo che in Parlamento ci sarà spazio per Rosy Bindi e la sua omofobia, e onorevoli del calibro di Stefano Fassina che solo due giorni fa confermava a Arcigay la voglia di mettere il freno a mano al matrimonio e a "iniziative incomprese o troppo avanzate rischiano di produrre effetti negativi" per restare nell'alveo di più accettabili "unioni civili" alla tedesca.
Insomma, la prossima legislatura non sarà certo un pride.
fonte http://www.gay.it di Stefano Bolognini
Lgbt Cinema: Giuseppe Tornatore presenta il suo ultimo film "La migliore offerta". "La mia storia d'amore come forma d'arte"
«Volevo realizzare una storia d’amore improbabile e quindi altamente verosimile, raccontando l’incontro di due ossessioni», dice Giuseppe Tornatore a proposito di “La migliore offerta”, il suo nuovo film che esce nelle sale il 1° gennaio.
Protagonista di questa storia d’amore in forma di thriller è Virgil, un antiquario esperto d’arte, interpretato da Geoffrey Rush (“Il discorso del Re”) che nel giorno del suo sessantatreesimo compleanno riceve un incarico molto particolare.
Una ragazza alquanto misteriosa (interpretata da Sylvia Hoeks) lo chiama per occuparsi della dismissione delle opere d’arte contenute nella sua vecchia casa di famiglia, una dimora decadente e bellissima, senza però presentarsi all’incontro.
E’ con queste premesse che nasce fra i due una relazione d’amore sui generis che Tornatore costruisce come una partita a scacchi. La posta in gioco, questa volta, sembra la possibilità stessa dell’amore, come via di fuga, come liberazione e redenzione.
«Perché - spiega Tornatore - da una parte c’è un uomo ossessionato dall’altro sesso, incapace di provare emozioni che non siano quelle codificate della forma e della bellezza artistica; un uomo insomma che per tutta la vita si è tenuto alla larga dalla complessità delle emozioni, rifuggendole completamente. Tanto che non riesce a dare del tu nemmeno al suo assistente (interpretato da Jim Sturgess) e dall’altra c’è una donna che ha questa fobia per i grandi spazi, che non riesce a vivere fuori della propria casa e che quindi vive come barricata dentro un universo ristretto e protetto».
Logico che l’incontro di queste due esistenze al limite, ossessionate soprattutto dal rapporto con l’esterno, cambi le prospettive sul mondo dei due protagonisti (bravissimi, come del resto Donald Sutherland, nei panni del miglior amico di Virgil).
«Non volevo fare un film che descrivesse il mondo dell’arte – prosegue Tornatore – che mi ha sempre affascinato, tra l’altro. E che seguo come estimatore. Il mio desiderio era quello di realizzare una storia d’amore partendo dall’idea contemplativa dell’arte. Anche perché l’amore è una forma d’arte».
La villa decadente e abbandonata del film, che resiste all’interno di una zona di palazzi moderni, è un simbolo dell’Occidente in crisi, dell’Occidente messo in vendita?
«Ci sono, in effetti, dei segnali che potrebbero far pensare a questo.
La lettura che lei suggerisce è credibile. Ma in cuor mio sarei disonesto se dicessi che ho pensato ad un sottotesto politico. Mi sono lasciato andare al racconto, a quel che la drammaturgia imponeva. Senza darmi altri fini se non il racconto di questa storia, che forse è la meno sentimentale dei miei film».
E’ preoccupato del momento assai critico che sta attraversando il cinema italiano che fatica a trascinare la gente al cinema?
«Come i produttori, anche noi cineasti ci poniamo questo problema.
Spero che sia un momento di passaggio, legato alla congiuntura economica.
Forse dovremmo pensare a ridimensionare i costi, partendo dal biglietto in sala che non è esattamente economico, visti i tempi.
Anche se penso che il problema maggiore sia la pirateria.
Ma non sono così pessimista sul futuro. Nonostante questo calo tragico di pubblico, sono convinto che il cinema svolga ancora un ruolo significativo, culturale e sociale.
E la gente di questi tempi ha bisogno di punti di riferimento solidi. Anche per entrare in una sala e distrarsi per due ore.
Se un film riesce a farti dimenticare, almeno per due ore, la realtà che sta fuori dalla sala, allora ha raggiunto il suo scopo. E di questi tempi non è poco».
Teme anche lei il ritorno di Berlusconi?
