All'interno delle attività proposte dal Comune di Milano, nel ciclo di eventi del “Forum Milano”, si colloca una riflessione sulle condizioni della comunità LGTB, in Itala come all’estero, organizzata da una collaborazione tra PoliEdro e Agedo.
L’evento ha luogo il 25 Gennaio, ore 18:00, presso la Casa Dei Diritti, in via De Amicis 10, su gentile concessione dell’Assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute Pierfrancesco Majorino.
L’evento prevede un dibattito sulla tematica dei diritti per le persone LGBT nel panorama internazionale e la proiezione del film documentario “INVANO MI ODIANO - Racconto sui cristiani LGBT”, introdotto dalla stessa regista: Yulia Matsiy.
Dopo il saluto degli organizzatori, di Matteo Romano e Fiorenzo Gimelli, presidenti delle Associazioni PoliEdro e Agedo, rispettivamente, e la proiezione del film, il dibattito sarà condotto da Yuri Guaiana, Segretario Nazionale dell’associazione Certi Diritti.
Inoltre, interverranno:
il Console degli Stati Uniti
il Console del Cile (o un suo delegato)
un rappresentante di Amnesty International
Flavio Romano, Presidente Nazionale Arcigay
una rappresentante di Arcilesbica
Antonia Monopoli, ALA Milano Onlus, Sportello Trans
Leonardo Meda, Circolo Harvey Milk Milano
Gabriella Frisio, responsabile coppie omosessuali in Italia
L’Assessore Majorino sarà presente secondo le proprie disponibilità, intervenendo prima o dopo la proiezione.
Al termine dell’evento restate con noi per un piccolo rinfresco!
fonte evento fb https://www.facebook.com/events/491236800986701/
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
sabato 25 gennaio 2014
venerdì 24 gennaio 2014
Lgbt Radio: Omofobia dilagante in Uganda, se ne parla a “Oltre le Differenze” oggi venerdì 24 alle 21
Nella puntata del format radiofonico sul mondo LGBTQ che andrà in onda venerdì 24 dalle 21 ospite anche il segretario dell’associazione Certi Diritti
Discriminazioni, repressione, carcere o addirittura pena di morte, ecco cosa si rischia in Uganda e in altri paesi in cui l’omosessualità è considerata un reato. Approfondimento sul tema a Oltre le Differenze - il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e trans condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini – nella puntata di venerdì 24 gennaio alle 21, sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 e 99.10) o in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it .
Ospite di Oltre le Differenze sarà Yuri Guaiana, segretario dell’associazione radicale Certi Diritti, attivista per i diritti civili nel mondo ed esperto di politica estera che illustrerà la situazione di grave pericolo per tutte le persone lgbt e non solo in Uganda, alla luce dell’approvazione in Parlamento di una legge che inasprirebbe ancora di più la repressione dell’omosessualità. Parleremo ancora di omofobia, nelle sue diverse forme, e in particolare delle conseguenze a livello psicologico sulle persone lgbt nella rubrica “A far l’amore comincia tu…” con la psicologa dott.ssa Eleonora Motta, che focalizzerà il suo intervento anche sull’omofobia interiorizzata.
Chiudono la puntata, come sempre, i suggerimenti su libri, film e appuntamenti a tema LGBT. I contatti della redazione sono: redazione.oltreledifferenze@gmail.com, oppure il telefono 366 2809050, è attiva la pagina fan su Facebook e il blog www.oltreledifferenze.wordpress.com nel quale sono archiviate tutte le puntate già andate in onda.
fonte Redazione OLTRE LE DIFFERENZE
Discriminazioni, repressione, carcere o addirittura pena di morte, ecco cosa si rischia in Uganda e in altri paesi in cui l’omosessualità è considerata un reato. Approfondimento sul tema a Oltre le Differenze - il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e trans condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini – nella puntata di venerdì 24 gennaio alle 21, sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 e 99.10) o in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it .
Ospite di Oltre le Differenze sarà Yuri Guaiana, segretario dell’associazione radicale Certi Diritti, attivista per i diritti civili nel mondo ed esperto di politica estera che illustrerà la situazione di grave pericolo per tutte le persone lgbt e non solo in Uganda, alla luce dell’approvazione in Parlamento di una legge che inasprirebbe ancora di più la repressione dell’omosessualità. Parleremo ancora di omofobia, nelle sue diverse forme, e in particolare delle conseguenze a livello psicologico sulle persone lgbt nella rubrica “A far l’amore comincia tu…” con la psicologa dott.ssa Eleonora Motta, che focalizzerà il suo intervento anche sull’omofobia interiorizzata.
Chiudono la puntata, come sempre, i suggerimenti su libri, film e appuntamenti a tema LGBT. I contatti della redazione sono: redazione.oltreledifferenze@gmail.com, oppure il telefono 366 2809050, è attiva la pagina fan su Facebook e il blog www.oltreledifferenze.wordpress.com nel quale sono archiviate tutte le puntate già andate in onda.
fonte Redazione OLTRE LE DIFFERENZE
mercoledì 22 gennaio 2014
Lgbt: "Candelora" pride invernale ad Avellino da domenica 26 gennaio
Prenderà il via domenica 26 gennaio, sotto la direzione artistica di Massimo Saveriano, il programma di eventi culturali in occasione della Candelora 2014 e della tradizionale Juta dei Femminielli che, come accade già da qualche anno, per volontà dell’associazione iKen onlus si trasforma in un Pride invernale e diviene l’occasione per riaccende l’attenzione sulla mancanza di diritti delle persone omosessuali e transessuali italiane, attraverso vari incontri politici e culturali.
Si comincia domenica alle 18.30 presso l’Associazione Salamandra di Ospedaletto d’Alpinolo (Av) con l’Aperitivo dei diritti, un incontro dibattito sul tema dei diritti lgbt. Il programma di incontri riprenderà poi venerdì 31 gennaio alle ore 19.00 presso On Site - Architettura e design (via De Renzi 61/68, Avellino) con la presentazione del libro “Diario di una vecchia checca” di Nino Spirlì (Minerva edizioni) con letture di Francesca Battista e la partecipazione di don Vitaliano Della Sala.
Sabato 1 Febbraio, invece, al Teatro 99 posti (ore 20.30, in via Cannaviello 34, Torelli di Mercogliano, Avellino) andrà in scena “Tragico Ammore” di Canio Loguercio, con Canio Loguercio e Alessandro d’Alessandro. Proiezioni video a cura di Antonello Matarazzo.
Il programma si chiuderà domenica 2 febbraio alle ore 18.00 nella sede dell’associazione Zia Lidia Social Club pressi Teatro Carlo Gesualdo di Avellino con la proiezione dei film vincitori della VI edizione di Omovies, il festival di cinema omosessuale e questioning di Napoli
Per info: i-ken.org/candeloraday.htm
fonte http://www.napoligaypress.it
Si comincia domenica alle 18.30 presso l’Associazione Salamandra di Ospedaletto d’Alpinolo (Av) con l’Aperitivo dei diritti, un incontro dibattito sul tema dei diritti lgbt. Il programma di incontri riprenderà poi venerdì 31 gennaio alle ore 19.00 presso On Site - Architettura e design (via De Renzi 61/68, Avellino) con la presentazione del libro “Diario di una vecchia checca” di Nino Spirlì (Minerva edizioni) con letture di Francesca Battista e la partecipazione di don Vitaliano Della Sala.
Sabato 1 Febbraio, invece, al Teatro 99 posti (ore 20.30, in via Cannaviello 34, Torelli di Mercogliano, Avellino) andrà in scena “Tragico Ammore” di Canio Loguercio, con Canio Loguercio e Alessandro d’Alessandro. Proiezioni video a cura di Antonello Matarazzo.
Il programma si chiuderà domenica 2 febbraio alle ore 18.00 nella sede dell’associazione Zia Lidia Social Club pressi Teatro Carlo Gesualdo di Avellino con la proiezione dei film vincitori della VI edizione di Omovies, il festival di cinema omosessuale e questioning di Napoli
Per info: i-ken.org/candeloraday.htm
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Lgbt: A Bologna il film "Il Rosa nudo" di Giovanni Coda al cinema Odeon venerdì 24 gennaio alle 19.00
Venerdì 24 gennaio alle 19.00 sarà proiettato al cinema Odeon di Bologna Il Rosa Nudo, film sperimentale di Giovanni Coda ispirato alla drammatica storia di Pierre Seel, internato e torturato dai nazisti nel 1941, appena diciassettenne, a causa della sua omosessualità.
