sabato 24 marzo 2012

Lgbt Roma: I documentari del Gender DocuFilm Fest al Caffe' Letterario dal 13 aprile

I documentari del Gender DocuFilm Fest tornano dal 13 aprile al Caffè Letterario. Ogni venerdì alle 20:45, i film che hanno riscosso maggior successo alle due edizioni del GDFF al Gay Village si presentano al pubblico in lingua originale con sottotitoli italiani.

La rassegna è organizzata da Di'Gay Project e sponsorizzata da AZGay, la guida per trovare tutte le attività LGBT e gay-friendly della tua città.

Programma:

13/04: PRODIGAL SONS (86min) - vincitore 2010
Il cambiamento di genere della regista è il mistero meno sconvolgente all'interno di questa famiglia americana.

20/04: REGRETTERS (60min) - premio del pubblico 2011
Nati uomini, Orlando e Mikael hanno cambiato sesso per diventare donne, e ora vorrebbero non averlo mai fatto.

27/04: SHOULD I REALLY DO IT? (86min) - premio del pubblico 2010
Confidarsi con un analista feticista potrebbe cambiare la propria vita.

04/05: KATHAKALI (40min) - vincitore 2011
Un viaggio ipnotico e sensuale in un mondo dove l'ordine gerarchico è immutabile, la religione onnipresente e le donne assenti.

11/05: STRETCH MARKS (67min)
Quando il sesso si insinua in una gravidanza, ne risulta un ritratto fortemente anticonvenzionale della maternità.

18/05: ROMEO & JULIUS (25min) + FACE (26min) - doppia proiezione
La forza dei sentimenti reali sconvolge una rivisitazione gay del dramma di Shakespeare.
Saresti capace di mostrare il tuo volto durante l'orgasmo?

25/05: LE CIEL EN BATAILLE (45min)
La lotta tra le pulsioni del corpo e la purezza dello spirito, nella confessione di un'esperienza umana complessa.

01/06: WHO'S AFRAID OF KATHY ACKER? (84min)
La vita della scrittrice americana, icona punk e femminista, in un tripudio di cybersex, tatuaggi e poesia.

Le proiezioni sono gratuite. Per chi lo desiderasse, il Caffè Letterario serve un aperitivo-cena al costo di 10€ dalle ore 20:00. Alle ore 23:30, inizia la serata dance di Omogenic presso le Distillerie Clandestine di Via Giuseppe Libetta 13 (10 minuti a piedi dal Caffè Letterario).

Informazioni su www.genderdocufilmfest.org

Ogni venerdì a partire dal 13 aprile @ CAFFE' LETTERARIO - Via Ostiense 95 (Metro B - Piramide).
www.caffeletterarioroma.it
fonte http://www.digayproject.org

Lgbt: Omosessuali, Giovanardi scrive a Napolitano, il senatore contrario a riconoscere la vita familiare delle coppie gay

Il diritto alla vita familiare per le coppie gay, sancito da una sentenza della Cassazione, non è andato giù a Carlo Giovanardi e a Maurizio Gasparri.

I senatori del Pdl hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica in qualità di presidente del Consiglio superiore della magistratura.

Secondo gli esponenti del Pdl è il Parlamento che deve legiferare, mentre i giudici amministrano la giustizia.

OPINIONE PERSONALE DEL GIUDICE.
A Gasparri e Giovanardi non sono piaciute le opinioni espresse da Salvatore Di Palma, estensore della sentenza: «Di Palma non si è limitato ad applicare la legge, ma ha espresso opinioni del tutto personali su come il Parlamento dovrebbe operare in futuro» si legge nella lettera.

POSIZIONE INTEGRALISTA.
Che i due senatori Pdl siano i portavoci di una posizione integralista parla apertamente il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo: «Politicamente Gasparri e Giovanardi dovrebbero occuparsi di legiferare e non cercare di mettere il bavaglio ai giudici».

Diversa, ma altrettanto omofoba, la posizione sui gay espressa da Romano La Russa ai microfoni de La Zanzara: «Sono malati, ma si possono curare» ha detto l'assessore regionale lombardo, indagato per finanziamento illecito ai partiti.
fonte http://www.lettera43.it/

LGBT: ROMA CONVEGNO "LA DISCRIMINAZIONE DELLE PERSONE TRANSGENDER NEL MONDO DEL LAVORO" 28 MARZO ASS. LIBELLULA

Mercoledì 28 Marzo 2012 ore 9.30 -13.00
Via Liberiana, 17 Roma

LA DISCRIMINAZIONE DELLE PERSONE TRANSGENDER
NEL MONDO DEL LAVORO
Conoscere per prevenire
L’esperienza dell’Organizzazione di Volontariato Libellula.

Il programma completo a questo link:
http://www.libellula2001.it/wp-content/uploads/2012/03/convegno_28_03_122.pdf

fonte http://www.libellula2001.it/convegno-28-marzo-2012/

Lgbt: Firenze, inchiesta interna per il ricercatore “negazionista” che cura l’Aids con lo yogurt

Nel mirino dell'ateneo fiorentino l'attività accademica del biologo molecolare Marco Ruggiero (in foto), conosciuto a livello internazionale come facente parte del piccolo gruppo di studiosi secondo cui il virus Hiv non è la causa della sindrome da immunodeficienza acquista. Una tesi ritenuta molto pericolosa dalla maggior parte degli esperti in materia

L’Università di Firenze torna a essere invischiata in un problema legato ai “negazionisti” dell’Aids.

Pochi giorni fa il rettore Alberto Tesi ha aperto un’inchiesta interna sulle attività accademiche di uno dei suoi professori, il biologo molecolare Marco Ruggiero, in seguito alla lettera ricevuta da un gruppo di pazienti e attivisti.

Ruggiero infatti è conosciuto a livello internazionale come facente parte del piccolo gruppo di ricercatori che nega che il virus Hiv sia la causa dell’Aids, una tesi infondata e osteggiata dalla stragrande maggioranza degli esperti e della comunità accademica e medica.

Ruggiero, secondo la lettera inviata dal gruppo di discussione Hiv Forum, nella sua attività all’università di Firenze insegna corsi negazionisti agli studenti ed è il relatore di tesi di laurea dello stesso tenore. Inoltre sarebbe arrivato a contattere pazienti in rete proponendo l’uso di yogurt addizionato di Gc-Maf, una proteina con effetti “rafforzatori del sistema immunitario” e che consentirebbe all’organismo di combattere il virus senza l’uso di farmaci antiretrovirali: un’ipotesi irricevibile per chi fa ricerca medica e per gli stessi pazienti. Nella lettera infatti si esprime “estrema preoccupazione per la disattenzione con cui l’Università di Firenze appare affrontare le teorie insegnate e le attività poste in essere dal professor Marco Ruggiero su un tema per noi di vitale interesse: quello dell’Hiv quale causa dell’Aids”.