«Per niente. Anche se il nostro Paese ci ha abituati a sorprese incredibili, questo mi sembra altamente improbabile, non più ipotizzabile».
fonte http://www.huffingtonpost.it Di Elena Martelli
A QUESTO LINK IL TRAILER:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=rAvyBSxv_c0
Protagonista di questa storia d’amore in forma di thriller è Virgil, un antiquario esperto d’arte, interpretato da Geoffrey Rush (“Il discorso del Re”) che nel giorno del suo sessantatreesimo compleanno riceve un incarico molto particolare.
Una ragazza alquanto misteriosa (interpretata da Sylvia Hoeks) lo chiama per occuparsi della dismissione delle opere d’arte contenute nella sua vecchia casa di famiglia, una dimora decadente e bellissima, senza però presentarsi all’incontro.
E’ con queste premesse che nasce fra i due una relazione d’amore sui generis che Tornatore costruisce come una partita a scacchi. La posta in gioco, questa volta, sembra la possibilità stessa dell’amore, come via di fuga, come liberazione e redenzione.
«Perché - spiega Tornatore - da una parte c’è un uomo ossessionato dall’altro sesso, incapace di provare emozioni che non siano quelle codificate della forma e della bellezza artistica; un uomo insomma che per tutta la vita si è tenuto alla larga dalla complessità delle emozioni, rifuggendole completamente. Tanto che non riesce a dare del tu nemmeno al suo assistente (interpretato da Jim Sturgess) e dall’altra c’è una donna che ha questa fobia per i grandi spazi, che non riesce a vivere fuori della propria casa e che quindi vive come barricata dentro un universo ristretto e protetto».
Logico che l’incontro di queste due esistenze al limite, ossessionate soprattutto dal rapporto con l’esterno, cambi le prospettive sul mondo dei due protagonisti (bravissimi, come del resto Donald Sutherland, nei panni del miglior amico di Virgil).
«Non volevo fare un film che descrivesse il mondo dell’arte – prosegue Tornatore – che mi ha sempre affascinato, tra l’altro. E che seguo come estimatore. Il mio desiderio era quello di realizzare una storia d’amore partendo dall’idea contemplativa dell’arte. Anche perché l’amore è una forma d’arte».
La villa decadente e abbandonata del film, che resiste all’interno di una zona di palazzi moderni, è un simbolo dell’Occidente in crisi, dell’Occidente messo in vendita?
«Ci sono, in effetti, dei segnali che potrebbero far pensare a questo.
La lettura che lei suggerisce è credibile. Ma in cuor mio sarei disonesto se dicessi che ho pensato ad un sottotesto politico. Mi sono lasciato andare al racconto, a quel che la drammaturgia imponeva. Senza darmi altri fini se non il racconto di questa storia, che forse è la meno sentimentale dei miei film».
E’ preoccupato del momento assai critico che sta attraversando il cinema italiano che fatica a trascinare la gente al cinema?
«Come i produttori, anche noi cineasti ci poniamo questo problema.
Spero che sia un momento di passaggio, legato alla congiuntura economica.
Forse dovremmo pensare a ridimensionare i costi, partendo dal biglietto in sala che non è esattamente economico, visti i tempi.
Anche se penso che il problema maggiore sia la pirateria.
Ma non sono così pessimista sul futuro. Nonostante questo calo tragico di pubblico, sono convinto che il cinema svolga ancora un ruolo significativo, culturale e sociale.
E la gente di questi tempi ha bisogno di punti di riferimento solidi. Anche per entrare in una sala e distrarsi per due ore.
Se un film riesce a farti dimenticare, almeno per due ore, la realtà che sta fuori dalla sala, allora ha raggiunto il suo scopo. E di questi tempi non è poco».
Teme anche lei il ritorno di Berlusconi?
«Per niente. Anche se il nostro Paese ci ha abituati a sorprese incredibili, questo mi sembra altamente improbabile, non più ipotizzabile».
fonte http://www.huffingtonpost.it Di Elena Martelli
A QUESTO LINK IL TRAILER:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=rAvyBSxv_c0
Lgbt: La mia diversità per capire quella degli altri
Sono nata a Roma nel 1974 in una famiglia caratterizzata da molte "diversità" e dalla capacità di manifestare un profondo affetto.
La mia famiglia mi ha insegnato, fin dai primi anni di vita, a essere attenta e sensibile nei confronti degli altri e, in particolare, a essere vicina alle persone più deboli e sfortunate.
I miei genitori, influenzati dalla cultura del '68, decisero di iscrivermi a una scuola elementare "alternativa" in cui la trasmissione dei valori umani veniva messa al primo posto rispetto alla didattica.
