venerdì 10 settembre 2021

Short Film: "Io sono Matteo" di Loris Di Pasquale

A pochi mesi dalla sua prima proiezione al Carmarthen Bay Film Festival, valido per le qualificazioni ai BAFTA, Io sono Matteo di Loris Di Pasquale sta viaggiando con un rullino di marcia da record: 22 festival in quattro mesi, tra cui i prestigiosissimi Sedicorto, Torino Underground, Short to the Point, Europe Film Festival. 

La storia racconta di un promettente regista precario che, mentre è alla ricerca dei fondi per la sua opera prima, si vede costretto a fare i conti con il male del secolo: il cancro, in questo caso un tumore al testicolo. 

La particolarità di questo piccolo gioiello è di raccontare attraverso la forma del dramedy una storia biografica con estrema leggerezza, senza mai cadere nello “strappa lacrime”.

Interpretato da Matteo Nicoletta e da Daphne Scoccia il cortometraggio vanta un cast di prim’ordine Elisabetta De Vito, Pietro Bontempo, Ciro Scalera, Alessia Bellotto, Giorgia Ferrero, Emanuela Damasio, Anna Maria Teresa Ricci e Luigi Felicini, ben assemblato dal regista, una scenografia accurata, fatta di una ricercatezza cromatica rara, di inquadrature mai banali, supportate dall’utilizzo di lenti realizzate appositamente per creare determinati effetti all’interno dell’opera.

Quello che salta all’occhio allo spettatore è percepire che tutto quello che passa sullo schermo è frutto di scelte e non di mera casualità. Come dice il regista “Il mio è un lavoro di artigianato, si costruisce giorno dopo giorno attraverso lo sforzo mio e di tutti i miei collaboratori.” Un cortometraggio rivolto soprattutto ai giovani, i più colpiti da questa tipologia di tumore che dovrebbero vederlo per essere spronati ad effettuare l’autopalpazione fin da ragazzini.

“Io sono Matteo” è il frutto della collaborazione tra la Bedi Produzioni srl, una giovane casa di produzione cinematografica che sta conquistando numerosi riconoscimenti nei Festival di tutto il mondo, la Fondazione La Clessidra- Claudio Giudice per la vita- onlus, che si occupa di aiutare la ricerca scientifica per le malattie rare e l’AITT- Associazione Italiana Tumore al Testicolo, che si dedica alla prevenzione, integrazione sociale, la riabilitazione per chi ha avuto questa tipologia di tumore.

Premi vinti
Miglior attrice Festival del Cinema Patologico 2021
Best Comedy Europe film Festival 2021 Londra

Nomination passate
Best International Short, Best Actress e Best Actor – Social World Film Festival 2021
Best Actress Noto Film Festival 2021

Nomination nei prossimi festival
Nomination Best Comedy SHort to the Point Bucarest Romania 2021
Nomination Best Local Short TheKansas City Short Film 2021
Nomination Best Short Noble International Film Festival And Awards 2021 India 

Nei prossimi mesi vedremo quest’opera in giro per il mondo: India, Gran Beretagna, Turkia, Romania, Stati Uniti, Russia e chissà quante altre sorprese ci riserverà. 

Pagina Web >> QUI

fonte: Aghata Tami

mercoledì 8 settembre 2021

Cinema > "Dune" Recensione: un sogno spezzato a metà - Venezia 2021

Finalmente dopo una lunga attesa, il nuovo adattamento cinematografico di Dune diretto da Denis Villeneuve è tra noi.

C’era molta curiosità nei confronti di questo film, sia per l’ambizione in termini produttivi che questa operazione ha portato, sia per vedere la mano con cui il regista dello stupendo Blade Runner 2049 ha trasposto su schermo l’imponente romanzo di Frank Herbert.

Un lavoro che fin dall’inizio si preannunciava mastodontico e pieno di problemi, come ci ricorda Alejandro Jodorowsky nel suo documentario Jodorowsky's Dune e come purtroppo abbiamo potuto vedere - ovviamente contando tutta la storia travagliata che ne consegue - nell’adattamento di David Lynch del 1984.