In occasione delle iniziative dedicate al Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio, Some Prefer Cake Bologna Lesbian Film Festival, Divergenti Festival internazionale di cinema Trans, Gender Bender (payoff?) e DER – Documentaristi Emilia Romagna presentano, per la prima volta a Bologna, il film del regista cagliaritano per continuare a ricostruire e diffondere la memoria dell’omocausto, la persecuzione e lo sterminio di lesbiche, gay e trans nei campi di sterminio nazisti.
Interverranno il regista Giovanni Coda, Luki Massa, direttrice di Some Prefer Cake, Porpora Marcasciano, direttrice di Divergenti, e Enza Negroni, presidente di DER.
A metà tra documentario e opera di video arte, Il Rosa Nudo prende spunto da Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel, l’autobiografia che Pierre Seel scrisse nel 1982 insieme a Jean Le Bitoux, uno dei più importanti attivisti per i diritti LGBT in Francia e in Europa. Nel suo toccante racconto, mai tradotto in italiano, Seel ricostruisce la drammatica vicenda del suo internamento nel campo di Schirmeck, a 30 km da Strasburgo, dove assisterà all'atroce morte del suo compagno.
Da questo racconto prende spunto il film, che, in 70 minuti di immagini teatrali ed evocative, racconta con delicatezza e poesia gli orrori compiuti dai nazisti nei confronti di chi era schedato come omosessuale, soffermandosi anche sulle teorie scientifiche per la cura dell'omosessualità di Carl Peter Veernet, che aprirono di fatto la strada alle persecuzioni naziste.
Dopo la Première Nazionale alla 28ma edizione del Torino GLBT Film Festival 2013, la proiezione quale Evento Speciale "per il suo alto valore artistico, storico e morale" alla 7ª edizione del Queer Lion Award nel corso della 70ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2013 e la partecipazione all’11ma edizione del Florence Queer Festival 2013, lo scorso ottobre il film di Giovanni Coda ha vinto il Gold Jury Prize quale Miglior Film al Social Justice Film Festival 2013 di Seattle.
Videoartista, fotografo e regista cinematografico, Giovanni Coda nasce artisticamente nel 1990. Nel 1995 fonda l’Associazione Socio-culturale Labor e nel 1996 il V-art (Festival Internazionale Immagine d’Autore). Ha 45 opere video all’attivo, diverse collezioni fotografiche e una vasta attività espositiva suddivisa fra pittura, fotografia e videoinstallazioni.
Negli ultimi anni ha realizzato mostre e performance di video arte presentate e premiate in Italia e all'estero. Dopo la realizzazione de Il Rosa Nudo, è attualmente è impegnato nella pre-produzione del suo nuovo film La Donna di Carta e, in contemporanea con l’ultima parte della trilogia cinematografica sulla violenza, il film Good As You, entrambi in uscita per il 2014.
fonte http://www.lgbtitalia.it/
In occasione delle iniziative dedicate al Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio, Some Prefer Cake Bologna Lesbian Film Festival, Divergenti Festival internazionale di cinema Trans, Gender Bender (payoff?) e DER – Documentaristi Emilia Romagna presentano, per la prima volta a Bologna, il film del regista cagliaritano per continuare a ricostruire e diffondere la memoria dell’omocausto, la persecuzione e lo sterminio di lesbiche, gay e trans nei campi di sterminio nazisti.
Interverranno il regista Giovanni Coda, Luki Massa, direttrice di Some Prefer Cake, Porpora Marcasciano, direttrice di Divergenti, e Enza Negroni, presidente di DER.
A metà tra documentario e opera di video arte, Il Rosa Nudo prende spunto da Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel, l’autobiografia che Pierre Seel scrisse nel 1982 insieme a Jean Le Bitoux, uno dei più importanti attivisti per i diritti LGBT in Francia e in Europa. Nel suo toccante racconto, mai tradotto in italiano, Seel ricostruisce la drammatica vicenda del suo internamento nel campo di Schirmeck, a 30 km da Strasburgo, dove assisterà all'atroce morte del suo compagno.
Da questo racconto prende spunto il film, che, in 70 minuti di immagini teatrali ed evocative, racconta con delicatezza e poesia gli orrori compiuti dai nazisti nei confronti di chi era schedato come omosessuale, soffermandosi anche sulle teorie scientifiche per la cura dell'omosessualità di Carl Peter Veernet, che aprirono di fatto la strada alle persecuzioni naziste.
Dopo la Première Nazionale alla 28ma edizione del Torino GLBT Film Festival 2013, la proiezione quale Evento Speciale "per il suo alto valore artistico, storico e morale" alla 7ª edizione del Queer Lion Award nel corso della 70ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2013 e la partecipazione all’11ma edizione del Florence Queer Festival 2013, lo scorso ottobre il film di Giovanni Coda ha vinto il Gold Jury Prize quale Miglior Film al Social Justice Film Festival 2013 di Seattle.
Videoartista, fotografo e regista cinematografico, Giovanni Coda nasce artisticamente nel 1990. Nel 1995 fonda l’Associazione Socio-culturale Labor e nel 1996 il V-art (Festival Internazionale Immagine d’Autore). Ha 45 opere video all’attivo, diverse collezioni fotografiche e una vasta attività espositiva suddivisa fra pittura, fotografia e videoinstallazioni.
Negli ultimi anni ha realizzato mostre e performance di video arte presentate e premiate in Italia e all'estero. Dopo la realizzazione de Il Rosa Nudo, è attualmente è impegnato nella pre-produzione del suo nuovo film La Donna di Carta e, in contemporanea con l’ultima parte della trilogia cinematografica sulla violenza, il film Good As You, entrambi in uscita per il 2014.
fonte http://www.lgbtitalia.it/
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Lgbt: Mister Gay Italia, Giovanni Licchello: "Ho detto no al Grande Fratello" Oggi è impegnato in un'iniziativa nelle scuole per combattere l'omofobia
Il 26enne Giovanni Licchello è stato incoronato Mister Gay Italia a settembre.
Tutto d'un tratto la popolarità e i contatti per entrare nel mondo della tv. "Inizialmente ho partecipato ai casting de Il Grande Fratello - spiega a Tgcom24 l'ex calciatore -.
Poi siamo arrivati ad una fase avanzata. Ho declinato l'invito per non distogliere l'attenzione sulla mia missione: raccontare il mio percorso personale nelle scuole e combattere l'omofobia".
E' stata una scelta difficile?
Abbastanza. Ma ero sicuro che se avessi partecipato al reality show poi si sarebbe distolta l'attenzione sul percorso e su quello che avrei voluto comunicare ai ragazzi che incontro nelle scuole. Sarei stato identificato troppo con la televisione.
Ti piacerebbe comunque condurre un programma?
Sono stato in televisione e ho osservato molto. Comunque non mi piacciono certi meccanismi, sono un ragazzo semplice e tale voglio rimanere.
Alludi a proposte indecenti?
Ci sono state, è vero, ma le ho rifiutate con fermezza.
Come mai hai deciso di occuparti della sensibilizzazione nelle scuole dei temi contro l'omofobia?
La spinta me l'ha data la partecipazione al concorso di bellezza di Mister Gay Italia. Mi sono ricreduto perché è stata una bella esperienza. Dopo la vittoria ho ricevuto un sacco di messaggi di persone che mi hanno raccontato le loro toccanti storie. Ci sono stati anche alcuni personaggi del mondo dello sport che si sono confidati con me, visto che sono stato un ex calciatore. Così ritengo sia importante oggi che si parli di certi temi alla comunità.
Nato a Ferrara, hai vissuto a Brindisi. Perché ti sei trasferito a Milano?
Ho lasciato il lavoro come rappresentante a Brindisi per andare in una città che offre molte più opportunità. E un po' anche per amore, dal momento che sono fidanzato con Manuel che lavora in un'azienda di comunicazione.
fonte http://www.tgcom24.mediaset.it/di ANDREA CONTI-foto ufficio stampa
Tutto d'un tratto la popolarità e i contatti per entrare nel mondo della tv. "Inizialmente ho partecipato ai casting de Il Grande Fratello - spiega a Tgcom24 l'ex calciatore -.
Poi siamo arrivati ad una fase avanzata. Ho declinato l'invito per non distogliere l'attenzione sulla mia missione: raccontare il mio percorso personale nelle scuole e combattere l'omofobia".
E' stata una scelta difficile?
Abbastanza. Ma ero sicuro che se avessi partecipato al reality show poi si sarebbe distolta l'attenzione sul percorso e su quello che avrei voluto comunicare ai ragazzi che incontro nelle scuole. Sarei stato identificato troppo con la televisione.
Ti piacerebbe comunque condurre un programma?
Sono stato in televisione e ho osservato molto. Comunque non mi piacciono certi meccanismi, sono un ragazzo semplice e tale voglio rimanere.
Alludi a proposte indecenti?