Anche per tali motivi "Scuola Viva" era frequentata da molti bambini disabili che convivevano in serenità con gli altri.
Questo mi ha permesso di conoscere e di apprezzare le "diversità" che caratterizzano l'esistenza di alcune persone e, allo stesso tempo, condividere il dolore e la sofferenza di cui queste esistenze possono essere portatrici.
Negli anni seguenti mi resi conto che la "diversità" rappresenta una ricchezza e, anche se il percorso esistenziale che ne deriva è in salita, durante la strada si possono cogliere dei buoni frutti!
Nel tempo le vicende tumultuose della mia famiglia enfatizzarono ulteriormente la mia "diversità" e, ancora oggi, quando cerco di spiegare le caratteristiche della mia famiglia molte persone si sentono confuse e non capiscono.
I primi anni dell'adolescenza furono caratterizzati da una difficoltà a integrarmi con gli altri, proprio perché essere portatrice di alcune "diversità" può, a volte, ostacolare lo sviluppo emozionale, soprattutto in una ragazzina che non ha ancora la capacità di integrare ed elaborare il peso di alcune vicende della propria vita. La tarda adolescenza invece fu più serena, anche perché conobbi persone "speciali" che ancora oggi rendono felice la mia vita.
Non è un caso che queste persone siano, ognuna a modo suo, portatrici di alcune "diversità".
Le vicende della mia vita e le mie caratteristiche personali mi portarono a iscrivermi alla Facoltà di Psicologia, dove, anche in quell'ambiente, mi avvicinai a diverse condizioni esistenziali. Nel 1996 camminando per i corridoi dell'Università lessi un depliant che parlava di un seminario sul transessualismo, condotto dalla dott.sa Anna Rita Ravenna che nel 1992 aveva iniziato un lavoro pioneristico con le persone transessuali presso l'ospedale S. Camillo di Roma.
Ancora oggi mi chiedo cosa, in quel momento, attirò la mia attenzione verso una tematica che mai aveva sfiorato la mia esistenza fino a quel momento.
La risposta a questa domanda la trovai durante il mio percorso di psicoterapia personale e, in parte, si evince da tutto ciò che ho scritto fino a questo momento.
La sensibilità, la competenza e l'animo della dott.sa Ravenna mi permisero di appassionarmi alla realtà transessuale e di sperimentare le mille emozioni messe in gioco dal confronto con queste persone.
La passione e l'interesse mi portarono a decidere di fare la tesi di laurea su quest'argomento e nel 1997 iniziai il volontariato al Servizio per l'Adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica (Saifip) presso l'Azienda Ospedaliera S.Camillo-Forlanini di Roma.
In quel periodo conobbi anche il prof. Aldo Felici, persona dalla profonda sensibilità, che iniziò a fare i primi interventi di vaginoplastica al S.Camillo.
La Regione Lazio, infatti, nel 1990 aveva individuato in quell'ospedale il polo di riferimento per l'applicazione della Legge 164/1982 circa le "Norme in materia di rettificazione di riattribuzione di sesso".
Nel 2001, dopo l'iscrizione all'Albo degli psicologi del Lazio, iniziai la mia attività professionale presso il Saifip. Nello stesso periodo decisi di iscrivermi alla scuola di specializzazione in psicoterapia per bambini e adolescenti.
Nel corso degli anni il Saifip vide aumentare le richieste di aiuto da parte di famiglie con adolescenti e bambini con problematiche relative all'identità di genere.
Per questo motivo e per il fatto che mi stavo specializzando in età evolutiva, decidemmo, insieme all'équipe del Saifip, di aprire un'area del servizio dedicata in particolare a questa delicata fascia di età.
In Italia ancora non esisteva un centro che si occupasse di questo, perciò dovemmo necessariamente confrontarci con le esperienze già esistenti in ambito internazionale.
Questo fu un valido motivo per fare numerosi viaggi: andai in diverse occasioni a Londra dove lo psichiatra Domenico Di Ceglie dirigeva da molti anni un centro per i disturbi dell'identità di genere in età evolutiva e a New York dove il prof. Heino Meyer-Bahlburg si occupava dello stesso tema presso la Columbia University.
In quegli anni feci una formazione adeguata per poter costruire un protocollo d'intervento per bambini e adolescenti al Saifip.
Nel 2005 nacque il Servizio per lo Sviluppo all'Identità di Genere (Ssig) presso l'Azienda Ospedaliera S.Camillo-Forlanini che si occupa sia di bambini e adolescenti che presentano difficoltà legate all'identità di genere e sia dei figli delle persone transessuali generati prima di iniziare il percorso di adeguamento.