In risposta alla lettera, che chiede all’ateneo di dissociarsi dalle attività del biologo, l’università di Firenze indagherà su “comportamenti didattici e responsabilità” di Ruggiero, come afferma un portavoce intervistato dalla rivista scientifica Nature. Pochi mesi fa Ruggiero aveva firmato insieme al capofila dei negazionisti, l’americano Peter Duesberg, un articolo scientifico pubblicato proprio da una rivista dell’università di Firenze, l’Italian Journal of Anatomy and Embriology (Ijae). La rivista è diretta da un altro biologo dell’ateneo fiorentino, il professor Paolo Romagnoli. In quell’articolo si mette in discussione il ruolo dell’Hiv nell’epidemia di Aids in Africa e si sminuisce il ruolo dei farmaci antiretrovirali usati per combatterlo.

La guerra agli antiretrovirali messa in campo dai “negazionisti” è pericolosa: mettendone in discussione l’efficacia si rischia di convincere i pazienti a non usarli. In un’intervista a Galileo, Stefano Vella dell’Istituto Superiore di Sanità e della Commissione nazionale per la lotta all’Aids sottolinea che nello studio di Ruggiero “non vengono illustrati i benefici prodotti da questi farmaci in termini di aumentata sopravvivenza e di imponente riduzione della mortalità, osservati attraverso sia trial clinici controllati sia studi osservazionali, né è citato il fatto che oggi l’aspettativa di vita dei pazienti in regime terapeutico è paragonabile a quella delle persone non infettate. E’ proprio questo straordinario effetto della terapia a dimostrare la relazione di causalità tra il virus e la malattia”.

La commissione d’inchiesta interna dell’università valuterà le attività didattiche di Ruggiero e si pronuncerà entro il prossimo 15 aprile. Non è ancora chiaro se le sue decisioni potrebbero avere ripercussioni sulla carriera accademica di Ruggiero. Intanto due membri internazionali del comitato scientifico della rivista dell’università di Firenze si sono già dimessi. Nessuna ripercussione invece su chi la dirige, il professor Romagnoli.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it di Alessandro Delfanti

venerdì 23 marzo 2012

Lgbt: Docu-film "Predica Bene RaTzola Male" Martedi 27 marzo alle ore 20,30 a Siracusa

La rassegna del MARTEDI "FUORI MENU" continua martedi 27 marzo con un interessante

"Predica Bene e RaTzola Male".....
anzi malissimo aggiungeremmo noi....

Temi come la laicità dello stato,l’ingerenza vaticana nella politica italiana, la disinformazione mediatica, la mancanza di una politica realmente laica ed efficientesaranno raccontati in 58 minuti da personaggi della politicaitaliana ed estera, da giornalisti e avvocati, ma anche dalle famiglie di fatto che, ogni giorno,affrontano le difficoltà di viverein Italia.

Da non perdere! Vi aspettiamo!
Inizio proiezioni ora e 20,30.
Presso sala Arci di Piazza Santa Lucia, 20 a Siracusa.
La rassegna "Fuori Menu'"è orgnizzata da Stonewall in coll. con Arci Siracusa.
Info su: www.stonewall.it
fonte Stonewall GLBT Siracusa

Lgbt: Romano La Russa choc: «I gay? Sono malati» l'assessore lombardo: «Ma si possono curare e guarire»

Non voleva suscitare una polemica, ma alla fine non ha resistito a dire come la pensa a proposito dei gay.

«Per quanto mi riguarda, nella maggior parte dei casi, sono malati» è stata la risposta di Romano La Russa, assessore alla sicurezza della regione Lombardia, indagato per finanziamento illecito ai partiti,(http://www.lettera43.it/attualita/44025/indagato-romano-la-russa.htm)
alle domande di Giuseppe Cruciani durante il programma radiofonico La Zanzara.

La dichiarazione choc arriva in contemporanea con la lettera scritta dal senatore Pdl Giovanardi al presidente della Repubblica Napolitano contro la sentenza della cassazione che riconosceva il diritto a una vita familiare anche per le coppie gay.

I GAY POSSONO ESSERE CURATI.
Non contento, l'assessore ha specificato: «È una malattia da cui si può guarire.

I gay possono essere curati». La dichiarazione ha suscitato lo stupore di Cruciani che ha voluto indagare meglio la posizione di La Russa. «Se avesse scoperto di avere un figlio omosessuale cosa avrebbe fatto?».

«Non mi sarei suicidato, non è una tragedia. Tutto dipende dal tipo di atteggiamento che i gay hanno in pubblico» ha risposto l'assessore che si è detto consapevole dell'esistenza delle lobby gay: «Ma non le frequento».
fonte http://www.lettera43.it

LGBT CONVEGNO: "CHI HA PAURA DELLA DEPATOLOGIZZAZIONE?" A TORINO SABATO 31 MARZO

PROGRAMMA CONVEGNO: Chi ha paura della depatologizzazione?
a cura di Spo.T, sportello autogestito transessuale/transgender del Circolo Maurice.

In collaborazione con Coordinamento Trans Sylvia Rivera, Coordinamento Torino Pride, Servizio lgbt della Città di Torino e Biblioteche Civiche Torinesi.

Sabato 31 MARZO 2012
Biblioteca civica Villa Amoretti, Corso Orbassano, 200, Torino

ore 9.00 Saluti: Assessora alle Pari Opportunità della Città di Torino Mariacristina Spinosa
Direttore dell’UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Massimiliano Monnanni

ore 9.30- 11.30
Il paradosso del percorso medico: un intervento chiurgico per curare un disagio psichico?
modera: Christian Ballarin - responsabile Spo.T
Paolo Bogetti - chirurgo plastico, AOU San Giovanni Battista Torino
Beatrice Busi - dottoressa di ricerca in Filosofia della scienza, Università La Sapienza di Roma
Nicola Coco - giurista, Università La sapienza di Roma
Porpora Marcasciano - presidente MIT Bologna
Roberto Vitelli - psichiatra e psicoterapeuta, Universita di Napoli Federico II
dibattito

ore 11.30- 13.30
Dall’invisibilità alla medicalizzazione, quale futuro per l’esperienza trans?
modera: Stefano Mossino - avvocato
Anna Lorenzetti - Giurista, esperta in materia di diritti delle
persone lgbt - Rete Lenford, Università di Bergamo
Maria Gigliola Toniollo - Ufficio Nuovi Diritti CGIL
Cristian Lo Iacono - filosofo, ricercatore Queer indipendente
Laurella Arietti - Servizio Accoglienza Sat, Verona
dibattito

ore 13.30 - 14.30 - Pausa Pranzo

ore 14.30- 16.30
Dalle gabbie del binarismo culturale alla naturale variabilità del genere?
modera: Mary Nicotra - psicoterapeuta, Spo.t
Elisa Arfini - dottoressa di ricerca in Modelli, linguaggi e tradizioni nella cultura occidentale, Università di Ferrara
Regina Satariano - consultorio Trasgenere Torre del Lago
Adriana Godano - endocrinologa, Onig
Don Ermis Segatti - referente per la cultura e l’università della Diocesi di Torino
dibattito

La Campagna STP 2012 è un’iniziativa internazionale che conta l’adesione di oltre 270 gruppi e reti di associazioni.