Ma in conclusione, com’è il film diretto da Denis Villeneuve?

Una volta uscito dalla sala lo confesso: la sensazione di smarrimento e di insoddisfazione era molto alta, perché essenzialmente Dune è “solo” la prima parte di un'epopea cinematografica che vuole segnare la Storia del Cinema.

Riflettendoci, però, il lavoro svolto da Villeneuve era l’unico per evitare che si verificasse un nuovo fallimento, questo perché il romanzo scritto da Herbert è talmente pregno di informazioni che un film unico sarebbe stato risucchiato dalla sua stessa linfa vitale.

C’è da dire che viene detto fin da subito che questo sarà il primo atto del progetto, una sorta di scacchiera su cui sono state posizionate le pedine in attesa della partita vera e propria.

L’unico e grande difetto di Dune è quindi proprio questo: un film costruito per introdurci in un universo fantascientifico senza pari, dove la filosofia regna sovrana e necessita di tempo per sedimentare, per essere capita e di conseguenza amata.

Dune non è certamente un blockbuster mainstream, anche se l’operazione produttiva potrebbe portare a pensare ciò, ma un kolossal di cui il Cinema sentiva estremamente bisogno.

Denis Villeneuve sembra - con tutte le proporzioni - deciso a replicare l’operazione svolta da Peter Jackson con Il Signore degli Anelli vent’anni fa, cercando di rendere Dune un nuovo fenomeno pop senza snaturare la sua vena autoriale.

 Il ritmo del film quindi non guarda assolutamente ai prodotti del Cinema d’intrattenimento al quale siamo abituati, cercando invece di seguire quelli - se vogliamo - più contemplativi di Blade Runner 2049, dove l’atmosfera coadiuvata dalle mastodontiche scenografie immergono lo spettatore in un universo fantascientifico che guarda da vicino Star Wars: una saga che ha preso molto però dal romanzo di Frank Herbert.

La scacchiera messa in scena da Denis Villeneuve è estremamente curata, elegante e maestosa a cui però manca qualche mossa per non rendere questo primo capitolo un’operazione monca, cosa non avvenuta con Peter Jackson e Il Signore degli Anelli - La compagnia dell’anello.

Spesso, con il passare dei minuti, vengono poste delle basi su cui però successivamente non si vuole camminare, passando solo in punta di piedi per non fare rumore, per non sforzare un impianto narrativo che a mio avviso avrebbe giovato di qualche strappo in più.

La dilatazione dei tempi sembra voler prepararci a un'epicità che non arriva mai, complici alcune scelte che hanno fatto sì che molte scene sulla carta spettacolari si risolvessero in pochi minuti.

Assistiamo quindi a delle battaglie riprese mediante campi lunghissimi, accompagnate dalla colonna sonora di Hans Zimmer - evocativa, ma a mio avviso non memorabile - che nulla può contro degli stacchi di montaggio che smorzano subito il pathos fino a lì costruito.

Un vero peccato anche perché il lavoro svolto da tutto il cast è straordinario, in particolare quello di Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides.

Dotato di un carisma perfetto per il ruolo che deve interpretare, Chalamet riesce a sostenere una prova attoriale molto difficile sulla carta, tanto è sfaccettata la psicologia del suo personaggio in perenne movimento tra viaggi interstellari, addestramenti nei combattimenti - la star di Chiamami col tuo nome possiede anche il physique du rôle dell’eroe - e incubi a occhi aperti.

Se, come detto, tutto il cast è grandioso, la scelta invece di rendere il personaggio di Zendaya così di contorno è figlia della stessa natura del film.

Paul, durante tutta la durata di Dune, ha continuamente delle visioni di Chani (Zendaya), un modo a mio avviso per far capire al pubblico che si arriverà a conoscere un personaggio di vitale importanza, ma che quando il momento tanto atteso giunge - il quale coincide con il terzo atto - l’entusiasmo si è già assopito sotto la sabbia del deserto.