Sono oramai quindici anni che mi occupo di questa tematica: gli anni trascorsi mi hanno permesso di comprendere che la sofferenza maggiore che vivono le persone con disturbi dell'identità di genere deriva in primo luogo dai pregiudizi e dagli stereotipi intorno a questo tema.
L'atteggiamento culturale presente in Italia non solo non facilita l'elaborazione di queste difficoltà, ma ne acuisce la sintomatologia.
Per tale motivo ho deciso di aprire questo blog:
http://www.huffingtonpost.it/maddalena-mosconi/
sono convinta che un cambiamento culturale su queste tematiche non può prescindere da un'adeguata diffusione delle informazioni.
di Maddalena Mosconi Psicologa-psicoterapeuta, esperta in transessualismo
fonte fonte http://www.huffingtonpost.it
La mia famiglia mi ha insegnato, fin dai primi anni di vita, a essere attenta e sensibile nei confronti degli altri e, in particolare, a essere vicina alle persone più deboli e sfortunate.
I miei genitori, influenzati dalla cultura del '68, decisero di iscrivermi a una scuola elementare "alternativa" in cui la trasmissione dei valori umani veniva messa al primo posto rispetto alla didattica.
Anche per tali motivi "Scuola Viva" era frequentata da molti bambini disabili che convivevano in serenità con gli altri.
Questo mi ha permesso di conoscere e di apprezzare le "diversità" che caratterizzano l'esistenza di alcune persone e, allo stesso tempo, condividere il dolore e la sofferenza di cui queste esistenze possono essere portatrici.
Negli anni seguenti mi resi conto che la "diversità" rappresenta una ricchezza e, anche se il percorso esistenziale che ne deriva è in salita, durante la strada si possono cogliere dei buoni frutti!
Nel tempo le vicende tumultuose della mia famiglia enfatizzarono ulteriormente la mia "diversità" e, ancora oggi, quando cerco di spiegare le caratteristiche della mia famiglia molte persone si sentono confuse e non capiscono.
I primi anni dell'adolescenza furono caratterizzati da una difficoltà a integrarmi con gli altri, proprio perché essere portatrice di alcune "diversità" può, a volte, ostacolare lo sviluppo emozionale, soprattutto in una ragazzina che non ha ancora la capacità di integrare ed elaborare il peso di alcune vicende della propria vita. La tarda adolescenza invece fu più serena, anche perché conobbi persone "speciali" che ancora oggi rendono felice la mia vita.
Non è un caso che queste persone siano, ognuna a modo suo, portatrici di alcune "diversità".
Le vicende della mia vita e le mie caratteristiche personali mi portarono a iscrivermi alla Facoltà di Psicologia, dove, anche in quell'ambiente, mi avvicinai a diverse condizioni esistenziali. Nel 1996 camminando per i corridoi dell'Università lessi un depliant che parlava di un seminario sul transessualismo, condotto dalla dott.sa Anna Rita Ravenna che nel 1992 aveva iniziato un lavoro pioneristico con le persone transessuali presso l'ospedale S. Camillo di Roma.
Ancora oggi mi chiedo cosa, in quel momento, attirò la mia attenzione verso una tematica che mai aveva sfiorato la mia esistenza fino a quel momento.
La risposta a questa domanda la trovai durante il mio percorso di psicoterapia personale e, in parte, si evince da tutto ciò che ho scritto fino a questo momento.
La sensibilità, la competenza e l'animo della dott.sa Ravenna mi permisero di appassionarmi alla realtà transessuale e di sperimentare le mille emozioni messe in gioco dal confronto con queste persone.
La passione e l'interesse mi portarono a decidere di fare la tesi di laurea su quest'argomento e nel 1997 iniziai il volontariato al Servizio per l'Adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica (Saifip) presso l'Azienda Ospedaliera S.Camillo-Forlanini di Roma.
In quel periodo conobbi anche il prof. Aldo Felici, persona dalla profonda sensibilità, che iniziò a fare i primi interventi di vaginoplastica al S.Camillo.
La Regione Lazio, infatti, nel 1990 aveva individuato in quell'ospedale il polo di riferimento per l'applicazione della Legge 164/1982 circa le "Norme in materia di rettificazione di riattribuzione di sesso".