Ci sono state, è vero, ma le ho rifiutate con fermezza.
Come mai hai deciso di occuparti della sensibilizzazione nelle scuole dei temi contro l'omofobia?
La spinta me l'ha data la partecipazione al concorso di bellezza di Mister Gay Italia. Mi sono ricreduto perché è stata una bella esperienza. Dopo la vittoria ho ricevuto un sacco di messaggi di persone che mi hanno raccontato le loro toccanti storie. Ci sono stati anche alcuni personaggi del mondo dello sport che si sono confidati con me, visto che sono stato un ex calciatore. Così ritengo sia importante oggi che si parli di certi temi alla comunità.
Nato a Ferrara, hai vissuto a Brindisi. Perché ti sei trasferito a Milano?
Ho lasciato il lavoro come rappresentante a Brindisi per andare in una città che offre molte più opportunità. E un po' anche per amore, dal momento che sono fidanzato con Manuel che lavora in un'azienda di comunicazione.
fonte http://www.tgcom24.mediaset.it/di ANDREA CONTI-foto ufficio stampa
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Bangladesh, fondata la prima rivista LGBT
Lo scorso sabato a Dacca, capitale del Bangladesh, è stata lanciata la prima rivista dedicata alla comunità LGBT bengalese, il cui scopo principale è promuovere l’accettazione delle persone LGBT in un Paese che presenta il 90% della popolazione di religione musulmana.
In foto Roopbaan, logo della rivista (fonte: Dhaka Tribune)
Si intitola Roopbaan, dal nome di un personaggio di un racconto popolare che parla del “potere dell’amore”. Il primo numero della rivista, che avrà pubblicazione trimestrale, è di 56 pagine scritte interamente in lingua bengalese. Per evitare tensioni nel Paese, la pubblicazione non sarà disponibile nelle edicole, ma si potrà ordinare telefonicamente.
All’evento inaugurale hanno partecipato esponenti della comunità LGBT locale, attivisti per il diritti umani e l’Alto Commissario britannico in Bangladesh Robert Gibson, il quale, intervistato dal Dhaka Tribune, ha menzionato la triste vicenda della reintroduzione del reato di omosessualità in India.
Il caporedattore 25enne Rashel Ahmed ha dichiarato: «Lo scopo principale di questa pubblicazione è quello di promuovere ‘l’amore’ e il ‘diritto di amare’ […] Speriamo che tutto questo faccia aumentare la consapevolezza nelle persone riguardo l’esistenza della comunità LGBT e porti ad una più ampia tolleranza sociale dei gay e delle lesbiche».
In Bangladesh è attualmente in vigore una legge anti-sodomia, ereditata dall’epoca coloniale britannica, che punisce l’omosessualità, considerata contro natura. Chi viene accusato di questo reato rischia multe severe e pene detentive che vanno dai 10 anni fino all’ergastolo.
fonte http://ilreferendum.it/di Guglielmo Cigolini
In foto Roopbaan, logo della rivista (fonte: Dhaka Tribune)
Si intitola Roopbaan, dal nome di un personaggio di un racconto popolare che parla del “potere dell’amore”. Il primo numero della rivista, che avrà pubblicazione trimestrale, è di 56 pagine scritte interamente in lingua bengalese. Per evitare tensioni nel Paese, la pubblicazione non sarà disponibile nelle edicole, ma si potrà ordinare telefonicamente.
All’evento inaugurale hanno partecipato esponenti della comunità LGBT locale, attivisti per il diritti umani e l’Alto Commissario britannico in Bangladesh Robert Gibson, il quale, intervistato dal Dhaka Tribune, ha menzionato la triste vicenda della reintroduzione del reato di omosessualità in India.
Il caporedattore 25enne Rashel Ahmed ha dichiarato: «Lo scopo principale di questa pubblicazione è quello di promuovere ‘l’amore’ e il ‘diritto di amare’ […] Speriamo che tutto questo faccia aumentare la consapevolezza nelle persone riguardo l’esistenza della comunità LGBT e porti ad una più ampia tolleranza sociale dei gay e delle lesbiche».
In Bangladesh è attualmente in vigore una legge anti-sodomia, ereditata dall’epoca coloniale britannica, che punisce l’omosessualità, considerata contro natura. Chi viene accusato di questo reato rischia multe severe e pene detentive che vanno dai 10 anni fino all’ergastolo.
fonte http://ilreferendum.it/di Guglielmo Cigolini
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Lgbt Teatro: Il Carro dell’Orsa presenta "SISSY BOY (La conferenza del Signor S.B.)" a Roma dal 28 gennaio al 9 febbraio
Il Carro dell’Orsa, in collaborazione con Di’ Gay Project, Circolo Mario Mieli e GaiaItalia presenta
SISSY BOY(La conferenza del Signor S.B.)
di Franca De Angelis
Con Galliano Mariani
Regia di Anna Cianca
Scene di Claudio Lopez – Video di Leonardo Ottaviani
Teatro Lo Spazio
Roma, Via Locri 42 - 06 77204149
dal 28 gennaio al 9 febbraio 2014
Un uomo, solo sulla scena, racconta, rivivendole, le tappe della propria vita in una tragicomica conferenza.
Il signor S. B., Sergio Bello, da bambino, ha subito una terapia correttiva a causa del suo amore per le Barbie e per Maga Maghella, l’allora popolare personaggio televisivo interpretato da una giovane Raffaella Carrà.
Da quel momento in poi, la sua esistenza diventa una costante e faticosa lotta per riappropriarsi della propria personalità e dei propri desideri.
Fra pesanti sconfitte e qualche piccola vittoria, ora il signor S. B. pensa di essere guarito dagli effetti della devastante terapia e la conferenza dovrebbe esserne la dimostrazione. Ma, ripercorrendo con il pubblico la propria vita, S.B. scivolerà in trappole emotive e la sua storia approderà verso un esito inaspettato.
Il testo è liberamente ispirato alla storia vera di Kirk Andrew Murphy, il quale nel 1974 fu sottoposto ad un esperimento condotto dallo psicologo George Rekers dell’Università di Los Angeles, California. Tale esperimento era volto a correggere i comportamenti effeminati nei bambini maschi prevenendo la loro eventuale omosessualità.
Lo spettacolo esplora il tema della manipolazione e del soffocamento di sogni e desideri in una versione, però, tutta italiana.
Il termine inglese sissy deriva da sister (sorella) e, associato a boy (ragazzo), sta ad indicare, con una connotazione negativa, un bambino o ragazzo che si pone in contrasto alle tradizionali regole di condotta del sesso di appartenenza. Il termine, sissyphobia denota una reazione culturale negativa verso i "sissy boys".
Teatro Lo Spazio.it - Roma, Via Locri 42/44, (traversa di Via Sannio)
Dal martedì al sabato ore 20.45 - Domenica ore 17.00 - Info Tel. 06 77076486
Intero € 13,00 Ridotto € 10,00 Tessera € 3,00
fonte Ufficio Stampa Carla Fabi
SISSY BOY(La conferenza del Signor S.B.)
di Franca De Angelis
Con Galliano Mariani
Regia di Anna Cianca
Scene di Claudio Lopez – Video di Leonardo Ottaviani
Teatro Lo Spazio
Roma, Via Locri 42 - 06 77204149
dal 28 gennaio al 9 febbraio 2014
Un uomo, solo sulla scena, racconta, rivivendole, le tappe della propria vita in una tragicomica conferenza.
Il signor S. B., Sergio Bello, da bambino, ha subito una terapia correttiva a causa del suo amore per le Barbie e per Maga Maghella, l’allora popolare personaggio televisivo interpretato da una giovane Raffaella Carrà.
Da quel momento in poi, la sua esistenza diventa una costante e faticosa lotta per riappropriarsi della propria personalità e dei propri desideri.
Fra pesanti sconfitte e qualche piccola vittoria, ora il signor S. B. pensa di essere guarito dagli effetti della devastante terapia e la conferenza dovrebbe esserne la dimostrazione. Ma, ripercorrendo con il pubblico la propria vita, S.B. scivolerà in trappole emotive e la sua storia approderà verso un esito inaspettato.
Il testo è liberamente ispirato alla storia vera di Kirk Andrew Murphy, il quale nel 1974 fu sottoposto ad un esperimento condotto dallo psicologo George Rekers dell’Università di Los Angeles, California. Tale esperimento era volto a correggere i comportamenti effeminati nei bambini maschi prevenendo la loro eventuale omosessualità.
Lo spettacolo esplora il tema della manipolazione e del soffocamento di sogni e desideri in una versione, però, tutta italiana.