Nell’ottobre2010, durante l’ultima Giornata Internazionaledi Azione per la Depatologizzazione Trans (STP 2012), gruppi di attivist* di 61 città in Nordamerica, Europa, America Latina e Africa organizzarono manifestazioni ed azioni per chiedere il ritiro della categoria diagnosticadi “disturbo di identità di genere” (o terminianaloghi) dal DSM e dal CIE.

Il convegno si pone come un momento diriflessione intorno alle sollecitazioni che pone la prospettiva della depatologizzazione attraverso l’intreccio dei diversi saperi e linguaggi sociali, sociologici, medici,psicologici, giuridici, storici, filosofici.

31 Marzo, 2012 - 09:00
Biblioteca civica Villa Amoretti
Corso Orbassano, 200
segreteria@mauriceglbt.org
011 5211116
fonte http://www.digayproject.org

giovedì 22 marzo 2012

Social Network e censura, le nuove linee guida di Facebook: sì alle effusioni lgbt

Diffuse le nuove linee guida del social network che stabiliscono quali argomenti e immagini vietare.

Nessun problema per le effusioni gay ma rimane la censura su tutti gli atti sessuali.

Diciassette pagine di manuale e una scheda con l'elenco dettagliato degli argomenti vietati e delle immagini da censurare. Svelate sul web le linee guida di Facebook: si va dal divieto di pubblicare foto di allattamento, a quello di rappresentare la marijuana "se in un contesto di spaccio", fino alla censura politica.

La prima delle sezioni è dedicata a "Sesso e nudità": vietata la rappresentazione ogni tipo di attività sessuale, "anche se parti nude sono coperte dalle mani, da vestiti o oggetti"; sono permessi invece "baci ed effusioni anche tra omosessuali"; "vietato mostrare capezzoli femminili mentre quelli maschili sono ok".

Tra le immagini che vengono censurate quelle di "persone ubriache" o di "persone che vanno in bagno".

Ma si arriva anche alla censura di espressioni come "I love hearing skull crack" (Mi piace sentire un cranio che si frattura), indipendentemente dal contesto, o di frasi che "mostrino il sostegno a organizzazioni o persone note per la loro violenza".

A stupire, inoltre, sono alcuni contenuti "consentiti" indicati nella sezioni dei "Graphic content': si possono mostrare quasi tutti i "fluidi corporei", "le ferite profonde sono ok, il sanguinamento abbondante è ok", come pure "teste rotte e arti recisi, a meno che non si vedano le interiora".
fonte http://www.gay.it

Lgbt Bruxelles: Poliziotti gay, nasce l’associazione in difesa dei loro diritti "Rainbow Cops Belgium"

Difendere i poliziotti gay? Ebbene si, anche i membri delle forze dell’ordine appartenenti alla comunità omosessuale necessitano di tutela, ed è per questa ragione che, a Bruxelles, è recentemente nata l’associazione ‘Rainbow Cops Belgium‘, creata appositamente per garantire la tutela dei diritti dei membri della comunità lgbt che lavorano nelle forze dell’ordine, purtroppo spesso vittime di episodi di intolleranza, di odio antigay e di omofobia.

Ebbene, la situazione sembra destinata a cambiare in Belgio, dove l’associazione ‘Rainbow Cops Belgium’ si impegna a “sensibilizzare i colleghi più refrattari”, quelli ancora ancorati a vecchi ed odiosi stereotipi.

Fare coming out per molti poliziotti è ancora un passo molto difficile, ed a parlarne è stato lo stesso Dirk Maes, ispettore capo della cellula di identificazione vittime di reati contro l’omofobia, che in un’intervista rilasciata pochi giorni fa ha parlato delle ragioni che hanno portato alla creazione di un’associazione volta alla tutela dei poliziotti lgbt.

“Sono anni che lavoro su questi reati e ho capito quanto sia importante la fiducia”, ha esordito Maes. L’ispettore sottolinea il fatto che sono davvero molti i membri delle forze dell’ordine che, nel tentativo di nascondere la propria omosessualità ai colleghi e agli amici, hanno tentato di costruire una famiglia ‘eterosessuale’, vivendo così una vita che non gli appartiene, una vita che inevitabilmente provoca in loro un maggiore malessere.

“Tanti hanno coperto la loro omosessualità con una vita privata tradizionale – spiega infatti Maes – e per costoro è difficilissimo fare marcia indietro. La loro vita è piena di contraddizioni che però rispondono a un bisogno di normalità che li tranquillizza. Non si può nemmeno condannarli. Bisogna capirli – conclude infine l’ispettore – e dare loro un esempio di sincerità e trasparenza”.

Casi di cronaca precedenti

Purtroppo le cose non sempre vanno come in Belgio, dove le forze dell’ordine sembrano aver aperto le porte alla comunità lgbt nelle forze armate. In altri Paesi essere gay e ricoprire delle cariche di questo genere è ancora molto difficile. Mentre in America assistiamo con gioia alla “fine del DADT”, in Turchia, in passato, molti poliziotti omosessuali sono stati costretti a dimettersi a causa del loro orientamento sessuale.

Stesso discorso va fatto per il Perù, dove non c’è spazio per i poliziotti omosessuali. Alcuni anni fa infatti, la legge peruviana stabilì che, “gli ufficiali di polizia che hanno relazioni sessuali con persone dello stesso genere” avrebbero dovuto lasciare l’arma a tempo indefinito, “perché tali comportamenti creano scandalo o denigrano l’immagine delle istituzioni”.

Detto questo, non ci resta che sperare che in tutto il mondo ci si batta e ci si impegni affinché l’omofobia rimanga solo un lontano ricordo, ed affinché associazioni come la ‘Rainbow Cops Belgium’ diventino inutili, perché nessun poliziotto, gay, lesbica o transessuale, verrà più discriminato!
fonte http://www.gaywave.it/

Lgbt Firenze: Gennaro Cannavacciuolo e Nicola Pecci in "IO NON SO CHI SEI" dal 27 al 31 marzo Teatro di Rifredi e Florence Queer Festival

Io non so chi sei
di GIANCARLO PASTORE
riduzione e regia di ANGELO SAVELLI
videoscene di GIUSEPPE RAGAZZINI

con GENNARO CANNAVACCIUOLO
e NICOLA PECCI
con la partecipazione di SIMONE FAUCCI
e al pianoforte MICHELANGELO GIAME GAGLIANO

PRIMA NAZIONALE

Lo spettacolo prende il titolo dall’incipit di una delle più celebri canzoni di Mina: “Io non ti conosco, io non so chi sei...”