Nel 2001, dopo l'iscrizione all'Albo degli psicologi del Lazio, iniziai la mia attività professionale presso il Saifip. Nello stesso periodo decisi di iscrivermi alla scuola di specializzazione in psicoterapia per bambini e adolescenti.
Nel corso degli anni il Saifip vide aumentare le richieste di aiuto da parte di famiglie con adolescenti e bambini con problematiche relative all'identità di genere.
Per questo motivo e per il fatto che mi stavo specializzando in età evolutiva, decidemmo, insieme all'équipe del Saifip, di aprire un'area del servizio dedicata in particolare a questa delicata fascia di età.
In Italia ancora non esisteva un centro che si occupasse di questo, perciò dovemmo necessariamente confrontarci con le esperienze già esistenti in ambito internazionale.
Questo fu un valido motivo per fare numerosi viaggi: andai in diverse occasioni a Londra dove lo psichiatra Domenico Di Ceglie dirigeva da molti anni un centro per i disturbi dell'identità di genere in età evolutiva e a New York dove il prof. Heino Meyer-Bahlburg si occupava dello stesso tema presso la Columbia University.
In quegli anni feci una formazione adeguata per poter costruire un protocollo d'intervento per bambini e adolescenti al Saifip.
Nel 2005 nacque il Servizio per lo Sviluppo all'Identità di Genere (Ssig) presso l'Azienda Ospedaliera S.Camillo-Forlanini che si occupa sia di bambini e adolescenti che presentano difficoltà legate all'identità di genere e sia dei figli delle persone transessuali generati prima di iniziare il percorso di adeguamento.
Sono oramai quindici anni che mi occupo di questa tematica: gli anni trascorsi mi hanno permesso di comprendere che la sofferenza maggiore che vivono le persone con disturbi dell'identità di genere deriva in primo luogo dai pregiudizi e dagli stereotipi intorno a questo tema.
L'atteggiamento culturale presente in Italia non solo non facilita l'elaborazione di queste difficoltà, ma ne acuisce la sintomatologia.
Per tale motivo ho deciso di aprire questo blog:
http://www.huffingtonpost.it/maddalena-mosconi/
sono convinta che un cambiamento culturale su queste tematiche non può prescindere da un'adeguata diffusione delle informazioni.
di Maddalena Mosconi Psicologa-psicoterapeuta, esperta in transessualismo
fonte fonte http://www.huffingtonpost.it
Lgbt Regno Unito: Eroe ma gay. La scienza chiede di riabilitare Alan Turing padre dell'informatica moderna
Alan Turing è il padre dell'informatica moderna.
Ma nonostante il suo ruolo nella vittoria degli inglesi nella seconda guerra mondiale fu arrestato perché gay.
Si suicidò.
Questa volta sono scesi in campo gli scienziati per chiedere al governo britannico di riabilitare l'onore e la memoria di Alan Turing.
Il premio Nobel per la medicina Sir Paul Nurse, il matematico e cosmologo Stephen Hawking, il matematico Sir Timothy Gowers, il presidente del National Museum of Science, Douglas Gurr, l'astronomo Lord Martin Rees, hanno scritto una lettera aperta al Primo Ministro David Cameron per sollecitare la grazia postuma per "this British hero".
L'appello, pubblicato dal Daily Telegraph,
(http://www.telegraph.co.uk/comment/letters/9743502/Commitment-not-a-ceremony-is-the-key-to-a-long-lasting-relationship.html#turing)
ha riacceso il dibattito su come il Regno Unito ha ripagato "chi ha permesso di abbreviare la durata della Seconda guerra mondiale".
Alan Turing, pioniere dell'informatica moderna, studioso a tutto campo e antifascista convinto, ebbe un ruolo determinante nella decrittazione dei messaggi trasmessi dalle forze armate tedesche con la macchina Enigma. Dopo la vittoria arrivò il benservito. Turing era gay. Un reato, allora, nel Regno Unito. Fu arrestato nel 1952 e castrato chimicamente. Due anni dopo lo scienziato si tolse la vita con il cianuro.
Fino ad oggi tutti gli appelli e le proposte di legge per la riabilitazione sono stati respinti. Un anno fa, a febbraio, il ministro alla Giustizia, Lord McNally, aveva chiuso la partita affermando che "una grazia postuma non è stata ritenuta opportuna poiché Alan Turing è stato condannato per ciò che a quel tempo era un reato".