Il termine inglese sissy deriva da sister (sorella) e, associato a boy (ragazzo), sta ad indicare, con una connotazione negativa, un bambino o ragazzo che si pone in contrasto alle tradizionali regole di condotta del sesso di appartenenza. Il termine, sissyphobia denota una reazione culturale negativa verso i "sissy boys".
Teatro Lo Spazio.it - Roma, Via Locri 42/44, (traversa di Via Sannio)
Dal martedì al sabato ore 20.45 - Domenica ore 17.00 - Info Tel. 06 77076486
Intero € 13,00 Ridotto € 10,00 Tessera € 3,00
fonte Ufficio Stampa Carla Fabi
martedì 21 gennaio 2014
Lgbt: Robert De Niro: "Mio papà pittore era gay". Al Sundance Film Festival con "Remembering the Artist" doc a lui dedicato
Presentato al festival di Park City il doc "Remembering The Artist Robert De Niro Sr." di Perry Peltz e Geeta Gandbhir in cui si rivela l'omosessualità del padre del celebre attore.
Si chiamano entrambi Robert ma il figlio non ha certo bisogno di presentazioni. Robert De Niro ieri al Sundance Film Festival ha presentato il doc Remembering The Artist Robert De Niro Sr. diretto da Perry Peltz e Geeta Gandbhir per il canale televisivo via cavo HBO (lo stesso che ha finanziato Behind The Candelabra).
Pittore eclettico, prima espressionista e poi interessato all'astrattismo, oscurato dall'avvento della Pop Art che lo fece cadere in depressione, Robert De Niro Senior si separò dalla moglie Virginia Admiral, anche lei pittrice, poco dopo la nascita del figlio omonimo, nel 1943.
Nel documentario di quaranta minuti si parla esplicitamente della sua omosessualità e delle storie d'amore con Tennessee Williams e Jackson Pollock: "L'ho fatto per lui - ha dichiarato Robert figlio allo Yarrow Theatre dopo la proiezione (in sala era presente il celebre attore Bradley Cooper) -.
Volevo che i miei figli più giovani, che sono nati dopo la sua morte (nel 1993 a 71 anni, ndr), sapessero chi fosse loro nonno.
Ho persino lasciato intatto il suo studio di pittura intatto affinché lo potessero vedere. Ai miei occhi mio padre era un grande artista, mi piace tutto quello che ha dipinto. Non scendeva mai a compromessi, mandava al diavolo i galleristi se non gli piacevano. Non ho mai posato per lui: non avevo pazienza. Un po' mi dispiace. Non ho voluto ignorare la sua lotta con la propria sessualità. Spero che ne sia venuto a patti prima di morire".
"I movimenti artistici sono potenti - spiega una nota stampa promozionale -. Sono così potenti che possono oscurare grandi artisti che non collimano col loro genere. L'unica speranza dell'artista è essere 'riscoperto' dopo la morte. Questo è il caso di un pittore il cui lavoro è tornato sotto i riflettori grazie all'uomo che lo conosceva meglio, uno dei più famosi attori del mondo che è capitato essere il figlio dell'artista".
Il progetto inizialmente era stato concepito per un uso privato ma la HBO, entusiasta dell'idea, lo trasmetterà in tv a giugno.
È in corso a Park City una personale di De Niro senior presso la Julie Nestor Gallery e la consulente artistica Megan Fox Kelly ha annunciato che prossimamente ne verrà allestita un'altra a New York.
De Niro junior dedicò il suo primo film da regista, 'A Bronx Tale', proprio al padre scomparso durante la realizzazione.
fonte http://www.gay.it/di Roberto Schinardi
Si chiamano entrambi Robert ma il figlio non ha certo bisogno di presentazioni. Robert De Niro ieri al Sundance Film Festival ha presentato il doc Remembering The Artist Robert De Niro Sr. diretto da Perry Peltz e Geeta Gandbhir per il canale televisivo via cavo HBO (lo stesso che ha finanziato Behind The Candelabra).
Pittore eclettico, prima espressionista e poi interessato all'astrattismo, oscurato dall'avvento della Pop Art che lo fece cadere in depressione, Robert De Niro Senior si separò dalla moglie Virginia Admiral, anche lei pittrice, poco dopo la nascita del figlio omonimo, nel 1943.
Nel documentario di quaranta minuti si parla esplicitamente della sua omosessualità e delle storie d'amore con Tennessee Williams e Jackson Pollock: "L'ho fatto per lui - ha dichiarato Robert figlio allo Yarrow Theatre dopo la proiezione (in sala era presente il celebre attore Bradley Cooper) -.
Volevo che i miei figli più giovani, che sono nati dopo la sua morte (nel 1993 a 71 anni, ndr), sapessero chi fosse loro nonno.
Ho persino lasciato intatto il suo studio di pittura intatto affinché lo potessero vedere. Ai miei occhi mio padre era un grande artista, mi piace tutto quello che ha dipinto. Non scendeva mai a compromessi, mandava al diavolo i galleristi se non gli piacevano. Non ho mai posato per lui: non avevo pazienza. Un po' mi dispiace. Non ho voluto ignorare la sua lotta con la propria sessualità. Spero che ne sia venuto a patti prima di morire".
"I movimenti artistici sono potenti - spiega una nota stampa promozionale -. Sono così potenti che possono oscurare grandi artisti che non collimano col loro genere. L'unica speranza dell'artista è essere 'riscoperto' dopo la morte. Questo è il caso di un pittore il cui lavoro è tornato sotto i riflettori grazie all'uomo che lo conosceva meglio, uno dei più famosi attori del mondo che è capitato essere il figlio dell'artista".
Il progetto inizialmente era stato concepito per un uso privato ma la HBO, entusiasta dell'idea, lo trasmetterà in tv a giugno.
È in corso a Park City una personale di De Niro senior presso la Julie Nestor Gallery e la consulente artistica Megan Fox Kelly ha annunciato che prossimamente ne verrà allestita un'altra a New York.
De Niro junior dedicò il suo primo film da regista, 'A Bronx Tale', proprio al padre scomparso durante la realizzazione.
fonte http://www.gay.it/di Roberto Schinardi
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Lgbt: "Splendore" il libro sull’amore gay di Margaret Mazzantini
Una storia clandestina dall'autrice di "Non ti muovere" e "Venuto al mondo"
Un amore omosessuale.
Difficile, clandestino, a tratti straziante. È la storia raccontata da “Splendore”, l’ultimo libro della scrittrice, drammaturga e attrice Margaret Mazzantini.
L’autrice di “Non ti muovere” e “Venuto al mondo” sperimenta la narrazione in prima persona nei panni di un uomo, discendente della migliore borghesia nostrana ma legato a un figlio della Roma proletaria.
I due protagonisti si allontanano, crescono geograficamente distanti, stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell’altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi. Nel luogo dove hanno imparato l’amore. Un luogo fragile e virile, tragico come il rifiuto, ambizioso come il desiderio.
L’iniziazione sentimentale di Guido e Costantino attraversa le stagioni della vita, l’infanzia, l’adolescenza, il ratto dell’età adulta. Mettono a repentaglio tutto, ogni altro affetto, ogni sicurezza conquistata, la stessa incolumità personale. E ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia per quell’età dello splendore che i due protagonisti, guerrieri con la lancia spezzata, attraversano insieme.
Un romanzo che non somiglia a nessun romanzo, perché una storia d’amore non somiglia a nessun’altra storia d’amore. Una libro che rivendica il diritto di trasformare la vergogna in bellezza. Perché il vero scandalo sarebbe non aver cercato se stessi. E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è.
fonte http://www.cinquequotidiano.it/
Un amore omosessuale.
Difficile, clandestino, a tratti straziante. È la storia raccontata da “Splendore”, l’ultimo libro della scrittrice, drammaturga e attrice Margaret Mazzantini.
L’autrice di “Non ti muovere” e “Venuto al mondo” sperimenta la narrazione in prima persona nei panni di un uomo, discendente della migliore borghesia nostrana ma legato a un figlio della Roma proletaria.
I due protagonisti si allontanano, crescono geograficamente distanti, stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell’altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi. Nel luogo dove hanno imparato l’amore. Un luogo fragile e virile, tragico come il rifiuto, ambizioso come il desiderio.
L’iniziazione sentimentale di Guido e Costantino attraversa le stagioni della vita, l’infanzia, l’adolescenza, il ratto dell’età adulta. Mettono a repentaglio tutto, ogni altro affetto, ogni sicurezza conquistata, la stessa incolumità personale. E ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia per quell’età dello splendore che i due protagonisti, guerrieri con la lancia spezzata, attraversano insieme.