Che cosa resta quindi di questa prima parte di Dune?

Sicuramente un universo cinematografico affascinante, curatissimo, dove appena usciti si vorrebbe già rientrare di nuovo, ma mancante di una vera forza narrativa tale da rendere capace questo film di camminare sulle proprie gambe.

 “Questo è solo l’inizio” dice il personaggio di Zendaya: l’inizio di un sogno spezzato in due di cui non vediamo l’ora di guardare la vera natura.

Il trailer internazionale di Dune  >>  Dune Official Trailer

fonte: di Emanuele Antolini   www.cinefacts.it

Prosa: "Tu dov'eri" Debutta l’11 settembre alle 14.46 al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Debutta l’11 settembre alle 14.46 al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Tu dov’eri'” uno spettacolo scritto da Francesco Godina e Fabio Vagnarelli, prodotto da SUOMI Produzioni, per la regia di Marco M. Casazza e con la collaborazione del video designer Den Baruca. 

Un testo che debutta a vent’anni esatti dagli eventi di quel 11 settembre 2001 a cui è ispirato. 

 

 Un giorno indimenticabile in cui il mondo intero, incredulo, ha visto crollare le torri gemelle di New York e molto altro.
Per questo anniversario nasce “Tu dov’eri'”, non un semplice monologo ma tre personaggi per un attore, Francesco Godina, per riflettere su un evento che ha cambiato irreversibilmente il mondo intero. Un appassionato professore analizzerà dal punto di vista accademico il valore del passato, della memoria, del ricordo. 

Dall’altro lato sarà uno stand-up comedian a porsi in modo cinico e distaccato di fronte alle conseguenze della tragedia e alle loro ripercussioni nella vita delle persone di tutto il mondo, non solo degli abitanti della Grande Mela. E poi c’è la storia di Jack, nato l’11 settembre, che nel 2001 ha compiuto vent’anni e che oggi abita ancora a New York. 

A vent’anni dalla tragedia sono due giovani autori e attori a pensare a uno spettacolo che indaga le esperienze e le emozioni legate a un ricordo che è diventato un compagno di vita per ognuno di noi. Ogni volta che rivediamo quelle immagini riviviamo quasi con la stessa intensità le sensazioni di quel giorno e sarà un impatto davvero emozionante quello del debutto. Una prima mondiale alle 14.46, l’ora italiana in cui il nostro mondo ha iniziato a cambiare.


Lo spettacolo andrà in scena l’11 settembre alle 14.46 e alle 21.00 nella Sala Bartoli del Politeama Rossetti e domenica 12 settembre alle ore 17. I biglietti, del costo di 15 euro interi e 12 ridotti, saranno in prevendita da lunedì 30 agosto presso la biglietteria e sul sito del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, www.ilrossetti.it. Per informazioni tel. 040.3593511.
Si ricorda che dal 6 agosto 2021 l’accesso agli spettacoli aperti al pubblico è consentito in zona bianca esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19 (Green Pass).
La certificazione dovrà dunque essere esibita all’ingresso assieme a un documento di identità.

Politeama Rossetti
viale XX Settembre
34100 Trieste
+39 040 359 3511
WWW.ILROSSETTI.IT

fonte:  www.triestecultura.it

martedì 7 settembre 2021

Torna il Verona International Film Festival alla Multisala Rivoli

Siamo felici di annunciare che anche quest’anno il Multisala Rivoli ospiterà, nelle serate di martedì 7, mercoledì 8 e giovedì 9 settembre, il Verona International Film Festival, festival di cinema che propone una selezione di film indipendenti e contemporanei che ruotano attorno alla tematica delle relazioni. 

Le proiezioni cominciano alle 20 e l’entrata è libera!

 I biglietti gratuiti si possono ritirare alla biglietteria del Rivoli a partire dalle ore 19. Per maggiori informazioni e per riservare i biglietti gratuiti consultare il sito www.veronafilmfestival.org.