"Scriviamo a sostegno della grazia postuma per Alan Turing, uno dei più brillanti matematici dell'era moderna. Turing ha guidato il gruppo di Enigma che era riuscito a decodificare il codice a Bletchley Park, che secondo molti storici ha permesso di abbreviare la durata della Seconda guerra mondiale. Ciononostante i governi sembrano incapaci di perdonargli il crimine di essere stato omossessuale, 'crimine' che lo ha spinto al suicidio all'età di 41 anni.
Noi esortiamo formalmente il Primo Ministro a riabilitare questo eroe britannico, al quale dobbiamo tanto come Nazione, e il cui pioneristico contributo all'informatica rimane rilevante persino ai giorni nostri. A tutti coloro che cercano di bloccare i tentativi di assicurare il perdono con l'idea che questo creerebbe un precedente, noi rispondiamo che ciò che lui ha fatto è così grande da prescindere da tutto il resto.
E' tempo che la sua reputazione venga riabilitata.
Lord Currie of Marylebone
Lord Grade of Yarmouth
Lord Faulkner or Worcester
Lord Rees of Ludlow, Astronomer Royal
Lord Sharkey
Lord Smith of Finsbury
Baroness Trumpington
Sir Timothy Gowers, Professor of Mathematics, Cambridge University
Dr Douglas Gurr, Chairman, Science Museum Group
Professor Stephen Hawking
Sir Paul Nurse, President, the Royal Society
L'appello è stato pubblicato il 14 dicembre.
Finora il Premier Cameron non ha risposto agli scienziati.
fonte http://pinobruno.globalist.it di Pino Bruno
Ma nonostante il suo ruolo nella vittoria degli inglesi nella seconda guerra mondiale fu arrestato perché gay.
Si suicidò.
Questa volta sono scesi in campo gli scienziati per chiedere al governo britannico di riabilitare l'onore e la memoria di Alan Turing.
Il premio Nobel per la medicina Sir Paul Nurse, il matematico e cosmologo Stephen Hawking, il matematico Sir Timothy Gowers, il presidente del National Museum of Science, Douglas Gurr, l'astronomo Lord Martin Rees, hanno scritto una lettera aperta al Primo Ministro David Cameron per sollecitare la grazia postuma per "this British hero".
L'appello, pubblicato dal Daily Telegraph,
(http://www.telegraph.co.uk/comment/letters/9743502/Commitment-not-a-ceremony-is-the-key-to-a-long-lasting-relationship.html#turing)
ha riacceso il dibattito su come il Regno Unito ha ripagato "chi ha permesso di abbreviare la durata della Seconda guerra mondiale".
Alan Turing, pioniere dell'informatica moderna, studioso a tutto campo e antifascista convinto, ebbe un ruolo determinante nella decrittazione dei messaggi trasmessi dalle forze armate tedesche con la macchina Enigma. Dopo la vittoria arrivò il benservito. Turing era gay. Un reato, allora, nel Regno Unito. Fu arrestato nel 1952 e castrato chimicamente. Due anni dopo lo scienziato si tolse la vita con il cianuro.
Fino ad oggi tutti gli appelli e le proposte di legge per la riabilitazione sono stati respinti. Un anno fa, a febbraio, il ministro alla Giustizia, Lord McNally, aveva chiuso la partita affermando che "una grazia postuma non è stata ritenuta opportuna poiché Alan Turing è stato condannato per ciò che a quel tempo era un reato".
"Scriviamo a sostegno della grazia postuma per Alan Turing, uno dei più brillanti matematici dell'era moderna. Turing ha guidato il gruppo di Enigma che era riuscito a decodificare il codice a Bletchley Park, che secondo molti storici ha permesso di abbreviare la durata della Seconda guerra mondiale. Ciononostante i governi sembrano incapaci di perdonargli il crimine di essere stato omossessuale, 'crimine' che lo ha spinto al suicidio all'età di 41 anni.
Noi esortiamo formalmente il Primo Ministro a riabilitare questo eroe britannico, al quale dobbiamo tanto come Nazione, e il cui pioneristico contributo all'informatica rimane rilevante persino ai giorni nostri. A tutti coloro che cercano di bloccare i tentativi di assicurare il perdono con l'idea che questo creerebbe un precedente, noi rispondiamo che ciò che lui ha fatto è così grande da prescindere da tutto il resto.
E' tempo che la sua reputazione venga riabilitata.
Lord Currie of Marylebone
Lord Grade of Yarmouth
Lord Faulkner or Worcester
Lord Rees of Ludlow, Astronomer Royal
Lord Sharkey
Lord Smith of Finsbury
Baroness Trumpington
Sir Timothy Gowers, Professor of Mathematics, Cambridge University
Dr Douglas Gurr, Chairman, Science Museum Group
Professor Stephen Hawking
Sir Paul Nurse, President, the Royal Society
L'appello è stato pubblicato il 14 dicembre.