Un romanzo che non somiglia a nessun romanzo, perché una storia d’amore non somiglia a nessun’altra storia d’amore. Una libro che rivendica il diritto di trasformare la vergogna in bellezza. Perché il vero scandalo sarebbe non aver cercato se stessi. E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è.
fonte http://www.cinquequotidiano.it/
Danza: A Verona lo stage con Yanis Marshall l'eclettico ballerino KING OF HEELLS!!
Yanis Marshall, nazionalità inglese ma parigino di adozione, è uno dei massimi esponenti della moda del momento: HEELS ovvero danzare sui tacchi!
Tale moda conosciuta a livello mediatico grazie al gruppo Kazaki, e potenziata nel video Girl Gone Wild di Madonna che li ha voluti al suo fianco, trova una naturale evoluzione con YANIS MARSHALL eclettico ballerino con forte base classica e modern jazz.
Yanis insegna a Parigi durante la settimana e nel weekend gira il mondo intero, avendo in agenda workshops in Argentina, Brasile, Paesi Arabi e anche in Italia, e a VERONA dove insegnerà la prossima domenica, 26 gennaio 2014.
La location è lapalestra Athleta, in via Edison 8 a San Pietro in Cariano a 20 minuti da Verona.
Per info sulle lezioni di Yanis, telefonare al cell 348 2619927
o scrivere a: nandodebortoli@yahoo.it
Le lezioni proposte a Verona sono: JAZZ FUNK alle 13:00 e la richiestissima lezione di HEELS alle 15:00.
Durante le sue classi, sarà presente l’agenzia di spettacolo SPOTLIGHT alla ricerca di ballerini/e per lavori nei più prestigiosi clubs della Cina.
La sera invece, Yanis e i suoi 2 ballerini con cui gira i suoi seguitissimi e apprezzatissimi video, saranno in scena alla festa MILORD organizzata da LUCLA’ CAFFE’ presso la discoteca BERFI’S in via Lussemburgo, 1 a Verona.
Per accedere al party, occorre ritirare l’invito al bar Luclà Caffè in via Bentegodi 4/a Verona.
Per info sulle lezioni di Yanis, scrivere a: nandodebortoli@yahoo.it
Per info sul party MILORD scrivere a: luclacafeverona@yahoo.it o sul sito www.luclacafe.it
fonte palestra AthletaVerona/Nando De Bortoli
Tale moda conosciuta a livello mediatico grazie al gruppo Kazaki, e potenziata nel video Girl Gone Wild di Madonna che li ha voluti al suo fianco, trova una naturale evoluzione con YANIS MARSHALL eclettico ballerino con forte base classica e modern jazz.
Yanis insegna a Parigi durante la settimana e nel weekend gira il mondo intero, avendo in agenda workshops in Argentina, Brasile, Paesi Arabi e anche in Italia, e a VERONA dove insegnerà la prossima domenica, 26 gennaio 2014.
La location è lapalestra Athleta, in via Edison 8 a San Pietro in Cariano a 20 minuti da Verona.
Per info sulle lezioni di Yanis, telefonare al cell 348 2619927
o scrivere a: nandodebortoli@yahoo.it
Le lezioni proposte a Verona sono: JAZZ FUNK alle 13:00 e la richiestissima lezione di HEELS alle 15:00.
Durante le sue classi, sarà presente l’agenzia di spettacolo SPOTLIGHT alla ricerca di ballerini/e per lavori nei più prestigiosi clubs della Cina.
La sera invece, Yanis e i suoi 2 ballerini con cui gira i suoi seguitissimi e apprezzatissimi video, saranno in scena alla festa MILORD organizzata da LUCLA’ CAFFE’ presso la discoteca BERFI’S in via Lussemburgo, 1 a Verona.
Per accedere al party, occorre ritirare l’invito al bar Luclà Caffè in via Bentegodi 4/a Verona.
Per info sulle lezioni di Yanis, scrivere a: nandodebortoli@yahoo.it
Per info sul party MILORD scrivere a: luclacafeverona@yahoo.it o sul sito www.luclacafe.it
fonte palestra AthletaVerona/Nando De Bortoli
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lunedì 20 gennaio 2014
Lgbt Libri: "DIRITTI IN TRANSITO. LA CONDIZIONE GIURIDICA DELLE PERSONE TRANSESSUALI" di Anna Lorenzetti
Come cantava Fabrizio De Andrè in ‘Smisurata preghiera’ c’è “chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità, di verità”.
È di questa umanità (o, meglio, della verità ultima che c’è nell’umanità di ognuno di noi) di cui discute Anna Lorenzetti nel percorso di analisi che emerge dalla sua brillante monografia ‘Diritti in transito. La condizione giuridica delle persone transessuali’, di recente pubblicazione presso Franco Angeli.
Già il titolo dice molto: racconta della complessità di tale condizione, che si presta a molteplici letture testuali e semantiche. Così se i diritti sono di per sé materia viva, magmatica, mai vinta; i diritti delle persone transessuali, proprio per la loro condizione, divengono il paradigma di una transizione non conclusa, ancora da realizzare e che necessità di essere sedimentata nel sentire sociale e nel contesto giuridico.
Al contempo – come scrive l’Autrice – è proprio la stessa condizione della persona transessuale a far sì che i diritti che la riguardano vengano a proporsi come transitori, dovendosi adattare alla situazione di disallineamento fra genere, ossia la percezione che un individuo ha del proprio sé in quanto uomo o in quanto donna, e il sesso, cioè il dato biologico e cromosomico per cui convenzionalmente gli individui sono contrassegnati come maschi o come femmine.
Senza lasciare spazio alla poesia, l’Autrice ci offre un vivido affresco, a volte a tinte forti, della situazione di conflitto, anomala e speciale, che spesso comporta sensazioni di vulnerabilità, umiliazione e angoscia, in cui si vengono a trovare le persone transessuali annullate, appiattite dal conformismo sociale. Una condizione questa che necessita forza e tenacia (“direzione ostinata e contraria”) per veder affermati i propri diritti fondamentali (il cd. ‘caso Bernaroli’ ne è l’emblema).
Dalla lettura del volume si comprende inoltre l’inedita stratificazione di saperi, trasversale ai vari settori del diritto, che caratterizza la materia trattata: laddove, pur principiando e svolgendosi l’analisi entro le coordinate della scienza costituzionalistica, l’Autrice non dimentica di approfondire tutti i settori (salute, lavoro e famiglia) in cui il diritto si intreccia con il prisma esistenziale che è espressione della ‘nuda vita’ delle persone ‘in transito’.
Quello descritto dalla Lorenzetti è quindi un diritto prospettico che «uniforme nei suoi enunciati, anche se cangiante nell’interpretazione e nella concreta applicazione, sta al centro delle correnti evolutive che fanno nascere, maturare e tramontare atteggiamenti e credenze, e mentre anticipa e trascina i più lenti e vischiosi vortici del fiume, è anticipato e trascinato dal flusso del più vivace costume» (P. Zatti, Familia, Familiae – Declinazioni di un’idea. I. La privatizzazione del diritto di famiglia, in Familia, 2002, I, 11).
Al contempo il suo approccio alla tematica sembra ispirarsi a quel “diritto dal basso” che proprio Paolo Cendon ha teorizzato, laddove la protezione dei soggetti deboli è affidata più alle forme flessibili del diritto giurisprudenziale (dal basso) che non agli archetipi legislativi e codicistici (dall’alto) o ancora a quel “costituzionalismo dei bisogni”, proposto da Stefano Rodotà, che fa della lotta per i diritti l’unica vera grande narrazione del millennio appena iniziato.
Ma si tratta di suggestioni o di letture che aggiungono significati ad uno studio già di per sé ricco, e di cui – sono certo – l’Autrice rivendicherebbe fortemente l’impronta e il metodo proprio essenzialmente del diritto costituzionale, sia nell’approccio ai temi affrontati che nel rilievo conferito al dato normativo.
Rivendicazione che peraltro è espressione anche di appartenenza ad una ‘scuola’, quella costituitasi attorno a Barbara Pezzini, che dei temi dell’uguaglianza, declinata attraverso l’analisi di genere, del diritto alla salute sino ai cd. ‘nuovi diritti’ (dal matrimonio omosex al biodiritto) ha fatto oggetto di percorso collettivo di analisi critica volto ad esplorarne le frontiere.
Concludendo, come De Andrè in ‘Princesa’, anche la Lorenzetti analizza, con rigore, una condizione drammatica (Fernando è una donna nata con il corpo da uomo), racchiudendo nelle parole ‘miti’ della nostra Costituzione l’intera vita di persone reali, la loro fuga da una realtà bigotta, il sogno di una femminilità completa, le speranze prima nella chimica e poi nel bisturi, la ribellione/contraddizione di un corpo maschio che diventa corpo femminile. Tutto ciò è reso attraverso una narrazione chiara e piacevole, che rifugge dai dogmatismi dell’accademia per accostarsi alla concretezza della vita vissuta.