  • I film sono in lingua originale con sottotitoli in inglese o, se in lingua inglese, senza sottotitoli.
  • Il Green Pass è obbligatorio per partecipare all’evento.

Il programma delle proiezioni

MARTEDÌ 7 SETTEMBRE

  • “Quaranta cavalli” di Luca Ciriello (Italia; durata: 00:09:59)
  • “Helfer” di Anna Szöllősi (Ungheria; durata: 00:09:45)
  • “Syncope” di Toraj Heybati (Iran; durata: 00:13:49)
  • “Madonne” di Maurizio Lombardi (Italia; durata: 00:06:00)
  • “Fortezza” di Ludovica Andò e Emiliano Aiello (Italia; durata: 01:12:00)

MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE

  • “Lumen” di Sarah Seené (Canada; durata: 00:01:41)
  • “Poise” di Luís Soares (Portogallo; durata: 00:07:00)
  • “Letter to my mother” di Amin Maher (Iran; durata: 00:19:33)
  • “La Napoli di mio padre” di Alessia Bottone (Italia; durata: 00:20:00)
  • “Atlas” di Jim Vieille (Francia; durata: 00:05:43)
  • “Things like” di Kálmán Nagy (Austria; durata: 00:25:17)
  • “The Daydreamers” di Thomas Renckens (Regno Unito; durata: 00:33:00)

GIOVEDÌ 9 SETTEMBRE

  • “Andrò a ritroso della nostra corsa” di Mattia Biondi (Italia; durata: 00:02:50)
  • “In casa d'altri” di Sebastiano Siviero (Italia; durata: 00:02:53)
  • “Irreversibile” di Matteo De Liberato (Italia; durata: 00:12:00)
  • “Who I am” di Leïla Bakhchi (Francia; durata: 00:02:15)
  • “The Moth” di Geordie Leyland (Regno Unito; durata: 00:03:00)
  • “Yellow Cat” di Adilkhan Yerzhanov (Kazakistan; durata: 01:30:00)
Dove Multisala Rivoli    Piazza Bra, 10   Dal 7 al 9/09/2021 

Informazioni e contatti Web: https://www.veronafilmfestival.org.

fonte: Cecilia   per  www.veronasera.it

Mostra: "VENETIA 1600 Nascite e rinascite" Dal 4 settembre 2021 al 25 marzo 2022 Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

"VENETIA 1600 Nascite e rinascite"
Dal 4 settembre 2021 al 25 marzo 2022 Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge
Direzione scientifica: Gabriella Belli
A cura di: Robert Echols, Frederick Ilchman, Gabriele Matino e Andrea Bellieni 

Le vicende della Serenissima sono state segnate da innumerevoli momenti di crisi e rotture, così come da altrettante fasi di rigenerazione e rinnovamento. La storia di Venezia, in altre parole, risulta punteggiata da molteplici nascite e rinascite, esempi concreti di come la città sia sempre stata in grado di affrontare le sfide poste dal mutare dei tempi. 

La mostra VENETIA 1600. Nascite e rinascite prevista da settembre 2021 a Palazzo Ducale, propone una lettura inedita della storia della Serenissima che identifica nel concetto di nascita e rinascita un innovativo modello interpretativo del suo passato, per re-immaginarne un futuro possibile e ottimistico. Ad illustrare i momenti salienti della storia e dell’identità di Venezia, la mostra esporrà opere dei massimi artisti, architetti e uomini di lettere che operarono in laguna nell’arco di quasi un millennio. 