E infatti il tema dello spettacolo è proprio questo: quanto si conosce veramente della persona che ci sta accanto?

Quali zone d’ombra, quali reticenze o addirittura omissioni si celano inevitabilmente in un rapporto di coppia?

E soprattutto, si può ancora raccontare questo conflitto antico e al tempo stesso contemporaneo con una buona dose di humor, lucidità ed originalità.

Questo è quanto prova a fare il pungente scrittore torinese Giancarlo Pastore, con, però, una piccola variante, esposta senza enfasi nè rivendicazioni: le sue coppie sono coppie di uomini.

Un signore s’invaghisce di un fioraio e ne nasce una strana relazione in cui le parole sono sostituite da un complesso linguaggio di omaggi floreali, dalle romantiche avances ai perfidi insulti.

Una giovane coppia di amanti girovaga in auto in uno dei pochi week-end in cui s’incontrano: uno aspira a focosi incontri sessuali, l’altro ad una quieta e stabile relazione, sulla quale però aleggia il fantasma di un terzo incomodo.

Un ragazzo, turbato dalla malattia del possibile compagno, si sfoga con l’inquilina del piano di sopra, un travestito, apparentemente fuori di testa, che ha sostituito il mondo reale con le parole delle canzoni di Mina.

Storie di ordinaria vita gay.
Non più macchiette o stereotipi, non più intrecci cupi e commiserevoli, ma storie quotidiane di affetti e relazioni che ci fanno tutti uguali nella diversità e tutti diversi nell’affrontare uguali problemi.

Ispirato dal titolo canoro del libro di Pastore, il regista Angelo Savelli ha creato un vero e proprio spettacolo musicale, in cui il racconto delle tre storie viene corroborato da alcune canzoni, rigorosamente eseguite ed accompagnate dal vivo, le quali, più che contrappuntare l’azione, ne creano il colore di fondo, il sentimento, il tono: ironico e divertente per l’amante del fioraio, con canzonette retrò e da varietà; struggente per la coppia del week-end, con le toccanti melodie di Umberto Bindi; esilarante e graffiante per la trans Annamaria, impegnata a reinterpretare con grinta e passione alcuni grandi successi dell’intramontabile Mina.

A dar voce – nel vero senso della parola – a quest’umanità al tempo stesso semplice ed eccentrica, ci sono il brillantissimo e poliedrico chansonnier Gennaro Cannavacciuolo ed il giovane cantautore Nicola Pecci, due eccellenti attori/cantanti capaci di modulare, sia con la recitazione che con il canto, i molteplici sentimenti dei loro umanissimi personaggi, dai turbamenti più intimi alla più schietta comicità.

Li accompagna al pianoforte Michelangelo Giaime Gagliano, apprezzato concertista e compositore, più volte esibitosi con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, mentre ad impaginare visivamente le tre vicende dello spettacolo è stato chiamato un giovane videomaker ed artista visivo di grande talento, Giuseppe Ragazzini, che si è fatto notare per il suo stile originale nella realizzazione di molti video musicali e videoscene per gli Avion Travel, Vinicio Capossela, Paolo Conte, Gianna Nannini, oltre a collaborare come illustratore per La Repubblica e Le Monde.

Teatro di Rifredi via Vittorio Emanuele II, 303 Firenze
Ingresso: intero € 14-ridotto € 12 Info: 055 4220361/2
Punto Box Office: dal lunedì al sabato ore 16-19
www.toscanateatro.it
fonte http://www.toscanateatro.it

Lgbt: Raoul Bova e Vanity Fair: campagna a favore delle coppie gay

Sul numero in edicola oggi, la rivista lancia una petizione diretta al Ministro Fornero perché porti al governo la questione delle coppie gay.

Molte le firme già raccolte.
Il testimonial è Raoul Bova




Ragazzi picchiati per le strade per il solo fatto di essere gay, la politica che continua a negare diritti, mentre la Cassazione e l'Unione Europea si pronuciano in linea con quanto già accaduto praticamente in tutti i paesi europei (Italia e Grecia escluse).

Che succede in Italia? La politica che continua a negare diritti alle persone lgbt è davvero lo specchio del Paese o oltre agli omofobi picchiatori c'è anche un'altra Italia, aperta, inclusiva e pronta a riconoscere le coppie gay?

Per rispondere a questa domanda, Vanity Fair pubblica nel numero in edicola oggi una lettera al ministro con delega alle Pari Opportunità Elsa Fornero con la quale si chiede "di portare all'attenzione del governo il problema della disparità tra le coppie conviventi, a seconda dell'orientamento sessuale".

La lettera porta firme di testimonial prestigiosi in calce: Alessandro Benetton, Raoul Bova, Don Luigi Ciotti, Paola Concia, Geppi Cucciari, Milena Gabanelli, Marco Materazzi, Mina, La Pina, Roberto Saviano, Francesco Vezzoli.

Tutti, però, possono firmare la petizione direttamente dal sito della rivista dove si può leggere il testo intgrale della lettera, mentre se siete utenti di Twitter, l'hashtag per la petizione è #nocoppiediserieB.

Il testimonial della campagna lanciata da Vanity Fair è Raoul Bova la cui immagine campeggia sulla copertina della rivista insieme alla scritta "le coppie gay non sono coppie di serie B".

«Quarant'anni, sposato dal 2000 con Chiara Giordano, due figli, l'attore è stato scelto per dire che il matrimonio, o comunque l’insieme di garanzie che ne deriva, è un diritto di chiunque scelga di legarsi a un’altra persona, di qualunque sesso sia fanno sapere da Vanity Fair. E che questa non è una battaglia dei gay: è una battaglia di tutti».

All'interno, un'intervista a Bova racconta il suo rapporto con l'omosessualità, compreso il suo primo contatto, quando aveva appena sedici anno e capì che il suo migliore amico era innamorato di un ragazzo. «Non cambiò nulla nella mia amicizia per lui e nel bene che gli volevo - racconta l'attore -: troppe le cose che avevamo in comune perché quell’unica differenza avesse importanza». Per Bova, il problema dell'Italia è la sua cultura troppo machista e conservatrice che rende più difficile liberarsi dai luighi comuni e dai pregiudizi.

«Mi hanno aiutato molto i viaggi all’estero e la conoscenza di persone che venivano da culture meno conservatrici e machiste della nostra. Ma sono serviti anche le letture e il cinema - spiega.