"Diritti in transito. La condizione giuridica delle persone transessuali"
di Anna Lorenzetti, Franco Angeli Editore
fonte http://www.personaedanno.it/Rossi Stefano
È di questa umanità (o, meglio, della verità ultima che c’è nell’umanità di ognuno di noi) di cui discute Anna Lorenzetti nel percorso di analisi che emerge dalla sua brillante monografia ‘Diritti in transito. La condizione giuridica delle persone transessuali’, di recente pubblicazione presso Franco Angeli.
Già il titolo dice molto: racconta della complessità di tale condizione, che si presta a molteplici letture testuali e semantiche. Così se i diritti sono di per sé materia viva, magmatica, mai vinta; i diritti delle persone transessuali, proprio per la loro condizione, divengono il paradigma di una transizione non conclusa, ancora da realizzare e che necessità di essere sedimentata nel sentire sociale e nel contesto giuridico.
Al contempo – come scrive l’Autrice – è proprio la stessa condizione della persona transessuale a far sì che i diritti che la riguardano vengano a proporsi come transitori, dovendosi adattare alla situazione di disallineamento fra genere, ossia la percezione che un individuo ha del proprio sé in quanto uomo o in quanto donna, e il sesso, cioè il dato biologico e cromosomico per cui convenzionalmente gli individui sono contrassegnati come maschi o come femmine.
Senza lasciare spazio alla poesia, l’Autrice ci offre un vivido affresco, a volte a tinte forti, della situazione di conflitto, anomala e speciale, che spesso comporta sensazioni di vulnerabilità, umiliazione e angoscia, in cui si vengono a trovare le persone transessuali annullate, appiattite dal conformismo sociale. Una condizione questa che necessita forza e tenacia (“direzione ostinata e contraria”) per veder affermati i propri diritti fondamentali (il cd. ‘caso Bernaroli’ ne è l’emblema).
Dalla lettura del volume si comprende inoltre l’inedita stratificazione di saperi, trasversale ai vari settori del diritto, che caratterizza la materia trattata: laddove, pur principiando e svolgendosi l’analisi entro le coordinate della scienza costituzionalistica, l’Autrice non dimentica di approfondire tutti i settori (salute, lavoro e famiglia) in cui il diritto si intreccia con il prisma esistenziale che è espressione della ‘nuda vita’ delle persone ‘in transito’.
Quello descritto dalla Lorenzetti è quindi un diritto prospettico che «uniforme nei suoi enunciati, anche se cangiante nell’interpretazione e nella concreta applicazione, sta al centro delle correnti evolutive che fanno nascere, maturare e tramontare atteggiamenti e credenze, e mentre anticipa e trascina i più lenti e vischiosi vortici del fiume, è anticipato e trascinato dal flusso del più vivace costume» (P. Zatti, Familia, Familiae – Declinazioni di un’idea. I. La privatizzazione del diritto di famiglia, in Familia, 2002, I, 11).
Al contempo il suo approccio alla tematica sembra ispirarsi a quel “diritto dal basso” che proprio Paolo Cendon ha teorizzato, laddove la protezione dei soggetti deboli è affidata più alle forme flessibili del diritto giurisprudenziale (dal basso) che non agli archetipi legislativi e codicistici (dall’alto) o ancora a quel “costituzionalismo dei bisogni”, proposto da Stefano Rodotà, che fa della lotta per i diritti l’unica vera grande narrazione del millennio appena iniziato.
Ma si tratta di suggestioni o di letture che aggiungono significati ad uno studio già di per sé ricco, e di cui – sono certo – l’Autrice rivendicherebbe fortemente l’impronta e il metodo proprio essenzialmente del diritto costituzionale, sia nell’approccio ai temi affrontati che nel rilievo conferito al dato normativo.
Rivendicazione che peraltro è espressione anche di appartenenza ad una ‘scuola’, quella costituitasi attorno a Barbara Pezzini, che dei temi dell’uguaglianza, declinata attraverso l’analisi di genere, del diritto alla salute sino ai cd. ‘nuovi diritti’ (dal matrimonio omosex al biodiritto) ha fatto oggetto di percorso collettivo di analisi critica volto ad esplorarne le frontiere.
Concludendo, come De Andrè in ‘Princesa’, anche la Lorenzetti analizza, con rigore, una condizione drammatica (Fernando è una donna nata con il corpo da uomo), racchiudendo nelle parole ‘miti’ della nostra Costituzione l’intera vita di persone reali, la loro fuga da una realtà bigotta, il sogno di una femminilità completa, le speranze prima nella chimica e poi nel bisturi, la ribellione/contraddizione di un corpo maschio che diventa corpo femminile. Tutto ciò è reso attraverso una narrazione chiara e piacevole, che rifugge dai dogmatismi dell’accademia per accostarsi alla concretezza della vita vissuta.
"Diritti in transito. La condizione giuridica delle persone transessuali"
di Anna Lorenzetti, Franco Angeli Editore
fonte http://www.personaedanno.it/Rossi Stefano
Lgbt Danza: Il 27 gennaio al cinema "Giselle" in diretta dalla Royal Opera House di Londra
Anche nel 2014 la Royal Opera House di Londra dà appuntamento sul grande schermo a tutti i curiosi e gli appassionati, con un ricco calendario di opere e balletti in diretta dal celebre teatro inglese.
Il 27 gennaio QMI porterà nei cinema di tutta Italia “Giselle”, uno dei più amati balletti romantici di tutti i tempi che vede protagonista la ballerina russa Natalia Osipova, e il 12 febbraio “Don Giovanni”, l’opera più celebre di Wolfgang Amadeus Mozart, diretta dal maestro Nicola Luisotti, già direttore musicale del Teatro di San Carlo di Napoli.
“Giselle” include una combinazione travolgente di passioni umane, forze sovrannaturali e il potere trascendente dell'amore. Questa è una delle più apprezzate e ammirate produzioni del Royal Ballet, fedele allo spirito originale del 1841, eppure sempre fresca e moderna.
Il “Don Giovanni” è interpretato da Mariusz Kwiecien, il sensuale baritono polacco, noto per aver eccezionalmente incarnato questo ruolo sui palchi dei più grandi teatri del mondo. Con lui in scena il bergamasco Alex Esposito nel ruolo di Leporello e l'acclamata soprano francese Véronique Gens, nel ruolo di Donna Elvira.
Questi i prossimi appuntamenti: il 19 marzo La bella addormentata; il 28 aprile Il racconto d'inverno; il 24 giugno Manon Lescaut.
Per tutte le informazioni, la lista dei cinema aderenti e per acquistare i biglietti, consultare il sito www.rohalcinema.it.
fonte http://www.primapress.it scritto da RED
Il 27 gennaio QMI porterà nei cinema di tutta Italia “Giselle”, uno dei più amati balletti romantici di tutti i tempi che vede protagonista la ballerina russa Natalia Osipova, e il 12 febbraio “Don Giovanni”, l’opera più celebre di Wolfgang Amadeus Mozart, diretta dal maestro Nicola Luisotti, già direttore musicale del Teatro di San Carlo di Napoli.
“Giselle” include una combinazione travolgente di passioni umane, forze sovrannaturali e il potere trascendente dell'amore. Questa è una delle più apprezzate e ammirate produzioni del Royal Ballet, fedele allo spirito originale del 1841, eppure sempre fresca e moderna.
Il “Don Giovanni” è interpretato da Mariusz Kwiecien, il sensuale baritono polacco, noto per aver eccezionalmente incarnato questo ruolo sui palchi dei più grandi teatri del mondo. Con lui in scena il bergamasco Alex Esposito nel ruolo di Leporello e l'acclamata soprano francese Véronique Gens, nel ruolo di Donna Elvira.
Questi i prossimi appuntamenti: il 19 marzo La bella addormentata; il 28 aprile Il racconto d'inverno; il 24 giugno Manon Lescaut.
Per tutte le informazioni, la lista dei cinema aderenti e per acquistare i biglietti, consultare il sito www.rohalcinema.it.
fonte http://www.primapress.it scritto da RED
Lgbt: Essere gay e vivere in provincia (al Sud): meglio scappare
Essere gay e vivere in provincia non è la stessa cosa che essere gay e vivere in città.
Ancora oggi è così.
E, ancora oggi, c’è chi decide di spostarsi dal paese in cui è nato solamente perché esausto da anni di umiliazioni e prepotenze scontate solo perché omosessuale.
E’ il caso di Pasquale (nella foto), studente 25enne nato a Canosa di Puglia ma che, ormai da quattro anni, vive a Milano.