La mostra comprenderà importanti dipinti di Carpaccio, Tiziano, Veronese, Tiepolo, Canaletto, Guardi e molti altri, nonché una selezione di miniature, stampe, disegni, tessuti, sculture, ceramiche, modelli architettonici, oggetti in vetro e d’uso quotidiano. Particolare attenzione verrà data ad alcuni dei monumenti più rappresentativi della città, quali la basilica di San Marco, il Palazzo Ducale, il Ponte di Rialto, il Fondaco dei Tedeschi, le chiese del Redentore e di Santa Maria della Salute, il Gran Teatro la Fenice e il Campanile di San Marco, fino a includere le maggiori istituzioni museali e culturali della Venezia contemporanea. Oltre ai grandi capolavori provenienti da musei e collezioni private italiane, la mostra intende valorizzare l’inestimabile patrimonio storico-artistico e culturale dei musei, chiese, biblioteche e archivi veneziani, primo fra tutti quello delle collezioni dei Musei Civici di Venezia. 

>>>Info e biglietti >>>
>>>Attività educative e itinerari guidati >>>

fonte: https://palazzoducale.visitmuve.it

Cinema: È morto l'attore francese Jean-Paul Belmondo

Jean-Paul Belmondo a Cannes nel 2011 - ©Ansa
Aveva 88 anni. Nel 2001 era stato colpito da un ictus da cui si era lentamente ripreso. Nel 2011 aveva ricevuto la palma d'oro alla carriera a Cannes. Lascia in eredità interpretazioni indimenticabili, come quella in 'A bout de souffle' (Fino all'ultimo respiro) di Jean-Luc Godard

È morto l’attore francese Jean-Paul Belmondo, aveva 88 anni. Lo si è appreso dai suoi più stretti collaboratori. Nel 2001 era stato colpito da un ictus e per anni era scomparso da ogni apparizione pubblica. Poi si era ripreso e, nel 2011, aveva ricevuto la Palma d'oro alla carriera a Cannes. Belmondo è morto nella sua casa di Parigi, ha precisato il suo avvocato, Michel Godest, citato da France Presse. "Era molto affaticato da qualche tempo. Si è spento serenamente", ha aggiunto il legale.

Volto del cinema francese

Mostro sacro del cinema francese ed europeo, Belmondo ha girato 80 film. Lascia in eredità ruoli indimenticabili, come quello in 'A bout de souffle' (Fino all'ultimo respiro) di Jean-Luc Godard, o sorvolando il cielo di Venezia, appeso ad un elicottero, in 'Le Guignolo' (Il piccione di Piazza San Marco) di Georges Lautner. 

L'attore con Sophia Loren sul set de La Ciociara - ©Ansa
 Una carriera straordinaria

 Prima di essere catapultato al successo  da 'Fino all'ultimo respiro', l'attore aveva già interpretato 'Charlotte et son Jules' (1958), un cortometraggio sempre di  Godard, e 'A doppia mandata' (1959) di Chabrol. Ma è stato proprio in 'Fino all'ultimo respiro' che è nata l'immagine divistica di Belmondo: personaggio scanzonato, malvivente dilettante, simpaticamente truffatore. 

 Tra i suoi ruoli si ricorda poi quello    in 'Cartouche' (1962) di Phllippe de  Broca, dove interpretò una sorta di Robin Hood alla francese. Interpretò anche 'Il bandito delle 11 ' di Godard, 'Il ladro di Parigi' (1967) di Malle, 'La mia droga si chiama Julie' (1969) di Truffaut, 'Trappola per un lupo' (1972) di Chabrol e 'Stavisky' (1974) di Resnais. Fu anche al fianco di Sophia Loren in 'La ciociara' (1960).

Le reazioni, da Delon a Cardinale

Dopo la notizia della morte di Belmondo, Alain Delon si è detto "completamente annientato".  Mentre Claudia Cardinale ha spiegato: "Sono rimasta sola. Sono addoloratissima, per me è stato e rimarrà, come per tanti altri, l'immagine della vitalità. Nel mio cuore e nella mia memoria non cesserà mai di essere in movimento. Lui era il sorriso, la gioia di vivere, l'audacia e la semplicità". "Io ringrazio la vita - ha concluso - per aver unito i nostri percorsi. Il mio affetto più profondo va ai suoi familiari e in particolari ai suoi figli. Addio Jean-Paul".