E non mi riferisco solo a film che raccontano storie gay, come quelli di Almodóvar. Mi riferisco a qualunque film ti faccia riflettere sulla necessità di permettere a tutti di integrarsi e avere gli stessi diritti.

Qualunque film sugli ebrei, gli afroamericani, i diversamente abili. Non è questione di gusti sessuali diversi dai miei, è questione di fratellanza universale e cristiana. Gesù considerava suoi figli anche gli assassini, come si fa a non rispettare un fratello essere umano semplicemente perché è omosessuale?». L'intervista tocca anche la questione del coming out dei vip che per Raoul Bova è un campanello d'allarme.

«Penso che, se ancora c’è chi sente il bisogno di gridarlo al mondo, vuol dire che l’uguaglianza è lontana, dice l'attore.

Io non mi presento dicendo: “Piacere, sono Raoul Bova, eterosessuale”».
Nessuna preclusione, infine, sulla possibilità di interpretare un ruolo gay in un prossimo film.

«Certo. Non è mai capitata la sceneggiatura giusta, spiega Bova, ma se arrivasse, perché no?». Non ultima, una domanda sul suo ruolo di padre e l'omosessualità. E se fosse uno dei suoi figli a dirgli "Papà, sono gay"?
«Penserei che se ha deciso di parlarne con me, di concedermi la sua fiducia su un aspetto così intimo della sua vita, è segno che, come padre, ho fatto un buon lavoro».
fonte http://www.gay.it

martedì 20 marzo 2012

Lgbt: Vanity Fair lancia un appello al ministro "Cara Fornero, #nocoppiediserieB" Firma anche tu scrivendoci una mail

Vanity Fair lancia un appello al ministro del Lavoro a favore dei diritti delle coppie omosessuali. Tra i firmatari Raoul Bova, Saviano, Geppi Cucciari, La Pina, Don Ciotti, Paola Concia, Alessandro Benetton, Milena Gabanelli, Marco Materazzi, Mina, Francesco Vezzoli. Firma anche tu, scrivendoci una mail. E condividi l'hastag su Twitter

Spett. ministro Fornero,

ci rivolgiamo a Lei in quanto titolare del dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Pari Opportunità. L’Italia, assieme alla Grecia, è l’unico Paese dell’Unione Europea a non offrire alle coppie omosessuali alcuna opzione: né matrimonio né patto civile.

Si crea così una palese disparità tra le coppie conviventi a seconda dell’orientamento sessuale.

Questa disparità porta a gravi ed evidenti discriminazioni che vanno a toccare diritti fondamentali di ogni cittadino: dalla possibilità di assistere il compagno/la compagna ricoverato/a in ospedale alla presenza nell'asse ereditario.

Con l’attuale assetto legislativo, le coppie eterosessuali possono decidere di sposarsi e dunque accedere ai diritti di cui sopra; se scelgono diversamente sanno che non ne godranno.

Questa possibilità di scelta è invece preclusa a tutte le coppie omosessuali: a loro l’accesso a quei diritti è sempre e comunque negato.

Vanity Fair e i firmatari di questo appello la invitano quindi a farsi carico del problema, e a portarlo all’attenzione del governo di cui fa parte

Alessandro Benetton imprenditore, Raoul Bova attore,

Don Luigi Ciotti sacerdote, Paola Concia deputato,

Geppi Cucciari comica, Milena Gabanelli giornalista,

Marco Materazzi calciatore, Mina cantante,

La Pina deejay, Roberto Saviano scrittore, Francesco Vezzoli artista,

Franco Grillini giornalista, Ivan Scalfarotto politico e consulente.

Vuoi aggiungere anche la tua firma?
Scrivici una mail con il tuo nome e cognome,
età luogo e data di nascita, occupazione all'indirizzo
redazioneonline@vanityfair.it

Al link sotto puoi vedere i nomi degli altri firmatari e anche il tuo se partecipi:
http://beta.vanityfair.it/news/italia/2012/03/20/nocoppiediserieb-lettera-petizione-fornero
fonte http://beta.vanityfair.it

Il Nepal ospiterà le prime Olimpiadi lgbt in Asia, in programma a fine settembre

Il Nepal ospiterà le prime prime Olimpiadi in Asia per lesbiche, gay, bisessuali e transgender.

Lo hanno annunciato gli organizzatori.

L’evento di due settimane si svolgerà nello stadio nazionale di calcio di Katmandu e in altri impianti intorno alla capitale.

Tra le discipline in programma atletica leggera, pallavolo, calcio, arti marziali e tennis.

“Atleti celebri e rispettati del Nepal sosterranno la manifestazione come allenatori e giudici”, ha dichiarato in una nota Sunil Pant, l’unico parlamentare del Nepal che si è dichiarato omosessuale.

L’Asia organizza già gli “Asia-Pacific Outgames”, un altro evento multi-sportivo per omosessuali, che viene però ospitato da Nuova Zelanda e Australia.
La versione in Nepal è in programma a fine settembre.
fonte TMNews

Lgbt: A “Oltre le Differenze" si è parlato di comunicazione non convenzionale, dei blog LGBT, menzionato anche NEWS DAL MONDO LGBT...

Il programma radiofonico sul mondo gay, lesbico, bisex, trans e queer che va in onda il venerdì alle 21 su Antenna Radio Esse (in replica il sabato alle 15)

Anche in streaming dal sito www.antennaradioesse.it

La Puntata dedicata alla comunicazione LGBTQ sul web.
si affronterà il tema dell'informazione lgbtq dal basso

In che modo il web 2.0, in particolare social network e blog, hanno rivoluzionato il modo di comunicare e di informare nel mondo omosessuale?

Menzionato nel primo video, anche NEWS DAL MONDO LGBT
il nostro blog lisadelgreco.blogspot.it

Un personale ringraziamento ad Oriana e Natasha,
per l'importante iniziativa radiofonica d'informazione LGBT
Lisa del Greco

fonte redazione oltreledifferenze



Lgbt Documentario "Le lesbiche non esistono" di Laura Landi e Giovanna Selis

Luca è un nostro caro amico.
Ed è gay.

Come succede tra amici a volte litighiamo e come spesso succede tra amici il più delle volte terminiamo queste liti ridendo.

Tra l’inizio delle nostre discussioni e la risata finale riusciamo a rintracciare mediamente 6/7 modi diversi - e non sempre gentili, di appellare Luca specificatamente per il suo orientamento sessuale.

Ma se al posto di Luca ci fosse Marta, che come Luca è una nostra amica ed è omosessuale, quanti modi riuscireste a trovare per insultarla?

E’ ovvio che questa è una provocazione (come provocatorio è il titolo del nostro documentario) Marta e Luca sono personaggi immaginari e non è nostra abitudine denigrare nessuno.