“Ho iniziato a riflettere sulla mia omosessualità più o meno quando avevo 12 anni, certo, allora non avevo le idee chiare. La domanda che mi facevo era: perché non sono come gli altri ragazzi? Sapevo di essere diverso, ma non capivo in cosa”. “Diversità” è sempre stato il termine più sfruttato per definire l’omosessualità. Lo pensavano anche i suoi parrocchiani.
Pasquale racconta che, probabilmente soprattutto al Sud, “l’omosessualità è ancora un tabù, una cosa di cui è meglio non parlare. Tutti sanno cos’è, ovviamente, ma nessuno ha il coraggio di affrontare l’argomento. Senza contare che tutti credono che il gay sia l’incarnazione di una serie di stereotipi e non sia invece un individuo che vive la vita a modo suo”. L’iniziale ritrosia può diventare così nel tempo il terrore di vivere in un paese di appena 40.000 anime, in cui regna un’imbarazzante chiusura culturale e un senso religioso antico e mal interpretato.
In qeul contesto, Pasquale ha avuto le sue prime esperienze omosessuali. Sempre nella clandestinità. Poi, il primo passo: scappare da Canosa e trasferirsi a Sarzana, in provincia di La Spezia, lavorando come commesso nel negozio dello zio.
“In quel periodo della mia vita non mi andava di studiare. Il solo obiettivo era diventato quello di allontanarmi a tutti i costi dal mio paese, dove ero costretto a rispettare regole che non condividevo e non deludere le aspettative di chi mi conosceva fin da quando ero bambino”. Un’esistenza difficile in un posto dove se non parlavi di ragazze, se non eri appassionato di calcio e non prendevi di mira gli atteggiamenti dei ragazzi meno virili rischiavi di essere isolato o, peggio, vessato. Eppure, ripensando agli atti di bullismo subìti alle scuole medie, Pasquale sfodera un inatteso ottimismo:
“Sono stato picchiato, così dal nulla e senza un motivo, diverse volte, eppure, se rincontrassi oggi quel ragazzo che lo faceva, lo ringrazierei perché è stato anche grazie a lui che sono quello che sono”.
Che la discriminazione possa rendere più forti non è scontato e anche Pasquale ammette che la vita in una realtà più grande – come Sarzana prima e Milano dopo - è molto più facile e semplice. A Milano è arrivato nel 2010, per frequentare il Corso di Laurea Triennale in Infermieristica all’Ospedale San Paolo, senza rimpianti per aver lasciato il posto in cui è nato: “Me ne sono andato perché non riuscivo più a mentire e speravo di trovare una vita nuova, di crearmene una nuova, di incontrare persone differenti da quelle che avevo incontrato, e con una visione più simile alla mia”.
E’ bastato trasferirsi a Milano dunque, per farcela: “Milano è sempre stata il mio sogno. Ancora oggi, quando torno giù, al Sud, non mi sento libero, a prescindere dalla mia sessualità. Vivere a Milano è diverso e posso fare quello che mi pare senza il timore di essere giudicato”. Un fatto che non cancella le sporadiche manifestazioni di omofobia che, anche a Milano, hanno purtroppo dato prova dell’ignoranza e della violenza gratuita di alcune persone. Ma, ancora oggi, nel 2014, sembra che la città riesca ad assicurare quello che la provincia ancora non è riuscita a garantire: la libertà di vivere secondo il proprio orientamento sessuale. Pasquale conferma: “Non rinnego la mia terra, ma sono contento di essere qua adesso”.
Quindi è proprio così? Essere gay e vivere in provincia è ancora oggi complicato? Cambieranno le cose? O se si è giovani e gay non resta che trasferirsi in una città?
fonte http://solferino28.corriere.it/di MARIO MANCA
Ancora oggi è così.
E, ancora oggi, c’è chi decide di spostarsi dal paese in cui è nato solamente perché esausto da anni di umiliazioni e prepotenze scontate solo perché omosessuale.
E’ il caso di Pasquale (nella foto), studente 25enne nato a Canosa di Puglia ma che, ormai da quattro anni, vive a Milano.
“Ho iniziato a riflettere sulla mia omosessualità più o meno quando avevo 12 anni, certo, allora non avevo le idee chiare. La domanda che mi facevo era: perché non sono come gli altri ragazzi? Sapevo di essere diverso, ma non capivo in cosa”. “Diversità” è sempre stato il termine più sfruttato per definire l’omosessualità. Lo pensavano anche i suoi parrocchiani.
Pasquale racconta che, probabilmente soprattutto al Sud, “l’omosessualità è ancora un tabù, una cosa di cui è meglio non parlare. Tutti sanno cos’è, ovviamente, ma nessuno ha il coraggio di affrontare l’argomento. Senza contare che tutti credono che il gay sia l’incarnazione di una serie di stereotipi e non sia invece un individuo che vive la vita a modo suo”. L’iniziale ritrosia può diventare così nel tempo il terrore di vivere in un paese di appena 40.000 anime, in cui regna un’imbarazzante chiusura culturale e un senso religioso antico e mal interpretato.
In qeul contesto, Pasquale ha avuto le sue prime esperienze omosessuali. Sempre nella clandestinità. Poi, il primo passo: scappare da Canosa e trasferirsi a Sarzana, in provincia di La Spezia, lavorando come commesso nel negozio dello zio.
“In quel periodo della mia vita non mi andava di studiare. Il solo obiettivo era diventato quello di allontanarmi a tutti i costi dal mio paese, dove ero costretto a rispettare regole che non condividevo e non deludere le aspettative di chi mi conosceva fin da quando ero bambino”. Un’esistenza difficile in un posto dove se non parlavi di ragazze, se non eri appassionato di calcio e non prendevi di mira gli atteggiamenti dei ragazzi meno virili rischiavi di essere isolato o, peggio, vessato. Eppure, ripensando agli atti di bullismo subìti alle scuole medie, Pasquale sfodera un inatteso ottimismo:
“Sono stato picchiato, così dal nulla e senza un motivo, diverse volte, eppure, se rincontrassi oggi quel ragazzo che lo faceva, lo ringrazierei perché è stato anche grazie a lui che sono quello che sono”.
Che la discriminazione possa rendere più forti non è scontato e anche Pasquale ammette che la vita in una realtà più grande – come Sarzana prima e Milano dopo - è molto più facile e semplice. A Milano è arrivato nel 2010, per frequentare il Corso di Laurea Triennale in Infermieristica all’Ospedale San Paolo, senza rimpianti per aver lasciato il posto in cui è nato: “Me ne sono andato perché non riuscivo più a mentire e speravo di trovare una vita nuova, di crearmene una nuova, di incontrare persone differenti da quelle che avevo incontrato, e con una visione più simile alla mia”.
E’ bastato trasferirsi a Milano dunque, per farcela: “Milano è sempre stata il mio sogno. Ancora oggi, quando torno giù, al Sud, non mi sento libero, a prescindere dalla mia sessualità. Vivere a Milano è diverso e posso fare quello che mi pare senza il timore di essere giudicato”. Un fatto che non cancella le sporadiche manifestazioni di omofobia che, anche a Milano, hanno purtroppo dato prova dell’ignoranza e della violenza gratuita di alcune persone. Ma, ancora oggi, nel 2014, sembra che la città riesca ad assicurare quello che la provincia ancora non è riuscita a garantire: la libertà di vivere secondo il proprio orientamento sessuale. Pasquale conferma: “Non rinnego la mia terra, ma sono contento di essere qua adesso”.
Quindi è proprio così? Essere gay e vivere in provincia è ancora oggi complicato? Cambieranno le cose? O se si è giovani e gay non resta che trasferirsi in una città?
fonte http://solferino28.corriere.it/di MARIO MANCA
Lgbt: X-Factor Romania: italiano vittima di discriminazione perché gay
Paolo Lagana, 27enne italiano, è stato vittima di discriminazione ad X-Factor Romania dove ha preso parte.
Vittima di discriminazione, un italiano è stato offeso perché gay ad X-Factor Romania, dove ha preso parte: il nome del ragazzo in questione è Paolo Lagana, un ragazzo omosessuale che vive in Romania e che, per il momento, non ha alcuna intenzione di tornare in Italia.
“Sono gay. Non è un segreto e, quando l’anno scorso ho deciso di partecipare alle selezioni organizzate da X-Factor in Romania, l’ho dichiarato nel modulo online dedicato alle iscrizioni. Mai avrei immaginato di poter essere discriminato ed insultato a quel modo in diretta TV“, ha raccontato Paolo come riporta l’Huffington Post. Il 27enne immaginava, infatti, che la produzione avrebbe tentato di “sfruttare” la sua omosessualità per aumentare gli ascolti, ma non avrebbe mai immaginato un tale attacco per via del suo orientamento sessuale.