L'omaggio di Macron: patrimonio nazionale

A ricordare Belmondo, anche il presidente francese Emmanuel Macron: "Resterà per sempre 'Le Magnifique' (Il Magnifico, ndr.) Jean-Paul Belmondo era un patrimonio nazionale, pieno di brio e risate, toni forti e fisico svelto, eroe sublime e figura famigliare, infaticabile temerario e mago delle parole. In lui, ci riunivamo tutti", ha scritto in un tweet d'omaggio

fonte: https://tg24.sky.it

Musica > Il ritorno degli Abba dopo 40 anni: nuovo album e tour rivoluzionario

Gli Abba, una delle band pop di maggiore successo di tutti i tempi, sono tornati insieme. 

A distanza di 40 anni dal loro ultimo disco di studio “The Visitors”, il gruppo ha fatto uscire contemporaneamente due nuove canzoni, ‘I Still Have Faith In You” e “Don’t Shut Me Down”, che faranno parte del  nuovo album.Il disco intitolato “Voyageverrà pubblicato in tutto il mondo il prossimo 5 novembre su etichetta Universal Music Group.

Non solo, in programma c’è anche un concerto rivoluzionario che vedrà Agnetha, Björn, Benny e Anni-Frid esibirsi digitalmente con una live band di 10 elementi, in un’arena costruita appositamente a Londra.  La versione digitale degli Abba è stata creata dopo settimane e mesi di riprese con motion capture e performance tecniche con  un team di 850 elementi della Industrial Light & Magic, la compagnia fondata da George Lucas alla sua prima incursione nella musica.

Abba Voyage prenderà il via il 27 maggio 2022 alla Abba Arena, uno spazio all’avanguardia da 3000 posti costruito al Queen Elizabeth Olympic Park di Londra.

Sarà possibile pre-registrarsi per acquistare i biglietti a partire dalle ore 19:00 di oggi su abbavoyage.com mentre i biglietti saranno in vendita da martedì 7 settembre.

Con quasi 400 milioni di album venduti in tutto il mondo, 17 hit al primo posto in classifica e più di 16 milioni di stream globali alla settimana, gli Abba sono uno dei gruppi musicali più di successo di tutti i tempi.  Oggi, le loro canzoni, scritte e prodotte da Benny Andersson e Björn Ulvaeus e interpretate con passione e devozione dalla voci di Agnetha Fältskog and Anni-Frid “Frida” Lyngstad,  – sono considerate una parte fondamentale della musica internazionale.

A brand new album out November 5 and revolutionary concert coming to London Spring 2022.
ABBA - I Still Have Faith In You. Il Video CLICCA >  QUI

fonte:  www.radiopico.it

Tecnologia > Documenti d’identità su Wallet di iPhone: ecco in quali Stati ed aeroporti sono già riconosciuti

Wallet diventa a tutti gli effetti un portafoglio. Insieme alle nostre carte di credito potrà contenere i documenti di identità. Per ora l’Italia è esclusa da questa possibilità, ma scopriamo in quali stati è già possibile farlo. photo Apple Wallet (via apple.com)

Finalmente i documenti non saranno più cartacei. La cosiddetta “smaterializzazione” dei nostri documenti di identità è ufficialmente iniziata e pare proprio che, almeno per ora, sarà l’ottimo servizio di gestione di carte Wallet a contenerli. 

Per chi non lo sapesse, iPhone (quindi iOS) è in grado di registrare e quindi gestire tutte le nostre carte di credito/debito, nonché biglietti dei concerti, del cinema e quant’altro. All’appello, per ora, manca la possibilità di registrare i nostri documenti di riconoscimento.

Ebbene, mentre in Italia ci apprestiamo ad una lenta conversione della carta d’identità in formato elettronico, negli Stati Uniti è già possibile registrare il proprio documento di riconoscimento, oltre che alla patente (standard ISO 18013-5) direttamente su Wallet di iPhone ed Apple Watch. Per ora, gli stati che aderiscono all’iniziativa sono Arizona e Georgia, mentre Iowa, Connecticut, Kentucky, Maryland, Oklahoma e Utah seguiranno in un prossimo futuro.