Quello che invece è vero e lampante è che per insultare la nostra fittizia amica Marta siamo a corto di offese.

Pensate che questo sia un bene?

Noi ci abbiamo riflettuto a lungo. E abbiamo capito di NO.

Perché se Luca sarà spesso alle prese con l’aggressività verbale e la violenza fisica, Marta addirittura non esiste.

L’omofobia in questo caso comincia con la negazione, negazione che per qualche motivo parte anche e soprattutto dall’interno.

Fortemente convinte che l'invisibilità sia una forma di discriminazione più subdola e potente di molti falsi stereotipi, noi quel mondo “oscuro” siamo andate ad intervistarlo per poterlo raccontare con un linguaggio comprensibile ad un pubblico omosessuale e non.
Perché occorre soprattutto educare alla diversità per non recepirla ostile e capire che alla fine tutta questa “lontananza” – senza in nessuna maniera annullare l’identità LGBT – forse è puramente immaginaria.

Noi abbiamo iniziato col chiamare le cose con il proprio nome.

Tutti coloro che partecipano con una quota alla produzione del progetto avranno il loro nome inserito nei titoli di coda del film come produttore dello stesso.
Da due quote in poi riceverete una copia dvd del documentario.

Raggiunto il budget, sarete ricontattati con tutti i dettagli per farci avere le quote che avete deciso di finanziare.


Siete ancora più curiosi? Sostenetene la realizzazione! Non servono carte di credito alla mano, basta seguire le istruzioni e mantenere la parola data!
contatti:
mail: satoshidoc@gmail.com
per info web site: http://www.produzionidalbasso.com/pdb_825.html
http://vimeo.com/34962107

fonte http://www.produzionidalbasso.com/pdb_825.html
video Le lesbiche non esistono from Satoshidoc on Vimeo.

Lgbt: Trans genovese si sveglia durante operazione: la storia di Brigitte

La storia di una transessuale genovese, che cinque anni fa si è svegliata nel bel mezzo di un'operazione chirurgica in una clinica toscana.

Si chiama sindrome del risveglio e colpisce due pazienti su mille

Svegliarsi nel bel mezzo di un'operazione chirurgica.
Il fatto, o l'incubo che dir si voglia, è successo a Brigitte, transessuale genovese di cinquant'anni.

L'uomo si era sottoposto al primo passo per trasformare il proprio corpo in donna e proprio mentre i medici le stavano ultimando le operazioni per regalarle la protesi del seno, l'anestesia ha smesso di dare il suo fondamentale apporto e Brigitte si è svegliata, senza poter urlare, muoversi e senza che nessuno se ne accorgesse.

Dolore fisico prima di tutto, ma quello che più ha colpito la paziente è stato quello morale, con alcune frasi pronunciate dai medici che di certo non potevano fare piacere a chi si stava apprestando a cambiare sesso: da un "Ma dove va questo qui con 'ste tette" a "come spera di nasconderle", racconta Brigitte al Secolo.

Il fatto successe in Toscana, ben cinque anni fa, in una clinica di cui Brigitte non intende specificare il nome fino a che il processo non sarà finito.

Di certo anche la fortuna non le ha sorriso, visto che la cosiddetta sindrome del risveglio intraoperatorio colpisce due persone su mille e non è possibile prendere precauzioni del caso.

Ovviamente è stata immediatamente aperta una causa dal suo avvocato Zucchetto, primo nella fattispecie, visto che un caso del genere non è mai stato giudicato in Italia.

Una causa molto particolare, dal momento che il risarcimento dovrebbe essere sia fisico che morale, con un danno complessivo stimato dal suo legale in 750mila euro.“
fonte http://www.genovatoday.it/

lunedì 19 marzo 2012

Lgbt: Una catena umana per dire “No a tutti i razzismi” così l’Italia celebra la Giornata mondiale contro il razzismo il 21 Marzo

Le iniziative dell’ottava Settimana di azione contro il razzismo promossa dall’Unar.

Una catena umana in tutta Italia per dire “No a tutti i razzismi” è l’iniziativa del prossimo 21 marzo che aprirà l’ottava Settimana di azione contro il razzismo promossa dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali).

La ricorrenza celebra la memoria della strage di Sharpeville, in Sudafrica, dove il 21 marzo 1960, ben 69 manifestanti neri muoiono in pochi minuti sotto i colpi di fucile di 300 poliziotti bianchi.

È la giornata più sanguinosa dell’apartheid sudafricana, dichiarata dalle Nazioni Unite “Giornata mondiale contro il razzismo”.

Alle ore 10.30 in punto di mercoledì prossimo, nelle diverse città coinvolte, un variegato popolo anti-razzista fatto di studenti, insegnati, volontari dell’associazionismo, comunità straniere e comuni cittadini si prenderanno per mano e circonderanno i luoghi-simbolo della cultura italiana, per manifestare pubblicamente il rifiuto del razzismo e della xenofobia.

È questa solo una delle numerose iniziative che l’Unar realizza per l’ottava Settimana di azione contro il razzismo, in programma dal 21 al 28 marzo 2012, con il patrocinio dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati.

Si parte lunedì 19 marzo con la conferenza di presentazione della Settimana al Teatro Eliseo di Roma, in una giornata di cultura e spettacolo anti-razzista che vede la partecipazione emblematica dell’attore Ascanio Celestini.

Le iniziative proseguono, sempre a Roma, il 20 marzo con la presentazione dell’accordo di collaborazione tra l’azienda di trasporti del Comune di Roma (Atac) e l’Unar per la realizzazione di un piano di interventi formativi rivolti ai conducenti degli autobus per prevenire e combattere le discriminazioni razziali nel servizio di trasporto pubblico.

La Settimana continua, in più di trenta città italiane, con una serie di eventi informativi, attività ludico-aggregative e di piazza, momenti di riflessione e di formazione nei luoghi di lavoro e di studio, con il coinvolgimento di enti locali, mondo della scuola, forze sindacali ed imprenditoriali, associazioni del settore e comunità straniere.

A chiudere la lunga maratona di iniziative, l’importante Convegno internazionale organizzato da Unar e Ansi (Associazione nazionale stampa interculturale), in programma a Roma nei giorni 2 e 3 aprile, che intende puntare l’attenzione di opinione pubblica ed addetti ai lavori sul tema “Media e Diversità in Italia e in Europa”.

Nel corso della due giorni, che prevede la partecipazione di esponenti del Governo Italiano, quali i Ministri Fornero e Riccardi, delle istituzioni europee e del mondo dell’informazione, viene fatto il punto sulla rappresentazione della diversità culturale nei mezzi di informazione a livello europeo e viene conferito il premio giornalistico “For Diversity Against Discrimination 2011”.
fonte http://immigrazioneoggi.it(Red.)