Lagana racconta di come sia stato offeso davanti a tutti e di essere stato eliminato dal talent show perché gay; l’accusa è arrivata ieri dal quotidiano “Il Mattino di Padova“, dove il ragazzo – originario di Monselice, in provincia di Padova – ha raccontato la vicenda che lo ha coinvolto.
Durante il programma musicale, infatti, Paolo è stato attaccato in diretta dal rapper Cheloo – componente della giuria e membro di un gruppo hip-hop – che pare abbia pronunciato le seguenti parole: “Io disprezzo tutto ciò che sei, quello che voi rappresentate e questa nazione ti manderà a casa“, rifiutandosi poi di esprimere un giudizio professionale sul 27enne.
Come se non bastasse, secondo quanto dichiarato da Lagana, anche il pubblico presente in studio lo avrebbe insultato ed il 27enne continuerebbe a ricevere insulti pesanti per strada, come l’episodio avvenuto in piazza a Bucarest, dove Paolo ha addirittura ricevuto degli sputi. Pare che il canale TV “Antenna 1” sia stato sanzionato con una multa dal CNA. Il 27enne non ha, comunque, intenzione di tornare in Italia, arrendendosi alle discriminazioni.
fonte http://www.ultimenotizieflash.com Scritto da Elena Arrisico
Vittima di discriminazione, un italiano è stato offeso perché gay ad X-Factor Romania, dove ha preso parte: il nome del ragazzo in questione è Paolo Lagana, un ragazzo omosessuale che vive in Romania e che, per il momento, non ha alcuna intenzione di tornare in Italia.
“Sono gay. Non è un segreto e, quando l’anno scorso ho deciso di partecipare alle selezioni organizzate da X-Factor in Romania, l’ho dichiarato nel modulo online dedicato alle iscrizioni. Mai avrei immaginato di poter essere discriminato ed insultato a quel modo in diretta TV“, ha raccontato Paolo come riporta l’Huffington Post. Il 27enne immaginava, infatti, che la produzione avrebbe tentato di “sfruttare” la sua omosessualità per aumentare gli ascolti, ma non avrebbe mai immaginato un tale attacco per via del suo orientamento sessuale.
Lagana racconta di come sia stato offeso davanti a tutti e di essere stato eliminato dal talent show perché gay; l’accusa è arrivata ieri dal quotidiano “Il Mattino di Padova“, dove il ragazzo – originario di Monselice, in provincia di Padova – ha raccontato la vicenda che lo ha coinvolto.
Durante il programma musicale, infatti, Paolo è stato attaccato in diretta dal rapper Cheloo – componente della giuria e membro di un gruppo hip-hop – che pare abbia pronunciato le seguenti parole: “Io disprezzo tutto ciò che sei, quello che voi rappresentate e questa nazione ti manderà a casa“, rifiutandosi poi di esprimere un giudizio professionale sul 27enne.
Come se non bastasse, secondo quanto dichiarato da Lagana, anche il pubblico presente in studio lo avrebbe insultato ed il 27enne continuerebbe a ricevere insulti pesanti per strada, come l’episodio avvenuto in piazza a Bucarest, dove Paolo ha addirittura ricevuto degli sputi. Pare che il canale TV “Antenna 1” sia stato sanzionato con una multa dal CNA. Il 27enne non ha, comunque, intenzione di tornare in Italia, arrendendosi alle discriminazioni.
fonte http://www.ultimenotizieflash.com Scritto da Elena Arrisico
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domenica 19 gennaio 2014
"NEWS DAL MONDO LGBT E NON SOLO..." Oltre 185.000 visitatori al nostro Blog...Un Grazie a tutti i nostri lettori
Volevo ringraziare tutte le persone che passano da questo mio Blog...
Ringrazio chi passa casualmente...
Ringrazio chi passa regolarmente...
Ringrazio tutt*, ma proprio tutte le persone che passano da qui....
Ho aperto questo Blog il 26 dicembre 2009, e oggi 19 gennaio 2014 nel momento in cui scrivo siamo a oltre 185.000 lettori...e 3906 articoli pubblicati.
Potrete vedere sempre il numero aggiornato delle visite nel contatore rosso sul lato destro in home-page, iniziato dal primo giorno di pubblicazione, e il secondo contatore messo a Settembre 2011 rileva anche le nazioni.
Forse non sarà un record, ma per me è un successo..
Ricordo benissimo quando pubblicavo i miei primi post, con la speranza...e un pò col dubbio..che qualcuno li avesse mai letti.
Ho iniziato a gestire questo Blog come qualcosa di emozionante e fragile, visto il fine e gli argomenti trattatati, poi è stato un crescendo di stimoli a proseguire, con la vostra fedeltà nel seguirlo e a partecipare, ma mai avrei creduto in tanta attenzione...
Poi via via, post dopo post e tanti commenti, siamo arrivati fino a qui, e a questo splendido risultato..Grazie a tutti voi lettori...
Sul Blog come saprete, potrete leggere informazioni in vari settori dal mondo Lgbt, ma anche Danza, Cinema, Teatro, Eventi, Musica, Libri, Arte, etc..
Credetemi, è fondamentale per qualsiasi blogger vedere che è seguito, e NEWS DAL MONDO LGBT E NON SOLO...oltre che dall'Italia, con molta soddisfazione, anche dal resto del mondo grazie alla translitterazione di google è tradotto in 50 lingue.
Ringrazio inoltre le varie redazioni di Associazzioni, che spesso attraverso i loro uffici stampa mi segnalano notizie ed interessanti iniziative.
Un grazie speciale va alla mia famiglia e a tutti i miei Amici e Amiche, che mi hanno sempre incoraggiata a continuare...Vi ringrazio, uno per uno per il vostro supporto.
E a tutti i lettori dico, che le vostre visite e commenti, mi danno sempre più forza e convinzione di continuare, il mio successo lo fate voi, che siete la parte più importante del mio impegno qui...
Ad i miei tanti amici che conosco, e anche chi non conoscerò mai...
Non posso che dirvi Grazie...Thank you, Merçi, Danke, Choukran, Tighmmi, Gracias, Obrigada, Spasiba, Asante, Tack...
fonte http://lisadelgreco.blogspot.com/
Ringrazio chi passa casualmente...
Ringrazio chi passa regolarmente...
Ringrazio tutt*, ma proprio tutte le persone che passano da qui....
Ho aperto questo Blog il 26 dicembre 2009, e oggi 19 gennaio 2014 nel momento in cui scrivo siamo a oltre 185.000 lettori...e 3906 articoli pubblicati.
Potrete vedere sempre il numero aggiornato delle visite nel contatore rosso sul lato destro in home-page, iniziato dal primo giorno di pubblicazione, e il secondo contatore messo a Settembre 2011 rileva anche le nazioni.
Forse non sarà un record, ma per me è un successo..
Ricordo benissimo quando pubblicavo i miei primi post, con la speranza...e un pò col dubbio..che qualcuno li avesse mai letti.
Ho iniziato a gestire questo Blog come qualcosa di emozionante e fragile, visto il fine e gli argomenti trattatati, poi è stato un crescendo di stimoli a proseguire, con la vostra fedeltà nel seguirlo e a partecipare, ma mai avrei creduto in tanta attenzione...
Poi via via, post dopo post e tanti commenti, siamo arrivati fino a qui, e a questo splendido risultato..Grazie a tutti voi lettori...
Sul Blog come saprete, potrete leggere informazioni in vari settori dal mondo Lgbt, ma anche Danza, Cinema, Teatro, Eventi, Musica, Libri, Arte, etc..
Credetemi, è fondamentale per qualsiasi blogger vedere che è seguito, e NEWS DAL MONDO LGBT E NON SOLO...oltre che dall'Italia, con molta soddisfazione, anche dal resto del mondo grazie alla translitterazione di google è tradotto in 50 lingue.
Ringrazio inoltre le varie redazioni di Associazzioni, che spesso attraverso i loro uffici stampa mi segnalano notizie ed interessanti iniziative.
Un grazie speciale va alla mia famiglia e a tutti i miei Amici e Amiche, che mi hanno sempre incoraggiata a continuare...Vi ringrazio, uno per uno per il vostro supporto.
E a tutti i lettori dico, che le vostre visite e commenti, mi danno sempre più forza e convinzione di continuare, il mio successo lo fate voi, che siete la parte più importante del mio impegno qui...
Ad i miei tanti amici che conosco, e anche chi non conoscerò mai...
Non posso che dirvi Grazie...Thank you, Merçi, Danke, Choukran, Tighmmi, Gracias, Obrigada, Spasiba, Asante, Tack...
fonte http://lisadelgreco.blogspot.com/
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