Stati Uniti pionieri: Wallet è il nuovo portafoglio per i documenti di identità. E l’Italia?

Ovviamente, insieme alla possibilità di registrare i propri documenti, è bene che tutti gli organi dello stato e non solo funzionino e remino nella stessa direzione. Per ora solo alcuni aeroporti riconoscono i documenti e quindi l’identità di un individuo tramite Wallet. Ovviamente l’idea e l’obbiettivo è che si arrivi ad una copertura totale e globale del riconoscimento mezzo servizio su smartphone.

L’aggiunta della patente di guida e della carta d’identità al Wallet Apple è uno step importante nella nostra visione di rimpiazzare il portafoglio fisico con un wallet digitale sicuro e facile da usare“. Ad intervenire con questi termine Jennifer Valley, vice-presidente Apple nella sezione Apple Pay ed Apple Wallet.

 “Queste nuove e innovative patenti digitali e carte d’identità con Apple e gli Stati del paese permetteranno un’esperienza di sicurezza aeroportuale più fluida per i viaggiatori“. Ha dichiarato David Pekoske, responsabile della TSA: “Questa iniziativa segna una pietra miliare importante perché fornisce un livello aggiuntivo di praticità per i viaggiatori, rendendo possibili nuove opportunità per scansioni touchless negli aeroporti TSA“.

E per l’Italia? La questione, al momento, è messa in panchina. Germania, Giappone e UK stanno sperimentando a loro volta quanto già si vede in USA. Per il nostro paese, almeno per ora, discorso rimandato.

fonte: By Fabio Alberti  www.computermagazine.it

Il Grande Teatro torna in scena a Verona

Dal 19 ottobre al 30 gennaio torna finalmente la rassegna il Grande Teatro al Nuovo, organizzata dal Comune di Verona e dal Teatro Stabile di Verona (in foto)– Centro di Produzione Teatrale.

A inaugurarla, dal 19 al 10 24 ottobre, sarà “La Bottega del Caffè” di Carlo Goldoni con la regia di Paolo Valerio e con protagonista, nei panni dell’ “antieroe” don Marzio che sforna maldicenze e pettegolezzi a tutto spiano, Michele Placido.

La rassegna prosegue, dal 2  al 7 novembre, con “Regalo di Natale” di Sergio Pierattini con la regia di Marcello Cotugno, spettacolo tratto dal pluripremiato film omonimo di Pupi Avati del 1986. Gigio Alberti, Pierluigi Corallo, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Gennaro Di Biase gli interpreti nei ruoli che nel film furono di Carlo Delle Piane, Diego Abatantuono, Alessandro Haber, Gianni Cavina e George Eastman.

Il terzo spettacolo in cartellone, “Il marito invisibile” di Edoardo Erba che ne cura anche la regia, è in programma dal 16 al 21 novembre. Ne sono protagoniste Maria Amelia Monti e Marina Massironi.

La quarta opera in cartellone è “Alla stessa, ora il prossimo” del drammaturgo canadese Bernard Slade. In programma dal 30 novembre al 5 dicembre, si avvale della regia di Antonio Zavatteri e ha per protagonisti Alberto Giusta e Alessia Giuliani.

La rassegna prosegue dal 14 al 19 dicembre con “Dall’inferno all’infinito” di e con Monica Guerritore, spettacolo che celebra il settecentesimo della morte di Dante Alighieri.

Il sesto appuntamento, dal 25 al 30 gennaio, è con “Io Sarah, io Tosca” di e con Laura Morante. In scena, accanto a lei, con la regia di Daniele Costantini, anche Mimosa Campironi (voce e pianoforte).

Da martedì 7 settembre inizieranno le prevendite per gli abbonati, ulteriori informazioni su costi e modalità sul sito www.teatrostabileverona.it.

fonte: www.radiopico.it