giovedì 11 marzo 2021

Cultura: L’artista Banksy a Spoleto per il Menotti Art festival 2022

Spoleto – Il prof Luca Filipponi presidente del Menotti Art Festival ha visitato con la gallerista, giornalista e critica d’arte Carla Mazzoni la mostra personale dell’artista d’avanguardia inglese Banksy in corso a Roma al Chiostro del Bramante ( mostra aperta fino al giorno 11 aprile 2021). 

Nel corso della visita alla quale si riferiscono le immagini, il presidente della kermesse spoletina Luca Filipponi ha incontrato alcuni galleristi e procuratori dell’artista inglese, nonché proprietari di opere importanti dell’artista per organizzare nella città umbra una mostra antologica con oltre cento opere di Banksy a Spoleto nel 2022 e nello stesso tempo è stato proposto all’artista inglese di firmare con una sua opera il manifesto del menotti art festival 2022 ( che l’artista si riserva di accettare), ma anche una delle straordinarie provocazioni di questo artista che dovrebbero aver luogo nella città umbra.


Filipponi Luca è rimasto soddisfatto da questo incontro: ” Spoleto è sempre stata fonte per moltissimi artisti di grandi innovazioni e provocazioni e penso che anche Banksy verrà attratto dalle magie della città del festival”.

fonte:  www.umbriadomani.it

Libri: "Dalida. Andarsene sognando" di Tony di Corcia

«Ho attraversato la vita senza guardarla. So cos’è la mia vita. Il pubblico è mio marito. Le canzoni sono i miei figli».

Pochi artisti hanno intrecciato vita e arte quanto Dalida. Nella sua musica sono confluiti i tormenti, le inquietudini, le più dolorose esperienze private. Un personaggio capace di eccezionali contrasti, che l’hanno fatta diventare un’icona trasversale: icona gay e icona dolente, icona intellettuale e icona pop. 

L’aspetto più interessante legato alla sua produzione è quello suggerito dalle parole delle sue canzoni di maggiore successo: una continua condivisione del male di vivere che ha venato tutta la sua esistenza, e un annuncio costante di quel gesto fatale che le ha messo fine nel 1987. La sua musica, sotto questa ottica, si conferma la sua più fedele autobiografia.

 

Tony di Corcia, giornalista professionista e scrittore, è nato nel 1975 e ha iniziato la sua attività nel 1990. Dopo aver collaborato con le redazioni pugliesi di «Repubblica» e «Corriere della Sera», ha firmato biografie di personaggi come Gianni Versace, Valentino, Thomas Burberry, Alda Merini, Andrea Pazienza, Giorgio Armani.

fonte:  https://edizioniclichy.it

La storia (a dir poco) pazzesca di Anan Shishir, la prima conduttrice tv transgender del Bangladesh

"Vedere una persona come me in TV potrebbe essere rivoluzionario" 

In foto: Anan Shishir durante il suo debutto al telegiornale MUNIR UZ ZAMAN/Getty Images

Ecco qui la notizia che ci avrebbe fatte sorridere nella Giornata Internazionale della Donna. Tra i tanti dati e report allarmanti sulla condizione femminile che ci siamo trovate davanti per l'otto marzo ora abbiamo bisogno anche di storie positive e questa, arrivata direttamente dal Bangladesh, fa decisamente il caso nostro. L'attivista Tashnuva Anan Shishir lunedì ha fatto la storia del suo Paese diventando la prima conduttrice transgender di un telegiornale. Tre minuti di debutto e poi le lacrime e la gioia di far parte di una piccola grande rivoluzione per l'intera comunità LGBT+ bengalese. 

La storia di Shishir sa di dolore, discriminazioni, resistenza e riscatto. Inizia un paese sulla costa meridionale del Bangladesh e culmina negli studi televisivi della televisione privata Boishakhi. "Sono stata aggredita sessualmente e mi hanno bullizzata per anni", racconta ad Al Jazeera l'attivista che, fin da quando, in adolescenza, ha scoperto la sua identità di genere ha dovuto combattere con i pregiudizi del suo ambiente. “Il bullismo era così insopportabile che ho tentato il suicidio quattro volte. Mio padre ha smesso di parlarmi per anni. Quando non ce la facevo più, me ne andavo di casa ... non potevo sopportare che i vicini dicessero a mio padre come avrei dovuto comportarmi o che doveva insegnarmi a camminare in modo più mascolino". 