Finora il Premier Cameron non ha risposto agli scienziati.
fonte http://pinobruno.globalist.it di Pino Bruno
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domenica 30 dicembre 2012
NEWS DAL MONDO LGBT E NON SOLO...Augura a tutte le sue lettrici e i suoi lettori... Buon Anno...
Auguri a chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore...
A chi saluta ancora con un bacio...
A chi lavora molto e si diverte di più...
A chi arriva in ritardo ma non cerca scuse...
A chi si alza presto per aiutare un amico...
A chi ha l'entusiasmo di un bimbo e i pensieri di un uomo...
A chi spegne la televisione per fare due chiacchiere...
A chi vede nero solo quando è buio...
A chi non aspetta il nuovo anno per essere migliore.....
http://lisadelgreco.blogspot.it
A chi saluta ancora con un bacio...
A chi lavora molto e si diverte di più...
A chi arriva in ritardo ma non cerca scuse...
A chi si alza presto per aiutare un amico...
A chi ha l'entusiasmo di un bimbo e i pensieri di un uomo...
A chi spegne la televisione per fare due chiacchiere...
A chi vede nero solo quando è buio...
A chi non aspetta il nuovo anno per essere migliore.....
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Lgbt Teatro: Roma "Il marito di mio figlio" equivoci dell’amore gay, al Parioli De Filippo, la commedia con Andrea Roncato e Monica Scattini da giovedì 3 a domenica 13 gennaio
Il marito di mio figlio con Andrea Roncato e Monica Scattini
A prima vista il titolo potrebbe apparire ambiguo: "Il marito di mio figlio".
Ma poi ci si rende conto che si tratta di amore omosessuale e la sorpresa si scioglie.
Parliamo dello spettacolo in programma al Teatro Parioli "Peppino De Filippo" di Roma, da giovedì 3 (ore 21) a domenica 13 gennaio, scritto e diretto da Daniele Falleri, con protagonisti Andrea Roncato e Monica Scattini, insieme a Pia Engleberth, Roberta Giarrusso, Pietro De Silva, Ludovico Fremont, Domenico Balsamo.
"Il marito di mio figlio" è una moderna commedia degli equivoci che affronta con ironia un tabù molto attuale: il matrimonio gay. Michael e George hanno il matrimonio previsto per il giorno successivo.
Presi all’ultimo momento da uno scrupolo di coscienza, decidono di riunire i rispettivi genitori per comunicare loro l’imminente cerimonia.
Ma la rivelazione crea uno scompiglio che va oltre le previsioni dei due futuri sposi.
Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati e relazioni segrete che non risparmiano neanche i genitori della neo-scoppiata coppia.
L'autore si diverte a mettere in scena tutti i più diffusi pregiudizi sui gay, giocando con i vari cliché per poi demolirli uno ad uno.
Le famiglie di Michael e George avrebbero potuto viaggiare per sempre lungo i binari di rapporti falsi e apparentemente immutabili, ma l’imprevisto obbliga tutti a riesaminare il mondo che li circonda e che davano per scontato.
Lo spettacolo verrà rappresentato il prossimo anno negli Usa ed è stato già tradotto in inglese e francese.
fonte http://teatro.lospettacolo.it
A prima vista il titolo potrebbe apparire ambiguo: "Il marito di mio figlio".
Ma poi ci si rende conto che si tratta di amore omosessuale e la sorpresa si scioglie.
Parliamo dello spettacolo in programma al Teatro Parioli "Peppino De Filippo" di Roma, da giovedì 3 (ore 21) a domenica 13 gennaio, scritto e diretto da Daniele Falleri, con protagonisti Andrea Roncato e Monica Scattini, insieme a Pia Engleberth, Roberta Giarrusso, Pietro De Silva, Ludovico Fremont, Domenico Balsamo.
"Il marito di mio figlio" è una moderna commedia degli equivoci che affronta con ironia un tabù molto attuale: il matrimonio gay. Michael e George hanno il matrimonio previsto per il giorno successivo.
Presi all’ultimo momento da uno scrupolo di coscienza, decidono di riunire i rispettivi genitori per comunicare loro l’imminente cerimonia.
Ma la rivelazione crea uno scompiglio che va oltre le previsioni dei due futuri sposi.
Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati e relazioni segrete che non risparmiano neanche i genitori della neo-scoppiata coppia.