Lgbt Campania Pride: sia l'orgoglio per tutte le minoranze, dal 12 al 27 maggio a Salerno

Immigrati e precari invitati a sfilare tra gay e lesbiche nella manifestazione promossa dal coordinamento lgbt

Attenzione a non chiamarlo Gay Pride, se possibile: i promotori del Campania Pride che dal 12 al 27 maggio animerà Salerno e non solo (il Villaggio dei Diritti sarà ubicato nell'ex Salid), particolarmente con la sfilata del giorno 26, ci tengono a precisare che la manifestazione è un'occasione di orgoglio per tutte le minoranze.

Precisione a parte, le giornate salernitane sono organizzate dal Coordinamento regionale lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) Campania Rainbow e saranno innanzitutto la festa di "quella" differenza. Non a caso, l'evento viene da Napoli a Salerno perché «la visibilità dell'orgoglio omosessuale e transessuale sia sollecitata proprio dove è meno presente».

Finora la città ha risposto bene, soprattutto con il Comune, e non era assolutamente scontato, viste le campagne del passato contro le minoranze, zingari e immigrati. Del resto, i contatti fra organizzatori e Palazzo di Città durano da mesi.

E, a quanto pare, non c'entrano soltanto i giorni della festa. L'ingegnere Antonello Sannino, portavoce del Campania Pride, spiega che gli abboccamenti hanno riguardato anche la cosiddetta attestazione di famiglia anagrafica, un documento che certifica le coppie e comporta alcuni vantaggi pratici: per esempio i nuclei familiari potranno partecipare ai bandi per le case popolari, mentre il singolo componente potrà subentrare al congiunto nell'affitto.

«Ne stiamo discutendo da alcuni mesi con gli assessori e i capigruppo, riscontrando una certa disponibilità», dice Sannino.

Provvedimenti simili hanno approvato in queste settimane varie giunte comunali italiane, fra le quali Milano (con tanta cautela) e Napoli (che invece ha voluto distinguersi aggiungendo l'impegno del registro delle unioni civili).

La prassi vuole che la proposta passi prima in giunta, poi in consiglio comunale per il regolamento. «A Portici, continua Sannino, è bastata una settimana.

Qui, vari assessori e capigruppo ci hanno assicurato il loro sostegno. Speriamo di poter risolvere per i giorni del Pride. Sono importanti i territori, perché il legislatore nazionale capisca la volontà delle comunità italiane». Vedremo.

Intanto, per la conferenza stampa di presentazione, il coordinamento ha ottenuto il luogo più solenne della città, il Salone dei Marmi, sede di quel Governo Badoglio che rappresenta «il primo passo per l'affermazione dell'antifascismo, della libertà, dell'uguaglianza sociale e della democrazia», come ricorda il comunicato stampa. Al tavolo dei relatori sedeva anche Angelo Caramanno, capogruppo della lista deluchiana «Salerno per i giovani».

Il comunicato stampa del coordinamento definisce «significativa» la presenza istituzionale, con la partecipazione di assessori (Franco Picarone, Gerardo Calabrese, Ermanno Guerra e Nino Savastano) e consiglieri comunali: Emiliano Torre (capogruppo di Sel), Marco Petillo (capogruppo Socialisti), Salvatore Telese (capogruppo Campania Libera).

Importante, si legge, anche la collaborazione della Provincia.
Lorenzo Forte, responsabile cultura dell'evento, si dichiara «orgoglioso perché Salerno e le altre città della regione, insieme, partono sulla strada dei diritti civili per tutti».

Forte organizzò il Gay Pride Salerno nel 2005 quando sedeva in consiglio comunale. Quelli erano i tempi dell'amministrazione De Biase, che ebbe una crisi proprio sul tema delle unioni civili. Sette anni dopo...
fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it di Alfonso Schiavino

Lgbt libri: “Balla Italia” 150 anni in musica con DJ Cerchietto

Il libro sarà presentato martedì 20 marzo nell’ambito della rassegna Wilde Boys al Bar Verdi di Salerno
(in piazza Matteo Luciani 28, ore 18.30)
e giovedì 22 nell’ambito di Poetè al Chiaja Hotel di Napoli (via Chiaia 216, sempre alle 18.30).

Interventi di Antonio Mocciola, performance di Nicola Vorelli.
Coordina Claudio Finelli.

Sono da poco terminate le celebrazioni per i 150 anni d’Italia ma ecco che l’editore napoletano Graus manda in stampa un libro vuole ricordare questi anni in musica: “Balla Italia, 150 buoni motivi per ballare italiano da Trieste in giù” è prima di tutto una compilation, un party book “perché l’Italia sia desta, bella e balli la tarantella”.

Al mixer Ciro Cacciola, giornalista sui generis che da anni gira i dischi (suoi, della mamma, del bisnonno e dei nipoti) impazzando nei più affollati party napoletani (e non solo) con lo pseudonimo di DJ Cerchietto.

Sul piatto 150 successi italiani (da Arbore a Celentano, da Ligabue a Raffaella Carrà, da Carosone a Peppino di Capri, dal Quartetto Cetra alle Kessler, da Vasco Rossi a Battisti, Battiato, Bertè) con un unico e imprescindibile comun denominatore: l’allegria. 150 canzoni azzurrissime: un po’ di lenti e molti svelti che, dall’Ottocento a oggi, sono ancora e per sempre capaci di tenere in piedi il Paese.

Eventi realizzati in collaborazione con Napoligaypress.it, Lalineascritta – Laboratorio di Scrittura Creativa.
A Salerno con il sostegno di Coordinamento Campania Raimbow, ArciGay Salerno, Associazione Vololibero; a Napoli con il patrocinio morale di iKen Onlus.

Ingresso libero. Per info e prenotazioni: 349 4784545 | claudiofinelli1@virgilio.it
fonte http://www.napoligaypress.it

Lgbt Lecco: Il sindaco e il prete pro gay : «Non meritava la cacciata»

Domenica rinviata la fiaccolata di solidarietà al sacerdote

La pioggia ha fermato la fiaccolata di ieri sera, ma non ha spento la protesta di Perego, il paese nella Brianza lecchese, in subbuglio dopo che la Curia di Milano ha cacciato il parroco don Mario Bonfanti, 42 anni, per le sue prese di posizione fuori dal magistero della Chiesa su omosessualità, coppie di fatto e sacramenti ai separati e divorziati.

«La gente contesta soprattutto i modi usati dalla gerarchia ecclesiale.
Questo sacerdote non meritava di essere allontanato nel giro di quarantott'ore senza fornire una spiegazione più convincente che la convenzione che gli permetteva di stare fra noi era scaduta» dice il sindaco Paola Panzeri, eletta in una lista civica vicina al centrosinistra, anche lei fra i mille firmatari di una petizione pro don Mario.