In foto: Le lacrime di Anan Shishir dopo il suo debutto. MUNIR UZ ZAMAN/Getty Images

Appena ha potuto Shishir si è trasferita definitivamente nella capitale Dhaka e poi nella città centrale di Narayanganj e lì ha iniziato la terapia ormonale e ha lavorato per enti di beneficenza e ha recitato in alcuni teatri, sempre continuando i suoi studi."Non ho mai lasciato la scuola" spiega alla BBC, "Il mio sesto senso mi ha sempre detto di continuare a studiare. Ho continuato i miei studi nonostante subissi centinaia di insulti giorno dopo giorno. Tutto quello che avevo in mente era che dovevo andare avanti".

A gennaio Shishir è diventata la prima persona transgender a studiare per un master in sanità pubblica presso la James P Grant School of Public Health di Dhaka. Poi è arrivato il contratto con Boishakhi TV. L'attivista ha raccontato di aver fatto dei provini anche per altri canali, ma solo Boishakhi è stata "abbastanza coraggiosa da accogliermi".  

In foto: Anan Shishir. MUNIR UZ ZAMAN/Getty Images

"Spero che questo porterà una maggiore accettazione e cambierà il modo in cui le persone vedono la comunità transgender", ha detto Tipu Alam direttore Boishakhi TV che in un comunicato ha ribadito di voler dare a Shishir la possibilità di brillare nonostante il rischio di contraccolpi da parte di alcuni telespettatori nel paese a maggioranza musulmana. 

Il governo stima che ci siano circa 11.500 persone transgender in Bangladesh, ma gli attivisti per i diritti LGBT+ affermano che la cifra reale è molto più alta arrivando probabilmente a 100.000 persone in un Paese con una popolazione di circa 160 milioni di abitanti. Nel 2013 il governo del Bangladesh ha riconosciuto le persone transessuali come "terzo genere" e cinque anni dopo gli ha concesso il diritto di voto. La comunità trans, però, è ancora fortemente discriminata e destinataria di violenze, molte persone vivono in estrema povertà chiedendo l'elemosina o lavorando come sex worker.

 "Vedere una persona come me in TV potrebbe essere rivoluzionario e creare una nuova consapevolezza nelle persone" ha dichiarato Shishir in occasione del suo debutto in televisione. Dopo aver letto le notizie, una volta spente le telecamere, la neo-conduttrice è scoppiata in lacrime tra gli applausi dei colleghi. Ha raccontato che, nonostante la sua esperienza nel teatro era "terrorizzata" e le gambe le tremavano per l'emozione. Shishir si dice orgogliosa di essere "una pioniera nella comunità LGBT+" e grazie a questa opportunità spera di dare nuova visibilità alla comunità trans bengalese: “Non voglio che alcun membro della comunità transgender soffra. Non voglio che vivano una vita miserabile. Spero che trovino lavoro in base alle loro capacità". 

fonte: di    www.cosmopolitan.com

Danza: Addio al grande ballerino e regista francese Patrick Dupond aveva 61 anni

Il ballerino e regista francese Patrick Dupond, étoile di forte virtuosismo, verve e fascino carismatico tanto da attirare l’interesse dei più grandi coreografi contemporanei, è morto oggi a Parigi dopo una breve malattia all’età di 61 anni.

Patrick Dupond, nato il 14 marzo 1959 a Parigi e morto il 5 marzo 20211, è un ballerino francese.

È salito alla ribalta nel 1976 quando ha vinto la medaglia d’oro al Concorso Internazionale di Balletto di Varna in Bulgaria. Ballerino virtuoso, è stato nominato primo ballerino dell’Opéra national de Paris nel 1980 e ha riscosso un notevole successo in Francia, che non gli ha impedito di godere di una gloriosa carriera internazionale.

Ha lavorato con eminenti ballerini come Rudolf Nureyev, Maurice Béjart o Alvin Ailey, poi nel 1990 è diventato direttore del balletto all’Opéra national de Paris, succedendo a Nureyev. 

 

La sua carriera è quindi decollata di nuovo. Ha creato diversi ruoli da protagonista e ha continuato la sua formazione come solista. Viene portato a ballare sia all’Opera che sui palcoscenici internazionali.

La sua carriera non si è fermata all’Opéra de Paris da quando è stato nominato direttore artistico del Balletto francese di Nancy nel 1988. Pierre Bergé lo ha nominato, all’età di 31 anni, direttore del balletto dell’Opéra national de Paris, carica che ha dal 1990 al 1995.