L'autore si diverte a mettere in scena tutti i più diffusi pregiudizi sui gay, giocando con i vari cliché per poi demolirli uno ad uno.
Le famiglie di Michael e George avrebbero potuto viaggiare per sempre lungo i binari di rapporti falsi e apparentemente immutabili, ma l’imprevisto obbliga tutti a riesaminare il mondo che li circonda e che davano per scontato.
Lo spettacolo verrà rappresentato il prossimo anno negli Usa ed è stato già tradotto in inglese e francese.
fonte http://teatro.lospettacolo.it
Lgbt: Comune di Torino: firmato il protocollo d’intesa per la lotta delle discriminazioni sull’orientamento sessuale
Oggi il Comune di Torino ha sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri il protocollo relativo al contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
L’atto d’intesa firmato dall’Assessore alle Pari Opportunità, Mariacristina Spinosa (in foto), lega per tre anni il capoluogo piemontese all’attuazione di misure volte a contrastare tali disparità.
La Città di Torino, da molti anni, si distingue per le iniziative intraprese al fine di abbattere le discriminazioni esistenti, tra cui l’istituzione, nel 2001, del Servizio Lesbiche, Gay, Bisessuali e Trasgender (LGBT).
Non a caso, Torino ricopre il ruolo di Segreteria Nazionale delle Rete RE.A.DY, organismo il cui obiettivo è quello di estendere le politiche locali sui temi LGBT, e ha ricevuto da parte dell’l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali la richiesta di collaborare con la stesura del Programma di contrasto alle discriminazioni sull’identità di genere per il biennio 2012-2013.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di mettere in moto tutte le iniziate necessarie alla realizzazione del protocollo, stanzierà mezzo milione di euro al Comune di Torino.
fonte http://www.zipnews.it da Ettore Antonio
L’atto d’intesa firmato dall’Assessore alle Pari Opportunità, Mariacristina Spinosa (in foto), lega per tre anni il capoluogo piemontese all’attuazione di misure volte a contrastare tali disparità.
La Città di Torino, da molti anni, si distingue per le iniziative intraprese al fine di abbattere le discriminazioni esistenti, tra cui l’istituzione, nel 2001, del Servizio Lesbiche, Gay, Bisessuali e Trasgender (LGBT).
Non a caso, Torino ricopre il ruolo di Segreteria Nazionale delle Rete RE.A.DY, organismo il cui obiettivo è quello di estendere le politiche locali sui temi LGBT, e ha ricevuto da parte dell’l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali la richiesta di collaborare con la stesura del Programma di contrasto alle discriminazioni sull’identità di genere per il biennio 2012-2013.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di mettere in moto tutte le iniziate necessarie alla realizzazione del protocollo, stanzierà mezzo milione di euro al Comune di Torino.
fonte http://www.zipnews.it da Ettore Antonio
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Spot TV: Disney Channel racconta anche le famiglie Lgbt
La Disney non si è mai particolarmente espressa a favore dei matrimoni gay o del mondo Lgbt negli anni scorsi.
Basta dare un’occhiata alla mancanza assoluta di qualsiasi personaggio gay all’interno dei suoi programmi.
Tutti eterosessuali o comunque senza una marcata appartenenza al mondo Lgbt. Ma ecco, finalmente, apparire un primo segno esplicito
Make Your Mark è una campagna che vede, in alcuni secondi dello spot, un ragazzino adolescente figlio di due madri.
Due mamme hanno educato e cresciuto un giovane che, oggi, sogna di fare il regista e che ha già presentato un video contro il bullismo nelle scuole
Una pubblicità che ha stupito e sorpreso positivamente anche per l’immagina assolutamente normale e tradizionale di un ragazzo cresciuto da due donne e perfettamente integrato nella società odierna.
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola
Basta dare un’occhiata alla mancanza assoluta di qualsiasi personaggio gay all’interno dei suoi programmi.
Tutti eterosessuali o comunque senza una marcata appartenenza al mondo Lgbt. Ma ecco, finalmente, apparire un primo segno esplicito
Make Your Mark è una campagna che vede, in alcuni secondi dello spot, un ragazzino adolescente figlio di due madri.
Due mamme hanno educato e cresciuto un giovane che, oggi, sogna di fare il regista e che ha già presentato un video contro il bullismo nelle scuole
Una pubblicità che ha stupito e sorpreso positivamente anche per l’immagina assolutamente normale e tradizionale di un ragazzo cresciuto da due donne e perfettamente integrato nella società odierna.
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola
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