E se il maltempo non l'avesse fatta rinviare al prossimo 31 marzo, il primo cittadino avrebbe sfilato per esprimere solidarietà e vicinanza al prete.

Don Mario Bonfanti, che è un sacerdote della diocesi di Ales Terralba (Sardegna), era alla guida della comunità lecchese dal primo ottobre 2007 grazie a una convenzione siglata fra la diocesi sarda e la Curia di Milano, un accordo che ogni anno veniva tacitamente rinnovato.

Fino all'esonero del primo marzo scorso, quando è stato sostituito dal nuovo parroco don Luca Pozzi: «So che la comunità vive un momento di prova e capisco perfettamente la situazione tesa che si è instaurata nelle ultime settimane.

Spero con il mio servizio di riuscire a dare una mano per stemperare gli animi». «Don Mario con i suoi orizzonti più larghi - spiegano i parrocchiani - aveva riavvicinato alla messa, all'oratorio, alla vita della parrocchia tanti giovani, tanti papà e mamme separati.
Ma questa sua capacità di confrontarsi alla Curia non andava giù».
fonte http://milano.corriere.it di Paolo Marelli

Lgbt: Anna Paola Concia, stop violenza omofoba, interrogazione ai ministri Fornero e Cancellieri

"Mentre si e' consumato l'ennesimo inaccettabile atto di omofobia nei confronti di sette ragazzi colpevoli solo di divertirsi in una discoteca, il contrasto alla violenza omofoba e transfobica sembra proprio non avere spazio nell'agenda del governo Monti".

E' quanto dichiara Anna Paola Concia, deputata del Partito democratico, annunciando un'interrogazione ai ministri degli Interni e del Welfare Anna Maria Cancellieri e Elsa Fornero.

Ai due ministri, Concia chiedera' "quali azioni intendano intraprendere per combattere l'emergenza della violenza omofoba e transfobica nel nostro paese e come pensano di procedere affinche' si arrivi al piu' presto all'approvazione di una norma contro l'omofobia e la transfobia".

"Su queste improrogabili questioni, prosegue l'esponente del Pd, sto cercando di confrontarmi con i due ministri fin dal loro insediamento ma, nonostante la legge contro l'omofobia e la transfobia sia a tutt'oggi all'ordine del giorno in Commissione Giustizia alla Camera e ne sia iniziata la discussione generale, non ho ancora ottenuto alcun ascolto da parte loro.

Quante persone gay, lesbiche e transessuali dovranno ancora vivere nella paura o subire violenza prima che il governo e il Parlamento si decidano ad occuparsi della loro incolumita' e della loro liberta'?".
fonte Adnkronos

Lgbt: Omofobia, la denuncia di 7 giovani a Varese “Picchiati e cacciati dal locale perché gay”

Il racconto: "Ci hanno insultato, pestato e allontanato dal locale".
Arcigay: "Episodio che segna un limite insopportabile.

Serve subito una legge seria: nessuno ci può chiedere di attendere ancora"

Un’aggressione omofoba in una discoteca di Luino, in provincia di Varese.

Lo racconta l’Arcigay spiegando che sette ragazzi sono stati picchiati e cacciati dagli addetti alla security del locale solo perché identificati come omosessuali.

Tra le vittime dell’aggressione anche Marco Coppola, presidente provinciale di Arcigay Verbania e componente della segreteria nazionale dell’associazione.

“I ragazzi, secondo l’Arcigay, stavano ballando su un cubo tra di loro quando, identificati come omosessuali, sono stati costretti a scendere, insultati, brutalmente pestati e infine allontanati dal locale.

Su richiesta dei ragazzi sono intervenuti i carabinieri e al pronto soccorso dell’ospedale locale sono state prestate loro cure immediate”.

“Questo episodio, denuncia Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, segna davvero un limite insopportabile.

E’ tragicamente simbolico che uno dei massimi dirigenti nazionali di Arcigay sia stato vittima di questa spregevole aggressione omofoba.

A Coppola e agli altri ragazzi la mia solidarietà, carica di rabbia per la brutalità ingiustificabile e l’odio subito, e per una battaglia che si infrange sempre su un muro di scandaloso silenzio ideologico”.

“Dov’è la coscienza della politica in questo Paese? Dov’è il legislatore?
continua Patanè chiedendo l’immediato intervento delle istituzioni locali e nazionali e delle associazioni di categoria nei confronti del locale dove si è verificata l’aggressione, lanciamo una denuncia durissima nei confronti di un clima complessivo inasprito dalla crisi economica e sociale e che esige risposte definitive a livello normativo”.

“Paola Concia, deputata Pd da noi immediatamente allertata, annuncia Patanè rivolgerà, su nostra richiesta, un’interrogazione parlamentare ai ministri competenti”.

Inoltre “ci apprestiamo a denunciare quanto accaduto all’Ufficio nazionale antidiscriminazioni (Unar) e all’Osservatorio contro le discriminazioni delle forze dell’ordine (Oscad).

Nessuna libertà è autentica per le persone gay, lesbiche e transessuali, se dobbiamo vivere con la paura di mostrarci com’è diritto di tutti. E’ necessaria una buona legge contro l’omofobia subito: nessuno ci può chiedere di attendere ancora”.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it

LGBT: GAY CENTER, OMOFOBIA IN AUMENTO IN TUTTA ITALIA SECONDO DATI GAY HELP LINE

I casi di omofobia in tutta Italia sono in aumento”.
Lo dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center.

“Stando ai dati di Gay Help Line 800.713.713, il numero verde e servizio contro l’omofobia, prosegue Marrazzo, negli ultimi mesi abbiamo rilevato un aumento dei contatti, circa 2mila da tutta Italia, e delle segnalazioni che riguardano in particolar modo violenza e abusi nel 38% dei casi e discriminazioni sul lavoro nel 25% delle denunce.

Sempre più giovani le vittime: il 40% ha meno di 29 anni e questa è una fascia di età in cui le persone hanno minori strumenti di tutela.
Infatti, segnala Marrazzo, solo una persona su dieci sceglie di denunciare quanto avvenuto.

Dai nostri dati emerge, inoltre, che il 35% delle segnalazioni arriva dall’Italia del nord e, in particolare, il 16% dal nordovest, in aumento di 3 punti percentuali negli ultimi due anni.

Diverse segnalazioni hanno riguardato proprio i locali del territorio in cui si registra un atteggiamento poco o quasi per nulla gay-friendly.

Alle giovani vittime dell’aggressione di Luino, conclude il Gay Center, va tutta la nostra solidarietà e vicinanza umana.

Ci auguriamo che al più presto siano individuati gli autori di questa aggressione e che il Governo dia un segnale forte contro ogni forma di omofobia”.
fonte Gay Center | Ufficio Stampa