Coreografi come Maurice Béjart, John Neumeier, Rudolf Nureyev, Alvin Ailey, Roland Petit, Youri Grigorovitch, Alwin Nikolais o Twyla Tharp gli danno i ruoli principali. Oltre ai numerosi balletti che si è esibito, ha anche suonato e ballato in diversi film e ha creato il gruppo Dupond et ses Stars, con Sylvie Guillem, Monique Loudières, Fanny Gaida, Manuel Legris, Jean-Marie Didiere e il pianista / direttore Elizabeth Cooper. 

fonte: https://giornaledelladanza.com

Serie > Pose, dal 2 maggio la terza stagione: “Sarà l’ultima, con un finale appropriato e bellissimo”

7 puntate, con chiusura il 6 giugno 2021. Pose, capolavoro di Ryan Murphy e Steven Canals, si avvia alla sua conclusione.

L’annuncio tanto atteso. La terza stagione di Pose andrà in onda su FX a partire dal prossimo 2 maggio. Ma con una triste postilla. Sarà l’ultima stagione.

Sette episodi, e non più 10 come inizialmente pensato causa anche Covid-19, viste tutte le difficoltà nel girare in piena pandemia. Due puntate a settimana, con il gran finale che andrà in onda il 6 giugno 2021. 

Abbiamo avuto modo di raccontare la storia esatta che volevamo, come volevamo raccontarla, e sono incredibilmente onorato e grato per esserci riuscito“, ha detto Ryan Murphy, co-creatore.

“‘Scrivi il programma televisivo che vuoi guardare!’. Questo è quello che mi era stato detto nel 2014 mentre completavo il mio corso in sceneggiatura“, ha continuato l’altro co-creatore Steven Canals. “All’epoca non c’erano molti personaggi Black e Latinx – inoltre anche LGBTQ + – in tv. E così ho scritto la prima bozza di un pilot. Pose è stata concepita come una lettera d’amore alla comunità clandestina delle sale da ballo di New York, alla mia amata New York, alla mia famiglia queer e trans, a me stesso. Io, insieme ai miei incredibili collaboratori, non ho mai avuto intenzione di cambiare il panorama televisivo. Volevo semplicemente raccontare un’onesta storia sulla famiglia, su resilienza e amore. Quanto sono fortunato ad averlo fatto per tre stagioni. Sono pieno di gratitudine per i nostri intrepidi sceneggiatori, il cast, troupe e produttori che hanno lavorato instancabilmente per far nascere Pose. Sono grato alla comunità delle ball room che si è fidata di noi per raccontare la loro storia, sono sopraffatto dalla critica che ci ha accolti calorosamente e sarò per sempre debitore a Ryan Murphy, FX e 20th Television per aver cambiato la mia vita“.

L’ultima stagione di Pose farà un balzo temporale in avanti, dal 1991 al 1994, quando le ball room sembrano un lontano ricordo per Blanca (Mj Rodriguez), che fatica a bilanciare l’essere madre con l’essere fidanzata nonché infermiera. Nel frattempo, mentre l’AIDS diventa la principale causa di morte per gli americani di età compresa tra i 25 ei 44 anni, Pray Tell (Billy Porter) deve far fronte a imprevisti oneri sanitari. Altrove, l’emergere di una nuova e malvagia House costringe i membri della House of Evangelista a fare i conti con la loro eredità.

Sebbene tre stagioni possano sembrare poche, Pose ha lasciato un segno indelebile nel panorama televisivo. Lo show ha infranto il record di personaggi trans interpretati da attori e attrici trans, abbattendo non pochi muri. Porter è diventato il primo uomo apertamente gay a vincere l’Emmy come miglior attore in una serie drama, Mock è diventata la prima donna trans di colore assunta come autrice di una serie TV, nonché prima donna transgender di colore a scrivere e dirigere un episodio televisivo. Pose vanta poi il più grande cast ricorrente di attori LGBTQ di sempre per una serie.

Le parole non possono esprimere veramente la mia gratitudine e il mio apprezzamento per coloro che hanno dato a FX e al mondo il dono che è Pose“, ha affermato il presidente di FX John Landgraf. “Ryan Murphy, Steven Canals, il nostro cast incomparabile e i loro collaboratori hanno creato un capolavoro e, così facendo, hanno lasciato un’eredità indelebile che aprirà porte, nuove porte, per la comunità trans. Pose è la prova che l’impegno di Ryan, Dana e di noi tutti a dare maggiori opportunità a scrittori, registi, produttori, attori e artigiani sottorappresentati non è stato fatto per segnalare la nostra virtù, ma perché il nostro mondo è letteralmente pieno di geni poco sfruttati che cercano nient’altro che una possibilità per dimostrare il loro straordinario talento, bellezza e valore nel mercato delle storie. Pose sempre stata un dramma familiare – uno sull’accettazione e l’inclusione, il dolore e la gioia, la lotta e la perseveranza e, soprattutto, l’amore. La terza e ultima stagione è un finale appropriato e bellissimo di questa storia “.

fonte:  di Federico Boni   www.gay.it